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Messaggi - niko

#2881
ciao sapa, hai scritto:


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Ciao niko, a me sembra ormai sempre più chiaro che non si sa come uscirne. E, nello smarrimento che ormai mi sta sovrastando, arrivo anche a pensare che promulgare e prolungare, come si sta facendo, lo stato di emergenza serva a capire  come affrontare il dopo, ammesso che si arrivi a un dopo. Chi governa sa benissimo che l'eventuale fine della pandemia farà saltare per aria la società, ragion per cui spaventare e disorientare la popolazione permette di prendere tempo. Noi alle prese con i distanziamenti e i divieti, loro a studiare come impedire o attenuare la deflagrazione.


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Come mai secondo te il dopo pandemia sarà peggio della pandemia?

Esplosione sociale in che senso? Che tutti i disoccupati e gli impoveriti non si saprà più come riassorbirli, come gestirli, come i reduci di guerra che tipicamente sono socialmente ingestibili e difficili da recuperare, dato che si usa sempre, e spesso a sproposito, una retorica di guerra?

Oppure tasse e costo della vita alle stelle, crollo del valore dei beni che di solito costituiscono il risparmio dei ceti medi, tipo bot, obbligazioni a basso rischio, immobiliare?

Che le piccole imprese non riapriranno, non ostante i ristori non saranno messe in condizione di riaprire?

E quindi secondo te è per questo che esagerano e strumentalizzano l'emergenza, per non arrivarci nemmeno al "dopo"?
#2882
Citazione di: Eutidemo il 01 Aprile 2021, 14:09:35 PM
Ciao Niko :)
Quello che dici riguardo al poker è sicuramente vero, ma non ha assolutamente "niente" a che vedere con il nostro tema; ed infatti non c'è niente di più agli antipodi del gioco del poker e del gioco della roulette (e della "probabilità" in generale).
***
Ed infatti:
- nel primo gioco, rispetto al calcolo delle probabilità, che conta poco o niente, hanno prevalente rilevanza altri fattori, (soprattutto il "bluff", sul quale io ho sempre fatto precipuo affidamento), per cui neanche il più sprovveduto dilettante cercherebbe di vincere aspettando il tris o la coppia d'assi "ritardataria";
- nel secondo gioco, invece, il calcolo delle probabilità è tutto, perchè non stai giocando contro altri tre esseri umani, bensì contro il Dio Caso, contro il quale non puoi mai cercare di "bluffare"
***
Per cui, a parte il fatto che fare confronti del genere è come mescolare le pere con le mele, a me sembra che il gioco del poker esuli completamente dal tema del "calcolo delle probabilità".
***
Un saluto :)
***


e invece il poker si basa anche sul calcolo delle probabilità, come fai a capire il valore atteso di una giocata (EV) se non calcoli le tue probabilità di vittoria e le confronti con il valore del piatto? E' tutto basato su quanto vincerai mediamente, ma nessun giocatore anche solo minimamente competente assume delle probabilità "volatili" che cambiano in base al ritardo di un certo risultato atteso, tutti ragionano secondo le probabilità fisse ricavate dalla teoria (che almeno per le situazioni più frequenti è imperativo conoscere a memoria), che restano le stesse identiche sia se hai appena fatto colore cinque volte di seguito sia se sono cento ore di gioco che imprechi mentalmente tutti i santi e non lo fai, e se viceversa ci fosse probabilità di guadagnare qualcosa, anche solo pochi centesimi, considerando combinazioni ritardatarie, puoi stare certo che ci sarebbe al mondo chi lo farebbe...
#2883
Una domanda rivolta un po' a tutti voi che partecipate a questa discussione, ma voi non pensate che viste le altissime percentuali di popolazione che i paesi europei si sono posti come obbiettivo da vaccinare, ad esempio l'Italia ottanta per cento, altri paesi anche di più, prima o poi si creerà un problema di impossibilità di proseguire la campagna vaccinale indipendentemente dalla disponibilità delle dosi, perché come già ora tra i medici alcuni hanno detto decisamente di no al vaccino, così tra la popolazione enorme di tutti gli italiani, qualcuno per sue convinzioni personali inevitabilmente dirà di no, e queste persone andranno a costituire un bacino di persone che non si possono comunque in nessun caso vaccinare, anche ammesso che il problema delle dosi sia "perfettamente" risolto e ci siano dosi per tutti!


Quindi, dato che io considero l'emergenza costituzionale e democratica che stiamo vivendo in questi mesi molto più grave di quella "sanitaria", anzi di qualunque crisi sanitaria in generale, La mia preoccupazione è:


siccome, almeno a chiacchiere, ci hanno promesso il ritorno alla normalità (quindi a un grado minimo di sanità psichica per la popolazione, che è molto più importante di quella fisica) solo quando almeno l'ottanta per cento della nostra popolazione sarà vaccinata, non è che poi, siccome la possibilità di vaccinare si esaurisce anche a prescindere dalla disponibilità delle dosi a causa di una certa soglia numerica di persone che rifiutano il vaccino una volta raggiunto anche ben meno dell'ottanta, tipo, che ne so, il sessanta o settanta, percento, questa ridiventa l'ennesima scusa per prolungare l'emergenza all'infinito? Un altro discorso dell'orrore del tipo: Vi segreghiamo per punizione perché troppi di voi hanno rifiutato di vaccinarsi?
#2884
Eutidemo, ti propongo un argomento empirico per dimostrarti che il caso non ha memoria in nessun senso che secondo me è incontrovertibile, come tu sai ci sono i giocatori di poker professionisti, quelli che riescono a vincere perché più abili degli avversari e arrivano sempre in finale nei tornei, o riescono a giocare cash e guadagnare nonostante la rake per quanto sono più abili degli avversari, ora il mio argomento è:


figurati se esistesse davvero un aumento di probabilità per combinazioni di poker ritardatarie, tipo: siccome è tanto tempo (oltre ogni aspettativa statistica) che pur provandoci non chiudo scala, o colore, o doppia coppia allora adesso, a questo giro in cui ho di nuovo quattro carte in scala, o in colore, ho più probabile del solito chiuderla, se questo fosse vero dico, se gente come i campioni mondiali o nazionali di poker non ci baserebbe la propria strategia o le proprie scelte in torneo.
Con milioni o centinaia di euro in gioco.


Se questi campioni non lo fanno, e assumono stoicamente ogni volta che scala o colore o qualsiasi altro punto abbia la stessa identica probabilità di uscire di sempre, e prendono le loro spesso geniali decisioni considerando tante altre variabili sensate in gioco tipo le odds, dimensioni degli stack, il bluff, la posizione eccetera, e questo li rende campioni, non aspettare il tris o la coppia d'assi "ritardataria", non pensi dico, che se questi che giocano per milioni non fanno un ragionamento del tipo: "al tavolo finale delle wold series giocando tra i migliori del mondo sono andato a cercarmi la quinta carta per il colore anche senza valore atteso positivo solo perché era tanto tempo che non lo chiudevo (come ragionano quelli che giocano a poker una volta ogni tanto a natale), non solo perderebbero malamente e regalerebbero soldi agli altri, ma si coprirebbero, magari in diretta tv, di ridicolo perché certi errori non li fa nemmeno un principiante intermedio?
#2885
Citazione di: Socrate78 il 31 Marzo 2021, 16:58:53 PM
Quindi per te Niko il solo fatto di manifestare i problemi, la sofferenza e il disagio sarebbero comunque un'espressione di egoismo? Io non lo chiamerei egoismo, ma semplicemente una volontà di manifestare ciò che si prova, si vive e si sente.




Venivano fatti degli esempi estremi, del tipo un mondo abitato da persone completamente altruiste; allora la mia argomentazione era che una persona completamente altruista, quindi un tipo umano ideale con alcuni tratti estremizzati in questo senso, non eserciterebbe nessuna azione di persuasione o di comando per farsi risolvere i problemi o alleviare la sofferenza da un'altra (o più altre) persona/e altruista/e, il suo problema e la sua ricerca di felicità felicità sarebbe risolvere i problemi e lenire le sofferenze degli altri sacrificando se stesso, se tutti fossero così, il mondo strutturalmente, o meglio, dinamicamente, non potrebbe esistere, perché tutti vorrebbero come scopo nella vita amare e servire, ma nessuno sarebbe psicologicamente ed esistenzialmente  in condizione di farsi amare e servire.



#2886
Io penso che se tutti diventassimo altruisti, sarebbe la stasi del mondo, perché al culmine della disponibilità a servire non ci sarebbe chi servire, nessun egoista a manifestare i problemi i desideri e la sofferenza a cui gli altruisti dovrebbero porre rimedio, quindi gli altruisti sarebbero come un immenso esercito in attesa dell'ordine di un generale silenzioso, che non darà mai nessun ordine.


Se tutti diventassimo egoisti, hobbesianamente le forze di azione umana nella possibilità di plasmare il mondo si contrasterebbero perfettamente tra di loro e di nuovo non ci sarebbe nessuna azione, nessun movimento, sarebbe una mischia così furibonda da essere composta da individui e forme di fatto indistinguibili, e quindi di una stasi.


Direi che la compresenza di egoisti e altruisti, o di gradi di egoismo e di altruismo nello stesso individuo, è quindi necessaria alla dinamica e alla distinguibilità dell'azione e dell'essenza umana.


Il porgere l'altra guancia ha a che fare con l'amore (intendo più che con il perdono), insomma con l'amare i malvagi anche se sono malvagi, il che non è ovviamente facile, perché se preso sul serio, come precetto e corso d'azione, vuol dire offrire alla loro malvagità, alla malvagità dei malvagi intendo, una vittima volontaria: la belva umana non è acquietata, ma anzi rinfocolata, dalla serie infinita delle suo vittime involontarie, che la fuggono o la contrastano, ma il maestro spirituale che si sacrifica, che si offre al martirio, lo fa nella convinzione "folle" che con una vittima volontaria la cosa possa essere diversa, e la belva possa esistenzialmente e psicologicamente calmarsi, quello che pensa chi porge l'altra guancia rispetto allo schiaffeggiatore è un "io ti do quello che vuoi anche se quello che vuoi è male, perché l'amore viene prima del giudizio" quindi non si vuole vedere nel malvagio a cui si porge l'altra guancia un sadico "sadiano", quindi un essere che intrinsecamente disdegnerebbe per noia la vittima volontaria e se ne andrebbe a cercare di involontarie, in questo senso irredimibile, ma un soggetto desiderante che tenta di obbedire ad una legge del desiderio in senso lacaniano, e quindi può non solo essere indifferente alla componente di volontarietà o involontarietà delle sue vittime, ma, nel migliore dei casi, pre-ferire la vittima volontaria, scoprendo così che alla base della sua furia "malvagia" che lo portava a schiaffeggiare vi era null'altro che il desiderio del desiderio, il desiderio, prescindente da ogni oggetto, che l'altro desideri il proprio stesso desiderio, e dunque l'amore.
Condividere lo stesso oggetto del desiderio è inimicizia e guerra, condividere lo stesso desiderio è amore e pace.

Il perdono invece ha a che fare con il recupero della disponibilità del passato alla volontà creatrice, se il passato non ferisce, o comunque non ferisce in modo così grave da essere incompatibile con il progetto per il futuro e la voglia di vivere, lo si può volere come passato, anche solo come pegno e prezzo da pagare per qualcosa che si pensa valere più di esso.
Viceversa, se non si vuole il passato, non si vuole quella cosa che, per definizione, a valanga, sommerge ogni lasso di tempo finito, il tempo è fatto in modo tale che ogni segmento di tempo finito si "passatifica", quindi non volere il passato è la fine, il destino di fallimento, di ogni volontà creatrice cosciente che voglia esercitarsi in un tempo finito, come ad esempio quella animale, quella umana, ogni volontà che non sia quella di Dio ammesso che esista.


Tale necessità di perdono vale però solo per la piena coscienza, perché un'entità istintuale, pulsionale, magmatica, cieca, direi che potrebbe agire anche senza perdonare sul passato semplicemente "prendendolo per la coda" dal futuro stante una struttura circolare del tempo, quindi è specificamente nella coscienza che la disponibilità del passato alla volontà si ricollega con la necessità del perdono perché è nella coscienza che il passato si costituisce falsamente e illusoriamente come immodificabile: entità e volontà puramente re-attive sono al di fuori di questa illusione.
#2887
Citazione di: Eutidemo il 29 Marzo 2021, 14:59:17 PM
Ciao Niko. :)
Hai ragione, ma, purtroppo, meglio di così la tabella non viene; il problema, secondo me, è nell'"upload", perchè io ho dato il massimo di definizione all'immagine e la vedo benissimo prima di caricarla online.
Adesso riprovo riducendo il numero di puntate a 9 (6 + 3), ma non ho idea del risultato.
https://cdn-thumbs.imagevenue.com/ed/e3/69/ME1367NJ_t.jpg
***
Come giustamente scrivi tu "il caso non ha memoria", per cui ogni giocata è come se fosse nuova; il motivo per cui giocando al raddoppio (poco e per poco tempo) "in genere" si vince qualche soldino, è perchè la legge delle probabilità, nel caso di opzioni binarie, tende al cosiddetto "livellamento" delle frequenze verso il 50%.
***
Cioè, ad esempio, salvo che tu non usi una moneta truccata, lanciandola in aria, la probabilità che esca testa (o croce), la prima volta, è del 50% secco.
Giusto?
Quindi più tu lanci in aria quella moneta, più la "media" di tutte le "uscite" deve necessariamente avvicinarsi sempre di più al 50%;  penalizzando, quindi, la faccia che è "uscita" più spesso, a favore di quella che è uscita di meno (se uscisse "troppo" spesso una faccia, infatti, non ti insospettiresti?).
E la stessa cosa accade per la "roulette".
***
Quindi:
- se esce rosso una prima volta, quella successiva (in teoria) la probabilità che esca ancora rosso si riduce al 25%;
- se esce ancora rosso, la probabilità che esca rosso una terza volta si riduce ulteriormente al 12,5%;
- se esce ancora rosso, la probabilità che esca rosso una quarta volta si riduce ulteriormente al 6,25%;
e così via.
Ma, ovviamente, non è affatto una legge, perchè può continuare ad uscire ancora il rosso!
***
Però, più si allunga la sequenza di rossi, più aumenta la probabilità che, alla fine, esca il nero; ed è per questo che, almeno secondo me, conviene aspettare almeno cinque o sei uscite consecutive di un colore, per cominciare a puntare al raddoppio sull'altro.
Ovviamente, puoi aspettarne di meno e rischiare di più, oppure aspettarne di più e rischiare di meno; dipende dalle scelte personali.
Aspettare una sequenza troppo lunga potrebbe diventare noioso (anche se c'è un metodo per aggirare il problema)
***
Però attenzione!
Ed infatti, ponendo che tu cominci  il gioco al raddoppio dopo 6 fino a 9, tieni presente che, prima o poi, diventa sempre più statisticamente probabile che ti capiti una sequenza continuativa di 9 uscite dello stesso colore; ed infatti sarebbe "impossibile" che non capitasse mai una sequenza continuativa di 9 uscite, ed "improbabile" se tardasse troppo oltre la sua frequenza statistica (mi pari che capiti una volta su 512)!
Fermo restando che puoi restare fregato anche al tuo primo tentativo; ma è raro.
***
In ogni caso, per curiosità, puoi fare tu stesso la prova gratis su una demo di roulette; ma ti sconsiglio vivamente di giocarci soldi veri!
***
Un saluto! :)
***
P.S.

Dimenticavo di precisare che il difetto maggiore del "montante semplice", è che ogni volta rischi l'intero capitale investito, solo per guadagnare qualche spicciolo.


E' interessante questa teoria, ma io penso che non funzioni perché quando giochi alla roulette o comunque a un qualsiasi gioco che coinvolge altri giocatori e inizia nel tempo da molto prima che tu come singola persona inizi a giocare, e finisce molto dopo che tu finisci di giocare, non stati giocando su un campione piccolo di risultati che tu osservi, ma su un campione molto più vasto di risultati che non osservi, quindi la sequenza di nove rossi di seguito che ti frega e ti fa perdere tutto potrebbe essere pienamente compatibile con un livellamento verso il cinquanta percento delle probabilità, basta solo che ci sia una prevalenza media netta di neri tra le uscite, che per osservarla dovresti guardare e tenere a mente, per dire, gli ultimi cento risultati dello storico, ne guardi molti di meno, che ne so, solo gli ultimi venti, e ti sembra tutto normale, e resti fregato in modo matematicamente ineccepibile, poi non so...
#2888
Citazione di: Eutidemo il 29 Marzo 2021, 04:57:57 AM
Ciao Ipazia e Niko. :)
Ritengo inutile tentare spiegare nuovamente ciò che ritengo di aver già spiegato più che a sufficienza ("lippis et tonsoribus");  ed infatti, chi è irrazionalmente prevenuto a livello ideologico (in senso lato)è inesorabilmente impermeabile a qualsiasi ragionamento logico. ::)
Come diceva Shakespeare: "Time wasted trying to polish the ice!"
Buona fortuna! :)


Guarda che io sui vaccini ho le mie convinzioni a livello ideologico, invece sul fatto di giocare al raddoppio tre volte dopo aver aspettato un ritardo di sei volte come se fosse un modo quasi sicuro per vincere, ti ho chiesto di spiegarti meglio perché quello che sostieni è molto strano, a me interessano i sistemi che migliorano le probabilità, ma mi pare che il tuo per come lo hai spiegato non funzioni, e hai allegato una tabella sbiadita, che così com'è non si legge perché è piccola, se uno va a zoomare, non si legge perché è sfuocata, quindi non sono prevenuto a livello ideologico, se mi spieghi perché secondo te giocare la raddoppio tre volte dopo aver atteso aumenta le probabilità mi fai un favore...




X antony, anche tu mi sa che sbagli, i limiti di puntata al casinò ci sono perché sennò alcuni sistemi funzionerebbero eccome...
#2889
Citazione di: viator il 28 Marzo 2021, 18:19:46 PM
Salve. Magari ci provo. Se qualcuno di voi avesse tempo da perdere, potrà esaminare quanto qui allego (se ci riesco) sotto forma di "Foglio di Lavoro" Excel/ODS.Si tratta di un esercizio che feci circa 25 anni fa e che vorrebbe simulare (attraverso l'"estrazione" di numeri pseudocasuali) un certo numero prefissabile di puntate binarie (pari o dispari, tenendo ovviamente conto del fatto che il Banco è avvantaggiato dallo "zero") che cerchino di realizzare la costituzione di un certo gruzzolo dando un preciso limite alle perdite sopportabili (sulla base del principio "dopo ogni perdita ripunta quanto perduto più un qualcosa di extra" senza rischiare la rovina definitiva. Tenete presente che non sono MAI stato davanti ad un tavolo da gioco e sono filosoficamente del tutto contrario al gioco d'azzardo (mi fanno pena le code davanti alle tabaccherie al disperato inseguimento del "Gratta e Perdi").

Naturalmente matematica e statistica remerebbero contro ma soprattutto, a parte il vantaggio aritmetico del Banco, credo che al Casinò risulti vietato l'uso di strumenti di calcolo e di memorizzazione delle uscite del gioco.
In modo ultrasintetico le istruzioni per la produzione di una qualsiasi "serie di estrazioni" sono indicate in tabella, così come i diversi passaggi logici utilizzati dal mio semplice algoritmo.
Giocando, quasi sempre - alla fine del "giro" così impostato - il gruzzolo si formava ! Buon divertimento (la fortuna è un'altra cosa) a qualcuno di voi. Allego:
.


Naturalmente penso di non essere riuscito. D'altra parte l'informatica è una scienza in cui chi SA deve essere velocissimo nel FARE ma non ha tempo per INSEGNARE. Pazienza e saluti.



L'allegato non funziona...


comunque sì, in linea puramente teorica si può battere il banco avendo la pazienza e la discrezione di memorizzare quantità enormi di dati per la stessa ruota, organizzarli come un vero e proprio data base, esaminarli con perizia matematica, trovare dei difetti nella supposta equiprobabilità di tutti gli output della ruota e su quelli arricchirsi, se pensate che in pratica sia una cosa facile, o fattibile, o non pericolosa per la pelle, beh non credo proprio...
#2890
Citazione di: Ipazia il 28 Marzo 2021, 16:40:16 PM
Dovrei forse pesare le parole di fronte a chi sta facendo una sperimentazione di massa con un vaccino verificato malamente e pompato a tal punto da produrre in soggetti fragili, peraltro che non sanno di esserlo e che non lo sa neppure il loro medico, i medesimi effetti letali della malattia ? Prima di sparare a zero su questa mengelata mi sono pure documentata.




Che poi, è assolutamente evidente come da un punto di vista etico tra rischiare una scarsa efficacia del vaccino come prodotto finale da una parte, e rischiare effetti collaterali, che fanno venire febbre o problemi ancora più gravi a chi lo prende dall'altra, per un vaccino che dovrà essere obbligatorio e di massa, la scelta più razionale e più umana, visto che il vaccino di per sé come ogni prodotto umano non può essere perfetto, è sbilanciarsi sul lato della scarsa efficacia e rischiare qualche immunizzazione mancata; sbilanciarsi sugli effetti collaterali perseguendo la massima efficacia di immunizzazione possibile per come può risultare il freddo dato tecnico, per una cosa che bene o male la prenderanno tutti, miliardi di persone, e che dovrebbe puntare ad essere per lo più un placebo contro un'ossessione igienista e uno stato di malattia mentale, e non solo fisica, che si è instaurato globalmente a seguito della propaganda da regime terapeutico, è assolutamente da nazisti...


sostanzialmente i placebo vanno fatti con lo zucchero o qualcosa di altrettanto blando, non con cose che fanno venire "un po' di febbre" che un ottantenne con "un po' di febbre" ci schiatta... o il discorso vale solo per la pericolosità del virus, nell'attaccare le persone più fragili?
#2891
Eutidemo ha scritto:

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Quanto alla "pratica", un tempo alla "roulette" ci ho giocato parecchio; quindi lo so benissimo che, che per cominciare a giocare al raddoppio sulle "opzioni binarie" (rouge/noir, pair/impair, passe/manque), non serve affatto aspettare che sia uscito sei volte di seguito un colore, ovvero un'altra cosa. Si può cominciare senz'altro da subito!***Però, se aspetti che sia uscito cinque o sei volte di seguito un colore (ovvero qualsiasi altra opzione binaria), giocando al raddoppio contro tale colore, aumenti le "probabilità" di vincere entro i seguenti tre giri della pallina (vedi tabella); il che non toglie che puoi restare fregato subito, perchè il colore contro il quale hai giocato <<può>> benissimo uscire nove volte di seguito...o anche mille, se preferisce!"Fisicamente", infatti, non glielo impedisce nessuno;  sebbene, in casi estremi, a rischiare "fisicamente" sarebbe il "croupier"!

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mi, anzi, ci, che spero una cosa così singolare interessi anche ad altri, spiegheresti la matematica che sta alla base di tale strana affermazione, e soprattutto perché bisogna fare proprio tre giri di pallina da quando hai attaccato a giocar contro il colore in ritardo e non quattro o due, che ad occhio e croce mi sembra proprio la scaramanzia della scaramanzia, cioè una cosa che più senza senso da un punto di vista matematico o scientifico non si può?

Io direi invece che la probabilità che un ritardo di sei giri diventi un ritardo di nove, è la stessa identica che avrei di perdere giocando tre volte di seguito un colore qualsiasi...

#2892
Citazione di: Eutidemo il 28 Marzo 2021, 05:51:55 AM
Ciao Niko. :)
Hai ragione!
In effetti anche io ero in dubbio se inserire questo "thread" in "filosofia"; ed infatti, forse, come dici tu, sarebbe stato meglio inserirlo in "cultura e società" o in "attualità".
Ma ormai è fatta!
::)
***
Per quanto invece riguarda la roulette:
a)
Solo un pazzo giocherebbe al raddoppio sul rosso dopo che il rosso è uscito sei volte di seguito; semmai, dopo che il rosso è uscito sei volte di seguito, si comincia a giocare al raddoppio sul nero (se continua ad uscire il rosso).
b)
In ogni caso, dopo che il rosso è uscito sei volte di seguito, si comincia a giocare al raddoppio sul nero al massimo per due o tre volte, non certo per sei, in quanto si finirebbe per "splafonare" il limite massimo di giocata fissato dai Casinò;  se non ci fosse tale limite, infatti, è ovvio che giocando indefinitamente al raddoppio, alla fine si vincerebbe "per forza" (sebbene una somma ridicola, e dopo aver impiegato un capitale sproporzionato).
***
Giocando al raddoppio al massimo per tre volte (detto "mini martingale"), e ripetendo tale metodo per pochissime volte di seguito, la probabilità di vincere è elevatissima; però si vincono somme ridicole, e non si può continuare a lungo a farlo, altrimenti, visto il limite di giocata, si rischia di perdere l'intero capitale investito.
Non a caso viene chiamato il "sistema del pidocchio", è serve solo per poter raccontare agli amici: "Sono stato al Casinò e ho vinto!!!".
***
Poi ci sono sistemi più "performanti", come quello del "montante tronco" di Garcia; ma non è certo questo il luogo per illustrarli.
***
Il sistema migliore di tutti, però, resta indubbiamente quello scoperto dal grande matematico Einstein, il quale lo rivelò al mondo prima di morire: "L'unico modo per battere la roulette consiste nel rubare le 'fiches' mentre il croupier non guarda!" (la citazione è autentica)
***
In ogni caso, parlando seriamente, considerata la "tassa dello zero", salvo che non ci si accontenti di qualche piccola vincita e poi si smetta subito, l'unico modo per vincere "veramente" alla Roulette, è quello di "non giocare"!
;)
***
Un saluto! :)
***


ho sbagliato a scrivere, ma ti assicuro, e se conosci la roulette dovresti saperlo, che per cominciare a giocare al raddoppio su qualcosa, qualsiasi cosa, NON serve aspettare che sia uscita sei volte di seguito la cosa opposta, tipo rosso con nero, il punto della serie in cui cominci è uguale, perché il caso non ha memoria, quindi, non è che se hai l'informazione che adesso è uscito rosso sei volte di seguito ci sono più probabilità del solito che al prossimo giro esca nero, ci sono le stesse identiche probabilità di sempre, e il problema è che esse non sono esattamente cinquanta per cento, ma un po' meno a tuo svantaggio, quindi alla lunga finirai rovinato, appunto la tassa dello zero.


Ciò implica, tra parentesi, che sarebbe bizzarro per le scaramanzie e i modi di pensare del giocatore di roulette tipico iniziare a giocare al raddoppio proprio sul rosso dopo che il rosso è uscito sei volte di seguito, ma è una giocata come tutte le altre, non cambia niente.
#2893
Trovo abbastanza fuori luogo questo discorso in filosofia, meglio sarebbe stato società o attualità, e comunque alla roulette, se prima di cominciare a giocare al raddoppio sui rosso attendi che esca il rosso sei volte di seguito stai solo perdendo tempo, perché una volta che è già uscito sei volte, le probabilità che esca altre sei volte sono identiche a quelle che si avrebbero partendo da un punto a caso, l'unico vantaggio è che in un gioco in cui il banco alla lunga vince sempre, perdendo tempo stai risparmiando soldi.
#2894
Tematiche Filosofiche / Il mondo privo dell'uomo
25 Marzo 2021, 14:40:35 PM
"Chi può affermare di aver mai visto la specie umana?"

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Per me, Chiunque abbia puntato un adeguato microscopio su una cellula umana diploide e abbia contato i cromosomi.

Poi la specie, e la vita in generale, esiste come confine alle possibilità di ricerca di senso, realizzazione e autodefinizione dell'individuo: possiamo fare tantissime cose, progetti, monumenti, vocabolari, e definire il nostro orizzonte di senso in mille modi, ma la tendenza complessivamente considerata agente in ogni individuo fare prole, difenderla finché non sia autonoma e a quel punto o una volta mancata l'occasione levarsi dalle scatole morendo, sarà sempre più forte delle nostre autodefinizioni, nominazioni e orizzonti di senso.

Anche l'individuo è convezione ed è tanti, ma proprio questo essere "tanti" dell'individuo vuol dire essere vita ed essere specie, quindi il volersi riprodurre e il tendere a morire prevarranno appunto sulle istanze proprie dell'io e dell'individualismo spicciolo. Questo è anche il motivo per cui non si può definire una base pro-vita dell'etica, per cui in generale bene è vita e male e morte, la morte dell'individuo è vita per la specie e per la bio-massa della vita in generale, un certo grado di "morte" nella massa deve darsi perché possa essere l'individuo, quindi il mors tua vita mea non è solo nella lotta tra compresenti i un dato momento, ma nello scarto differenziale tra interessi del gruppo e dell'individuo.
#2895
Tematiche Filosofiche / Il mondo privo dell'uomo
25 Marzo 2021, 12:49:28 PM
Iano,


le specie non sono convenzioni perché comportano somiglianze fenotipiche, compatibilità sessuale con possibilità di prole fertile e soprattutto sono per lo più indentificate da un numero di cromosomi per cellula fisso, per confermare che tu non sia uno scimpanzé, basta contare i cromosomi, se questo è una convenzione, allora tutto è una convenzione.


A parte questo, proprio perché la vita è auto-superamento, la coscienza non appartiene alla specie, la manteniamo anche aggiustandoci continuamente nella nostra funzione organico-dinamica, questo qualcosa dovrà pur significare.


Ipazia,


io non voglio fare ipotesi, voglio mostrare come è fatta ed è stata fatta nel tempo la cultura, è per questo che il discorso si complica e più provo a usare parole facili più mi dicono che parlo complicato, oggi la rete di quello che è cultura, proprio come nodi di cui è composta, comprende uomini attualmente viventi, macchine costruite da altri uomini, liberi e testi scritti da altri uomini chissà quanto tempo fa, quindi l'identificazione cultura-specie attuale, nel senso di attualmente vivente, o tanto meno compresente, si smonta da sé.


Facendo uno sforzo di astrazione e di immaginazione un po' più complesso, non solo la comunità di quello che è cultura è aperta agli umani non presenti, ma anche alle macchine, animali e oggetti: se butto delle lettere di plastica a terra, ciò può formare, se ho fortuna, magari in un caso su diecimila, una parola, se qualcuno passa di lì tempo dopo, non vede più me e vede quella parola avulsa dal contesto, non può sapere se deriva dall'intenzionalità umana o no (in questo caso no), e in effetti la natura è natura ma è anche oblio dell'artificio e dell'artificiale, se io sono sempre cresciuto in matrix come nel famoso film, per me quello è natura; e cos'è una scimmia che impara a parlare con una tastiera riproducente suoni se non un parlante non umano in grado di interfacciarsi con i parlanti umani? I nostri antenati sono stati per secoli convinti di parlare con angeli, demoni e con Dio, non importa che non esistevano, per loro sì, la loro rappresentazione di comunità dei parlanti non coincideva con la specie, e le profezie e le convinzioni profonde si auto-avverano, nel senso che pur essendo false portano a costruire un mondo "come se" fossero vere.


Un po' di post fa mi veniva in mente Deridà appunto perché la scrittura non è solo riproduzione della parola parlata, non è riducibile a un linguaggio per indicare la parola, anche se certo è anche quello, il fatto di essere scrittura della scrittura la riconsegna all'animalità e all'oggettualità, scrittura uguale traccia, e torniamo all'esempio delle lettere buttate a terra a caso, potrebbe essere stato un gatto, o potrebbe essere successo così per caso: il mondo che mi offre quella parola di lettere di plastica rispetto a me come soggetto può simulare, nessuno può in effetti può aver tentato di inviare un messaggio, e io potrei star ricevendo il messaggio di nessuno, ma non può dissimulare, nel senso che il nesso lettere-parola è chiaro e stabile, il modo in cui tale parola sorge è indecifrabile se non per congettura: mentre con l'oralità è necessario l'incontro dei parlanti nel tempo, con la scrittura si ha una comunicazione epigrafica e spaziale, che proprio perché non prescinde dalla posizione nello spazio, prescinde dall'incontro con i parlanti nel tempo; e se si prescinde dall'incontro tra i parlanti nel tempo, la vita può continuare nella sua dinamicità ed evoluzione, e la scrittura restare, disconfermando appunto il nesso tra facoltà di comunicare e specie.