Citazione di: baylham il 17 Marzo 2023, 10:03:03 AMSe "Io credo nella scienza" è una ingenua semplificazione altrettanto lo è "Io credo nella religione".Concordo, e provo a dirlo a modo mio, che lo stesso motivo che ci induce a giudicare il nostro agire riducendolo in parti è lo stesso motivo che ci induce a non considerare la contiguità di queste parti.
Altrettanto ingenuo è ritenere che la scienza sia basata sul dubbio metodico e che ci sia una scienza pura da aspetti, influenze economiche. Sinceramente non mi interessa verificare il "bel giro di soldi" dietro all'autore di queste asserzioni o byoblu.
Comunque la principale semplificazione è quella di ritenere che ci sia una scienza univoca, unica, mentre in realtà c'è una pluralità di teorie, ipotesi scientifiche.
Quindi se da un lato è utile questa divisione arbitraria della realtà, finalizzata a dominarla, è saggio ogni tanto ricordare quanto le parti siano contigue.
Se il fine del progredire della conoscenza sta in una evoluzione del modus agendi, da un lato è vero che agevola l'azione il confondere la mappa col territorio, ma dall'altro ciò sembra rendere impresa epica al limite dell'impossibile quello che dovrebbe essere un banale cambiamento di mappa.
Ragionevolmente ci si ripotrebbe aspettare che l'efficacia della mappa si faccia ode della ''mappabilità'', incentivando la mappatura, e non che vi entri in conflitto, ma questo conflitto sembra essere proprio la chiave descrittiva del nostro agire presentandosi come sua costante.
Ciò che banale non è, sostituire il territorio con la mappa, diventa ovvio, e ciò che è banale, cambiare la mappa del territorio, diventa cosa per nulla ovvia.
Non sorprende che si possa confondere il territorio con la mappa, ma sorprende che lo si possa fare.