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Messaggi - Sariputra

#286
Tematiche Spirituali / Re:Serpente
24 Settembre 2019, 17:40:50 PM
A riguardo del tantrismo, che si va affermando, in salsa 'modernizzata', anche in Occidente ( in una società fondata sul piacere edonistico, cosa c'è di meglio...) scrivevo anni fa:

Bisogna stare attenti però, a mio parere, nel non finire in una sorta di spiritualità erotica dove si crede che, attingendo a non ben precisate "energie cosmiche, astrali, ecc." ci si 'elevi' verso la felicità, la realizzazione, di "toccare l'infinito", astraendosi però dall'altro, dalla sua sofferenza, dai suoi bisogni e dalle sue lacrime, creando un attaccamento profondo verso la pratica tantrica stessa, quindi realizzando, anzichè una maggiore libertà, una nuova e ancor più sottile forma di schiavitù egoistica. Tutti i grandi maestri spirituali (seri, e non i loro epigoni e interpreti) hanno messo in evidenza la necessità della virtù come base della pratica spirituale. Il fondamento della spiritualità è il 'lasciar andare' ( la brama, l'avversione, le illusioni, il 'sabato'...) e non l'accumulare o il pensare che, aggiungendo, capiremo di più. L'aggiungere è naturalmente molto più semplice e appagante per la mente che non il lasciar andare, ma se la mente è simile, con un paragone ormai abusato, ad un gioiello ricoperto di sporcizia, è evidente che preme prima di tutto 'togliere' le incrostazioni...Noi tutti siamo 'malati' di eccesso di nozioni spirituali, e le mettiamo là sopra, nello scaffale che crea la mente. Come un malato che pensa di curarsi da una malattia iniettandosi altri germi...E la 'malattia spirituale' non può essere che l'eccesso di 'lettera' combinato con l'esiguità della pratica o una pratica, come nel caso del tantrismo, scorretta e inefficace per raggiungere la meta che si prefigge...Senza comprensione profonda della sofferenza, nostra e altrui, e della compassione che genera, non ci sono pratiche sessuale o energetiche che tengano. Passate le sensazioni effimere suscitate, si ripiomba inevitabilmente nelle Tre radici, dopo aver creato solamente altro kamma negativo vincolante ...
 Ramakrshna (1836-1886) diceva:
550."Non frequentate i fabbricanti di miracoli, né quelli che si vantano di poteri occulti, poichè essi si allontanano dalla via della verità.Il loro spirito è prigioniero nella rete dei poteri psichici che sono vere insidie sul cammino del pellegrino di Brahman. State in guardia contro quei poteri, e non desiderateli.
551. Solo gli spiriti vili agognano poteri soprannaturali che aiutano a guarire malattie o a vincere processi.I veri bhakta aspirano a una cosa sola:ai piedi di loto del Signore.
552 Gli uomini che hanno qualche potere psichico ottengono favori e distinzioni sociali. Spesso si danno arie da guru, per farsi stimare dalla folla e guadagnarsi discepoli e ammiratori. Sostenere parti simili è come darsi ad una vita da cortigiano. Sono uomini che vendono se stessi per scopi spregevoli come l'oro, la reputazione mondana e i godimenti materiali. Essi fanno un uso ben cattivo del corpo, dello spirito e dell'anima, che possono invece aiutarci a realizzare il Signore.
553 Krshna disse un giorno ad Arjuna (Bhagavad-Gita):" Se vuoi giungere fino a me, sappi che ciò non sarà possibile fintanto che possiederai anche uno solo degli otto poteri psichici". I poteri occulti infatti accrescono l'egoismo dell'uomo, e così lo rendono dimentico di Dio.
554 Realizzare Dio è una cosa diversa dall'acquisire i siddhi. Krshna  disse un giorno ad Arjuna:" Puoi essere sicuro che un uomo che si sforza  di ottenere i poteri psichici non ha realizzato Dio.L'esercizio di tali poteri fomenta ahamkara, l'egoismo che è un ostacolo sulla via della realizzazione".L'adoratore sincero non deve dunque desiderare alcuno di quei poteri.

Quando si affronta un cammino ci sono sempre molte strade e sentieri laterali che promettono di accorciare la strada da percorrere. E di solito ci sono persone al bivio che ti invitano (o ti seducono...) raccontandoti le meraviglie della scorciatoia (paesaggi mozzafiato, poca fatica, sensazioni uniche, ecc.). Solo che questi sentieri non portano da nessuna parte e allora...ti perdi. Camminare sulla strada invece significa accettare la fatica e l'aridità, il dubbio e lo scoraggiamento...(..la nostra sorte, come i torrenti del Negheb. Chi semina nelle lacrime, mieterà nella gioia...Salmo 125).

Tornando all'oggi...
La mia massaggiatrice shiatsu ha le mani così calde che , quando ti massaggia, il calore passa attraverso i vestiti, sciogliendo ogni grumo di energia  bloccata nei meridiani. Un giorno le ho chiesto se temeva di perdere questo dono della natura e lei, ridendo..."da giovane volevo proprio perderlo: mi si scioglievano subito in mano i gelati col cono...E' un buon esempio di non-attaccamento...ci sono anche vantaggi nel 'perdere'... ;D


Namaste :)
#287
Tematiche Spirituali / Re:Serpente
24 Settembre 2019, 09:48:57 AM
Nell'arte cristiana, soprattutto medioevale, sono presenti tutte queste immagini di serpenti schiacciati da Miriam o infilzati da lance di qualche santo. Bisogna considerare qui anche che l'aspetto simbolico , oltre a celebrare la vittoria sul male,rappresenta pure la vittoria contro la paura e l'angoscia, il superamento della fase 'infantile' dell'esistenza, arrivando alla 'maturità' dell'essere e quindi alla fiducia (fede). Oltre a questo c'è, a mio parere, la repressione, il controllo degli istinti 'bassi', simboleggiati dal serpente sottomesso, schiacciato contro la terra, da dove sorgono le pulsioni voluttuose (la volontà di conoscenza è invece il serpente attorcigliato sul ramo dell'Albero..). Molto interessante è però vedere che spesso la figura dipinta di Miriam, nello schiacciare il serpente, assume una movenza che, a sua volta, si potrebbe definire come voluttuosa. C'è del 'piacere' nel reprimere il piacere... :)
#288
Tematiche Filosofiche / Re:Se la realtà fosse indistinta
24 Settembre 2019, 09:27:11 AM
cit.@iano
Esiste il tempo se non vi è qualcuno che lo percepisca?
Esiste la temperatura se nessuno si scotta?
Per dirla con Bobmax , se esistono oggettivamente non sembra però che la loro oggettività sia separabile dal contesto.
Diciamo  che non è possibile definirli fuori da un contesto, come realtà a se stanti.
Il sorriso del gatto esiste , ma non separato dal contesto.

Perfetto  :)  ! Una frase che si potrebbe ben inserire in qualunque sutra (testo) buddhista... ;)
Ogni fenomeno (fisico o mentale) esiste , ma solo in relazione a qualcos'altro, perciò vengono detti "vuoti" o "vacui" (di esistenza intrinseca, autonoma, stabile e duratura...).
Esiste il Tempo? Esiste se qualcuno nasce, invecchia, si ammala e muore. Non esiste se nessuno nasce, invecchia,ecc.. Quindi esiste e non esiste allo stesso tempo. Nè 'esiste' (perché è vuoto), né non-esiste (perché appare). Ciò non è 'afferrabile' realmente dal pensiero...

cit.:
Tutto esiste finché è in rete, per usare una analogia dei nostri tempi.

Siamo nella co-produzione interdipendente (paticcasamuppada). L'esistenza è data dall'apparire in relazione ad altro dei fenomeni e i fenomeni appaiono in relazione alla mente che li 'costruisce' sulla base dei sei sensi ( vista, udito, olfatto, gusto e senso corporeo: quest'ultimo include ma non è limitato alle sensazioni tattili; infatti appartiene al senso corporeo qualsiasi sensazione di cui sia possibile descrivere una localizzazione soggettiva in uno o più punti del corpo.Il sesto senso è quello che ci permette di percepire i fenomeni mentali...). Ovviamente anche 'i sei sensi' esistono , ma solo in dipendenza della 'mente' e dei fenomeni che percepiscono( se non c'è mente non c'è 'vista', udito,ecc..). Così anche il percepire, e così via...

cit.:
Probabilmente non possiamo mai giurare che ciò che oggi ci appare oggettivo tale rimarrà nella nostra considerazione domani.

Al mutare degli stati mentali muta l''oggettività' (per quella mente..) dei fenomeni...nel sogno, un serpente immaginario, è per la mente 'oggettivamente un serpente'...
un saluto
#289
Tematiche Filosofiche / Re:L'origine del male e del bene
20 Settembre 2019, 09:48:53 AM
Un modesto intervento in questa dotta discussione...

E' impossibile, a parer mio, trovare una logica per l'etica, che non sia  solo ( si fa per dire..) la necessità di una convivenza pacifica , in quanto l'etica sfugge  ad una definizione intellettuale precisa, essendo essenzialmente esperienza viva. E' ciò che noi sentiamo con la nostra coscienza/interiorità in rapporto ad un determinato evento, più che a quello che noi pensiamo al riguardo. L'etica sarà sempre un processo di crescita personale, un discernere continuo con il cuore tra gli eventi che ci capitano nella vita. La differenza nel sentire fa sì che, già all'inizio, c'era l'uomo che abbandonava il figlio in pasto al leone, dandosela a gambe, e quello che per salvare il figlio si faceva sbranare dal leone. C'era chi tradiva il gruppo per l'interesse personale e chi moriva per l'interesse del gruppo...Tutto questo agli albori, prima di ogni cultura sviluppata, come la intendiamo oggi....Sostanzialmente le cose non sono cambiate. Sono cambiate solo le forme esteriori. Consapevolezza e compassione sono i cardini dell'etica. E non si può o non si riesce ad imporre a nessuno di essere consapevole o compassionevole...che è il problema della morale, quello di volersi imporre. L'etica ha più a che fare con la virtù, quindi con qualcosa di interiore e personale, che 'eleva', mentre la morale è l'abito esteriore, fatto di imposizioni o di adeguamenti che mutano nel tempo . Si può dire che, in assenza di virtù, sorge la morale e quindi la Legge...La virtù è la disposizione d'animo a compiere il bene per se stesso, senza cercare o attendersi alcun utile. Naturalmente allora nasce la domanda: cos'è il 'bene'? Una bella risposta, a parer mio, che è una domanda, la dà Yeoshwa: "Chi di voi, se un figlio che ha fame gli chiede del pane, gli dà invece una serpe?'" (a proposito dei serpenti che sono simboli sia negativi, di pericolo, che positivi, di conoscenza..).
#290
Tematiche Spirituali / Re:Serpente
20 Settembre 2019, 09:36:28 AM
Narra la leggenda che dei serpenti, i Naga, o serpenti sacri, abbiano custodito per sette secoli, nelle profondità dell'oceano i Prajnaparamitasutra, i testi che sono alla base del Buddhismo delle scuole Mahayana. Vennero affidati loro dal Buddha Shakyamuni stesso, per proteggerli in attesa che il tempo li rendesse adatti alla divulgazione, in quanto contenenti una dottrina che i suoi contemporanei non avrebbero capito. Quivi furono scoperti da Nagarjuna, durante un viaggio che lo portò in questo regno dei cobra sacri (all'epoca la fantasia superava di gran lunga la considerazione sulle possibilità realistiche di questo ...). Il nome Nagarjuna deriva infatti da Naga (serpenti sacri) e Arjuna (nome di un albero); infatti il grande filosofo e dialettico buddhista sarebbe nato, a quanto si racconta, sotto un albero e qui, fin da piccolo, i serpenti lo avrebbero istruito.
In realtà non si conosce l'autore o gli autori dei Prajnaparamitasutra e Naga-arjuna fu probabilmente solo colui che diede una sistematizzazione logica a questi testi, elevandoli a sistema ordinato.
Spesso , nell'iconografia, specialmente quella tibetana, il filosofo viene raffigurato insieme a un naga, che lo protegge.

#291
Tematiche Spirituali / Re:Serpente
17 Settembre 2019, 12:28:13 PM
Beh!..Freud, noto erotomane, riteneva il sognar serpi un simbolo fallico , di desiderio sessuale. Anche Jung la pensava più o meno allo stesso modo, con minor enfasi sul lato sessuale e più su quello passionale in genere. In ogni caso il serpe non è mai visto positivamente. E come potrebbe?  Un essere che si muove strisciando, che si nasconde nei pertugi e ti attacca a tradimento, spesso in modo mortale. Non può essere che un simbolo di negatività, di falsità e d'inganno. Nella cultura hindu il serpe , in particolare il cobra, è simbolo di energia spirituale, ma parecchi cittadini indiani, ogni anno, vedono proprio la loro energia spirituale dissolversi, a cagione del morso di uno di questi  poco simpatici esseri senzienti. Il che fa pensare che l'arte dei pifferai incantatori sia più un'abilità economica che spirituale...d'altronde si deve pur vivere...
Siccome quest'animale si presenta spessissimo nei nostri sogni, è interessante vedere in quante e quali varietà, quest'apparizione onirica, viene interpretata. La più diffusa è quella che si sognano serpenti quando c'è qualcuno che parla male di noi, le famose 'malelingue'. Qualche notte fa ho sognato che avevo l'aia invasa da serpenti di varia taglia e colore...che voglia dire qualcosa?...mah!  :-\
#292
Tematiche Filosofiche / Re:La scrittura
17 Settembre 2019, 12:08:20 PM
Il linguaggio scritto e quello orale sono piuttosto diversi, con caratteristiche uniche. Nel linguaggio scritto si può 'giocare' di più con le parole e soprattutto si può correggerle, modificarle o abbellirle. Quello parlato invece richiede una maggiore velocità di elucubrazione, una maggiore spontaneità. Spesso le persone più insicure nei rapporti umani preferiscono il linguaggio scritto, che è sicuramente meno ansiogeno, proprio per questa sua 'lentezza' e mancanza di interlocutore davanti. La persona più diretta e meno condizionata dal giudizio altrui preferisce magari l'orale, dove poter , con l'emotività che l'accompagna, caricarlo di altri e più subliminali significati, che non sono strettamente legati a quel che si sta dicendo. Il tono della voce può cambiare completamente il significato di una frase, cosa impossibile nello scritto. Questo scarto, questa differenza profonda tra i due linguaggi fa sì che spesso non si provi desiderio realmente di conoscere la persona che si è letta. Proprio qualche giorno fa leggevo di un filosofo che, dopo aver declamato il proprio rispetto e interesse per un altro filosofo, diceva che però non avrebbe mai voluto incontrarlo di persona...perché sicuramente ne sarebbe rimasto profondamente deluso. Non ricordo il nome del tizio, ma non è importante in questo contesto...
Nel linguaggio scritto si può fingere molto di più. Si possono raccontare autentiche favole su se stessi. Nel parlato il tono, i tratti del viso, lo sguardo fuggente, possono tradirti. Ci vuole molta abilità e consuetudine nel mentire, per farlo tranquillamente viso a viso con l'interlocutore. Se poi la persona a cui menti ti conosce profondamente diventa quasi impossibile. Una ragazza, tanti anni fa, mi inviò una cartolina da una ridente località turistica con la scritta "restiamo amici". Non la rividi mai più e non ebbe mai il coraggio di dirmelo direttamente. Non restammo nemmeno amici, purtroppo... :(
#293
La ricchezza della fragilità umana

Un amico mi ha prestato un dvd del docu-film "Sei vie per Santiago" (Walking the Camino), vincitore di numerosi premi prestigiosi.Il film racconta il cammino verso la famosa località spagnola di sei persone, diversissime per motivazioni, nazionalità, visione della vita, età, ecc. Alcune credenti in Dio/God, altre no. La cosa interessante  che ho notato e stato il carico di sofferenza che ognuna, anche quella apparentemente più 'superficiale', più frivola nelle sue motivazione a percorrere questi ottocento chilometri circa che separano la cittadina francese di partenza da quella spagnola, portava con sé, nello zaino e negli scarponi.  Una sofferenza profonda che il cammino lento, incessante ( venti-venticinque km al giorno, ogni giorno, a piedi..) faceva affiorare potentemente.
Come essere inadeguato, messo di fronte alle storie di altri esseri che affrontano questo cammino partendo da una condizione  anche loro d'inadeguatezza (piaghe ai piedi già alla prima sera, tendiniti e dolori alle ginocchia per i più anziani, ecc.), non potevo che solidarizzare con le loro vicissitudini. Nella mia vita , in cui ho anch'io tentato di fare alcune "esperienze forti" interiori, la fragilità della condizione umana, unita alla resilienza,  mi ha mostrato che, lungi dall'essere motivo d'orgoglio, anzi, proprio per l'umiltà che t'insegna, è una fonte di ricchezza inesauribile. Proprio nella fragilità  e nel dolore quello stato della mente chiamato 'metta' dai buddhisti, si fa strada, comincia a trovare sbocco tra la coltre dell'individualismo e dell'indifferenza mondana, apre una breccia.
Il contatto costante con la natura, con la sua bellezza , ma anche con le sue avversità, inevitabilmete ti fa recuperare quella condizione di 'essenzialità' alla quale si vuole quotidianamente fuggire, che si vuole obliare per non soffrire. Se il cammino ti parla e ti mette di fronte alla tua sofferenza, che magari nascondi a te stesso, allora non ti resta che fare quello che è naturale fare: cioè piangere. Pianto liberatorio che si mescola alla pioggia di giorni lunghissimi, pesanti. Consapevolezza riconquistata del divenire incessante di ogni cosa, così bene simbolizzata, questa impermanenza, dai due momenti: l'attesa della partenza e l'arrivo a Santiago de Compostela, luogo bramato durante il cammino , ma poi in un certo senso quasi rifiutato quando ci si approssima , quando è lì davanti a te; tanto che non ci si ferma, si va oltre, fino a Finisterre, fino all'oceano... 
Ritrovare essenzialità, consapevolezza e metta (termine ricco che indica non solo benevolenza e compassione, ma proprio uno stato d'apertura e accettazione dell'altro; ma soprattutto accettazione del fatto che la nostra condizione umana non può essere che fragile, esposta continuamente al dolore..) ti riporta con i piedi per terra, dentro gli scarponi consumati dal cammino, dentro un incontro che tendiamo sempre a rimandare: quello con la nostra insoddisfazione profonda e con i nostri ricordi più dolorosi.
#294
Tematiche Culturali e Sociali / Re:Fine della discussione
11 Settembre 2019, 09:43:28 AM
Una cosa che si nota spesso è la mancanza di tono dubitativo nelle discussioni, sui social ma anche tutti i giorni. Basterebbe a volte inserire "forse", "a mio parere", "secondo me", ecc. e già la discussione decollerebbe di più, senza brutali chiusure o toni che possono offendere l'altro. Un tono un poco 'umile' aiuta certo nella discussione, avvicina l'altro, nutre la simpatia. Una virile umiltà, senza affettazione e ipocrisia... L'umiltà non è più considerata una qualità oggi giorno, ma un difetto, una debolezza da non mostrare. Eppure quanto dovremmo coltivarla, io per primo. "Prima di ogni altra cosa abbiamo bisogno dell'umiltà" diceva Doroteo di Gaza..
#295
Tematiche Culturali e Sociali / Re:Fine della discussione
10 Settembre 2019, 17:33:29 PM
Citazione di: Jacopus il 10 Settembre 2019, 16:06:40 PMRiflettevo. Quale posto migliore del resto. Negli ultimi tempi molti frequentatori di questo forum se ne sono andati sbattendo la porta o chiudendola delicatamente dietro di sé. É fisiologico l'andirivieni in un forum, ma quello che mi ha colpito è il tono infiammato delle ultime dichiarazioni: "me ne vado perché qui ormai non esiste più libertà" "me ne vado perché mi hanno offeso e nessuno mi ha tutelato". Cambiamo scenario. Sul supplemento letterario del Sole c'è un interessante articolo di un genetista, Barbujani, che racconta di due episodi nei quali si é trovato di fronte a persone non in grado di confrontarsi con le idee altrui, o più semplicemente confrontarsi in un dibattito pubblico. Il leit-motiv sembra riassumibile in una rinnovazione della modalità di pensiero amico/nemico: "o la pensi come me oppure non la pensi come me e quindi sei mio nemico e ti combatteró rabbiosamente." E allora vi domando: é una rappresentazione corretta e diffusa nel mondo odierno? E se sì, quali sono le ragioni di questo mutamento?

Forse c'è molta rabbia/avversione in giro. In ogni dove s'incontra questa avversione per ciò che è diverso. Un tempo la guerra era lo sfogo della violenza umana, ora si usano i social . La mancanza di rispetto per l'altro è sempre più diffusa, anche in coloro che si sentono degli agnellini ("Che ho detto di male?"). Non ci si rispetta molto neppure in famiglia. I figli mandano a quel paese.i genitori e viceversa. 
La volgarità verbale dilaga, i preti si drogano e mettono i bancomat in chiesa...
Un forum come questo non è altro che uno specchio dell '"era dell'avversione" e dei sacchetti di plastica dappertutto...e dei campi coltivati flagellati dalla grandine  :( 
Non è perché stai a filosofare che sei immune dall'avversione ( anzi...).
#296
Ciao a tutti

mi sembra che non si sia accennato ad un altro fattore determinante, secondo me, per l'esito della guerra di Secessione americana: il blocco navale che il Nord impose agli stati ribelli:

Il blocco dell'Unione fu una strategia militare volta ad impedire il commercio internazionale degli Stati Confederati d'America; messo in atto dagli squadroni marini dell'Union Navy tra il 1861 e il 1865, serrò completamente l'intera linea costiera degli Stati Uniti meridionali.Il blocco commerciale venne proclamato dal presidente degli Stati Uniti d'America Abraham Lincoln nell'aprile del 1861 e richiese il monitoraggio attivo di 3.500 miglia (5.600 km) di costa dall'Oceano Atlantico al Golfo del Messico, compresi i 12 scali portuali principali del profondo Sud ed in particolar modo New Orleans e Mobile (Alabama).I cosiddetti corridori del blocco, abbastanza veloci da riuscire a sfuggire i controlli federali, riusciranno a trasportare solamente una minima parte delle scorte necessarie al Sud belligerante; gestiti in larga parte da cittadini dell'impero britannico fecero uso di porti neutrali quali L'Avana, Nassau e Bermuda.
Vennero commissionate circa 500 navi tra le più grandi e quelle di minor cabotaggio, le quali perverranno alla distruzione o alla cattura di oltre 1.500 "violatori del blocco" nel corso dell'intera durata del conflitto.
Al momento della dichiarazione di blocco l'Unione possedeva solamente 3 imbarcazioni adattabili all'operazione. Il Dipartimento della Marina, sotto l'accurata guida del Segretario alla Marina Gideon Welles, si mosse velocemente nell'intento di espandere la flotta.
Furono richiamate le navi da battaglia che si trovavano all'estero, venne lanciato un massiccio programma di costruzione navale, saranno acquistate anche navi sia mercantili che passeggeri civili e verranno riutilizzate le imbarcazioni catturate nel tentativo di violazione del blocco.
Entro la fine del 1861 alla flotta complessiva vennero aggiunti circa 80 "SS (marina)" piroscafi e 60 velieri, tanto che il numero totale delle navi adibite al blocco salì fino a raggiungere la cifra di 160. Al principio del nuovo anno si trovavano in costruzione nei cantieri navali altre 53 navi da guerra di varie class.
Nel novembre del 1862 la flotta ammonterà a 282 piroscafi e 102 velieri. Al termine del conflitto l'United States Navy era cresciuta fino a toccare la cifra di 671 imbarcazioni di ogni tipo e classe, divenendo in tal maniera la più potente flotta esistente al mondo (Wikipedia)

In pratica il Sud venne stretto in una morsa che impediva il rifornimento di armi e soprattutto di viveri e beni di necessità. Nel film "Via col vento"  abbiamo diverse scene che descrivono la condizione di miseria e di fame in cui si vennero a trovare nelle città del Sud i cittadini confederati. E ogni soldato sa che non c'è niente che superi la fame per annientare il morale...
Molti soldati sudisti si dettero al brigantaggio e al saccheggio, anche nei propri territori; cosa che continuerà tristemente anche nel dopoguerra...
A mio parere il blocco fu la causa predominante della disfatta.
#297
Tematiche Filosofiche / Re:sull' etica
15 Giugno 2019, 21:02:01 PM
=== Prova====

Concordo con @Sgiombo (la sua spiegazione delle differenze tra egoismo e  altruismo, tra l'altro non nuova, essendo da lui più volte già espressa in questo augusto consesso, è quasi da manuale...).

Voglio solo aggiungere una breve allocuzioncella:

L'egoista gode momentaneamente della soddisfazione del proprio egoismo, ma stoltamente non comprende che questo piacere è un seme di sofferenza certa futura.
L'altruista gode adesso della propria generosità e non teme il sorgere di alcuna sofferenza futura a motivo del proprio altruismo.
Provare soddisfazione per il frutto dell'altruismo è bene ora e in futuro.
Provare soddisfazione per il frutto dell'egoismo non è bene ora e nemmeno in futuro.
Finchè l'egoismo non giunge a maturazione lo sciocco pensa che sia come miele, ma quando giunge a maturazione, allora lo sciocco è soggetto a sofferenza.
Invece l'altruista gioisce ora e  quando il proprio altruismo giunge a maturazione.
Infatti l'altruista trova " il bene proprio nel bene altrui".
Per questo si è soliti dire: " Il giusto dorme tranquillo".
Guardiamo invece l'ansia continua dell'egoista, il suo bisogno di proteggere il frutto del proprio egoismo, con cui si identifica e che sente stoltamente come "suo"; il suo continuo bisogno, il suo attaccamento e quindi la sua sofferenza.
Infatti l'egoista si preoccupa ed è in ansia unicamente per se stesso ed è incurante del bisogno altrui.

Generosità è bene ora e in futuro.
Egoismo può sembrare bene ora, ma è invece male ora e in futuro.
La bontà del frutto ci parla della bontà dell'albero, come un corpo sano futuro ci parla della bontà dell'alimento presente.
Erroneamente si tende a scambiare l'egoismo con l'istinto di sopravvivenza presente in ogni essere senziente.
Sono due cose diverse. L'Istinto è la protezione della vita naturale, l'egoismo è l'attaccamento della mente al proprio ego illusorio. Per questo l'altruista protegge la propria e l'altrui vita; mentre l'egoista danneggia la propria e l'altrui vita.
Naturalmente la condanna di esistere in un universo condizionato fa sì che il perfetto altruismo sia impossibile, dato che è impossibile vivere senza recare alcuna sofferenza agli altri esseri senzienti, fossero anche solo esseri immobili.

Parabola del Sari conosciuta come de "L'Abile Vignaiuolo":

L'egoista è simile all'abile vignaiuolo che, prodotto il buon prosecco, si barrica in cantina per goderselo da solo e, alla richieste altrui, risponde urlando:"Andatevene tutti, è mio!".
L'altruista è invece simile all'abile vignaiuolo che, prodotto il buon prosecco, imbandisce la mensa per goderselo in compagnia altrui, invitando anche il poveraccio del villaggio.
Il primo gode al momento della preziosa bevanda, ma soffrirà poi per la solitudine, la paura di essere derubato del prosecco, l'astio e il non ricevere alcun aiuto nel bisogno dagli altri, a ragione del suo egoismo.
Il secondo gode al momento della preziosa bevanda, e in più gode dell'amicizia, della compagnia e della gioia procurata agli altri e inoltre ancora gode nel futuro quando, a sua volta, verrà invitato a gustare le mense altrui e a ricevere aiuto nel bisogno , a ragione del suo altruismo.

E' un errore confondere soddisfazione con egoismo. La soddisfazione è presente sia nell'egoismo che nell'altruismo, come può esserlo l'insoddisfazione.
La differenza è che, nell'egoismo è una soddisfazione insana, mentre nell'altruismo è una soddisfazione salutare.
#298
Chiedo all'Amministratore, dott. I.Nardi, se non sia il caso di sospendere per un periodo di tempo l'attività del forum Logos, visto l'evidentissimo scadimento di questi ultimi mesi. Il forum non può ridursi a patetici e infantili battibecchi tra gli utenti , del tipo: "Ho ragione io e tu sei un...".
Magari un periodo di riflessione può aiutare a portare un pò di serenità.
Personalmente mi sono già autosospeso.

Grazie per l'attenzione
#299
Tematiche Spirituali / Re:Sono un essere inadeguato
18 Maggio 2019, 21:25:50 PM
@Ipazia e Viator

Sembra che amiate vantarvi di possedere un animo più arido delle scartoffie di un notaio...forse vi convengono di più i fogli squadrati  50 X 70  ::)  ;D


Certo che commenti così, su un testo che cercava maldestramente di dare un "profumo" di diversità e non di fare una valutazione sociale o quant'altro , com'è lo spirito di questo topic, fa proprio passare la voglia di continuare a scrivere in un forum simile... :(


Ciao
#300
Tematiche Spirituali / Re:Sono un essere inadeguato
18 Maggio 2019, 15:59:21 PM
Nell'antica civiltà vedica si celebrava in primavera il rito sacrificale detto del "Soma". Soma è un termine che indica la bevanda che rende immortali, il rito in se stesso ma anche il nome di una divinità vedica, Soma per l'appunto.
Troviamo la descrizione e le regole di questo rito suggestivo gia in uno dei più antichi testi religiosi dell'umanità (alcuni studiosi pensano il più antico in assoluto...): il RgVeda.
In una sera di luna piena primaverile, quella luna indiana che sorge(va) per magia sopra le cime dei banyan, gli alberi che respiravano gli déi...una di quelle serate in cui l'uomo, nella sua nudità, non può che riconoscersi meno del grande albero, meno del suo seme stesso... 

Come l'enorme albero di Nyagrodha è compresso in un piccolo seme,
così al momento della sua dissoluzione l'intero universo
è compresso in Te, o Vishnu.
Così come il Nyagrodha germina dal seme e diventa prima un piccolo germoglio,
per innalzarsi quindi verso l'alto,
così il mondo procede da Te, e si espande in grandezza "
(Vishnu Purana)

...il cantore (rsi) pigiava la misteriosa pianta che produceva la bevanda degli dèi, il nettare che rende immortali come loro. Per ben dodici volte la pigiava, lungo cinque afosi, interminabili giorni. Dodici volte...dodici come le tribù d'Israele, cantando lodi e inni a Indra e ad Agni (l'Agnistomà, la preghiera recitata al momento culminante del rito..). Poi entrava in una capanna, illuminata da piccoli fuochi attorno, insieme alla moglie, per consacrarsi ad un altro rito che si chiamava dīkṣā: rimaneva fermo, immobile,  sazio della prodigiosa bevanda dagli effetti spirituali superiori al prosecco stesso; si copriva con una pelle di antilope (mrga) restando abbracciato a lei tutto il tempo, immobili, senza compiere alcun atto amatorio, fermi...fermi...solo contatto, respiro e calore...sudore appiccicaticcio...nessuna parola finalmente . Cosa significava? Si tentava di rievocare la vita intrauterina, il contatto con il primo suono percepito: il battito di un cuore, una pulsione...il tutto sotto l'effetto del soma che amplificava ogni sensazione, ogni minimo contatto, ogni alito...
Il simbolismo cosmico del sacrificio del soma significava anche circolazione di vita tra il cielo, o mondo divino, dove  la luna è cratere che contiene la bevanda che dona l'immortalità e la terra, o mondo umano. Era una vita piena di liquidità in cui trovavano equivalenza spermatozoi, latte di vacca e pioggia, tanta pioggia, da proteggersi con le grandi foglie...
Poi la coppia, consacrata al Dio, usciva sudata, esausta e allora si ritrovava povera, come sempre...canti celebrativi ammutolivano il silenzio della foresta e le grida delle scimmie che lo spezzavano a tratti...
Dopo una simile prova si narra che le coppie non si lasciavano più. Da allora, le donne consacrate ad Agni, rimaste vedove, si consegnavano alle fiamme purificatrici volontariamente...perché il proprio cuore non poteva più battere senza l'altro, dopo aver battutto insieme, nella solitudine...

"Con le radici in alto, ed i rami in basso
sta l'eterno Aswattha,
le cui foglie parlano come i canti vedici:
colui che lo conosce, conosce i Veda.
In alto ed in basso si estendono i suoi rami,
alimentati dai modi dell'esistenza,
i suoi germogli sono gli oggetti dei sensi,
le sue radici si prolungano in giù nel mondo degli uomini, legate alle azioni"
(Baghavad Gita, Cap XV, 1-2)