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Messaggi - niko

#2926
Attualità / Re:Le domande a risposta univoca!
24 Gennaio 2020, 15:52:38 PM
Citazione di: myfriend il 24 Gennaio 2020, 13:58:16 PM
Io mi limito ad inquadrare l'episodio all'interno della campagna elettorale.
Mai dimenticare che sono stati i cittadini a chiedere a Salvini di infastidire lo spacciatore.
Questo fa un politico di razza all'opposizione: raccoglie i disagi dei cittadini e li porta sotto la luce dei riflettori con gesti anche provocatori. Guai se non lo facesse.
Esattamente come ha fatto ieri a Bibbiano, facendo un comizio di fronte alla sede comunale di Bibbiano occupata da quel PD colluso con chi ha stuprato ideologicamente e fisicamente le famiglie e i bambini strappati alle loro famiglie.
E come ha fatto qualche tempo fa salendo sulla ruspa che ha abbattuto le case abisive dei Casamonica...quelli con cui il PD romano andava a braccetto.

Gli psuedointellettualoidi radicalchic di sinistra, invece, hanno schifo dei cittadini italiani e dei disagi che ogni giorno vivono i cittadini italiani.
Che dire? Decideranno gli elettori domenica prossima.  ;D


Beh, se sai che quello a cui Salvini ha citofonato era veramente uno spacciatore e che nella vicenda di Bibbiano qualcuno è stato fisicamente stuprato penso che dovresti andare in polizia a far mettere a verbale quello che sai, piuttosto che stare a scrivere stronzate su un forum, che dici?
#2927
Attualità / Re:Le domande a risposta univoca!
23 Gennaio 2020, 15:53:21 PM
Magari solo imbecille...

Il fatto che un politico influente con un seguito mediatico enorme si permetta di diffamare, violare nella privacy e velatamente minacciare un anonimo cittadino in base a un semplice sentito dire è gravissimo, e indice dell'imbarbarimento politico e umano del paese.

E soprattutto i sospetti spacciatori, italiani o stranieri, colpevoli o innocenti che siano, si denunciano alle autorità competenti, che in un paese normale sono polizia e magistratura: non gli si va sotto casa.

Il messaggio implicito nell'andargli sotto casa e citofonargli è squadrista, e intendo squadrista a prescindere dal caso in sé, come messaggio lanciato e prassi umana sdoganata, perché fa passare, ancora una volta, l'idea del far west, del linciaggio libero e della giustizia fai da te: chi spaccia, fosse pure il peggior criminale e narcotrafficante del mondo, deve avere qualcosa da temere dai rappresentati dello stato preposti a neutralizzarlo, non dai giustizieri della notte dei miei coglioni..

Ma certo chi sta sempre con chi spara ai ladri in fuga, lecca il culo a Trump e vuole il far west non lo capisce..
#2928
Tematiche Spirituali / Re:Extra ecclesiam salus
22 Gennaio 2020, 21:41:36 PM
Citazione di: paul11 il 21 Gennaio 2020, 17:48:55 PM
Citazione di: Ipazia il 21 Gennaio 2020, 08:31:51 AM


Affermare che la tecnica è contronatura è una negazione ideologica della realtà che si falsifica da sola nel momento in cui la si scrive e comunica. La tecnica esisteva prima del capitalismo e continuerà dopo la sua fine perchè è destino antropologico.
E tu conosceresti la filosofia?

La tecnica, in termini non strettamente usuali ma filosofico, è andare oltre allo scheggiare una selce per farne un'arma o un utensile, ma pensarlo come salvifico per l'uomo .
La tecnica materiale c'è sempre stata da quando l'uomo imita la natura con l'artificio e la propria creatività, e fin qui penso siam tutti d'accordo.
Ma la tecnica, filosoficamente parlando, assume un ruolo a-priori, nel momento in cui la cultura sceglie la strada che il veritativo e il sensato( da sens-ibile) siano nella sola natura e nella sola materia. Significa che l'uomo da quel momento pensa di manipolare, trasformare, persino illudendosi di ribaltare la natura per i suoi scopi personali e sociali. La lotta contro il destino umano è affidato appunto agli attuali "saggi" scientifici, dal fisico al medico, a loro demandiamo il nostro destino in quanto tesaurizzatori del sapere tecnico. L'alterazione del DNA, le nuove medicine che si profileranno, l'utilizzo degli staminali, la procreazione assistita, le problematiche dell'eutanaisa. Rilevano che l'uomo non sa accettare il suo destino naturale, piuttosto altera e altererà sempre con maggiore decisione le regole naturali pur di raggiungere i suoi scopi :dalle risorse energetiche, alimentari alla medicina. Noi individui siamo proiettati dentro questa cultura, piaccia o non piaccia. E adatto che è stata una scelta culturale il materialismo e il naturalismo, la tecnica è divenuta superiore alla volontà umana tanto che i diversi campi scientifici a loro volta sono proiettati verso lo scopo che dichiara la tecnica: potenza contro natura. Quando l'uomo non sa più morire è perché non sa più vivere.
Detto in altri modi, l'uomo si è illuso che il suo sapere carpito e imitato dalle osservazioni sulla natura , potesse addirittura dominarla per i suoi scopi .Ma l'uomo si illude di poterlo dominare ,perchè non ha il controllo e le regoel naturali a loro volta sono fisica, astrofisica, gravitazione, elettromagnetismo. Il nostro cuore batte al ritmo determinato dalla fisca del nostro pianeta. Tutto il nostro organismo , metabolismo si muove al regime consono che ha dichiarato il nostro pianeta affinché vi potesse essere vita.
Gli antichi ovviamente non avevano (forse) le nostre conoscenze scientifiche naturali, ma avevano intuito che certi meccanismi naturali era meglio "non toccarli", manipolarli .E l'inviolabilità è "tabù", non manipolo ciò di cui non conosco le conseguenze.
Il sacrificio era un chiedere perdono a un dio che aveva potere su quei tabù.
Perchè le catastrofi naturali venivano lette come conseguenza di aver violato il tabù; l'uomo aveva trasgredito in qualcosa,così doveva pagare con il sacrificio. Oppure era anticipato, affinché quel dio che aveva potere sulla natura tenesse tranquillo il suo potere.
Quante bombe atomiche hanno sparato sotto terra negli ultimi vent'anni, è da tempo che non se ne parla più. La tecnica se ne frega se la conseguenza sarà stata eruzioni vulcaniche, maremoti o terremoti.
Oggi l'uomo manipola di tutto nei laboratori, fregandosene altamente delle conseguenze. Lo impone la tecnica, quella volontà di potenza e di dominio sulla materia e sulla natura.


Sono sempre un po' disturbato quando leggo il trito e ritrito concetto che la scienza, soprattutto in certe sue applicazioni come la biotecnologia e l'ingegneria genetica, sia contro natura. E' banale e falso.

Conosco molto bene una persona, una donna, che ha dovuto ricorrere alla fecondazione assistita, che di per sé è un percorso lungo e stressante a cui non si ricorre certo per gioco,  per risolvere un grave e altrimenti irrisolvibile problema di sterilità.

Che cosa avrebbero dovuto fare questa donna e il suo compagno, "accettare il loro destino naturale" -e rimanere senza figli a vita, quando esiste un'alternativa- ?

Nel 2020? Ma siamo seri...

L'eterno ritorno è specificamente l'oggetto della volontà di potenza e la soddisfa, quindi attenti a voler fondare l'inviolabile e il sacro su una presunta (e in gran parte inosservata) ciclicità della natura e poi a voler escludere dalla natura proprio la tecnologia e la scienza: si rischia che il grande cerchio del tempo, l'eone, paradossalmente lo stesso eone su cui si vorrebbe fondare il sacro, non si chiuda più, perché senza la tecnologia e la scienza, senza il nobile contributo di questo aspetto alto della nostra forma di vita, non ci sarebbero più, tra gli uomini, alcuni coraggiosi che avrebbero dovuto chiuderlo, che avrebbero avuto l'involontario e fatidico compito di chiuderlo, nell'unico modo possibile (ai viventi e non) per chiudere un eone: rimboccandosi le maniche e avendo la forza di divenire.

Inoltre, proprio la tecnologia e la scienza, potrebbero svelarci la ciclicità stessa della natura in quegli aspetti fondamentali del mondo in cui essa per ora non si conosce e non si intravede, intendo aspetti ciclici e reversibili nell'entropia e nell'emersione su larga scala della freccia del tempo per l'irreversibilità dei processi termodinamici, nel destino ultimo dell'universo, nell'evoluzione biologica dall'oggetto al vivente alla coscienza, tutti aspetti che per ora, allo stato attuale delle conoscenze, sembrano mostrare un universo in gran parte lineare, aciclico nonostante alcune locali ciclicità, che nasce dal nulla e va verso il nulla.
La natura non è quella della bibbia e dei veda, con buona pace dei nostri antenati che trovavano sollievo, un senso di pace e di vaga promessa di immortalità nell'osservare i fenomeni ciclici soprattutto delle stagioni e dei movimenti degli astri, che interpretavano questi cicli in modo mitico e antropocentrico, e che soprattutto dal saper riprodurre in modo antropomorfizzato i cicli naturali con l'agricoltura e l'allevamento, traevano nutrimento e sostentamento.

La volontà di potenza "vuole" tutto, ed è quindi l'unica garanzia, soprattutto fideistica, che abbiamo di ciclicità, per noi e per il mondo. Un assoluto che voglia solo certe cose e non altre, un Dio morale e moralistico, non sarà mai ciclico, tenderà, proprio per le sue preferenze, a creare storie lineari.
#2929
Tematiche Filosofiche / Re:Lo spazio dell'assoluto
20 Gennaio 2020, 11:06:49 AM
Per me lo spazio dell'assoluto è semplicemente lo spazio, l'infinito contenitore in-contenuto di tutti i corpi e la grande sintesi di tutte le relazioni intercorrenti tra i corpi, corpi che sono essi stessi spazio concentrato e uniche realtà che esistono.

Spazio spinoziano che deve essere infinito in quanto attributo di Dio, spazio che col suo esistere fa esistere altri spazi: l'infinita pensabilità ne implica l'infinita estensione.
#2930
Citazione di: anthonyi il 12 Gennaio 2020, 14:20:41 PM
Niko, gli umani sono dei mammiferi, direi che basta la parola !


Ti ho già detto dove sono le mie radici. Alcuni amori non sono discendenza, basta la parola.
#2931
Citazione di: anthonyi il 12 Gennaio 2020, 08:22:47 AM
Citazione di: niko il 12 Gennaio 2020, 02:43:55 AM



Antony, questa affermazione è assurda (e grave), stai dicendo che un figlio che nasce e cresce in una famiglia, per desiderio e per scelta di una coppia che appunto lo ha voluto e desiderato come figlio, debba ricadere come diritti e responsabilità solo sul genitore "effettivo", quando sai o dovresti sapere che nel caso di coppie non etero la decisione di adottare un figlio o procreare tramite un contributo esterno è condivisa e presa da entrambi i partner a prescindere da chi dei due sia il genitore "reale";

Intanto distinguiamo, una cosa è l'adozione da parte di due o più persone di un bambino, in tal caso non c'è un genitore naturale per cui gli adottanti sono sullo stesso piano.
Nel caso in cui, invece, uno dei due sia genitore naturale, direi che è assurdo dimenticare questo, così come è assurdo dimenticare che quel bambino ha un altro genitore naturale che magari potrebbe voler dire la sua. Poi è chiaro che nel momento in cui si realizza l'adozione da parte del partner non genitore naturale, diritti e doveri vengono condivisi, si tratta comunque di soluzioni problematiche perchè non rispettano quegli equilibri naturali che si creano quando la responsabilità educativa si divide tra un uomo e una donna.
Poi ci sarebbe da differenziare tra omosessualità maschile e femminile, la donna, infatti, è comunque più predisposta alla funzione educativa, per cui, in tal caso, le problematicità sono minori.
Non c'è nulla di assurdo in quello che dico, c'è solo preoccupazione per quei bambini che si trovassero in quella situazione concreta, tu invece, piuttosto, sembra ragioni sull'idea che la nascita, la crescita e l'educazione dei bambini sia solo un prodotto mentale della volontà di essere genitore.


La donna più predisposta dell'uomo ad educare i figli?

Sarebbe il caso di superare certi pregiudizi catto-italioti-mammisti. Meglio la grande tradizione greco-classica della Pederastia e della Paideia, se proprio devo indicare dove sono le mie "radici".

Genitori "naturali" che rivendicano il figlio dopo che è stata concordata una fecondazione o una gestazione eterologa, o comunque un concepimento con terzi in vista del progetto concordato di allevare il bambino in un'altra famiglia?

Sono casi psicologicamente provanti e tragici, che andrebbero evitati il più possibile mettendo in chiaro gli accordi da prima, e la legge dovrebbe formalizzare nei minimi dettagli come stabilire e registrare questi accordi: comunque siamo in una società liberale, regolata dal diritto civile e dai contratti, quindi mi dispiace dirlo, ma il figlio, se c'è un accordo scritto è di chi risulta che dovrà prenderlo con sé dall'accordo scritto, l'accordo deve prevalere sulla biologia e non ci deve essere spazio per ambiguità e sentimentalismi; diverso è il caso in cui degli accordi non ci sono, non sono ricostruibili o non sono legali, e quindi anche la coppia che voleva il figlio tramite aiuto di terzi si è comportata in modo non onesto e non trasparente: in questi casi è possibile che perda il figlio, e che il figlio venga assegnato al genitore "naturale" se così il genitore "naturale" desidera.

Naturalmente mi si potrà dire che sono spietato se dico che gli accordi formali devono prevalere sulle realtà biologiche, naturalmente non è così e questo è un pregiudizio, basti vedere come funziona la legge in caso di adozione: prevalgono i diritti del genitore adottivo su quelli di quello naturale, prevalgono gli accordi formali sulle realtà biologiche, e il genitore naturale non può "ripensarci" rispetto alla sua decisione di dare il figlio in adozione e non ha nessun diritto di vedere e frequentare il figlio da minorenne, al massimo, se non ha scelto di restare anonimo, potrebbe essere il figlio di sua iniziativa a contattarlo da maggiorenne.

Così funziona per le adozioni "normali" tra coppie etero, così dovrebbe funzionare per le adozioni omosessuali, anche, e a maggior ragione, se è avvenuta la nascita di figli con mezzi eterologhi o a vario titolo biotecnologici: anche nelle classiche adozioni che si usano da secoli per soddisfare il desiderio di maternità delle coppie sterili e dare un destino migliore a bambini disagiati c'è un genitore "naturale", che però, una volta concordata l'adozione, ha pochi o nessun diritto.

Mi ricordo che nel mio libro di bioetica all'università c'era l'esempio assurdo e volutamente esilarante di cosa succederebbe se un ragazzo che per anni ha fatto la donazione di seme portando il seme in provetta a dei laboratori, a un certo punto pretendesse dallo stato e da le altre famiglie il diritto di conoscere e incontrare i suoi...

320 e più figli ;-)
#2932
Citazione di: anthonyi il 11 Gennaio 2020, 20:51:17 PM
Citazione di: niko il 11 Gennaio 2020, 14:47:41 PM
.

Beh, qualcuno, magari omosessuale, può procreare non naturalmente o adottare dei figli; .

Se è per questo l'omosessuale può anche procreare naturalmente, il punto è che non lo può fare con il partner, deve comunque trovare un partner dell'altro sesso che fornisca quanto meno il seme o l'ovulo. Insomma è nella stessa condizione di un single che voglia avere un figlio, per cui, il trattamento giuridico deve essere lo stesso, le condizioni di adozione e di legittimazione di una nascita prodotta artificialmente devono essere le stesse.


Antony, questa affermazione è assurda (e grave), stai dicendo che un figlio che nasce e cresce in una famiglia, per desiderio e per scelta di una coppia che appunto lo ha voluto e desiderato come figlio, debba ricadere come diritti e responsabilità solo sul genitore "effettivo", quando sai o dovresti sapere che nel caso di coppie non etero la decisione di adottare un figlio o procreare tramite un contributo esterno è condivisa e presa da entrambi i partner a prescindere da chi dei due sia il genitore "reale"; e quindi entrambi diventano genitori su un piano etico e morale, come conseguenza morale di una scelta fatta insieme: il matrimonio darebbe loro il diritto, e anche il preciso dovere, di diventarlo, -di diventare genitori- anche su un piano giuridico di obblighi e di diritti, come già lo sono di fatto su un piano morale, se hanno fatto liberamente e ponderatamente insieme la scelta di procreare o di adottare, anche se il procreatore "effettivo" è stato uno solo dei due. 
E di riflesso tali diritti il figlio potrebbe vantare e far valere nei loro confronti in caso di inadempienze, dato che è stato originariamente voluto e desiderato da tutti e due.

Non è come se uno sposa una donna vedova o divorziata che ha già dei figli da una precedente unione e diventa patrigno di figliastri, qui si tratta di figli che si aggiungono ad una convivenza già esistente per una ben precisa decisione di entrambi i conviventi, quindi che ci sia adozione o procreazione tramite terzi la situazione è sempre analoga a un adozione e come un'adozione deve essere considerata, tanto più che se c'è stata davvero semplice adozione e non procreazione tramite terzi, il genitore "naturale" non è nessuno dei due della coppia!

La situazione di un single con un figlio non c'entra niente con quella che si viene a creare in una coppia non etero che desidera e ottiene un figlio, e la tua analogia è dunque assurda, e tesa implicitamente e concettualmente a non riconoscere tali famiglie come famiglie.
#2933
Citazione di: viator il 11 Gennaio 2020, 15:46:31 PM
Salve niko. Un inciso involontariamente umoristico a proposito del tuo : ",,,,,,,,fin dal tempo della pietra direi, quando i nostri antenati  scoprirono il coito interrotto........".
Ma lo sai che il coito interrotto vene scoperto da una coppia che si stava dedicando a certe effusioni quando, sul più bello, all'ingresso della loro caverna di presentò un gigantesco orso incazzatissimo ?.

Più seriamente : "direi che i tempi sono maturi per accettare il matrimonio per tutti".
Ma il problema che io pongo non riguarda la classificazione dei matrimoni, il valore della genitorialità omosessuale, etc. etc.! Riguarda l'iniquità di dover riconoscere - da parte della Società e dello Stato, dei benefici a chi decida di sposarsi solo per godere eventualmente DELLA PROPRIA  SOPRAVVIVENZA AL CONIUGE. Cioè di godere della "reversibilità" previdenziale anche da parte di chi non diventerà mai nè orfano nè vedova.

Infine, per : "..................o meglio ancora per abolire definitivamente il matrimonio", direi che bisognerà pazientare ancora al minimo qualche secolo, visto che il matrimonio ed ogni altro genere di differenziazione sociale tra maschi e femmine è dovuto semplicemente al fatto biologico per il quale è solo uno dei due sessi a risultare il portatore delle conseguenze della fecondazione. Saluti.


Beh viator, nei matrimoni per interesse, quelli in cui l'interesse viene prima dell'amore e dello scopo procreativo, e magari li sostituisce del tutto, si scrocca qualcosa al partner, nel senso che ci si appropria parassitariamente del suo patrimonio, offrendo in cambio della bella vita magari solo sesso e il prestigio sociale che deriva dallo stare con un bell'uomo o con una bella donna, (una forma più lungo termine di prostituzione) e magari alla morte del partner si scrocca qualcosa pure allo stato se si gode della reversibilità, di un'eredità che in assenza di altri eredi sarebbe andata allo stato eccetera, ma i matrimoni per interesse esistono a prescindere dai gusti sessuali e possono essere sia gay che etero; e al contrario ci può essere un matrimonio per amore e per fare una famiglia tra gay o lesbiche, che si sono sposati senza nessun calcolo economico e che alla morte di uno dei due finisce con la vedovanza dell'altro, o con un figlio che dalla coppia era stato adottato o ottenuto con tecniche di fecondazione eterologa che resta a tutti gli effetti orfano, e non sa come mantenersi.

Quindi tutti possono sposarsi al solo scopo di scroccare qualcosa al prossimo o allo stato, e tutti possono rimanere vedovi o orfani a prescindere dall'orientamento sessuale, che quindi non può essere un motivo per discriminare.
#2934
Tematiche Filosofiche / Re:I numeri e le lettere
11 Gennaio 2020, 16:51:23 PM
Citazione di: iano il 11 Gennaio 2020, 14:44:31 PM
@Niko.
Congenerecita'.
Ho imparato un nuovo termine 👌
Ma non credo che la suddetta sia una condizione indispensabile alla matematizzazione della natura tutta.
Per quanto grande sia la scala cui possiamo accedere , non potremo mai dimostrare la suddetta su ogni scala.
O quantomeno L'ipotesi di leggi fisiche locali e temporali si fa' sempre più insistente per giustificare l'inspiegabilita' attuale di alcuni fatti cosmologici , se ho capito , perché il tuo ultimo post è completo e chiaro , ma il precedente mi rimane oscuro.


Beh, nel primo post propongo un mio pensiero filosofico secondo cui il mondo non è solo infinito, -intendo non solo infinito nello spazio e nel tempo- ma "fatto" estensivamente e materialmente di infinito, come una sbarra di ferro è fatta di ferro in ogni suo punto; la composizione del mondo ( il fatto che nel mondo ci siano parti entro certi limiti differenti) è l'essere infinito degli enti per partecipazione di quello che -in un mondo non materialmente infinito- sarebbe il singolo l'ente (il punto qualsiasi della sbarra) all'unica materia/matrice del mondo che lo rende infinito -non singolo-. Ogni determinazione possibile nell'infinito è infinita, di ogni cosa, pensiero, vivente, esiste solo la serie infinita (figura) che si iscrive a intermittenza nel continuo infinito dello spazio e del tempo (sfondo): il fatto che la coscienza ci riveli esseri singoli e numerabili, sfondi su cui appaiono singole cose, è conseguenza del cadere della coscienza su una parte limitata e non sulla totalità del mondo, quindi la singolarità e la numerabilità degli esseri percepiti è falsa, compresa la nostra stessa singolarità, l'effetto che ci fa la vita. 

C'è un limite mentale e fisico a quanto una cosa può differire da un'altra, e a quanto noi possiamo differire dalle cose (l'ordine per cui le cose si somigliano ci comprende), ma questo declinato nello spazio e nel tempo significa l'armonia tra la serie e il continuo; l'infinito di cui parli tu, quello di un numero infinito di cose, di un numero arbitrariamente grande di cui si possa sempre dire: "più uno!" è necessario ma non sufficiente per descrivere la natura, ci vuole, oltre a quello, un altro tipo di infinito, il continuo non quantizzato e non serializzato che le cose infinite possa contenere, pur rimanendo sé stesso. Non è solo l'aggingibilità dell'ulteriore unità al numero che descrive l'infinito, ci vuole anche il pensiero del continuo e ininterrotto infinito, a completare il quadro.

E questa è la congenericità della natura, l'elasticità entro certi limiti dell'essere che se tirato localmente da parte a parte, si dilata, non si rompe mai e intanto prepara il suo contraccolpo. Il limite a quanto le cose possano differire tra loro è anche il loro orizzonte, che tutte le ordina e tutte le fa ritornare.
#2935
Citazione di: anthonyi il 11 Gennaio 2020, 08:11:04 AM
Effettivamente l'argomentazione filologica posta da viator è un po' debole, la tesi però è corretta. Il matrimonio è l'istituzione sociale più importante che abbiamo acquisito dal nostro passato, importante perché presiede all'attività educativa, cioè la funzione più importante per il futuro della civiltà.
Rispetto a tale funzione la sessualità ha un ruolo funzionale, non finalistico.
Due omosessuali che decidono di vivere insieme, sicuramente non potranno avere naturalmente dei figli, per cui quale senso ha che utilizzino questa istituzione. La loro scelta, comunque, ha un valore sociale positivo, come in tutti i casi in cui più individui decidono di mettere in comune la loro vita, per qualsiasi ragione, per cui sarebbe opportuno venisse regolamentata ed incentivata, ma non ha senso parlare di matrimonio.


Beh, qualcuno, magari omosessuale, può procreare non naturalmente o adottare dei figli; l'adozione è una "procreazione sociale", una presenza di qualcuno nel ruolo di figlio anche se non lo è... e in generale la tecnica e l'intelligenza sono da sempre al servizio dell'uomo per programmare, gestire e migliorare la procreazione, fin dal tempo della pietra direi, quando i nostri antenati  scoprirono il coito interrotto e la realtà della paternità, anche senza scomodare e tirare in ballo tecniche moderne di fecondazione assistita o eterologa.

Quindi, anche ammesso che il matrimonio sia finalizzato principalmente alla procreazione e all'educazione, anche ammessa questa tesi, dato che non c'è nessuno che possa stabilire quale sia una procreazione di serie a e una procreazione di serie b nè tantomeno (ci sarebbe da ridere, se non ci fosse da piangere...) un'educazione di serie a e una di serie b (è di serie b l'adozione? L'eterologa? E chi lo dice? E l'educazione che due omosessuali darebbero a un figlio è di serie b? Ma davvero?) direi che i tempi sono maturi per accettare il matrimonio per tutti, o meglio ancora per abolire definitivamente il matrimonio.
#2936
Tematiche Filosofiche / Re:I numeri e le lettere
11 Gennaio 2020, 13:33:48 PM
Citazione di: Ipazia il 10 Gennaio 2020, 21:22:12 PM
Citazione di: niko il 10 Gennaio 2020, 15:11:08 PM
Per un pregiudizio forse anche scientista, crediamo che la natura si esprima con i numeri, in realtà la natura è una, e si slancia verso l'infinito in ogni sua sia pur minima forma di esistenza, quindi quello da cui essa prescinde sono proprio i numeri.
Il numero, cioè la mediazione possibile e diffusa tra uno e infinito, l'arbitrariamente grande e l'arbitrariamente piccolo, siamo noi. E' la nostra coscienza nella natura, che ce ne restituisce un frammento arbitrario.

Lo scientismo ha tanti difetti, ma questi non includono le paturnie numerologiche che sono piuttosto un vezzo metafisico fin dai tempi di Pitagora. Lo scientismo ha la fissa di ritenere tutto calcolabile, ma le disquisizioni sull'Uno, il Nulla (zero) e l'Infinito le lascia ai filosofi.


Beh, io intendevo anche la tradizione nobile dello scientismo; Galileo afferma che il libro della natura è scritto nel linguaggio della matematica e della geometria; la metafora del libro della natura, che compare e ha grande importanza nel dialogo sui massimi sistemi di Galileo, era vecchia anche ai suoi tempi e risale a san Bonaventura (1200 circa), che parla dei due libri che avrebbe scritto Dio per l'uomo, le sacre scritture e la creazione (la natura); creazione che agli occhi del saggio e dell'innocente può essere letta -decifrata- come un libro e che ha lo stesso valore di verità della sacra scrittura. Dunque nell'immaginario occidentale passiamo da una natura simile a una bibbia, che parla per lettere, parole e simboli, a una natura simile a un libro di matematica senza testo, che parla per numeri, espressioni numeriche e figure geometriche. Questo libro metaforico non solo esprime la natura, ma è la natura, perché si immagina che i suoi numeri e le sue forme siano sempre all'opera, sempre validi, sempre veri, che qualcuno lo legga o no.

Difficile dunque pensare che questa sia solo una questione di calcolo: la scienza ci restituisce una visione del mondo in cui la matematica è intrinseca alla natura; basti pensare al principio di conservazione dell'energia, alla ipotesi indimostrata ma plausibile che l'energia totale dell'universo sia zero, alla casualità epistemica della meccanica quantistica, al principio di indeterminazione, all'eliminazione dell'infinito dalla stragrande maggioranza delle teorie cosmologiche, che ci restituiscono quasi tutte un mondo finito e autocontenuto, profondamente aristotelico nelle sue concezioni di fondo -almeno topologiche-, nonché inesteso (e quindi monadico, spiritualizzato) rispetto all'esistenza di un eventuale spazio infinito che lo contenga.

Superato ogni distinzione tra fenomeno e numeno, la scienza non si occupa di entità, ma di rapporti, e questi rapporti sono esprimibili numericamente: la scienza afferma che il funzionamento regolare della natura avviene che qualcuno lo calcoli o no, quindi implicitamente trova le causa della regolarità della natura nella natura stessa e non nell'uomo o nel suo agire, calcolare compreso.

Il pensiero di un limite a quanto il futuro possa differire dal passato, e un luogo da un altro (quella che Platone chiama la congenericità della natura e che Hume mette in dubbio con geniale scetticismo) dà senso alla scienza: il pensiero di un limite immanente alla quantità di differenza possibile tra le sue parti unifica e matematizza il mondo. Cade la differenza tra cielo e terra, la forza che fa cadere una mela è la stessa che muove i pianeti. Se ci fossero due luoghi assolutamente  incompatibili tra loro nello spazio, o due attimi assolutamente incompatibili nel tempo, tali cioè che l'esistenza dell'uno escluda l'esistenza dell'altro, la scienza non avrebbe senso, almeno non nelle sue pretese universaliste e scientiste; sarebbe scienza di una parte del mondo e non di tutto il mondo, mondo che essa unifica sotto la bandiera del numero, dell'osservazione ripetibile e della matematica: è per questo che la scienza non è letteratura, misticismo, intimismo o poesia.
#2937
Tematiche Filosofiche / Re:I numeri e le lettere
10 Gennaio 2020, 15:11:08 PM
Io penso che il numero, questo grande sistema di mediazione tra l'uno (l'uno nel senso pitagorico del termine, quindi l'uno che non è un numero) e l'infinito (infinito che è incalcolabile, quindi che anch'esso non è un numero), in ultima analisi sia illusione, e la realtà, ridotta ai minimi termini, quindi la realtà come non appare alla vita, si componga dei due non-numeri uno e infinito, con il mondo, che è uno, e le cose del mondo, che sono infinite.

Le cose del mondo ci sembrano finite, perché vediamo sempre una sequenza arbitrariamente estratta dalla loro serie. Espandendo arbitrariamente la nostra coscienza fino a farla coincidere col mondo, le cose ci sembrerebbero infinite.

Viceversa il mondo ci sembra sempre non-uno, duale, perché crediamo di esistere come viventi e di avere un mondo interiore, quindi di essere un mondo nel mondo, di costituire con la nostra stessa esistenza una contro-universalità rispetto all'universo che ci ospita e ci contiene; non ammettiamo fino in fondo che anche i nostri contenuti interiori di pensiero e -apparente- soggettività sono tratti dal mondo e lo compongono, quindi pur con tutta la nostra soggettività, emotività, senso di unicità e riflessività non siamo un mondo nel mondo, ma molto più banalmente una parte del mondo nel mondo. Riducendo arbitrariamente la nostra coscienza fino ad annullarla, il mondo ci sembrerebbe uno, noi smetteremmo di essere un mondo nel mondo, un contro-mondo.

Per un pregiudizio forse anche scientista, crediamo che la natura si esprima con i numeri, in realtà la natura è una, e si slancia verso l'infinito in ogni sua sia pur minima forma di esistenza, quindi quello da cui essa prescinde sono proprio i numeri.
Il numero, cioè la mediazione possibile e diffusa tra uno e infinito, l'arbitrariamente grande e l'arbitrariamente piccolo, siamo noi. E' la nostra coscienza nella natura, che ce ne restituisce un frammento arbitrario.
#2938
Citazione di: anthonyi il 10 Gennaio 2020, 08:12:24 AM
Citazione di: viator il 09 Gennaio 2020, 22:44:20 PM
Salve Eutidemo. a proposito di : "Per quanto concerne i rapporti "inter-genere", e, cioè, tra donne e uomini, nell'ambito della coppia eterosessuale (il che, però, vale anche per quella omosessuale),...........".
Diciamo pure che le coppie omosessuali non dovrebbero venir riguardate dalla Costituzione o dalle Leggi. Ciò perchè (e lo dico su base puramente LOGICA e priva di implicazioni omofobe od omofile) proprio gli affari esclusivamente affettivi o sessuali delle PERSONE - una volta tolte di mezzo le responsabilità della procreazione - riguardano appunto le PERSONE e non le COPPIE e LE FAMIGLIE.

Per il medesimo criterio LOGICO non deve poter esistere un matrimonio omosessuale, dato anche (quasi nessuno se lo ricorda) che la corretta etimologia di "matrimonio" discende da "contratto per rendere madre" (estensivamente, se vogliamo, anche ".....per rendere padre").

I fatti propri affettivi, sessuali non riproduttivi, patrimoniali etc. etc............ripeto..........possono  e devono venir regolati solo da volontà e patti rigorosamente personali magari riconoscibili e registrabili dal Diritto ma mai sorgenti da questo ! Saluti.

Ciao viator, direi che mi trovo con le tue affermazioni, la funzione del matrimonio nella nostra società ha poco a che fare con la sessualità degli individui, e molto con la funzione educativa nei confronti dei figli.
Oltretutto l'istituzione di un "matrimonio gay" presenta lo spiacevole effetto di produrre una registrazione di coloro che hanno una certa propensione sessuale, e questo non credo sia opportuno.
Il desiderio delle persone che si vogliono bene di convivere stabilmente credo vada comunque salvaguardato, favorendo una ufficializzazione delle convivenze tra 2 o più persone senzienti, indipendentamente dal fatto che alla base di tale scelta vi sia una ragione sessuale o meno.
Un saluto



Il matrimonio è matrimonio, cioè un'unione tra due persone, non deve essere gay o non gay. Se uno vuole nascondere le proprie tendenze sessuali può anche non sposarsi (sposarsi non è obbligatorio).  

Per farti vedere la cosa a parti invertite, pure uno che è nato e cresciuto in uno di quei quartieri di alcune metropoli degli usa in cui la maggior parte (più del cinquanta per cento) degli abitanti è gay, può sviluppare uno strano complesso psicologico per cui lui è etero ma si vergogna di essere etero, in quanto diverso dalla gente del suo quartiere, con cui è nato e cresciuto...
e allora non sarà certo obbligato per legge a sposarsi, ma potrà portare avanti una relazione etero clandestinamente, se così ritiene; esattamente come tanti gay nel mondo che hanno complessi di colpa o una "normalità di facciata" (da mantenere in ambienti bigotti che vedono l'eterosessualità come normalità), per loro scelta (più o meno sofferta e obbligata) portano avanti relazioni gay clandestinamente, appunto per non uscire allo scoperto e non "registrarsi": il matrimonio non è e non deve essere mai obbligatorio, per nessuno!

Comunque, visto che ho detto che il matrimonio deve essere l'unione tra due persone a prescindere dalla tendenza sessuale, ci tengo a precisare che anche riguardo al fatto del due, spero che prima o poi evolveremo verso condizioni di disponibilità di opzioni più naturali e diversificate, tipo poligamia, poliandria, poliamoria, eccetera, e cadrà l'obbligo (vetusto e residuale) che il matrimonio debba essere per forza  tra due persone, come se il due nelle relazioni umane fosse un numero magico che significa qualcosa più degli altri, ma ancora non siamo pronti a questa evoluzione e siamo legati all'idea romantico-procreativa dell'amore di coppia.

Comunque a proposito di tutto il discorso in generale, sono interessanti anche i pregiudizi sociali che ci sono nei confronti di coppie antipaoline, in cui la donna lavora e l'uomo sta a casa coi figli; come occidentali ci pensiamo liberi ed emancipati dal punto di vista delle relazioni e dell'organizzazione della vita familiare, ma penso che molti, soprattutto italiani, se sapessero di una coppia così, in cui, per scelta di entrambi e non per problemi temporanei e contingenti, la donna lavora e l'uomo fa le faccende domestiche e sta a casa coi figli, nel loro profondo inorridirebbero, per non parlare della possibilità di coppie antipaoline nei confronti del potere e della decisionalità, in cui consensualmente comanda e prende le decisioni più importanti la donna.

Nelle tipologie degli esempi iniziali di coppie possibili nel post di apertura, è interessante notare che le coppie antipaoline, in cui la donna decide e il marito esegue, o in cui la donna lavora e il marito sta a casa, neanche figuravano, e questo ci definisce come tipo di società e di cultura che siamo, e ci fa capire come i morti pesino sui vivi, la tradizione sull'innovazione.
#2939
Citazione di: viator il 09 Gennaio 2020, 22:44:20 PM
Salve Eutidemo. a proposito di : "Per quanto concerne i rapporti "inter-genere", e, cioè, tra donne e uomini, nell'ambito della coppia eterosessuale (il che, però, vale anche per quella omosessuale),...........".
Diciamo pure che le coppie omosessuali non dovrebbero venir riguardate dalla Costituzione o dalle Leggi. Ciò perchè (e lo dico su base puramente LOGICA e priva di implicazioni omofobe od omofile) proprio gli affari esclusivamente affettivi o sessuali delle PERSONE - una volta tolte di mezzo le responsabilità della procreazione - riguardano appunto le PERSONE e non le COPPIE e LE FAMIGLIE.

Per il medesimo criterio LOGICO non deve poter esistere un matrimonio omosessuale, dato anche (quasi nessuno se lo ricorda) che la corretta etimologia di "matrimonio" discende da "contratto per rendere madre" (estensivamente, se vogliamo, anche ".....per rendere padre").

I fatti propri affettivi, sessuali non riproduttivi, patrimoniali etc. etc............ripeto..........possono  e devono venir regolati solo da volontà e patti rigorosamente personali magari riconoscibili e registrabili dal Diritto ma mai sorgenti da questo ! Saluti.


Viator, c'è qualcosa che non va nella tua logica, perché sebbene la maggior parte delle coppie etero sposate procreino "normalmente", c'è comunque una buona parte di coppie etero sposate che per scelta o per condizioni mediche non procreano mai nella vita o "procreano" in modi e in sensi diversi da quello tipico, con l'eterologa/l'utero in affitto/l'adozione, spesso per risolvere o aggirare un problema medico di sterilità, e godono comunque di tutti i diritti civili derivanti dal matrimonio pure se non hanno procreato mai, o hanno "procreato diversamente" con l'adozione, o sono ricorse a tecniche che prevedono l'intervento di terzi per procreare o addirittura per gestare; ora è vero che una coppia di due uomini o di due donne non potrà mai procreare normalmente, ma potrà vivere insieme non procreando (come molte coppie etero), o procurarsi figli con l'adozione, l'eterologa o l'utero in affitto (come molte coppie etero in cui uno dei due è sterile o molto vecchio), quindi non c'è alcun motivo logico per non estendere a loro il matrimonio, che gli darebbe gli stessi diritti delle coppie etero che non hanno mai procreato, ma sono comunque sposate, o che hanno superato un problema medico altrimenti insuperabile con tecniche di fecondazione o di gestazione eterologa, e sono comunque sposate.

Oppure si annulla il matrimonio per tutti, rimane come rito religioso per chi lo vuole fare, e gli effetti civili della "registrazione della convivenza", che sostituirebbe il matrimonio, varrebbero indistintamente per tutti i tipi di coppie. Ma che alcune coppie si possano sposare, e altre no, è discriminatorio, poiché la procreazione è banalmente solo un esito possibile e probabile del matrimonio, non un esito necessario e inevitabile, quindi chi non può o non vuole procreare non può essere escluso per principio dal matrimonio, a meno di non escludere tutti e non abolire un'istituzione vetusta e inutile, che per me sarebbe l'optimum, meglio ancora di legalizzare i matrimoni gay.

Io non vedo l'ora di non essere più classificabile tra i mammiferi, quando inventeranno una incubatrice abbastanza avanzata per una gravidanza interamente extrauterina, dall'inizio alla fine: in quel momento, in quel punto della storia, la razza umana (homo sapiens) uscirà dalla classificabilità tra i mammiferi da un punto di vista prettamente zoologico, e saremo sia mammiferi che ovipari, un po' come gli ornitorinchi, a proposito di postumano. Così non dovrò più sentire storie sulla famiglia "naturale", l'unione di uomo e donna santificata e ideologizzata come se fosse degna di una tutela particolare e stupidaggini varie. La natura è tecnologia, e la tecnologia, se gli diamo qualche secolo e non ci autodistruggiamo prima, ci farà superare la condizione di mammiferi, altroché famiglia naturale.

In alternativa, si dovrà inventare la macchina per fare il processo alle intenzioni o prevedere il futuro, se si vuol distinguere a priori tra chi si sposa con l'intenzione di procreare e chi si sposa senza l'intenzione di procreare.
#2940
Citazione di: Eutidemo il 03 Gennaio 2020, 06:43:29 AM
Citazione di: myfriend il 02 Gennaio 2020, 17:13:53 PM
Citazione di: Eutidemo il 02 Gennaio 2020, 14:07:46 PM
Ciao Myfriend :)
L'evoluzione non ha affatto lo "scopo" di creare organismi sempre più sofisticati in grado di "percepire" la vera essenza dell'universo, bensì, semplicemente di creare organismi sempre più adatti a sopravvivere in un determinato ambiente; è questo che ci insegna la paleontologia, e nient'altro.
Anzi, più correttamente, l'evoluzione non ha alcuno scopo, ma è il semplice risultato della selezione naturale!
Un saluto! :)

P.S.
Stiamo andando OFF  TOPIC!
La paleontologia NON insegna affatto quello che dici tu.
Nè potrebbe MAI insegnarlo. Perchè? Perchè la paleontologia è una scienza. E la scienza insegna solo quello che può dimostrare.
E MAI nessuno scienziato ha MAI dimostrato scientificamente - nè potrebbe mai farlo - quello che dici tu e cioè che l'evoluzione non ha alcuno scopo.
Saluti.

E' verissimo!
E, se è per questo, MAI nessuno scienziato ha MAI dimostrato scientificamente - nè potrebbe mai farlo - che Babbo Natale non esiste; per cui chiunque è libero di crederci.
Ed infatti, fino a tre anni, ci credevo pure io! :)


E' facilissimo dimostrare scientificamente che babbo natale non esiste, perché se esistesse dovrebbe superare la velocità della luce per consegnare tutti i regali in tempo!

Babbo natale se esiste è un tachione!