parte 1 di 4
garbino-maral
Ritenere che la "vita" combaci con la "nuda vita" intesa come lo intendevano i greci (vedi agamben, cosa è un dispositivo).
Tra le altre cose quando il bios greco è invece proprio quello politico!!!
Questo sinceramente è veramente dura da digerire cari Garbino e Maral!! evidentemente avete completamente perso di vista, voi che pur fra tutti gli utenti ammiro di più, tutto il panorama del post-strutturalismo che si è battuto contro il dualismo cartesiano mente-corpo. E tra l'altro proprio allacciandomi al più grande di tutti, appunto Agamben, non vi rendete conto che l'appiattimento della vita al sua corporalità è esattamente quello che vuole l'ideologia imperante capitalista?
Francamente nemmeno me la sento di gettarmi nell'ennesima invettiva politica, sono solo sbigottito.
Visto l'ultimo intervento maral, a parte la questione del bios, devo dire che mi piace questa idea del nulla come originario, sarebbe quello che zizek fa dire ad hegel.
L'uomo sostanzialmente sarebbe quello scarto da quel presente assoluto, che mai l'uomo potrà avere.
Ma io non me la sentirei mai di appiattire la sensibilità (il mondo sensibile) umana (ma da kant in poi come sarebbe poi possibile dico io?), con l'uomo intero, figuriamoci farne una questione di bios.
Io non penso che il destino dell'uomo sia quello del vivacchiare che tu e Garbino avete immaginato per lui.(certamente obbietterete, ma non vedo proprio a cosa altro possa portare, se il destino è di fatto il nostro esistere, allora altro non è che un esistere così come è)
Mi pare di una tale grossolanità che faccio finta di non averlo letto.
Non credo nemmeno, sia chiaro, che sia una questione meramente politica. Di BIOS come lo intendevano i greci.(appunto la vita nella città-stato)
Direi che invece proprio a partire da questa potenzialità fra ciò che è e ciò che rimane, appunto la rovina come ricordo, l'uomo dovrebbe farsi carico delle mille potenzialità rovinose.
Per quale motivo si aggirava per le strade? quando tutti rimanevano fermi alla propria casa durante il terremoto di Lisbona?
La risposta è proprio in questo amor fati, che evidentemente qui si è totalmente dimenticato.
Nietzche sembrerebbe secondo voi un novello cristiano che invoca la natura come salvezza. Quando è invece nè meno, nè più che come Leopardi, un nemico di tutto ciò che è Natura.
Anzi fa proprio di quella natura, come giustamente dice Paul, un destino di scontro, di polemos, di guerra.
Ora pensare la natura come volontà di potenza, siete anche liberi di farlo. Ma a mio parere dovrebbe essere qualcosa di completamente esterno ad essa.(probabilmente un astrazione complessa sedimentata negli anni, e quindi gravida di tutte gli approdi precedenti, abbiate pazienza non lo so, qua critico solo quello che certamente NON può essere)
A me sembra che in generale, e l'ho detto mille volte, che abbiate una gran voglia di superare una montagna come quella nicciana.
Il fatto è che circuirla NON serve a niente.
Io sinceramente non capisco come riusciate a fare a meno di interrogarvi su un opera complessa come UTU.
Veramente pensate che le opere successive sia un superamento delle basi poste da quella???
E allora come mai Nietzche sentì il bisogno di una seconda edizione, negli anni della maturità???
Poi certamente va bene anche così, va bene analizzare, porre punti di vista diversi, ma non venitemi a dire che possedete la verità su nietzche, grazie!
L'eredità dello strutturalismo, oltre che nelle sue declinazioni meramente filologiche, è anche un grande cassa di risonanza che afferma in tutti i suoi membri (deleuze, derrida, focault su tutti) che la STORIA è una STORIA NARRATA.
Le ideologie sono dei discorsi, sono LA-LINGUA, direbbe Lacan e allievi. Ossia sarebbero ciò che compone fin dentro al suo più oscuro
meccanismo psichico, ciò che determina lo stesso rovinio del soggetto. (psicosi, alienazione, schizofrenia, paranoia)
Anche nella medicalizzazione psichiatrica, dunque, l'io si compone delle sue strutture di astrazione di pensiero.
Il corpo da soma diventa psico-soma. E questo punto sia in Garbino che in Maral sembrerebbe essere dimenticato.
Kant e Nietzche sapevano benissimo di soffrire di ogni sorta di disturbi per via di impedimenti al pensiero.
Ma facevano di quei disturbi una delle volte del loro discorso, che sorpassava la psicosomatizzazione, per proseguire come un doppio, come un fantasma, l'evoluzione del discorso.
E' proprio tramite questa rottura, che è psico e che è soma (non foss'altro che il morire del corpo), che si instaura il trauma, a cui molti filosofi, da platone in poi cercano il "Pharmacon" corrispondente.
Nietzche invece declina questa salvezza, e continua a guardare il destino, destino di trauma, di sconfitta, di tragedia negli occhi.
Fino a scoprire il nichilismo, la volontà di potenza, l'eterno ritorno, cosa siano queste cose io non lo so ancora, so solo che già in UTU a partire dalla GRANDE SALUTE in poi, egli si è già sbarazzato dell'intera filosofia occidentale, e ha cominciato una strada ardua, e piena di illuminazioni, che anche solo a percorrerne qualcuna, si rimane come statue di sale, come agghiacciati e si scappa dalle sue più audaci scoperte. E Dio solo sa, quanti anni sono dovuti passare per avere il coraggio di seguirlo passettino per passettino. Non capendoci niente e ricominciando ogni volta.
garbino-maral
Ritenere che la "vita" combaci con la "nuda vita" intesa come lo intendevano i greci (vedi agamben, cosa è un dispositivo).
Tra le altre cose quando il bios greco è invece proprio quello politico!!!
Questo sinceramente è veramente dura da digerire cari Garbino e Maral!! evidentemente avete completamente perso di vista, voi che pur fra tutti gli utenti ammiro di più, tutto il panorama del post-strutturalismo che si è battuto contro il dualismo cartesiano mente-corpo. E tra l'altro proprio allacciandomi al più grande di tutti, appunto Agamben, non vi rendete conto che l'appiattimento della vita al sua corporalità è esattamente quello che vuole l'ideologia imperante capitalista?
Francamente nemmeno me la sento di gettarmi nell'ennesima invettiva politica, sono solo sbigottito.
Visto l'ultimo intervento maral, a parte la questione del bios, devo dire che mi piace questa idea del nulla come originario, sarebbe quello che zizek fa dire ad hegel.
L'uomo sostanzialmente sarebbe quello scarto da quel presente assoluto, che mai l'uomo potrà avere.
Ma io non me la sentirei mai di appiattire la sensibilità (il mondo sensibile) umana (ma da kant in poi come sarebbe poi possibile dico io?), con l'uomo intero, figuriamoci farne una questione di bios.
Io non penso che il destino dell'uomo sia quello del vivacchiare che tu e Garbino avete immaginato per lui.(certamente obbietterete, ma non vedo proprio a cosa altro possa portare, se il destino è di fatto il nostro esistere, allora altro non è che un esistere così come è)
Mi pare di una tale grossolanità che faccio finta di non averlo letto.
Non credo nemmeno, sia chiaro, che sia una questione meramente politica. Di BIOS come lo intendevano i greci.(appunto la vita nella città-stato)
Direi che invece proprio a partire da questa potenzialità fra ciò che è e ciò che rimane, appunto la rovina come ricordo, l'uomo dovrebbe farsi carico delle mille potenzialità rovinose.
Per quale motivo si aggirava per le strade? quando tutti rimanevano fermi alla propria casa durante il terremoto di Lisbona?
La risposta è proprio in questo amor fati, che evidentemente qui si è totalmente dimenticato.
Nietzche sembrerebbe secondo voi un novello cristiano che invoca la natura come salvezza. Quando è invece nè meno, nè più che come Leopardi, un nemico di tutto ciò che è Natura.
Anzi fa proprio di quella natura, come giustamente dice Paul, un destino di scontro, di polemos, di guerra.
Ora pensare la natura come volontà di potenza, siete anche liberi di farlo. Ma a mio parere dovrebbe essere qualcosa di completamente esterno ad essa.(probabilmente un astrazione complessa sedimentata negli anni, e quindi gravida di tutte gli approdi precedenti, abbiate pazienza non lo so, qua critico solo quello che certamente NON può essere)
A me sembra che in generale, e l'ho detto mille volte, che abbiate una gran voglia di superare una montagna come quella nicciana.
Il fatto è che circuirla NON serve a niente.
Io sinceramente non capisco come riusciate a fare a meno di interrogarvi su un opera complessa come UTU.
Veramente pensate che le opere successive sia un superamento delle basi poste da quella???
E allora come mai Nietzche sentì il bisogno di una seconda edizione, negli anni della maturità???
Poi certamente va bene anche così, va bene analizzare, porre punti di vista diversi, ma non venitemi a dire che possedete la verità su nietzche, grazie!
L'eredità dello strutturalismo, oltre che nelle sue declinazioni meramente filologiche, è anche un grande cassa di risonanza che afferma in tutti i suoi membri (deleuze, derrida, focault su tutti) che la STORIA è una STORIA NARRATA.
Le ideologie sono dei discorsi, sono LA-LINGUA, direbbe Lacan e allievi. Ossia sarebbero ciò che compone fin dentro al suo più oscuro
meccanismo psichico, ciò che determina lo stesso rovinio del soggetto. (psicosi, alienazione, schizofrenia, paranoia)
Anche nella medicalizzazione psichiatrica, dunque, l'io si compone delle sue strutture di astrazione di pensiero.
Il corpo da soma diventa psico-soma. E questo punto sia in Garbino che in Maral sembrerebbe essere dimenticato.
Kant e Nietzche sapevano benissimo di soffrire di ogni sorta di disturbi per via di impedimenti al pensiero.
Ma facevano di quei disturbi una delle volte del loro discorso, che sorpassava la psicosomatizzazione, per proseguire come un doppio, come un fantasma, l'evoluzione del discorso.
E' proprio tramite questa rottura, che è psico e che è soma (non foss'altro che il morire del corpo), che si instaura il trauma, a cui molti filosofi, da platone in poi cercano il "Pharmacon" corrispondente.
Nietzche invece declina questa salvezza, e continua a guardare il destino, destino di trauma, di sconfitta, di tragedia negli occhi.
Fino a scoprire il nichilismo, la volontà di potenza, l'eterno ritorno, cosa siano queste cose io non lo so ancora, so solo che già in UTU a partire dalla GRANDE SALUTE in poi, egli si è già sbarazzato dell'intera filosofia occidentale, e ha cominciato una strada ardua, e piena di illuminazioni, che anche solo a percorrerne qualcuna, si rimane come statue di sale, come agghiacciati e si scappa dalle sue più audaci scoperte. E Dio solo sa, quanti anni sono dovuti passare per avere il coraggio di seguirlo passettino per passettino. Non capendoci niente e ricominciando ogni volta.


??
).
anzi no dimenticavo che tu e lui siete la stessa cosa