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Messaggi - Jacopus

#2776
È un quesito interessante Cvc. Nei talk show però più c'è cagnara più aumentano gli ascolti. In realtà il problema esiste ed è dato dalla coesistenza di etiche diverse su uno stesso territorio. Ciò causa conflittualità ed anomia, cioè mancanza di senso normativo, concetto teorizzato da Durkheim 150 anni fa per la prima volta. Ma, come sempre, c'è il rovescio della medaglia; società eticamente omogenee risultano quasi sempre autoritarie e disposte ad esercitare la violenza per far rispettare la "norma e la convenzione sociale, anche al di sotto del rispetto della norma giuridica.
Ci si dovrebbe domandare quindi se è possibile, nell'ambito della coesistenza di etiche diverse, individuare un nucleo etico condiviso da tutti, poiché questa frammentazione ha evidentemente dei grandi costi in termini di vita quotidiana ed associata.
#2777
Io faccio davvero pochissimo, ma se tutti facessero pochissimo? C'è un mondo di altruismo, di disinteresse. Magari lo si fa per sentirsi più buoni, per espiare i propri peccati. Non importa. Occorre uscire fuori da questo loop per cui le azioni umane sono sempre dietro corrispettivo monetario. Non è così.
Grazie per la stima che contraccambio. Anche se non siamo d'accordo hai sempre uno stile da vero gentleman.
#2778
Ciao Paul. Evidentemente anche tu sei preda del batterio del "cattivismo". I soldi per l'albergo servono o dovrebbero servire per integrare le persone, non per mantenerle in uno stato di inutile attesa. Se esistono soggetti che aproffittano di questa situazione che vengano punite e processate. Io, pur nella mia situazione di non credente collaboro da bravo cattocomunista con la Caritas di Genova. Per ogni stipendiato, alla Caritas vi sono almeno 4 volontari che non prendono neppure un centesimo e offrono il loro tempo.
I migranti che hanno voglia di integrarsi, con molta fatica e molto tempo si integrano, perché sono disposti a fare i lavori che gli italiani non vogliono più fare. Certo ci sono le mele marce, ma (e dico sempre le stesse cose) Al Capone era forse giapponese? Fossimo stati come i cinesi che non fanno un reato neanche sotto minaccia potrei capirlo, ma noi italiani all'estero siamo famosi soprattutto per due prodotti: pizza e mafia (vabbè c'è anche il mandolino).
Inoltre bisognerebbe davvero "fare invece di "fingere di fare" (campo in cui siamo esperti). I corsi di alfabetizzazione devono essere seri. I corsi per la formazione altrettanto.
Lo sai come si regolarizzato i migranti in tanti casi. In typical italian style: un amico dice ad un amico, c'è un ragazzo bravo da me, perché non lo provi nel tuo ristorante? E  poi via con la ridda di documenti, controdocumenti, consolati, questure, caf. In questo modo e solo cosí si risolvono molte situazioni. Questo perché al nord c'è un privato-sociale e organizzazioni solidaristiche che funzionano (altro che buonisti). Discorso diverso al sud, dove le istituzioni sono spesso sorde e accidiose e il privato-sociale anemico e tentato dall'ambiente "furbetto" circostante.
Prima di dire che gli enti pietisti non fanno nulla e prendono soldi, cerchiamo di distinguere. Vi saranno senz'altro dei furbacchioni ma generalizzare è una forma di ingenuo pregiudizio.
Su altre cose che scrivi, sulla necessità di rivedere il ns sistema di sviluppo sono anche d'accordo ma dovremmo anche dare l'esempio noi per primi. Altrimenti si rientra, mutatis mutandis, nella categoria "allora prendeteveli a casa vostra.
#2779
@Paul. La tua prima obiezione è talmente banale da non farti onore. I migranti con questi numeri sono un problema pubblico non privato. Altrimenti la stessa logica perché non applicarla ai vigili del fuoco, alla scuola, alla sanità, in caso di disastri ambientali. Sarebbe bello portarsi a casa terremotati e alluvionati. Ma ripeto la risposta alla tua obiezione è così triste, perché fa piazza pulita di tutto ciò che abbiamo conosciuto come welfare state. Reagen e i suoi successori hanno fatto un buon lavoro.
Personalmente non ho mai difeso le multinazionali e i poteri pubblici che sono al loro servizio. Quindi rimando l'accusa al mittente. Che l'Africa e gli africani possano prendere in mano il loro destino è auspicabile, ma che possa accadere come d'incanto è illusorio. Immagina un bambino traumatizzato per anni, violentato da suo padre, portatore di disturbi psichici a causa di queste violenze. A 18 anni gli si dice: ok ora basta lamentarti, diventa responsabile e prendi in mano il tuo destino.
Paul. Credevo di essermi spiegato in questi anni. Non credo nel progresso e non credo neppure nell'età dell'oro. La condizione dell'uomo è l'ambivalenza. Pertanto dentro le mie contraddizioni ci sto benissimo. Sono il miglior antidoto contro la violenza paranoica (Zoja). Non ho una visione partigiana o manichea  della vita e non mi piace  buttare il bambino insieme all'acqua sporca.

L'uomo è mutato eccome. Ti sembrerebbe applicabile al giorno d'oggi la pena di morte? O i riti ordalici? Il divieto di divorzio? Il divieto di esprimere la propria opinione? In Europa tutto questo è possibile ed  è  questa la sua attrattiva oltre al benessere economico.
La tecnica è un male e un bene contemporaneamente. Se non ci fosse stata la tecnica, probabilmente ora staresti zappando un terreno con un bussolotto al collo in attesa dei gabellotti che vengano a ritirarlo (il bussolotto che conteneva i soldi delle tasse). Oppure saresti stato obbligato ad.andare a messa perché chi non andava veniva preso a frustate. Se permetti preferisco questo mondo. Ci tengo alla mia schiena.
#2780
Il Gip che ha concesso la misura cautelare ha sottolineato la presenza di marchiani errori nell'impianto accusatorio ed ha già escluso che vi sia stato un tornaconto economico a favore del sindaco. Per quello che può valere questa ordinanza, visto che sarà un altro giudice a valutare sul merito. Detto questo, siamo in Calabria, Regione notoriamente in mano alla Ndrangheta che allunga i suoi tentacoli in tutta Italia e una procura si interessa di questa vicenda? C'è da strabuzzare gli occhi e affidarsi alla Divina Provvidenza.
L'azione penale è obbligatoria, per carità, ma esistono anche politiche di economia giudiziaria che ogni Procura deve o dovrebbe organizzare, visto che le risorse sono limitate, le ore di lavoro pure, la benzina costa e le intercettazioni pure.
Il sospetto è  che in questo modo si ottiene visibilità, il plauso dei politici attualmente al governo e non si rischia di dover vivere il resto dei propri giorni con una scorta.
#2781
Ciao Paul. Più che contraddizione fra morale e legge parlerei di dialettica fra di loro, mai definita, ma dinamica e condizionata dalla storia dell'uomo. Ipostatizzare la Morale come "bene" e la legge come "male", oltre ad essere errato costruisce una visione manichea del mondo. Abbiamo già vissuto storicamente una morale che giustifica delitti e una codificazione che ne legittima altri di uguale atrocità. Se c'è una moralità insita dell'uomo, ipotesi che condivido, non possiamo credere che questa moralità sia universalmente identica. È possibile, o mi piace pensarlo, che la storia dell'uomo sia anche un processo di bildung della morale. Freud distingueva in questo senso fra zivilitation (progresso tecnico) e Kultur (progresso etico-morale). Io sono piuttosto sicuro che ci sia anche questo secondo progresso, molto meno visibile del primo. Ma ho già scritto altrove che nel 500 era facilissimo morire di coltello a Roma.
Pensate a Caravaggio, pittore di fama di quella Roma, ma anche assassino e immaginate un Picasso assassino. La società delle buone maniere, a dispetto di tutti i novelli Nietzsche, è in cammino, pur dovendo scontare degli inevitabili intoppi e pur tenendo conto che ogni progresso non esclude un successivo regresso, in campo etico cosí come in campo tecnologico.
La scienza ha davvero molto da dire in campo morale, poiché la prosocialita' e l'antisocialita' sono date da un complesso gioco interattivo fra ambiente e reazioni biochimiche che possono esaltare l'una o l'altra. E con ciò non voglio deridere tutta la precedente filosofia morale che invece è preziosa proprio per comprendere la bildung morale dell'uomo.
#2782
1). L'etica non viene dall'iperuranio ma neppure dal cinismo e dalla realtà, altrimenti continuerebbero ad esserci lo schiavismo e le ordalie.
2) Sono abbastanza d'accordo, solo che noi viviamo in prossimità dei centri di potere e devono trattarci con un poco più riguardo, rispetto alla carne da cannone che vive altrove.
3) Rispetto ai giovani con barba e prestanti nullafacenti non dico nulla perché in presenza di reductio ad banalitas. Sulla reductio ad hitlerum invece hai ragione. Diciamo che è stato un lampo che mi ha attraversato la mente, e l'ho scritto.
#2783
Attualità / Re:Coraggio o temerarietà?
07 Ottobre 2018, 14:08:44 PM
Paul. Quella che ipotizzi é stata la politica economico-finanziaria italiana degli ann 70-80.
Ma in un panorama ben diverso da quello attuale.
1). Assenza di competitori globali concorrenziali giganteschi come India, Cina, e di media grandezza come Messico, Turchia.
2). Assenza di meccano/informatizzazione elevata e quindi con maggiore aumento dell'occupazione rispetto ad oggi.
3). Sempre minore incidenza nella ricerca e nella creazione di beni ad alto valore aggiunto. Per cui la svalutazione servirebbe ad esportare beni con scarso ricarico e scarso arricchimento.

Permarrebbero comunque i difetti di quella politica. Aumento del debito pubblico, fino a rischiare situazioni pseudovenezuelane (nessuno ricorda la manovra Amato nei primi anni '90, dovuta proprio ad anni di allegra svalutazione? A me tolsero un bel gruzzoletto dal c/c).
Distribuzione del reddito fra chi potrà adeguare il proprio reddito e chi invece no (salariati fissi).
#2784
Questa storia che sarebbero gli africani i responsabili della loro povertà, mi ricorda quella delle SS, che consapevolmente e maliziosamente facevano fare i bisogni agli ebrei in mezzo alle città che attraversavano per andare nei lager. Ovviamente i semplici cittadini, di fronte a quello spettacolo, senza sapere che quegli ebrei erano stati chiusi per giorni in un vagone, innorridivano e in qualche modo si convincevano dello stato di inferiorità morale degli ebrei.
Ma ammesso anche che gli africani abbiano meno strumenti culturali, non è proprio un valore etico aiutarli a migliorarsi? Non è la stessa cosa che chiediamo ai nostri partner europei (senza essere ascoltati). Questa chiusura fra le nazioni non è altro che il rispecchiamento della chiusura fra le regioni e poi fra le città e poi fra le famiglie e poi fra gli individui.
#2785
Ipazia. Sullo schiavismo che vi fosse una sovrapposizione etica/legge è abbastanza verosimile ma furono proprio i greci per primi a denunciare lo iato fra etica e legge, attraverso una delle opere più rappresentate di allora: Antigone.
Sull'aiutarli a casa loro ho già sprecato molto inchiostro digitale. In Congo vi sono le riserve di minerali nobili più alte di tutto il continente. Ovviamente tutte le potenze occidentali non fanno altro che mantenere un continuo stato di belligeranza fra clan, per ottenere quelle materie prime a prezzi stracciati.
Le grandi multinazionali estrattive pensi che aiutino le popolazioni? Quando trovano un giacimento non fanno altro che invocare l'ausilio dell'esercito per cacciare gli agricoltori e i pastori di quelle terre. Persone che andranno negli slums delle metropoli africane in attesa di morire lungo il tragitto per l'Europa. Mi dispiace Ipazia, ma questa ancora una volta é una storiella che ci raccontiamo per autoassolverci. Se davvero volessimo aiutarli basterebbe richiamare le multinazionali occidentali in occidente.
Rispetto alla fine del colonialismo, pecchi ancora una volta di ingenuità. È stata coniata una parola in proposito: neocolonialismo. Ti consiglio la lettura di un libro interessante sull'argomento: Franz Fanon, i dannati della terra.
#2786
Ipazia. Il primo periodo che scrivi non mi è chiaro. La legge come etica condivisa o come espressione di un dominio? Credo che vi sia un errore di battitura. Ad ogni modo, andando a senso, direi che condividiamo la posizione di non eccedere né in un senso (diritto positivo) né nell'altro (diritto naturale). Correggimi se sbaglio.

Sul secondo punto.Paragonare Australia, Canada, Cina all'Africa è scorretto. In Australia e Canada è avvenuto un genocidio con sostituzione dei popoli originari con wasps doc (in Australia in realtà erano wasps di seconda mano).
L' Africa, soprattutto l'Africa nera, ha subito un tipo di colonialismo diverso. I "negri" erano manodopera e non potevano essere eradicati. E' stato il luogo dove il colonialismo diretto é durato di più ed è stato più feroce. Cuore di tenebra ce ne dà un'idea realistica.
Ma anche se fossero "maleducati per predisposizione" occorre comunque fare qualcosa, anche solo per insegnargli ad essere responsabili e prendere in mano il loro destino.
Abbiamo un esempio molto vicino: il Mezzogiorno d'Italia. Non credo che senza politiche e percorsi anche economici si possano modificare costumi e culture radicate in secoli di vessazioni e di malgoverno. L'idea che un singolo, un popolo, una nazione si svegli un mattino e prenda in mano il suo destino è ingenua già in sé ed inoltre deve fronteggiare tutti coloro che sfruttano quella incapacità per i propri comodi.
L'etica serve proprio per smascherare questi misconoscimenti. :)
#2787
@Ipazia (risposta 9).
Un'etica condivisa deve tener conto delle tante confliggenti necessità di una società storica. Vero. Ma oltre un certo livello, il conflitto non può essere più mediato e amalgamato da nessuna etica. Né tanto meno da etiche universalistiche.
Sul fatto che il diritto sia sorretto da etiche altrettanto condivise, dissento. Anche l'apartheid è eticamente accettabile? La schiavitù? La pena di morte? Il divieto di divorzio? Il rogo per le streghe? La condanna a 10 anni di Gulag per aver criticato Stalin in una lettera (accaduto a Solzenyczin)?
Sono tutte regole che in un certo tempo e in un certo luogo avevano valore di legge.
@Paul (risposta 10).
Se la Morale umana è intima non può essere regolata giuridicamente. La morale inoltre ha sempre bisogno di uno spazio di confronto collettivo. Una morale individuale, esercitata nell'intimità mi sembra contraddittoria.
La scienza ha modificato la morale? Sicuramente ma non solo in peggio, anzi soprattutto in meglio, donando uno sguardo neutro a una materia densa di giudizi e pregiudizi. Sta a noi utilizzare in modo sano il messaggio scientifico e non pensarlo esclusivamente come scientismo.
@Ipazia e Paul (risposta 11 e seguenti)
Vero. Ormai le strette regole naturali, con l'avvento dell'uomo sapiens, sono saltate. Questo da almeno 10.000 anni, circa. Un problema è sicuramente la sovrapopolazione ma è un problema che si risolve distribuendo conoscenza e pace nel mondo. Se in Africa ci andiamo per depredare al fine di garantire i nostri conforts, mi sembra piuttosto ipocrita scaricare la responsabilità sulle popolazioni ancora "tribalizzate". L'etica, ogni etica, non deve accontentarsi di spiegazioni triviali.
Se vogliamo ritornare alla natura e difenderla non dovremmo noi per primi privarci di tanti gadget, piuttosto che incolpare le popolazioni del terzo mondo di fare tanti figli? Un bambino che si accontenta di cibo e capanna fa più danni all'ambiente di un elegante signore di Londra che gira in Lamborghini per 40 anni?
Il problema nasce dal fatto che l'ideologia post-moderna (Non quella moderna), vorrebbe in modo delirante convincerci che tutti possiamo girare in Lamborghini a Londra.
#2788
Attualità / Re:Coraggio o temerarietà?
06 Ottobre 2018, 16:49:45 PM
Ciao Paul. Lo "svegliatevi" oltre ad essere una reminiscenza da  testimoni di Geova è una caduta di stile.
Rispetto al tema direi che la tua ipotesi ha degli elementi di verità. Il mondo politico-finanziario non è la Caritas. Ma il problema non si risolve combattendo il fuoco con il fuoco. L'aumento del deficit comporterà solo ulteriore aumento di deficit. L'apparato pubblico dovrebbe essere accompagnato verso un miglioramento conplessivo della gestione, si dovrebbe combattere realmente la mafia e la corrutela, rendere efficienti i tribunali e gli apparati formativi, scovare i parassitismi, i molti baracconi utilizzati per gli amici degli amici. Il problema dell'Italia, detto in modo molto SINTETICO, è l'assenza di una classe borghese consapevole del proprio ruolo di classe dirigente. Fatto che si rispecchia nella esiguità dei partiti realmente laico-borghesi in ITALIA, partito repubblicano nella prima Repubblica e vari spezzoni del Pd/forza Italia nella seconda.
La ricchezza economica non si è accompagnata ad un parallelo sviluppo culturale di massa. È per questo motivo che siamo bravi nelle produzioni artigianali e ci perdiamo in quelle dai grandi numeri.
Mi aspetto questi provvedimenti dai tanti governi che si sono succeduti. Qualcosa episodicamente è stato fatto ma nessun programma a lunga scadenza , nessuna visione lungimirante. Solo battaglie e scaramucce fra primedonne, peggiorate da una incompetenza che non era mai stata raggiunta.
Parlare di coraggio allora mi sembra solo il coraggio dell'indecenza  e la storia purtroppo dirà chi ha ragione.
#2789
Attualità / Re:Coraggio o temerarietà?
06 Ottobre 2018, 15:22:59 PM
Il debito pubblico non va considerato in termini assoluti ma in termini percentuali rispetto al PIL perché è il potenziale del Pil a garantire il pagamento degli interessi.(Francia 98, Germania 64, Italia 138). Proprio per questo assume ancora più importanza l'incremento del Pil nelle proiezioni degli anni a venire.
In questo senso la posizione suicida la sta perseguendo con estrema lucidità  questo governo e gran parte degli italiani. Il blocco dell'arrivo dei migranti sta infatti aggravando il bilancio della popolazione in ITALIA, notoriamente uno dei paesi meno fecondi del mondo. Secondo una previsione letta qualche giorno fa saremo  il 17 % in meno nel 2050. Già nel 2017 siamo diminuiti complessivamente di 100.000 unità. Caso unico e gravissimo fra gli stati più importanti d'Europa.
Anche queste proiezioni demografiche incidono sulla probabilità di ripagare il debito pubblico e  di conseguenza sullo spread. Non viviamo su una bolla e la buona reputazione finanziaria si riconquista dopo anni di buon comportamento o mai, come sa ogni fallito finanziario.
#2790
Ciao Paul. La tua è un'arma spuntata. La modernità è l'epoca delle "morali". Non esiste più un'unica morale e, detto per inciso, quando esisteva un'unica morale, in nome di essa sono stati compiuti innumerevoli crimini.
Il diritto moderno piuttosto che alla morale e ai consanguinei "mores" si ispira al contratto, un patto laico fra pari, privo della sacralità dell'alleanza o del giuramento. Il diritto diventa così una semplice procedura. Il vantaggio è quello di porsi un gradino sopra le doxai dell'opinione pubblica, visto che non esiste più un'episteme condivisa. Lo svantaggio consiste in una continua perdita di legittimità perché il senso delle norme non é più dentro un significato che rimanda ad altro, Dio, il re-santo, il proletariato unito, ma al rispetto delle norme che servono per fare le norme.
Per sovrapprezzo, abolita la Morale unica, non è detto che qualche Morale unica non possa insediarsi nella legge. È sufficiente che un movimento da "morale unica" ottenga democraticamente il potere per stravolgerlo dall'interno. È già accaduto e potrebbe riaccadere.
Beninteso, sarei il primo a rallegrarmi se la legge fosse orientata da una morale, ma dalla "mia morale", e tu Paul vorresti esattamente la stessa cosa ma per una morale con qualcosa di diverso (come minimo).
Quindi una cosa buona e giusta sarebbe quella di avvicinare e amalgamare per quanto possibile le morali esistenti in una società, tenendo sempre in mente la distinzione pubblico/privato.
Ma avvicinare  e amalgamare una società significa mettere mano a politiche sociali di welfare di una portata tale da essere attualmente un sogno ed è anche per questo che il giusnaturalismo o il contratto sociale alla Rousseau (un giusnaturalismo ingegnoso) tornano di moda.