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Messaggi - paul11

#286
Citazione di: Federico Mey2 il 11 Maggio 2020, 13:42:23 PM
Citazione da Paul11:
Nietzsche distingue il pensiero genuinamente filosofico, dal pensiero calcolante...

Questa distinzione la trasformerei in quella tra pensiero intuitivo e pensiero razionalizzante (quello definito "calcolante").
La maggiore particolarità di Nice in confronto a praticamente tutta la storia della filosofia occidentale è secondo me il suo stile, che non è quasi mai razionalizzante.
Ma l'intuitivo, tra cui segnalo personalità quali il Buddha, non è necessariamente irrazionale.
Per razionalizzante intendo un modo di ragionare che fissa, all'interno dello spazio della filosofia (e quindi del pensiero più elevato), un sottoinsieme organizzato secondo regole precise, ma che esclude il mettere veramente in gioco i fini e principi dell'individuo, il suo spirito cioè.
Per capire veramente l'umano bisogna cioè uscire dai binari della razionalizzazione della filosofia occidentale (escluso Nice) e dare spazio all'intuizione, ma senza essere irrazionali.
Buono quindi il tentativo di Nice di uscire dalla gabbia della razionalizzazione, anche se purtroppo lui poi sfocia nell'irrazionalità.


ciao Federico May,


condivido parecchio del tuo post.
La scelta intuitiva se contrapposta a quella razionale puramente calcolante, è una scelta che contrappone la qualità rispetto alla quantità. Nella realtà, come si è scritto nella discussione, agiscono entrambi, come fai notare nell'esempio con Buddha.


Non so se alla fine Nietzsche sia irrazionale, proprio perchè è difficilmente giudicabile dentro il canone filosofico che segue quasi sempre uno schema logico argomentativo.D'altra parte si contrappone come modalità di linguaggio, utilizza moltissimo l'aforisma che è più un linguaggio artistico, estetico.
Ciò rende difficile e complesso ricondurre Nietzsche appunto in uno schema classico filosofico e quindi da adito a molte interpretazioni e moltissima letteratura critica interpretativa sul suo pensiero.
Forse è anche in questo  che sta il suo fascino
#287
 Ciao Ipazia


Il tuo post è già un giudizio sul pensiero di Nietzsche.


Nella tua prima affermazione ci trovo un misto di Marx con Nietzsche, che a mio parere sono antitetici.
Il mio giudizio personale sulla tua affermazione da una parte è condivisibile, ma gli aguzzini non sono affatto ascetici, pensano a potere e denaro e sono materialisti che abusano semmai una cultura strumentalizzandola per asservire il popolo.


L'uomo "mediocre" nietzschiano, da una parte è prigioniero di morali, dall'altra di una cultura del suo tempo che ben poco Nietzsche  condivide.


Potrebbe essere che la tua ipotesi sul polemos di Eraclito e Nietzsche difficilmente possa costruire un pensiero positivo Da quel che so anche Eraclito ripudiava la "massa", il popolo. Penso che vi sia in entrambi un forte individualismo culturale e sociale e una sfiducia nel sociale.


Mi è difficile dare un giudizio sintetico sull'intero pensiero di Nietzsche, con il solito mio "sospensivo" in quanto Nietzsche è complesso sempre a mio parere. Sbaglia sulla morale per quanto sostengo;  per la "morale da schiavi" che ribadisco è una forma di strumentalizzazione per rendere mansueto/schiavo  il popolo, sono d'accordo con te;  sulla natura come sistema a mio parere , mi lascia in una fase "interlocutoria", c'è qualcosa di profondo e di vero soprattutto sulla natura umana. Ha avuto il grande pregio di aprire una critica dal punto estetico, come rappresentazione intuitiva seguita da quella concettuale, che ha fatto scuola.
Per esempio ,mi viene in mente or ora, quando Foucoult accomunerà l'architettura di ospedali, scuole e caserme (quante scuole sono nate da vecchie caserme, vecchi conventi......) in un imprinting culturale che si estrinseca anche dal punto estetico, apre ad una critica socio culturale che utilizza il linguaggio delle parole, del visivo, teatrale, ecc.


P.S. consiglio anche a te, se già non lo sapessi, il sito che ho indicato nel post ad Aperion, è curato dagli stessi autori da cui hai tratto dei frammenti che hai postato. Ci sono tutte le opere, lettere, frammenti e un motore di ricerca interno
#288
 ciao Aperion
Se davvero sapevi poco inizialmente, fra frammenti di Eraclito di Nietzsche e passi dell'opera di quest'ultimo.... O sapevi già o sei un ottimo costruttore di conoscenza.


Davvero strano che nel frammento da te postato appaiano anche i vedanta, questa è una novità per me. .
Mi ci è voluta una ricerca per cercarlo nel catalogo di questo sito tedesco di Nietzsche
http://www.nietzschesource.org/ che è molto interessante .
Corrisponde al frammento da te riportato NF-1884,26 [193] - Frammenti ridotti estate-autunno 1884.


Sì, dal vedanta "lila" è gioco divino :
tratto da Wikipedia
Come i suoi passatempi,quella Suprema Personalità di Dio, il più grande dei grandi, ha accettato la sottile energia materiale, che è investita da tre modalità materiali della natura."
Le tre modalità della natura è il "guna":
Ci sono tre guna, secondo questa visione del mondo, che sono sempre stati e continuano ad essere presenti in tutte le cose e gli esseri del mondo. Questi tre guna sono chiamati: sattva (bontà, costruttivo, armonioso), rajas (passione, attivo, confuso) e tamas (oscurità, distruttivo, caotico).  Tutti e tre questi gunasono presenti in tutti e in ogni cosa, è la proporzione che è diversa, secondo la visione del mondo indù. L'interazione di questi guna definisce il carattere di qualcuno o qualcosa, della natura e determina il progresso della vita.
In alcuni contesti, può significare "una suddivisione, una specie, , una qualità" o un principio operativo o una tendenza di qualcosa o qualcuno. Negli studi sul comportamento umano, Guna significa personalità, natura innata e attributi psicologici di un individuo



Considerando che Così parlò Zarathustra dove appaiono il cammello, il leone e il fanciullo è stato scritto fra il 1883-1885, può essere.
Ma sicuramente trova una sua interpretazione di convalida  anche con il pensiero eracliteo.
La tua è una ipotesi interessante.


In merito all'auto limitazione, forse mi sono espresso male


citaz. Aperion
Secondo me, lui vorrebbe 'liberare' la 'volontà' da tutte le limitazioni, che secondo lui ne bloccavano la spontaneità.


Esatto ,è questo che intendevo dire.




Nel tuo post successivo poni l'attenzione sul problema del pensiero di Nietzsche che potrebbe essere solo un tendere..... un ideale.
Non so se è davvero un problema.
Il pensiero religioso è una parusia ,un' escatologia. Il pensiero di Marx è idealista per certa versi, ma anch'esso con caratteristiche di "religiosità" fra virgolette.
Intendo dire che i "grandi pensieri" aleggiano e superano il tempo, lo trascendono.
Essendoci qualcosa di profondo in Nietzsche che pesca dall'animo umano, c' quel qualcosa che trascende la vita che la tende verso qualcosa...
#289
Citazione di: viator il 08 Maggio 2020, 20:53:30 PM
Salve paul11. Vorrei replicare dal mio punto di vista (in grassetto) il tuo sottostante intervento anche se ad esso è già stato risposto - secondo me abbastanza coerentemente - da Ipazia.

Citazione di: paul11 il 08 Maggio 2020, 01:00:49 AM
La posizione di CVC a mio parere è "forte", e prima ancora che ci  si dichiari  materialisti o spiritualisti o quant'altro. E' la domanda che si fecero fin dai  primi filosofi, i presocratici,dimenticata quasi completamente dalla modernità ai giorni nostri e in quanto tale una cultura costruita o sulla menzogna o sull'oblio dell'essere.
Almeno per ora non desidero  spiegare il sinolo aristotelico dato da sostanza e forma, l'entelechia, l'ousia, l'essenza,l'essere.


Ma se mi si  riesce a spiegare dalla tavola degli elementi fisico/chimici come si genera la vita ,si vincerebbe  il Nobel entrando nella memoria storica umana per sempre. Avremmo risolto l'antica alchimia, la pre chimica. (la spiegazione nel dettaglio non te la posso dare perchè, anche se la conoscessi, lo svilupparla richiederebbe troppo tempo. Osservo solo che basta contemplare la Tavola citata per rendersi conto del modo in cui l'elementarità - attraverso l'attivo ed imprescindibile ruolo dell'energia - riesca a generare la crescente, inarrestabile, inconcepibile complessità attraverso la fisica atomica, la chimica inorganica, quella organica, quella biologia.............e mi fermo qui perchè il seguito dovresti conoscerlo.........)
L'unica posizione credibile è che l'energia e la materia hanno uno scopo, una teleologia interna, una tendenza. Ed ecco apparire quanto meno la volontà originaria. Può essere una ragione con una volontà schopenheuriana, (non credo proprio che la volontà espressa o descritta da una persona abbia influenzato l'evoluzione del mondo), la volontà nitzscheana (idem), una volontà divina (ecco, andiamo meglio) ......ma qualcosa di sicuro c'è (meglio affermare più filosoficamente ...."di immaginabile possa esserci stato"). (Quindi tu saresti un creazionista che pone all'origine una volontà la quale generi uno scopo al quale il mondo dovrà risultare conforme ed adatto ? Ovviamente uno scopo privo di una volontà configurerebbe una visione di tipo meccanicistico al cui interno il termine "scopo" andrebbe sostituito con il termine "effetto").

Saluti.


ciao Viator,
nella tua introduzione alla presente discussione tu parli di forma e dov'è la materia?
Quale è la differenza fra forma e  materia e quale è la loro definizione?


L'esempio della volontà è intesa come volontà di qualsiasi elemento, di qualsiasi composto e ancor più della vita di costruirsi una volontà appunto intesa come istinto:  istinto di adattamento, istinto di sopravvivenza di difendersi e attaccare, istinto di riprodursi, senza contare stimoli a bere, mangiare, ecc e addirittura pulsioni psichiche umane: da dove fuoriescono?
Riesco a farmi capire? L'istinto lo ha un coranavirus quanto l'uomo.
La scienza naturale/fisica compie una fotografia statica degli elementi fisici/chimici, dei composti, ecc.
Quindi prende atto dall'osservazione, ma non si chiede come il fenomeno possa sussistere e in quella modalità determinata. La configurazione atomica di ciascun elemento, le sue proprietà e caratteristiche sono dati "anagrafici", ma cosa spinge al costituirsi dinamico dei fenomeni e nella vita naturale si fa evidentissima, cosa spinge la volontà di vivere della vita?
Saluti anche a te
#290
Citazione di: giopap il 08 Maggio 2020, 10:16:42 AM


Ciao Paul11.

Che dalla materia "in generale" derivi causalmente, del tutto naturalisticamente la materia vivente mi sembra semplicissimo e comprensibilissimo, non mi pone proprio alcun problema: si tratta puramente e semplicemente di determinate reazioni chimiche (poi biochimiche) naturalissimamente svolgentisi in ossequio alle "normalissime" leggi fisico-chimiche senza bisogno di alcun "ingrediente sopra- o comunque preter- -naturale".

Quello che non é riduzionisticamente spiegabile é la coscienza (i fenomeni materiali e mentali) necessariamente (postulata essere) coesistente e correlata a determinati eventi neurofisiologici cerebrali, e con essi, con il mondo (fenomenico: costituito da sensazioni coscienti) fisico materiale non affatto interferente (se può darsi conoscenza scientifica dei fenomeni materiali: chiusura causale!).



Ciao Giopap,


Non è affatto provato come elementi materiali posti nella provetta chissà come e perchè generino vita. E questo tralasciando per ora  il meccanismo di come la vita abbia da subito qualità che nulla hanno a che fare, se non come substrato, con gli elemnti e composti, in quanto si genera un meccanismo metabolico e omeostatico.Diversamente la vita sarebbe sparita come sarebbe nata.
Prima di arrivare alla coscienza, alla mente ecc. bisogna capire  la differenza fra materia e forma.
La chiusura causale è un assioma che niente affatto spiega appunto come mai abbiamo una coscienza, e adatto che è la coscienza umana intesa anche come qualità di intelligere, i pensieri sono dentro la chiusura causale, oppure dove stanno?
#291


Ipazia Risposta #7 il: 08 Maggio 2020, 08:22:45 am



Citazione da: paul11 - 08 Maggio 2020, 01:00:49 amMa se mi si  riesce a spiegare dalla tavola degli elementi fisico/chimici come si genera la vita ,si vincerebbe  il Nobel entrando nella memoria storica umana per sempre. Avremmo risolto l'antica alchimia, la pre chimica.
Ipazia
Semmai la biochimicafisica decisamente post rispetto alla chimica inorganica. L'alchimia lasciamola ai maghi. Così come la terra girava intorno al sole ed era sferica anche prima di Colombo, Copernico e Galileo, così la vita si è generata indipendentemente da fatto che si sappia come ciò sia avvenuto. Certamente coi nostri prodigiosi metodi di sintesi arriveremo anche a produrre la vita in laboratorio a partire dagli elementi tal quali. Andando a ritroso con la biologia molecolare ci stiamo sempre più avvicinando al Bio Beng. Le macchine intelligenti le stiamo già costruendo e chissà che a forza di arricchirle e complicarle non finiscano pure col farci capire come funziona la nostra intelligenza e tutto l'indotto psichico che la avvolge. Abbi fede.Ma non così:
Paul
CitazioneL'unica posizione credibile è che l'energia e la materia hanno uno scopo, una teleologia interna, una tendenza. Ed ecco apparire quanto meno la volontà originaria. Può essere una ragione con una volontà schopenheuriana, la volontà nitzscheana, una volontà divina......ma qualcosa di sicuro c'è.

Ipazia
Questo è un non sequitur clamoroso, indegno di un metafisico razionale. Vabbè le ragioni del cuore, ma meglio dedicarle alla morosa che alla filosofia. Mentre le cose che sono, i ta onta, possono restare oscure ed esistere ugualmente, ogni telos ha da essere dimostrato per esistere, così come lo scultore rende conto delle finalità della sua statua. Anche questo insegnano gli antichi padri nobili della filosofia quando ragionano sulla causalità
.




non è affatto clamoroso e non attendo certamente con la fede nella scienza che dipanino come il sinolo fra materia e forma che dà la sostanza, riescano a capirlo con microscopi e telescopi.
#292
Percorsi ed Esperienze / Re:La Grotta
10 Maggio 2020, 12:23:00 PM
 Ho dato un'occhiata sul web, in effetti è un grosso problema.
Le api si difendono ammucchiandosi sulla vespa, perché alzando la temperatura del corpo della vespa morirebbe. Il problema è che alle api italiane non riesce questa strategia su un nemico di un altro habitat, sembra che non riescano ad aggrapparsi bene al suo corpo.
Ho visto un progetto europeo che dovrebbe terminare, studi di dipartimenti universitari, ho letto quello di Torino per trovare il ferormone della femmina della vespa. Mi sembra che per ora il sito internet  stopvelutina.it e vi è un progetto europeo ad hoc, non trovino soluzioni se non:
1) trappole faidate con la classica bottiglia di plastica tagliata dove il collo della bottiglia si riversa sulla parte inferiore che ha  sul fondo della birra chiara come attrazione zuccherina
2) denunciare ad enti preposti.
Anche perché è parecchio aggressiva e ho visto i favi......impressionanti.


Il suo antagonista naturale in Asia è il Bareogonalos jezoensis. Temo che abbiano paura a immetterlo in habitat come il nostro perché non si sa quale impatto potrebbe avere sull'ecosistema.
Vedo che sta dilagando, espandendosi nei territorio ,come dici tu.


Se hai alveari di api  si dice di inserire queste  trappole in giro, ma consigliano in determinati periodi dell'anno ,seguendo i classici momenti topici nel ciclo di vita di questa vespa, perché sembra che la strategia difensiva delle api sia non uscire dall'alveare, e alla fine ovviamente muore per denutrizione, si auto esaurisce.


E' vero, le api oltre al miele e derivati preziosi per la salute,  sono primari impollinatori, se diminuiscono  a sua volta la vegetazione subisce danni.....è tutto una catena naturale.
Non demordere....spero che i vari progetti, visto che il problema c'è già da qualche anno  e ha toccato la Francia ed è in sede anche europea oltre che nell'entomologia agraria delle università , trovino qualcosa.
#293


ciao Phil,
Il fondamento è come è l'universo e la relazione che l'uomo ha con esso, in quanto è comunque parte, quindi è anche come l' uomo sta-nel-mondo, ma non può prescindere dalla relazione, che filosoficamente è sempre un'interpretazione, una ricerca.
Nietzsche bypassa il fondamento universale e scende al livello del come-l'uomo-sta-nel-mondo e la relazione quindi è solo con la natura.


Per me invece è un archetipo, lo pensavano i Greci, lo pensa a suo modo persino l'archetipo trovato nella psicologia analitica  C.G.Jung. E anche la volontà, a suo modo è un archetipo per Schopenhauere e Nietzsche, con tutte le loro diversità interpretative.


Secondo te perché l'uomo primitivo comincia a seppellire i morti? L'elaborazione del lutto  da parte della psicologia moderna è uno dei tentativi di risposta. Ma il vedere un cadavere privo di vita , di quella persona con cui si avevano complesse e tante relazioni e senza un ritorno, una definitiva rottura, un animale lo supera in breve, l'uomo deve appunto elaborare quel mistero.
Il fatto che le antiche sepolture siano qualcosa di artisticamente spesso spettacolare per la bellezza, se lo si pone nel tragico fra vita e morte, l'elaborazione porta anche alla rappresentazione, al rito.


Faccio un esempio: il cadavere del defunto spesso era in casa e da noi solo fino a pochi decenni fa.
Chiediti come mai sparisce dalla vista un persona affetta di coronavirus, non è possibile assisterlo e vederlo, muore, quasi non si fa un funerale, e i parenti ,amici reclamano. Non c'è una elaborazione del lutto.
Ma a prescindere dall'esempio , si pensa forse che la natura umana sia cambiata anche solo rispetto a cinquecentomila anni fa? E come mai si leggono testi buddisti, taoisti, la Bibbia è ancora il testo più venduto nel mondo, il Corano, ecc.
Pensi davvero che la sceneggiatura della tecnica occidentale possa mutare l'essere umano?
Come se davvero la linearità temporale sia progressiva, sia quel progresso positivista? Nemmeno Nietzsche a mio parere lo pensa, tant'è che si rivolge alla tragedia greca esaltando persino la forma dell'anfiteatro greco più partecipativo che non l'architettura del teatro moderno, e ad un eterno ritorno degli identici.


Non fraintendiamo: un conto è studiare la natura umana per quel che è,  e un conto è la storia della organizzazione umana. L'una non può cancellare l'altra c'è un rapporto simbiotico molto complesso, di pacificazione di un conflitto che è sempre latente. La storia della mimesi, di come mimetica mente i fondativi della natura umana, vengono diversamente rappresentati nella storia della cultura, dell'arte, delle scienze, hanno sempre il denominatore comune dell'essere umano che non ha storia, è quello che è da quando ha il potere del linguaggio.
#294
 Ciao Aperion,


Eraclito pensa al contrasto che in un certo qual modo è simile al conflitto. Ciò che risalta è
un primo piano rispetto ad uno sfondo, la malattia rispetto alla salute o viceversa, una vittoria su una sconfitta o viceversa. Fanno tutto parte del vissuto che rispecchia il suo pensiero sul fondamento, su come si regolano le cose.


Schopenhauer  alla fin fine, trendo il risultato del suo pensiero sulla volontà è pessimista e quando porta ad assimilare una motivazione passiva, poiché diventa contraddittorio persino il suicidio scrive, un atto ancora di volontà su un altro di  volontà originaria di dover vivere.
Nietzsche, pur condividendo questa volontà, l'interpreta esistenzialmente attiva, quindi la motivazione diventa opposta, un dover cambiare un poter cambiare.


Per spontaneismo intendo che Nietzsche, è un mio parere interpretativo sul suo pensiero, quindi come al solito da prendere con "le pinze", ritiene positivo per origine, per natura, l'uomo.
Tolto il condizionamento morale, l'uomo libererebbe la  sua natura positiva, propositiva, appunto la sua volontà ed è esatto, accettando tutte le conseguenze del caso.


L'auto limitazione dovrebbe essere connaturata nell'uomo: Nietzsche ha una grande fiducia per l'uomo.


Purtroppo, mia considerazione, l'uomo non "funziona" così.
#295
Percorsi ed Esperienze / Re:La Grotta
08 Maggio 2020, 22:29:20 PM
 ciao Inverno,
Ho fatto un rapido giro del web sui siti di entomologia agraria ed in effetti consigliano la lotta biologica e non quella chimica. Adatto che so quanto sei bravo a muoverti per cercare informazioni via web, penso che tu sappia  benissimo il "fatto tuo". L'imenottero è arrivato attraverso cultivar importate, e può benissimo essere avvenuto  con marze da innestare come dici.

Ti auguro un sincero e affettuoso "in bocca al lupo" visto il "mazzo" che ti stai facendo
#296
 Ciao Phil,


citaz.
Chiaramente, nulla vieta di dare ai due termini un significato personalizzato, siamo pur sempre su un forum, non all'università. 


L'importante è la precisione dei termini per la comunicazione ,diversamente o non capiamo o ci fraintendiamo. Ma muta anche l'argomentazione, che per me è seria, importante dal punto di vista storico, indipendentemente sia giusto ,sbagliato, ecc.
Il primo punto è che morale, moralista, "bacchettone" ,conformista sono divenuti sinonimi e questo è storicamente avvenuto spacciandole per liberazioni. Attenzione qui c'è lo stesso problema fra cristianesimo e Chiesa . L'istituzione è quel qualcosa che sta fra concetto pensato e interpretante pratico che potremmo dire come la pratica comportamentale  etica sia  più o meno coerente con il concetto  morale, questo ruolo nasce per forza anche dal nomos greco di Esiodo, nello specifico della cultura greca e poi occidentale, e indicò il concetto di sovranità come istituto fra l'armonia, l'equilibrio del cielo e della natura che doveva essere recepita dalla organizzazione umana. Gli istituti giuridici antichi erano quindi posizionati in mezzo, intermediari, fra il nomos e la società umana.
Se si è colto bene il concetto, dal sacerdote allo stregone, dallo sciamano, al sovrano, al capo tribù, sono ovunque a tutte le latitudini, non solo nel nomos greco. Gli istituti giuridici si "ibridano" già nel passaggio al diritto romano, dove comincia a prevalere il diritto privato. Per fare un altro esempio gli usi e costumi verranno introdotti dal germanesimo con il susseguente passaggio del diritto canonico e civile romano all'epoca del Barbarossa, eccetera eccetera.
Ho già scritto che nonostante tutti gli sforzi culturali della modernità gli istituti come concetti fondamentali sono di fatto immutati come concetto ,ma svuotai del contenuto originario .
Semplicemente perché il potere umano, anche nei grandi passaggi del concetto di sovranità, dove era il Papa a consacrare l'imperatore e poi il feudalesimo e poi le monarchie costituzionali, repubbliche democrazie.....gli istituti rimangono. Per quanto il nazismo ,il fascismo, il comunismo russo e quello cinese di Mao, e quant'altro possano cambiare i colori e forzare sui passaggi di mentalità dichiarando regimi coattivi o liberi interni ( e questo è l'etica), gli istituti storici tradizionali non mutano affatto perché non può reggere un qualunque regime autoritario basato solo  sulla forza e sul militarismo di Stato . Per questo dico che anche Marx ha fallito, ha fallito Freud , ha fallito Nietzsche, perché non sono arrivati alle vere radici culturali  del genere umano, non solo occidentale, nonostante abbiano lasciato pensieri importanti . Non si può pensare che il libretto rosso di Mao cancelli il confucianesimo  di duemila e passa anni prima o il taoismo che sono dentro la medicina, tradizionale, nei rituali famigliari, nell'educazione famigliare. E infatti passano  i regimi e riemergono le tradizioni storiche identitarie.


Nietzsche non può glissare il sistema uomo come natura e cultura  perché non gli va la morale. E come si sarebbero mai formati le tradizioni antichissime egizie, quella vedica indiana, quella sumerico assiro babilonese, se persino l'homo  neanderthaliano  seppelliva  in terra  i propri morti?
Il neanderthaliano  il sapiens sono   l'antesignano del metafisico che inizia il culto e i disegni nelle grotte è la prima estetica? La trascendenza non è  soltanto un concetto filosofico , la filosofia  lo concettualizza, lo codifica culturalmente, ma nasce con l'homo.
Glissare i fondamenti significa depistare tutta la cultura e sbagliare il segno, rimangono importanti riflessioni, quello sì.
#297

Ciao Phil,
non so cosa oggi le università inseriscano nei corsi di studi, ma so che storicamente c'era la filosofia morale che comprendeva anche quella politica, poi via ,via,  sparisce la morale e la politica viene spinta alle scienze politiche.
Da sempre l'etica è la prassi, la pratica del comportamento umano, ma non è un paradigma.
Se poi antropologi, sociologi e persino psicologi e aggiungiamo anche gli etnologi, dal comportamento umano deducono teorie ,quella è la strada inversa per giungere alla morale, poiché così facendo la morale diventerebbe giustificativa di un'etica e persino di qualche teoria antropologica, sociologica, ecc.
La morale è necessariamente meta-fisica.
I filosofi e scienziati politici si sono adattati alla sparizione della morale a favore dell'etica, inventando delle forme di giustizia, come quella distributiva, il neo corporativismo o neo contrattualismo, ecc. Incidendo in ben poco sulla storia.


Che piaccia o no alcuni concetti  stessi utilizzati da Nietzsche , di arianesimo, pangermanesimo, patria, popolo, nazione e i relativi rituali e simboli , feste nazionali, bandiere, vessilli, inni nazionali vengono dalle morali non dalle etiche, perché sono identitarie in qualunque popolo e tradizione.
#298
ciao Ipazia,
Sei talmente certa della tua interpretazione di Nietzsche da ammirarti.
Non posso che invece a mia volta ribadire la mia ignoranza in merito alla totalità del pensiero che via via si dipana in Nietzsche, per cui posso giudicare solo di ciò che ho letto e studiato che non è tantissimo. Mi rimangono dei forti dubbi su altre interpretazioni di parecchi studiosi. Mi è possibile chiarire i miei giudizi attuali solo leggendo e studiando.
E adatto che studio Nietzsche cronologicamente mi attengo a ciò che scrive lui e poco mi importa delle interpretazioni se non direttamente attinenti a ciò che ha scritto.
L'ultimo Nietzsche non cassa il primo Nietzsche, sono scritti tutti e sono alla storia. Se poi qualcuno dai frammenti vuol trovare il bandolo della matassa, libero di farlo, ma non di impormi il suo metodo e contesto.


Poni all'attenzione i paradigmi e la coerenza di Nietzsche. I paradigmi sono deboli, la denuncia non cancella una tradizione se non costruendo altrettanti paradigmi ancor più potenti. Nietzsche è un antesignano della contro cultura, ma che non cambia il corso della cultura. La sua influenza è su pensieri ancora deboli di costituzione e cagionevoli di interpretazioni.


Ribadisco e non è farina del mio sacco che troppi studiosi denunciano una decadenza dopo Così parlò Zarathustra e finché non è dimostrato il contrario e la storia di Nietzsche tenderebbe a confermarli, rimango di questa opinione.


E ridargli con questa etica...... Non caverai mai un ragno dal buco iniziando  dai comportamenti
pratici degli umani che sono così ampi, dall'onesto  al disonesto, dal pensiero all'azione, dal conveniente al solidale...vi troverai oceani di contraddizioni che piacciono alle analisi statistiche sociologiche e dei marketing: a questo serve.
Se pensi che antropologi e sociologi hanno in mano il pensiero etico confonderai gli effetti con le cause, allargherai alla psicologia, e non basterà, passerai alla neuroscienze e cognitivismo e non capirai la differenza fra mente e cervello ,ti rivolgerai alla biologia e il DNA non ti dirà dalla sua elica come è costituito  l'uomo (non capiscono neanche un RNA di un virus), penserai all'evoluzionismo darwinista e troverai la prevalenza del cretino sull'onesto.... Tanti auguri.
#299
 La posizione di CVC a mio parere è "forte", e prima ancora che ci  si dichiari  materialisti o spiritualisti o quant'altro. E' la domanda che si fecero fin dai  primi filosofi, i presocratici,dimenticata quasi completamente dalla modernità ai giorni nostri e in quanto tale una cultura costruita o sulla menzogna o sull'oblio dell'essere.
Almeno per ora non desidero  spiegare il sinolo aristotelico dato da sostanza e forma, l'entelechia, l'ousia, l'essenza,l'essere.


Ma se mi si  riesce a spiegare dalla tavola degli elementi fisico/chimici come si genera la vita ,si vincerebbe  il Nobel entrando nella memoria storica umana per sempre. Avremmo risolto l'antica alchimia, la pre chimica.
L'unica posizione credibile è che l'energia e la materia hanno uno scopo, una teleologia interna, una tendenza. Ed ecco apparire quanto meno la volontà originaria. Può essere una ragione con una volontà schopenheuriana, la volontà nitzscheana, una volontà divina......ma qualcosa di sicuro c'è.
#300
 Ciao Aperion,


nella logica formale si può argomentare senza contraddizione rispettando il risultato che danno i connettivi logici, ma definendo e dichiarando "fesserie" tautologiche; mentre a mio parere più propriamente è un'aporia, un blocco argomentativo filosofico, ma può sostanziarsi anche in una teoria scientifica incompleta. Ed è la norma, diversamente tutto sarebbe perfettamente spiegabile e conoscibile.
Comunque sono d'accordo con te.


E' mia considerazione il fatto che ad una mancanza psichica, dell'animo umano, vi sia un tentativo di risposta, di colmarlo con un atto cosciente. E' come un compulsione psicologica.
Quindi penso, sempre con tutti i se e le sospensioni su Nietzsche, nel senso che non ho una conoscenza così approfondita da darne un giudizio, che ad una mancanza interiore corrisponde una volontà cosciente di colmarla. Ma questo è normale in noi umani, poi vi è l'esperienza, la pratica della vita che aumenta o lenisce la mancanza.
Questa brama, questa volontà era stata a suo tempo trovata da Schopenhauer come paradigma originario di tutto il sistema universale, nato per una volontà e declinato nel mondo  in volontà di esistere, di vita; solo che per Schopenhauer la risposta è un pessimismo totale per la condizione umana, quasi ad annuire all'epitaffio del sileno sul destino umano, per cui si rivolge alla contemplazione buddista, attraendo le ira funeste di Nietzsche che pensa ad una volontà come motore anche come risposta come ottimismo, se così si può contrapporre al pessimismo di Schopenhauer.
Quindi sono d'accordo con te, nasce tutto da una indigenza, una mancanza, da una imperfezione naturale umana  che impegna ad una risposta. Temo che sia la norma nel destino umano lo stato di insoddisfazione che diventa il motore per qualcosa, per una ricerca interiore, esteriore.Lo stato di serenità è una ricerca e spesso contemplativa, a volte estetica, a volte narrativa, tende a sublimarsi in qualcosa che in qualche modo ci soddisfa o vi tenda.


E' la morale che regola i comportamenti etici e non viceversa, per me non sono sinonimi morale ed etica. In mancanza di morale, l'etica è regolata dalle circostanze ambientali, naturali, culturali, soprattutto dalla convenienza a vivere in società e quindi a perdere qualcosa in libertà individuale per ricavarne sicurezza: ci si difende meglio e si attacca meglio in gruppi organizzati. Ma se ad esempio parliamo di un livello più alto, di convivialità, penso che senza virtù morali che regolino impulsi e istinti, la tendenza è una propensione all'egoismo, per pura convenienza, dove il forte domina il debole e il debole  è protetto dal forte: una simbiosi forse strana ,ma naturale.
La mia impressione attuale su Nietzsche è che crede ad uno spontaneismo naturale umano tendente ad una positività, ma forse mi sbaglio......Se crede che tolte le condizioni per lui di schiavitù spirituale sul divino, si possa aprire la strada del nuovo fanciullo superuomo........è ottimista. Con tutte le contraddizioni del caso, sempre  a mio parere...che ammetto deficitario in quanto incompleto.


La disamina sulla volontà di potenza certifica comunque una verità naturale che avevo già scritto, non ha morale, ha delle sue regole che sono spietate e crudeli quanto il destino di morire. A mio parere è onesto Nietzsche ad aprire gli occhi agli umani.
Altro, sempre a mio parere, è costruire sopra questa verità naturale un pensiero costruttivo umano