Due obiezioni per i critici del paradigma scientifico darwiniano.
Diamo per attendibile e "scientificamente provata" la scoperta di una lunga serie di specie animali e botaniche che si sono estinte, dai dinosauri alle tigri dai denti a sciabola. Se non vi fosse un fattore evolutivo e tutto fosse già stato predeterminato nel momento "X" dovremmo concludere che ci troviamo di fronte ad un processo di progressiva estinzione di tutte le specie animali. E' come se si trattasse di un patrimonio originariamente pieno che si deteriora di era in era, al punto tale che prima o poi, "uno solo resterà".
Si tratta evidentemente di una descrizione iperbolica e del tutto priva di realtà, visto che, agli stadi biologici più semplici, batteri e virus, si formano continuamente nuove specie, con nuove combinazioni di codice genetico.
Ebbene una caratteristica delle teorie scientifiche è quella di spiegare in modo attendibile e possibilmente elegante un evento osservabile, o un processo, o un oggetto fisico e la teoria dell'evoluzione di Darwin funziona da questo punto di vista.
E' vero che c'è una certa convenzionalità in tutto questo, poichè anche il mio codice genetico differisce, anche se in misura minima, da quella degli altri homo sapiens. Abbiamo in comune circa il 99% del codice genetico, il rimanente uno per cento serve a differenziarci in termini di altezza, colore degli occhi, predisposizione alle malattie, resistenza agli agenti patogeni e così via. Quindi potrei tranquillamente anche dichiarare di far parte di una diversa specie animale: l'homo jacopiensis.
In secondo luogo criticare il modello darwininiano senza proporne uno alternativo mi sembra piuttosto insensato. Se non c'è una teoria alternativa, fondata su ipotesi più o meno fondate, provare a demolire la teoria di Darwin è un puro esercizio sterile e retorico.
Diamo per attendibile e "scientificamente provata" la scoperta di una lunga serie di specie animali e botaniche che si sono estinte, dai dinosauri alle tigri dai denti a sciabola. Se non vi fosse un fattore evolutivo e tutto fosse già stato predeterminato nel momento "X" dovremmo concludere che ci troviamo di fronte ad un processo di progressiva estinzione di tutte le specie animali. E' come se si trattasse di un patrimonio originariamente pieno che si deteriora di era in era, al punto tale che prima o poi, "uno solo resterà".
Si tratta evidentemente di una descrizione iperbolica e del tutto priva di realtà, visto che, agli stadi biologici più semplici, batteri e virus, si formano continuamente nuove specie, con nuove combinazioni di codice genetico.
Ebbene una caratteristica delle teorie scientifiche è quella di spiegare in modo attendibile e possibilmente elegante un evento osservabile, o un processo, o un oggetto fisico e la teoria dell'evoluzione di Darwin funziona da questo punto di vista.
E' vero che c'è una certa convenzionalità in tutto questo, poichè anche il mio codice genetico differisce, anche se in misura minima, da quella degli altri homo sapiens. Abbiamo in comune circa il 99% del codice genetico, il rimanente uno per cento serve a differenziarci in termini di altezza, colore degli occhi, predisposizione alle malattie, resistenza agli agenti patogeni e così via. Quindi potrei tranquillamente anche dichiarare di far parte di una diversa specie animale: l'homo jacopiensis.
In secondo luogo criticare il modello darwininiano senza proporne uno alternativo mi sembra piuttosto insensato. Se non c'è una teoria alternativa, fondata su ipotesi più o meno fondate, provare a demolire la teoria di Darwin è un puro esercizio sterile e retorico.