Citazione di: viator il 21 Dicembre 2019, 15:04:20 PM
Salve Niko. Dopo aver letto la tua semidelirante "tirata" in favore di tutti i bisognosi (ma anche di tutti i piccoli delinquenti ed i fancazzisti) del mondo, mi limito a selezionare la seguente tua piccola perla ; "Chi preme per entrare ha diritto di entrare".
A questo punto ti daremo retta e, oltre ai muri, elimineremo pure le porte, per prima (l'esempio dovresti darlo tu) quella di casa tua.
Comunque, se premendo si acquista il diritto di entrare, ciò dovrebbe risultare vero anche per le potenze capitalcolonialiste del passato e del presente, no ?. Vorremo mica negar loro la possibilità di migliorare il proprio futuro ! O ci deve essere qualcuno che giudica chi ha il diritto di entrare dove, come e quando invece no ??. Saluti.
Eppure è semplice, siamo tutti umani, la nostra casa è il mondo, abbattere i privilegi, cioè le "porte" in senso lato, delle "case" in senso lato, dove per motivi arbitrari -e ingiusti- non si può entrare, ci farebbe stare tutti meglio.
Siamo già tutti a casa in quanto terrestri, chi sostiene il nazionalismo e la proprietà privata pretende di essere ancora più a casa in un punto in particolare della terra di quanto non lo sia già ovunque in tutti in punti della terra. La casa mia, il paese mio, l'orticello mio eccetera. I politici che io eleggo su scala locale che devono privilegiare me in quanto elettore, quindi prima gli italiani, prima i padani, prima il paesino mio eccetera. La morte di ogni progetto universalista e realmente collaborativo su scala mondiale. E questo ci pone in una condizione di conflitto permanente, soprattutto con gli altri abitanti della terra meno fortunati.
Il problema è il razzismo culturale di chi pretende che i suoi privilegi, il suo mangiare mentre gli altri muoiono di fame, derivino da una maggior laboriosità o da un'elezione storica o divina di qualche tipo (il fardello dell'uomo bianco, le conquiste da difendere dei nostri avi, magari condite in salsa sinistroide come conquiste dei lavoratori) e non da una maggior fortuna che lo ha visto nascere dalla parte "giusta", cioè fortunata, in un sistema mondiale di sfruttamento, come ho già illustrato nel mio intervento. Ma il re è nudo. Sarà la storia a decidere se c'è un nesso causale di qualche tipo tra quelli che mediamente mangiano e quelli che mediamente muoiono di fame, e se essere nati in un luogo o in un altro della terra sia questione di merito, virtù, fortuna o privilegio.
A me piace pensare che quelli che nel novecento, prima e seconda metà del novecento, hanno lottato per i diritti dei lavoratori, welfare, pensioni, salario, dignità, erano in maggioranza socialisti o comunisti, e quindi inorridirebbero se questo sogno di estensione dei diritti sociali, che è un sogno intrinsecamente mondiale, fosse declinato su scala locale, come privilegio di qualcuno da difendere contro qualcun altro. Come privilegio che i politici eletti nel paesino x devono difendere contro gli abitanti dell'altro paesino y per raggranellare effimero, e a lungo termine disastroso, consenso.
E mi piacerebbe che chi è razzista, anche solo culturale, cioè chi sente in cuor suo di appartenere a una cultura, o peggio ancora a una religione, superiore, lo ammettesse una volta per tutte.