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Messaggi - Jacopus

#2791
Un caso antichissimo Ox. Un caso che rinnova delle domande ancora senza risposta a proposito della nostra condizione di "moderni".
Condizione, quella dei moderni, che ci sbilancia inesorabilmente verso la legge scritta, o giuspositivismo. Quella che Nietzsche disprezzava chiamandola "il moderno socratismo".
Credo che non esista una soluzione a questo dilemma, simile ad altri irrisolvibili (salute/malattia, libero arbitrio/determinismo, mito/razionalità ...).
Siamo dalle parti del pharmakon, che contemporaneamente cura ed avvelena, come magistralmente dimostrato da Girard a proposito del capro espiatorio.
Infatti concedere il predominio alla legge è stato un artificio, un metodo interessante per superare la guerra di tutti contro tutti. Il leviatano hobbesiano ne rappresenta la prima potente immagine.
Ma quel Leviatano sorge da un problema precedente, dalla "malinconia del sovrano", di cui parla Benjamin in "l'opera barocca". Ovvero nella fine della certezza che il sovrano fosse sempre la giustizia (wo ist das szepter da ist furcht). Il potere diventa riflessivo e riconosce la mimesi della propria violenza, identica a quella del brigante.
La legge scritta appariva come una soluzione, ma di breve respiro, appena qualche secolo. Perché anche nella legge scritta si può annidare la prepotenza e la violenza.
Il pendolo allora dovrebbe tornare ad Antigone, ma chi ci assicura che nel nome della "legge naturale" non si possano commettere i più efferati delitti? D'altro canto, la posizione legalitaria di Creonte fu duramente punita dalle Erinni, che condussero all'Ade suo figlio e sua moglie, per via di questa ostinazione a far rispettare la legge.
Il pendolo proseguirà la sua corsa. A noi spetta controllarne il cammino affinché non si blocchi da un solo lato, e l'unico criterio utilizzabile non sono tanto gli iura quanto piuttosto la prudentia o forse ancor più la Grazia, ma in questo modo torniamo a sfiorare il mondo mitico che il il diritto scritto vorrebbe addomesticare.
#2792
Attualità / Re:Coraggio o temerarietà?
04 Ottobre 2018, 16:27:24 PM
Se Trilussa vivesse al giorno d'oggi dovrebbe aggiungere la figura di quello che sembra abbia mangiato solo l'ala e invece si è sbafato il pollo intero.
L'economia sommersa in Italia corrisponde al 25 per cento del Pil (siamo primi in Europa), e nel sud presumo che i valori siano molto più alti, proprio laddove si concentra la povertà. Pertanto il numero di 6 milioni è assolutamente inverosimile. Basta osservare il tenore di vita medio. Le sacche di povertà ci sono senz'altro ma soprattutto all'interno delle popolazioni dei migranti, anche quelli regolari, mentre fra gli italiani vi è senz'altro una percentuale importante di quella categoria inventata dal fantastico popolo napoletano: "i chiagne e fotte".
Sempre a proposito dell'ultima manovra proposta dai giallo-verdi. Se non ho capito male gli importi della manovra sulla quale si è alzata la polemica è di dieci miliardi. Con il recupero di solo la metà dell'evasione fiscale ai potrebbero fare "ogni anno" manovre di bilancio dieci volte più potenti.
#2793
Il peccato originale della scienza e della scienza applicata (tecnologia) è stato quello di realizzare dei miglioramenti straordinari della condizione umana attraverso il trasferimento dell'uso di energia/conoscenza dai sistemi biologici a quelli meccanico/informatici.
Alla luce di questo passaggio epocale, anche le dottrine politiche si sono adeguate. Da Hobbes in poi si è assistito a un florilegio di teorie e dottrine, alcune delle quali si dichiaravano strettamente connesse proprio alla scienza (positivismo, marxismo Ma anche il nazionalsocialismo e il fascismo).
Ma mentre il percorso scientifico ha mantenuto il suo sviluppo, in politica si registra una serie infinita di resistenze, repressioni, usi demagogici e protervi del binomio scienza-politica.
Le giustificazioni di questo scollamento sono molteplici. Voi cosa ne pensate?
#2794
Attualità / Re:Coraggio o temerarietà?
03 Ottobre 2018, 14:36:13 PM
Ultimo intervento che farò in questa discussione. L'evasione fiscale in Italia è stata stimata nel 2017 in 180 miliardi con in testa Lombardia e Veneto, notoriamente regioni povere. Questo governo del "popolo" invece di attaccare questi "veri grandi ladri" propone interventi assistenziali, di favore alle classi agiate, conditi da interventi repressivi contro i poveri dei poveri (i migranti) per far sentire i poveri autoctoni meno poveri.
Altro che diminuzione dell'evasione fiscale, caro Paul.
#2795
Attualità / Re:Coraggio o temerarietà?
02 Ottobre 2018, 00:03:29 AM
Paul. Si, mi aspettavo un pochino di sanatorie su quel lato, Visto che soprattutto i 5S si sono presentati come i moralizzatori e Grillo come un novello Robespierre.
Sul fatto che le multinazionali fanno shopping non lo trovo cosí scandaloso. L'importante sarebbe convincerle a restare in Italia e ad investire in Italia, cose che non si ottengono esattamente con Rdc e flat tax.
Sul debito pubblico è ovvio che possiamo permettercelo entro certi parametri. Anche la facoltosa Germania ha un debito pubblico del 70/80 per cento se non sbaglio.
Ma il nostro sistema paga proprio le inefficienze ereditate dal passato che si traducono in valutazioni prospettiche sul nostro futuro. Ed è per questo che lo spread salirà sempre più in fretta di altri. Ma per riacquistare e incrementare fiducia servono interventi diversi da quelli finora adottati. Ma ti sembra normale che l'italia sia uno dei paesi a livello mondiale con uno dei più alti livelli di evasione fiscale? Ti sembra normale che una causa civile mediamente impieghi qualche anno per definirsi? Ti sembra normale che le scuole siano lasciate a se stesse? Ti sembra normale che un Ponte strategico cada? Non parliamo dell'ineluttabilita' di un terremoto ma di una struttura ingegneristica realizzata dall'uomo e suscettibile di controlli.
La logica in Italia è quella del familismo amorale (Banfield) e queste trovate circensi del governo non fanno altro che assecondare il temperamento dell'italiano che si ritiene furbetto e che "tiene famiglia.
Sostanzialmente il problema è questo. Uno stato ha bisogno di politiche coerenti e di lungo periodo che siano in grado di modificare strutture e assetti di poteri parassitari. Questo obiettivo si scontra con una degenerazione culturale dell'italiano medio, con la necessità di essere rieletti ogni 5 anni, con il bisogno di proiettare sugli altri politici del passato e del presente errori, mancanze, senza guardare anche ciò che di positivo è stato fatto e sarà fatto. Per quanto la mia visione su questo governo sia critica sarei uno sciocco a proclamare che faranno solo e sempre errori. Al momento però il mio livello di soddisfazione è bassino.
P.S.: non sto dicendo che il crollo del Ponte Morandi e tutto il resto, siano responsabilità di questo governo, ma che questo governo che si proclama "diverso" sta adottando scelte politiche sintoniche  con la peggior tradizione partitica italiana.
#2796
Tematiche Filosofiche / Re:Tutto bene e niente male
01 Ottobre 2018, 23:38:44 PM
La tua, Viator è una concezione di bene/male in qualche modo quantitativa. Come se fosse una risorsa scarsa, possibilmente da incrementare attraverso la scoperta di nuovi giacimenti di bene. Ma la carenza di aggressività è un bene o un male? La carenza/abbondanza di giustizia? La carenza/abbondanza di controllo poliziesco? La carenza/abbondanza di amore? Sesso? Ricchezza? Lunghezza della vita (Il massimo del bene sarebbe quindi l'immortalità?). E anche il lavoro e il cibo, in che senso sono un bene? Il fatto che ve ne sia in gran quantità ma che si tratti di lavoro da schiavi è la stessa cosa di professioni rare ma ben pagate? Che vi sia tanto cibo spazzatura è meglio di una quantità  inferiore ma più genuina?
A mio giudizio il male, se vogliamo oltrepassare il discorso etico che ho posto prima, è una condizione umana sempre possibile ed è il male che osserviamo scaturire dalla natura e dai nostri simili. Il male è la morte che ci priva del senso della vita. Ma il male sarebbe anche l'immortalità che ci renderebbe esseri viventi inutili, privi di un disegno e di un destino, per via di un orizzonte infinito.
#2797
Tematiche Filosofiche / Re:Tutto bene e niente male
01 Ottobre 2018, 21:55:13 PM
Non ho afferrato bene il senso del discorso di Viator. "Il male non esiste" è la tesi iniziale ma in realtà la tesi è "il male è un deficit di bene", una carenza: come se l'agente malefico debba essere educato a riscoprire il bene. Però in seguito si dice anche che non fare niente (compito in bianco) è il male assoluto...
Sul bene e il male è stato detto tanto, anche in questo forum.
Mi limito ad osservare che sono fra i fautori di un'etica né metafisica né soggettivo/convenzionale. L'etica è a mio parere sempre intersoggettiva e intersoggettivamente variabile. Tizio, ad esempio, può ritenere buono sfruttare gli immigrati perché intersoggettivamente ha condiviso con altri questo principio etico. Se Però c'è un immigrato fra i tifosi della sua squadra, prevarrà un diverso rapporto etico, fondato su valori, che in questa situazione sono confliggenti e che la creatività del singolo cercherà di risolvere.
La complessità della società attuale ci pone spesso di fronte a questi dilemmi etici ai quali talvolta si è tentati di rispondere con soluzioni assolute, che sono però sostanzialmente illusorie.
La mia etica pertanto è connessa al percorso storico dell'uomo, non dissimile a quello teorizzato da Elias e da Freud, con la consapevolezza che esso non procede a senso unico, ma può recedere, prendere altre vie, anche involutive, come già accaduto.
La credenza in un bene onnipresente e assoluto può essere consolatorio oppure un movente per cercare il bene sempre e comunque. Quindi anche questa tesi non sfugge all'ambivalenza della condizione umana.
#2798
Attualità / Re:Coraggio o temerarietà?
01 Ottobre 2018, 20:42:26 PM
@ Ox. Il tuo discorso non coglie il bersaglio. Ben lungi da me adottare una prospettiva guelfi-ghibellini. Anzi mi sbraccio in ogni post proprio per denunciare questo vizio italico.
I governi precedenti, come giustamente fai notare, non hanno certo brillato ma almeno, relativamente ai governi di centro-sinistra e tecnici (ad esclusione di Renzi, che equiparo all'attuale canone demagogico), non si esaltavano con questi spettacoli di infimo ordine e con slogan per irretire gli analfabeti funzionali.
Erano un po' grigi, collusi con la finanza internazionale ma competenti.
Gli attuali politici si sono venduti come una ventata di "aria nuova" e quindi ora la tua obiezione: "guarda che i problemi elencati sono piuttosto datati", perde gran parte del suo mordente.
Aria nuova non ne vedo. È solo aumentato il pressapochismo, la furbizia politica, in una linea di perfetta continuità con il passato.
Se volevano davvero incidere politicamente dovevano far piangere qualche milione di italiani. Hanno preferito far contenti tutti per incassare consenso.
È  come se avessero fatto un LBO politico (leverage buy  out): si sono indebitati (promesse politiche) per ottenere il controllo societario (governo). Ma questo è uno schema da vecchia democrazia Cristiana, potenziato in peggio grazie al machismo autoritario di Salvini.
#2799
Attualità / Re:Coraggio o temerarietà?
01 Ottobre 2018, 17:59:34 PM
Per essere temerari ben altri dovevano essere i provvedimenti. Con quelli usciti dal cappello gialloverde non noto alcuna temerarietá.
Paghiamo con soldi pubblici, in uno stato formalmente laico, per i cappellani militari e per gli insegnanti di religione scelti ancora dal vescovo, senza bisogno di concorso. Ancora nel 2018, In piena situazione di crisi del debito pubblico, i fondi per le spese militari sono aumentati del 3 per cento.
I dipendenti pubblici della Regione Sicilia sono quasi lo stesso numero di tutti i dipendenti dello stato italiano (escluse Asl e pubblica istruzione)
Per via di un lassismo generalizzato, i dipendenti pubblici del sud che vincono un concorso e vengono assegnati al nord-italia, dopo qualche anno tornano al sud, dove si verifica un eccesso antieconomico di lavoratori mentre al nord si rinnova la mancanza di lavoratori con costi occulti e palesi per tutta la società.
Per via dello stesso lassismo vi sono carriere automatiche per cui in certi uffici pullulano i direttori e mancano i "lavoratori" reali.
Ho lasciato da parte il capitolo "evasione fiscale", ma credo di essere stato sufficientemente chiaro.
Ovvio che se si volessero fare le cose seriamente si pesterebbero i piedi ai tanti parassiti che i "dipendenti sia pubblici che privati" (e soprattutto privati) sono costretti a subire. Inoltre si tratterebbe di provvedimenti tecnici, ben poco attraenti e mediaticamente utilizzabili.
Inoltre resta fondamentale il discorso di Don. Si vuole combattere la crisi economica dovuta all'uso disinvolto di strumenti finanziari attraverso l'uso disinvolto di strumenti finanziari, la cui vittima principale sarà la generazione dei giovani di oggi.
#2800
Attualità / Re:Coraggio o temerarietà?
29 Settembre 2018, 15:53:13 PM
È una manovra del popolo sì ma del popolo "furbo." La pace fiscale e la flat tax premiano la classe imprenditoriale restia a rispettare regole e leggi. In attesa del prossimo condono le tasse continueranno a non essere pagate con conseguenze gravi sulla fiducia reciproca e sui servizi pubblici.
Il reddito di cittadinanza, ammesso che non sia uno specchietto per le allodole si trasformerà in un sussidio percepito spesso da soggetti che lavoreranno "in nero, integrando le due fonti di reddito.
Le conseguenze sul debito pubblico le pagheranno le generazioni future in un'ottica di peggioramento complessivo della cosa pubblica e in termini di mancanza di nuove opportunità.
Hanno scelto misure generaliste della peggior specie democristiana, invece di sviluppare politiche settoriali strategiche a tutela della famiglia, della formazione, dell'innovazione tecnologica,  tutte cosucce che agli elettori analfabeti funzionali potrebbero apparire come la lettura di un testo in sanscrito.
A coronare la pagliacciata si sono pure affacciati al "balcone", come faceva un primo ministro del passato, tristemente famoso.
#2801
La distinzione saggistica/narrativa e' piuttosto artificiosa. Da un romanzo si possono trarre conclusioni e riflessioni molto piu' fondate che da un saggio. Esempio: con quanta grazia Voltaire si prende gioco di Leibniz in Candido e sicuramente ha raggiunto un numero di persone molto piu' grande di qualsiasi testo filosofico.
Credo che ad un certo punto saggistica e narrativa si rinforzino a vicenda e possano trarre ispirazione l'una dall'altra.
La psicoanalisi non sarebbe mai esistita se Freud non avesse avuto una solidissima conoscenza dei classici greci. Il nome della rosa non sarebbe quel capolavoro che e' se Eco non avesse conosciuto la filosofia scolastica medievale. E gli esempi potrebbero continuare.
#2802
Anch'io preferisco la saggistica e se leggo un romanzo subito inizio a interpretarlo come se lo volessi far diventare l'oggetto di un saggio. Vivere la storia e basta...quella sì che e' una grande arte.
P.s.: c'e' un libro ne' carne ne' pesce, un grande libro, si intitola l'uomo senza qualita' di Robert Musil, un saggio-romanzo epico.
#2803
Uno dei problemi contemporanei e' quello di saper gestire il proprio tempo rispetto alle innumerevoli risorse del cosidetto infotainment e di saper distinguere risorse realmente culturali da risorse "spazzatura". Ad ogni buon conto, la lettura di un buon libro e' un'ottima alternativa.
#2804
Tematiche Filosofiche / Re:L'origine della diseguaglianza
25 Settembre 2018, 16:57:18 PM
Per Socrate. Allo stato dell'arte che vi sia un cervello arcaico, cd rettiliano e un cervello piu' recente detto anche neocorteccia non e' un ipotesi ma un fatto organico che tra l'altro condividiamo con tutti i mammiferi e forse anche con gli uccelli (non ricordo bene e non ho i testi con me).
Quello che ci distingue e' il grande sviluppo della neocorteccia nell'homo sapiens.
Sulle altre osservazioni invece dici delle cose interessanti che mi riprometto di leggere piu' attentamente.
#2805
Tematiche Filosofiche / Re:L'origine della diseguaglianza
25 Settembre 2018, 14:22:08 PM
Pensare all'uomo "originario" come il "buon selvaggio" e' ideologico. Pensarlo come "maschio alfa" che inevitabilmente trasmette questa sua indole all'uomo "per sempre" e' altrettanto ideologico. Il principio uomo egualitario o gerarchico "naturaliter" e' quindi, a mio giudizio, una grossa panzana ad uso e consumo delle piu' svariate ideologie.
L'homo sapiens e' il prodotto della sua cultura e della sua storia culturale. Le caratteristiche che si invocano per giustificare l'egoismo umano sono anche biologicamente relegate nelle parti piu' arcaiche del cervello.
Il cervello orbito-frontale dispone di meccaniche altamente sofisticate che promuovono molto di piu' la solidarieta', l'autocontrollo , l'empatia e il senso di giustizia.
Ma le parti arcaiche del cervello producono una attrazione potente nei momenti di crisi. In questi momenti si riattivano le dinamiche aggressive border-line amico-nemico, ricerca del maschio-alfa protettivo e dominatore, proiezione sul diverso dei nostri stessi difetti, modalita' di riscoperta del clan, del gruppo, dei fedeli, dei fratelli di sangue.
La storia umana in questo modo alterna momenti di prevalenza del funzionamento "'da cervello arcaico" a momenti di prevalenza del funzionamento "da cervello evoluto".
Ma il movimento e' ancora piu' complesso perche' accanto a questo substrato biologico-neuronale esiste appunto la storia culturale dell'uomo, altro elemento che condiziona e manipola l'azione dell'uomo. Solo l'uomo, in natura, puo' modificare il suo comportamento in un modo così vistoso a seguito delle influenze culturali. Basti pensare alla trasmissione delle idee di generazione in generazione. E' molto piu' probabile seguire i pensieri del proprio padre che andargli contro o adeguarsi a quella che il sociologo Athens chiama "comunita' fantasma di riferimento".
In realta' l'uomo e' l'essere vivente piu' adattabile ed infatti ha costruito societa' molto diverse fra di loro, ma tutte in grado di sopravvivere vittoriosamente alle avversita' naturali.
Accanto a questo ragionamento ne vanno fatti pero', almeno altri due, che spostano l'ago della bilancia verso la diseguaglianza.
Il primo e' il gap generazionale: i padri non sono allo stesso livello dei figli. E' dovere dei padri esercitare la giusta "autoritá" nei confronti dei figli proprio per aiutarli a sviluppare quelle forme di autocontrollo e di integrazione che non sarebbero possibili in un mondo dove padri e figli fossero uguali, un mondo che sarebbe ben piu' violento, se privato di questa fondamentale disuguaglianza.
Il secondo argomento, trattato da studiosi ben noti, e' quello relativo alla divisione del lavoro. Piu' una societa' diventa complessa, ricca, culturalmente stimolante, piu' si moltiplicano i compiti da svolgere in modo "specialistico". Durkheim parlava di societa' differenziate, contrapposte alle societa' segmentate.
Inevitabile che si creino fazioni, o come oggi si dice, lobbies. E proprio per questo Marx vagheggiava a proposito di un poetico "panettiere filosofo".
Non ho risposte univoche da dare alla questione ma spero di aver fornito qualche ulteriore elemento di riflessione.