A riguardo del tantrismo, che si va affermando, in salsa 'modernizzata', anche in Occidente ( in una società fondata sul piacere edonistico, cosa c'è di meglio...) scrivevo anni fa:
Bisogna stare attenti però, a mio parere, nel non finire in una sorta di spiritualità erotica dove si crede che, attingendo a non ben precisate "energie cosmiche, astrali, ecc." ci si 'elevi' verso la felicità, la realizzazione, di "toccare l'infinito", astraendosi però dall'altro, dalla sua sofferenza, dai suoi bisogni e dalle sue lacrime, creando un attaccamento profondo verso la pratica tantrica stessa, quindi realizzando, anzichè una maggiore libertà, una nuova e ancor più sottile forma di schiavitù egoistica. Tutti i grandi maestri spirituali (seri, e non i loro epigoni e interpreti) hanno messo in evidenza la necessità della virtù come base della pratica spirituale. Il fondamento della spiritualità è il 'lasciar andare' ( la brama, l'avversione, le illusioni, il 'sabato'...) e non l'accumulare o il pensare che, aggiungendo, capiremo di più. L'aggiungere è naturalmente molto più semplice e appagante per la mente che non il lasciar andare, ma se la mente è simile, con un paragone ormai abusato, ad un gioiello ricoperto di sporcizia, è evidente che preme prima di tutto 'togliere' le incrostazioni...Noi tutti siamo 'malati' di eccesso di nozioni spirituali, e le mettiamo là sopra, nello scaffale che crea la mente. Come un malato che pensa di curarsi da una malattia iniettandosi altri germi...E la 'malattia spirituale' non può essere che l'eccesso di 'lettera' combinato con l'esiguità della pratica o una pratica, come nel caso del tantrismo, scorretta e inefficace per raggiungere la meta che si prefigge...Senza comprensione profonda della sofferenza, nostra e altrui, e della compassione che genera, non ci sono pratiche sessuale o energetiche che tengano. Passate le sensazioni effimere suscitate, si ripiomba inevitabilmente nelle Tre radici, dopo aver creato solamente altro kamma negativo vincolante ...
Ramakrshna (1836-1886) diceva:
550."Non frequentate i fabbricanti di miracoli, né quelli che si vantano di poteri occulti, poichè essi si allontanano dalla via della verità.Il loro spirito è prigioniero nella rete dei poteri psichici che sono vere insidie sul cammino del pellegrino di Brahman. State in guardia contro quei poteri, e non desiderateli.
551. Solo gli spiriti vili agognano poteri soprannaturali che aiutano a guarire malattie o a vincere processi.I veri bhakta aspirano a una cosa sola:ai piedi di loto del Signore.
552 Gli uomini che hanno qualche potere psichico ottengono favori e distinzioni sociali. Spesso si danno arie da guru, per farsi stimare dalla folla e guadagnarsi discepoli e ammiratori. Sostenere parti simili è come darsi ad una vita da cortigiano. Sono uomini che vendono se stessi per scopi spregevoli come l'oro, la reputazione mondana e i godimenti materiali. Essi fanno un uso ben cattivo del corpo, dello spirito e dell'anima, che possono invece aiutarci a realizzare il Signore.
553 Krshna disse un giorno ad Arjuna (Bhagavad-Gita):" Se vuoi giungere fino a me, sappi che ciò non sarà possibile fintanto che possiederai anche uno solo degli otto poteri psichici". I poteri occulti infatti accrescono l'egoismo dell'uomo, e così lo rendono dimentico di Dio.
554 Realizzare Dio è una cosa diversa dall'acquisire i siddhi. Krshna disse un giorno ad Arjuna:" Puoi essere sicuro che un uomo che si sforza di ottenere i poteri psichici non ha realizzato Dio.L'esercizio di tali poteri fomenta ahamkara, l'egoismo che è un ostacolo sulla via della realizzazione".L'adoratore sincero non deve dunque desiderare alcuno di quei poteri.
Quando si affronta un cammino ci sono sempre molte strade e sentieri laterali che promettono di accorciare la strada da percorrere. E di solito ci sono persone al bivio che ti invitano (o ti seducono...) raccontandoti le meraviglie della scorciatoia (paesaggi mozzafiato, poca fatica, sensazioni uniche, ecc.). Solo che questi sentieri non portano da nessuna parte e allora...ti perdi. Camminare sulla strada invece significa accettare la fatica e l'aridità, il dubbio e lo scoraggiamento...(..la nostra sorte, come i torrenti del Negheb. Chi semina nelle lacrime, mieterà nella gioia...Salmo 125).
Tornando all'oggi...
La mia massaggiatrice shiatsu ha le mani così calde che , quando ti massaggia, il calore passa attraverso i vestiti, sciogliendo ogni grumo di energia bloccata nei meridiani. Un giorno le ho chiesto se temeva di perdere questo dono della natura e lei, ridendo..."da giovane volevo proprio perderlo: mi si scioglievano subito in mano i gelati col cono...E' un buon esempio di non-attaccamento...ci sono anche vantaggi nel 'perdere'...
Namaste
Bisogna stare attenti però, a mio parere, nel non finire in una sorta di spiritualità erotica dove si crede che, attingendo a non ben precisate "energie cosmiche, astrali, ecc." ci si 'elevi' verso la felicità, la realizzazione, di "toccare l'infinito", astraendosi però dall'altro, dalla sua sofferenza, dai suoi bisogni e dalle sue lacrime, creando un attaccamento profondo verso la pratica tantrica stessa, quindi realizzando, anzichè una maggiore libertà, una nuova e ancor più sottile forma di schiavitù egoistica. Tutti i grandi maestri spirituali (seri, e non i loro epigoni e interpreti) hanno messo in evidenza la necessità della virtù come base della pratica spirituale. Il fondamento della spiritualità è il 'lasciar andare' ( la brama, l'avversione, le illusioni, il 'sabato'...) e non l'accumulare o il pensare che, aggiungendo, capiremo di più. L'aggiungere è naturalmente molto più semplice e appagante per la mente che non il lasciar andare, ma se la mente è simile, con un paragone ormai abusato, ad un gioiello ricoperto di sporcizia, è evidente che preme prima di tutto 'togliere' le incrostazioni...Noi tutti siamo 'malati' di eccesso di nozioni spirituali, e le mettiamo là sopra, nello scaffale che crea la mente. Come un malato che pensa di curarsi da una malattia iniettandosi altri germi...E la 'malattia spirituale' non può essere che l'eccesso di 'lettera' combinato con l'esiguità della pratica o una pratica, come nel caso del tantrismo, scorretta e inefficace per raggiungere la meta che si prefigge...Senza comprensione profonda della sofferenza, nostra e altrui, e della compassione che genera, non ci sono pratiche sessuale o energetiche che tengano. Passate le sensazioni effimere suscitate, si ripiomba inevitabilmente nelle Tre radici, dopo aver creato solamente altro kamma negativo vincolante ...
Ramakrshna (1836-1886) diceva:
550."Non frequentate i fabbricanti di miracoli, né quelli che si vantano di poteri occulti, poichè essi si allontanano dalla via della verità.Il loro spirito è prigioniero nella rete dei poteri psichici che sono vere insidie sul cammino del pellegrino di Brahman. State in guardia contro quei poteri, e non desiderateli.
551. Solo gli spiriti vili agognano poteri soprannaturali che aiutano a guarire malattie o a vincere processi.I veri bhakta aspirano a una cosa sola:ai piedi di loto del Signore.
552 Gli uomini che hanno qualche potere psichico ottengono favori e distinzioni sociali. Spesso si danno arie da guru, per farsi stimare dalla folla e guadagnarsi discepoli e ammiratori. Sostenere parti simili è come darsi ad una vita da cortigiano. Sono uomini che vendono se stessi per scopi spregevoli come l'oro, la reputazione mondana e i godimenti materiali. Essi fanno un uso ben cattivo del corpo, dello spirito e dell'anima, che possono invece aiutarci a realizzare il Signore.
553 Krshna disse un giorno ad Arjuna (Bhagavad-Gita):" Se vuoi giungere fino a me, sappi che ciò non sarà possibile fintanto che possiederai anche uno solo degli otto poteri psichici". I poteri occulti infatti accrescono l'egoismo dell'uomo, e così lo rendono dimentico di Dio.
554 Realizzare Dio è una cosa diversa dall'acquisire i siddhi. Krshna disse un giorno ad Arjuna:" Puoi essere sicuro che un uomo che si sforza di ottenere i poteri psichici non ha realizzato Dio.L'esercizio di tali poteri fomenta ahamkara, l'egoismo che è un ostacolo sulla via della realizzazione".L'adoratore sincero non deve dunque desiderare alcuno di quei poteri.
Quando si affronta un cammino ci sono sempre molte strade e sentieri laterali che promettono di accorciare la strada da percorrere. E di solito ci sono persone al bivio che ti invitano (o ti seducono...) raccontandoti le meraviglie della scorciatoia (paesaggi mozzafiato, poca fatica, sensazioni uniche, ecc.). Solo che questi sentieri non portano da nessuna parte e allora...ti perdi. Camminare sulla strada invece significa accettare la fatica e l'aridità, il dubbio e lo scoraggiamento...(..la nostra sorte, come i torrenti del Negheb. Chi semina nelle lacrime, mieterà nella gioia...Salmo 125).
Tornando all'oggi...
La mia massaggiatrice shiatsu ha le mani così calde che , quando ti massaggia, il calore passa attraverso i vestiti, sciogliendo ogni grumo di energia bloccata nei meridiani. Un giorno le ho chiesto se temeva di perdere questo dono della natura e lei, ridendo..."da giovane volevo proprio perderlo: mi si scioglievano subito in mano i gelati col cono...E' un buon esempio di non-attaccamento...ci sono anche vantaggi nel 'perdere'...

Namaste
