Per rispondere a Socrate senza entrare troppo nel merito dell'interpretazione di Spinoza, in generale se si identifica la divinità con il bene, il panteismo porta al pan-agatismo: se Dio è bene e tutto è Dio, allora tutto è bene, e Spinoza, anche se non attribuisce a Dio il bene in senso antropomorfico o morale, arriva a dire che realtà e perfezione coincidono, quindi ha una concezione assolutamente positiva del Dio-cosmo-natura.
Il male è un problema solo dell'uomo e degli altri viventi in grado di soffrire, non è certo un attributo cosmico, e deriva sostanzialmente dal grado di correlazione corpo-mente con cui tali viventi si identificano: mentre tale correlazione corpo-mente è perfetta in Dio, nei viventi ha un grado variabile di perfezione, che in definitiva determinerà, attimo per attimo, se tali viventi saranno sofferenti, oppure felici: In Dio tutto è legame necessario e non si può essere in Dio senza essere legame necessario, e naturalmente non si potrebbe essere, al di fuori di Dio.
Spinoza è un po' un anti-leopardi, i viventi sono desiderio di vivere, ma la partecipazione dei viventi alla totalità cosmica e al flusso del tempo appaga, anziché frustrare, tale desiderio di vivere, da cui il suo sostanziale ottimismo: il male va accettato perché non si può esistere se non nella totalità, quindi chi ama e comprende la vita, accetterà anche il male. Il nesso tra corpo e mente non può naufragare nell'infinito, perché non è e non è mai stato un nesso di causazione, ma di consustanzialità. Non c'è dunque motivo di temere la natura, perché essa non ci toglierà ciò che più amiamo.
Infinità e auto-determinazione sono le caratteristiche fondamentali di Dio, ma anche le caratteristiche che, conseguite con prudenza e nei limiti del possibile, possono rendere felici i viventi.
Il male è un problema solo dell'uomo e degli altri viventi in grado di soffrire, non è certo un attributo cosmico, e deriva sostanzialmente dal grado di correlazione corpo-mente con cui tali viventi si identificano: mentre tale correlazione corpo-mente è perfetta in Dio, nei viventi ha un grado variabile di perfezione, che in definitiva determinerà, attimo per attimo, se tali viventi saranno sofferenti, oppure felici: In Dio tutto è legame necessario e non si può essere in Dio senza essere legame necessario, e naturalmente non si potrebbe essere, al di fuori di Dio.
Spinoza è un po' un anti-leopardi, i viventi sono desiderio di vivere, ma la partecipazione dei viventi alla totalità cosmica e al flusso del tempo appaga, anziché frustrare, tale desiderio di vivere, da cui il suo sostanziale ottimismo: il male va accettato perché non si può esistere se non nella totalità, quindi chi ama e comprende la vita, accetterà anche il male. Il nesso tra corpo e mente non può naufragare nell'infinito, perché non è e non è mai stato un nesso di causazione, ma di consustanzialità. Non c'è dunque motivo di temere la natura, perché essa non ci toglierà ciò che più amiamo.
Infinità e auto-determinazione sono le caratteristiche fondamentali di Dio, ma anche le caratteristiche che, conseguite con prudenza e nei limiti del possibile, possono rendere felici i viventi.
