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Messaggi - green demetr

#2791
Tematiche Filosofiche / Re:essere e divenire
07 Maggio 2017, 14:17:37 PM
cit paul
"L'autocoscienza è semplicemnte il momento della riflessione, della meditazione, quando ognuno di noi "raccoglie" le proprie esperienze sensoriali, comunicatice che sono trasformate in segni ,in simboli e cerchiamo quindi di "riordinare le idee", come si suol dire.."

Va bene basta intendersi, se è un processo attivo, di riordinazione siamo d'accordo, l'importante è che non sia auto-referenziale. ;)
Una mediazione che si decide a priori è la mediazione peggiore, la mediazione che si ordina in base alle esperienze, frutto delle azioni e delle emozioni, è una buona mediazione (entrambe in potenza, poi bisogna vedere cosa uno dice). ::)


cit paul
"Tutto quì semplicemente quì. Se poi quella coscienza individuale ha problematiche psichiche questo può distorcere il rapporto di mediazione fra realtà fiisica e simboli, segni astratti che si esprimono nel linguaggio e che dovrebbero diventare i razionali.
Se vince l'irrazionalità ne risulta la difficoltà razionale iil disagio esistenziale.
E' bene quindi chiarirci, perchè non penso  che si sia così distanti."

MA certo, basta chiarire. :)  


cit paul
"Comunque anch'io penso che l'uomo è dominato dalla "paura" come scrivi altrove e come io  sostengo socialmente.
Il conformismo nasce proprio dalla paura. la società è costrizione sanzionatoria fra pena e castigo e sensi di colpa. Quindi è vero ,ed è questa una delle fondamentali interpretazioni su Nietzsche, il prodotto culturale è una trasposizione fra disagi psichici/emotivi e forme strutturate nella cultura.E quindi al fondo del problema sta la natura umana e la cultura umana che soffrono nelle nostre personali individualità della propria esistenza  e che si esplicano nei simboli culturali."

Un abbraccio e ti rinnovo la stima. :)
#2792
Tematiche Filosofiche / Re:essere e divenire
07 Maggio 2017, 14:14:46 PM
cit sgiombo

"Inoltre nel pensare me stesso (senza affatto ritenermi Dio!) non trovo assolutamente nulla di psicotico (il che mi conferma nelle mie convinzioni circa la psicoanalisi, se è vero quel che ne dici; mentre la psichiatria scientifica, di cui peraltro so ben poco, non mi pare proprio lo consideri "psicotico", bensì normalissimo)."

Ho mai detto questo?
Ma il pensare te stesso si chiama co-scienza (la conoscenza di ciò che ti accompagna, e che ti definisce).

Mi scuso se ho usato erroneamente (mero errore)  il termine psicotico, che sarebbe un acuimento del pensiero paranoico, che perde i connotati temporali.(nel caso bizzarro vi sia qualche psichiatra fenomenologico che ci sta leggendo).

N.B. generale
intendevo dire che la gerarchizzazione è (di solito, quasi sempre) un processo (un discorso) paranoico. (ovvero evita di vivere, evita di confrontarsi).

cit sgiombo
E come si può dimostrare questa negazione?
In questo momento accadono le sensazioni visive (la visione) dello schermo del computer, e inoltre le sensazioni mentali del pensiero (predicato):"accadono le sensazioni visive (la visione) dello schermo del computer".

Non ho capito Sgiombo, puoi riformulare?
A che negazione ti riferisci cioè.
Comunque lo so che per te predicato e sensazione, a buon senso, formano una ragione.
Ma non riesco a collegarlo con il mio scritto.

cit sgiombo
"Di credere (in maniera "politicamente scorretta", come mi capita spesso) che il mondo naturale – materiale (che per me non è, non esaurisce la realtà in toto) sia caratterizzato da un divenire deterministico – meccanicistico l' ho deciso solo io e nessun altro al mio posto"

Non so! faccio fatica a capire i tuoi salti logici. :(
Io sto parlando di modelli scientifici, che vengono usati come "unità di misura" per discorsi che con la scienza non contano nulla.
(tipo spiegare l'uomo in termini di volta in volta meccaniscistici, relativistici o quantistici).
Se ho capito invece per te il modello scientifico (a ragione) costituisce un modello affidabile, e escludi che possa avere qualche relazione con il soggetto politico.
Liberissimo di pensarlo.(ovviamente dissento)
Le mie non sono considerazioni di tipo gnoseologico.  Ma perchè insisti  ;)  ?
#2793
Tematiche Filosofiche / Re:essere e divenire
07 Maggio 2017, 02:18:59 AM
cit paul
E con cosa relazioni te stesso con un oggetto? Se non vuoi chiamarla coscienza, chiamalo Io, Ego, Es, quello che vuoi.

Ma io contesto l'autocoscienza non la coscienza.

cit paul
Ma quale psicanalista ha mai detto che di per sè fare autoanalisi è psicotico? Sarebbero allora gli stessi psicanalisti da portare in neurodeliri, visto che loro per primi devono fare test di autoanalisi per essere capaci di supportare problematiche mentali di altri.

Tutti caro paul! devono avere un referente!
Un psicanalista che controlla un psicanalista.(è ovvio)

Non tutti possono essere Freud o Nietzche, avere la capacità di sdoppiamento.
La capacità regolativa di intedere la formazione del soggetto, sopratutto del proprio soggetto.

E' una semplice ma funzionale precauzione. (che poi è degenerata nel peggiore dei modi quella è un altre storia).


cit paul
"A tuo parere l'autocoscienza porta a diventare Dio? E cosa sarebbe allora l' autoconsapevolezza senza una coscienza.?"

Si lo penso con tutte le mie forze intellettuali. Chiunque si dichiari autocosciente delira SEMPRE.

A meno che intendi con autoconsapevolezza proprio la formazione del soggetto.

Allora sì: la coscienza porta alla formazione del soggetto.
Ma è una cosa strutturale. C'è un percorso temporale che decide di quel soggetto, in poche parole.
Nessuno decide prima chi si è. Lo scopri dopo. E poi ancora dopo, e dopo....il soggetto non è mai qualcosa di fisso.
Non so se mi intendi. Non può mai darsi come certo. Autoconsapevole? al massimo consapevole: la differenza è enorme!
#2794
Tematiche Filosofiche / Re:Che è l'uomo?
07 Maggio 2017, 02:16:07 AM
cit paul
L'irrazionalità è legata più alla parte psico-emotiva, la razionalità alla ragione all'intellegibilità, al confronto a vivere consapevolmente la contraddizione di una ricerca di una verità, fattibile o utopistica che sia.

Sono d'accordo con quanto scrivi Paul.
Anche se la provocazione di Antony mi è piaciuta.(c'è del vero in quel che dice)

L'unica cosa che correggerei è forse che l'irrazionalità è legata alla parte psicoemotiva che non ha feed-back. Ossia a quell'incapacità di relazione (e quindi di confronto razionale) con un altro essere umano.
Fin tanto che ne facciamo una questione di soli mezzi, e non di sentimenti, non andremo mai oltre la soglia delle semplice promesse.
E quindi la provocazione di Antony sarebbe assai attuale.
La nostra è un epoca che in nome della pace e dell'amore, fa guerra continua e serrata.
(tutto rigorosamente dimostrato).
Poi certo che il papa Francesco mi piace quando comincia a essere scorretto (la critica alla bomba madre americana). 8)


#2795
Citazione di: acquario69 il 06 Maggio 2017, 03:21:59 AM
Citazione@Gyta
Una delle conseguenze di una certa politica economica di quei paesi che attraverso la loro gestione amministrativa la sostengono è proprio la garanzia di miseria e sfruttamento di buone parti del globo. Inutile poi recriminare o peggio dare avvio ad una triste lotta spesso entro la medesima classe di appartenenza.


Si lo so che se esiste tutto questo casino le cause hanno la loro origine a partire dal nostro occidente e nei nostri stessi stili di vita..per cui finora non abbiamo mai voluto rinunciare, e in fondo facendo finta, almeno fino a ieri, che tutto questo non ci riguardasse. (Complicita' ceca ed autolesionista)
Le attuali migrazioni ne sono una diretta conseguenza.
La guerra infatti e' quella tra poveri (migranti e popolazione autoctona) ed e' situata in basso, e quelli che stanno in alto dirigono le fila.
questi ultimi devono per forza di cose essere posseduti da qualcosa di mostruoso per cui diventa difficile da arrivare a credere..altro mio pensiero paranoico  :)


CitazioneScusa... non ti pare un attimino di sfiorare la paranoia..


Capisco che può dare questa impressione e me lo sono chiesto pure da me,pero sono arrivato alla conclusione che non sono io ad esserlo perché vado a pensare certe cose ma al contrario perché sono le cose che riscontro intorno a me ad esserlo...e come dicevo prima a Paul la tentazione di chiudere gli occhi e' la più facile (e paranoica)...a me pero va di tenerli aperti anche perché ho capito che l'integrita - come detto prima -  e' un valore assoluto per cui niente può arrivare a scalfirlo

ho letto da poco quest'articolo che integra molto bene quanto ho detto sopra.
http://www.maurizioblondet.it/schiavitu-2017/

Ti rimando a questa lettura e poi giudica da te se anche quello che dice l'autore dell'articolo lo reputi pure lui paranoico.


Sono d'accordo con Paul e Gita e Inverno

Ad acquario dico questo, non per forza devi avere torto.

Il punto è semplicemente se ci hai mai parlato con uno di questi immigrati.

Di come sono fatto e di come tu reagirai non si può sapere.

Perchè è solo vivendo le situazioni che se ne ha la visione più corretta.

Semplicemente vivendola.

Io avendoci parlato, quanto facevo volontariato, ho scoperto che sono persone che hanno una cordialità che noi italiani ci sognamo proprio di avere.(ventanni fa a onor del vero)
Ma ho anche scoperto che sono restiii loro stessi ad una effettiva integrazione.
(ma è il mio vissuto, che confrontato con quello degli altri assumeva poi le dimensioni di cosa avrebbe dovuto essere il sociale.., come dire prima del politico ci deve essere la consapevolezza di un vissuto)

Quindi la cosa è complessa, ma è solo nel vissuto, nel gioco delle parti (a volte drammatico)
che uno capisce come la cosa si evolverà.

Il caso di cronaca su cui si basa puntualmente invece l'ideologia che costruisce il consenso (ma io odio chomski) non può essere preso per "buono" da una intera società.

Quella è sempre paranoia. (tutto lo "strutturalismo" francese verte su quello)






#2796
Inverno hai ragione,
ma ritengo che quando si parli di unione si parli anzitutto di economia.
(giusto o sbagliato che sia).
Ovviamente di economia politica sarebbe meglio....secondo me la partita è sopratutto lì.

E' inutile che l'economia se la prende col politico, e il politico con l'economista.
Devono trovarsi d'impegno in un campo del sapere umano che esiste da secoli.
 (da adam smith in poi per l'esatezza).
la politica economica.
potrebbe essere d'altronde al di là della scelta politica con chi stare, semplicemente un fatto storico, che fatica a maturare.
Ovviamente per quello che dici tu, la differenza di lingua e cultura.
In linea di principio potrebbe anche essere il fio che si paga alla storia.
#2797
Citazione di: anthonyi il 06 Maggio 2017, 05:07:17 AM
Citazione di: green demetr il 28 Aprile 2017, 12:20:14 PM
[quote author=InVerno date=1493372833
- Uscita dall'Euro dell'Italia (o della Francia, o della Germania) significa fine dell'Unione Europea, se non ti rendi conto del perchè e del per come magari pensando a quegli stati "in Europa senza Euro" (con moneta ancorata e pil irrilevante) è perchè non ti rendi conto delle conseguenze politiche, in particolare riguardo alla credibilità dell'intera baracca (moneta inclusa) che una mossa del genere causerebbe.

Fatto un piano (quello di Draghi) se uscissimo dall'eurozona, si tratterebbe "semplicemente" di farne un altro.
Non capisco perchè tutto questo pessimismo, veramente crediamo che per esempio al brexit abbia seriamente messo in discussione i trattati economici britannici: nessuno riceverà un embargo per questo.
A me sembra che è la paura a far dire molte cose.
E ripeto nessun ha poi la sfera di cristallo, per poter dire che certe cose accadano necessariamente.



E certo perché tu fai degli accordi, dopodiché dici "ho cambiato idea" e non rispetti i patti sottoscritti, non paghi i debiti e gli altri ti rispondono: "Amici come prima".
[/quote]

Prima del piano Draghi c'erano altri patti, siamo forse diventati nemici????

Ma non diciamone su!!! su!!! Si tratta di fare accordi, accordi tra amici.

Che poi nelle amicizie vi siano repciproci interessi, quello è normale.

Ma poi quali sarebbero questi accordi visto che il patto europeo è secretato???

in cosa ci siamo impegnati, non lo sappiamo quindi non possiamo nemmeno dire, questo possiamo farlo, questo no.

Semplicemente non lo sappiamo, e invece tutti dicono che non possiamo farlo....ma sulla basa di che????




#2798
Citazione di: anthonyi il 06 Maggio 2017, 05:16:21 AM
Citazione di: myfriend il 03 Maggio 2017, 19:38:55 PM
Il debito pubblico del Giappone è al 250% del PIL.
E non mi sembra che il Giappone stia andando a gambe all'aria o sia sottomesso alle potenze straniere.

Cedere la sovranità monetaria è stato un grosso errore.
Perchè avendo in mano il potere monetario si ha in mano il potere politico di una nazione.
E noi, perdendo la sovranità monetaria, abbiamo perso anche la sovranità politica.

Il popolo giapponese ha un avanzo finanziario che noi ci sogniamo, quando il Giappone emette titoli ha giapponesi che li comprano a tassi vicino allo 0 dagli anni ottanta, quando noi, per il nostro debito, arrivavamo a pagare anche oltre il 20 %.
Per tutti gli anni 70 e 80 l'Italia è vissuta nel timore degli squilibri finanziari internazionali, e questo la rendeva politicamente succube molto di più di oggi.

Eravamo la quinta potenza mondiale....succubi di chi scusa?
#2799
cit garbino
"Ed è già illusorio pensare che si possa arrestare la globalizzazione. Ed è per questo che non ci siamo, caro Green. Primo punto."

Ma questa è una chiara posizione paranoica.  >:(

note a margine:
Il comunismo ha fallito con la caduta del muro.  8)

Il fallimento sempre più evidente in tutte le nazioni occidentali di quella ideologia, è che non ha minimamente inteso l'ideologia capitalista. (non tanto il capitalismo in sè).

Russia e Cuba assomigliano molto a delle dittature, seppure si potrebbe dire come Sgiombo che funzionino meglio.
(e io al contrario di molti in questo forum, non faccio fatica a crederlo, sebbene io a Cuba e in Russia non ci sia MAI stato, mi fido però dell'esperienza di molti intellettuali scappati da Cuba).
Accenno per certo (vedi scrittori come Arenas) al problema del GENDER (l'omosessulità, perseguitata in entrambi gli stati).
Se il comunismo deve essere quello, lo lascio a te e a Sgiombo.

Ma comunque sia (anche rispetto a queste note a margine) mi sto riferendo alla battaglia ideologica, e non alle condizioni storiche (che posso solo presupporre non vivendoci).

Se tu pensi che non vi sia traccia in Nietzche di tutto questo: è un bel problema.

Ripeto come a Maral, lasciatemi ordinare UTU, poi lo citerà passo per passo (come piace a te, e pure a me) e vediamo come mi rispondete.
Per ora lasciamo pure passare sti 3 mesi in sordina.

cit garbino
 Io penso che tu abbia bisogno di un po' di riposo intellettivo e ti consiglio la lettura di tre libri che ti possono aiutare non poco, sperando che tu non li abbia letti. Il Signore delle mosche di Goodwin, To the lighthouse ( tradotto inopinatamente Gita al faro ma la cui traduzione sarebbe dovuta essere Verso il faro ) della Woolf e Affinità elettive di Goethe. Secondo punto e chiudo. Comunque sono sempre qui, caro Green.

Non riesco più a leggere letteratura, nei miei 20 anni ho letto sopratutto autori della mitteleuropa, ho apprezzato tantissimo Poe, qualche autore francese (flaubert) e dopo aver letto Dostoevski penso che non possa esistere nessuno al di sopra.
Purtroppo non sono più riuscito a leggere la ricerca di Proust, l'unica vera pecca (grave) alla mie letture.
Gli autori inglesi e gli americani NON li sopporto.(odio persino Joice).
Sono saturo di letteratura e di poesia (tanta, tanta, troppa poesia, il mio autore preferito per distacco è Montale).

Ma ti ringrazio Garbino.

Per quanto riguarda il riposo intellettuale, direi che è il contrario!
Non c'è mai stato bisogno come oggi di intellettuali. L'esistenza di questo forum (fin che dura) è una specie di piccolo miracolo senza senso.
Il fatto che tu (o altri) non lo capiscano mi fa ancora più allarmare su come l'ideologia capitalista sia filtrata nella testa della gente.

cit spleen di Baudelaire


SPLEEN
 Quando, come un coperchio, il cielo pesa greve 
      Sull'anima gemente in preda a lunghi affanni, 
      E in un unico cerchio stringendo l'orizzonte 
      Riversa un giorno nero piů triste dell notti; 

5    Quando la terra cambia in un'umida cella, 
      Entro cui la Speranza va, come un pipistrello, 
      Sbattendo la sua timida ala contro i muri 
      E picchiando la testa sul fradicio soffitto; 

      Quando la pioggia stende le sue immense strisce 
10  Imitando le sbarre di una vasta prigione, 
      E, muto e ripugnante, un popolo di ragni 
      Tende le proprie reti dentro i nostri cervelli; 

      Delle campane a un tratto esplodono con furia 
      Lanciando verso il cielo un urlo spaventoso, 
15  Che fa pensare a spiriti erranti e senza patria 
      Che si mettano a gemere in maniera ostinata. 

      - E lunghi funerali, senza tamburi o musica, 
      Sfilano lentamente nel cuore; la Speranza, 
      Vinta, piange, e l'Angoscia, dispotica ed atroce, 
      Infilza sul mio cranio la sua bandiera nera.
.


l'angoscia dispotica e atroce infilza sul mio cranio la sua bandiera nera....

Caro Garbino fiuto l'angoscia della gente a centinaia di chilmetri di distanza.

Senza l'angoscia non c'è apertura al metafisico, hai intuito bene!

ma forse un giorno anche tu capirai....nietzche non è l'ultimo metafisico perchè è l'ultimo dei metafisici classici, ma perchè è il primo della NUOVA METAFISICA.
#2800
cit, maral
"Mi suona piuttosto heideggeriana questa tua interpretazione, se si dà l'equivalenza tra tempo e Essere. Ma per Nietzsche la volontà di potenza deve (vuole) superare il tempo, non può starvi limitata trovandosi così annullata."

E sono d'accordo (l'unico a dirlo tra l'altro è Severino, giusto per dare l'idea anche agli altri lettori di quanto gli interpreti di Nietzche siano fasulli).
Ma è proprio perchè sono d'accordo che non riesco a capire MINIMAMENTE cosa vogliano dire quelle tre o 4 righe, subito dopo: che diavolo c'entra la clessidra?

cit, maral
"E' un fatto biologico, ma non nel senso riduttivo dell'attutale scienza biologica.
Mi chiedo chi per te ha davvero capito Nietzsche? E cosa gli fa pensare di averlo capito? "

Non ho letto così tanto per poterlo dire.
ho centinaia di articoli che da anni dovrei leggere.
il fatto è che letti un paio, sono così deluso dall'incredibile superficialità che mi stufo subito.

Io sono all'inizio della salita, cerco dei compagni, non sono così forte da poter andare su speditamente.

Mi sembra che però un paio di punti li ho scritti pubblicamente su questo forum, e voglio proprio vedere se trovo qualcun altro che li riesce almeno a intravederli.

Io faccio del mio meglio. Ma i mali del vivere non sono certo quelli.

Mi rendo parimenti conto che serve chiarezza e concisività, sopratutto perchè almeno se non dobbiamo essere d'accordo, che lo sia per dei motivi chiari e intellettualmente onesti.

Per fare questo devo ordinare gli aforismo di UTU, dovevo farlo l'anno scorso, non ero dell'umore giusto, forse quest'anno.

cit, maral
"Torna ogni volta finendo. Non possiamo darlo per certo, ma regge e dà un senso profondo e non semplicemente polemico al pensiero di Nietzsche. Lui stesso avvertiva l'eterno ritorno come il suo pensiero davvero abissale. Cos'era? Forse solo l'idea balzana di un matto? "

Maral non lo so. Di certo non era una idea di un matto.  E di certo non è quello che dici tu. Faccio polemica con i commentatori non con Nietzche. (o ci atteniamo al testo, o ce lo inventiamo punto e a capo) che poi l'invenzione regga, non dà adito che su quella invenzione si costruisca tutto il resto del pensiero nicciano, è intellettualmente disonesto.

cit, maral
"Pure il trascendente in sé non vuole dire niente. Né l'uno né l'altro sono unità di misura, ma il loro punto di incontro, la morte dell'altro che appare a ogni individuo umano. "

Il trascendente per me è l'apertura alla domanda di senso, una volta che l'attimo è passato.
Anche il trascendente in sè, per me non vuole dire niente. Deve semrpe essere relato ad un soggetto (idealismo tedesco).

cit, maral
"Siamo tutti interpreti. Anche Nietzsche stesso in fondo. Ognuno lascia qualcosa da interpretare e sarà tradito dai propri interpreti e questo tradimento è doveroso e sacrosanto, è il diritto al futuro che fa di ogni monumento un resto che va sempre più rovinando. E' la sterminata panoramica di rovine che Nietzsche vedeva nel passato. Proprio questa rovina dà diritto al futuro."

Queste posizioni da maestro zen le lascio a te e agli altri amici del forum.  ;D ;)
L'interpretazione del monumento è invece il lascito (uno delle centinaia, forse migliaia) del Maestro.(da seguire).
Fare della sua interpretazione una qualsiasi interpretazione a me non interessa.
Spero tu mi capisca Maral. Per me Nietzche stabilisce la vera agenda del filosofo futuro, e io spero ,se lo trovo, anche (il filosofo) presente.
Poi ognuno interpreta comunque, questa va da sè. Ma bisogna scegliere dove stare.
Anche la posizione "zen" è una scelta d'altronde. (spero non vi offonderete).

cit maral
"Fortunatamente si ripeterà, per questo merita di rileggerlo. "

:) speriamo di no, dai!
#2801
Tematiche Filosofiche / Re:essere e divenire
06 Maggio 2017, 21:33:28 PM
Citazione di: paul11 il 06 Maggio 2017, 16:40:21 PM
Citazione di: green demetr il 05 Maggio 2017, 19:36:04 PM
.............
pamplhet contra

Quando sento la parola gerarchia, però sobbalzo, in psicanalisi e in tutte le grandi teorie politiche contemporanee (Schmitt e Agamben) la gerarchia è sempre quella celeste. Ed è sempre "in nome di" (come mimetizzazione) del potere reale.

Sostanzialmente proporresti la dismissione della dialettica idealista tedesca, per quella analitica americana.
Ma ogni analitica americana è per me fonte di tortura intellettuale. Oggi non me la sento di (ri)aprire questo lunghissimo 3d.
Mi limito a ricordarlo sempre. Ogni cosa che esce dall'america è ideologico e ipocrita.

Questa convivenza si costituisce come la presenza di un mutamento che in ogni ente sviluppa la natura, l'essenza propria dell'ente.
Dopo Paul Maral Garbino ora ti ci metti anche tu.
Ma chi mai ragazzuoli deciderebbe di cosa sia natura e cosa no? quale sarebbe questo quantitativo che decide a priori della destinalità di un ente?  :o
Ma non vi rendete conto (evidentemente no) in quale fauci mostruose è stato affidando il vostro pensiero?
Un pensiero che possa decidere in anticipo della destinalità di qualsiasi ente, è un ente che gerarchicamente crederà di essere Dio,e si proporrà esattamente così. Nascondendo la sua cannibalica volontà di potenza.

Non a caso parli in maniera pericolosissima di gerarchia.

.............................
E' il pensiero che decide ed è decisivo ed è di un essere autoconsapevole, seppur limitato anche per sua natura.,quale ' l'uomo.
L'uomo ha una volontà ,una intellegibilità, una ragione, questo lo pone fisicamente dentro la natura come corpo fisico soggetto a regole naturali, ma anche a facoltà che sono oltre la natura seppur ad esse collegate dall'esistenza che è condizionata dalle regole appunto della natura.
Non penso affatto, per quanto mi riguarda, che vi sia un destino aprioristico, se lo potessimo conoscere  avremmo la verità.
La volontà di potenza scaturisce dalla contraddizione..............

Ma io rigetto qualsiasi cosa voglia chiamarsi auto- (autocoscienza, autoconsapevolezza, automazione), non esiste una cosa del genere.
Il soggetto parte sempre dal rapporto con un altro oggetto, nel caso si rapporti con se stesso, come ampiamente dimostrato dalla letteratura psicanalitica, psichiatrica etc...
Cade irrimediabilmente nel delirio psicotico.
Infatti in quali regole cadremmo noi? se fossi nato tu nel 700 cadremmo in regole meccaniche, oggi diremmo che cadiamo sotto regole relative, se non proprio statistiche.
Qualcuno ha deciso per noi cioè.
E' questo il grave problema.
Quale "auto-"? in queste genere di discussioni sono molto vicino a Sgiombo che infatti parla di fede, fede in qualcosa, fede in se stessi, fede nell'uomo....etc.
E' invece tramite la dialettica, con lo scontro con un altro ente, che si rivela la soggettività etc....
Ti ripeto in ballo è sopratutto la destinalità, che poi il tuo discorso "pieghi" sulll'analogia, fra soggetto ed evento (come suona alle mie orecchie), in parte ti tiene lontanto da quel pericolo...il punto è fino a quando? quando lo sforzo del confronto cede alle istanze del "credere di essere dio" (l'autocoscienza).
Fimo ad oggi non è accaduto, e probailmente sei l'unico utente con cui mi trovo sempre d'accordo. Alla fine per me infatti le premesse sono importanti, ma è il discorso generale pratico che  mi interessa.

#2802
x garbino (la tua risposta mi è costata 3 ore.....)Che fatica!


"La tua critica ad un verso di Blowin' in the wind di Dylan mi sembra inopportuna e forse significa che conosci poco la storia di quella canzone. Mio caro Green, Blowin' in the wind è stato il cavallo di battaglia di tutta la contestazione americana degli anni 60. E il vento era appunto il vento della rivoluzione che attraversava tutta la società americana a livello giovanile e che fu repressa anche con la Guerra del Vietnam richiamando molti giovani che avrebbero preferito combattere in casa per le cause civili e sociali del loro Paese che non in uno sperduto angolo di Terra del Pacifico. Ma soprattutto la mia citazione verte a constatare che nulla è possibile senza un vento che si alza contro le proprie catene sociali e civili e soprattutto economiche. E mi puoi dire tu dov' è questo vento? Contro chi alziamo la nostra voce, contro chi ci poniamo per raggiungere obiettivi rivoluzionarti di cambiamento senza un vento? Ma soprattutto anche in assenza di vento contro chi ci poniamo? Vedi tu un soggetto qualsiasi contro cui porsi e poter affermare: Sì, sono dalla parte giusta e contro la persona o categoria o altro giusta? C' è una categoria di persone che possa rappresentare comunque una volta messo in moto il tutto, ammesso e non concesso che si riuscisse nell' intento, a cui poter affidare il nostro futuro? Esiste, caro Green? Esiste o no? E guarda che desidero anzi pretendo una risposta poco evasiva e soprattutto convincente. Sempre con stima.

Grazie della cortese attenzione.

Garbino Vento di Tempesta."

Caro Garbino veniamo finalmente a cose toste, cose reali.

Non sapevo della canzone di Dylan (non mi è mai piaciuto il suo blues, e la musica per me viene prima delle parole).

Gli anni 60 e gli anni 70, erano ideologici.

Una sana ideologia di protesta contro l'arrogante borghesia.

Sana nel senso forse come dici tu, di vento, di respiro oltra la coltre della ipocrisia.

Ma era pur sempre una ideologia, gente con in mano Marx e Adorno, che non capivano niente di Marx e Adorno.

Non lo dico perchè li conosco (marx qualcosina e adorno è una mia grave lacuna che conto di colmare presto), ma perchè ho letto in uno speciale del mensile DERIVE, in cosa consisteva quella protesta: era una protesta sui generis, COLMA fino all'inverosimile di moralismo bislacchi e di chiara derivazione cattolica.
Una protesta contro, senza sapere contro chi si va incontro.

Ancora oggi a pochi giorni dalle elezioni la sinistra invita a votare per il capitalismo, per lo spauracchio del fascismo.

Non ci stanno capendo NULLA, stanno sparendo dietro la loro TOTALE IGNORANZA, di quello che diceva il più grande dei MARXISTI, tale PREVE.

La lotta non è più sinistra destra. In quanto si è vista che era solo ideologia (solo per modo di dire, ci hanno perso la vita in molti). Mimesi di un potere più forte, quello del capitalismo.
Oggi l'unica lotta come diceva il compinato Preve è ALTO-BASSo, parole che vengono doppiate dal pensatore di destra BENVENISTE.
La lotta oggi è tra globalisti e antiglobalisti.

Non è una mera guerra ideologica, è sempre stata una guerra filosofica.
SOlo dallo scontro può nascere la verità di CHI SIAMO.

Ma questo scontro è anzitutto INtellettuale. Pensiero scandaloso, che non riesca MAI ad attecchire.

(Un caso su tutti Zizek, prima invita a votare TRUMP (giustamente) e poi dice di astenersi con la LEPEN.)

Perchè? perchè ha ricevuto attacchi su scala GLOBALE dalla sinistra, dal canale AL-JAZEERA, a quelli angloamericani, fino al solito becero idealismo di sinistra dell'intera europa!

L'ideologia è un mostro che ha raggiunto dimensioni globali.

Prendere parte contro, significa semplicemente mettersi nelle condizioni di vederlo subito questo MOSTRO.
(spaventarsi e fare retromarcia come ZIZEK)

E' nelle risposte della vita quotidiana, nelle manovre autolesioniste sulla sovrantià popolare, fino alla capillarità delle risposte dei nostri amci, parenti e familiari.

Non c'è spazio per la critica, non c'è spazio (pubblico) per la guerra intellettuale.

Prendere parte non significa meramente, schierarsi a livello politico (quello è irrilevante), quanto fare della politica, l'arma del nostro potere argomentativo si ciò che è reale.

Il reale non è il virtuale. Il reale è rendersi conto di cosa intendeva Nietzche quando parlava di Uomini  e non di ideologie.

Cosa è l'uomo non è un facile biologismo (sempre smentito in atto, basta prendere qualsisi rivista biologica, per capire l'assurdità delle pretese)- E' invece  facile prendere posizione: perchè dalla parte, qualunque nello spazio tempo siamo presi è la rivelatrice del matrix sotteso ad esso. Della matrice, del codice malizioso dietro a ogni nostro pensiero, che sia slegato dal nostro stare qui ed ora.

Contro chi dunque? contro il capitalismo, ovvio.

Da Weber in poi, dall'800 in poi ci si è resi conti che nessun illuminisimo è possibile senza smascherare la TEOLOGIA Che lo reggimenta.CHe lo gerarchizza.

Vuoi porti all'altezza dei tempi in un batter d'occhio? leggiti SUBITO "Agamben: cosa è un dispositivo."

E' un libretto agile, in un pomeriggio è letto. (viene prima di nietzche, prima di heidegger, prima di derrida)

Fattene una idea ragionaci sopra e forse poi potrai tornare a ragionare con Nietzche, che quelle cose le aveva capite in un attimo nello slancio vitale di un pensiero che spazzava via quelle (istanze) di tutti gli altri.

Allora ti vergognerai di aver creduto anche solo per un istante a qualsiasi biologismo. A qualsiasi cosificazione delle "cose umane".


ora vado sul personale non mi aspetto rispote.


Parlando dei motti se vuoi ti dico la mia posizione, ora adesso, ma è in evoluzione.
La prima cosa che ho notato è che ogni motto è minato dal suo contrario, ossia ogni motto ha in sè i caratteri della sua autodistruzione.
Non so se qualcuno lo ha teorizzato.
Col passare degli frequentando questi motti, ho colto il carattere eminentemente religioso degli stessi (ben prima che scoprissi cosa  fosse la teologia politica), ne avevo perso il carattere gerarchico, semplicemente perchè ne ero dentro.
Il carattere religioso e qui vado con la mia teoria ha a che fare con la sua morte.
Un motto di persone si incammina verso il suo tramonto, e il suo cammino è la lunga litania, di promesse, di ideali, ma sopratutto di ricatti.
Chi decide cosa, il gruppo? Non è MAI stato così, e nemmeno nella storia è stato MAI così.
Qualcun altro decide, per avere poi il potere di stare con la tipa. Un incredibile carosello di idiozie, che nasconde il desiderio della donna.
E' la scoperta dell'acqua calda, messa a ferro e fuoco, a livello globale per es, nel caso di berlusconi e dei suoi festini.
LA COSIFICAZIONE DELLA DONNA, urlava in massa la sinistra globale, e abietta (come se non facessero la medesima cosa).

Ma il gruppo dove è MAI Stato??? dove mai si è visto un gruppo decidere.

La questione è troppo radicale per essere anche solo intesa. A mio parere bisogna entrare negli incubi privati di ciascuno.
Riscoprire impensabili superstizioni alla base del nostro interagire quotidiano.
Per ora ho scoperto solo la paura dei fantasmi.
La gente ha paura dei fantasmi, li evita.  (questo ben prima che la new wave dell'horror asiatico esportasse a livello globale).
Ma per capire quelle superstizioni (e cosa altro non è che lo strutturalismo antropologico? vedi levi strauss, autore maximo per ripartire) ho imparato a mie spese, che cosa diavolo sia il discorso paranoico.
Le litanie dei moti, sono presenti anche nel continuo boffonchiare rancoroso delle persone, sui metro, nei bar, nei bistrò, per le strade.
Cosa diavolo è mi sono sempre chiesto.
E' stato sommamente difficile, capire che non solo gli altri, ma io stesso, era all'interno di questo rancore di fondo.

Questo rancore di fondo, è l'ideologia capitalista.
Non è semplicemente il fatto politico, perchè TUTTO è politica.
E se la politica è una solo ALLORA TUTTO diventa un invisibile muro di gomma.
I sentimenti ribalzano come impazziti, non c'è feed-back.
La gente non è in grado di effettuarlo.
Non riesce a sostiture quello che gli viene detto di pensare, con ciò che realmente pensa(molto banalmente anche se dolorosamente perchè non ci ha mai pensato).
Il risultato è il rancore.
L'intellettuale, suscita un rancore sordo a qualsiasi ragionamento.

Era già tragica così.
Ma dall'anno scorso ho scoperto, che non solo non riesce più a rendere voce al feed-back (dimodochè il feed-back avviene solo al non verbale) ma addirittura tenta di farlo, di farsi coraggio di farlo, DA UN ALTRO LUOGO, che non è il qui, oggi ma è come un DA SEMPRE.
(UN MALEDETTO MILLE VOLTE MALEDETTO "LUOGO COMUNE" CHE NON ESISTE).

Dunque garbino le persone esistono, eccome se esistono, è che non sanno proprio come comunicarselo "COSA DEVO FARE".
Perchè scambiano la verità per la falsità, era chiaro, fin dall'inzio....
mi ha rispoto nietzche da un altro tempo da un altro luogo. (non ci sarei mai arrivato da solo).
E penso che se hai capito, è tutto qui il SUO e il NOSTRO dramma.


bisogna tornare a comunicare. questo è tutto, con la propria testa.
#2803
cit maral
"Non credo che comunque N. intenda l'attimo come una convenzione temporale o "una astrazione (un prodotto del mentale)" come dicevi più avanti."

e perchè no? Nietzche ragiona a lungo sull'impatto del giudizio soggettivo e dei suoi errori metafisici.
comunque mentale è un termine che rimanda a strane ipotesi che vanno per la maggior oggi, felice di sbagliarmi nel caso.

cit maral
"Intendevo dire che la zoè (nel senso greco) non conosce la morte, la esclude. E' vita infinita di tutti gli esseri viventi (zoa), senza caratterizzazioni, contrapposta alla vita finita e caratterizzata del bios che incontra la morte. Scrive Kerenyi nel suo magistrale saggio su Dioniso: "zoè è il livello minimo della vita, con il quale soltanto la biologia ha inizio... è non morte". Alla zoè corrisponde il tempo della festa dionisiaca più che quello dell'evoluzione darwiniana. Credo rappresenti certamente il divenire nella forma più pura. in cui la morte è un momento diveniente della vita stessa."

Scrive Agamben che la zoe è la nuda vita.
Scriveva Focault la battaglie contemporanee sono atte al dominio del bios inteso coem riducibile a mera zoe.
Dico solo questo. Mi sono stufato di litigar per oggi.

cit maral

"Direi proprio di no, il divenire per Severino è una contraddizione assoluta che va esclusa, quanto all'essere parmenideo è niente. Severino parla dell'Apparire e del Destino, che sono concetti ben diversi dal Divenire e dall'Essere (e sicuramente l'Apparire non può essere assimilato al Divenire, proprio in quanto apparire del Destino) "

No abbi pazienza, il divenire è la contradizione assoluta dell'essere, e necessita di tale contradizione per essere vera.
Non possiamo farne a meno. Non ci sarebbe "destino" senza contraddizione.

cit maral
"E' chiaro mi pare che Nietzsche capovolge i termini di valore, ma questo capovolgimento di un modo di pensare che giunge al suo compimento (finito significa essere perfettamente compiuto) era presente fin dall'inizio nel modo di pensare dell'Occidente: l'Occidente ha in sé fin dall'inizio la necessità del suo tramonto: ogni cosa infatti deve cominciare dal niente per finire nel niente. "

In una sola parola Severino non ha capito niente di Nietzche. Sebbene la sua teoria del ritorno fa i conti con i precedenti paragrafi, e quindi giustamente è correlata alla volontà di potenza, e quindi mi sembra più logica di TUTTE le altre: rimane il fatto che lo scritto dice esattamente il contrario, non che il tempo viene battuto dal divenire, ma che il divenire si ripete come una clessidra. E quindi il divenire è all'interno del tempo. Passaggio oscuro e che non si vede come possa centrare con il fatto che la volontà vuole sorpassare il tempo. Ma evidentemente non ci riesce. Dunque Severino non ha capito nulla.
E non avete capito nulla nemmeno voi naturalisti che credete accecati che la volontà di potenza sia un fatto biologico.
(e invece è il bio-potere che vi fa dire così)

cit maral

"Il divenire non può per Nietzsche essere l'uomo. L'uomo è destinato a finire, anche se è destinato a tornare in eterno."

cosa è uno zombie??? finisce ma torna???? Maral non possiamo assumerlo come certo. Non ci sono elementi (scritti) di valutazione sufficienti.

cit maral

"Su questo, per come l'ho capito, sono d'accordo. Ma nulla può sottrarre valore all'immanente, se non ha valore, è il porre al di sopra dell'immanente un trascendente che diventa unità di misura di ogni valore che dà valore negativo all'immanente."

Ma perchè scusa? siamo d'accordo che ci deve essere un trascendente, ma quel trascendente è legato a doppia mandata all'immanente.
L'immanente in sè non vuol dire niente.
Leggi anche la stessa brillante argomentazione di Davintro.( prima di impazzire sulla logica modale americana, quella dei quantificatori etc..;) scherzo)

cit maral
"A dire la verità l'Essere non lo considero proprio per niente."

COMEEEEEE????? Sarà l'effetto Sgiombo!  ;)

cit maral
"Questo la sento molto come una tua interpretazione, non c'è nulla di più discusso di chi sia per Nietzsche l'Oltreuomo/Superuomo, sono contento di vedere che tu te ne sei fatto un'idea chiara, sulla quale però al momento non mi sento per nulla di concordare. Parlare di un uomo dopo la fine della metafisica mi sembra già molto azzardato.""

Che gli interpreti non ci capiscano nulla è appurato, ma lui Nietzche lo scrive a chiare lettere in Umano Troppo Umano.
D'altronde questo 3d era nato molto bene, il diritto al futuro, è il diritto del pensiero oltre la metafisica classica.
Che poi ci siamo fermati nel pantano Heidegeriano: quella è una triste storia.
Se c'è un Nietzche "mio" stai tranquillo che lo dico, non sono come quei tristi ometti che ne parlano come se stessero dicendo il vero pensiero nicciano, salvo questi tristi ometti, andare a dire, al minimo accenno di critica, che era solo una loro opinione.
D'altronde a questi uomini buj interessa solo vendere il loro libretti ridicoli.
Nietzche è un respiro profondo, non è l'ansimare tossico della cultura isterica contemporanea.

cit maral
" ma mi pare derivi da un lato da Schopenhauer (il mondo come volontà e rapprentazione), dall'altro con l'affermarsi di una visione dionisiaca tragica che lo porta a incarnarla nella figura dell'Ubermensch."

tu stai scherzando vero? schopenauer viene presto abbandonato con le sue teorie ridicole induiste, e idem le cavolate del dionisiaco e dell'apolinneo (si fa per dire). Il nuovo pensiero Nicciano, quello che nessuno sembra comprendere, pur essendo (tranne lo zaratustra) scritto in maniera di cristallina limpidezza, inizi solo con Umano troppo Umanno.
Un tema come la guerra per esempio non c'era ancora nei pezzi giovanili, come ho avuto modo di constatare rispondendo a Garbino.

Cosa c'entra la guerra con la volontà di potenza darwinista e con l'eterno ritorno (ripeto 2 righe su migliaia di pagine eretto a pietra angolare di chi sia Nietzche, c'è della pazzia in tutto ciò,  e non capisco come tu non faccia ad accorgertene!) proprio non lo so.  ::)

cit maral
"Perché tra una cantonata e l'altra magari di riesce ad arrivare da qualche parte, mentre credendo di trovarsi sulla retta via si va a prendere sempre la stessa cantonata senza andare da nessuna parte (che è poi quello che dicevo in premessa).
Non prendertela Green, i tuoi interventi restano sempre comunque tra i più stimolanti "

mica me la prendo maral.  ;)
se sono qua è sopratutto per i tuoi interventi sempre scritti bene, sempre molto apprezzabili a livello filosofico. Sei prezioso. Ma penso tu lo sappia già!
Avremmo potuto andare assai d'accordo quando ero 20enne, anche io avevo una idea di nice preconcetta. Poi il maestro è riemerso.
Rimane lì a mò di Iceberg in attesa di essere scrutato a fondo. Fa un freddo terribile a leggere le sue pagine.
perchè bisogna alzare la testa dalla coltre tossica in cui siamo invischiati. Si respira, ci si snebbia, e poi tornare nella coltre diventa sempre più difficile.
La scorsa estate fallii a leggerlo. Vediamo se questa estate si ripete la debacle.
  :-[
#2804
Tematiche Filosofiche / Re:essere e divenire
05 Maggio 2017, 19:36:04 PM
x davintro


Volevo capire alcune ragioni del tuo intervento che incrocia qua e là la mia idea del contingente.
Che la contingenza sia necessità è dovuta meramente al suo carattere di esistenza.
Ma sono molto propenso ad accettare la riflessione tra i momenti di questa esistenza.
Sono pienamente d'accordo sul tua intelligentissima analisi dell'impossibilità dell'auto darsi del contingente.
Il contingente è sempre legato alla convinvenza (direi io il contrasto), del divenire dell'ente.  :D

pamplhet contra

Quando sento la parola gerarchia, però sobbalzo, in psicanalisi e in tutte le grandi teorie politiche contemporanee (Schmitt e Agamben) la gerarchia è sempre quella celeste. Ed è sempre "in nome di" (come mimetizzazione) del potere reale.

Sostanzialmente proporresti la dismissione della dialettica idealista tedesca, per quella analitica americana.
Ma ogni analitica americana è per me fonte di tortura intellettuale. Oggi non me la sento di (ri)aprire questo lunghissimo 3d.
Mi limito a ricordarlo sempre. Ogni cosa che esce dall'america è ideologico e ipocrita.

Questa convivenza si costituisce come la presenza di un mutamento che in ogni ente sviluppa la natura, l'essenza propria dell'ente.
Dopo Paul Maral Garbino ora ti ci metti anche tu.
Ma chi mai ragazzuoli deciderebbe di cosa sia natura e cosa no? quale sarebbe questo quantitativo che decide a priori della destinalità di un ente?  :o
Ma non vi rendete conto (evidentemente no) in quale fauci mostruose è stato affidando il vostro pensiero?
Un pensiero che possa decidere in anticipo della destinalità di qualsiasi ente, è un ente che gerarchicamente crederà di essere Dio,e si proporrà esattamente così. Nascondendo la sua cannibalica volontà di potenza.

Non a caso parli in maniera pericolosissima di gerarchia.

cit davintro
"L'uomo possiede un carattere di permanenza maggiore della pietra e della pianta, in virtù della sua essenza di razionalità e libero arbitrio, che permette all'uomo di resistere con maggior forza ai tentativi dell'esterno di manipolarlo, non solo con il suo corpo, ma anche con la ragione, che lo porta a criticare e rifiutare di dare l'assenso a opinioni ritenute false, perché l'essenza permanente che costituisce l'uomo come "uomo" è l'anima razionale. "

Come in puzle da incubo, ti fai portatore delle istanze della ideologia, che fa affermare l'esatto contrario di ciò che è, e gli impedisce di controllarlo, proprio per il fatto che si decide (in maniera folle) che "ciò che è" è frutto della libertà e della ragione.
E perciò nella realtà di tutti i giorni, la vita viene consegnata in mano ad una Natura presupposta.
E così se noi siamo schiavi e sragionevoli, viene negato per il semplice fatto che esistendo noi siamo Natura che è libertà e razionalità.

Ma essere schiavi e sragionevoli a me sembra l'esatto opposto della libertà e della razionalità.  :-\

cit davintro

" La pietra o la pianta possono reagire al tentativo "

Anche qua sei vittima della ideologia, stavolta quella riguardante lo specismo, la pietra e la pianta non sono mai soggetto.  :(
Purtroppo anche qui apriresti un 3d, che tra le altre cose ha pochi difensori. Mi viene in mente solo Calciolari.

Siamo in tempi BUJ.

cit davintro
"Questo discorso presuppone qualcosa che sembra controintuitivo, più che altro alla luce del nostro linguaggio nel quale è insensato dire che qualcosa è "più essere" di un'altra, l'essere è solo una copula, non una categoria che una cosa possiede più o meno."

Direi proprio di no, questa è una tua schematizzazione, l'essere non è l'ESSERE PIENO, è bensì l'interrogato dell'esistente.
ALias l'uomo.
Alias il soggetto.

cit davintro
"Il mancato rilevamento del carattere quantitativo dell'essere è stato forse l'errore di fondo dell'eleatismo."

Che provocazione dozzinale!

E' incredibile come l'ideologia capitalista, che non ha trovato ostacoli in america stia cominciando ad attecchire pure qua.
Adesso l'essere COME UNA MERCE deve avere caratteristiche di QUANTITA' ?????

Non posso che aborrire con forza tutto ciò. Sopratutto da persone intelligenti come te DAVINTRO. E' inacettabile!

Per precisazione l'ESSERE è, e nient'altro, non ha caratteristiche dell'ente.
Se fosse un ente sarebbe anch'egli preso dal vortice del mutamento.
E quindi ad un certo punto non dovrebbe essere più, il che è una contraddizione in termini.

cit davintro
"Parmenide confonde "essere" e "realtà", (e cade nel monismo) e non tiene conto del carattere ideale dell'essere, carattere che fa si che l'essere sia presente in ogni ente, che però non può pretendere di esaurire in sé stesso la pienezza dell'essere. Uomo, pietra, pianta, partecipano dell'essere, ma nell'uomo la maggior somiglianza all'Essere totalmente Attuale e immutabile, costituita dalla sua spiritualità, cioè la razionalità, fa sì che l'uomo sia "essere" in misura maggiore della pianta e della pietra, e la pianta lo sia nei confronti della pietra, tutti possiedono l'essere, ma nessuno è "l'essere""

Appunto perchè tutti non sono l'essere, che non c'è alcun bisogno di introdurre il concetto di quantità.
Ognuno possiede l'essere non vuol dire, forse comincio a capire il vostro errore, che ogni ente è parte di un ente più grande.
L'essere è sostanzialmente il  mistero che come avevi brillantemente esordito, non pone mai il contingente come DATO bensì come evento. L'evento è quella temporalità che chiamiao presente che decide (in maniera del tutto casuale) del nostro essere enti, ossia della co-presenza degli enti, in una data maniera in un dato sentimento.
Poichè il soggetto non è mai soggetto di verità ma di intenzione.
L'intenzione, il desiderio non è la questione della quantità (cosa che vorrebbe tanto il capitalsimo), quanto quello della mancanza, di quel che MANCA, che si costituisce poi come mistero, come narrazioen religiosa fenomenologica politica etc....
Non si tratta di dire cosa MANCA, se fossimo in grado di farlo allora potremmmo facilmente avere un idea di cosa sia quello che tu chiami ESSERE PIENO. (e di solito si risolve in aride cosmogonie.)
Ma questa non ha alcune senso pratico. E' nella prassi che si decide il farsi storico umano.

Ma la prassi è all'interno del potere invisibile come lo chiama SINI.
Ossia è all'interno di complesse dinamiche, che nessuno è in grado di vagliare da solo.
E' una mera illusione che matematizzare la realtà poi decida di quella realtà.
Posso anche far esplodere una bomba atomica, e poi esserne tormentato per l'eternità.

E' di questa destinalità che deriva la domanda su cosa sia L'essere, non sul suo potere, direi puttosto sul suo senso.
#2805
Tematiche Filosofiche / Re:Il bene e il male
02 Maggio 2017, 15:33:38 PM
Non ho capito che vuoi dire.
Che il bene e il male si decidono in base ad una barzelletta?
  ???


Un bambino che non riceve affetto muore, è un dato di fatto.
Non esistono queste costruzioni distopiche.


E' il risultato invece della storia degli individui e dei loro sentimenti, ciò che viene chiamato bene e male.


Scriveva Aristotele nell'etica nicomachea: l'individuo che tramite l'esempio porta avanti un sentimento positivo, incita per l'effetto specchio (va bene anche quello delle scienze neuro) che anche il suo prossimo si convinca a provarlo. Ma l'esito consisterà nell'esperienza che uno ne farà.
E dunque sarà bene, se mentre si adotta un comportamento, esso produrrà un sentimento positivo.
E sarà male se mentre si adotta produrrà un sentimento negativo.


L'omicidio nel corso dei secoli si è visto che era portatore di sentimenti negativi.
Nel corso dei secoli il sentimento si è visto come Ottimo all'interno della relazione fra persone.
La polis greca e il suo BIOS, la vita politica, indica chiaramente che l'orizzonte del bene esiste come quella conoscenza della reciprocità.

Il bene è la relazione fra gli uomini e il male è il suo dissiparsi.

Purtroppo la virtù a partire da dopo i greci si è corrotta per l'ideologia, e così la filosofia dell'altro, che era la filosofia del vicino di casa, è diventata la filosofia di Altro, ossia di Dio.
Ossia è la Paura che decide cosa è bene e cosa è male, rispetto alle punizioni e ai compensi dati.

In questo senso allora bene e male diventano delle costruzioni formali ( e possiamo metterci dentro tutte le distopie che vogliamo) che non avendo nulla di reale, fanno dire che bisogna andare oltre il bene  e il male.

Ma si intende il bene  e il male, decisi a tavolino, e non di quello che invece esiste, ed è dato dalla relazione con gli altri.

Capisco benissimo che in questi tempi buj vi sia una grande confusione.