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Messaggi - Jacopus

#2881
A questo punto mi piacerebbe conoscere a quali opere fai riferimento. Io posso al momento citarti tre libri fondamentali per quanto scritto da me: a. Raine, anatomia della violenza, S. Pinkert, il declino della violenza, Baron-Cohen, la scienza del male.
Davvero mi piacerebbe conoscere i tuoi riferimenti perché di questa materia mi occupo in modo specifico.
Per quello che può valere rispetto ai tuoi solidi pregiudizi solo il primo è uno psicologo. Gli altri dei medici, anche se traviati perché hanno scelto la specializzazione in psichiatria.
#2882
Sgiombo, la tua sfuriata è quanto di più antiscientifico e pieno di pregiudizi che abbia recentemente sentito sull'argomento e mi conferma la mia personale idea che alcuni marxisti sono rigidi e autoritari come i fascisti ( Arendt parlava di totalitarismo).
Il buonismo non c'entra una emerita fava. Piuttosto c'entrano gli studi neuroscientifici, biologici, genetici e biosociopsicologici degli ultimi 20 anni, che su richiesta ti posso inoltrare come bibliografia essenziale. Se sei rimasto al "legno storto dell'umanità" di kantiana memoria è un problema tuo. Nel frattempo la ricerca scientifica e nuove discipline scientifiche come la neuro-etica stanno aprendo nuovi orizzonti.
Non fai altro che confermare quello che dicevo prima. Guardare la nostra parte oscura, il nostro lato malvagio è piuttosto doloroso. Meglio scindere il mondo in buoni/cattivi, fascisti/comunisti, buonisti/cattivisti. Anche qui la psicoanalisi avrebbe da spiegare visto che sono classici meccanismi di difesa (scissione, negazione, proiezione).
Che poi certe persone debbano essere punite potrebbe essere già questo un trattamento terapeutico. Le punizioni serviranno sempre. Ciò che cambia è lo scenario ideologico-mentale che sta attorno alla punizione e all'etica del comportamento umano. Se si resta fermi all'idea del "criminale malvagio" direi che sprofondiamo di nuovo nel medioevo. Una posizione inacettabile comunque da chi si professa marxista 
Tra l'altro le tue idee spesso proclamate a proposito di un rigido determinismo fanno a pugni con questo assoluto bisogno di punire. Se uno è determinato al 100 % da biologia, genetica, ambiente, è cornuto e mazziato dal tuo punto di vista. Mentre da un altro avrebbe la giustificazione del suo comportamento gia' bella pronta.
Ti consiglio come lettura propedeutica"pena e struttura sociale di rushe-kirckheimer, due studiosi marxisti ortodossi che giungono a conclusioni molto diverse dalle tue.
#2883
Ox il tuo ragionamento non mi convince.
1). I cinesi hanno vissuto per millenni senza una religione teocratica (visto che il confucianesimo è un insegnamento morale relativamente privo delle divinità come noi le conosciamo) e se la sono cavata benone. Nella ns società esistono milioni di non credenti che rispettano le leggi. Quindi l'abbinamento morale-Dio è veramente ormai un concetto farlocco, buono solo per ingannare sé stessi o gli altri.
2) La relatività delle morali io potrei chiamarla "complessità", che è il carattere fondamentale della modernità e che riguarda tutte le ns attività.
La casalinga che nel talk show intima "tu non puoi giudicarmi" ha le sue ragioni da vendere.
È ciò deriva proprio dalla scoperta che l'uomo è complesso, la vita associata lo è ancor di più.
Ho già fatto un esempio in un post precedente. Reitero. Un bambino con madre tossicodipendente soffre in una situazione di incuria e maltrattamento.
Diventa un poco di buono. Chi dobbiamo giudicare (male)? La madre, il figlio, la scuola, che ha finto di non vedere nulla? La madre è diventata a sua volta tossicodipendente per via di un rapporto disfunzionale con sua madre, schizofrenica. Chi dobbiamo giudicare? La schizofrenia?
Un tempo era tutto più semplice. Gli schizofrenici erano indemoniati e se rubavi eri malvagio.
All'ombra della morale unitaria impera sempre una duplice violenza, quella dei semplici sudditi e quella delle istituzioni. Relativizzando si impara a guardare il mondo con lenti più sofisticate ma questo costa fatica, necessità di aguzzare lo sguardo e anche di guardare con disincanto la spazzatura che ci portiamo appresso, dentro la nostra coscienza, mentre il pensiero rassicurante di un Dio tutto buono, ci fa sperare che il male dentro di noi possa magicamente sparire. Brutto spettacolo quello che Freud ci ha insegnato ad assistere.
#2884
Premetto che conosco Jung attraverso Wikipedia, pur avendo in casa un paio di suoi libri. Detto questo il concetto di archetipo è stimolante cosí come quello di inconscio collettivo. La mia interpretazione di queste dinamiche è però ristretta ai fatti storici individuali e collettivi.
Tanto per intenderci e consapevole di dire delle castronerie, l'archetipo della famiglia per un italiano medio sarà diverso dall'archetipo di famiglia dell'inglese medio. Non riesco a pensare agli archetipi come a immagini universali sedimentate per sempre nella nostra mente. La nostra mente è il nostro cervello, organo plastico che rielabora per le sue strategie la realtà storica individuale e collettiva di cui è in grado anche di intuire certi passaggi non detti.
Tutto ciò in un'ottica pienamente umana e "finita" "visto che ho sempre avuto il sospetto che gli archetipi profumino d'incenso anche se attraverso metodi aggiornati.
#2885
Viator mi trovi abbastanza d"accordo. Sostituirei soltanto la parola "giustificato" con "compreso". Altrimenti richiami il sistema giustizia che invece vorresti separare. Inoltre per quanto il tuo intento sia lodevole direi che sarebbe meglio, comprendere giudicare e condannare le azioni dell'individuo-persona-reo piuttosto che il suo essere-nel-mondo.
#2886
Attualità / La battaglia di Ilaria Cucchi
11 Ottobre 2018, 22:18:29 PM
Le recenti vicende sembrano finalmente dare un volto agli assassini di Stefano Cucchi. Un volto terribile, visto che se davvero fosse andata così, furono proprio i tutori della legalità ad agire illegalmente.
Scavando nella vicenda e nella sua dinamica quello cui si è assistito è stato il solito duello all'italiana: fautori delle forze di polizia, tutori dell'ordine, rispettabili rappresentanti della società conservatrice e stufi dei buonisti contro i soliti anarco-intellettualoidi dei centri-sociali.
Oppure, forze antagoniste e ceti assertori dello stato di diritto, associazioni di base e singoli cittadini contro il sordido potere arbitrario e omicida delle forze di polizia.
In un paese diverso e più civile questi scontri (fortunatamente più virtuali che fisici) non avrebbero ragione di essere, poiché sono gli stessi ceti conservatori a pretendere una polizia rispettosa della legge e le stesse forze di polizia a preferire che certi soggetti siano esclusi dalla gestione del potere pubblico.
Nello stesso tempo sarebbe logico non ritenere tutti i componenti delle forze dell'ordine dei sadici perversi visto che tanti di loro hanno sacrificato la loro vita per la nostra sicurezza.
In Italia ciò non accade o perlomeno non accade nella misura che ci si aspetterebbe per casi cosí eclatanti. Bisogna domandarsi perché. Nella risposta si cela la fisionomia degli italiani o almeno una delle sue maschere da commedia dell'arte.
#2887
Naturalmente Ipazia. Tutto condivisibile anche da parte mia. Mi lasciava perplesso solo il riferimento ad Arendt, che mi sembra più adatto ad una riflessione interiore che a una valutazione alla Savonarola.
In realtà torniamo sempre alla stessa discussione,  il paradigma della modernità.
#2888
Tematiche Filosofiche / Re:Tutto bene e niente male
11 Ottobre 2018, 13:28:31 PM
"Prima della morale viene il cibo." Diceva un drammaturgo tedesco dello scorso secolo. A proposito di filosofia terra-terra.
#2889
Ipazia. È vero, condivido anch'io il discorso di Arendt. Ma l'ho sempre pensato come un faro che illumina la terra non come un metro per separare i buoni dai malvagi.
Inoltre non tutte le bontà e non tutte le malvagità sono uguali. Come giudicheresti il figlio di una donna alcolista, nato con un deficit cognitivo e un livello di aggressività che lo rende "malvagio". E' malvagia la madre? La madre della madre che la fece prostituire? O il figlio?
Che responsabilità etica personale può avere il ragazzo nato e cresciuto allo Zen, espulso dalla scuola, manganellate dalla polizia e dai genitori, inserito nel mondo del lavoro o della delinquenza come un paria.
Come ripeto spesso: o ci salviamo tutti o nessuno (Canetti). La responsabilità etica personale è un mito che per essere realizzato avrebbe bisogno di un rovesciamento cosí profondo dei rapporti di potere da risultare, almeno attualmente, utopistico.
Pertanto preferisco di gran lunga essere cauto nei 
giudizi nei confronti del prossimo, almeno da una prospettiva umana. Fermo restando che chi commette un reato deve essere punito, ma anche che la pena deve avere una funzione rieducativa.
È questa funzione è un diverso modo di intendere la responsabilità etica personale. Solo comprendendo e accogliendo e perdonando si può costruire una comunità responsabile, ovvero che si prende cura dell'altro, chiunque esso sia e qualunque cosa abbia fatto. La punizione è necessaria ma sarebbe necessario anche prevenire. Eichmann fu il risultato di secoli di storia germanica, decenni di antisemitismo, darwinismo sociale, carrierismo a buon mercato, oggettivazione dell'altro.
Sta accadendo la stessa cosa oggi con condizioni storiche mutate.
Quello che voglio dire è che siamo sempre un mix di motivazioni sociali e individuali e che occorre sempre ricordarci della parte sociale quando valutiamo quella individuale e viceversa. Al piano superiore stanno gli eroi.
#2890
È un quesito interessante Cvc. Nei talk show però più c'è cagnara più aumentano gli ascolti. In realtà il problema esiste ed è dato dalla coesistenza di etiche diverse su uno stesso territorio. Ciò causa conflittualità ed anomia, cioè mancanza di senso normativo, concetto teorizzato da Durkheim 150 anni fa per la prima volta. Ma, come sempre, c'è il rovescio della medaglia; società eticamente omogenee risultano quasi sempre autoritarie e disposte ad esercitare la violenza per far rispettare la "norma e la convenzione sociale, anche al di sotto del rispetto della norma giuridica.
Ci si dovrebbe domandare quindi se è possibile, nell'ambito della coesistenza di etiche diverse, individuare un nucleo etico condiviso da tutti, poiché questa frammentazione ha evidentemente dei grandi costi in termini di vita quotidiana ed associata.
#2891
Io faccio davvero pochissimo, ma se tutti facessero pochissimo? C'è un mondo di altruismo, di disinteresse. Magari lo si fa per sentirsi più buoni, per espiare i propri peccati. Non importa. Occorre uscire fuori da questo loop per cui le azioni umane sono sempre dietro corrispettivo monetario. Non è così.
Grazie per la stima che contraccambio. Anche se non siamo d'accordo hai sempre uno stile da vero gentleman.
#2892
Ciao Paul. Evidentemente anche tu sei preda del batterio del "cattivismo". I soldi per l'albergo servono o dovrebbero servire per integrare le persone, non per mantenerle in uno stato di inutile attesa. Se esistono soggetti che aproffittano di questa situazione che vengano punite e processate. Io, pur nella mia situazione di non credente collaboro da bravo cattocomunista con la Caritas di Genova. Per ogni stipendiato, alla Caritas vi sono almeno 4 volontari che non prendono neppure un centesimo e offrono il loro tempo.
I migranti che hanno voglia di integrarsi, con molta fatica e molto tempo si integrano, perché sono disposti a fare i lavori che gli italiani non vogliono più fare. Certo ci sono le mele marce, ma (e dico sempre le stesse cose) Al Capone era forse giapponese? Fossimo stati come i cinesi che non fanno un reato neanche sotto minaccia potrei capirlo, ma noi italiani all'estero siamo famosi soprattutto per due prodotti: pizza e mafia (vabbè c'è anche il mandolino).
Inoltre bisognerebbe davvero "fare invece di "fingere di fare" (campo in cui siamo esperti). I corsi di alfabetizzazione devono essere seri. I corsi per la formazione altrettanto.
Lo sai come si regolarizzato i migranti in tanti casi. In typical italian style: un amico dice ad un amico, c'è un ragazzo bravo da me, perché non lo provi nel tuo ristorante? E  poi via con la ridda di documenti, controdocumenti, consolati, questure, caf. In questo modo e solo cosí si risolvono molte situazioni. Questo perché al nord c'è un privato-sociale e organizzazioni solidaristiche che funzionano (altro che buonisti). Discorso diverso al sud, dove le istituzioni sono spesso sorde e accidiose e il privato-sociale anemico e tentato dall'ambiente "furbetto" circostante.
Prima di dire che gli enti pietisti non fanno nulla e prendono soldi, cerchiamo di distinguere. Vi saranno senz'altro dei furbacchioni ma generalizzare è una forma di ingenuo pregiudizio.
Su altre cose che scrivi, sulla necessità di rivedere il ns sistema di sviluppo sono anche d'accordo ma dovremmo anche dare l'esempio noi per primi. Altrimenti si rientra, mutatis mutandis, nella categoria "allora prendeteveli a casa vostra.
#2893
@Paul. La tua prima obiezione è talmente banale da non farti onore. I migranti con questi numeri sono un problema pubblico non privato. Altrimenti la stessa logica perché non applicarla ai vigili del fuoco, alla scuola, alla sanità, in caso di disastri ambientali. Sarebbe bello portarsi a casa terremotati e alluvionati. Ma ripeto la risposta alla tua obiezione è così triste, perché fa piazza pulita di tutto ciò che abbiamo conosciuto come welfare state. Reagen e i suoi successori hanno fatto un buon lavoro.
Personalmente non ho mai difeso le multinazionali e i poteri pubblici che sono al loro servizio. Quindi rimando l'accusa al mittente. Che l'Africa e gli africani possano prendere in mano il loro destino è auspicabile, ma che possa accadere come d'incanto è illusorio. Immagina un bambino traumatizzato per anni, violentato da suo padre, portatore di disturbi psichici a causa di queste violenze. A 18 anni gli si dice: ok ora basta lamentarti, diventa responsabile e prendi in mano il tuo destino.
Paul. Credevo di essermi spiegato in questi anni. Non credo nel progresso e non credo neppure nell'età dell'oro. La condizione dell'uomo è l'ambivalenza. Pertanto dentro le mie contraddizioni ci sto benissimo. Sono il miglior antidoto contro la violenza paranoica (Zoja). Non ho una visione partigiana o manichea  della vita e non mi piace  buttare il bambino insieme all'acqua sporca.

L'uomo è mutato eccome. Ti sembrerebbe applicabile al giorno d'oggi la pena di morte? O i riti ordalici? Il divieto di divorzio? Il divieto di esprimere la propria opinione? In Europa tutto questo è possibile ed  è  questa la sua attrattiva oltre al benessere economico.
La tecnica è un male e un bene contemporaneamente. Se non ci fosse stata la tecnica, probabilmente ora staresti zappando un terreno con un bussolotto al collo in attesa dei gabellotti che vengano a ritirarlo (il bussolotto che conteneva i soldi delle tasse). Oppure saresti stato obbligato ad.andare a messa perché chi non andava veniva preso a frustate. Se permetti preferisco questo mondo. Ci tengo alla mia schiena.
#2894
Il Gip che ha concesso la misura cautelare ha sottolineato la presenza di marchiani errori nell'impianto accusatorio ed ha già escluso che vi sia stato un tornaconto economico a favore del sindaco. Per quello che può valere questa ordinanza, visto che sarà un altro giudice a valutare sul merito. Detto questo, siamo in Calabria, Regione notoriamente in mano alla Ndrangheta che allunga i suoi tentacoli in tutta Italia e una procura si interessa di questa vicenda? C'è da strabuzzare gli occhi e affidarsi alla Divina Provvidenza.
L'azione penale è obbligatoria, per carità, ma esistono anche politiche di economia giudiziaria che ogni Procura deve o dovrebbe organizzare, visto che le risorse sono limitate, le ore di lavoro pure, la benzina costa e le intercettazioni pure.
Il sospetto è  che in questo modo si ottiene visibilità, il plauso dei politici attualmente al governo e non si rischia di dover vivere il resto dei propri giorni con una scorta.
#2895
Ciao Paul. Più che contraddizione fra morale e legge parlerei di dialettica fra di loro, mai definita, ma dinamica e condizionata dalla storia dell'uomo. Ipostatizzare la Morale come "bene" e la legge come "male", oltre ad essere errato costruisce una visione manichea del mondo. Abbiamo già vissuto storicamente una morale che giustifica delitti e una codificazione che ne legittima altri di uguale atrocità. Se c'è una moralità insita dell'uomo, ipotesi che condivido, non possiamo credere che questa moralità sia universalmente identica. È possibile, o mi piace pensarlo, che la storia dell'uomo sia anche un processo di bildung della morale. Freud distingueva in questo senso fra zivilitation (progresso tecnico) e Kultur (progresso etico-morale). Io sono piuttosto sicuro che ci sia anche questo secondo progresso, molto meno visibile del primo. Ma ho già scritto altrove che nel 500 era facilissimo morire di coltello a Roma.
Pensate a Caravaggio, pittore di fama di quella Roma, ma anche assassino e immaginate un Picasso assassino. La società delle buone maniere, a dispetto di tutti i novelli Nietzsche, è in cammino, pur dovendo scontare degli inevitabili intoppi e pur tenendo conto che ogni progresso non esclude un successivo regresso, in campo etico cosí come in campo tecnologico.
La scienza ha davvero molto da dire in campo morale, poiché la prosocialita' e l'antisocialita' sono date da un complesso gioco interattivo fra ambiente e reazioni biochimiche che possono esaltare l'una o l'altra. E con ciò non voglio deridere tutta la precedente filosofia morale che invece è preziosa proprio per comprendere la bildung morale dell'uomo.