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Messaggi - myfriend

#286
@giona

Volesse il cielo che fino a 20-25 anni la maturazione fosse un processo passivo, ma non è così, o meglio ancora, il giovane non si rende conto che tramite la scuola, gli amici, la società, l'ambiente ecc...  assorbe cosi tanto e si struttura in modo quasi irreversibile.

Prima cerchi di smentirmi e poi ribadisci e confermi esattamente ciò che ho detto.
Cosa vuol dire "processo passivo"?
Vuol dire che il giovane non si rende conto che tramite la scuola, gli amici, la società, l'ambiente ecc...  assorbe cosi tanto e si struttura in modo quasi irreversibile.
Esattamente ciò che intendevo io con "processo passivo".  :D
#287
Tematiche Spirituali / Re:La gioia!
25 Giugno 2017, 10:01:31 AM
Citazione di: giona2068 il 24 Giugno 2017, 14:18:26 PM
Citazione di: myfriend il 24 Giugno 2017, 12:55:51 PM
La "speranza della gioia eterna" deriva dalla lettura che Paolo aveva dato della missione di Gesù. Secondo la lettura che Paolo aveva dato della vicenda di Gesù, Paolo pensava che la risurrezione di Gesù fosse l'inizio della risurrezione generale dei morti e, quindi, che fosse iniziato il "giudizio universale" con l'instaurazione del Regno di dio. Nella visione di Paolo, il "giudizio universale" era già iniziato - proprio con la risurrezione di Gesù - e l'instaurazione del Regno di dio si sarebbe compiuta molto presto, quando lui era ancora in vita.
Ma Paolo si era sbagliato. Il ritorno di Gesù, il giudizio e l'instaurazione del Regno di dio non avvennero. Le lettura che Paolo fece degli avvenimenti fu un colossale errore. Un abbaglio.
Allora i preti che vennero dopo Paolo, accortisi dell'errore, cambiarono la teologia di Paolo e spostarono il Regno di dio nell'aldilà, dopo la morte. E inventarono il "paradiso" dove ci sarà "gioia eterna". E così fu inventata la speranza nella vita eterna e nella gioia eterna nell'aldilà, nel paradiso, dopo la morte.
Questa è la tua fede. Una fede che si basa su un errore, quello di Paolo, e su una manomissione delle idee di Paolo operata dai preti che avevano ereditato la visione di Paolo.

Tutte sciocchezze. Tutte idee di uomini. Idee stupide basate sulla cultura e sulle conoscenze sull'uomo e sul mondo in voga nel I secolo in palestina.

Tieniti la tua speranza ridicola elaborata dal pensiero di un uomo, Paolo, vissuto 2000 anni fa e che della missione di Gesù non capì un bel nulla e si inventò una teologia rivelatasi errata. E' tutta tua.  :D
Io mi occupo del "qui e ora."  ;)
Come al solito parlare con te è una perdita di tempo, ma speriamo che le mie parole siano utile a qualcuno che cerca la vita.
Innanzitutto hai il dovere di rispettare il credere delle persone , ma, entrando nel merito delle tue assurdità, se quello che dici fosse verità non si capirebbe perché un uomo che non vive nella verità ma di una sua teoria , abbia potuto offrire la sua vita come sacrificio vivo per testimoniare le sue "fantasie". Ancor meno si capisce come chi crede nei suoi scritti, secondo te falsi, possa trovare la pace e viverla amando il prossimo. Costui non era un barbone di  strada ma un sommo sacerdote che aveva vita facile secondo il mondo, ma ha accettato la croce. La stessa croce che è simbolo di speranza,  anche se ogni scrittura fosse una falsità, perché da sola spiega che attraverso la rinuncia al mondo si arriva alla gioia/vita. L'esatto contrario che gli ebrei come te credono dicendo: Io mi occupo di qui e ora!!!!
Sei come quel ricco che aveva riempito i granai e pensava di potersi occupare delle cose di quì e ora,   il resto lo sai e inutile che lo ripeta.
In ogni caso se a te della speranza, che non un invenzione dei preti perché sulla croce il Signore disse al ladrone di dx: Oggi sarai con me in paradiso, non interessa niente a causa della tenebra che ti ha offuscato la mente, perché vuoi toglierla a chi la cerca?
In questo caso chi guida i tuoi passi?
Gesù non disse mai al ladrone di dx "oggi sarai con me in paradiso". Questo è ciò che Luca fa dire a Gesù sulla croce; ma questa era una idea di Luca che Luca ha messo in bocca a Gesù quando ha scritto il suo vangelo. L'idea del "paradiso" è una invenzione di Luca. Gesù non l'ha mai detto.
Se non hai capito questo, non hai capito nulla.
Luca rielabora le idee di Paolo, Marco e Matteo e si inventa il "paradiso dopo la morte" e fa dire a Gesù quelle che erano solo idee di Luca.
Infatti il concetto di "paradiso dopo la morte" lo troviamo per la prima volta in Luca.
Non c'è in Paolo e nemmeno in Marco e Matteo che scrivono i loro vangeli basandosi sulle idee di Paolo.

Provo solo pena per te, Giona. Una pena infinita.
#288
C'è un tempo per essere reattivi e un tempo per essere riflessivi.
E c'è un tempo per essere entrambe le cose insieme.

Non è vero che la nostra natura è immutabile.
La nostra natura può cambiare e cambia: si chiama maturazione psichica o "spirituale".

Ovviamente ci devi lavorare su. I cambiamenti non sono gratis.
La maturazione, fino ai 20-25 anni, è un processo passivo. Dopo i 25 anni diventa anche un processo attivo.
Se non ci metti del tuo rimarrai proprio come sei.
#289
Tematiche Spirituali / Re:La gioia!
24 Giugno 2017, 12:55:51 PM
La "speranza della gioia eterna" deriva dalla lettura che Paolo aveva dato della missione di Gesù. Secondo la lettura che Paolo aveva dato della vicenda di Gesù, Paolo pensava che la risurrezione di Gesù fosse l'inizio della risurrezione generale dei morti e, quindi, che fosse iniziato il "giudizio universale" con l'instaurazione del Regno di dio. Nella visione di Paolo, il "giudizio universale" era già iniziato - proprio con la risurrezione di Gesù - e l'instaurazione del Regno di dio si sarebbe compiuta molto presto, quando lui era ancora in vita.
Ma Paolo si era sbagliato. Il ritorno di Gesù, il giudizio e l'instaurazione del Regno di dio non avvennero. Le lettura che Paolo fece degli avvenimenti fu un colossale errore. Un abbaglio.
Allora i preti che vennero dopo Paolo, accortisi dell'errore, cambiarono la teologia di Paolo e spostarono il Regno di dio nell'aldilà, dopo la morte. E inventarono il "paradiso" dove ci sarà "gioia eterna". E così fu inventata la speranza nella vita eterna e nella gioia eterna nell'aldilà, nel paradiso, dopo la morte.
Questa è la tua fede. Una fede che si basa su un errore, quello di Paolo, e su una manomissione delle idee di Paolo operata dai preti che avevano ereditato la visione di Paolo.

Tutte sciocchezze. Tutte idee di uomini. Idee stupide basate sulla cultura e sulle conoscenze sull'uomo e sul mondo in voga nel I secolo in palestina.

Tieniti la tua speranza ridicola elaborata dal pensiero di un uomo, Paolo, vissuto 2000 anni fa e che della missione di Gesù non capì un bel nulla e si inventò una teologia rivelatasi errata. E' tutta tua.  :D
Io mi occupo del "qui e ora."  ;)
#290
Tematiche Spirituali / Re:La gioia!
24 Giugno 2017, 11:21:36 AM
Citazione di: Freedom il 22 Giugno 2017, 11:47:28 AM
Citazione di: myfriend il 22 Giugno 2017, 10:18:35 AM
Interessante.
Mi chiedo - e ti chiedo - solo una cosa: possiamo affermare di provare, qui e ora, gioia o dolore perchè li sperimentiamo e li viviamo sulla nostra pelle. Ma in base a cosa puoi affermare che qualcosa o qualucuno possa donarti la "gioia eterna"?
Non ho affermato nulla riguardo all'eternità. Ho semplicemente espresso una speranza.
Speranza?
La speranza è qualcosa di soggettivo. Tieniti pure la tua speranza, fratello.
Io mi occupo del "qui e ora".  :D
#291
@cannata

Nel mio passato ho avuto la possibilità di conoscere personaggi che nel loro campo erano studiosi di fama internazionale. Di altri grandi personaggi invece mi hanno parlato amici miei, che hanno avuto la possibilità di incontrarli di presenza. C'è una caratteristica che quasi sempre connota questi personaggi, per come li ho conosciuti e per come me ne hanno parlato: una straordinaria modestia e umiltà. La cosa è comprensibile: quanto più uno studioso si addentra in un campo, tanto più tocca con mano quanto quel campo sia sterminato, immenso, costringendoti a sentirti piccolo piccolo.

Non so quali maestri tu abbia conosciuto o sentito.
Io, ad esempio, faccio riferimento a studiosi del calibro di Max Planck e Albert Einstein, i padri della fisica moderna.
A proposito della "morte di dio", Planck diceva:

"Avendo consacrato tutta la mia vita alla Scienza più razionale possibile, lo studio della materia, posso dirvi almeno questo a proposito delle mie ricerche sull'atomo: la materia come tale non esiste! Tutta la materia non esiste che in virtù di una forza che fa vibrare le particelle e mantiene questo minuscolo sistema solare dell'atomo. Possiamo supporre al di sotto di questa forza l'esistenza di uno Spirito Intelligente e cosciente. Questo Spirito è la ragione di ogni materia."

E non sto qui a citare Albert Einstein per non crearti ulteriore imbarazzo.

Sai qual è il tuo problema? Il tuo problema è che sei ancora - e troppo - condizionato dalla visione di dio del cattolicesimo (che poi è la visione di dio di Paolo). Ma Paolo era un uomo che è vissuto 2000 anni fa ed è vissuto in una cultura che separava dio dal creato e che concepiva dio come un "poliziotto dei cieli" pronto a scatenare la sua ira vendicativa sui peccatori. Il pensiero dell'homo, nel frattempo, si è evoluto. Forse i tuoi "maestri" te l'hanno nascosto.  :D

Dio non è affatto morto. Nemmeno la concezione cattolica (quella di Paolo) di dio è morta. E nemmeno quella ebraica e mussulmana.
Ma la vera novità è che oltre alle concezioni di dio delle religioni tradizionali ancora molto diffuse (cristianesimo, ebraismo, islam), si è fatta strada nel corso del 20mo secolo una concezione di dio più matura: quella di scienziati come Planck e Einstein. Veri maestri spirituali.
Essi hanno introdotto un nuovo concetto di "spiritualità" che ti sfugge completamente: comprendere l'invisibile ordine delle cose nel quale dio - in quanto Mente cosmica cosciente e intelligente - svolge il ruolo centrale attorno al quale tutto ruota e di cui, ogni cosa, è manifestazione. Un concetto di "spiritualità" che vede nelle scienze (biologia, fisica, geologia, psicologia, etologia, astronomia etc) l'unico e vero strumento di ricerca. Poichè solo le scienze ci introducono alla comprensione dell' "invisibile ordine delle cose".


Forse dovresti aggiornare l'elenco dei tuoi maestri.  ;)
Sei totalmente fuori strada ed ho come l'impressione che non ci stai capendo nulla. Sarà forse colpa dei tuoi "maestri"?
#292
Tematiche Spirituali / Re:La gioia!
22 Giugno 2017, 10:18:35 AM
Citazione di: Freedom il 22 Giugno 2017, 01:01:02 AM
Citazione di: Angelo Cannata il 19 Giugno 2017, 14:13:30 PMDunque, se pensiamo di parlare di gioia eterna, di cosa stiamo parlando? Cosa sarebbe questa gioia eterna?
La gioia è amare. E' del tutto evidente che non può essere un esercizio ininterrotto 24 ore su 24. I figli danno gioia ma quante volte li prenderesti a schiaffi? Eppure li ami sempre dunque provi sempre gioia.

Per quanto riguarda l'eternità è altrettanto evidente che è "una roba che non finisce mai."
Interessante.
Mi chiedo - e ti chiedo - solo una cosa: possiamo affermare di provare, qui e ora, gioia o dolore perchè li sperimentiamo e li viviamo sulla nostra pelle. Ma in base a cosa puoi affermare che qualcosa o qualucuno possa donarti la "gioia eterna"?
La "gioia eterna" è solo una idea o una fede. Perchè nessuno può affermare di avere sperimentato la "gioia eterna". Questo è ovvio.
Quindi, in base a cosa puoi affermare che qualcuno o qualcosa possa darti la "gioia eterna"?
Voglio proprio vedere dove vai a parare.  :D

Facciamo un esempio per chiarire il concetto. Io ti dico: indossa una cintura esplosiva e vai in un supermercato a farti esplodere; avrai 27 vergini e la GIOIA ETERNA.
Come puoi essere sicuro che la "gioia eterna" di questo individuo sia meno gioia della tua o sia meno eterna della tua?  :D

La gente pensa e dice una marea di sciocchezze senza neanche pensare a quello che dice.  ;)
#293
@sgiombo

Mi spiace per te, ma l'esperimento di Cairns dimostra che le mutazioni casuali del DNA riguardano SOLO il "gene difettoso" e sono indirizzate a rimpiazzare il "gene difettoso" con un gene buono.
Quindi la "mutazione casuale" è una tecnica usata dall'organismo e indotta dall'organismo al fine di produrre un "gene buono" col quale rimpiazzare il gene difettoso. La "mutazione casuale" è, quindi, una tecnica usata dall'organismo all'interno di un processo intelligente. E il processo intelligente è proprio quello che riguarda la sostituzione del "gene difettoso" con un "gene buono".

Le "mutazioni incontrollate", che l'organismo cerca di evitare in ogni modo con vari sistemi di controllo (soprattutto durante la fase di copiatura del DNA), portano a malattie e disfunzioni, non certo all'evoluzione. Sono le "mutazioni controllate" che portano all'evoluzione.
Come sempre, caro sgiombo, hai toppato.
#294
Citazione di: Vittorio Sechi il 21 Giugno 2017, 20:58:54 PM
non ho dubbi che sia come dici... Però il testo in commento è definito Bibbia, non new age for all.
Sei tu, mi sembra, che hai detto che dal testo della Genesi si evince che, esistendo l'albero della conoscenza del bene e del male, si deduce che il male esistesse prima della comparsa dell'homo.
Leggendo il testo, invece, appare chiaro che l'autore fa sorgere il male DOPO la "caduta" (vedi storia di Caino e Abele).
L'idea che il male fosse pre-esistente alla "caduta" è una tua invenzione che non trova riscontro nel testo.

Se questa è la tua interpretazione "corretta", stiamo freschi.  :D
#295
Citazione di: Vittorio Sechi il 21 Giugno 2017, 20:41:36 PM
Ho dato una veloce scorsa ai vari interventi. Mi riprometto di intervenire più nel dettaglio appena mi sarà possibile. Mi son chiesto: ma siamo certi che stiamo parlando del medesimo testo sacro?
Non per altro, ho letto interpretazioni assolutamente arbitrarie che non tengono nel minimo conto quanto si trova scritto su quel libro.
O forse sei tu che non l'hai mai letto con attenzione o che non lo hai capito.
Per toglierci ogni dubbio rimango in attesa della tua "corretta" interpretazione.  :D
#296
@cannata

l'altissimo concetto che il testo ha di uomo e donna, rispetto al resto del creato, è confermato dal comando di soggiogare la terra e dominarla. Come si concilia questo col fatto che l'uomo e la donna non erano altro che due burattini, privi di volontà propria?

Hai detto bene: "il comando di soggiogare la terra". Di comando si tratta.
Nella prima parte del racconto, come ti ho già detto, dio comanda e l'homo esegue. E' in questo senso che ho parlato di "burattini". Nella prima parte del racconto non si evince una volontà autonoma dell'homo, ma l'homo si limita a fare ciò che dio ha comandato.

Poi dà il divieto riguardante l'albero: un divieto dato a due burattini?
Poi affida all'uomo il compito di stabilire il nome di ogni animale. Un burattino a cui viene affidata la responsabilità di stabilire come si deve chiamare ogni animale?
Il Signore Dio plasmò con la costola, che aveva tolta all'uomo, una donna e la condusse all'uomo.

Dio comanda, dio vieta, dio affida all'uomo il compito di stabilire il nome di ogni animale, dio plasmò con la costola una donna.
Se tu leggi attentamente la prima parte del racconto appare evidente che è tutto segnato dall'iniziativa di dio. Dio comanda, dio vieta, dio stabilisce, dio affida etc etc.
L'homo appare privo di volontà propria e si limita ad eseguire gli ordini.
Questa è l'armonia dell'Eden. Un dio che dispone ed un homo che esegue le disposizioni. In questo senso ho detto che l'autore, nella prima parte del racconto, dipinge l'homo come un "burattino".
Questo è del tutto evidente nel testo. Se non riesci a comprenderlo è semplicemente perchè non vuoi comprenderlo. Perchè nel testo appare chiaramente.

Il primo vero gesto in cui emerge la volontà autonoma dell'homo è proprio quando l'homo mangia il frutto dall'albero.

Ed è per questo che quel gesto, per l'autore, segna il passaggio da un PRIMA, in cui l'homo e inconsapevole di sè, della propria individualità e del proprio autonomo potere decisionale, a un DOPO in cui l'homo acquisisce consapevolezza di sè, della propria individualità e del proprio autonomo potere decisionale e diventa "come dio". Non è più esecutore degli ordini e disposizioni di dio, ma diventa artefice del proprio destino (nel bene e nel male). Diventa "come dio" e perde l'Eden in cui viveva tranquillo e beato nella sua inconsapevolezza di sè. L'Eden era una specie di "utero materno" dal quale l'homo esce quando acquisisce la consapevolezza di sè e diventa l'artefice del proprio destino.


PRIMA di quel gesto l'homo non si era accorto di essere "nudo". DOPO quel gesto l'homo si è accorto di essere "nudo". Questa è la chiave con cui interpretare ciò che l'autore intende dirci con questo racconto.
Come ti ho già detto, con questo racconto allegorico, l'autore descrive quella che era la sua visione della nascita dell'homo, in base alle sue conoscenze di uomo che ha vissuto 600/700 anni prima di Cristo.

In quanto al "sacro" non scherziamo, per favore.
La bibbia è un insieme di libri scritti da uomini che volevano raccontarci la loro visione delle cose usando le tecniche letterarie in uso 700, 600, 500 anni prima di Cristo.
E l'autore della Genesi ci sta raccontando la creazione secondo quello che era il suo punto di vista e le sue conoscenze di uomo che ha vissuto in un periodo collocato all'incirca 600 anni prima di Cristo. Un autore umano che ci parla usando categorie umane e pensieri umani. Idee e pensieri che erano in voga 600 anni prima di Cristo. Secondo quelle che erano le conoscenze e il mondo di allora.

P.S. Va sottolineato che nell'ebraismo principale, Adamo che mangia il frutto dell'albero non è visto come "peccato". Il "peccato originale" e la cancellazione di quel peccato sono una concezione di Paolo. Per gli ebrei il concetto di peccato nasce come disobbedienza alla legge di Mosè. E' Paolo (e il suo cristianesimo che lui si è inventato) che vide nelle vicende di Adamo ed Eva il "peccato originale". Ma sappiamo bene che Paolo, con la sua teologia, non ne ha azzeccata neanche una.
#297
@cannata

Esattamente.
Se tu leggi attentamente il racconto ti accorgi che prima di mangiare il frutto, dio stabilisce e l'homo esegue. L'homo appare come una specie di "burattino" nel giardino dell'Eden. Un essere privo di autocoscienza e individualità, privo della capacità di decidere autonomamente. Appare, cioè, in piena armonia col giardino dell'Eden, privo di qualunque propria autonoma volontà, privo del libero arbitrio. Dio stabilisce e l'homo esegue in perfetta armonia con l'Eden. Proprio come un "burattino" o come "animale inconsapevole di sè e della propria autonoma volontà".

Nel racconto, il gesto del mangiare il frutto è il primo gesto espressione della libera volontà dell'homo. E' il passaggio dalla inconsapevolezza alla consapevolezza di sè. Del proprio POTERE decisionale. E' il momento in cui l'homo dice: "Questa cosa la decido io e la faccio io. La scelgo io. Questo gesto è frutto della mia volontà".
E' il momento in cui l'homo si differenzia dalle altre specie animali. E' il momento in cui nasce l'autocoscienza e la consapevolezza della propria individualità e, con esse, il libero arbitrio e la consapevolezza del proprio POTERE decisionale. E' il momento in cui l'homo, grazie all''autocoscienza e al POTERE che ne deriva, diventa artefice del proprio destino. Diventa "come dio".

Mangiare il frutto è il racconto del momento che segna la nascita dell'homo sapiens. Cioè quello che siamo. "Animali" particolari, dotati di autocoscienza, consapevoli della nostra individualità e dotati di libero arbitrio e del POTERE di decidere. Esattamente come dice l'autore del Libro della Genesi, siamo diventati "come dio".

In questo non c'è alcun peccato. Nè, tantomeno, l'autore vuole porre l'accento sulla "colpa".
L'autore usa un racconto allegorico per segnare il momento del distacco da una realtà in cui eravamo privi di autocoscienza e privi di POTERE decisionale (il giardino dell'Eden).
Questo è quello che pensa l'autore.

Secondo l'autore la storia evolutiva dell'homo è contraddistinta da un PRIMA e da un DOPO.

PRIMA eravamo "burattini in piena armonia con l'Eden", esseri inconsapevoli di noi stessi (non ci accorgiamo di essere nudi). DOPO l'homo ha acquisito la consapevolezza di sè e della propria individualità e del proprio POTERE decisionale (ci accorgiamo di essere nudi).

Questa è la visione dell'autore e la sua narrazione dell'evoluzione umana.
L'autore certo non sapeva che l'homo discende dalla scimmia e di certo non sapeva che l'autocoscienza ce l'abbiamo grazie al nostro patrimonio genetico.
Il racconto dell'Eden è una lettura allegorica dell'evolzuione dell'homo figlia delle conoscenze che poteva avere un anonimo autore 600 o 700 anni prima di Cristo.

Tutto molto coerente. Tutto logico.
#298
@cannata

Ti stai un po' arrampicando sugli specchi.

Se dopo aver mangiato il frutto "si aprirono i loro occhi e si accorsero di essere nudi" è del tutto evidente che prima di mangiare il frutto i loro occhi erano chiusi e incapaci di vedere. Questa è logica.
E cosa significa che prima i loro occhi erano chiusi? Che non avevano l'autocoscienza e l'individualità. Cioè non si concepivano come individui separati.

Non c'è nessuna colpa e nessun peccato. Il testo dell'autore è allegorico e non sta raccontando una "colpa" o un "peccato". Sta semplicemente raccontando l'acquisizione dell'autocoscienza e dell'individualità.
Che vuoi che ti dica? A me sembra tutto molto chiaro.
Il fatto che qualcuno abbia voluto leggere in questo racconto il famoso "peccato originale" e, con questo, imputare all'homo una colpa, la ritengo una interpretazione stravagante figlia di una cultura (quella ebraica e di Paolo del I secolo) tutta imperniata sul "peccato" e sulla "colpa" da redimere. Che, però, non c'entra proprio nulla con quello che l'autore del Libro della Genesi voleva dire.
#299
@sgiombo

La "crudeltà" è una categoria del pensiero umano che appartiene all'homo e ha senso solo quando è applicata al suo livello evolutivo. Ma che non appartiene agli stadi evolutivi precedenti al nostro dove ciò che regna è l'intelligenza dell'"equilibrio".
Quindi ha perfettamente senso affermare che un homo che uccide un animale o un altro homo è "crudele".
Ma non ha alcun senso affermare che il leone che mangia la gazzella è "crudele". O che la gazzella che mangia l'erba è "crudele" nei confronti dell'erba. Il leone fa il leone. E la gazzella fa la gazzella. Non possono fare diversamente. Si chiama "equilibrio". O, se preferisci, "intelligenza dell'equilibrio".

Per quanto riguarda l'evoluzione che avverrebbe per "mutazioni casuali" di DNA è del tutto evidente che non conosci gli studi di Cairns e successivi.
E se non li conosci è come cercare di spiegare le equazioni di primo e secondo grado a chi non conosce l'algebra. La scienza si evolve. E mentre non è mai stato dimostrato con prove di laboratorio che l'evolzuione si basa su mutazioni casuali di DNA (questo è un dogma di fede), è stato invece provato da Cairns e successivi il contrario e cioè che le mutazioni di DNA non sono affatto casuali ma seguono un processo intelligente dove la "casualità" è una tecnica usata dall'organismo all'interno di un processo adattativo intelligente.
E sai come ha fatto Cairns a scoprirlo? Creando dei batteri con il gene della metabolizzazione del lattosio alterato e inefficente e inserendo questi batteri in soluzioni contenenti solo lattosio. Invece di morire, i batteri hanno cominciato a innescare mutazioni casuali solo del gene difettoso (quello preposto alla digestione del lattosio) fino a trovare un gene "buono" in grado di produrre un enzima che digerisse il lattosio. Dopo che lo hanno trovato, i batteri hanno scartato tutte le prove andate male e hanno tenuto solo la nuova versione di gene capace di digerire il lattosio e lo hanno utilizzato per sostituire il gene difettoso. E grazie a questo sono sopravvissuti e si sono sviluppati.  ;)
Quindi ti invito ad aggiornarti sugli studi della biologia evoluzionista. Se non conosci le nuove scoperte (come ad esempio "l'ipermutazione somatica") di che stiamo parlando? Dell'aria fritta....
#300
@cannata

Il termine "evoluzione" non va confuso con la teoria dell'evoluzione di Darwin. Significa semplicemente, come ho già detto, che l'autore ha inquadrato la creazione in "tempi successivi". Cioè come un processo che si è sviluppato in "giorni" successivi o "fasi" successive. E questo inquadra la creazione all'interno di un quadro "evolutivo" dove l'elemento successivo viene creato DOPO l'elemento precedente. Questo significa la parola "evoluzione".
Questo c'è nel racconto...mica me lo sono inventato.
E ho detto che se l'autore non aveva in mente un "quadro evolutivo" avrebbe collocato tutta la creazione in un solo momento o in un solo giorno.

Per quanto riguarda l'homo, il fatto di NON concepirsi "nudo" (esattamente come avviene per tutti gli altri animali) prima di aver mangiato la famosa mela e il fatto di concepirsi "nudo" DOPO aver mangiato la famosa mela, va interpretato come l'acquisizione dell'autocoscienza e, quindi, dell'individualità e quindi della separazione dall'armonia dell'Eden.
Tu come lo spieghi altrimenti?
Che significato avrebbe per te il fatto di accorgersi di essere "nudo"?