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Messaggi - viator

#2821
Salve Ox. Devo dare ampiamente regione a Sgiombo. Scusa, ma gli psicofarmaci che sono ? Non riescono ad essere e mai potranno essere la "pillola della moralità" o "la pillola della felicità" ma TENDENZIALMENTE vorrebbero esserlo da parte di chi li realizza.
Ciò sulla base - scientifica od empirica, non importa - della capacità di alcuni composti chimici di influenzare psiche e mente. Spero tu non la consideri una "bufala", questa.
Ma perchè affermo che tali "pillole" non verranno mai inventate ? Le ragioni non sono di ordine spiritualistico, chimico, o neurologico. Sono, secondo me, di carattere squisitamente filosofico.
Riuscire a gestire farmacologicamente od in altro modo le superiori funzioni cerebrali non sarà mai possibile perchè il cervello di chi vorrebbe farlo (i ricercatori) è una realtà che si colloca al vertice della complessità dell'esistente. Ora, un organo (o comunque un ente) che consista e lavori ai livelli massimi della complessità strutturale e funzionale, può più o meno riuscire a gestire (plasmare, controllare, comprendere) tutto ciò che si trova in una condizione di minore complessità rispetto ad esso.
Non lo può fare nei confronti di ciò che possiede la sua stessa "completezza" e complessità. Ed il cervello dei ricercatori non potrà mai raggiungere la completa conoscenza e controllo della fisiologia di altrui "identici" strumenti (i cervelli dei pazienti).
Avete presente lo specchio ? Se mettiamo un cervello (anche scomposto nei suoi minimi componenti) davanti ad uno specchio, non riusciremo comunque mai a raggiungere la perfetta contezza di come esso sia fatto, anche solo anatomicamente. Tra l'originale e l'immagine riflessa ci sarà sempre un qualcosa che non potremo afferrare : La perdità di luminosità. Tutti gli specchi assorbono una parte della luce che li raggiunge. Saluti.
#2822
Tematiche Culturali e Sociali / Re:Statistica
18 Febbraio 2019, 21:27:19 PM
Salve Ox. Ma no ! Intendevo solo sottolineare, come già evidente, che questo è un Forum di nicchia. Con tutte le conseguenze (secondo me positive) che ne discendono. Meglio quasi soli che male accompagnati. Poi è un ambiente abbastanza "elegante". Niente volgarità, educazione quanta basta.
Certo è anche un posto un pochino fuori dal tempo (per via sia della tematica che dell'età media dei suoi iscritti), ma l'essere al di fuori di certi tempi può persino costituire un privilegio. Dipende dai tempi.

Io le èlites le chiamo minoranze. Le quali esistono ovunque e possono farlo solamente grazie alla consistenza di maggioranze perlopiù silenziose. Come si verifica anche qui.
Quando le maggoranze si fanno chiassose ( come capita nei grandi Forum con decine di migliaia di iscritti e migliaia di utenti attivi monosillabici o quasi ("ciao", sei un coglione", "fascisti di merda", "comunisti di merda", "fantastico !" "LIKE !!" etc.) sono le minoranze  -elitarie o no- a diventare sileziose perchè capiscono che è meglio spostarsi altrove. Saluti.
#2823
Salve Acquario69 : Tu affermi che il vuoto esiste ma non si manifesta.

Ciò che non può manifestarsi non può essere, quindi esistere, poichè l'essere non è altro che la condizione per la quale delle cause producono degli effetti (sia cause che effetti sono manifestazioni di eventi).

Il vuoto è concetto esclusivamente umano.

E' concetto (non realtà fisica) generato dalla umana capacità di astrazione, la quale consiste appunto nell' a(s)trarre, cioè dal riuscire a trarre dal nulla materiale il qualcosa (puro concetto immateriale) di mentale. Saluti.
#2824
Tematiche Culturali e Sociali / Statistica
17 Febbraio 2019, 18:35:03 PM
Salve. Facciamo che si tratti di una informazione di ambito culturale. Noto che nel Forum il 2% degli iscritti ha prodotto il 40% dei post ed ha aperto il 44% delle discussioni.
Le statistiche sono quelle cose che non dicono nulla ma danno il senso di qualsiasi fenomeno. Saluti.
#2825
Salve Ox. Cioè per Hegel, Jacopus e forse per te vale un completo ribaltamento di significati. La morale sarebbe l'insieme delle regole di comportamento INDIVIDUALE (cioè risulterebbe effetto dei comportamenti e scelte del singolo), mentre l'etica (ripeto ormai nauseato : ethos = comportamento) sarebbe......??.
Ma l'ETOlogia che sarebbe ? Non si occupa forse di reazioni, scelte, comportamenti di singoli individui (animali o non) ?. Saluti.
#2826
Salve Ox. Non sono assolutamente d'accordo nell'identificare l'etica come l'insieme dei comporatamenti e delle scelte orientate al bene.
Questo è il significato corrente, consuetudinario, discorsivo del concetto di etica all'interno della nostra cultura, largamente quanto "inconsapevolmente" ipocrita. E' stato recentemente coniato pure l'aggettivo opposto : "disetico", cioè "privo di etica o contrario all'etica" ma, poichè "etica" significa solo COMPORTAMENTO senza implicare alcuna ulteriore specificazione, DISETICO sarebbe allora "privo di comportamento !!".

Mentre la morale incarna l'insieme delle regole sociali di una comunità esclisivamente umana (non mi sembra che esistano morali animali) ed ha per scopo il bene sociale (sotto forma di utilità) della comunità stessa.....................
..............l'etica (umana od animale) non conosce il bene, ovvero non è orientata nè al bene nè al male, ma unicamente alla vantaggiosità dell'individuo che ne è il detentore. E la vantaggiosità potrà essere di tipo istintivo (tendenza alla sopravvivenza) sia per l'animale che per l'uomo, oppure anche di tipo speculativo (ovviamente solo per l'uomo). Saluti.
#2827
Salve. Purtroppo sono convinto che - come nel caso dell'istituzione democratica - non esistano differenze di mentalità tra gli influenzatori (polici e capitalisti) e gli influenzati (elettori-consumatori).

C'è solo una distinzione di ruoli che gli influenzatori vorrebbero mantenere e che gli influenzati vorrebbero sovvertire per poter diventare a loro volta degli influenzatori.

Nel caso del capitalismo e dei suoi aspetti forsennati, il problema è che esso non può certo accontentarsi di produrre l'utile e lo strumentalmente necessario.

Raggiunta una certa soglia di sicurezza e prosperità è chiaro che - per il mercato ed il consumatore, l'utile ed il necessario diventano una condizione-base ovvia, scontata, ottenibile impiegando solo una parte delle risorse di cui dispone. Dedicandosi solo a tali aspetti la produzione tenderebbe a stagnare, mentre la concorrenza si ingegna a battersi attraverso la novità che - se utile e necessario sono già sufficientemente disponibili  all'interno della società - non potrà che consistere nel futile, nel simbolico, nell'effimero, nell'apparente.

A questo punto per il capitalista-produttore restano solo due soluzioni per non restare vittima del "chi si ferma è perduto" : produrre novità sempre più allettanti (i beni effimeri) oppure rendere sempre più effimero (obsolescenza programmata) ciò che una volta risultava un bene durevole o semidurevole.

Non ci sarà alcuna rivoluzione da parte del consumatore. Per la ragione che - a parte alcune marginali regioni del mondo - gli sfruttati-consumatori hanno ormai tutti la disponibilità dello strettamente necessario e possono quindi dedicarsi ed aspirare al superfluo, cioè a ciò che caratterizza i valori esistenziali dei loro sfruttatori-influenzatori.

Che poi un simile andamento possa tendere a cupi prospettive anche biologiche per il genere umano, è possibile, ma non possiamo prevedere - neppure a distanza dei prossimi cinquant'anni - come le cose si metteranno. Saluti.
#2828
Tematiche Spirituali / Re:Lo spirito privo di sensi
15 Febbraio 2019, 21:22:50 PM
Salve Freedom : ti cito : "Ti ho solo significato che la ragione è tuttavia del tutto insufficiente a penetrare i misteri dello spirito".
Assolutamente vero. Infatti è questo il quid del contendere tra materialisti e spiritualisti.
I primi si affidano alle certezze (convenzionali, per carità !), i secondi al mistero.

I primi si assoggettano alla possibilità di vedere sconfessato ciò in cui credono, i secondi possono limitarsi a contemplare la inviolabile blindatura che difende il loro credere : il mistero che resterà per sempre tale.

Dal punto di vista squisitamente dialettico però, occorre riconoscere che gli spiritualisti risultano svantaggiati.

Infatti i materialisti, affidandosi al capire (non importa quanto relativo, incompleto o persino erroneo) hanno a disposizione i suoi strumenti di comunicazione : la logica ed il linguaggio.
Gli spiritualisti invece devono accontentarsi del sentire (le fedi si sentono, non si capiscono), cioè di ciò che non può venir descritto e comunicato attraverso la logica, restando loro solo il linguaggio.
Ma, dato il tema da loro trattato, avranno una certà difficoltà nel descrivere l'immaterialità di ciò che sentono ed in cui credono. Potranno farlo, ma per risultare convincenti dovranno risultare particolarmente "ispirati" o far comunque leva su aspetti che stanno al di fuori del razionale. Con amicizia.
#2829
Salve Ox. Citandoti : "Non vedo proprio come nella prima poppata/beccata possa essere riscontrato l'innatismo delle pulsioni etiche...".
Dal momento che l'ethos non è altro che il comportamento, alla base di esso non può esserci che appunto l'istinto. Cioè l'innatismo. Dopo di che ci sarà molto tempo per far diventare l'etica una manifestazione molto complessa e molto nobile. Al punto da non poterne più riconoscere la base istintuale, come infatti avviene da parte di quasi tutti.

Citando invece Jacopus, la definizione "pensare se stessi nel mondo", molto bella e persino un poco poetica, mi sembra pecchi di tautologia. Si può pensare solo trovandosi in possesso di una coscienza (dormienti, svenuti, comatosi non pensano, al massimo sogneranno, svolgendo quindi una funzione psichica, mentre il pensiero è funzione mentale).
Quindi il pensiero è conseguenza del funzionamento di una coscienza, ne rappresenta uno degli effetti.
Quindi la definizione di Jacopus implicherebbe che uno degli effetti del possesso della coscienza (il pensiero) consisterebbe nella coscienza così come appunto definita da Jacopus.

Secondo me e come ho detto altrove poco fa in Lo spirito privo di sensi, la coscienza è, autocitandomi, "la funzione cerebrale che permette ad un corpo vivente (organismo) di trasformarsi da oggetto in soggetto". Parole oscure, vero ? In parole semplici è ciò che trasforma un vivente da organismo passivo e puramente ricettivo (oggetto degli influssi a lui esterni) a soggetto attivo ed anche reattivo (creatore di influenze verso l'esterno).
Tutto ciò si realizza appunto attraverso il possesso della memoria consapevole, quindi riguarda soltanto le forme di vita di una certa relativa complessità (tra cui l'uomo)..............................
Saluti.
#2830
Salve. Considerazione relativistica e  squisitamente filosofica : "I vizi sono quelle cose che portano alla morte riempiendo la vita". Una volta la versione (un tantino esagerata) era : "meglio un giorno da leone che cent'anni da pecora". Saluti.
#2831
Tematiche Spirituali / Re:Lo spirito privo di sensi
14 Febbraio 2019, 16:55:29 PM
Salve ottimi Freedom e Menandro. Per Freedom : grazie dell'opera di pertinenza che hai voluto fare replicando per punti al mio messaggio di apertura dell'argomento. Replico a mia volta :

"i sensi sono una parte del motivo per cui esiste il sistema nervoso...........".
I sensi (i classici cinque comunemente noti alla fisiologia) non sono il motivo bensì la CAUSA dell'esistenza del sistema nervoso. Nel senso che essi da soli non servirebbero a nulla se non ci fosse una sistema di trasmissione dei segnali che convogliasse questi ultimi ad un qualche centro di controllo che permetta di generare una reazione corporea o di altro tipo (cioè di relazionarsi con ciò che è esterno a noi). Tener presente che l'ordine in cui ho citato le diverse funzioni è di tipo cronologico-evoluzionistico.

"avresti dovuto specificare in quale accezione intendi Psiche:.............".
L'accezione è quella neurologica e psicologica. Per lo spiritualista che non faccia confusione esistono l'anima e lo spirito, non la psiche. Per pedanteria, Psiche con la maiuscola sarebbe l'omonima figura mitologica dei greci.
Più volte ho avuto modo di definire (non di SPIEGARE, impresa oltremodo laboriosa) cosa sia per me la psiche. Lo ripeto : "la psiche è la sede dei contenuti inconsapevoli della memoria". La nozione più semplice, originaria ed universale che essa ospita, e che gestisce tutte le altre che la vita poi le affianca (alla nascita ciascun vivente possiede solo quella) è l'istinto di sopravvivenza il quale rappresenta semplicemente la memoria genetica della psiche stessa.

"Senza una psiche non può esistere una memoria."
OK. il fatto è che la memoria, una volta che alla presenza di una psiche si affianchi quella di una COSCIENZA e di una MENTE, si sdoppia. Una parte dei suoi contenuti viene allora dalla psiche condivisa con tali ulteriori due funzioni generando appunto la MEMORIA CONSAPEVOLE. Interessante esaminare il perchè e lo scopo di ciò, ma ora non è possibile.

"Senza memoria non può esistere una coscienza.". OK.

"Boh. Potrei anche invertire e affermare che senza una mente non può esistere una coscienza."
Con la mente lasciamo indietro il resto del mondo vivente poichè essa è funzione esclusivamente umana. Essa è definibile come "la funzione che permette a un individuo di contraddire eventualmente le istanze psichiche".
Che significa ? Che solo possedendo una mente l'individuo può decidere di fare o non fare qualcosa consapevolmente.... (è la coscienza la chiave del libero arbitrio esistenziale (quello filosofico lasciamolo perdere !)) .....ciò che la psiche gli suggerirebbe di fare.
Quindi gli animali sono preda solo della propria psiche istintuale, i dormienti, chi ha perso i sensi, i comatosi, sono preda solo della propria psiche inconsapevole (l'inconscio), le persone umane vigili e coscienti possono "dialogare" con la propria psiche e persino opporsi ad essa !

"Boh. E chi lo sa? Chi sa, intendo, come vengono prodotti i pensieri, come funziona la coscienza, cos'è la mente? Siamo su un terreno nel quale non esistono tutte le certezze che sembri voler stabilire".
E' vero. Chi lo sa ?. Io non lo so, mi sto limitando a proporre delle ipotesi, delle interpretazioni (altro che il voler stabilire !!).
Comunque, per completezza, vi passo anche la MIA definizione di coscienza : "la funzione cerebrale che permette ad un corpo vivente (organismo) di trasformarsi da oggetto in soggetto". Parole oscure, vero ? In parole semplici è ciò che trasforma un vivente da organismo passivo e puramente ricettivo (oggetto degli influssi a lui esterni) a soggetto attivo ed anche reattivo (creatore di influenze verso l'esterno).
Tutto ciò si realizza appunto attraverso il possesso della memoria consapevole, quindi riguarda soltanto le forme di vita di una certa relativa complessità.
Quelle più semplici invece, possedenti solo una memoria istintuale di tipo inconsapevole,  vivono allo stadio solo quasi solo passivo nei confronti dell'ambiente che li circonda. Naturalmente, poichè la natura conosce i gradienti e non i salti od i confini evolutivi, impossibile stabilire a quale livello tassonomico si possa collocare l'apparire di una qualche forma di coscienza.
Per quanto riguarda la mente, ne ho parlato appena indietro.
Il pensiero. Proviamo anche con questo : "evocazione psichica che la mente provvede a strutturare in modo eventualmente comunicabile e condivisibile".
Che ve ne sembra ? Non vado per ora oltre, poichè troppi i concetti cardinali che l'argomento imporrebbe - non dico di trattare - ma anche solo di citare.

"Come si fa, ed ecco la contestazione più importante al tuo thread, ad affermare che esistono solo i cinque sensi?".
(???) Mai affermato. In esordio qui sopra ho precisato di intendere i sensi (organici) fisiologicamente noti.

"Togliamo la parola affermazione che è quasi offensiva"
Non capisco. Ma va bene lo stesso.

"Ed invece è la fede oppure un moto, uno slancio dello spirito che potrebbe aiutare."
Saggia esortazione. Avevo già fatto presente di essere in dubbio circa la sezione in cui inserire l'argomento e spiegato il perchè avevo deciso per "Spiritualità".
Mi sembra che i materialisti possano intervenire nella sezione così come gli spiritualisti possano fare altrettanto in quella filosofica.
Inoltre io sono un materialista che - all'occasione - non solo giustifica ma addirittura cerca di armonizzare tali due tendenze interpretandole all'interno di una complessiva visione monistica universalistica. Lunghi discorsi.
D'altra parte moltissimi spiritualisti si affannano a voler spiegare gli aspetti materiali del mondo sulla base di un presunto primato fideistico o spirituale. Che c'è di male ? Se non fosse così, ogni dialettica cesserebbe.

".....riduci l'Universo delle persone che hanno fede ad un'accolita di cacasotto".
(???) questa è un'interpretazione tua, non mia. Se anche l'avessi detto io, dimmi......ma se uno non si caca sotto di fronte alla morte......di fronte a cosa dovrebbe mai farlo ? (in confidenza voglio dirti che secondo me la morte l'hanno inventata per combattere la stitichezza !).

"Magari un pochino più di apertura mentale non guasterebbe. Ed anche, se mi permetti, un briciolo di superbia in meno".
In effetti, essendo di indole solitaria, è probabile che non abbia mai potuto sviluppare una immensa apertura mentale. Che vuoi.... nessuno è perfetto.
Infine, ti permetto veramente tutto. Amando l'ironia, non risulto affatto permaloso. Amichevoli saluti.
#2832
Salve Ipazia. "L'etologia umana (e non solo) si fonda sull'innatismo delle pulsioni etiche negli animali sociali, dalla prima poppata o beccata, in cui il mondo è la tetta/becco della madre, a tutto quello che segue".

Vero, notando però che l'innatismo etico consiste semplicemente nei comportamenti suggeriti dall'istinto di sopravvivenza, quindi esso esprime solo una tendenza inevitabilmente "egoistica", aspetto e definizione questa che la maggior parte dei lettori - per inevitabile deformazione cultural-mentale - troverà "dis-etico" e che quindi tenderà ad escludere dalla sfera dell'eticità.
#2833
Percorsi ed Esperienze / Re:Inferno e paradiso
13 Febbraio 2019, 22:01:17 PM
Salve. Che vogliamo fare ? Una volta i ragazzini vivevano nell'gnoranza salvo venir plasmati dalle influenze familiari e della cerchia sociale più immediata in cui vivevano. Nessun diritto, alcuni doveri, molti tabù.


Oggi la famiglia conta molto meno, è stata privata del diritto di dare uno scappellotto al fanciullo altrimenti si può beccare una denuncia (abuso di mezzi di correzione), è stata caricata di doveri (deve mandare a scuola, deve garantire il diritto al gioco, deve vigilare, deve mantenere il figlio anche se maggiorenne.....).

La società invece si è dilatata, potendosi mostrare in tutti i propri aspetti (stupidaggini comunicative di ogni genere, pornografia accessibile ai minori, videogiochi ed allettamenti di tipo virtuale ma comunque spessissimo basati su onnipotenza e violenza).

I tabù, ovviamente non solo per i fanciulli, sono stati aboliti in nome del progresso e della democrazia...........

Dovrebbe pensarci la scuola alla formazione del fanciullo.........ma non può anche perchè c'è poi la famiglia pronta a rinfacciare alla scuola l'abuso educativo magari sotto forma di rimprovero, nota sul registro, sospensione.

Io non so dove e quando fosse e sia l'inferno od il paradiso. Vedevo e vedo attorno a me solo in mondo ed i suoi umani andazzi. Salve.
#2834
Salve Davintro. Affermi che la vita non può nascere dalla materia bruta ed "inanimata".
Quindi poichè essa incarna una "dimensione" del tutto estranea alla materia, non dovrebbe avere nulla a che fare con essa materia, no ?

A prescindere da ciò chiedo : dove va a finire la vita con la morte di chi la ospita ? O forse saresti stato più chiaro nel parlare di "anima" anzichè di "vita" (evitando così confusioni biologiche) ? Saluti.
#2835
Salve. Al di là dell'osservazione di Ipazia, estremamente corretta, considero la coscienza funzione -ponte tra la psiche (lato conscio, cioè memoria consapevole - l'altro lato è l'inconscio - cioè memoria inconsapevole), tra psiche, dicevo, e la mente.

Solo l'uomo possiede tale bilateralità psichica.
Gli animali, sempre secondo me, sono dotati di psiche (contenente, come noi stessi alla nascita) solamente un istinto di sopravvivenza e una memoria puramente "archivistica" di tipo inconsapevole, la quale funge da "repertorio" per classificare i loro ricordi confrontandoli con gli eventi esterni in funzione della loro eventuale nocività ai fini della sopravvivenza.

La coscienza tipicamente umana, che rappresenta una ovvia evoluzione dello psichismo di tipo istintuale, è ciò che permise l'ulteriore evoluzione verso le funzioni mentali vere e proprie. In ciò la sua funzione di "ponte".

Infatti risulta che, in caso di latenza della coscienza (sonno, coma) la mente non riesca a fungere. Infatti in tali casi la eventuale attività onirica (sogno) rappresenta attività psichica, non certo mentale.

Avrete certo notato con quale facilità le nostre condizioni psichiche (umorali ?) siano in grado di influenzare la nostra mente. E come invece sia difficoltoso riuscire a regolare il proprio umore utilizzando "tecniche" mentali.

La coscienza è funzione (quasi) completamente unidirezionale. Viene usata dalla psiche per permettere alla mente di venir informata delle proprie necessità, mentre una direzione reciproca non è consentita se non in circostanze del tutto particolari.

Ciò perchè la psiche non può permettere che la sua necessità fondamentale (gestire l'istinto di sopravvivenza) possa venir influenzata dalle bazzeccole con cui la mente si trastulla e che potrebbero ostacolare le sue così fondamentali funzioni e pulsioni.
Saluti.