Non è male nemmeno la metafora di Baudelaire: l'uomo è come un albero, con le radici che scavano nella terra fra le impurità e i rami che si allungano verso il cielo.
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Mostra messaggi MenuCitazione di: Jean il 15 Aprile 2017, 11:09:37 AMTi ringrazio dell'interesse e tuttavia, se il mio intervento può avere un qualche pregio, non sarebbe potuto essere se non stimolato dalla vocazione poetico-letteraria che tu hai molto originalmente introdotto nel forum, oltre alla geniale trovata dell'immagine "Hotel Logos". Per quanto riguarda la mia alquanto ipotetica vocazione poetica, essa è pressochè del tutto debitrice della lettura antica e incompetente del genio assoluto contenuto in quel tripudio di arte romantica che sono "I fiori del male" di Baudelaire e annessi pellegrinaggi in Alan Edgar Poe. Basta sprofondare in un paio di versi per sentirsi traslati in un salotto parigino dell'ottocento....Citazione di: cvc il 31 Marzo 2017, 17:36:17 PM
Mi aggiravo per i corridoi
Incuriosito e sospettoso,
Un estraneo negli spogliatoi
O un testimone solo e ozioso
Fra schiamazzi e salotti improvvisati,
L Hotel logos mischia estasi e lamenti,
Alcuni degli ospiti se ne scappano irritati,
Altri perplessi ma irretiti tornano contenti
Forse in principio la ragione
Del mio brancolare senza meta,
Era la noia , quell'orrida prigione,
Come acqua ferma che inquieta
Ma mi pare assai superficiale
Questo modo di pensare,
Come se fosse semplice e banale,
Come un guasto da aggiustare.
Fra schiamazzi e salotti improvvisati,
L Hotel logos mischia estasi e lamenti,
Alcuni degli ospiti se ne scappano irritati,
Altri perplessi ma irretiti tornano contenti
Più nel profondo occorre cercare
Il perché dell'occhio nella serratura,
L'orecchio appiccicato alla parete
Come una cozza alla scogliera
È quel morbo che abbiamo dentro,
Il perenne agitarsi della coscienza,
Che ci spinge l'uno contro l'altro,
Tutti e nessuno, presenza e assenza
E se mi sto ora distraendo
Forse quando non conviene,
Spento, acceso, acceso, spento:
Il mio lume è luce e buio insieme
Forse non è questo che dovrei dire,
Un si vile pensiero e intento
Altra moneta dovrebbe esibire
L'avventore al sui pagamento
Fra schiamazzi e salotti improvvisati,
L Hotel logos mischia estasi e lamenti,
Alcuni degli ospiti se ne scappano irritati,
Altri perplessi ma irretiti tornano contenti
Grazie CVC dell'intervento,
dedicandoci un po' del tuo tempo per realizzarlo in forma poetica gli hai conferito un valore aggiunto, oltre quello che contiene al di là delle parole.
Non per lisciarti il pelo, ma le quartine che riportano le impressioni del tuo viaggio (al luogo che ci ospita) son intrise della condizione esistenziale dell'uomo (dell'osservatore), sviluppata in riflessioni che ne dissimulano la profondità, mediante la scelta di parole e versi apparentemente semplici.
Meriterebbero una parafrasi nel caso se ne ravvisasse interesse in qualcuno.
Mi permetto solo di considerare la scelta dei due termini: irritati-irretiti, mentre del primo non v'è da dir molto, significa quel che il senso comune assegna... per il secondo...
Treccani:
irretire (ant. inretire) v. tr. [dal lat. irretire, der. di rete «rete»] (io irretisco, tu irretisci, ecc.).
– In senso proprio, non com., catturare con la rete: i. i pesci. Più spesso fig., impigliare, inviluppare come in una rete: S'io fui del primo dubbio disvestito Per le sorrise parolette brevi, Dentro ad un nuovo più fu' inretito (Dante);
- è termine specifico nel diritto canonico: sacerdote irretito nella (o da) censura, a cui sia stata inflitta una pena ecclesiastica (scomunica, interdetto, sospensione).
- In partic., attrarre a sé o sedurre con arte, con inganno, abbindolare, imbrogliare: fu irretito da quella donna; i. con lusinghe; i. gli sciocchi con vane parole; compor fittizie parole, le quali lacci sono ad irretire gli uomini di pura fede (Boccaccio).
... si apre un mondo di significati nascosti, sì che mi vien da chiederti sia stata scelta voluta o venuta da sé... riservandoci di approfondir tale ricordo di viaggio alla prossima occasione.
Un caro saluto
Jean
Citazione di: acquario69 il 11 Aprile 2017, 14:10:17 PMSu cosa sia la natura mi pare siano già stati spesi fiumi di parole senza trovare soluzione. Io la penso come gli antichi, come gli stoici: la natura è la ragione. Non parlo di omo oeconomicus, ma di uomo in quanto essere dotato di facoltà razionale, di logos, di questa inclinazione da poter sviluppare e realizzarsi grazie ad essa. Non dal punto di vista di un calcolo preciso e strettamente funzionale ed utilitaristico, ma riguardo alla possibilità di filtrare la materia grezza fornita dai sensi, dagli impulsi, per sublimarla con il logosCitazioneLo sai perchè non pratichiamo la virtù? perchè pensiamo di non esserne capaci. Anzi, la realtà è ben differente: amiamo i nostri vizi, perciò li perdoniamo e preferiamo scusarcene che correggerli. La natura ci ha dato forze sufficienti se sappiamo servircene, se sappiamo chiamare a raccolta le nostre forze per volgerle a nostra difesa, e non contro di noi. Il non volere è il vero motivo, non potere è un pretesto
si ma sappiamo ancora cose' la natura?
sappiamo ancora sentirci parte integrante?
se invece non e' più cosi (basta vedere ad esempio come ci sta riducendo la tecnologia) allora più semplicemente vuol dire che siamo alieniati..e percio alieni a tutto
Citazione di: Fharenight il 10 Aprile 2017, 15:35:30 PMParole sante. Oramai sembra che si sia persa la speranza della virtù
Aspetto l'arrivo di Prudenza, Giustizia, Fortezza e Temperanza... che penso ne abbiamo ben piú bisogno, e non solo in questo forum!
CitazioneLo sai perchè non pratichiamo la virtù? perchè pensiamo di non esserne capaci. Anzi, la realtà è ben differente: amiamo i nostri vizi, perciò li perdoniamo e preferiamo scusarcene che correggerli. La natura ci ha dato forze sufficienti se sappiamo servircene, se sappiamo chiamare a raccolta le nostre forze per volgerle a nostra difesa, e non contro di noi. Il non volere è il vero motivo, non potere è un pretestoSeneca