Citazione di: doxa il 23 Dicembre 2024, 10:13:25 AMLa visione dominante oggi è che il valore della conoscenza risieda nella sua utilità.Buona sera doxa. Per come la vedo si tratta di una visione giusta, ma traviata nella sua interpretazione. Dato che ti mancano informazioni lascio allora in sospeso la domanda rivolta. Se mi riconosco un pregio "strategico" è quello di avere modificato il concetto di estensione. Ovverosia, le parole e i discorsi appartengono alla res extensa, e vi appartengono perché sono sensibili o all'udito o alla vista. Mi spiace per Cartesio, ma la penso così. ¿Cosa mi legittima ancora a dire, come conseguenza di tale scelta, che una cosa è tutto ciò che la mia mente riesce a imbrigliare tanto da poterne parlare, anche a vanvera? A legittimarmi sarebbe il notare che nell'hic et nunc io utilizzo quelle astrazioni, frutto della nostra conoscenza e molte delle quali traducibili in un sostantivo quale Dio, marxismo, liberismo etc, generando un comportamento che si confronti con tali realtà. Cioè, le parole muovono l'individuo nella società tanto quanto le cose, o almeno questo è quello che mi sembra. Chiaro resta che se non mangio e non bevo, muoio. Ora, Nicola Cusano era un credente e anche le sue parole saranno le parole di un credente. L'osservatore influenza il campo di osservazioni.
Non penso che ciò che ho detto ti dia l'informazione per rispondere alla domanda, ma qualcosa sul carattere utilitario della conoscenza penso di averlo messo in evidenza. Un saluto

