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Messaggi - daniele22

#286
Tematiche Filosofiche / Re: Il concetto di verità.
09 Agosto 2024, 07:06:52 AM
Citazione di: iano il 08 Agosto 2024, 09:13:30 AMMa almeno l'argomento della discussione l'hai afferrato?
Se non posso diminuire la leziosità posso sempre provare ad aumentare la chiarezza espositiva riguardo l'argomento della discussione, se richiesto, sempre che per te la leziosità non sia un ostacolo insormontabile alla lettura dei miei post.
Non pretendo di essere del tutto comprensibile, se spesso rileggendo i miei post anch'io non li comprendo, immagino perchè sono pensieri espressi al loro nascere, con la speranza che col tempo vengano meglio a precisarsi, del che posso darti conferma di solito avvenga..
Naturalemnte non pretendo da te ciò che io non posso dare, e intervengo infatti sul minimo che comprendo dei tuoi post.
Però se vuoi che anche sul quel minimo non intervenga dillo chiaramente.
Anche per me è una fatica riuscire a dialogare con te, ma quando questa fatica non dovessi più riuscire a sostenere te lo dirò chiaramente, anche se ti dico già che sarà molto difficile ciò avvenga essendo una fatica cui sono ben avvezzo (nota la leziosità del mio dire), e nel caso tu saresti il primo a cui lo avrei detto.
Colpirmi ai fianchi con offese velate non serve. Prova con un dritto.

Premessa sulla realtà. Intanto non capisco che bisogno ci fosse di legiferare sui tappi delle bottiglie di plastica; evidente necessità dei tempi moderni.
Dopodiché, della realtà non sono interessato a produrre un dipinto che sarebbe composto da me che mi trovo nella parte di scrivano che parla della realtà all'interno di essa nel suo divenire. Ho cercato invece di chiedermi, rispondendomi pure, in quale modo tale realtà divenga. Comprensibilmente il mio pensiero si è rivolto al moto umano in relazione al medium in cui si muove. Moto umano, metafisica. Risolvere il moto umano significherebbe quindi far entrare nella fisica la metafisica. Partii quindi dal moto incerto dell'individuo. Fine premessa.
Tempo fa ti anticipai in una replica dicendoti che tu, di fronte alla mia eresia, temevi che l'affermarsi di questa potesse toglierti la creatività. E tu hai risposto sì, che era così. Solo tu sai se sei stato sincero. Può essere comunque che io mi sbagli, ma mi è sembrato che in questo topic che hai aperto tu abbia articolato razionalmente tale timore cercando di contrattaccare.
Proseguendo quindi, il mese scorso, manifestando un certo disprezzo nei confronti della tua postura filosofica e senza pretendere da te un "dover essere", ti ho pure accusato di dire falsità nei riguardi di quello che dicevo. Insomma iano, tra me e te ad oggi c'è reciproca repulsione, nulla più che una delle componenti che muove il divenire. Cosa questa che di fatto si riscontra anche in natura; difficilmente troverai una molecola di cloro, bromo ed elio, così come l'olio non si mischia con l'acqua. Facciamocene quindi una ragione, giacché pure tu in questi ultimi post mi hai provocato più o meno velatamente.
Saluti
Ps: Da parte mia ho già espresso l'idea che ogni scoperta corrisponda a una provocazione e ora cerco di provocare pure io. In ogni caso, solo quando cessi la sete di sapere verrà meno il bisogno della verità
#287
Tematiche Filosofiche / Re: Il concetto di verità.
08 Agosto 2024, 06:33:47 AM
Citazione di: Alberto Knox il 07 Agosto 2024, 12:34:02 PMhai ragione ma questo vale anche per l azione morale. Non è tanto l azione in sè nel suo concretizzarsi ma piuttosto è l'intenzione che ci mettiamo dentro. Non è tanto importante poi alla fine come agiremo ma quanto che in realtà vogliamo agire nel bene , vogliamo la giustizia. Kant parla di volontà buona ed è propio questa intenzione all azione, non faccio l'elemosina per farmi bello ma perchè davvero voglio il bene. Allora l azione massimamente morale è sì nella sua concretezza ma sopratutto nella sua intenzione.
Giusto appunto l'intenzione. Bisogna far sì che l'intenzione, imperscrutabile, diventi chiara ai tuoi occhi
#288
Tematiche Filosofiche / Re: Il concetto di verità.
08 Agosto 2024, 06:30:05 AM
@iano
Nel primo intervento sul tema dicevo che trovavo quasi nocivo parlare della verità. Sappiamo tutti cosa sia la verità e per quale motivo sia apprezzata. Trovo inoltre che i tuoi interventi siano spesso a me incomprensibili e li trovo un po' leziosi, oltre che prolissi. Non voglio dire con questo che la lunghezza sia di per sé un difetto
#289
Tematiche Filosofiche / Re: Il concetto di verità.
07 Agosto 2024, 19:03:26 PM
@Alberto Knox
La prima cosa che mi è passata per la mente leggendoti è che io posso dialogare con te, ma non con te che riporti il pensiero di Kant, primo perché questo topic non è dedicato a Kant e poi ho notato che quando si parla di questI giganti del pensiero vi siano puntualmente dei disaccordi. Tra l'altro Kant imputa all'essere umano uno stato di minorità per non avvalersi del proprio pensiero, e su questo sono senz'altro d'accordo con lui. Aggiungi a questo fatto che io sono in disaccordo con tutti tali giganti (Eraclito escluso forse) perché il loro pensiero parte da premesse sbagliate. Comunque proprio per oppormi a Kant e a chi abbia fatto riferimento ad un bene oggettivo, supremo, sommo, massimo etc etc. posso dire che non esiste alcun bene oggettivo che non sia Dio. Dio è il bene supremo. Fuori da Dio trovi solo cose relative. E io non sono un credente
#290
Tematiche Filosofiche / Re: Il concetto di verità.
07 Agosto 2024, 08:09:16 AM
Citazione di: Alberto Knox il 06 Agosto 2024, 11:21:29 AMl'imperativo non è una norma che dice come bisogna fare in una determinata situazione , dice cosa fare in qualsiasi situazione ,  non come  legge esterna ( devi restituire il portafoglio che hai trovato perterra perchè lo dice il Papa, perchè lodice la buona norma civile , perchè lo dice Gesù, perchè lo dice la legge) no devi restituire il portafoglio per la stessa legge morale che è in te. Lo puoi anche tenere naturalmente e far finta di niente ma in questo caso non hai agito secondo la tua morale , hai agito secondo interesse personale. Ma nessuno può obbligarti a restituire il portafoglio, è una scelta che devi fare tu. Non te lo impone la società
Non hai letto bene il mio pensiero. Dico semplicemente che non è l'azione a determinare l'immoralità del gesto. Hai fatto l'esempio del portafoglio ed è un buon esempio proprio perché non implica presenza di reato; ebbene, se un ricco perdesse cento euro per strada non reputerei un'azione immorale non restituirglieli. Se li perdesse un povero cristo sí. Questo naturalmente perché la mia morale disapprova la funzione del danaro nella nostra società. Ora, non è che la "ragione umana" possa sentenziare che il nostro sistema socio-economico sia una cosa immorale, ma se il codice morale di una persona stabilisce di non recare danno agli altri, una volta che ci si renda conto che la ricchezza altrui corrisponde necessariamente alla povertà di altri.... Beh, non denunciare almeno questo fatto sarebbe secondo me un atto immorale al cospetto della "ragione umana". Mi sembra infine che tu abbia una visione ingenua della realtà che si palesa pure nel topic che hai recentemente aperto ... nel senso che non si hanno evidenze di amore "globale" e amore e odio sono solo due facce complementari della vita; per dirla con Bohr, "contraria sunt complementa"



#291
Tematiche Filosofiche / Re: Il Corpo
06 Agosto 2024, 22:12:52 PM
Citazione di: daniele22 il 06 Agosto 2024, 07:03:47 AM
Un solo commento e lapidario: Non rendersi conto che la propria mente lavori al servizio del proprio corpo è da ignoranti e da irresponsabili, soprattutto da parte dei filosofi

Sono stato troppo lapidario. La mente lavora per la propria persona sia in senso materialistico che per gratificazioni di natura spirituale. Si intenda che la persona può anche perderci materialmente in cambio di una gratificazione di diversa natura ... fermo resta comunque che il corpo/mente per natura sarebbe egoista anche quand'è altruista
#292
Tematiche Filosofiche / Re: Il concetto di verità.
06 Agosto 2024, 10:53:38 AM
Citazione di: Ipazia il 06 Agosto 2024, 07:48:17 AMLaddove la verità combatte la sua battaglia più fatale.
E sembra perderla quando all'Olimpiade costringono degli atleti a nuotare nella Senna
#293
Tematiche Filosofiche / Re: Il Corpo
06 Agosto 2024, 07:03:47 AM
Un solo commento e lapidario: Non rendersi conto che la propria mente lavori al servizio del proprio corpo è da ignoranti e da irresponsabili, soprattutto da parte dei filosofi
#294
Tematiche Filosofiche / Re: Il concetto di verità.
05 Agosto 2024, 15:36:08 PM
@Alberto Knox 
A prescindere dal fatto che non conosco il pensiero di Kant, questi era comunque un religioso e questo non può non aver influenzato il suo pensiero. Può essere quindi che lui, emendando il suo pensiero di credente al fine di trovare un'universalità etico/morale abbia cercato delle norme che si rifacessero alla ragione e non a Dio, trovandole infine nella formulazione degli imperativi. Ma se non sapeva per quali vie si attua la conoscenza, vie che mancano a tutt'oggi essendo che non esiste una teoria universalmente accettata della conoscenza, mi chiedo quanto attendibili possano essere le sue formulazioni che a detta ragione si appellavano. Seguendo il suo pensiero pure io mi appello alla ragione, ma da ateo, e ancor mancando ad oggi una teoria della conoscenza, mi trovo nella sua stessa condizione, però mi guardo ben dal dire "bisogna fare così", pure se mi arrogo di sapere come l'essere umano conosce la realtà. La morale, per come la penso, si attua attraverso la conoscenza comune, la consapevolezza, e comunque l'individuo ha il diritto di disobbedire fermo restando che la comunità ha il diritto/dovere di difendersi
#295
Tematiche Filosofiche / Re: Il concetto di verità.
02 Agosto 2024, 11:45:17 AM
Citazione di: Alberto Knox il 01 Agosto 2024, 14:09:33 PMSì, abbiamo un bisogno immenso di grandi uomini che mettano se stessi al servizio del bene comune e non solo del propio.
Non ci sarebbe in verità bisogno di grandi uomini Alberto, bensì di un po' d'ordine mentale. A meno quindi che il sole non porti a ebollizione il nostro sangue se la nostra società fosse in declino sarebbe perché manca di giustizia. Manca più che altro un metro per definirla, ma il metro chi ce lo dovrebbe fornire? Il pensiero di un individuo, quello di una parte di individui, o quello di tutti gli individui? Ovviamente penso che il metro dovrebbe essere dato da tutti gli individui assieme ... ha ha ha ahhaaaaah! ... intendo con questo che dovrebbe saltar fuori dalla ragione umana, dall'umano pensiero, non dalla ragione del singolo; questo poiché la sfera emotiva vincolerebbe la ragione dell'individuo, e di conseguenza sarebbe opportuno, giusto, che tale sfera dovesse essere in parte emendata da una ragione collettiva comunque emotivamente direzionata, la quale però dovrebbe almeno elevarsi dall'emotività parcellizzata che si configura negli interessi di vario genere in cui si trova costretta la ragione individuale. Fintanto allora che l'individuo non abbia piena nozione, piena coscienza della distinzione che vi sarebbe tra quello che vi è là fuori e quello che sta dentro nella sua testa resteremmo inesorabilmente costretti a gravitare attorno a un concetto di giustizia arbitrario, intendi solo nel senso che puzza troppo di una imposizione elitaria accettata perché vagamente condivisibile pure da chi elite non è; è facile far capire che uccidere non è una buona azione. Tutto troppo umano insomma. E gli oggetti che gravitano attratti fatalmente verso questa nebulosa giustizia sarebbero, come già ventilato in post precedenti in questo topic, le molteplici e spesso inconciliabili descrizioni della realtà che produciamo facendone parte appunto. Non considerando cioè che tali popolazioni di varianti, i nostri discorsi appunto, probabilmente sarebbero l'esito del coinvolgimento di natura emotiva che pregna le nostre produzioni certo ben confezionate nella migliore delle ipotesi, ma poco convincenti ugualmente; e va ben che qua dentro a parte me sembra che quasi nessuno voglia convincere chicchessia, ma insomma, non facciamo i ridicoli! Convincere quindi di cosa? Convincere, per quel che mi riguarda, del fatto che la realtà di cui pensiamo di parlare non è quella là fuori ... Errata ed erratica presunzione mentale ... Se si vive costantemente calati in un mondo in cui la sfera emotiva è costantemente pronta a manifestarsi per via dell'incessante divenire che può stimolarla, come possiamo pretendere di comporre dipinti del reale epurandolo della memoria che tali stimolazioni producono in noi. La conoscenza è sinonimo di realtà, quella di un individuo però, ma lui non se ne dà conto, pensa che vi sia una separazione, e i giusti e gli ingiusti di cui tutti parlano inebriati dal libero arbitrio non sono definibili secondo il senso del decalogo mosaico. Anche un assassino, o peggio, un traditore, o un falso, possono essere nel giusto, ma noi non lo sapremo mai, nemmeno se ce lo dice lui; ulteriore risposta, limitante e inquietante, da fornire al "cosa posso conoscere" kantiano. Dato quindi che alla prima domanda avrei già risposto con due formulazioni distinte (quella precedente era che posso conoscere solo ciò che è utile), se ti piace Kant risponderei pure alla sua seconda domanda sul "cosa devo fare?"; dicendo che, purtroppo, devo convincere gli altri di questi loro limiti che perniciosamente oltrepassano senza ragione alcuna che non sia mossa da pretese di potere e/o vanagloria
#296
Tematiche Filosofiche / Re: Il concetto di verità.
01 Agosto 2024, 07:52:46 AM
Citazione di: Alberto Knox il 31 Luglio 2024, 17:44:27 PMci sono le norme etiche, ci sono le multe e ci sono gli arresti, ma sai cosa non c'è al riguardo? l'educazione. Che è il contrario di istruzione. is-truere , mettere dentro. E-ducere , tirare fuori. la scuola si occupa molto di istruire (ed è giusto) e ben poco di educare.  Si potrebbe dire che questo è compito dei genitori ma se questi non ne hanno gli strumenti per educare? allora dovrebbe intervenire la società visto che come dici il primato sull etica sta alla società e non all individuo.
chi insegna l'etica ai ragazzi?
Chiedilo alla sua dottrina Alberto. Il problema non è l'educazione, bensì l'educatore. Da quale pulpito predica la sua sapienza? ... segue altro, forse ed eventualmente
#297
Ciao e benvenuto ... ti auguro di ben adattarti al forum
#298
Tematiche Filosofiche / Re: Il concetto di verità.
31 Luglio 2024, 15:36:28 PM
Citazione di: Alberto Knox il 31 Luglio 2024, 12:14:52 PMil dolore può essere anche riferito a quello che gli altri fanno a te stesso , di conseguenza, conoscendo il dolore non vuoi farlo tu stesso agli altri. Ma questo non è affatto scontanto, vediamo bene come nella società chi si comporta in modo violento, o insulta è spesso una persona che ha una sofferenza di fondo "fu un antica miseria o un torto subito, a fare del ragazzo un feroce bandito" . E quindi?  cosa entra in gioco oltre il fatto di vedere la sofferenza altrui?


La conoscenza, l'esperienza del dolore, fatta salva una patologia che te lo procuri, viene solitamente riferita attribuendo cause all'altro da te, ma non ne conseguirebbe, come dici, che tu non voglia recarlo all'altro. Tra l'altro, normalmente, non è che uno voglia esplicitamente far del male all'altro, a meno che non si tratti di un sadico. E infatti, come dici, nella nostra società vediamo bene... Ora, Alberto, tu vedi chi si comporta in modo violento, ma io vedo pure chi fa del male in modo non violento magari favorendo la violenza e fa finta di non accorgersene, oppure mistifica. Proseguendo quindi, pur potendovi essere nel "reo" una sofferenza, tale sofferenza non è affatto scontata. Chiedi infine cosa entra in gioco oltre il vedere la sofferenza altrui? A livello dell'individuo potrebbe entrare in gioco il corredo genetico, ma non ho chiarezza nel merito; entra senz'altro in gioco, come già detto, gli esiti della tua relazione con altro da te, cose animate e non, fin dai primi vagiti. In sintesi: l'individuo può pretendere che la forza con cui affronta la vita, quindi anche il modo in cui lo fa, sia in un certo senso inviolabile, ma è l'insieme degli individui (non una casta) ad avere il primato a normare l'ethos in senso morale ed eventualmente contenere gli eccessi del troppo quando arrechi danno

Pensa che "Il bandito e il campione" ha occupato un'intera estate della mia vita, e naturalmente tifavo per Sante Pollastri. Ma chi era l'ipotetico traditore? Sulla faccenda vi furono pure delle schermaglie, ma mi sembra che de Gregori non si sia mai pronunciato. E affaticato ormai vaga tra questi caldissimi tour estivi ... almeno una volta potrebbe farlo evadere!
#299
Tematiche Filosofiche / Re: 𝜋
31 Luglio 2024, 08:34:22 AM
Citazione di: Eutidemo il 08 Luglio 2024, 11:19:54 AM
Ciao Bobmax. :)
Veramente io qui stavo parlando del "cerchio", e non del "punto"!
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Comunque, se vogliamo proprio "anapoditticamente" contendere O.T., per contrapposti "assiomi", per quanto riguarda il "punto":
- se tu scrivi: "L'infinitesimo non può essere ridotto a un punto, per la semplice ragione che l'infinitesimo ha una dimensione, il punto no."
- allora io posso legittimamente limitarmi a replicare, in modo altrettanto assiomatico: "L'infinitesimo corrisponde a un punto, per la semplice ragione che entrambi devono avere una infinitesima dimensione."
Un assioma vale l'altro!
***
Se invece vogliamo contendere per contrapposti "ragionamenti", il mio "sillogismo" (forse sbagliato) in base al quale io sono pervenuto alla conclusione -in contrasto con l'aprioristico assioma di Euclide- che il "punto" ha una sua dimensione, ancorchè "infinitesimale" è il seguente:
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PREMESSA MAGGIORE
Un segmento di retta, secondo tutti i libri di geometria, è una parte di retta delimitata da due "punti", detti "estremi"; e se i due "estremi" vengono definiti "punti" (anche da Euclide), non vedo perchè mai non definire "punti" anche gli elementi di quel segmento di retta delimitato dai due "punti estremi".
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PREMESSA MINORE
Ne consegue che non mi pare che ci siano convincenti argomenti per negare che un "segmento di retta" sia costituito da un "insieme di punti messi in fila", i quali costituiscono i suoi "elementi costitutivi".
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CONCLUSIONE
E poichè un insieme di elementi privi di dimensione non può dar luogo ad un insieme che possieda tale requisito, considerando che, invece, un segmento di retta, che è costituita da un insieme di infiniti punti messi in fila, possiede la dimensione della lunghezza, allora vuol dire che ognuno dei punti che la compongono, per quanto piccolo e "incommensurabile" esso sia, ha anch'esso una sua infinitesimale dimensione.
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Come ho detto, il mio "sillogismo" forse è sbagliato; ma, finchè non mi si dimostra in qual  modo, io non posso che pervenire sempre alla stessa identica e testarda conclusione! ::)
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Un cordiale saluto! :)
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Ciao Eutidemo, forse dovresti pensare al punto come fosse solo una coordinata; in geometria piana definita da due variabili. Così dopo puoi misurare qualsiasi segmento di retta e i decimali li decidi tu.
Un saluto
#300
Tematiche Filosofiche / Re: Il concetto di verità.
31 Luglio 2024, 08:25:00 AM
Citazione di: Alberto Knox il 30 Luglio 2024, 20:18:24 PMsì ma questo fa parte della formazione e autorealizzazione del propio sè , non si nasce già con le esperienze, solo facendo esperienza e poi confrontando l'esperienza con altre possiamo crescere e autorealizzarci e fondare una propia morale e quindi un certo comportamento etico , perchè poi alla fine è di questo che si parla . Quando è stata la prima volta che l'uomo ha provato rimorso? evidentemente deve essere accaduto qualcosa . è quando ti accade qualcosa che ti fa male che impari cos'è la morale autonoma . Certo si viene educati nel tenere un certo comportamento etico ma poi è l'esperienza che te la fa penetrare nella mente, nelle viscere e giù fino alle ossa. è qualcosa che ti rimane impresso come l inchiostro sulla carta, non ha caso la parola "carattere" deriva etimologicamente  da incisione, impronta, stampo. Il primato sta alla morale autonoma non a quella eteronoma.
Penso sia utile poter fissare dei punti altrimenti non ci si capisce. Secondo me l'individuo, quando viva in società, è un anonimo; è nulla più che un'impronta genetica che fin da quando nasce soffre e gode. Il suo comportamento non si cura di rivolgersi a valori morali, che gli vengono invece impartiti dalla collettività quando questa ritenga che la sua (dell'individuo) tecnica di vita debordi in modi poco sostenibili dalla tradizione in uso. Pertanto riterrei che Il codice morale non possa che essere di natura eteronoma. Se tu quindi ti formi una legge morale autonoma questo deriva dal fatto che conosci il dolore e non vuoi riservarlo agli altri, ma questa nozione è l'altro che te la fornisce