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Messaggi - green demetr

#2761
Citazione di: Angelo Cannata il 15 Maggio 2017, 18:29:30 PM
Credo che sarebbe utile tener presente che quest'argomento di cui si sta parlando, cioè la difficoltà a comunicare, a capirsi, a discutere, fa parte in realtà di un fenomeno mondiale. Ho già fatto notare in altri post che a livello mondiale, supponendo l'inglese come lingua più usata, il totale dei forum di filosofia funzionanti è 1, questo stesso frequentato abbastanza poco e male. Anche in Italia il totale è 1, cioè questo. Immagino che abbiate anche notato che coloro che si rendono presenti con una certa regolarità nelle discussioni sono sempre le stesse persone, non le ho contate, ma saranno circa una decina. Cioè, in tutta Italia le persone a cui ancora piace discutere di filosofia sono una decina. In questa situazione è ovvio prevedere che prima o poi anche questa decina comincerà a stancarsi, annoiarsi e si arriverà a zero. I sintomi sono quelli manifestati in questi ultimi messaggi.

Di conseguenza credo che abbia poco senso affrontare la questione come qualcosa di locale, qualcosa tra me e te, dipendente, per esempio dalla personalità di questo o quell'utente, ecc. Il problema va affrontato cercandone le cause mondiali.

Io tento qui di seguito adesso una mia interpretazione del fenomeno, che sarebbe tutta da vagliare.

Oggi non interessa più a nessuno sapere cos'è l'essere, cos'è il divenire, stabilire se è meglio essere relativisti o non relativisti, se e in che misura sia importante dubitare o coltivare certezze. Con la caduta delle ideologie è ormai finito il tempo delle teorie, non importa se giuste o sbagliate, vere o false. È finito il tempo del pensare astratto, del riflettere: non interessa più a nessuno. Ciò che oggi interessa, riguardo al comunicare, è che esso sia un'esperienza, non interessa che conduca a verità o non verità. E oggi l'esperienza che riesce ad essere toccante è l'incontro con la persona. La gente di oggi passa ore e giornate intere a parlare sui social media, ma non parlano certo di filosofia o ricerca della verità: parlano di sé, delle piccole esperienze che vivono, perché questo ti fa sentire che stai toccando qualcosa, stai toccando la persona. Con le discussioni filosofiche oggi si ha la sensazione di non toccare niente. È finito il tempo in cui si litigava per stabilire se l'essere è o diviene ecc. Solo dei pochissimi ostinati, come questa decina che stiamo ancora qui a farlo, possono risultare ancora interessati a discussioni del genere. Ma per tutti gli altri non facciamo altro che friggere aria.

A questo punto si tratta di valutare questa situazione e ipotizzare reazioni: per esempio reazioni di apprezzamento, di lasciarsi mettere in questione da ciò, oppure individuare le proprie ragioni, ecc. ecc.

Sono d'accordo. Come dico sempre c'è qualcosa di ossessivo nella filosofia.

Le reazioni sono la cosa più complessa da elaborare.

Sto ancora elaborando il lutto della filosofia.

Si tratterebbe di limare il suo carattere ossessivo.

L'apertura agli altri mi pare quantomeno complicata.

Molte volte mi hanno consigliato la semplicità, la costeggio, ma un senso viscerale di nausea
mi prende totalmente, ho bisogno così di paletti.
Di consuetudini.

Che funzionano nei momenti in cui la filosofia rimane ai margini.
Ma come in questo momento, quando la filosofia torna a domandare, e torna a riempire il tempo.
E' come se ogni volta mi risveglio da un lungo sonno, e mi ritrovo nell'incubo del reale.
#2762
Citazione di: Angelo Cannata il 21 Maggio 2017, 20:28:15 PM
Trovo simpatico questo tuo sospettare. Di fronte al bisogno di individuare mete, orizzonti, la via che io seguo è quella del raccogliere nel presente la storia. Cioè, mete e orizzonti non possono essere stabiliti con pretesi criteri assoluti, universali, validi per sempre: quanto più si pretendono tali, tanto più facile è sottoporli a critica e demolirli. Perciò ritengo più sensato tener conto che, sia ognuno di noi, sia il mondo intero, facciamo parte di una storia con fisionomie ben precise. Allora, quando mi trovo in necessità di compiere delle scelte, oppure di individuare mete e orizzonti, cerco di fare una sintesi della storia mia e del mondo, una sintesi ovviamente soggettiva, tutta da sottoporre a revisione la volta successiva in cui compirò lo stesso lavoro. Faccio una sintesi, non solo razionale, ma in ascolto di tutte le mie migliori facoltà, e compio la mia scelta provvisoria, individuo il mio orizzonte provvisorio, assumendomene le responsabilità e dico: "Oggi mi sembra bene questo, mi sembra bene andare in questa direzione, domani vedremo".
A questo punto è ovvio che poi la questione si trasferisce sull'interpretare la storia, e quindi discutere anche di politica, ma non solo.

Di politica qua proprio no  ;)  non si può. (ciò già provato  ;)  )

Ma ovviamente se per esempio diciamo l'amore, si aprirà la possibilità di andare contro a questo concetto. (ma d'altronde giona veglia su di noi comunque  ;)  ).

Ma infatti mi sembrava strano l'apertura di questi topic da parte tua.

Per come ti sto conoscendo, per te la priorità è proprio sulle modalità di conoscenza.

Ma le religioni (spero giona, in mancanza di duc in altum possa correggere se lo ritiene) non
impostano un discorso di conoscenza, ma di divulgazione di un certo tipo di saggezza.

Io da quando ho provato a stare in questa sezione, devo ancora trovare la dimensione giusta.

Sono felicissimo delle conoscenze di JsebBach, e ora di myfriend.

ma come mi sembra scriveva Inverno, dire delle questioni storiografiche ancora non dice nulla della religione, come saggezza diffusa.

E d'altronde essendo un neofita della religione cristiana, nemmeno riesco a capire certe durezze di un duc in altum, o di un giona, cerco di seguire, ma non trovo ancora la mia dimensione.

Poi certo capisco benissimo il tuo discorso che cerca la sintesi, precaria molto precaria, o semplicemente debole.
Ma mi pare astratto. Troppo astratto. (le cose più importanti d'altronde sono quelle che hai deciso di raccontarci del tuo vissuto).

Seguo comunque con interesse.

#2763
Non so bene a che gioco giochiamo.  ::)

Caro Maral ti rispondo ancora, perchè ti stimo troppo.

Ma non vedo l'utilità.

Tu hai già detto e ridetto e ridetto ancora e ancora e ancora, che l'eterno ritorno è il centro del pensiero nietzchiano,
E io ti avevo detto che ti avrei di volta in volta ostacolato nel divulgare un messaggio così chiaramente falso.

Ripeto per la ennesimi volta, perchè prendere 2 aforismi e farne il nucleo centrale di Nietzche, quando lui ha scritto migliaia di ALTRE PAGINE.

Dove altri temi, mai discussi dai buffoni della filosofia (la pop-sofia), ma nemmeno dai più seriosi in realtà, EMERGONO.

Mi sembra comodo insistere su l'eterno ritorno. Io almeno ho la decenza di dire che non ho idea di cosa stia parlando.
Serpenti? clessidre? attimi infiniti? stessa sequenza??? mi sembra tutto veramente troppo allegorico, se non si riesce a collegarlo con il resto. (e senza altri raccordi di senso, sono frasi deliranti, non mi pare di ripetere le stesse cose bla bla bla....)
Tutto qui,
Se tu mi dicessi, ho letto la gaia scienza, e ho capito che questo tema torna io non avrei problemi a dirvi ok avete ragione. (magari mi fate pure un favore)

L'interpretazione tua e di Garbino o di Paul non è quello che Nietzche dice.
Punto e a capo.

Però è anche l'ultima volta che insisto. (desisto, e mi autobanno. farò finta di non leggere queste visione da apocalisse zombie, frutto ovviamente del pensiero paranoico che vi circonda).

Ho provato ad ascoltare Ferraris,..... ma sul serio......come si fa? usare la follia nicciana per esemplificare il paradosso è scorretto e patetico. Ma è Ferraris lo conosco, per i soldi venderebbe qualsiasi cosa.
Inoltre disapprovo totalmente la sua ironia i suoi giochetti linguistici che sono segnale di una intellingenza superiore che si fa beffe del suo stesso uditorio, cosa che funziona molto in Italia e nel Mondo).
Sono stufo di ascoltarlo. Comunque grazie della segnalazione, porta alla mia attenzione ulteriori giochetti fatti sulla vita dell'uomo.
Beh capita quando non si capisce niente dell'opera.
#2764
ciao Paul

Grazie del contributo. Prezioso come al solito.

cit.paul
Cia green,
nel momento in cui si costruiscono categorie, si formano insiemi di proprietà e caratteristiche così come ad esempio si costruisce la botanica o la zoologia, o la chimica o la fisica, si fanno gerarchie e questo vale anche nel processo deduttivo metafisico.

Hai benissimo inteso un altra delle difficoltà del progetto: la deduzione. Nella metafisica 2.0 non ci può essere deduzione.
Ad una prima analisi ritengo si debba usare l'induzione di Peirce,

cit.paul
"Se però vuoi sostenere la tesi di Nietzsche,che mi sembra implicita se non sbaglio nella tua argomentazione, forse sì è possible."

Il 3d esula dai risultati raggiunti da Nietzche, che non usa nè deduzioni, nè induzioni. Il suo essendo un discorso apodittico.
Sicuramente è ambizione mia portare il discorso nicciano a confronto con un sistema formale.

cit.paul
E 'possible facendo collassare l'interpretazione metafisica che divide cielo e terra, che divide essere ed esistenza, che divide eterno e divenire.,che costruisce un'etica prima ancora dell'uomo. Questa"cappa" metafisica, inizia dalla terra e costruisce una piramide gerarchica nel cui vertice c'è l'episteme, la verità che sta nell'iperuranio. L'uomo si sente prigioniero di questa interpretazione, ma deve reinterpretare l'episteme e gli immutabili e riporli nel divenire.Se appiattisco la gerarchi gli oggetti ontologici, gli enti che diventando esistenti passano dagli enti( se si vuole anche l'essere) ed entrano nel tempo.Ma ora cosa sono gli immutabili? L'essere umano ora è in divenire, nel determinato e manifesto, la gerarchia è piatta inconsistente, ora è l'uomo il gerarca di se stesso.Ma si aprono molte difficoltà per essere definita ancora metafisica.
L'eterno ritorno può essere definito un immutabile in una certa chiave interpretativa..................

L'eterno ritorno io non ho la minima idea di cosa sia.
Ma possiamo prendere le interpretazioni di un essere diveniente.
L'uomo prigioniero della cappa epistemica entra nella storia e cambia la sua destinalità.
Ora non so se vogliamo aggiungervi il concetto di eternità. L'uomo non è eterno. Questa sarebbe la mia prima obiezione.
Sono d'accordo sul cambiamento della destinalità, sono d'accordo su un nuovo modello antropologico.
Ma il punto non è quello generale.
Il punto è quello individuale. A che serve costruire l'ennesimo modello antropologico, se non risponde alle istanze reali dei desideri del soggetto?
Il capitalismo comprende molto meglio l'individuo, e usa le sue conoscenze antropologiche per fondare una gerarchia nascosta nelle istante stesse del soggetto contemporaneo.
In questo Nietzche non può aiutare. Ossia non può mediare nel breve termine, ma nel lungo.
Ma il progetto metafisica 2.0 è un progetto formale che aiuti passo dopo passo a intendere le relazioni stutturali fra i soggetti.
E' un progetto particolare. Non è generale.
Scusa se sono criptico, ma intanto segno il mio solito flusso di coscienza.

Comunque sebbene il tuo post sia più relativo a Nietzche che altro, possiamo continuare o là più convenientemente o qua, come spunti ulteriori, a latere.

cit.paul
Una delle chiavi è aumentare il peso della prassi sulla teoretica, vale a dire il primitivo è l'esistenza e semmai dopo viene l'essere /ente.
Il focus diventa l'attività umana.Questa chiave è lo stato dell'arte temporale almeno   da Nietzsche ai nostri giorni.

Assolutamente sì. Questa tua descrizione si avvicina abbastanza alle filosofie dell'evento.
FIlosofie che hanno avuto grande eco fra gli anni 70-90. Ma che poi non sono riuscite a dare luogo a un progetto visibile, chiaro, esplicativo.
Tanto che Carrera ci avvisa che anche porre l'evento come principio finisce per costruire una gerarchia. 
Aggiungo io "ricostruisce il processo paranoico, della non azione", si attende infatti sempre "che qualcosa accada".

Perchè questo non accada, a mio avviso, non bisogna rinuciare all'evento, concetto complesso, che a partire da Husserl prima, Heidegger poi, fino agli strutturalisti francesi, arriva a ridosso della fine del secolo scorso.

Quindi hai assolutamente colto un punto fondamentale.  :)

Il problema delle filosofie dell'evento, va anche capito con l'ascesa delle scienze, e dei suoi rappresentanti scientisti.
Va intesa con l'ascesa delle filosofie formali (quelle analitiche americane, con il loro disgustoso discorso monista).
Con la post-filosofia, le sue derive orientaleggianti. Con il nuovo speculativismo francese (che non ho ancora neppure inteso). Con il costruttivismo.
Insomma con filosofie che propongono questioni chiare, scientifiche, morali. E che puntualmente ignorando la grande storia della filosfia risultano tutte ingenue, se non proprio stupide.

Purtroppo è un momento delicato. Grazie al cielo poichè i tempi moderni accellerano ogni cosa, in america sta nascendo una corrente continentalista, che si sta nutrendo di heidegger e di derrida, di focault e di nietzche.
E sta cominciando a elaborarli.
Lo stanno facendo con l'intenzione di mixarli con le filosofie analitiche. Per rendere progetti chiari.
Ovviamente il mio non è un tentativo singolo, perchè ovviamente siamo uomini, e anche oltreoceno sentono l'esigenza di nuove sfide. 

Il panorama europeo invece lo vedo male. perchè la sudditanza è tale, che invece di aiutare i colleghi americani, stiamo importando quelle filosofie analitiche che da loro già prestano il fianco alla stanchezza storica, ai giri su se stesse, alla mediocrità sul discorso umano.

Certamente esistono libri generali su queste cose di cui vado scrivendo. Io iniziai con analitici-continentali della d'agostino.

Il punto è che però non posso dilungarmi su questioni generali. mi servono invece cose precise, appuntite che incidano sul reale.

il reale è mentale. ovviamente, essendo il 3d sulla filosofia formale.

Per fare un esempio paul.  poniamo   --------->  = trasposizione formale

 soggetto storico ---->  soggetto mentale.

 soggetto storico  relato con soggetto storico ------> regola grammaticale di riconosciemento del soggetto mentale davanti a me (dualismo formale americano)-  

 regola etica (relati storici) ------>  regola antimetafisica di controllo dei relati mentali.

Il motivo è semplice, se il relato storico è sempre un relato gerarchico, non si può dire lo stesso di quello mentale. Che è presunto.

In questo caso la posizione presunta storica di filsofia dell'evento passa da quella reale (che non esiste) a quella mentale (che formalmente esiste).

IN questo senso il formale diventa l'arma che incide sul mentale, e che ne orienta l'azione storica.

E' semplicemente teoria politica (forse qualcuno lo capirà). Ma la teoria politica contemporanea, ha sempre sbagliato presupponendo delle utopie che non facciano i conti col particolare.(con i costrutti mentali).

Non è colpa del pensiero utopico, ma della sua collocazione, necessitiamo di passare dal generale al particolare.

Compito eminente della filosofia. (Capito solo da Leopardi e da Nietzche)
#2765
Citazione di: Angelo Cannata il 21 Maggio 2017, 00:47:37 AM
Citazione di: green demetr il 20 Maggio 2017, 22:01:32 PM
è ben più importante la dimensione di orizzonte.
Forse dipende anche da quant'è lontano quest'orizzonte: se è troppo lontano, dove trovare sostegno e forza per il cammino verso di esso? Basterà la sola speranza di raggiungerlo?

L'importante è vedere l'orizzonte.
Non è tanto il raggiungimento, quanto il cammino stesso che si svolge all'interno di una descrizione, quella religiosa.

Se una religione toglie il cammino, diventa una religione senza senso.

A mio parere ogni religione prevede un viaggio.

Che sia quello dei tre monoteismi (cha attraversa un pertugio), sia che esso sia una riappropriazione del senso cosmico, e la strada fatta, consista in una illusione, nelle tradizioni orientali.

C'è sempre un viaggio da fare.

Bisogna però intendere i fini teleologici. (gli orizzonti appunto)
Perchè aderente alla religione vi sono le tematiche politiche (ampiamente moderate in questa sezione) e quelle invece essenzialmente di una saggezza che unisce l'intera umanità.

Io penso che se vogliamo dare un senso a questa prova dobbiamo cominciare ad elencare qualcosa di quella saggezza.

Cosa che mi sembra tu stia prolungando in maniera sospetta.

Per tornare alla tua bici, mi sembra che per ora ti sei seduto sopra ma non hai ancora dato un colpo di pedale.


#2766
x maral

cit maral
"L'accettazione dell'eterno ritorno richiede dunque l'estrema dedizione alla volontà di potenza di cui solo l'oltreuomo può rendersi capace e l'oltreuomo è colui che si arrende al non poter più in alcun modo pensare. Strimpellando e cantando canzoni napoletane, delirando su se stesso come un matto da barzelletta, Nietzsche si prepara alla follia catatonica come ultimo coerente atto ontologico. "

Ma dove l'hai letta questa cosa Maral??? Quando mai Nietzche ha scritto una cosa del genere????
Incredibile!


cit maral
" E ognuno prende da Nietzsche quello che vuole, il suo modo lo autorizza, autorizza la volontà di potenza su lui stesso."

A me pare proprio quello che stai facendo tu.

Direi invece di meditare un pò più approfonditamente sui temi da LUI proposti, piuttosto che su quelli che vogliamo noi.

Tra l'altro se per te l'indifferenziato debba essere filosofia, non lo capisco proprio, nè a livello umano (lo trovo terribile) nè a livello psicologico positivo. (perchè senti la necessità di leggere nietzche in quella maniera?)

A me non rimane che la motivazione della psicologia negativa (ossia dell'odio apparentemente immotivato, ma ognuno sa di cosa si tratta in cuor suo, portato dagli scritti del Maestro).

Essendoci passato so di cosa si tratta. L'odio non serve. Ma la guerra (intellettuale) va affrontata.
#2767
x sari

potrei benissimo liquidare tutto con un "vergogna! " ma proviamo a dire qualcosa.
 
Ho provato a rispondere, ma mi rendo conto che per controbattere alle illazioni di geniomaligno, servirebbe un libro a se stante.
Francamente il 3d è di Garbino e non me la sento di rispondere alle tue sterili provocazioni.

Non rimane per i lettori di questo forum che attendere che metta insieme le tematiche nicciane. E cominci a dare un senso documentato di quanto vado dicendo già da un pò.
Starà poi alla onestà di chi medita sulle questioni, e non millanta posizioni altrui.

Ovviamente il pezzo di geniomaligno è una accozzaglia volgare di luoghi comuni, e di malinterpetazioni, che testimoniano di una scorrettezza intellettuale che coincide con i deliri schizoido-paranoici dei loro autori.

In sostanza prendere un aforisma senza metterlo nella dimensione di senso che l'autore gli imprime, non ha senso.

Ma stiamo al giochino: partiamo pure dall'aforisma 

Anzitutto bisogna intendere le finalità di aldilà del bene e del male. Cosa che non posso sapere essendo ancora ad UTU.
Trovo irritante proporre aforismi a caso, senza avere il senso generale della questione.

Ma comunque sia, troviamo Ancora gli stessi elementi presenti in UTU. (mi riesce facile leggerli, come controvelina)

A partire dalla fine, nessuno può uscire dalla metafisica: alias inutile mentire sul fatto che la vita è volontà gerarchizzante.
L'attacco va visto nella solita (già presente in UTU) angolazione di attacco allo Stato.
Ossia della Politica di Nietzche (scontro individuo - stato).
Con i soliti errori noti di Nietzche (le sue menzogne per continuare a scrivere) che esista davvero questa elite individualistica.
(discorso paranoico)
(cosa che negli aforismi più lucidi e profondi rinnega con forza, traversata della paranoia).
Sono i soliti aforismi "Butade" che servono a rendere la scrittura più polemica possibile. (e che lo resero celebre).

Semplice e piano.

I temi sono quelli soliti....ma geniomaligno non solo non li vede, ma crede a partire da quello di avere il diritto di delirare su una marea montante di autori "contra nice".

Per quanto riguarda Sari se dice che è d'accordo con Primo Levi, allora non si capisce perchè abbia portato all'attenzione geniomaligno.(che non ha nemmeno diritto di replica così facendo)

Primo levi sostiene di trovare indifferenza e non odio.

Ma infatti in Nietzche non c'è nè odio nè indifferenza. Scambiare il polemos scritto con il messaggio positivo che c'è dietro di esso non ha senso alcuno.
Altra cosa è il fatto che non piace lo stile. ma volenti o nolenti nice ha successo per quello.
In questo caso per tutti, ma nello stesso tempo per nessuno, (chi si ferma al polemos e non medita sul lato positivo, nascosto, ma nemmeno più di tanto.)
#2768
Non capisco bene questo attacco ignorante fatto negli ultimi post ma andiamo con ordine.

x garbino

Il tuo attacco alla wiki è ridicolo, ci sono centinaia di scritti filologici che lo attestano.

Ma poi abbi pazienza gli scritti postumi di Nietzche ci sono (ed. Filologia Adelphi), se mi indichi dove sta quello da te indicato sono felice di dirti che mi sono sbagliato.

cit garbino
3) Sulla selezione e sulla disciplina mi riserbo di argomentare, come ho già specificato, quando sarà il momento.

E io spero proprio di non leggere ulteriori sciocchezze che aggreverebbero la tua (supponente) interpretazione.

La mia argomentazione pre-giudicante è la seguente, che se vi è selezione (darwinismo sociale) allora vi è gerarchia.

Molto semplice molto piano.

cit garbino
4) Se comunque fosse vera la volontà di determinare uno stravolgimento del contesto del messaggio di Nietzsche, Elizabeth avrebbe anche modificato tutti gli attacchi agli antisemiti ed ai principi e alle ideologie del nazismo, che  nacque ben dopo il 1906, che è la data della prima stesura dell' opera. Attacchi che sono largamente presenti e ripetuti in tutte le opere di Nietzsche

Ma questo è falso, in quanto attacchi anti-semiti vi sono anche all'interno di Umano Troppo Umano che NON è un testo spurio.

cit garbino
6) La mia versione della Prefazione prevede (Newton Compton ) 8 ( otto ) paragrafi con una certa organicità che difficilmente possono essere identificati come aforismi. Naturalmente a mio avviso, poi ciascuno può pensarla come vuole. E non credo che la Versione Mondadori possa presentarsi in modo diverso.

Non lo so, sarebbe un lavoro da fare, comunque la versione filologica è solo quella della Adelphi. (e su quella mi baserò in futuro).

cit garbino
8)  Io affermo che Nietzsche vuole distruggere la Metafisica, ed è costretto a ragionare in termini metafisici e tu affermi che è Metafisico. Amen

Ma che amen ed amen, anche per me Nietzche vuole distruggere la metafisica, ma bisogna distinguere tra la metafisica classica (che è l'obiettivo polemico) e quella nuova (che teorizza con l'avvento dei Superuomini).
Invece tu non intendendo NIENTE della nuova umanità da venire, scambi completamente i miei discorsi che sono AMPIAMENTE DIVISI in uno solo. Questo intellettualmente è scorretto. Ma non importa: proseguiremo a furia di martellarci in testa.
Semplice e piano.

cit garbino
"E non puoi affermare che: Nessuno può fare a meno della Metafisica, perché tu conosci soltanto te stesso e non i bisogni degli altri."

Ma come ti permetti? Io ho una storia alle mie spalle fatta di vissuti, di riflessioni sulle cose e sugli altri.
E posso affermare con certezza di conoscere i bisogni altrui, perchè erano bisogni condivisi. Ma che ne sai tu?
Incredibile!
Sul fatto che nessuno può fare a meno della metafisica, ti rimando a quello che Nietzche afferma nella introduzione.
Che nessuno di noi può fare a meno della menzogna. Almeno leggi quello che scrivo prima di metterti a fare polemica.
Ma poi questo della metafisica come necessità è un tema abbastanza accademico, a me qui interessa parlare dei superuomini.

cit garbino
9) A mio avviso in Nietzsche troviamo un solo aspetto gerarchico e che è rappresentato dalla Volontà di potenza. E mi sembra molto difficile che questo dominio possa essere inteso come non gerarchico. Ma poi ciascuno può pensarla come vuole.

La volontà di potenza è gerarchica, E non c'entra niente con i super-uomini. Questa associazione paranoica che non vi sia differenza è tutta tua e di Maral. (evidentemente cercate lo scontro ad ogni costo).

cit garbino
Mi sembra di aver risposto a tutto. Ciascuno è quello che è e può permettersi di avere le proprie opinioni. E di difenderle. Ed ho deciso di difenderle, costi quello che costi. Mio caro Green Demetr, le cose stanno così. D' altronde si può rimanere amici anche pensandola diversamente. Almeno la penso così.

Amici non credo proprio. Alleati su alcune cose sì. TU tieniti pure le tue opinioni che io cerco di argomentare le mie.
#2769
Tematiche Filosofiche / Re:Divenire in Aristotele
20 Maggio 2017, 22:13:40 PM
Citazione di: Ingordigia il 20 Maggio 2017, 21:53:07 PM
Un uomo può avere i capelli lunghi ma non puo avere una tavola di argilla al posto del braccio.
Questo perchè la sostanza uomo permette solo certi accidenti.
Nel divenire della sostanza non capisco come la materia prima ( che agisce da substrato) possa svolgere
la stessa funzione

Si tratta di un equivoco  ;) . Tu adotti una terminologia contemporanea.
Per fare i giusti paragoni ti consiglio di fare questi distinguo allora.  8)
La materia prima aristotelica la devi pensare come atomi. (vedi un Democrito, o un Leucippo)
Mentre la sostanza come giustamente dici tu riguarda delle sue componenti, carbonio e acqua per l'uomo, filosilicati per l'argilla.

#2770
Ciao Angelo.

La dimensione temporale è un fatto innegabile per l'uomo.
Perchè si collega alla propria morte.

A mio modo di vedere però è ben più importante la dimensione di orizzonte.

Finchè ho un orizzonte che mi chiude o a cui vado incontro, la vita ha un senso.

Altrimenti no. In questo caso la vita spirituale non riesco nemmeno a intenderla.

Certamente se vogliamo trovare i caratteri comuni delle religioni, dobbiamo tenerlo in considerazione.

Ovvero il cammino DEVE avere un senso (di marcia).
#2771
Citazione di: Mymind il 20 Maggio 2017, 18:19:21 PM
Colgo l'occasione per salutare gli amici di questa piccola oasi di cultura e intelligenza rimasta nel web che son contento di ritrovare e di cui torno a far parte dopo la chiusura del vecchio forum  ;D
Trovo interessante questo discorso e vorrei aggiungere che il problema del gerarchizzare non è linguistico o metafisico, ma semiotico; la gerarchia c'è se usi la gerarchia per interpretare l' amorfo. È una chiave di lettura non il cardine. Se non ci si focalizza sull interpretazione gerarchica non ci saranno gerarchie. Tutto volendo è gerarchizzabile, ma essendo la gerarchia un modo d intendere/interpretare qualcosa, cambiando modo d' intendere/relazionarsi puoi trovarne uno senza di essa (come ad esempio interpretare le cose, invece che secondo una scala, secondo i colori dove il verde non è superiore al giallo e viceversa. Volendo è gerarchizzabile anche il colore ma bisogna porre come base una scala di valori che fanno riferimento al nero o al bianco che pone un cardine, uno zero, una sovrastruttura.  Ma in realtà il colore non presenta colori superiori o inferiori, tendenti al giusto o all'errore, hanno tutti lo stesso valore ma in maniera differente. Così diversi concetti filosofici possono essere visti come sfumature di colore invece che come scale di verità) La gerarchia concettualizza/misura la sorgente metafisica a parer mio

Ciao Mymind.

Certamente il semiotico non lo dimentico, è che che non lo padroneggio tantissimo.
Per ora mi riferisco a Peirce, che dovrebbe essere il padre di tale forma.

Fare della vita un calembour a  mio avviso è possibile per la letteratura.
La vedo difficile per la filosofia, che si trova costretta ad usare strumenti di precisione.

Per fare un esempio. Se io ti dico soggetto, quale parallelo trovare con la teoria dei colori?
E' invece a me chiaro che dire soggetto è già gerarchizzare: partire da una dimensione umana.
Servono viceversa forme di controllo che quel soggetto non diventi portatore di istanze uniche, di reductio ad unum. O soggettivazioni estreme (nichilismo, scettiscismo, individualismo) o forme oggettificanti estreme (scientismo, nichilismo, individualismo)
Il compito non è facile per niente.

Vi è sempre una relazione da salvare. Ma quella relazione potrebbe benissimo sempre essere il gerarchico.

Questo però è un progetto a lungo termine. Ben vengano aiuti o spunti.
#2772
Citazione di: cvc il 20 Maggio 2017, 17:14:45 PM

Green demetr, non sei d'accordo sulla ipotesi del mio post ma sei d'accordo con me (o io lo sono con te) sulla predominanza del linguaggio. Predominanza che però si perde.... non dico qui dove, anzi, la struttura del forum permette di scambiare idee in un modo che difficilmente sarebbe possibile senza l'apparato tecnologico. Quando però comunichiamo con le persone vicine più con whatsapp che con le parole, forse qualcosa si perde. Ma ancor più si perde col crescente disinteresse verso la letteratura, si smarrisce la capacità di esprimere i propri sentimenti. Perciò si esauriscono presto le parole e si finisce contro ad un muro

Capisco quello che vuoi dire. Sono d'accordo.

Ma non bisogna altresì dimenticare che pure i sentimenti hanno un loro linguaggio.

A mio parere ci deve essere stata una circuitazione tra la capacità di leggere i sentimenti altrui, con la necessità vincolante di comunicare tramite forme omologanti di massa come sono i dispotivi mobili.

E' l'omologazione che abbassa la capacità di relazione, e quindi impoverisce il sentimento: le letture dei sentimenti altrui allora diventano sempre meno importanti, diventano invece sempre più importanti le forme, i riti e le loro regole preconcette.

C'era anche prima, il passaggio al virtuale di queste consegne che prima erano locali è il grande problema che le nuove generazioni si trovano ad affrontare.

(un conto affrontare 30 persone, un conto affrontarne 100 se non mille!!!)
#2773
Caro Garbino ero indeciso se risponderti in maniera dura o soft.
Ho lasciato passare qualche giorno e ho scelto la seconda. (ringraziami)

Anzitutto io non sono un corpo ma un individuo fatto di anima e corpo. (a questo punto banalizzo anch'io)
Quindi mi lascia indifferente la tua annotazione sul metafisico.

La metafisica senza gerarchie non è certo l'obiettivo di nietzche, ma la sua è
A) una metafisica
B) non ha gerarchie.

cit Garbino
"Tutti i brani che riporti della prefazione a UMANO TROPPO UMANO rappresentano per me tutt' altro. E cioè la necessità di una fuga determinata dalla pochezza dei suoi contemporanei."

Anzitutto era il primo aforisma dell'introduzione (secondo i tipi mondadori).
Non erano brani.

Il punto vero del mio dissenso è che non capisco a questo punto l'utilità di riportare citazioni.

Tu ci vedi una semplicemente una  fuga.  :o

Quindi non hai colto i seguenti temi:

Il tema della menzogna, il tema del dubbio, il tema delle superfici, il tema della cura, il tema della vita.

Non so: tira tu le somme.  Anzi no lascia perdere.

cit garbino
"La Volontà di potenza, aforisma 462 ultimo punto:
Al posto della metafisica e della religione, la dottrina dell' eterno ritorno ( come mezzo di disciplina e di selezione )."

Non so gli altri, ma mi sembra chiaramente una falsificazione questo aforisma.

motivazioni.

1. "disciplina, selezione"....ma non sono proprio quelle cose che i nazisti hanno sempre perseguito?

2. Per quanto oscuro sia l'eterno ritorno, di certo non è una dottrina.*

3. dalla wiki

""Nietzsche-Archiv"
Il definitivo collasso mentale di Friedrich Nietzsche avvenne nel 1889 (morì undici anni dopo) e, al ritorno in patria della sorella, il celebre filosofo era solo un invalido i cui scritti avevano diffusione in tutta Europa e alimentavano un acceso dibattito. Elisabeth fondò nel 1893 a Naumburg il Nietzsche-Archiv e si adoperò energicamente per promuovere il fratello, ma distorse parte del suo pensiero, specie con la pubblicazione postuma dei frammenti che vanno sotto il nome di La volontà di potenza.[4]
Lo stesso argomento in dettaglio: Influenza e fortuna del pensiero di Nietzsche.
Nel 1930, Elisabeth – più o meno da sempre nazionalista e antisemita – iniziò a sostenere apertamente il Partito Nazionalsocialista Tedesco del Lavoro. Dopo che nel 1933 Hitler, con il suo partito, ebbe preso il potere, il Nietzsche-Archiv beneficiò di sostegno economico e pubblicità dal governo, che Elisabeth contraccambiava profondendo sul regime il notevole prestigio dell'eredità morale di Nietzsche.[5]
Elisabeth Förster-Nietzsche morì nel 1935 e ai suoi funerali intervennero svariati gerarchi nazisti, oltre a Hitler stesso."


* Complesso di cognizioni o di principi organicamente elaborati e disposti, considerato come oggetto di studio o come norma sul piano teorico o pratico: d. sociali, economiche, politiche.
#2774
Tematiche Filosofiche / Re:Divenire in Aristotele
20 Maggio 2017, 15:53:58 PM
Citazione di: Ingordigia il 20 Maggio 2017, 14:18:59 PM
Nel divenire della sostanza il substrato che permane è la materia prima , che è INDETERMINATA.
Allora cosa fa si che se pugnalo a morte un uomo esso assume la forma di cadavere e non ad esempio quella di albero ?

Semplice, perchè il cadavere e l'albero sono qualità secondarie della materia, distinte secondo la forma, la sostanza e la modalità.  8)

Complicando leggermente le cose.

OVvero sia l'albero che il cadavere per sussistere devono logicamente avere un sostrato che li determina anzitutto come esistenti.

La materia prima è più che altro una astrazione, ma nel mondo fisicalista greco, questo era una argomentazione non corretta, tanto che dovevano presupporre altro.

#2775
Ciao cvc

A mio parere l'autocoscienza non esiste.
Esiste la coscienza, che scomposto nella sua radice è cum-scienza.
Dunque qualcosa accompagna sempre la scienza. Ed è proprio l'uomo.
In qualche modo il carattere ereditario della scienza è dunque già nel carattere ereditario della zoe, del corpo nudo (non politico).
L'umanità ha anch'essa un carattere ereditario ed è quello del tribale.
Dell'uomo che si raduna in cerchio attorno al fuoco.
Fin qui siamo d'accordo dunque. (per strade diverse)

Non siamo d'accordo invece sulla predonominanza della scienza sulle altre arti.
A mio parere è invece il linguaggio a essere predominante.
E lo è stato fin dall'inizio, prima ancora della scrittura.
Perchè lo scibile umano può esistere solo all'interno del linguaggio.
Il linguaggio viene sostanzialmente prima dell'uomo stesso.
(ma questo sarà il tema di altri approfondimenti futuri, forse)


Ciao Acquario

Sono d'accordo, se sostituiamo la scibile con il tecnico, le cose cambiano drammaticamente per l'uomo.
Perchè la tecnica tende a ridurre qualsiasi cosa ad una unità originaria (presupposta).
Che corrisponde per l'esattezza all'implosione stessa del pianeta.

Differiamo nell'opinione solo sul fatto che non lo vedo necessariamente come uno scontro uomo - tecnica, quanto proprio delle caratteristiche intrinseche della tecnica.

Non sono necessariamente un catastrofista, in quanto il vivente tende sempre ad adattarsi al mondo circostante. (ma questo è un altro topic)

ciao Angelo

A mio parere la questione non è della fame in sè, o della morte in sè.
E' quanto in quali circostanze avvengono tali "fenomeni".

Se fosse una questione di calcolo, di mero interesse personale?

Conterebbe di più la nostra maschera quotidiana oppure che qualcuno, qualcosa ci obbliga ad indossarla?