Citazione di: Kobayashi il 26 Gennaio 2020, 16:36:29 PMCitazione di: niko il 26 Gennaio 2020, 14:40:00 PM...il cristianesimo ci dice di amare una persona divina in particolare, non ci lascia liberi di scegliere chi amare per salvarci;
La mistica non ti dice di amare una persona divina – che sarebbe solo l'ennesima proiezione antropomorfa – ma di abbandonare il desiderio di possedere qualcuno o qualcosa.
La libertà che allora si sperimenta, la profonda liberazione interiore ricreata da questo evento può essere intesa come la ricreazione in se' dello spirito di ciò che noi chiamiamo Dio.
Da questo punto di vista la sessualità è invece il ritorno alla propria individualità che desidera etc.
Naturalmente la stessa persona è soggetta a entrambe le spinte, quella verso un distacco che solo può condurre alla giustizia e quindi alla salvezza del mondo, e quella verso un appagamento sensibile, materiale e psicologico.
È ovvio che ciascuno è libero di scegliere se dare valore o meno a questi tentativi spirituali.
Quello che penso, in riferimento alla domanda posta da Sariputra, è che la Chiesa cattolica nei prossimi decenni si svuoterà di coloro che si servono della dottrina per tenere a bada le proprie paure o per rimanere agganciati a superstizioni più o meno soddisfacenti (come quella del Paradiso) e inizierà così finalmente un'era spirituale, mistica, in cui i concetti fondamentali saranno due: la necessità della salvezza (degli uomini e del mondo con tutte le sue creature), e l'esperienza della liberazione dal proprio spirito per iniziare a sentire in se' qualcosa di più vasto, di più profondo.
Il cristianesimo prescrive di amare (e servire) una persona divina in particolare, e la mistica cristiana, se vuole essere cristiana e non un calderone mistico generico, non può che adeguarsi.
Non è che ognuno si fa la sua religione da sé come vuole; la mistica cristiana è basata sull'eucaristia e sulla concezione della Chiesa come corpo mistico di Cristo, sull'essere fratelli in Cristo; e io ho mosso la critica, pertinente, che in questo modo l'amore tra gli uomini è mediato dall'amore verso un uomo in particolare, e un uomo non può amare altri uomini senza la mediazione di quest'uomo. E' in questione proprio la scelta d'amore: Cristo fa la scelta della sua sposa e tu, che sei parte di questa sposa, che sei frammento del corpo mistico, ti adegui: non puoi amare, disinteressatamente, altri uomini se non tramite lui.
L'assurdo della legge che comanda l'amore, il grande assurdo del cristianesimo, si risolve solo nell'amore verso una persona in particolare, assumendo la legge dell'amore come legge del desiderio, come necessità movente interna verso un amato riconoscibile.
Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.
Questa non è una proiezione antropomorfica, ma l'indicazione di una via. Una via che esalta gli amori che hanno un certo tramite, ma svaluta quelli che non ce l'hanno.
E' assurdo contrapporre amore (che si vorrebbe definire altruistico) a desiderio (che si vorrebbe definire egoistico). La disponibilità della libertà sessuale implica e sta a significare non l'egoismo, ma l'erotismo, la concezione secondo cui ogni amore, per chi lo prova, può essere via. Anche senza una certa determinata mediazione.
Ora, è vero che chi ha pronunciato
Io sono la via la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.
Con ogni probabilità era già in una condizione mistica, si identificava con l'amore e non aveva più uno sguardo egoico sul mondo, quindi la frase è equivalente a:
L'amore è la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo dell'amore.
Ma come può il fine essere anche un mezzo? Se non si sceglie un oggetto d'amore, un amato in particolare, si è prigionieri di una tautologia. Chi ama l'amore non ama.