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Messaggi - green demetr

#2776
Citazione di: maral il 17 Maggio 2017, 12:52:10 PM
CitazioneSe io parto dal periferico mi devo trovare un controllo linguistico, che faccia attenzione a che non voglia far diventare centrale quel periferico.
Un controllo che mi ricordi ovvero che sono il soggetto parlante. che il racconto fatto sono io e NON DIO.
Un vero e proprio controllo grammaticale.
Sì, in questi termini sono d'accordo: il soggetto parlante deve tener presente di essere periferico e dunque le gerarchie che il suo parlare inevitabilmente stabilisce sono solo gerarchie di periferia, relative alla periferia da cui parla in cui si trova decentrata e solo mantenendosi decentrato può parlare.
Qui mi pare però che la considerazione di Carrera che dice che il centro è solo un particolare caso di periferia valga proprio in questo senso, tenendo presente che anche questa considerazione (proprio come le nostre) resta in periferia.
E' interessante comunque pensare che la grammatica possa istituire il controllo sulla tendenza alla centralità: la grammatica esprime la regola per costruire la coerenza interna del discorso (di un pensare che si apre a una condivisione), è la tecnica volta all'espressione corretta prima del significare, affinché si possa venire a significare rendendo comprensibile il discorso l'uno all'altro, nel dialogo tra le proprie periferie.

Tenterò comunque di rispondere alla tua domanda su Nietzsche nel 3d dedicato.

In quel caso al prof. Carrera vanno tutte le mie scuse.

In tanto è nel paniere. Chissà che non dia degli spunti interessanti allora  ;)

Siamo tornati molto vicini Maral, sono molto contento.  :)
#2777
x maral e altri fratellastri del forum

Ah ora mi è chiaro!

Credo che la nostra maggiore divergenza era in realtà una incomprensione dei termini usati. Forse.

Prova a reintenderlo così secondo il mio linguaggio.

Non è che la questine è del gerachico, ma è quanto della guerra (intellettuale per me, ma è inutile negare che lo era anche fisica in Nietzche).

Nel momento che porto guerra al Nemico egli era prima una amico, sennò non può essere il grande Nemico, che ogni filosofo sogna di incontrare.

Ma perchè uno si chiede?
Non cadremmo così nel gerarchico?

E' vero ne sono molto consapevole.

Ma se noi estremizziamo il concetto di potenza, quel gerarchico sarà di nuovo combattuto da altri amici/nemici, fino ad arrivare allo stato di guerra permanente.

Questa intuizione Nicciana porta a mio parere a dei distinguo.


Se uno scontro porta ad una gerarchia, e cioè ad uno stallo, noi avrmo una verità ad esso sottesa.

Ma per Nietzhce non esiste la verità ma solo la menzogna.

La menzogna è quella del soggetto che tende a piegarsi su se stesso, fino a scordare di essere sempre in movimento, necessitato a essere sempre messo in discussione.

Diventare quelli che si è significa, diventare SEMPRE altro.

Vuol dire passare da una gerarchia all'altra se proprio vogliamo.
(da un valore all'altro).

Ma io Maral intendo la gerarchia invece con quel sistema dovuto al linguaggio paranoico, che ritiene che il soggetto sia morto, sia sepolto, incapace di re-inventarsi, un soggetto a-storico, un morto vivente.

La gerarchia che intendo è quella statica.

Per questo non capivo cosa intendevi. Forse.

Dico "forse" perchè tu parli di paradosso, ma in fin dei conti la continua trasvalutazione di tutti i valori, o di tutte le gerarchie, non è invece conseguentemente la FALSIFICAZIONE continua  di cui parla nel 617.
Che mi parrebbe autentico, perchè torna con il Nietzche di UTU.

A riprova che in Nietzche vi è una coerenza di fondo, che nessun filosofo ha mai osato avere.

Conseguenza non paradosso.

Se vogliamo intendere la paralisi di Nitzche non come una evoluzione di una malattia, ma come un processo psicologico del sogetto.
A mio parere dovremmo invece pensarlo non come una conseguenza, ma al massimo come un paradosso.
Non nascondo che c'è la possibilità che da qualche parte nel suo ragionamento, sia caduto del processo paranoico, che poi si è psicotizzato.
(la psicosi è evidente negli scritti).

Questa da parte mia è tutta da scoprire.

Certo potrei benissimo concordare che il progetto era davvero ambizioso, e che sia crollato psichicamente: nel tentativo di stare sulle cime, è sprofondato nell'abisso.

Ma non mi torna per 2 ragioni.


1. La prima è che se avesse avuto un crollo nervoso, sarebbe dovuto passare ad una fase di depressione. A me pare, e sottolineo pare, non avendo ancora i materiali completamente sotto controllo, che invece lui passa dalla fase diciamo così illuminata che confluisce nella gaia scienza, ai biglietti della follia, come se fosse un flusso ininterrotto.
E' anche la cosa, che mette in dubbio se fosse malato o meno.
Persino nei biglietti della follia la grandezza di Nietzche è ancora evidente.
Io ritengo insomma che abbia guardato qualcosa nell'abisso, che noi umani mediocri non abbiamo ancora inteso. O che sia rimasto vittima di uno dei discorsi che la psicanalisi ha scoperto (paranoia, ossessione, schizofrenia, isteria).

Non potevano essere certo i primi 3 discorsi, i quali li padroneggiava, in una maniera tale, che mi si gela il sangue nelle vene. (e per cui nessuno che è dentro quei discorsi capisce niente).

Temo sia l'isteria. (il più tabuico tra i discorsi).
Sia perchè è veramente difficile districarsi nei suoi discorsi. (vedi alla voce psichiatria che l'ha depennata PERSINO COME MALATTIA).
Sia perchè lui non ne parla affatto. Dovremmo ricavarla dal suo discorso sul femminile. (qualcosa nei post precedenti ho già scritto mi sembra).

Per quel che mi riguarda (essendo in una società paranoica) controllo tantissimo il discorso paranoico in Nietzche.
Anche perchè lui è l'unico che ci può portare davvero fuori.

Ho appena ripreso UTU.

Ne riporto a mò di assaggio come intendo la cosa, poi ne aprirò 3d.


cit UTU prefazione mondadori.
"1.I miei scritti sono stati definiti
una scuola del sospetto.
2. ma fortunatamente anche del coraggio,
anzi dell'audacia."

Significa automaticamente anche rispetto a quello che dicevamo prima Maral.

Sospettare che siamo dentro un sistema paranoico (gerarchico) che sottende delle verità FALSE.

Sul forum c'è anche il 3d sul DUBBIO (vedere)

Sospettare e avere il coraggio di affrontarle (è qui che Nietzche rimane veramente solo, non conosco filosofi coraggiosi): rimane solo subito per dirla chiara.
E quando sei solo devi combattere la psicosi.
Parlare della paranoia, significa essere inghiottiti dalla paranoia.(primo abisso)

cit UTU prefazione mondadori.
"3.per dirla in termini teologici, come accusatore e
nemico di Dio."

Dio è il sistema metafisico classico. E' il discorso paranoico per eccellenza.
E' il discorso teologico-politico. (Schmitt)


cit UTU prefazione mondadori.
"4.qualcosa dei brividi e delle paure dell'isolamento cui è condannato
chiunque sia affetto da una assoluta diversità di sguardo."

Accusare Dio significa avere il brivido dell'esplorazione di nuove carte topologiche, e insieme significa evocare una paura ancenstrale, quale quella dei primi uomini di fronte al fulmine.
Significa risvegliare il terrore filosofico originario.
Partire dall'assoluta divergenza di sguardo.
La scelta di guardare il lampo e non di rifugiarsi nella caverna.

cit UTU prefazione mondadori.
"5. sI capirà anche quanto
spesso io, per riposarmi di me stesso, quasi per dimenticare anche solo brevemente
me stesso, abbia cercato un rifugio qualunque — in una qualche ammirazione, o
ostilità, o scientificità o leggerezza o stupidità; e anche perché io, quando non
trovavo ciò di cui avevo bisogno, dovessi per forza procurarmelo artificialmente,
falsificandolo, inventandolo (e che altro hanno fatto mai i poeti? e a che scopo
esisterebbe un'arte nel mondo?)."

La cosa che mi ha sempre stupito di Nietzche è che smaschera subito quello che facciamo tutti, ma proprio tutti: LA FUGA da se stessi.
La capacità di controllo di quello che è per tutti la vita quotidiana.
Lo smascharamento del discorso della paranoia: LA FUGA. Andare nella direzione opposta della vita, essere morti viventi.

(ecco nei miei ventanni, chiusi il libro....era troppo, veramente troppo. Umano troppo Umano)

Nietzche sapeva di stare dentro a questo meccanismo, (credo che come a ventanno non mi sono accorto di questo passaggio, nemmeno gli interpreti lo abbiano notato.
Eppure è scritto subito, lui sta dicendo, sta ammettendo sono paranoico anch'io.
(voglio proprio vedere chi altro lo abbia mai fatto!).

Chiede perdono se ogni tanto fugge....Saremmo noi a dovergli chiedere scusa del fatto che fuggiamo sempre!!

cit UTU prefazione mondadori.
"6. Ma ciò che mi è sempre stato estremamente
necessario, per curarmi e ristabilirmi...un godere dei primi piani, delle superfici, di quanto è vicino, vicinissimo, di tutto ciò che ha colore, pelle e appariscenza."

Io mi auguro che ognuno di voi sappia di cosa sta parlando Nietzche, la capacità di stare sulla superficie, la musica di Mozart. Il conforto dell'arte. Una bella donna, un bell'uomo. Un bel paesaggio...sopratutto un bel paesaggio.


cit UTU prefazione mondadori.
"7.  Ma ammesso anche che
tutto ciò sia vero e mi venga rinfacciato a buon motivo, che ne sapete voi, che cosa
ne potete sapere, quanta astuzia dell'istinto di conservazione, quanta
ragionevolezza e superiore precauzione siano contenuti in questo auto-inganno — e
quanta falsità mi sia ancora necessaria per permettermi il lusso della veridicità'?"

Siamo al punto, che ne sapete dell'autoinganno NECESSARIO, (della gerarchia) per poter dire la verità.

Ovvero che ne sapete di quanto è in grado di mentire il soggetto per sussistere come metafisica.

Alias signori:  NON SI ESCE DALLA METAFISICA.   (che ne sà il neo-realismo di queste cose???)

cit UTU prefazione mondadori.
8.  Basta io sono ancora vivo e la vita non è un'invenzione della morale: essa vuole inganno, essa vive di quello... ma, non è vero?, ecco che ricomincio da capo a fare quel che ho sempre fatto, io vecchio immoralista e uccellatore, e faccio discorsi
immorali, extra-morali, «al di là del bene e del male».

Conseguenza di quello detto prima:

signori basta frigne, siamo tutti metafisici, MA SIAMO VIVI, e la vita NON E' LA METAFISICA.


Su questo grido di dolore nicciano che termina il primo aforisma, o il primo paragrafo della introduzione, sulla sua scorta aprirò il 3d nietzche.

O continuo qui dentro...dimmi tu maral! (dopo l'estate comunque sia)
#2778
Citazione di: maral il 15 Maggio 2017, 23:38:22 PM
Sono perfettamente d'accordo, Green, sul fatto che il neo realistico sia comunque un metafisico e direi pure che la sua metafisica sia estremamente gerarchica, come peraltro lo è pure la tecnica, anche se ci libera da quell'altra metafisica che gerarchizza per tematiche e per questo l'evento della tecnica può apparire ed è apparso salvifico. Restando d'accordo sul fatto che l'uomo è comunque costruttore di metafisiche (o almeno che nel costruire metafisiche ci riconosciamo esseri umani e quindi soggetti gli uni per gli altri), a fronte del tuo "contributo effettivo" pongo però la domanda: perché il gerarchico è da evitare? Sarebbe come dire, se seguo il mio ragionamento, che allora è da evitare il pensare, dato che pensare non può fare a meno di porre (e rovesciare) gerarchie, quanto meno nel modo che vede appropriato  pensare, se non nel tema attorno a cui pensa. Non per nulla Carrera ha detto che l'essenziale è il "come", il come stabilisce una gerarchia, c'è un come migliore (di alto livello) e un come peggiore (di basso livello). E lo stesso pensiero di Nietzsche non è forse estremamente gerarchico? Come si può immaginare un Nietzsche non gerarchico?
Nemmeno io amo le gerarchie (come si può amarle, soprattutto oggi, anche se ogni tanto tornano in forma di nostalgici rimpianti), non le amo perché non mi ci trovo e le sento solo opprimenti, le sento concluse nel loro intento di dare significato e senso al mondo, ma mi pare molto chiaro che non potrei dire questo se non da un punto di vista che a sua volta istituisce, sia pure in modo molto vago e inappropriato una diversa gerarchia che in qualche modo negandole le richiama, perché che io lo voglia o no è pur sempre il risultato di quelle vecchie gerarchie che non amo, è ciò che resta nella meravigliosa e sconfortante rovina del loro tramontare. Non posso appoggiarmi su un'altra metafisica, ma c'è sempre un resto metafisico da cui parto per vagheggiare un "nuovo ordine", non posso partire dal nulla immaginando di aver fatto piazza pulita. C'è comunque una rovina (un complesso di rovine) in cui sta il seme del nuovo.
Sono d'accordo che il linguaggio non è una metafisica, ma una relazione, ma tuttavia si può fare una metafisica della relazione. Lo fa Ronchi ad esempio e lo dichiara apertamente. Ora, l'idea di una metafisica radicata sulla relazione in termini di pura praxis (senza alcuna finalità) potrebbe anche sembrare assolutamente non gerarchica, salvo però per chi la presenta, perché chi la enuncia sta evidentemente (magari anche se non lo vorrebbe) sopra e fuori da questo paesaggio tutto orizzontale, è in cima a una verticale lui con le sue parole piene di senso che non  ritiene di sicuro una sorta di rumore di fondo equivalente a un indistinto balbettio, o allo scatto di un termostato. Qui c'è addirittura una gerarchia che più assoluta non può essere: l'unica verticale su una sconfinata orizzontalità (e c'è solo da sperare che non siano in troppi a volerci salire sopra a una pertica così sottile).

Aggiungo solo una piccola nota in merito a Carrera. Nel video parla della superstizione dell'evento, in rapporto a quello che Severino dice in merito e della cui "Essenza del nichilismo" è traduttore (e credo che occorra essere davvero traduttori di alto livello per tradurre Severino in inglese!). Mi sembra però che vi accenni in un modo più illustrativo che non con una dichiarazione di posizione. Non credo peraltro che Carrera abbia elaborato una posizione speculativa sull'evento, solo qui fa presente la superstizione di chi sostiene che tutto è evento.
Nell'incontro a cui ho partecipato ha comunque dichiarato che la sua posizione verso Severino è critica, ed è appunto particolarmente critica sull'ente (in tutta conformità con la posizione siniana ... la superstizione dell'ente) e che considera gli sviluppi degli ultimi vent'anni di Severino (dalla "Gloria" in poi) come una sorta di approdo mistico che si rivela anche nei termini utilizzati. Ci ha pure scritto un libro in cui lo tratta, guarda caso, con Heidegger e Nietzsche: https://www.amazon.it/consistenza-passato-Heidegger-N%C3%AFetzsche-Severino/dp/8876981195/ref=sr_1_2?ie=UTF8&qid=1494882370&sr=8-2&keywords=alessandro+carrera su cui però ha detto che Severino non gli ha risposto. Se vogliamo più che contro l'evento o contro l'ente mi pare che in generale sia in ogni caso contro la superstizione, ossia il modo superstizioso di dire l'evento o l'ente o qualsiasi altra cosa, di dirli cioè come assoluti.
Mi pare comunque molto stimolante l'idea del centro come caso particolare della periferia, lui la ha collegata con l'esperienza delle periferie urbane in cui è vissuto. Non so, è un'idea che mi piacerebbe approfondire ad aver tempo.

Allora il Carrera lo mettiamo nel paniere. Il libro è del 2007 dovrebbe essere presente nella biblioteca, il titolo è stimolante.

A Sini risponderei così che l'essere non è l'ente.
In Sini l'idea di essere scompare. O se vi è, viene intesa in senso di esistenza.
Non formale. Certo Severino si distanzia dal formale, perchè lo mixa col dialettico Hegeliano. Ma l'esistenza dialettico formale di Severino non è l'esistenza.
Perchè sennò ha ragione Sini, l'esistenza dell'ente, è semplicemente l'ente.
E quindi l'ente "Essere" ovviamente è una presunzione.

Torniamo ancora sul problema del gerarchico.

Sono d'accordo quando dici, che il gerarchico si instaura appena noi parliamo.

Quindi a rigor di logica, se il soggetto è il metafisico, allora il soggetto è gerarchico.

E' vero, ma tu stesso hai detto che se il soggetto parla, automaticamente diventa periferico.

E hai perfettamente ragione.

Carrera invece a quanto scrivi vuole rimettere il periferico nel centrale.

Eccolo lì il vero gerarchico caro amico mio.

Pretendere di parlare di centrale, a partire dal periferico.....ma non ha senso!

A meno che spostiamo il centrale come formale!

Il periferico per non andare alla deriva, deve essere controllato, da una metafisica 2.0.

Ossia da una metafisica di ordine diverso.

E' l'ordine del linguistico.

Se io parto dal periferico mi devo trovare un controllo linguistico, che faccia attenzione a che non voglia far diventare centrale quel periferico.
Un controllo che mi ricordi ovvero che sono il soggetto parlante. che il racconto fatto sono io e NON DIO.
Un vero e proprio controllo grammaticale.

Il soggetto DEVE rimanere periferico.(in quanto è già da sempre periferico)

Mentre scrivo mi rendo conto, per la prima volta, che è proprio quello che vuole Nietzche.
(e Kafka, mi è sovvenuto alla mente il problema della letteratura "secondaria")

Per rimanere periferico egli che si fa metafisico DEVE ricordarsi di essere periferico.

Se lo scorda torna ad essere metafisica 1.0. Ossia gerarchico.

Deve quindi mentire. Sapendo di mentire. Ovvero deve conformarsi al periferico che lui stesso ha creato.

In fin dei conti potrebbe avere un parallelo con quella che tu chiami la necessaria nascita e morte di ogni metafisica.

Con l'accortezza che questa metafisica EVITA di essere centrale, racconto principale, narrativa primaria.

E' sempre e solo narrativa secondaria, periferica, menzognera.

Forse comincio a capire cosa intende Nietzche  quando afferma perchè il vero piuttosto che il falso. (da pensare).

Non capisco cosa intendi per Nietzche e filosofia gerarchica?

Diamoci risposta nel 3d nietzche!

Grazie amico! le tue intuizioni sono sempre preziose!
comunque magari più a rilento rispetto al Nietzche project porterò altri contributi.


:)  :)  :)  :)

#2779
Citazione di: Phil il 15 Maggio 2017, 21:38:05 PM
Citazione di: green demetr il 15 Maggio 2017, 18:37:33 PM
cit phil
"Nella fattispecie, la coincidenza fra "reale" e "mentale" mi sembra non il punto di arrivo, ma piuttosto il punto di partenza del problema (che forse è un'aporia invalicabile...)."

ma è proprio questo il punto! che non si deve argomentare come se fosse già il punto di partenza, in quel caso saremmo nella "petitio principii"  8)
Da qualche parte bisogna pur cominciare  ;) , l'importante è che il viaggio non riporti esattamente al punto di partenza (questa sarebbe "petitio principii"), o almeno, se riporta lì, accorgersene  ;D
A scanso di equivoci, per "punto di partenza" non intendevo "assioma fondante", ma semplicemente indizio, spunto, convocazione alla riflessione...

Citazione di: green demetr il 15 Maggio 2017, 18:37:33 PM
Se si risolve in un aporia...non sarebbe scienza, ma il libro ha vinto il secondo premio. e anche per me, Ceravolo è stato bravo a non cadere nella trappola.
non c'è aporia nella sua tesi dimostrata.  8)

non ti rimane che andare a leggere come se la cava.
Direi di si; il mio discorso non era infatti riferito al testo di Ceravolo (con cui mi congratulo per l'ottimo risultato), ma piuttosto una "risposta aperta" alle considerazioni che avevi posto rispondendo ad Angelo... il testo di Ceravolo che ti ha fatto una buona impressione, e a cui ti riferisci, è "Verità. Unione fra realismo e costruttivismo"? Se "si", cercherò di leggerlo on-line (anche se temo che i tempi saranno, come sempre, lunghi...).

Citazione di: green demetr il 15 Maggio 2017, 18:37:33 PM
Se il reale è del soggetto epistemico non può che essere a mio avviso, che del suo reale.
[...] Ma il reale del soggetto epistemico non è il reale.  >:(
Eppure quale altro reale possiamo affrontare, vivendo, se non quello nostro (della nostra cultura, dei nostri tempi, etc.)?
Postulare una Realtà assoluta che attenda di essere scoperta, come "terra promessa" della conoscenza perfetta, in cui il prospettivismo venga lasciato alle spalle automaticamente, è un gesto mistico, più poetico che filosofico, sovra-umano... quindi forse fuori dalla nostra portata umana (fino a prova contraria...).


Citazione di: green demetr il 15 Maggio 2017, 18:37:33 PM
Questo è il mio pregiudizio, in attesa che però poi mi indichi (sempre che l'hai pensato, o lo stai pensando, o lo penserai) il tuo percorso, che volontieri leggerò.
Grazie per la fiducia  :) , ma il mio umile percorso (ancora in corso) non riesco a (de)scriverlo (non avendo modo di farlo), anche perché rischierei di sottrarre tempo all'ascolto e alla lettura (per quanto so bene che la scrittura agevola molto l'autocomprensione). Comunque, attualmente, la mia posizione è piuttosto "debole", in tutti i sensi del termine  ;)

Ah ah tranquillo Phil  :D  l'ho detto subito che era una questione piuttosto accademica.
(forse mi sono espresso con troppa supponenza e qualcuno si è offeso)
Ci tenevo a intrattenere un dialogo con Ceravolo, ma mi ha fatto molto piacere che tu hai inteso il carattere generale delle premesse.

Sì il testo è quello on line "Verità. Unione fra realismo e costruttivismo"
Una 20ina di pagine. ;)

ciao!



#2780
Amico Apeiron,

A proposito di tranelli del linguaggio! io sono induista (lo yoga regale di patanjali, sono arrivato al quarto stadio.)
Mi sono interessato al buddismo di SON IKKYU. Mi sono interessato allo zen. Mi sono interessato alle forme devozionali e razionali dell'INDUISMO.
Non sono cristiano. Per questo ci unisce la passione per l'orientale.
Mi sto affacciando con curiosità sul mondo cristiano, penso che ogni religione contenga in sè una saggezza, che NON si può ignorare.
La dottrina cristiana per me non è stata così dannosa, in quanto non l'ho mai coltivata. ;)
Vieni insieme a me e Angelo a parlarne sul 3d la vita spirituale.

Dubbio e religione si sposano meglio che Dubbio e filosofia.
Mi vien da pensare così sul momento. ciao a presto. :)

#2781
Percorsi ed Esperienze / Re:La dipendenza affettiva
16 Maggio 2017, 01:21:54 AM
Citazione di: Crizia il 15 Maggio 2017, 18:53:37 PM
Ripeto, stare da sola mi piace, adoro fare lunghe camminate nella natura, leggere, ho tanti hobby solitari....non ho bisogno di una persona perchè mi manca la compagnia.
Però le aspettative, nel mio caso, mi complicano la vita in quanto sono distorte, ossia partono sempre dal presupposto di come IO mi comporterei in una data occasione. Se l'altra persona non si comporta come farei io, partono gli arrovellamenti.
Penso che sarei più serena se riuscissi a dare senza aspettarmi niente in cambio, o perlomeno senza aspettarmi quello che voglio io.

Direi cha abbiamo la risposta.
Non è che ti importa avere feed back positivi, è che a te piace stare sola.
Per questo ti arrovelli. Cerchi qualcosa che non desideri.

Per uscire dall'arrovellamento si tratta di o tornare a essere soli, o a mettersi d'impegno nella relazione.
Non esistono vie di mezzo, l'altro non si comporterà mai come noi vogliamo.
Detto questo, se tu ti impegni e l'altro non ti da feed back positivi, l'errore non è tuo, è suo.

Però se ci conoscessimo, se ci guardassimo negli occhi, sapremmo che il fatto che vuoi che il feed back sia esattamente come vuoi tu, è esattamente perchè vuoi in realtà rimanere sola.

Purtroppo è un problema diffusissimo.  :(

Nella normalità quella che ti consiglia Sariputra, si tratta di raffredare gli entusiasmi e vivere quella falsità dei rapporti che si estende, vicino, sopra, sotto di noi.
Non è colpa tua, la colpa è di questa Società che fa schifo.
Se non riesci a raffreddare la cosa da sola. Ci sono comunque sempre gli aiuti psicologici.
In Italia sarebbe ora di sfatare il mito che si va sole se si è pazzi.
Il contrario è un valido aiuto per moltissimi problemi secondari.  ;)


#2782
Citazione di: Angelo Cannata il 15 Maggio 2017, 15:50:37 PM
Citazione di: green demetr il 14 Maggio 2017, 22:44:24 PM
se gli dei debbano essere molti o uno?
Cosa cambia?

Non ne ho idea.

Comunque mi sembra che tu abbia in parte già risposto, cioè la spiritualità comune, dovrebbe essere libera dalla sua esplicitazione.
E mi sento piuttosto d'accordo.
#2783
Citazione di: giona2068 il 14 Maggio 2017, 23:56:50 PM
Citazione di: green demetr il 14 Maggio 2017, 22:33:02 PM


Non ho capito, ma a messa non si va per ricordare quello che ha fatto nostro signore.
Da che mi ricordo Giona, in chiesa non si va per essere affranti, ma per trovare serenità e gioia che il nostro signore chi ha donato. O sbaglio?
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La Santa messa  non è una cerimonia per ricordare quanto avvenuto 2000 anni, ma è il calvario di nostro Signore che viene rivissuto ed è per questo che si riceve veramente  il corpo di Cristo Gesù tramite il pane/corpo (il corpo è la materia nella quale s'incarna lo Spirito) il quale veicola in noi lo Spirito di vita. Per ricevere degnamente il Suo corpo bisogna aver riconosciuto  i propri peccati con pianto e lacrime partecipando al Suo calvario che in verità dovrebbe essere il nostro. Questo vuol dire far morire l'uomo vecchio per dar vita all'uomo nuovo tramite il perdono il quale genera gioia. In ogni caso occorre che il sacerdote sia in comunione con il Signore Dio altrimenti si riceve maledizione (vedi Malachia )
Purtroppo ci hanno convinto a scanso di equivoci che il Signore sempre passa, ma non è vero.


Ma dicevamo dell'ascolto, come puoi essere sicuro delle parole del signore, se non ti fai aiutare dalla santa chiesa?
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Sì, dovrebbe essere così, ma  una   chiesa che da spazio al denaro, potere, sesso, adulteri, pedofilia ecc...., può aiutare chi cerca l'aiuto?
Non resta che chiedere l'aiuto diretto del Signore il quale ci parla tramite la coscienza e se noi chiediamo il Suo aiuto, Lui non ce lo farà mancare. Dopo tutto non è così complicato. Basta scoprire cosa stiamo adorando al Suo posto e credere che in verità non è vero che ci serve ciò che adoriamo al di fuori di Lui. Man mano che facciamo questo troveremo conferma che sia sulla via giusta perché cominciamo a sentire l'amore e daremo valore a noi e ad ogni altro essere umano.
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Come facciamo a capire che è il maligno che ci conduce e non la parola del signore?
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Se siamo attratti dalle cose del mondo, qualunque esse siano, ivi compresi i nostri piaceri carnali, idoli umani ecc.., siamo nell'inganno e chi vive nell'inganno è guidato da satana alla cui esistenza non crede quasi mai !

E' molto interessante la tua risposta, la trovo molto vicina alle posizioni gnostiche, con l'ovvio cambio della salvezza dataci dalla passione del Cristo rispetto alla "Luce" degli altri.
Di difficile soluzione, tra l'altro. Perchè al contrario dello gnostico tu credi si possa resistere al malvagio.
La salvezza tua consisterebbe nel dare ascolto alla voce di DIO come VENUTA del FIGLIO.
giusto?
Si tratta di rimanere sintonizzati sul vangelo sempre e comunque corretto?
#2784
Tematiche Filosofiche / Re:Che è l'uomo?
15 Maggio 2017, 19:25:37 PM
x maral ti rispondo e apro nuovo thread (3d)


Citazione di: Garbino il 15 Maggio 2017, 11:47:51 AM
Che è l' uomo?

Per quanto riguarda il rapporto gerarchico nel discorso non posso che essere d' accordo con Maral, che esprime esaurientemente quanto l' argomento necessita. Pensare cioè di stabilire che non debba esserci gerarchia di sorta non solo è già un aspetto gerarchico di porsi, ma crea anche altri notevoli problemi di carattere logico in relazione alla psiche umana e all' evolversi del pensiero.

E' evidente che Green sia per il pensiero opposto, dal momento che, ancorando il tutto alla politica, si presenterebbe, e certe volte mi sorprende per queste sue non dico ingenuità ma quasi, su un piatto d' argento la possibilità stessa della sua utopia. L' unica scelta è proprio quella a cui si riferisce Carrerra, e cioè ad una scelta razionale ma su cui pesano come un macigno le successive critiche di Maral.

La logica e l' esperienza a me dicono che è il potere politico-economico che di volta in volta si susseguono, se hanno la potenza di farlo, che stabiliscono etiche e morali di riferimento e stabilendo con ciò una gerarchia ben definita di valori che piano piano mutano il linguaggio, e cioè il modo di esprimersi, e creano un fulcro di dominio sia sociale-etico-morale-politico. E ciò avviene sempre nel presente senza soste senza pause se non di carattere di crisi. Uscirne perciò è un vero dilemma, anche perchè la corte dei filistei della cultura fa di tutto per bloccare qualsiasi innovazione appoggiando e appoggiandosi sempre allo status quo.

Garbino Vento di Tempesta.

Non ho capito perchè hai deciso di dare una connotazione politica. Comunque ci sto.
Se stiamo a quanto dice Maral il politico finirà inevitabilmente nel periferico.

Ma se accettiamo il periferico allora siamo dentro il progetto politico-economico a cui ti riferisci. (e che consiste nel farci credere che non siamo nel periferico, o devo spiegare anche quello?)

E' sul carattere di accettazione che devi porre attenzione, perchè la psicanalisi ci insegna che diventeremmo paranoici. (rendendo la situazione ancora peggiore)

Non ci trovo nulla di ingenuo nel voler uscire dalla paranoia, pensa che la psicanalisi ne fa la sua meta principale!

E' anzi una scienza.

Il progetto sarebbe (come ha detto chiaramente il prof.Martino di Milano, o come recentemente ha detto Agamben) (una volta usciti dalla paranoia) siamo capaci di illustrare una nuovo forma (forma! linguaggio! descrizione!) antropologica?

Qua se ne parla. Credo! dovrei rileggere gli interventi in toto. ;)  ;D  ;)  ;D
#2785
Prendo l'abbrivio dall'ultimo posto di Maral dal 3d cosa è l'uomo?
Le domande che pone mi hanno convinto dell'apertura di un 3d, a cui tengo particolarmente.


Citazione di: maral il 14 Maggio 2017, 23:43:37 PM
Citazione di: green demetr il 14 Maggio 2017, 22:04:58 PM
Pensa anche solo a Severino, ti ricordi i  nostri discorsi che partivano da alcune considerazioni di Berto? Ti ricordi come Berto era d'accordo a considerare la metafisica di Severino corretta a livello formale?

Non è infatti la correttezza formale, che rende la filosofia di Severino sulla realtà così Grande??
Temo che la correttezza formale non sia sufficiente (a parte che una correttezza formale assoluta si presenta sempre discutibile: quella che Severino chiama la follia dell'autocontraddizione da dove può saltar fuori se non dal principio di non contraddizione stesso che la contiene?)
Ma purtroppo c'è un punto che mi pare sempre più problematico da risolvere nel sistema di Severino che stabilisce su base formale tautologica e dunque incontrovertibile l'eternità dell'ente e il punto è: cos'è questo ente che eternamente è l'ente che è? Cos'è questa lampada accesa? Questo ciocco nel camino? Questo uomo seduto vicino al camino con la lampada accesa? Cos'è ogni ente che mentre lo dico già non è più quell'ente, perché un altro è già sopraggiunto al suo posto? E' qui che non mi ci raccapezzo più con Severino, a meno di non spostarsi dall'ente al significato dell'ente e in questo mi accosto a Sini, ma anche qui poi sorgono altre perplessità per cui trovo comunque estremamente difficile tenersi sul filo di un corretto pensare senza capitombolare e io per primo senza nemmeno accorgermene.

Per quanto riguarda le gerarchie, proprio oggi ho assistito a un incontro con Alessandro Carrera intitolato "Un pensiero non gerarchico" (ho pensato subito, qui dovrebbe esserci Green  :) ). Ora Carrera è un filosofo (di scuola siniana), attualmente direttore dell'istituto di italianistica all'università di Huston, davvero un personaggio poliedrico ad alto livello che si è occupato e si occupa di tutto (dalla psicosomatica, a Leopardi, alla musica, alla traduzione dei testi di Bob Dylan di cui è il curatore ufficiale), sempre guidato dal principio che non può esserci gerarchia tra le discipline e che quello che si considera il centro del pensiero è solo un caso particolare della periferia. Però occorre che ogni discorso sia condotto ad alto livello, capisci? Pone una discriminante tecnica! Sono d'accordissimo con lui in merito a una non gerarchia delle discipline, e sono d'accordissimo sulla sola discriminante tecnica che vale in ogni discorso (a perenne gloria della tecnica, sofistica compresa!), ma se la si adotta come si può parlare di un pensiero senza gerarchie? Certo, non saranno più gerarchie che vertono sui temi, ma è comunque una gerarchia che riguarda il modo di pensare, da cui ovviamente conseguono enormi problemi, tipo: come si fa a innalzare propriamente il livello dei discorsi? Come e chi valuta l'innalzamento del livello? Qual è il modello assunto?
E allora perché si parla di un pensiero senza gerarchie, quando semplicemente si stabilisce un altro tipo di gerarchia che si sente giustamente più appropriata? 
Nel momento in cui tu proponi e dimostri dopo lungo e attento studio una diversa interpretazione di Nietzsche non hai già posto in essere una gerarchia nell'approccio a Nietzsche? Ed è ovvio che sia così, non può essere altrimenti. 
Non vedo proprio come si possa uscire dalle gerarchie, è il pensare stesso che le implica, nel momento stesso in cui si attribuisce un qualsiasi senso al proprio pensare e quindi al proprio significare esistendo. Cosa possiamo mai dire di sensato che non abbia un senso gerarchico?

Ciao Maral la qualità della tua domanda (o forse meglio delle tue domande) richiede una articolazione complessa, a cui volentieri darò contributi. (nei limiti del mio progetto Nietzche, che chiede da gran tempo di essere riletto).


CONTRIBUTO 1. (UNA PRIMA RISPOSTA APPROSSIMATIVA GENERALE)

Certo sono consapevole che il labirinto filosofico, conduce al periferico.

Infatti l'uomo è strutturalmente periferico. (Hegel)

Ma non può essere una scusante per non vedere che vi sono pratiche che tendono a gerarchizzare!
Anche la pratica che non vuole gerarchizzare, gerarchizza.(Hai ragione tu)
Non è colpa mia se gli intellettuali contemporanei sono così stolti.(Carrera).


LA GRANDEZZA DI SINI 

Non rimane che controllare la propria pratica!

IL COSTRUTTIVISMO (IL NEO-REALISMO) SONO PRATICHE GERARCHIZZANTI

Poichè la propria pratica gerarchizza o è gerarchizzata, non si può controllare con un altra metafisica (la tecnica, in questo caso per Carrera nel caso, ma forse non è così vedi sotto).  8)

Il nuovo realismo o costruttivismo d'altrode fa esattamente quello.
(ossia ipotizza un oggetto esterno per impedire al soggetto di intervenire metafisicamente).
Ipotizzando si sgancia completamente dalla metafisica classica.
Lasciando da parte una battaglia (mai combattuta dagli intellettuali contemporanei, che accettano supinamente per tornaconto) se la metafisica debbe effettivamente essere lasciata o meno.
Per ora gli unici 2 interlocutori che si sono voluti confrontare sono scappati via. Vediamo Ceravolo.
Ma tornando a bomba, dicevamo che il costruttivismo (che sarebbe la cosa più vicina al continentalismo europeo in america, dove Carrera insegna) è una ipotesi.
Per l'esattezza è una ipotesi che cerca di diventare scientifica, appogiandosi completamente sulle Scienze.
E' quindi un formalismo che guida categorie scientifiche (ipotetiche).
Cioè è un formalismo che utilizzando categorie scientifiche di fatto ha come obiettivo quello di diventare scientifico.
Ossia metafisica, non si scappa, che lo riconoscano o meno. (a me non interessa).

LA GRANDEZZA DI HEIDEGGER E SEVERINO

Ma non avevamo detto con Heidegger che la metafisica è gerarchica e tecnica?
E Severino non dice la stessa identica cosa?


PROGETTI FUTURI ENNESIMI

Allora voglio dire non ci vuole un genio (o forse sì visto l'andazzo), per capire che il formalismo deve rimanere tale.

E guarda un pò è proprio ciò che i dipartimenti di linguistica da ANNI chiedono alla Filosofia di dargli una mano!!!

C'è mai stato un filosofo in grado di capirlo? no!
A parte me. Il che mi è sempre sembrato ridicolo.

Siccome sto vivendo un momento di ulteriore crisi, alla crisi esistenziale in cui verso.
Può darsi che mi dia infine completamente alla filosofia. (denaro permettendo).
Senza stare nell'accademia.
Sono stufo.

Può darsi che lo apra sto 3d....devo recuperare un vecchio video di Youtube una conferenza tra linguisti e semiologhi e filosofi.
Video che in quanto a valore non è mai stato superato da nessun altro video.
Sostanzialmente finiva con gli uni che rimandavano agli altri.
I filosofi ai linguisti, e i linguisti ai filosofi, che svagheggiavano a fine conferenza.

Esistono metafisiche ad oggi non gerarchiche?

Come ho scritto nel 3d di nietzche per me la metafisica etica di nietzche non è per nulla gerarchica. In quanto chiede il contrario. che ognuno lotti per la sua grandezza, in amicizia e quindi in lotta con gli altri.

Per raggiungere questo è necessario una cosa semplice: che non esista una etica esterna!
Mai!

Per questo il linguaggio formale deve controllare il carattere di funzione.
Ma questa è un altra storia. Forse un giorno quando capirò molto meglio queste mie intuiziono saranno facilmente fruibili.


BRAIN STORM

Provo qui ad annotare alcuni pensieri, magari rileggendoli sarò d'accordo con essi.
Funzione di soggetto.  Se la funzione non è coerente, la funzione di soggetto diventa discorso paranoico, schizofrenico, isterico, ossessivo. (quelli finora conosciuti dalla psico-analisi, ossia l'analisi della funzione di soggetto).
Ognuno di quelli (ma è in particolare la paranoia) è gerarchico.

Bisogna stare attenti, sono discorsi, è linguaggio, è formalismo.


IL CASO CARRERA

https://www.youtube.com/watch?v=zUQJ0smExk8

Ascoltandolo Carrera (mi hai incuriosito) forse però non lo hai inteso Maral, lui parla della necessità di superare l'evento (da husserl a badiou-zizek), perchè l'evento non è salvifico ma ancora più nichilistico. (seguendo Severino ancor più nella tecnica). 
Dunque o è schizofrenico e poi parla di tecnica come aiuto all'antimetafisico o non lo so (sarà il pegno da pagare per risiedere negli usa)).  ???

Certo mi rendo conto che la domanda che fai è ben più complessa.


CONTRIBUTO EFFETTIVO

Se riesci a seguire un paio di capi, mi capisci.
Il gerarchico è da evitare (e scrivevo preso da raptus inventivo qualche giorno fa, se poggi i piedi per terra, sei già nel gerarchico.)
1) Si evita NON appogiandosi (giustificandosi) tramite un altra metafisica.
2) Il linguaggio NON è una metafisica è una Relazione.
(l'arte, la musica cosa sono? sono relazioni).
3) L'uomo proprio strutturalmente è portato a ideare una metafisica: non ne esce.
4) E' il soggetto stesso la metafisica (non è che in neo-realisti e i costruttivisti partano da una critica sbagliata, hanno ragione in quello).

Ma come dice tu Maral, che dimostri una intelligenza acuta, riparafrasando quello che dico io, sarebbe questo: che il neo-realista è a sua volta un metafisico.
(pure stupido o ingenuo che sia). ;D

Ripeto linguaggio di controllo è la chiave (non ho idea di cosa sto parlando)....non so se sei interessato (non so gli altri utenti, visto che è una cosa MOOOLTO accademica), ma potrei metterlo nel paniere delle cose da fare.
edit. ok l'ho messo nel paniere.
#2786
Tematiche Filosofiche / Re:Che è l'uomo?
15 Maggio 2017, 18:44:06 PM
Citazione di: Lou il 14 Maggio 2017, 23:27:26 PM
@green
Francamente temo =.= che a porre il problema del linguaggio ci stiano radici assai  più antiche di Nietzsche. Difficile esentare, per fare un esempio, i sofisti tutti dal non averlo posto, questo problema.

Perchè temi Lou?  ;)
Sì è vero anche i greci avevano un tradizione forte sul linguaggio.
Non sono molto ferrato su quella.
Accetto contributi.  :)
#2787
cit phil
"Se no, non possiamo determinare che il nostro mentale, coincida con un reale, che è poi la tesi di fondo, a cui vogliamo arrivare. 
Mi asterrei da questo "(noi) vogliamo arrivare": se si mira ad un punto di arrivo predefinito, la ricerca è già impostata sulla chiusura ad altre possibilità, latenti e/o emergenti (come capita sempre nella chiusura formale autoreferenziale della logica, e qui la decostruzione trova terreno fertilissimo); "

Se vuoi possiamo farlo, fai benissimo a sottolineare i limiti della operazione.
Io ci sto, ma intanto non possiamo stare al gioco di Ceravolo, e intanto vedere a quali risultati porta, il suo tentativo?
Tutti i tentativi accademici sono auto-referenziali, sta poi alla comunità discutere su essi.
Sennò rimaniamo in un immobilismo sterile.

Comunque se tu vuoi possiamo fermarci anche alla critica di metodo. (riferiamolo a PUNTO 1 della controargomentazione.)

cit phil
"referisco le ricerche più aperte, anche a rischio di avere meno paletti entro cui muoversi (si diceva di non temere i labirinti  ;) , ma forse è più difficile non temere gli spazi troppo aperti...)."

Caro phil parlare della paura degli spazi aperti è parlare della paura dei filosofi vs matematici. Sono pronto a correggere tutto quello da correggere. e anche a lasciare, nel caso, qualsiasi progetto.
Non ho paura degli spazi aperti anzi mi affascinano.

cit phil
"Nella fattispecie, la coincidenza fra "reale" e "mentale" mi sembra non il punto di arrivo, ma piuttosto il punto di partenza del problema (che forse è un'aporia invalicabile...)."

ma è proprio questo il punto! che non si deve argomentare come se fosse già il punto di partenza, in quel caso saremmo nella "petitio principii"  8)

Se si risolve in un aporia...non sarebbe scienza, ma il libro ha vinto il secondo premio. e anche per me, Ceravolo è stato bravo a non cadere nella trappola.
non c'è aporia nella sua tesi dimostrata.  8)

non ti rimane che andare a leggere come se la cava. (accettando il metodo che si dà dei paletti, altrimenti torniamo al tuo primo punto).  ;)

controargomentazione di phil   (riferiamoci a questa come controargomentazione punto 2)

soggetto epistemologico o metafisico?

cit editata phil
"1. il soggetto esistente. L'ente soggetto. Non il soggetto stesso.

2. dunque, il problema verte sull'ente conoscitore, quindi, per definizione, problema epistemologico... eppure poi mi spiazzi con:

3. problema "metafisico"? Si parlava di un' "analitica del soggetto in quanto ente conoscitore", quindi il piano è squisitamente attualmente epistemologico, non più metafisico... "

Phil ho capito che per te è epistemologico, ma io parlo del soggetto esistente, quindi dell'ente (in sè, senza determinazione, o meglio la cui unica determinazione è quello della esistenza).  ;)

cit phil eidtata nel finale
"trastullarsi con i meccanismi metafisici, cigolanti e poco efficienti nonostante il loro innegabile fascino di filosofia/estetica vintage?  (non serve)"

Si ho capito Phil, non sei un metafisico!   ;)
Ci ero arrivato.


Rimarrebbe da vedere a cosa conduce un soggetto epistemico.
A mio parere ad un altra metafisica. (insipiente, che non sa)

Se il reale è del soggetto epistemico non può che essere a mio avviso, che del suo reale.
Un reale che ha per denominatore un numero più piccolo del numeratore, una meravigliosa reductio ad unum.

Ma il reale del soggetto epistemico non è il reale.  >:(

Questo è il mio pregiudizio, in attesa che però poi mi indichi (sempre che l'hai pensato, o lo stai pensando, o lo penserai) il tuo percorso, che volontieri leggerò.
#2788
Citazione di: Apeiron il 14 Maggio 2017, 18:14:29 PM
Citazione di: Sariputra il 14 Maggio 2017, 16:21:32 PM@ Apeiron scrive: Comunque ho l'impressione che siamo destinati a non capirci forse è dovuto al mio (ab)uso di immagini prese dalle filosofie dell'oriente. Io penso di capirti, anche quando usi termini specifici di una certa tradizione. Ma l'impressione che hai sulle diffcoltà di intenderci mi sta facendo considerare, da un pò di tempo a questa parte, l'opportunità di continuare la mia partecipazione a questo forum filosofico ( e meno male, forse direte malignamente... ;D ). Perchè anche per me diventa difficile 'entrare' in certa terminologia , in certe consuetudini di pensiero oramai profondamente radicate, ecc. e spesso fraintendo o non comprendo nel senso esatto nel quale vengono usati certi termini, certi riferimenti,ecc. Mi piace imparare da chi ne sa più di me su certi argomenti, ma per quello basta anche solo leggere ( e decifrare...). Forse mi riserverò un'angolino nella sezione dell'arte, o dei viaggi, giusto per buttar giù qualche stupidaggine...se il kamikaze (nel senso di "vento divino" e non nell'altro attualmente in voga...) che mi spinge a gettarmi nelle discussioni sconsideratamente mi lascia in pace... ;) Ciao
Citazione di: Angelo Cannata il 14 Maggio 2017, 16:41:24 PMTemevo di essere io la pecora nera, ma se parli di incertezza sul forum significa che è qualcosa di più diffuso. Probabilmente sarebbe bene discutere anche di stile del confrontarsi, stile nell'interpretare l'altrui dissenso, stile nell'organizzare le idee. Dico stile perché poi stile significa gusto e piacere di fare le cose.

Uno dei molti motivi per cui ultimamente scrivo di meno (oggi è una giornata un po' diversa) è proprio questo dell'incomprensione. Siamo individui talmente complessi con formazioni differenti che si finisce per usare le stesse parole in modo diverso.
Per dire un esempio: sembra che al suo tempo Buddha parlava di "impermanenza" si riferiva al fatto che una vita non perdurava per un tempo infinito, non che era "sempre in continuo divenire". In sostanza l'individuo chiamato "Apeiron" non è qualcosa che "non esiste" come il fiume di Cratilo che non si può neanche indicare una volta bensì è "impermanente" perchè dura un certo numero di anni. Il Tao cinese di Lao-zi è scritto con una combinazione di due caratteri che da un senso di "movimento", sembra che fosse non una "via da percorrere" bensì più assimilabile ad una "corrente". Sono piccolezze che però se ignorate non ci danno una comprensione corretta e totale del testo che leggiamo, ma solo una parziale. Siccome non possiamo essere dei linguisti di tutte le lingue ci dobbiamo accontentare o di studiare una tradizione in modo approfondito e ignorare le altre o cercare di capire quello che si riesce dalle tradizioni (e dalle persone). Altro esempio: la parola "ente". Ognuno la usa in modo simile. Tuttavia a volte la differenza causa una confusione che porta anche alla litigata.

Io mi sono anche immerso nella filosofia orientale ed ora sono né carne né pesce, nel senso che quello che cerco di fare è trovare un raccordo per tenere ciò che è buono dalle varie tradizioni. Per questo motivo più che alle parole e alle dottrino mi interesso quasi di più alle espressioni e a come vengono usate. Per esempio nello Zhuangzi ad un certo punto si dice che la Perfezione la si raggiunge quando "ci si siede e si dimentica" ("zuowang") oppure che "l'uomo Perfetto è senza Sé" mentre il buddismo ci dice di realizzare "anatta" (non-sé). Si può notare l'uso del linguaggio negativo e l'indicazione che in qualche modo si può essere "senza sé". Tali concetti si trovano in modo simile anche in mistici cristiani o in filosofi di varia estrazioni. Ma sono nuovamente simili. Così come sono simili Brahman e il Dio cristiano ma sono anche estremamente differenti e per questo tradurre "Brahman" con "Dio" è pericoloso.

A volte ho l'impressione di usare le parole in modo bizzarro, in modo da non farmi capire ecc. Piuttosto di creare confusione per me è meglio fare ordine nella mia mente :) In ogni caso concordo con Wittgenstein quando ha scritto: "L'uomo possiede la capacità di costruire linguaggi, con i quali ogni senso può esprimersi, senza sospettare come e che cosa ogni parola significhi. – Cosí come si parla senza sapere come i singoli suoni siano emessi. Il linguaggio comune è una parte dell'organismo umano, né è meno complicato di questo. È umanamente impossibile desumerne immediatamente la logica del linguaggio. Il linguaggio traveste i pensieri. E precisamente cosí che dalla forma esteriore dell'abito non si può concludere alla forma dei pensiero rivestito; perché la forma esteriore dell'abito è formata per ben altri scopi che quello di far riconoscere la forma del corpo. Le tacite intese per la comprensione del linguaggio comune sono enormemente complicate. "  Io vedo la cosa anche nelle faccende più quotidiane e banali. Tuttavia l'impressione che ho è che la specializzazione che comporta il nostro cammino ci fa comprendere le cose in modo diverso l'uno dall'altro e questo si riflette nei nostri discorsi. Altro motivo di ... Dubbi senza fine  ;D

@Sariputra io e te ci capiamo perchè abbiamo una formazione che in un certo senso è simile. Un altro utente potrebbe fraintendere molti miei messaggi.  

@
Angelo, una discussione sul "come interpretare l'altro" è molto interessante secondo me. Oppure anche una discussione sulla "filosofia comparativa" (ad esempio come confrontare la filosofia del Buddha con quella di Zhuangzi o quella di Platone). Purtroppo non so quanto tempo ho di dare un contributo decente  :(

Per gli interessati alle filosofie orientali: lo Zen è un misto tra taoismo e buddismo mahayana. Il buddismo in realtà è una filosofia che cerca di trascendere, parla molto della metafisica del samsara ecc. Il taoismo è molto contrario alla speculazione e tenta di "assorbirsi nell'azione". Il fatto che entrambe le tradizioni usavano terminologia negativa ha fatto in modo che gli stessi monaci facessero confusione tra le due tradizioni. Ad esempio la "vacuità" ha un significato simile da entrambe le parti ma ad un certo punto nell'indagine è importante vedere la differenza.

Se diamo ragione al pezzo citato da te, però il linguaggio che cela i pensieri, è anche da interpretare.

Vado a memoria, perchè per esempio il nostro dissenso in filosofia ci porterebbe a essere slegati, ma la nostra passione per la religione ci porterebbe a essere legati, ma alla fine quello che più mi avvicina a volerti ascoltare, sono proprio gli ultimi post, in cui parli di vissuto.

Cominciamo a distinguere quelli, perchè stiamo usando il linguaggio, e il linguaggio ha in sè dei trabochetti. Ma i pensieri quali sono?

nel post su citato, tu scrivi molto interessantemente che cerchi una via per unire due interessi. Quello scientifico e quello religisioso.

ma in cosa consiste esattamente? intendo non possiamo iniziare a confrontarci con quello?

#2789
Percorsi ed Esperienze / Re:La dipendenza affettiva
15 Maggio 2017, 17:52:08 PM
Citazione di: Crizia il 15 Maggio 2017, 10:30:38 AM
Citazione di: green demetr il 14 Maggio 2017, 22:14:09 PM
Non ho capito perchè ti devi distaccare, pensi che soffriresti meno?

Certo che in un mondo dove l'affetto viene chiamato dipendenza....wow!

Bisogna pensare positivo fratelli. L'affetto è sempre una cosa buona.
Mi devo distaccare perché le mie modalità soffocano l'altra persona . La mia collega deve sentirsi libera di chiamarmi, o no senza che io ci resti male o pensi male. Inoltre,  sono stanca di rovinarmi le giornate con pensieri campati  in aria.
Ricordo che da piccola desideravo coccole ed intimità,  ma non osato chiederle e se d'improvviso mia madre me le avesse fatte mi sarei sentita fortemente imbarazzata. Perciò,  presumo,  ho sempre puntato tanto sulle amicizie. Non sono invadente, ma vado in crisi se la persona non risponde alle mie attenzioni come mi aspetto. E ho bisogno di una continuità che gli atri vivono talvolta come peso, obbligo.  
Eppure da sola non sto male,  anzi mi piace...

Allora bisogna saper distinguere.

Se ti piace effettivamente stare sola (non importa se dovuto al fatto che tua madre ti abbia messo o meno in quella condizione) è un conto.
Ma se ti piace avere dei feedback positivi, allora non ci trovo niente di male ad aspettarseli.

Bisogna anzitutto appurare quello, sennò non possiamo andare avanti. (mia opinione)



#2790
Ecco però nel mentre mi è venuta la domanda.

Ma non è forse per quanto antica, una vecchia questione se gli dei debbano essere molti o uno?

Oggi la abbiamo dimenticata, ma nel passato ha avuto un peso schiacciante, credo (anche se non saprei dirlo ora) anche nelle coscienze, e quindi non posso non credere che non  lo fosse anche nella spiritualità.

Come facciamo? (da pensare)