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Messaggi - niko

#286
Citazione di: Jacopus il 08 Febbraio 2025, 23:32:00 PMNiko e Anthony un po' vi ammiro, nelle vostre incrollabili certezze di dove sia il bene e dove il male, terroristi gli israeliani o Hamas? Teocrazie Corea o Israele? Sarò un po' grezzo ma il sangue è rosso sia in un palestinese che in un israeliano e le responsabilità si possono dividere equamente così come nel caso della maggioranza delle guerre e degli atti di violenza.
La storia del lupo gentile e del lupo violento, che si vedeva spesso nei social è la semplificazione di queste due prospettive. Si può abbracciare una fede, un partito, una verità, una logica e difenderla fino all'estremo, oppure domandarsi se anche le ragioni dell'altro hanno una loro validità, un loro fondamento. Nel primo caso la logica conclusione è l'atto violento, poiché si cerca una supposta giustizia violata. Nel secondo caso la conclusione è l'interruzione della violenza. Occorre però un cambiamento antropologico profondo per giungere a prendere seriamente in considerazione le ragioni dell'antagonista.


E comunque, tanto per concludere, se tu come cittadino sei neutrale e non ti schieri, tra palestinesi e sionisti, sappi che il governo del paese Melonia, che invece in questo conflitto si schiera eccome, con i sionisti, in servile e servilissimo omaggio alla potenza straniera statunitense, offende e umilia, anche te.

Questa conclusione, che mi è venuta in mente per ultima, in effetti, ora che ci ripenso, mi sembra il punto fondamentale   ;D

#287
Citazione di: Jacopus il 08 Febbraio 2025, 23:32:00 PMNiko e Anthony un po' vi ammiro, nelle vostre incrollabili certezze di dove sia il bene e dove il male, terroristi gli israeliani o Hamas? Teocrazie Corea o Israele? Sarò un po' grezzo ma il sangue è rosso sia in un palestinese che in un israeliano e le responsabilità si possono dividere equamente così come nel caso della maggioranza delle guerre e degli atti di violenza.
La storia del lupo gentile e del lupo violento, che si vedeva spesso nei social è la semplificazione di queste due prospettive. Si può abbracciare una fede, un partito, una verità, una logica e difenderla fino all'estremo, oppure domandarsi se anche le ragioni dell'altro hanno una loro validità, un loro fondamento. Nel primo caso la logica conclusione è l'atto violento, poiché si cerca una supposta giustizia violata. Nel secondo caso la conclusione è l'interruzione della violenza. Occorre però un cambiamento antropologico profondo per giungere a prendere seriamente in considerazione le ragioni dell'antagonista.

Non ci sono responsabilità condivise in palestina, la responsabilità e' tendenzialmente quasi sempre di chi invade le case e le terre d'altri.

Eppure, questo concetto, e questa frase, tendenzialmente con l'Ucraina, invasa da due anni dalla Russia la capite, con la palestina invasa da settanta anni dalle forze straniere e sioniste, invece, no, non la capite.

E non si tratta, per carità, prima che cominci la italica filippica, di "distruggere Israele", sono svariate decine di anni, che ad Israele, si richiederebbe, appunto solo di stare nel suo, e di non invadere e non espropiare i vicini. Territori, cisgiordania, libano, alture del golan eccetera. Quello di cui parliamo e' un fenomeno coloniale. L'ultimo grande fenomeno coloniale. E' come se mi dicessi che ci sono responsabilità condivise tra indiani pellerossa e i loro sterminatori e deportatori yankee, oppure tra Montezuma e conquistadores. O tra francesi e pantere di Algeri. Lo sforzo di capire che, in tutti i fenomeni suprematisti occidentali e coloniali, l'uno sta a casa sua e l'altro no, non viene fatto. E vabbe'. Stupore non sincero. E' che siamo nel paese di Melonia, felicemente allineato con il paese di Trumpia.

Inutile, inutile veramente, dire che settanta mila morti, e uno scenario di devastazione simil atomica, non saranno mai uguali a mille e duecento, morti, e uno scenario di attentato terroristico finché vivrò io e finché vivrà la verità.

Inutile pure dire che chi sogna di tornare nelle case dove i suoi nonni vivevano settanta, anni fa, e conserva ancora le chiavi, fisiche e materiali, di queste case agli occhi miei, che sono occhi semplici, abituati a vedere una realtà semplice, non ha e non avrà mai la stessa pericolosità sociale, e lo stesso fanatismo, e lo stesso motivo di destare stupore, e allarme, di chi, similmente, ma non ugualmente, sogna di tornare nelle case dove i suoi venticinquisnonni vivevano felici e pascolavano le capre duemila anni fa, prima che le legioni di un certo Tito, e di un certo Adriano, li cacciassero via a calci, e a giavellottate. Che cosa conservano, questi, in contropartita delle chiavi che conservano quegli altri, le anfore coi disegnini? Due generazioni, umane, su cui riposano le pretese della tanto chiacchierata e accusata unwra, sono ossa, ma venticinque, generazioni umane, su cui riposano le pretese dei vari pseudo migranti, in realtà coloni, sionisti, sono polvere. Niente che si dissolve in altro niente, schiribizzi nel dna, fiato nel vento. Sic transit gloria mundi. Io sono un materialista, quando cammino guardo la strada davanti a me, quanto meno per non prendere lampioni in faccia, e resto libero di dire che per me, la polvere, e le ossa, non sono e non saranno mai uguali. Simili, ok, ma non uguali. Per provare a sostenere che invece, siano uguali, inventatevi Hegel la bibbia, quello che vi pare, tanto non mi convincete.

E che questo è un paese di gente poco coraggiosa, e la gente poco coraggiosa ha una certa facilità a vedere e riconoscere il terrorismo dei singoli e delle organizzazioni, ma sragiona e volta la testa dall'altra parte, quando si tratta di vedere gli stati terroristi e il terrorismo di stato. A me basterebbe la mutazione antropologica per cui alcuni capissero che un terrorista di stato, è piu' odioso, e soprattutto più pericoloso, di un terrorista singolo, o di un gruppo terroristico non statualmente organizzato.



#288
Citazione di: anthonyi il 08 Febbraio 2025, 20:27:58 PMTu li chiami terroristi, ma in realtà sono combattenti. Combattenti che hanno lottato valorosamente per Israele. Combattuto in guerre che non hanno mai cominciato loro.
Ed é così anche per quest'ultima guerra contro Hamas.


Assassini a freddo di vecchi e bambini palestinesi, in vili agguati, in contesti non di guerra  come il terrorista Baruch Goldestein, la cui organizzazione e' stata per altro messa fuori legge dallo stesso Israele subito dopo l'attentato, e di cui il ministro, della "difesa" (difesa per modo di dire) Ben Gviir ha il poster in casa.

La verita' esiste, e la verita' non e' sionista.

Linciato dalla folla una volta esauriti i colpi, del suo fucile mitragliatore, per alcuni e' un martire.

Forse pure per te, non so.

Io, per quanto mi riguarda, dopo il vile silenzio/consenso del paese di Melonia alle sanzioni economiche trumpiane contro la cpi, ho smesso di considerarmi cittadino, del paese di Melonia.



#289
Io credo che la creazione (questo bel capolavoro di mondo, in senso ironico) sia cosi' piena di errori e di orrori, di molti dei quali l'uomo, a parte favolette religiose, sul peccato originale, e' chiaramente e palesemente innocente (malattie, vecchiaia, cataclismi, incidenti, morti improvvise), mentre di altri e altrettanti e' se vogliamo e' in parte colpevole, ma con molte sociali e psicologiche giustificazioni (guerra, fame, oppressione eccetera) che l'unico Dio amabile, dal punto di vista, reale, e giustamente risentito, dell'uomo, l'unico Dio con cui l'uomo si possa riconciliare, sia un dio inesistente, o al limite senno' uno esistente, ma espiante la colpa della sua (folle, ed egoistica) creazione.

Chi non esiste, ed e' solo favola e leggenda, per definizione non ha colpa.

Anche, naturalmente, chi espia, la sua colpa, per definizione non ha, piu' da un certo momento in poi, colpa, per quanta ne possa avere avuta in passato.

Con il teicidio per mano umana, ovvero con l'umanita' che mette sotto processo Dio, nella figura di Gesu', e lo ammazza, in cui culmina, o almeno sembra culminare, l'Incarnazione come fatto storico, se si prescinde un attimo dalla resurrezione, si riconsegna Dio, alternativamente, o (direttamente) alla realta' della sua inesistenza, (l'accusa, al Cristo, per cui viene messo a morte, e' di essere un falso, messia e Figlio di Dio); o a una, finalmente, "rinnovata", esistenza espiante, proprio sulla croce, la "paterna", e in senso lato genitoriale, divina colpa (colpa della assurda e malevola creazione divina, remota nel tempo, e colpa della palese inerzia di dio fronte al male, attuale nel tempo).

Non vorrei sembrare ne' blasfemo ne' particolarmente pessimista o melanconico, ma, visto lo stato attuale del mondo, non sono io, che devo espiare davanti a dio. E' dio, che, se ha creato questa roba e la mantiene in essere, e tanto piu' se mi ha creato imperfetto avendo potuto, e non voluto, crearmi perfetto, deve espiare davanti a me. O in alternativa, se proprio non espia, deve, allora, evaporare in una pura leggenda, farsi dio/inesistente, e riconsegnarmi alla mia (effettiva) condizione increata.

A queste sole condizioni, lo posso amare. E quindi puo' avvenire una, appunto "riconciliazione". Tra di noi. Diversamente, no. Un Dio con ancora sulle spalle la colpa, della creazione, non e' amabile. Quantomeno, non a mio giudizio. Solo, semmai, temibile.

La morte di dio, in senso nietzscheano piuttosto che evangelico, soddisfa questo mio desiderio, di giusta espiazione, o se voglimo di vendetta.
Verso chi mi ha creato imperfetto, e destinato, temporaneamente o definitivamente che sia, alla sofferenza, pur potendo, fare diversamente. Un genitore onnipotente, a differenza di uno reale, che onnipotente non e', non ha scuse, per la mia sofferenza, per non avermi protetto da essa.

Esiste sicuramente un senso, nella vicenda dell'incarnazione, in cui Dio e' colpevole.

E questo, e' il riverbero dell'Edipo nella vicenda cristica, vicenda che poi, non e', in assoluto diversa da quella edipica, solo che per comprenderlo bisogna porre Dio/Cristo come un "padre" (Laio) e l'umanita' teicida (e con essa intendo ebrei, romani, tutti) direttamente come un, collettivo e massificato, figlio (Edipo). Che non riconosce il padre e lo ammazza, anche se il suo dire e fare esplicito assume, nella vicenda cristica, la forma del non riconoscere un "Figlio", e di ammazzarlo. Ma poi, quel Figlio verra' proclamato onnipotente, e partecipe della creazione, altrettanto come il Padre (il Verbo, l'Incarnazione, la Trinita', eccetera).
Asceso in cielo, nuovo genitore onnipotente, sedente alla destra del Padre, e tutto il solito corredo. Di poteri. E quindi, anche di colpe. Colpe, che sono tali quantomeno dal punto di vista di chi quei poteri non apprezza, o comunque, non tanto benevoli e "adeguati al compito", di togliere il male dal mondo, stima.

L'Edipo sta nel fatto, naturalmente, che tutto cio' era necessario.

E anche era necessario che subito dopo aver ammazzato il padre (e non, o comunque non solo, il figlio) questo "soggetto teicida collettivo", che poi siamo noi tutti, si pentisse, si strappasse i capelli, riproponesse ed innalzasse la girardiana "vittima" (sacrificale) come dio, eccetera eccetera. Ti penti, certo, quando scopri di aver ammazzato non uno di passaggio sulla strada, ma il padre. Tuo, padre. Ma ormai e', appunto, troppo tardi.




#290
Citazione di: InVerno il 08 Febbraio 2025, 16:26:47 PMNulla di tutto questo identifica una teocrazia, dove accade non di rado che se la classe dominante si sente saldamente al potere permette anche l'esistenza (a diverse condizioni) di minoranze etniche, linguistiche e religiose; diversamente se si sente minacciata da esse è più probabile cominci a randellare, ma non è questo il punto.

Dal dizionario: Forma di governo in cui la sovranità sia simbolicamente esercitata dalla divinità, storicamente identificata nel governo di uomini considerati gli interpreti più attendibili della volontà divina, o in quello di re o capi ai quali vengano attribuiti caratteri e prerogative divini.

Ora, siccome la costituzione NordKoreana stabilisce che la prima e seconda carica dello stato sono ricoperte da due persone defunte, definite "immortali", e il potere è gestito dal loro discendente terreno e dalla cricca degli intrerpreti del loro pensiero, il "kimilsunghismo", appare chiaro che con tutte le limitazioni del caso dovute al fatto di essere una teocrazia di origine moderna, sempre una teocrazia è, e che meraviglia per un evemerista.

Capirai, proprio come il fantasma di Berlusconi qui a Melonia, ma almeno i loro so' due... socialisti, sempre piu' avanti in tutto!

#291
Citazione di: anthonyi il 08 Febbraio 2025, 05:08:43 AMDire che "Israele é una teocrazia", un paese che ha avuto capi di stato dichiaratamente atei, é come dire che "l'Ucraina é nazista", un paese che ha un capo di stato ebreo.
Israele é una democrazia laica, anche se profondamente radicata nella cultura e storia del popolo ebreo.
Quanto alla CPI ha dimostrato ampiamente la sua incapacità e insussistenza con l 'affare Almasri oltre che con la ridicola accusa di genocidio nei confronti di Netanyahu.
Se poi per te la Corea del Nord é un paese dignitoso allora non ti resta che andare lì, vai a quel paese niko, un paese Destinato ad essere parte della grande Eurasia dei tuoi sogni.


Israele perseguita i suoi stessi cittadini non ebrei: li perseguita linguisticamente 
(in maniera simile a come fa la tua amata nazi-ucraina), li perseguita nell'accesso alle professioni, alla scuola, alla casa, propriera' privata (non dovrebbe essere per te questo, il valore pou' sacro?)...

Israele ha leggi scritte nero su bianco in cui si afferma che il diritto all'autodeterminazione in Israele appartiene solo a popolo ebreo, pur contenendo in se' un buon venti percento di non ebrei. Israele riconosce, sempre da testo di legge fondamentale il valore "dell'insediamento ebraico", cioe' fuor di metafora, della guerra, di invasione, di terre e case altrui, portata avanti con pretesti religiosi, di matrice ebraica. La jihad, che a quanto pare mica solo i mussulmani, ce l'hanno.

Israele ha consegnato medaglie a terroristi conclamati e ha ministri che tengono in casa poster di terroristi assassini, dichiarati tali pure dalla stessa legge e magistratura israeliana, e che non si vergognano di rivelarlo alla stampa. Un po' come se domani, il nostro leggittimo e democraticissimo, per carita', presidente del senato e vicepresidente della repubblica, Larussa, in presenza di giornalisti dichiarasse pubblicamente che lui ha a casa, oltre al busto del duce (quello lo ha gia' dichiarato, e il paese normale, che noi siamo, lo ha trovato, appunto, normale) pure un bel poster a colori di Mambro e Fioravanti. Secondo me per inciso ce l'ha, ma ancora non lo dice in pubblico e non e' in condizioni di dirlo, e questa e la differenza, ancora per un po', tra Italia e Israele.

Israele ha fatto minimo settanta mila morti e ha raso al suolo una citta', tipo bomba atomica, ferendo o uccidendo direttamente circa il dieci per cento della sua popolazione.

Israele e' una teocrazia, e la Corea del Nord no. Non e' questione di uno a che paese deve andare, ma di come sia fatto e costituito un paese, e come no.


#292
Citazione di: InVerno il 07 Febbraio 2025, 19:52:09 PMInnegabile, ma siccome il report parla del presente, e siccome anche Phyrosphera vuole dare ad intere di trovarsi, al momento attuale, in una situazione persecutoria, anche io parlo del presente, dove le persecuzioni anticristiane sono concentrate nei regimi teocratici di altre confessioni (Corea del Nord compresa). Non so se conviene rovistare nel passato, dove sovente i cristiani sono stati i persecutori, e neanche prendersela con la "visione laicista" che è l'aspetto dell'attuale società che previene le violenze tra gli zucconi di varia denominazione.


Israele, che oggi con la vicenda cpi intasca la sottomissione formale dei paesotti bassotti bassotti, puramente geografici, (senza offesa per la geografia): Italia, Lituania, Ungheria e Repubblica Ceca alle proprie politiche di sterminio e genocidio (che bel paese, che siamo, con che begli omologhi nostri fratellini, nello zerbinaggio americansionista assoluto) e' una teocrazia.

Non la Corea del Nord (pese socialista, e dunque intrinsecamente dignitoso).

Almeno, la Corea del Nord nella giornata
di oggi e', e rimane, Paese, anche ai fini della Storia.

Altrettanto non si puo' dire di Italia, Ungheria, Lituania e Repubblica Ceca.

Che si umiliano di fronte allo straniero.

Oggi, con i nostri tre degni e degnissimi amichetti abbiamo davvero toccato il fondo.





#293
Tematiche Filosofiche / Re: Nietzsche e Zarathustra
06 Febbraio 2025, 13:41:36 PM
Citazione di: daniele22 il 05 Febbraio 2025, 18:54:15 PMIntanto ti ringrazio. Se ho ben capito col mio discorso ho completamente travisato l'idea di "volontà di dominio" scambiandola con volontà di sopraffazione, cosa questa che perterrebbe invece all'uomo che non è "uomo nuovo". O almeno, l'uomo "antico" subirebbe in qualche misura un fascino al permanere tale. Premesso comunque che l'uomo nuovo non è ancora apparso ... a parte il sottoscritto ah ah ah aaaah, ma non faccio testo ... e vai a sapere se apparirà, nonostante che io dica il contrario, ti chiedevo della forza che farebbe emergere questo fantomatico uomo nuovo. Giusto perché le cose accadono quando c'è un problema. Tanto per capirci, quando Eutidemo era in corteo nel maggio francese non vi sarebbero stati dei presupposti di natura sociale, un problema sociale insomma tale per cui potesse affermarsi una rivoluzione globale. A mio vedere quindi, il "Dio è morto" (immagino più che altro la sua legge positiva, la sua parola) da solo non basterebbe a far emergere l'uomo nuovo

P.s.: una molla elicoidale vista dall'alto sembra un cerchio, ma non lo è


Si e' una molla elicoidale e non un cerchio...

Il passato ha una sua ben autocontenuta e ben salda realta', non e' puro dato conoscitivo, e non e' neanche puro nulla; e ha potere causale, e conformativo, sul presente e sul futuro, solo tramite la mediazione di un (sempre) libero desiderio presente nei viventi, quindi, in un certo senso, e' anche come se non lo avesse.
Si puo' trascendere il desiderio metafisico (il desiderio di un altro, e idealizzato, mondo) solo desiderando, innumerevolmente, al suo posto, il mondo, proprio questo, mondo, e questo e' sia il motivo, che la realta' del proseguire infinito dell'eone; o meglio, degli, eoni  :) .





#294
Tematiche Filosofiche / Re: Nietzsche e Zarathustra
06 Febbraio 2025, 13:19:12 PM
Citazione di: baylham il 06 Febbraio 2025, 01:32:17 AMNon capisco quale sia il nesso necessario tra il tempo ciclico e una vita superomistica.
Oltretutto il devo è in contrasto con il voglio. E il voglio è in contraddizione col fatto che non puoi proprio volere la tua vita.
La mediocrità non è affatto un problema: la vita quotidiana degli uomini è simile, con bisogni e desideri comuni, ordinari.
La paura di morire è invece un istinto umano selezionato da milioni di anni attraverso lo sviluppo delle specie viventi: senza di questo l'aspettativa di vita di un uomo non sarebbe degli attuali 70 anni.


Beh dai, sul fatto che la felicita', e la realizzazione individuale, sia da Nietzsche concepita come un volere, esaurientemente e pienamente, la propria vita, (e quindi amare il proprio "fato", conciliare volonta' e necessita') non mi sembra ci sia molto da capire: e' chiarissimo e semplicissimo.

Uno puo' non essere d'accordo, ma davvero non  vedo cosa ci sia da "capire".

Nel considerare e valutare la tua vita, non puoi fare selezione tipo album di fotografie, non puoi volere una vita fatta solo dei tuoi momenti belli togliendo quelli brutti, devi capire che la sofferenza e' causalmente ed esperienzialmente costitutiva della felicita' quindi, devi volere tutto il pacchetto, momenti brutti + momenti belli; felicita' + sofferenza.

Come nello stoicismo, in cui il male si giustifica col bene, e quindi il male non e' il "prezzo", a certe ottimali e auspicabili condizioni evitabile, e redimibile, del bene, ma ne e' costitutivo, insomma se e' bene che il bene sia, e che sia esperibile, e' bene che sia e sia esperibile anche il male, e questo per lo stesso identico motivo per cui, quantomeno alla percezione umana, non si darebbero la sinistra o il sud, senza la destra o il nord; insomma l'opposizione dialettica, la presenza di un opposto, e' necessaria, se non intrinsecamente all'esistenza, quantomeno di certo all'esperibilita', di una cosa. L'amore per il bene, corrisponde all'amore per differenza, tra bene e male, e in questa differenza, il male e' gia' "recuperato", pur senza essere effettivamente "tolto" o "redento".

In Nietzsche la faccenda e' simile, anche se non si tratta piu' di bene morale e male morale, ma di vita vissuta, di gioia e sofferenza effettivamente da chiunque esperte; di cose, situazioni e parole che, convenzionalmente, e rispetto alle esigenze della propria vita, un dato individuo o un dato gruppo abbiano stabilito siano, soggettivamente per esso, "bene" e "male". Sempre il male, e' costituzione causale e percettiva del bene, e non suo "prezzo", in un concettuale e virtuale "scambio", con certe astuzie e fortune evitabile. E quindi, l'individuo veramente felice e realizzato, vuole, interamente e integralmente la propria vita. Non la "collezione" di quello che "piace" astratta da quello che non piace, in quella data vita; non l'album di (banalissime...) fotografie.

Sul nesso tra tempo ciclico e' superomismo, beh, esso e' una morale; una morale in cui tu, quale protagonista della tua vita, dovresti agire (e vivere, e pensare, e scegliere) in ogni possibile dilemma e situazione che ti capiti, appunto, nella vita, in modo da essere pienamente a tuo agio, senza rimpianti ne rimorsi, pur dovendo ripetere all'infinito ogni tua azione (e situazione vissuta, e pensiero; e omissione); e soprattutto sapendo, tenendo presente, come fattore in gioco entrante nella ponderazione di ogni tua scelta, e intendo che ben potrebbe influenzarla e cambiarla, di dover ripetere all'infinito e all'indefinito, tutto cio'.

Esempio:

Mille volte, che ne so, avrai detto a te stesso:

"questa cosa, o situazione, o persona, che pure non mi piace, non mi piace per niente, sento e so, che non mi piace, la tollero, la sopporto perche' tanto e' unica, e' per una volta sola. E' la tipica cosa o situazione che mi capita per una volta sola, nella vita, quindi, per me, tanto vale sopportare, fare buon viso a cattivo gioco. Un piccolo sacrificio. E "adattarmi", nel senso negativo del termine, nel senso cioe' della mediocrita', a quella cosa che e' successa. Valutato, da me, piccolo, proprio, perche', sempre secondo me, passera presto, le sue conseguenze, passeranno presto, e tutta la situazione, che a quel piccolo sacrificio mi ha portato, non si ripetera' mai... "

Spoiler: c'e' l'eterno ritorno. Non e' unica, quella cosa, che hai vissuto( o fatto, o pensato) non e' unica. E neanche tu, sei unico. In relazione e quella cosa, probabilmente, partendo da presupposti falsi, sbagliati, hai valutato, e probabilmente scelto, male. Hai agito presupponendo la verita' di una verita' metafisica, non fisica. Mai, niente, a questo mondo e' per una volta sola. Nemmeno, appunto, la morte. Non ci sono eccezioni sotto il sole: solo, in questo senso... regole. Fosse pure una situazione che ti capita solo una volta nella vita, il punto e' che tu, in quella situazione non sei unico. Una cosa qualsiasi, bella o brutta o indifferente che sia che ti succede, non e' mai ne' la prima ne' l'ultima volta, e' sempre, per quel che ne sai e per quel che ti riguarda, una volta intermedia, una volta parte di una immensa serie. Il ciclo temporale varra' sempre e per tutto, pure per quella situazione. Ora, e per un eventuale futuro, rifaresti, la stessa cosa, in quella stessa situazione, sapendolo?

Quante volte, invece, hai detto:

"questa cosa, sfizio o vizio, o omissine, o mediocrita', che mi fa male, e che so che mi fa male, me lo concedo perche' tanto e' solo per una volta, o per l'ultima volta, o per poche volte.."

Spoiler > come sopra. Non e' per l'ultima volta. Anche se tu resistessi ad ogni tentazione futura, ogni sgarro che fai a certe regole, auspicabilmente, regole che tu stesso ti sei dato, o semmai, che hai accettato per amore di qualcuno o di qualcosa, e' per sempre. Non si tratta di essere mediocri, o infedeli, o viziosi, o traditori una volta, si tratta di esserlo duecento, triliardi, di volte. E di saperlo. Lo vuoi ancora essere? La vuoi ancora fare quella "eccezione alla regola"? Se si', forse, allora, quella cosa, che stai per fare, non e' solo una eccezione, ma una cosa veramente importante per te, e dovresti rivedere le tue regole, o quantomeno il senso, che dai, alle tue regole. Se no, lascia perdere. Tira dritto e non la fare. Per sei miliardi di volte, di far quella cosa non vale la pena, non ti sentiresti bene e in pace con te stesso a farla, e gia' lo sai; per una volta, magari si', varrebbe pure, in teoria, la pena, di sgarrare e trasgredire, ma e' falso il presupposto che ti fa pensare, che sia solo, per una volta.

Quante volte, invece:

"Mi sento proprio bene, con me stesso, o in relazione a qualcun altro, perche' ho fatto la tal cosa, nella tal situazione, che mi ha fatto sentire bene, e la rifarei, ancora, se mi capitasse l'occasione, anche per cento milioni di volte?"

Spoiler, ancora: > c'e' l'eterno ritorno, quindi e' esattamente cosi', quella cosa o situazione ti ricapitera' (davvero) milioni di volte; tornera' moltitudianriamente a te. Quindi, fai bene a sentirti bene, se agisci bene, in relazione all'eternita', e dunque alla realta' fisico naturale, di una certa cosa, persona o situazione. Dovrebbe essere sempre cosi', il piu' spesso possibile cosi'.

Insomma, in un certo qual senso, dovresti "vivere da immortale", ma senza montarti troppo la testa, e sapendo che noia, frustrazione, sofferenza, decadenza e oblio, ben possono tormentare, e anzi, per certi versi in maggior misura, rispetto ai mortali intendo, pure la "vita", di certi immortali.
Non hai (certamente, come ovvio) infinito tempo, ma, in quanto essere naturale, increato e sottoposto appunto, alle leggi di natura in uno spazio omogeneo e senza realta' preferenziali, hai infinita ricorrenza delle tue situazioni nel tempo. E non sapendolo, di essere cosi', essendo cioe' sedotto da una metafisica, che, in barba al "vero"  (presocratico e preclassico) spirito della scienza, ti descrive come "animico", e come "unico", da un punto di vista etico e pratico molto spesso, come visto negli esempi, agisci male, cioe' agisci contrariamente a quelli che sarebbero i tuoi veri, e reali interessi.

La paura della morte, va bene, ma essa non deve essere una fede nella verita' dell'unico e dell'unicita'; semmai, una fede in cio' che vuole superare l'unicita' come problema.


#295
Tematiche Filosofiche / Re: Nietzsche e Zarathustra
05 Febbraio 2025, 14:21:00 PM
Citazione di: daniele22 il 05 Febbraio 2025, 08:59:34 AM
Nietzsche che le istan mi sfugge ancora quale sia la forza, secondo Nietzche, che fa emergere il superuomo e la sua positività, giusto solo così perché anch'io avrei la mia idea



il superuomo, vuol dire sostanzialmente che autovolersi e l'autosuperarsi in generale della volonta', e di ogni volonta', (volonta' qui intesa come forza, e caratteristica fondamentale, presente in tutti gli esseri viventi, capacita' di volere, e dunque, anche di soffrire) genereranno, prima o poi un tipo umano capace di volere se stesso e il mondo. Diverso dall'uomo attuale, che in un modo o nell'altro non ne e' capace. Previsione tutto sommato abbastanza ottimistica.

Poiche' la visione di Nietzsche pero' e' dinamica, e in essa il mondo non e' un oggetto, non e' separabile dal proprio divenire, e tantomeno il se' interiore dell'uomo, neanche e' pensabile come un oggetto, il concetto di "volere il mondo", (possibile per il superuomo, e impossibile per l'uomo) si traduce in una sorta di "ricominciare la storia del mondo", volerla ricominciare, assentire al rovescamento della clessidra cosmica, e tanto piu', il "volere se stessi", e' un voler ricominciare, la storia, di se stessi.

L'uomo, vuole il passato, cioe' la verita' (della sua stessa coscienza) e il nulla; il superuomo, che e' quello che sta oltre l'uomo, vuole che il passato sia passato.
Lascia che questo voluto, e quindi, in un certo senso, questo amato, gia' in nuce, sia pure in maniera incompleta, presente nell'uomo, sia fino in fondo se stesso.

#296
Attualità / Re: Il giorno della memoria
04 Febbraio 2025, 13:58:11 PM
Citazione di: green demetr il 27 Gennaio 2025, 13:46:37 PMCome mai nel giorno della memoria il Papa si è permesso di dire che gli ebrei hanno commesso genocidio?



Perche' e' (quasi) vero. I sionisti, non gli ebrei, hanno commesso genocidio. O meglio, la teocrazia sionista, buona alleata del radioso e laicissimo occidente euroatlantico, che prima o poi, si dovra' assumere, davanto alla storia, le proprie responasabilita'.

Quanto agli ebrei... essendo loro una religione, e non gia' uno stato o un popolo, la' delle intenzioni manco potrebbero. Commettere genocidio, intendo. A proposito di falsi problemi.

#297
Tematiche Filosofiche / Re: Nietzsche e Zarathustra
04 Febbraio 2025, 13:48:53 PM
Citazione di: daniele22 il 04 Febbraio 2025, 09:23:57 AM
Premesso quanto già detto nel post 31 mi chiedo come Nietzsche risolva il conflitto tra l'essere sé stessi e l'ipocrisia, quasi che l'ipocrisia non sia parte di noi. Noi la detestiamo più che giustamente, ma troppo, perché a mio giudizio l'ipocrisia sarebbe il fondo naturale sul quale poggia una  "pacifica" convivenza di gruppo.
Perché se fosse vero, e per me lo è, che noi saremmo naturalmente dotati del senso di un "quieto vivere" in comunità, sarebbe pure vero che, nonostante una base comune, non collimino purtuttavia le sensibilità individuali. Allora, a questo punto, o applichi la guerra totale, o fai entrare in gioco l'ipocrisia ... che in ultima analisi è quella che ti permette di fare buonviso a cattivo gioco. Nice che dice?



Beh Niezsche dice che, inevitabilmente, per vivere "quietamente" e in societa', le istanze aggressive, e di dominio, che sono nel cuore di ogni individuo, diventano, e devono diventare, almeno in parte, autoaggressive e di autodominio: il senso di colpa e' una latenza di aggressivita'. Per paura di una puniziune o comunque di una consegueza negativa, qualora gli istinti aggressivi e di dominio, presenti in tutti i singoli, presso una societa', fossero espressi apertamente. Un po' come in Freud. 

Pero' a differenza di Freud, Nietzsche illustra, anche, si puo' dire, un po' al di la' delle sue reali e aristocraticissime intenzioni, la magnificenza della vendetta sottile, simbolica, e valoriale che il debole comunque esercita e puo' sempre esercitare sul forte evitando la sfida aperta ad esso e dunque la morte o la punizione: la societa' occidentale, in quanto societa' cristiano platonica, nasce dal risentimento dei deboli verso i forti; quindi, non si puo' certo dire che tale risentimento, sia  improduttivo di conseguenze e stati di cose storici e "reali", isomma non si puo' certo dire che la latenza, dell'aggressivita' e dell'istinto di dominio dell'individuo socializzato e "pacificato" tipico, sia una vera latenza.

Tale societa', insomma la nostra, e' basata su valori che, pur non risolvendo radicalmente l'infelicita' del debole, permettono, quantomeno, a questi di prosperare e sopravvivere.

Nella decadenza, della societa' occidentale, la volonta' di potenza e' comunque sempre all'opera.


#298
Tematiche Filosofiche / Re: Nietzsche e Zarathustra
03 Febbraio 2025, 21:21:30 PM
Citazione di: baylham il 02 Febbraio 2025, 18:04:48 PMConsidero la filosofia di Nietzsche ormai scaduta, superata. Non condivido nessuno dei suoi nuclei teorici: la morte di Dio, il nichilismo, l'amor fati, la volontà di potenza, il superuomo, l'eterno ritorno.

L'eterno ritorno, il suo "pensiero abissale", è una ipotesi inverificabile, per me pura fantasia, metafisica. Ma supponiamo che sia valida, che il tempo sia ciclico, che cosa cambia alla mia esistenza o a quella degli uomini? Nulla, è irrilevante. Il tempo continuerà ad essere vissuto come lineare (passato, presente e futuro) come lo era per Nietzsche. Sul tempo Nietzsche non ha scritto nulla di nuovo, di importante. Se voglio riflettere sul tempo attualmente devo rivolgermi alla scienza, non alla filosofia, tantomeno a quella di Nietzsche.


Se il tempo e' infinitamente ritornante, e se tu lo sai, ne consegue che, allora, devi vivere intensamente e sapientemente ogni attimo, insomma che devi avere schifo e orrore non della morte (non, insomma, dei tuoi limiti e di un inevitabile destino di perdita) ma della mediocrita'. 

Non e' la perdita, il principale problema esperibile in un tempo ritornante, ma la mancanza, di cio' che ora tu desideri e che ti potrebbe mancare per sempre. Non puoi perdere nulla, ma puoi mancare l'occasione giusta per tutto. Non e' un desiderare la salvezza, ma un desiderare nella salvezza. 

Partecipi, ad uno sdoppiamento panico del mondo, vuoi la fine e il nuovo inizio dell'eone cosmico, perche' comunque ne fai esperienza, perche' in fondo lo sai, che (pieno) appagamento, nella vita, e' identita', di desiderio e realta': quando sei felice, non puoi dire, non sai e non ti interessa, se il desiderio si faccia realta' o la realta' si faccia desiderio; partecipi, semplicemente, di questo inaspettato incontro, di questa "gemellarita' ". E sai, che tutti i modelli di perfezione e di consolazione culturalmente codificata umani, basati tutti in un modo o nell'altro sulla pretesa del mantenimento di una dietrologia, di una differenza, di una scena e di un fuori scena esistenti nel rapporto possibile e ponibile tra desiderio e realta', non l'hanno mai ne' eguagliata ne' espressa.

Come gia' disse Leopardi, tu non puoi desiderare, in senso lato la "vecchiaia", cioe', ancora, la vecchiaia dello spirito, la mediocrita', contro la morte. Per il timore, della morte.
Farlo, cioe' desiderare la "vecchiaia" come antidoto contro la morte, e' essere "uomini" nel senso peggiore del termine, cioe' uomini disperatamente attaccati, non gia', in senso nobile, alla "vita", ma alla paura del loro stesso nulla, della loro stessa morte.

La non-differenza tra la qualita' umanamente attribuibile dell'essere, alternativamente, o passato, o presente o futuro di ogni attimo, ben lungi dall'essere una nube di nebbia o una notte oscura, dovrebbe esaltare la differenza di tutti gli attimi tra di loro, la trama di mille colori complessiva emergente.

Questo attimo, proprio questo che passa qui e adesso, non e' differito (cioe' non e' iscritto in una differenza triplicemente variabile, con tre soli gradi di liberta': passato, presente e futuro, insomma non e' come sarebbe una partita, trasmessa in differita in tv), ma e' differente (cioe' e' iscritto in una differenza infinita, con grado di variazione infinito, e con continuo rimando all'altro da se'). E cosi' e' per ogni altro attimo.

Un punto di vista sul mondo eternamente ritornante, non deve temere la morte, ma la mediocrita'.

Il passare del tempo, e' il passare dell'uomo, inteso come animale delle promesse, animale capace di fare (e non mantenere) promesse.

La scienza, e' interessante nella misura in cui essa ci riconsegna, strappandoci dalla promessa (lineare) in cui sognamo e  siamo, all'increato e all'impersonalita' della natura, cioe' ancora, all'eterno ritorno. La moltitudine, dei casi singoli "normati", e non mai gia' per questo esauriti, dalle "leggi" intrinseche e uniformemente agenti della natura, insomma, ad esempio, la stessa caduta infinita dei gravi, che (ri)unisce la newtoniana mela all'orbita dei pianeti, la non preferenzialita', e la decentratezza, dei punti di vista scientifici, sembra affermata contro la solitudine di Dio e dell'uomo. 



#299
Citazione di: InVerno il 28 Gennaio 2025, 14:02:10 PMEutidemo, Putin si sta solo difendendo dall'aggressione NATO e l'imposizione della lingua NATOese  da parte dei nazisti. Suona strana infatti tutta questa voglia di attovagliarsi coi nazisti per una striscia di terra.. ce lo vedi Churchill? We shall fight them on the beaches, we shall fight them in the streets and on the hills, we shall never surrender ...... Unless, they give us this piece of land, in that case we shall surrender!


Non natoese, ma ucraino, lingua ucraina.

I decreti legge del signor Poroshenko sono pubblici, chiunque li puo' leggere...

Decreti sulla lingua da parlare nel paese, su quali giornali vendere o no in edicola, sulle scuole, sui requisiti di ammissione o no a certe professioni...

Non sono informazioni segrete
cia-nazi-global-nato eh...

Una lingua, una fede, un esercito...

Ti piacerebbe, che nell'Italia attuale (dove quantomeno mi risulta che ci siano gli atei, una piu' che rumorosa rumorosa minoranza ebrea e i tedeschi ladini) andasse al potere un "presidente" pupazzetto play mobil, per di piu' pagato e messo su da potenze straniere, con questo slogan?

Ma no, tu sei democratico, e non sei di cultura "nimby" la feccia piu' impresentabile, la vuoi, e la difenderesti, solo alle periferie piu' fuori campo e scalcinate, del tuo (di appartenenza) impero...



#300
Citazione di: Eutidemo il 28 Gennaio 2025, 06:06:59 AMMario Draghi e la Meloni non hanno mai tentato di aggredire nazioni vicine ;)



Si', e se e' per questo, davanti al tribunale della Storia, non hanno mai nemmeno liberato una volta per sempre la Novorossia da loro stessi...