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Messaggi - sgiombo

#2776
Citazione di: Lou il 12 Aprile 2017, 20:38:14 PM
Citazione di: sgiombo il 12 Aprile 2017, 20:09:32 PM
Citazione di: Lou il 12 Aprile 2017, 09:26:15 AM

CitazioneUn realismo di tipo cartesiano con interazioni causali fra res cogitans e res extensa non é compatibile con la chiusura causale del mondo fisico: i pensieri non possono avere effetti materiali per il semplice fatto che gli effetti materiali hanno cause materiali, essendo conseguenza ben calcolabile delle leggi fisiche, compresa la fondamentale legge di conservazione della materia (massa e/o energia): se la nostra volontà (mentale) causasse i nostri movimenti (fisici), allora da qualcosa di mentale e non fisico deriverebbe un' impossibile "aggiunta di materia" (energia) al mondo fisico: non c' ghiandola pineale che tenga!|

Sostengo un "monismo del noumeno o cosa in sé - dualismo dei fenomeni" (materiali e mentali, res extensa e res cogitans) che non interagiscono fra loro ma divengono in maniera biunivocamente corrispondente, per così dire "parallelamente" su piani ontologici separati non comunicanti, reciprocamente trascendenti.

La stessa "cosa in sé o noumeno" é percepita da se stessa come pensiero (res cogitans: oggetto = soggetto di sensazioni fenomeniche), mentre é percepita in qualità di oggetto da altre diverse cose in sé soggetti di sensazione come cervello (res extensa: oggetto =/= soggetto di sensazioni fenomeniche).

Non sono d'accordo, la stessa cosa in sè è PENSATA da sé stessa come pensiero, la cosa in sé è pensiero di pensiero, la percezione non gli attiene, altrimenti non sarebbe "cosa in sé" e peraltro sarebbe conoscibile.
Sullo iato ontologico mentale/materiale,, mi serve tempo per rifletterci, ergo mi  zitto per un tot così come sulla supposta "nostra volontà" che si pone a "causa" del muovere il braccio fino ad impugnare il bicchiere con la mano e sollevarlo per portare il bicchiere alla bocca.

CitazioneE' vero (qui mi sono certamente spiegato male io).

Infatti le sensazioni sono fenomeni.

Però se esistono soggetti e oggetti delle sensazioni (che con le sensazioni non si identificano, poiché sono reali anche indipendentemente da esse, anche quando le sensazioni fenomeniche non hanno luogo), allora questi oggetti e soggetti, non essendo fenomeni, per forza devono essere cose in sé o nuomeno, pensabili e non apparenti, non percepibili sensibilmente; ma tali che ad essi corrispondono biunivocamente determinati fenomeni.

E le espressioni <<
La stessa cosa in sé o noumeno é percepita da se stessa come pensiero>> e <<é percepita in qualità di oggetto da altre diverse cose in sé soggetti di sensazione come cervello>> effettivamente sono improprie.

Il pensiero da una parte e il cervello dall' altra sono insiemi di sensazioni fenomeniche o sensazioni corrispondenti rispettivamente alla stessa cosa in sé (non percepita, contrariamente a cervello e pensiero) in quanto oggetto noumenico delle sensazioni fenomeniche del cervello da parte di un soggetto noumenico dall' oggetto stesso diverso e in quanto soggetto-oggetto noumenico delle sensazioni fenomeniche di se stesso, di un oggetto identico al soggetto.

Le sensazioni sono fenomeni, i soggetti e gli oggetti delle sensazioni sono cose in sé.
In generale se gli oggetti di sensazione (in sé: noumeno) sono diversi dai soggetti (in sé: noumeno), allora nelle esperienze cosienti di questi ultimi appaiono sensazioni fenomeniche materiali; se invece gli oggetti (in sé: noumeno) di sensazioni si dentificano con i soggetti (in sé: noumeno) stessi, allora nelle loro esperinze esperienze coscienti appaiono sensazioni fenomeniche mentali.
E in particolare la stessa cosa in sé cui corrisponde un' esperienza fenomenica cosciente di cui é il soggetto": allorché é (anche) oggetto di sensazione da parte di se stesso (oggetto identificantesi riflessivamente con il soggetto), allora nell' ambito della sua esperienza cosciente appaiono le sensazioni fenomeniche dei suoi pensieri; invece allorché é oggetto di sensazione da parte di un altro diverso soggetto (oggetto diverso dal soggetto di sensazione), allora nell' ambito dell' esperienza fenomenica cosciente di quest' ultimo appare il cervello.
#2777
Citazione di: Lou il 12 Aprile 2017, 09:26:15 AM
Citazione di: sgiombo il 11 Aprile 2017, 21:06:26 PM
Purtroppo non mi sono spiegato.

Per me il cervello e il conseguente comportamento animale e umano, che sono enti ed eventi in ultima analisi materiali-naturali, sono perfettamente riducibili al resto della biologia e, come questo, alla fisica-chimica.
E invece la coscienza (umana e animale) è un' altra cosa, non materiale, e dunque non è riducibile alla materia in generale (studiata dalla fisica): per essa non si pone nemmeno il problema riduzionismo/emergenza.
La coscienza certamente non può darsi senza un cervello, ma non è il cervello; infatti il cervello è parte della coscienza, si trova nella coscienza (di chi lo osserva, la quale comprende fenomeni materiali, fra i quali appunto i cervelli, e fenomeni mentali o di pensiero) e non viceversa: la coscienza non fa parte del cervello, non si trova nel cervello, nel quale si trovano invece solo neuroni e altre cellule, assoni, sinapsi, ecc., perfettamente riducibili a particelle/onde subatomiche, campi di forza, ecc.: ben altre cose!
Probabile sia io a non aver capito la spiegazione.

Una domanda, affermi implicitamente un dualismo di matrice cartesiana tra res extensa e res cogitans?
CitazioneUn realismo di tipo cartesiano con interazioni causali fra res cogitans e res extensa non é compatibile con la chiusura causale del mondo fisico: i pensieri non possono avere effetti materiali per il semplice fatto che gli effetti materiali hanno cause materiali, essendo conseguenza ben calcolabile delle leggi fisiche, compresa la fondamentale legge di conservazione della materia (massa e/o energia): se la nostra volontà (mentale) causasse i nostri movimenti (fisici), allora da qualcosa di mentale e non fisico deriverebbe un' impossibile "aggiunta di materia" (energia) al mondo fisico: non c' ghiandola pineale che tenga!|

Sostengo un "monismo del noumeno o cosa in sé - dualismo dei fenomeni" (materiali e mentali, res extensa e res cogitans) che non interagiscono fra loro ma divengono in maniera biunivocamente corrispondente, per così dire "parallelamente" su piani ontologici separati non comunicanti, reciprocamente trascendenti.

La stessa "cosa in sé o noumeno" é percepita da se stessa come pensiero (res cogitans: oggetto = soggetto di sensazioni fenomeniche), mentre é percepita in qualità di oggetto da altre diverse cose in sé soggetti di sensazione come cervello (res extensa: oggetto =/= soggetto di sensazioni fenomeniche).

#2778
Attualità / Re:EFFETTO BOOMERANG
12 Aprile 2017, 19:44:49 PM
Troppo facile: la banda (anzi,: il clan familistico) dei fiorentini).
#2779
Presentazione nuovi iscritti / Re:Salve..
12 Aprile 2017, 07:47:01 AM
Citazione di: cvc il 11 Aprile 2017, 14:48:08 PM
Citazione di: acquario69 il 11 Aprile 2017, 14:10:17 PM
CitazioneLo sai perchè non pratichiamo la virtù? perchè pensiamo di non esserne capaci. Anzi, la realtà è ben differente: amiamo i nostri vizi, perciò li perdoniamo e preferiamo scusarcene che correggerli. La natura ci ha dato forze sufficienti se sappiamo servircene, se sappiamo chiamare a raccolta le nostre forze per volgerle a nostra difesa, e non contro di noi. Il non volere è il vero motivo, non potere è un pretesto


si ma sappiamo ancora cose' la natura?
sappiamo ancora sentirci parte integrante?

se invece non e' più cosi (basta vedere ad esempio come ci sta riducendo la tecnologia) allora più semplicemente vuol dire che siamo alieniati..e percio alieni a tutto
Su cosa sia la natura mi pare siano già stati spesi fiumi di parole senza trovare soluzione. Io la penso come gli antichi, come gli stoici: la natura è la ragione. Non parlo di omo oeconomicus, ma di uomo in quanto essere dotato di facoltà razionale, di logos, di questa inclinazione da poter sviluppare e realizzarsi grazie ad essa.  Non dal punto di vista di un calcolo preciso e strettamente funzionale ed utilitaristico, ma riguardo alla possibilità di filtrare la materia grezza fornita dai sensi, dagli impulsi, per sublimarla con il logos
CitazioneMi associo queste considerazioni e (malgrado la loro incompatibilità col suo nomignolo) al benvenuto ad Alessandro "Ingordigia".
#2780
Citazione di: Lou il 11 Aprile 2017, 11:11:35 AM
@sgiombo
"[...] Bisogna compiere una sorta di rivoluzione copernicana, rendendosi conto che invece sono i cervelli ad essere nelle coscienze di chi (direttamente o indirettamente, attualmente o per lo meno potenzialmente) li esperisce ed eventualmente li osserva (nell' ambito della propria esperienza cosciente; accanto agli altri oggetti materiali ed agli oggetti mentali e di pensiero)."

Se ho capito bene la frase in grassetto che mi pare essere il cuore della rivoluzione copernicana tratteggiata, che la coscienza ( evento emergente ) non può essere capita partendo dagli elementi, dai costituenti e le loro interazioni che compongono il cervello ( da cui emerge ), ma è partendo dalla coscienza che è possibile capire gli elementi, i costituenti e le loro interazioni che compongono il cervello a cui essa stessa è irriducibile, concordo.
CitazionePurtroppo non mi sono spiegato.

Per me il cervello e il conseguente comportamento animale e umano, che sono enti ed eventi in ultima analisi materiali-naturali, sono perfettamente riducibili al resto della biologia e, come questo, alla fisica-chimica.
E invece la coscienza (umana e animale) è un' altra cosa, non materiale, e dunque non è riducibile alla materia in generale (studiata dalla fisica): per essa non si pone nemmeno il problema riduzionismo/emergenza.
La coscienza certamente non può darsi senza un cervello, ma non è il cervello; infatti il cervello è parte della coscienza, si trova nella coscienza (di chi lo osserva, la quale comprende fenomeni materiali, fra i quali appunto i cervelli, e fenomeni mentali o di pensiero) e non viceversa: la coscienza non fa parte del cervello, non si trova nel cervello, nel quale si trovano invece solo neuroni e altre cellule, assoni, sinapsi, ecc., perfettamente riducibili a particelle/onde subatomiche, campi di forza, ecc.: ben altre cose!
Citazone (Apeiron):
@sgiombo, 

per me la coscienza è irriducibile proprio perchè allo stesso modo la "possibilità di costruire triangoli" non è una prorpietà della retta. Ergo l'emergentismo (che è riduzionismo!) non è altro che una storia che ci raccontiamo perchè abbiamo l'istinto di "vedere connessioni e storie" anche dove non ce ne sono 
CitazioneBeh, normalmente per "emergentismo" e "riduzionismo" si intendono due opposte e reciprocamente incompatibili interpretazioni teoriche della realtà (per lo meno fisica - materiale).
Per il primo esistono diversi livelli della realtà, dei quali i più complessi o "superiori" non sono deducibili nemmeno in linea di principio dagli immediatamente meno complessi o "immediatamente inferiori;" per il secondo invece in linea teorica o di principio lo sono.
Personalmente sono un riduzionista per tutto quanto é fisico - materiale, dalla materia inorganica (studiata dalla fisica e dalla chimica*) a quella vivente (studiata dalla biologia) al comportamento animale e umano e al funzionamento del cervello che ne é l' organo principale).
Ritengo che invece la coscienza non sia riducibile alla materia, i quanto non é la coscienza ad essere parte della materia, bensì la materia (oltre alla mente, al pensiero) ad essere parte della coscienza.
 
*In particolare su questo non sono affatto d' accordo con quanto affermato in un intervento successivo da @ Lou: per me la cellula é perfettamente riducibile alle molecole che ne costituiscono le membrane e gli organuli).
#2781
Citazione di: Lou il 10 Aprile 2017, 17:34:19 PM
Con ciò non intendo dire che è nella particella subatomica che si riscontra una proprietà emergente quale la coscienza ( e francamente non ritengo che il riduzionismo si riduca a questo ), o che la coscienza, sia riducibile a particella subatomica, ad esempio, ma che senza particelle subatomiche, atomiche ( e tutto lo scibile di oggetti particellari e loro interazioni che la scienza studia, ma, andando indietro - che senza un substrato materiale (( e qui mi ritrovo assai antiriduzionista, poichè ritengo essere la coscienza a operare la distinzione tra materiale/immateriale, distinzione che...la presuppone)), penso a Democrito, Epicuro e Lucrezio ) possa darsi un livello in cui tali proprietà possano darsi, cosa che mi pare, se non ho capito male, non neghi.
CitazioneSono d' accordo.

Senza particelle subatomiche, atomiche (e tutto lo scibile di oggetti particellari e loro interazioni che la scienza studia) non c' é coscienza, ma la coscienza non é riducibile alle particelle subatomiche, atomiche (e tutto lo scibile di oggetti particellari e loro interazioni che la scienza studia): a queste "cose" é invece perfettamente riducibile il cervello, che con il suo funzionamento regola il comportamento animale (e in particolare umano) nell' ambiente naturale.
Ma la coscienza che necessariamente accompagna il funzionamento dei cervelli e i comportamenti animali é "altra cosa" del funzionamento di un cervello.
Gli altri cervelli oltre al "proprio" o almeno parte di essi potrebbero teoricamente funzionale senza che a ciascuno di essi coesistesse in corrispondenza biunivoca un' esperienza cosciente (che infatti vi ammettiamo coesistere necessariamente senza poterlo in alcun modo dimostrare e men che meno constatare; infatti in quanto caso si tratterebbe inevitabilmente di "contenuti" della "nostra propria" di coscienza"), e non ce ne potremmo accorgere in alcun modo.

Per comprendere i rapporti mente/cervello (o coscienza/materia) é necessario superare il diffusissimo pregiudizio (quasi da senso comune) per il quale la coscienza sarebbe nel cervello, nel quale invece ci sono solo neuroni e altre cellule con le loro membrane, i loro assoni e le loro sinapsi, con i loro eventi neurofisiologici: trasmissioni di potenziali d' azione lungo fasci di assoni, eccitazioni e/o inibizioni trans-sinaptiche, ecc.; perfettamente riducibili a
particelle subatomiche, atomiche (e tutto lo scibile di oggetti particellari e loro interazioni che la scienza studia): nient' altro!

Per esempio ciò che necessariamente accade nel mio cervello mentre sto vedendo un arcobaleno o un coloratissimo albero fiorito oppure mentre sto ragionando sulla dimostrazione di un  teorema geometrico o provando un desiderio o un sentimento, e che chiunque in linea di principio potrebbe verificare (nell' ambito della propria esperienza cosciente, diversa dalla mia) é indubbiamente qualcosa di molto diverso da tali miei contenuti fenomenici di coscienza coi quali pure non può non coesistere (e viceversa).

Bisogna compiere una sorta di rivoluzione copernicana, rendendosi conto che invece sono i cervelli ad essere nelle coscienze di chi (direttamente o indirettamente, attualmente o per lo meno potenzialmente) li esperisce ed eventualmente li osserva (nell' ambito della propria esperienza cosciente; accanto agli altri oggetti materiali ed agli oggetti mentali e di pensiero).
#2782
Citazione di: lorenzo il 10 Aprile 2017, 11:07:17 AM
Jean ci chiede: "cosa fareste dell'arto amputato?"
Risposta: si mette la sera sotto una campana di vetro e la mattina ci si trova un soldino. :)
Ma è forse più interessante la questione richiamata nel titolo (la nave di Teseo), la quale rinvia al problema della distinzione aristotelica tra forma e materia.
Cito da ENIGMI DELL'ANIMA di Rudolf Steiner precisamente a pag. 53, Dell'astrattezza dei concetti tratto dal sitohttp://digilander.libero.it/VNereo/R_Steiner-Enigmi-dell-anima.pdf
Citazione L'uomo si forma concetti sulla realtà sensibile. Per la teoria della conoscenza sorge il problema di come ciò che l'uomo ritiene nella sua anima come concetto di un'entità reale, o di un avvenimento, si rapporti a quell'entità reale, a quell'avvenimento. Il concetto di lupo che porto in me ha qualche rapporto con una realtà, o è semplicemente uno schema creato dalla mia anima, schema che mi sono formato nella misura in cui prescindo (astraggo) da ciò che è peculiare di questo o di quel lupo, ma a cui non corrisponde nulla nel mondo reale? Questo problema fu ampliamente esaminato nella disputa medioevale tra nominalisti e realisti. Per i nominalisti nel lupo sono reali solo le sostanze visibili presenti in esso in quanto singolo individuo: la carne, il sangue, le ossa, e così via. Il concetto "lupo" è "semplicemente" un riepilogo mentale delle caratteristiche comuni ai diversi lupi. Il realista replica: ogni sostanza che si trovi nel singolo lupo si incontra anche in altri animali. Ci deve essere qualcosa che ordina la materia nella connessione vivente in cui essa si trova nel lupo. Questa realtà ordinatrice è data attraverso il concetto.
Si dovrà ora ammettere che Vincenz Knauer (1828-1894, filosofo) l'eminente conoscitore di Aristotele e della filosofia medioevale, nel suo libro "Die Hauptprobleme der Philosophie" (Wien 1892), nella trattazione della teoria aristotelica della conoscenza (pag. 137) dice qualcosa di eccellente con le parole: "Ad esempio il lupo non è composto di alcun altro elemento materiale che di agnello; la sua corporeità materiale si forma da carne d'agnello assimilata; ma il lupo non diventa agnello, anche se per tutta la vita non mangia altro che agnelli. "Ciò che quindi fa di lui un lupo dev'essere ovviamente qualcos'altro della Hyle, la materia sensibile, e invero non deve e non può essere alcuna entità ideale, sebbene sia accessibile solo al pensiero, non al senso, ma qualcosa di operante, quindi di reale, molto reale". Ma nel senso di un esame puramente antropologico, come si può arrivare alla realtà a cui si accenna qui? Quanto è comunicato all'anima dai sensi non da' il concetto "lupo".
Buona setimana a tutti.

CitazioneCiò che fa di un lupo (di ciascun lupo particolare-concreto) un lupo (fra gli altri; e non una pecora) non é il concetto generale-astratto di "lupo", pensabile (e di fatto pensato) da parte dell' uomo, distinguendo ciò che é comune a tutti i lupi particolari-concreti osservati e lo sarebbe anche a eventuali ulteriori lupi particolari-concreti osservabili in futuro da ciò che é proprio solamente di parte di essi, cioé (almeno relativamente) particolare-concreto; infatti di lupi particolari-concreti con le loro caratteristiche generali-teoricamente astraibili ce n' erano anche prima che l' uomo attuale (sapiens) inventasse il linguaggio e probabilmente anche prima che comparissero le specie umane capaci di astrazione (o pensiero astratto, sia pure in forme primitive "pre-linguistiche").

Ciò che fa di un lupo un lupo e non un agnello é qualcosa di molto materiale: le interazioni chimiche (metaboliche) fra il suo genoma (diverso da quelli delle altre specie) e l' ambiente (intra- ed extracellulare).
#2783
Tematiche Filosofiche / Re:Al di là dell'aldilà
10 Aprile 2017, 08:39:56 AM
CitazioneBeh, i miei due interlocutori preferiti del forum sono sempre grandi!

Concordo e mi associo: l' autocritica, il saper ammettere i propri errori e limiti é una gran virtù, oltre che una conditio sine qua non per migliorare.
E poiché tutti si sbaglia é una gran cosa anche saper perdonare gli altri!
#2784
Tematiche Filosofiche / Re:NAVIGARE NEL TEMPO
09 Aprile 2017, 20:54:19 PM
Citazione di: Eutidemo il 09 Aprile 2017, 19:52:36 PM

Caro Sgiombo,
se lo stesso Seneca  si concedeva di concludere molte delle sue lettere (a Lucilio), con delle bellissime citazioni di Epicuro, non vedo perchè anche tu non dovresti concederti di essere "un po' epicureo e un po' stoico".
In fondo non è "edonismo", bensì soltanto sano "eudemonismo"; che è una cosa un po' diversa! ;)
Circa la vecchiaia, peraltro, non è tanto un problema in se stessa (sebbene Terenzio dicesse che  "senectus ipsa morbus est "), quanto che, per parafrasare un po' "Goodbye Ruby Tuesday": "There is'nt no more much time to catch our dreams... before they slip away forever. Dying all the time, lose your dreams, and you will lose your mind!  AIN'T LIFE UNKIND? " :(
Si capisce che sono vecchio, dalle citazioni che faccio! :)
Noi pensiamo di morire il giorno della dipartita, mentre, in effetti, un po' di noi muore ogni giorno e viene sepolto nel passato senza possibilità di ritorno; allo stesso modo in cui una candela si accorcia sempre di più, diventando un moccolo che alla fine si spegne definitivamente... quando ormai della candela non è già  rimasto più niente.
Ma, quando si spegne, ci ruba solo l'ultimo istante; tutti gli altri li avevamo già persi da prima.
Erano già morti!
CitazioneMi sembra, se non ricordo male (ricordavo bene però che pur definendosi stoico ha sempre molto ammirato e citato ad esempio da seguire pure Epicuro), che anche questo sia Seneca.


#2785
Tematiche Filosofiche / Re:NAVIGARE NEL TEMPO
09 Aprile 2017, 18:50:38 PM
Citazione di: Eutidemo il 09 Aprile 2017, 18:28:32 PM
Citazione di: Lou il 09 Aprile 2017, 18:22:29 PM
Citazione di: myfriend il 09 Aprile 2017, 12:43:55 PM
@Lou

E' proprio questa la tragedia.
Il "momento presente" è così sfuggevole che.....nemmeno riusciamo a gustarcelo.  :D
Cioè...appena cerchiamo di afferrarlo esso ci sfugge via.
E' un po' come cercare di stringere l'acqua in un pugno. Sfugge via.

E' la nostra tragedia.
Viviamo realmente solo il "momento presente" ma non riusciamo ad afferrarlo e a gustarcelo. Esso ci sfugge via continuamente.  :'(
Ma d'altro canto non può che ritornare incessantemente, puoi vederla anche così: il ripetersi continuo dell'opportunità. :)

Ritornare?
Magari potesse ritornare la gioventù,
ma, putroppo, non ritornerà MAI PIU'!
:'(  :'(  :'(
CitazioneDa vecchio pure io, sottoscrivo in pieno!

Ma (dico da "epicureo un po' stoico"; e vabbè, concedetemelo!) ci si può anche accontentare e vivere una vecchiaia felice (relativamente, limitatamente, com' é ovvio).

...almeno spero!
#2786
Tematiche Filosofiche / Re:NAVIGARE NEL TEMPO
09 Aprile 2017, 18:47:17 PM
Citazione di: Eutidemo il 09 Aprile 2017, 16:09:35 PM
Citazione di: myfriend il 09 Aprile 2017, 12:43:55 PM
@Lou

E' proprio questa la tragedia.
Il "momento presente" è così sfuggevole che.....nemmeno riusciamo a gustarcelo.  :D
Cioè...appena cerchiamo di afferrarlo esso ci sfugge via.
E' un po' come cercare di stringere l'acqua in un pugno. Sfugge via.

E' la nostra tragedia.
Viviamo realmente solo il "momento presente" ma non riusciamo ad afferrarlo e a gustarcelo. Esso ci sfugge via continuamente.  :'(

ESSI'...hai proprio ragione :'(
CitazioneE' vero (letteralmente).

Però non esageriamo col pessimismo: si possono anche godere meravigliosi istanti e perfino periodi di tempo di più o meno duratura beatitudine (relativa, limitata, non paradisiaca, ovviamente) e soddisfazione.
#2787
Tematiche Filosofiche / Re:Sapere e conoscenza
09 Aprile 2017, 18:43:30 PM
Secondo me ciò che distingue la vera conoscenza da un sapere meramente "nozionistico"*, una reale cultura dalla semplice e in fondo banale erudizione, é il senso critico, l' intelligente capacità di sottoporre al dubbio e all' autonoma riflessione (non per rifiutarla ad ogni costo, ovviamente, ma per eventualmente accoglierla oppure respingerla comunque a ragion veduta) qualsiasi verità data per scontata, da parte di qualsiasi "autorità" sia proposta (in generale ...e in particolare dai premi Nobel per la fisica, e chi ha orecchie per intendere intenda).

___________________
* Aggettivo che, brandito a mo' di clava da pessimi parassiti, ignoranti, incapaci, presuntuosi alla caccia forsennata di privilegi personali "intorno al '68" del secolo scorso ha fatto molti danni, ma non per questo non ha un suo significato utile a intendersi circa il problema erudizione-autentica cultura).
#2788
Citazione di: myfriend il 09 Aprile 2017, 17:47:13 PM
@sgiombo

Il cambiamento è sicuramente in meglio.
Si sta imparando a pensare in modo olistico.
Si considera la scienza un'ottima alleata nel percorso di crescita spirituale. E' finita la contrapposizione o la mutua esclusione tra scienza e spiritualità, ma le due discipline si completano a vicenda.
Si considerano le religioni per la loro "sostanza" e non per la loro "forma".
Si è imparato come funziona la mente e quali sono i trucchi che la mente crea per resistere al cambiamento (le fedi).
Si comincia a guardare la Realtà con gli occhi della Consapevolezza e non con gli occhi biologici.
Si comincia a comprendere che gli esseri umani sono modelli di energia distinti ma non separati. Siamo scintille distinte di uno stesso fuoco. E questo elimina la contrapposizione ideologica creata dalle nostre fedi.
Si comincia a comprendere che la Realtà vera è un'altra cosa rispetto a quello che l'uomo ha sempre pensato.
Si comincia a comprendere che siamo tutti manifestazioni distinte di una stessa mente e quindi siamo figli di una stessa fonte Cosmica.
Si comincia a comprendere che il male esiste e va combattuto. Ma è figlio dell'inconsapevolezza.
Si comincia a comprendere che solo un percorso personale di crescita spirituale che porti alla Consapevolezza, può cambiare radicalmente il nostro modo di essere, di pensare e di vivere nel mondo e può, così, salvare il mondo.

La nostra inconsapevolezza è TOTALE.
Per secoli l'umanità si è divisa sulle fedi o sull'accesso alle risorse. Per secoli l'umanità ha vissuto guerre e conflitti per questi motivi.
E noi ora siamo giunti davanti all'abisso.
La nostra inconsapevolezza non ci fa vedere l'abisso che si sta aprendo davanti a noi.
La minaccia incombente non è il Giudizio di dio.
Non sono asteroidi e meteoriti.
Non sono gli alieni.
L'umanità tiene la testa sotto la sabbia della sua inconsapevolezza e delle sue "fedi", e non vede la vera e grande minaccia che abbiamo davanti a noi e che rischia di portare all'estinzione dell'homo sapiens.
E questa minaccia si chiama "crescita demografica".
Siamo in 7 miliardi. Nel 2050 saremo (saranno) 9 o 10 miliardi.
Andando avanti di questo passo, entro il 2100 l'umanità "collasserà" e il pianeta con essa.

Se non cominciamo fin da ora a "cambiare modo di essere e di pensare", il destino dell'umanità è segnato. Entro la fine di questo secolo, l'umanità deflagherà in un conflitto mondiale apocalittico che, molto probabilmente, l'umanità e lo stesso pianeta non saranno in grado di superare.

Per cui te lo confermo.
Se non percepisci il cambiamento è perchè non fai parte del cambiamento.  ;)
CitazioneTi ringrazio per il benevolo e intrinsecamente lodevole interessamento alla mia persona, ma lascio volentieri a te e ai tuoi seguaci queste considerazioni sostanzialmente irrazionalistiche, sia pure in parte vere (nessuno é perfetto, nemmeno in negativo!).

Fine delle risposte da parte mia (non risponderò inutilmente alla tua prevedibilissima iterazione dei tuoi apodittici proclami, senza che -sia chiaro!- ciò significhi che, almeno in questo caso, "chi tace acconsente").
#2789
Stati a stragrande maggioranza islamica perfettamente laici (senza nulla da da invidiare a nessuno dei nostri occidentali - più o meno prevalentemente "cristiani" e dichiaratamente laici- in quanto, per esempio, a emancipazione femminile) ce ne sono stati anche di recente (per esempio l' Iraq, la Libia, la Siria, lo Yemen Meridionale).
...Peccato che siano stati distrutti appena possibile (e nella maggioranza dei casi purtroppo lo é stato) nei modi più turpemente e disumanamente terroristici (salvo per ora e spero per sempre la Siria, grazie all' aiuto russo contro l' imperialismo occidentale) proprio dai "nostri" pretesi "laicissimi" (ma solo "in casa propria") governi imperialistici occidentali; che vi hanno installato i loro (=del' imperialismo occidentale!) fantocci fanatici, integralisti, intolleranti, (oltre che fascisti e terroristi), ecc.

Com' é vero che, come diceva Marx, il capitalismo, che nell' occidente sviluppato "metropolitano" se ne va pavoneggiandosi, vestito (o per meglio dire: mascherato) di tutto punto secondo l' impeccabile moda dettata dagli stilisti milanesi (il buon Karl si esprimeva con parole diverse a Londra nell' '800, ma la sostanza della sua icastica osservazione é proprio questa), invece nelle colonie (e oggi "neocolonie")  si mostra completamente ignudo in tutta la sua vergognosa barbarie, ferocia, disumanità e anche intolleranza tutt' altro che "laica"!
#2790
Citazione di: myfriend il 09 Aprile 2017, 11:38:46 AM
Citazione di: sgiombo il 09 Aprile 2017, 10:00:49 AM
Caro Myfriend, mi sono sorbito tutta la lezioncina e devo dire che a qualcosa mi é servita: a capite che tu altri non sei che il conferenziere (Piergirgio Caselli): stessa citazione estrapolata e probabilmente "stiracchiata" e mal interpretata di un premio Nobel presentata come "verità rivelata indiscutibile" in base all' autorità dell' autore, stesso stile enfatico e apodittico dell' argomentazione (o meglio: esposizione).

Chiedo scusa per essere andato "off topic" (e spero di non aver violato le regole del forum al punto di meritare sanzioni dai moderatori; o per lo meno di averne meritate di non irrimediabili; se necessario sono disposto a cancellare questo intervento e chiedere venia).
:D
Mi sembri un complottista.  :D

Non ho nulla a che vedere con il buon Caselli.
Semplicemente queste sono idee che si stanno diffondendo. Lentamente la "consapevolezza" si allarga. Sta nascendo e si sta diffondendo un modo diverso di concepire la Realtà, se stessi e se stessi in relazione alla Realtà.
"L'unico vero potere che abbiamo è cambiare noi stessi".
Sarà un processo lungo come lo è ogni processo evolutivo.
Tutto sta cambiando. Tutto si sta evolvendo.
E se non te ne sei accorto è semplicemente perchè non fai parte del cambiamento.
CitazioneA parte il fatto che un "cambiamento" non é necessariamente "in meglio" (può benissimo essere anche "in peggio"), e anzi proprio per questo, ne sono ben contento (di non far parte di questo peraltro persunto "cambiamento")!

(E resto convinto che tu sei P. G.).