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Messaggi - Jacopus

#2851
Sgiombo. Ti sei dimenticato la psicoanalisi e Freud e tutta la paccottiglia che non dispensa i medicinali. ;D
#2852
Rispetto alla moderazione, mi attengo a principi molto semplici, che credo siano condivisi. Eliminazione immediata di ogni commento razzista, xenofobo che incitano solo all'odio. Eliminazione di commenti che insultino gli altri forumisti o che li ridicolizzino. Tolleranza per i commenti motivati anche se politicamente scorretti (poi chi decide il politicamente scorretto...è bravo). Accettazione di ogni valutazione individuale su fenomeni sociali, dottrine filosofiche, correnti religiose. Se dovessi individuare un modello sarebbe Paul, con il quale  spesso sono in disaccordo ma è sempre stato in grado di difendere le sue posizioni rispettando l'interlocutore senza insulti o impulsi emotivi o sottili denigrazioni. Ci sarebbe anche Sariputra ma con lui credo sia impossibile litigare. Sarebbe come litigare con Marcello Mastroianni.
Inoltre gli interventi necessari sono davvero pochi. Si tratta di una comunità molto educata e spesso è un forumista a segnalare la necessità di un intervento.
#2853
Attualità / Re:Evviva l'abuso edilizio!
27 Ottobre 2018, 20:06:42 PM
L'edilizia pubblica e privata è uno dei modi per giudicare un popolo. In una trasmissione di qualche tempo fa, si raccontava come alla fine degli anni 60 a Napoli, in una notte, si fece una deroga al piano regolatore per costruire 50.000 vani. Inutile prendersela con i governanti. I governati sono fatti della stessa pasta anarchica e individualista e non è solo un problema di Napoli.
#2854
Guarda altamarea che hai equivocato. Credo che si possa partecipare a questo forum anche senza aver letto l'esprit de Lois di Montequieu in francese.
Ad esempio Viator (non me ne voglia) mi dà l'idea di non avere letto vagoni di libri eppure ragiona, critica e adotta un percorso logico che ha un pieno diritto di cittadinanza qui.
Cercavo solo di individuare i motivi di questa scarsa affluenza e non la mia wishing list e fra questi motivi vi può essere anche questa scarsa attitudine a ragionare liberamente ma anche umilmente, senza infliggere bacchettate virtuali (fortunatamente) sulle mani.
Non ti saluto onde evitare ulteriori reprimende.
#2855
Ciao Viator. Lavoro simpatico ;D. Una quarantina di habitué insomma. La cosa preoccupante è che non esistono forum analoghi o almeno io non li conosco. Il fatto che pochi intervengano dipende da un lato lo scarso livello culturale e dall'altro il disinteresse o la paura di fare brutta figura. Forse anche dal fatto che qualcuno di noi sia un po' supponente ( 8) ). L'altro dato drammatico è la presenza di molti forumisti attempati. I giovani evidentemente usano altri strumenti per riflettere.
#2856
Pinkert ha scritto un testo di 780 pagine. È il direttore del centro di neuroscienze cognitive del Mit di Boston. Non parliamo quindi del sito Imola oggi o il Massaggero. 
Alcuni dati. In Italia nel 1300 vi erano (escluse le guerre), 80 omicidi ogni 100.000 abitanti all'anno. A Genova significherebbe 500 omicidi all'anno. Nel 2000 siamo scesi a 2. Dati simili si riscontrano nel resto dell'Europa occidentale. Si tratta, per i dati più antichi ovviamente di stime, che diventano sempre più accurate dal 1600 in poi.
Una classe sociale, gli aristocratici inglesi, ci permette di avere dati più oggettivi, trattandosi di un ceto di cui si è sempre registrata La dinamica, comprese le morti violente. In questo caso si è passati da 25 morti violente ogni 100 aristocratici nel 1400 a 5 nel 1800.
Ulteriore elemento da considerare è la sostanziale stabilità dei tassi da un secolo a questa parte poiché si è giunti ad un tasso fisiologico corrispondente a 1/2 omicidi ogni 100000 abitanti.
Pinkert fa molte analisi comparate ma il senso è che ci troviamo in EUROPA OCCIDENTALE nel luogo meno violento che la storia abbia conosciuto. Primato che condividiamo con pochi altri luoghi del mondo (Giappone, Australia e poco altro).
Questo processo di diminuzione della violenza privata è parallelo alla cessazione dell'uso della pena capitale, scomparsa da tutti i codici penali dell'Europa Occidentale.
Ci sono ovviamente fortissimi interessi politici economici e culturali che spingono per mistificare questa realtà di lungo periodo e come accade per tutte le cose umane possono davvero influenzare la realtà secondo quel meccanismo della psicologia sociale che si chiama "profezia che si autoavvera".
#2857
Per Ox. La constatazione del "declino della violenza è ben documentato storicamente da S. Pinkert in "il declino della violenza", appunto.
Sull'esempio da te riportato. È possibile che ci sia del vero, proprio a causa del sopra citato declino della violenza. La violenza è un comportamento che si autoalimenta. Laddove c'è più violenza sappiamo reagire con violenza, giusta o sbagliata che sia. Laddove la violenza è stata messa sotto controllo, abbiamo imparato a non usarla neppure laddove sarebbe giusto usarla.
In questi ambienti sarebbe più economico controllare la violenza distribuendo meglio risorse materiali e morali, e tenendo conto di molte altre variabili, visto che il mio pensiero non viene dal nulla ma da un processo culturale lungo millenni, inevitabilmente diverso da quello di chi proviene da Kiel o dal Saehl.
Il mio punto di vista è quello di evidenziare l'attuale forte disparità uomo-donna, ancor più forte nei paesi mediterranei come l'italia proprio per contribuire al mutamento di un modello ancora vivo e vegeto.
Un piccolo dato sperimentale: quante sono le donne che partecipano in modo continuativo a questo forum rispetto agli uomini? Non è già questo un segno della disparità iscritto nella storia?
Se invece si fa passare tutto questo con la diversità dei cervelli fra uomo e donna si crea una mistificazione ideologica su basi vere, ma vere proprio perché condizionate dalla storia culturale e dalla divisione del lavoro dell'umanità. Allo stesso modo a lungo si è teorizzato anche scientificamente che l'uomo nero non fosse adatto a studiare e a coprire posti di comando.
#2858
A me molti degli ultimi interventi risultano veramente deprimenti. Fra uomo e donna non dovrebbe esistere antagonismo, quindi se l'uomo usa la cinghia, il bimbo deve continuare ad amare la mano che l'ha battuto, per amore dell'armonia. Andare a piangere dalla mammina rischia di farlo diventare un frocietto.
Se una donna è più brava in matematica può sfruttare questa dote quando come casalinga andrà a fare la spesa. In questo modo inoltre si azzererebbe, secondo le menti da analfabeti funzionali che popolano l'italia, la disoccupazione, si farebbero più figli. L'uomo tornerebbe ad essere peloso e rude. Insomma la più completa incapacità a saper gestire i mutamenti del mondo moderno nell'ottica di una maggiore equità, come dimostrano del resto i nostri politici nei più svariati campi.
Quello che mi spaventa è che se qui ci sono questi discorsi che discorsi possono generarsi fra gli abitanti dei quartieri di periferia? Quanti anni o mesi mancano ancora all'avvento del neofascismo?
#2859
Ox. Mi piacerebbe che mi facessi degli esempi concreti. Condanni la violenza fisica ma condanni anche il rammollimento delle virtù maschie, che però non vanno confuse con incapacità sessuale ma "castrazione", ipotizzo di tipo culturale.
Come ho già scritto la dominazione dell'uomo sulla donna è durato fin troppi secoli ed è stato il modello " principe" di ogni forma di razzismo e segregazione. Si parla di una ipotetica castrazione dell'uomo perché non può più godere dei favori delle odalische e ci si dimentica delle castrazioni che per secoli hanno subito le donne. Certo era un sistema con le sue regole e in queste regole le donne avevano anche dei privilegi ma al prezzo di mantenere un ruolo defilato e subordinato.
Oltretutto spesso ( non sempre ma spesso) coloro che nostalgicamente sognano il ritorno di un mondo più identificato in senso maschile e femminile, sono gli stessi che ritengono il passato un'età dell'oro: quello stesso passato quando la violenza era all'ordine del giorno in tutto il mondo e quando gli uomini esercitavano un potere assoluto sulle donne. Forse questa diminuzione di violenza proprio nei paesi dove i diritti delle donne si sono affermati dovrebbe far riflettere.
#2860
A Ox. Condizionamenti, determinazioni? Io credo nel libero arbitrio, se ti interessa. E quindi ognuno è responsabile di ciò che fa. Ma non bisogna neppure essere ingenui e pensare al libero arbitrio come assoluto. Anzi è molto più relativo che assoluto. Ne abbiamo molte prove, scientifiche. Se questo tu li consideri scientismo fai solo dell'ideologia.
Sulla non punibilità non so esattamente a cosa ti riferisca. Ammesso che una persona sia incapace di intendere e volere non sfugge comunque a misure di controllo se considerata pericolosa socialmente ed anzi in questo caso non vi è neppure un fine pena certo ma una rivalutazione periodica della pericolosità, nei casi estremi, si ne die.
Lo scientismo positivista è stato superato in molti modi e l'epoca del positivismo, in questo campo, è stato il tempo di Lombroso, dal quale ci siamo notevolmente distaccati.
Se esiste la violenza però non si può fingere che derivi da una malvagità insita non si sa come nell'uomo. Altrimenti si cade nella metafisica religiosa che a proposito di processi grotteschi avrebbe molto da dire.
È proprio la scienza che invece si domanda laicamente da dove proviene la violenza e come fare per ridurla. Ovvio che questo potrebbe anche significare il mutamento dei rapporti di potere come ha, a lungo, asseverato e con molte ragioni, il pensiero marxista. La violenza e il dominio sono aspetti del potere dell'uomo sull'uomo che si trasferiscono in mille modi dal rapporto individuale al rapporto soggetto subordinato/istituzione.
#2861
Circoscrivo. "Il male solo come violenza gratuita o interessata verso gli altri." Il male come prepotenza. Evitiamo cosí di allargare il discorso ad altri tipi di male che ci porterebbero a relativizzare. Fare del male fisico o psicologico senza motivo o per motivi egoistici è un concetto di male piuttosto condivisibile ed oggettivo.
Dire che nasce dell'ignoranza mi sembra piuttosto riduttivo e tautologico. Ma allora dov'è la causa?
Direi che le cause sono molteplici e difficili da omogeneizzare. Il figlio della madre alcolista può subire la sindrome alcolica fetale con modifiche importanti del cervello, una ridotta capacità di autocontrollo, diminuiti strumenti cognitivi e motori. Un ottimo preludio alla possibilità di cacciarsi in guai seri. Il figlio del padre killer ha la probabilità di diventare anch'egli killer, con percentuali doppie o triple rispetto a un soggetto di controllo. In questo caso perché messaggi violenti vengono veicolati nel caldo delle relazioni parentali. Un bambino che subisce una violenza sessuale da bambino sarà motivato a ripetere la violenza sessuale verso altri da adulto. Non tanto per un sentimento distorto di vendetta (talvolta presente) ma soprattutto per avere la sensazione di poter controllare quell' evento traumatico originario ponendosi dalla parte dell'offensore.
Potrei continuare con gli esempi ma quello che forse unisce questi diversi esempi di male è la "concatenazione" del male da un tempo al tempo successivo e come questa concatenazione sia fissata attraverso eventi sociali, ambientali, familiari, di potere economico e politico, genetici. Tutti a loro volta interconnessi fra di loro.
Immaginate la società umana come un sistema idraulico di tubi interconnessi, dentro i quali scorrono le relazioni sociali. Un atto di violenza produce un surplus di pressione che prima o poi si scaricherà altrove magari con forza raddoppiata.
Allora questo tipo di male: la violenza, nasce da sé stessa, da altra violenza. E meno violenza riusciamo ad esercitare, non solo come persone, ma soprattutto come istituzioni, e più riusciremo a tenere sotto controllo questa violenza, che comunque risiede dentro di noi in quanto originariamente possibili prede e possibili predatori del mondo naturale, dal quale ci siamo distaccati da solo qualche migliaio di anni.
#2862
"Un despota imbecille può costringere gli schiavi con catene di ferro; ma un vero politico li lega assai più fortemente con la catena delle proprie idee; è al piano fisso della ragione che egli ne attacca il capo. Legame tanto più forte perché lo crediamo opera nostra. La disperazione e il tempo corrodono i legami di ferro e acciaio ma nulla vale contro l'unione abituale delle idee, non fanno che rinserrarsi sempre di più: sulle molli fibre del cervello è fondata la base incrollabile dei più saldi imperi".
Oggi mi sono imbattuto casualmente in questa frase scritta da Servan: discorso sull'amministrazione della giustizia criminale. Quello che mi ha colpito è stata la contiguità con alcune idee neuroscientifici che circolano oggi: ovvero che ci comportiamo in un certo modo perché lo apprendiamo dai nostro prossimo e che questo apprendimento resta iscritto geneticamente già a livello ontogenetico (Cioè nella vita del singolo individuo), senza dover aspettare i milioni di anni previsti dal modello evoluzionistico tradizionale.
Ma ciò che mi ha colpito è anche la data di pubblicazione di questi libricino, 1767.
#2863
Percorsi ed Esperienze / Immortalità a la Borges
17 Ottobre 2018, 22:02:04 PM
Il tempo è infinito. Lo spazio è infinito. Quindi un altro Jacopus inevitabilmente è già nato e morto nel passato e un altro Jacopus sta per nascere nel futuro. Ma non solo, in virtù di queste dimensioni infinite esisteranno o sono esistiti degli Jacopus quasi simili. Uno si è differenziato perché scelse un giorno di indossare i mocassini, invece degli stivali, un altro preferì grattarsi il naso invece di guardare fuori dall'oblo' protettivo. Ma non solo. Prima o poi nel tempo e nello spazio, questi diversi Jacopus, ognuno leggermente diverso dall'altro, si dovranno incontrare ed essendo il tempo infinito, sono destinati a reincontrarsi. E questo ovviamente va moltiplicato per tutte le forme viventi. Quindi, se questa teoria fosse vera, sono immortale e consistente con infinite copie di me stesso che hanno vissuto nel passato e che vivranno nel futuro e altrettante infinite copie di quasi-me-stesso.
Il prosecco è finito.
#2864
Tematiche Filosofiche / Re:Il solipsismo
17 Ottobre 2018, 21:00:46 PM
Non so se Donald volesse parlare di solipsismo. Ho dei dubbi in proposito. Sul solipsismo invece ho la certezza che si tratti di una favola o il tentativo di giustificare filosoficamente il cow-boy solitario dagli occhi di ghiaccio.
Già usare la parola mente richiama il nesso esistente fra la mia mente è quella degli altri esseri umani con cui mi relaziono. Ma anche se fossi in un'isola deserta, per pensare la realtà dovrei usare dei simboli, un alfabeto, una grammatica e una sintassi che sono la derivazione del lavoro di generazioni di menti. È quelle menti condizionano inevitabilmente la mia rappresentazione della realtà.
Per avere menti e cervelli solipsistici avremmo dovuto imboccare un diverso percorso evolutivo nel passato o aspettare che, filogeneticamente, ci siano delle mutazioni nel futuro. Al momento il solipsismo può essere solo un modo per ottenere interesse da qualche ammiratrice, nel solco del "bello e impossibile" o in alternativa un modo per illustrare forme patologiche di sviluppo come quelle comprese nello spettro autistico.
#2865
La risposta empatica con i propri affini e per sé e un dato di fatto ineludibile ma limitare le capacità etiche a questo "stagno morale" non è realistico. La definirei una versione provinciale che aggrega Banfield (familismo amorale) e Olson (Free rider).
Come ho già scritto, a causa della plasticità del ns cervello, credere in ciò, non fa altro che rendere reale ciò in cui credo, in questo caso in una morale limitata a me e ai miei cari.
Ma questa visione è contraddetta da mille esempi della storia a cui tu puoi replicare con altri mille favorevoli alla tua tesi.
La storia non va verso il progresso o almeno non ci va in modo così lineare come credevano 150-200 anni fa, prima che Dostoevskij e Nietzsche non guastassero la festa.
Ma esistono dei dati inconfutabili, il primo dei quali è la nascita di una religione universalistica (Katholikos). Ed altri che si prolungano nei secoli.
Ti sembrerebbe possibile applicare, oggi, la seguente pena  a carico dell'autore di un tentato omicidio (di Re) "che il condannato sia pinzato con tenaglie ed ivi ferito, sulle ferite sarà versato piombo fuso. Sarà amputato della mano destra ed anche ivi versato piombo fuso. Quattro coppie di cavalli lo tireranno dagli arti finché questi non verranno amputati. Infine sarà gettato nel fuoco".  Accadde 250 anni fa a Parigi.
Altro esempio. Per quanto io non condivida il marxismo, non credi che in esso vi sia una visione morale, perlomeno nelle intenzioni, che è un'ulteriore percorso verso un'etica morale più elevata e grande del piccolo branco?