Citazione di: Phil il 18 Settembre 2020, 21:02:33 PMCuriosamente - ma neanche tanto - la premessa di una buona parte dei cammini alla ricerca del theos, parte proprio dalla cacciata da un bosco\giardino di cui rimane solo un sapore sbiadito, un altra nostalgia, è forse l'ora di tornarci con le proprie gambe? La serenità del shinrin-yoku è già un surrogato moderno, è già una fialetta riempita di disincanto, non v'è rischio di trovarvi una belva. Nelle rare tracce dei miti della dendrolatria occidentale si trova tutt'altro che la serenità, ma qualcosa che più assomiglia al thauma, che forse anche il filosofo farebbe bene a ritornare a sentire sulla pelle, è una selva oscura dove la via è smarrita, non un cammino sulle spalle dei giganti. Dagli alti fusti alle alte colonne delle navate, dal vento ululante alle canne dell'organo, diversi modi di surrogare la stessa sensazione che pare ormai sempre più sbiadita: lo smarrimento meravigliato di fronte all'infinità della materia. Che poi le religioni si siano trasformate in fabbriche di risposte, ha collaborato a quel disincanto, se la prendono con la scienza ma nessun scienziato le costrinse alla simonia, ci sono arrivate da sole a suon di risposte.
Possiamo infatti parlare di "religiosità" (concetto afferente-a, ma differente-da, quello di dio, quindi non sempre negato dagli a-tei) nella tonalità spirituale che percepiamo quando siamo serenamente ospiti di un bosco (shinrin-yoku), anche se quei noiosi neuroscienziati spiegherebbero tale "religiosità" con neurotrasmettitori, chimica, etc. (e magari un giorno una fiala ci farà provare le stesse sensazioni "spirituali/religiose").
Ps. Riguardo ai dati che hai postato, prutroppo non fanno differenza tra religione intrenseca ed estrinseca (dove la seconda è comunemente chiamata "della domenica", e per un certo verso immanente), penso che il vero travaso rilevante appartenga a queste due categorie.
@Ipazia, è strano - o forse no - che parli di questa tendenza a dare vita a relativismi con una nota negativa. Ci sono religioni in cui tutto è misurabile ed è effettivamente è parecchio complesso trovare voci fuori dal coro, lì il coro e i chierici sono le uniche orecchie a cui predica il prete.

