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Messaggi - Jacopus

#2941
Due obiezioni per i critici del paradigma scientifico darwiniano.
Diamo per attendibile e "scientificamente provata" la scoperta di una lunga serie di specie animali e botaniche che si sono estinte, dai dinosauri alle tigri dai denti a sciabola. Se non vi fosse un fattore evolutivo e tutto fosse già stato predeterminato nel momento "X" dovremmo concludere che ci troviamo di fronte ad un processo di progressiva estinzione di tutte le specie animali. E' come se si trattasse di un patrimonio originariamente pieno che si deteriora di era in era, al punto tale che prima o poi, "uno solo resterà".
Si tratta evidentemente di una descrizione iperbolica e del tutto priva di realtà, visto che, agli stadi biologici più semplici, batteri e virus, si formano continuamente nuove specie, con nuove combinazioni di codice genetico.
Ebbene una caratteristica delle teorie scientifiche è quella di spiegare in modo attendibile e possibilmente elegante un evento osservabile, o un processo, o un oggetto fisico e la teoria dell'evoluzione di Darwin funziona da questo punto di vista.
E' vero che c'è una certa convenzionalità in tutto questo, poichè anche il mio codice genetico differisce, anche se in misura minima, da quella degli altri homo sapiens. Abbiamo in comune circa il 99% del codice genetico, il rimanente uno per cento serve a differenziarci in termini di altezza, colore degli occhi, predisposizione alle malattie, resistenza agli agenti patogeni e così via. Quindi potrei tranquillamente anche dichiarare di far parte di una diversa specie animale: l'homo jacopiensis.
In secondo luogo criticare il modello darwininiano senza proporne uno alternativo mi sembra piuttosto insensato. Se non c'è una teoria alternativa, fondata su ipotesi più o meno fondate, provare a demolire la teoria di Darwin è un puro esercizio sterile e retorico.
#2942
Attualità / Re:I bulli e la scuola
20 Maggio 2018, 01:34:30 AM
Ciao Angelo.  Le tue posizioni sul problema sono da un lato troppo generalizzanti e dall'altro troppo idealistiche. I cosiddetti bulli non sono tutti fatti della stessa pasta. Ci sono i bulli gregari e i bulli leader, ci sono i bulli vigliacchi, che appena vedono il pennacchio dei carabinieri se la fanno sotto e i bulli "duri". Ci sono bulli che provengono da ambienti familiari borghesi o anche estremamente ricchi e ci sono bulli che provengono dalle periferie e dalle borgate.
Il bullo va sicuramente fatto ragionare ma non sempre (anzi quasi mai) è disposto a seguire la voce della ragione. La sua ragione di solito tende a sminuire quello che è stato commesso (è stato uno scherzo), oppure a dire: "se lo meritava, se era davvero in gamba poteva ribellarsi...è più debole e quindi è giusto che subisca". Per non parlare dei bulli patologici, quelli che pensano che siano sempre gli altri ad attaccarli e quindi attaccano preventivamente, o quelli che hanno una percezione di sè talmente svalutata, da rendere necessario l'attacco "esterno" proprio per evitare di guardare quel sè svalutato.
Ad ogni modo la punizione è in certe situazioni doverosa, sia per salvaguardare la società, ma anche nello stesso interesse del bullo. Portarlo in una Comunità o in Carcere gli dà il senso del limite. Si rende conto, finalmente, che esiste qualcuno che si accorge della sua esistenza: paradossalmente più spesso di quello che si crede, il sistema repressivo/giudiziario da una risposta e si occupa del bullo, che precedentemente era rimasto un fastidioso rumore di fondo. Ovviamente occorre che quel sistema repressivo/giudiziario abbia del "sale in zucca" e non faccia "spaccare le pietre" ma utilizzi lo spazio del contenimento fisico per avviare un cambiamento. Credo però in sostanza che essere puniti sia un diritto degli stessi "colpevoli" o se la parola "colpevoli" non ti piace, usa "responsabili", poichè ognuno di noi deve sentirsi responsabile dei propri atti, e solo dopo si può anche discutere delle innegabili influenze della società, dei geni, della casualità, o di quant'altro.
#2943
Sottolineo due aspetti. La discussione si intitola "l'evoluzionismo darwiniano è scientificamente attendibile?". Di questo si tratta. A proposito di un disegno intelligente oppure no, direi che la questione esula dalla discussione qui avviata. Ad ogni buon conto ripeto che la teoria evoluzionista nulla dice e nulla può dire a proposito di un Ente superiore che ha progettato tutto. Teorizza soltanto come si sono sviluppati gli esseri viventi nel corso del tempo. Resta però abbastanza insoluta una domanda fondamentale: come ha fatto la materia inorganica a diventare organica, ma Darwin non si è mai sognato di rispondere a questa domanda.
#2944
Attualità / Re:I bulli e la scuola
19 Maggio 2018, 13:35:11 PM
Ancora qualche pensiero.
CitazioneNon esistono padri che non abbiano l'obbligo di ammettere di essere anche fratelli, cioè persone che hanno anch'esse bisogno di imparare e correggersi.
Nessun padre ha l'obbligo di ammettere di essere fratello. Anzi questa sovrapposizione di ruoli è, a mio parere, patologica. Come quando i genitori dicono di essere gli amici dei figli. I genitori devono fare i genitori e questo significa essere responsabili e decidere. Magari capiterà anche di sbagliare qualche volta e il bravo genitore cercherà indubbiamente di correggere l'errore, ma comunque una volta detta una cosa, impartita una prescrizione, quella deve essere, altrimenti assistiamo a quel gioco delle parti in cui è il padre a chiedere  al figlio il permesso per fare le cose. E il figlio, talvolta può credere che tutto giri intorno a lui. E' proprio in un'ottica di interiorizzazione del principio di autorità che occorre fare questo, a meno che non si creda in un mondo dove vige l'anarchia e i figli dei fiori (ma gli esperimenti in questo campo sono stati tutti piuttosto fallimentari) e il "siamo tutti uguali" (ma non siamo tutti uguali).

CitazioneAh sì? E perché, fin'ora, come si è operato, di grazia, potrei saperlo? Il Buonismo è fallito, ora cosa facciamo, si può essere ancora più buonisti? Credo di sì. Credo che chi segue una certa mentalità di sinistra non sia più capace di vedere limiti, (come si evince dai commenti di Cannata, di Jacopus e dai quasi a mio avviso deliranti commenti di baylham), pertanto continuerà a sbattere la testa contro i muri, si vedrà sanguinante e rintontito e continuerà a sostenere che i muri sono una creazione della mente, finché non morirà a causa dei ripetuti traumi cranici.

Come ha già fatto Angelo, invito Elia ad essere più rispettosa. Se può essere utile, la invito a leggere i post di Altamarea, che spesso hanno una vicinanza ideologica con quanto scritto da Elia, ma con l'attenzione a non offendere nessuno.

CitazionePrincipi assoluti si/no
Le masse sono manipolabili anche attraverso principi assoluti. La storia ci fornisce una serie impressionante di dati in questo senso. Invece proprio laddove vige il relativismo è più difficile riscontrare violenza sia dall'alto che dal basso. Vorrei ricordare ancora una volta che viviamo, nel mondo occidentale, nell'epoca in cui è più basso il livello di violenza e che è anche uno degli intervalli più lunghi in cui non si è scatenata una guerra. Nel terzo mondo, dove invece sono dominanti i modelli assolutistici, religiosi e politici, la violenza mi sembra leggermente superiore.
Questo discorso però forse necessiterebbe di un thread apposito.
#2945
Attualità / Re:I bulli e la scuola
17 Maggio 2018, 22:50:50 PM
Le societa' si sono sempre dotate di reazioni contro chi commetteva atti "negativi". La ricetta tradizionale vuole che al male si risponda con il male: e' la logica "retributiva" gia' divulgata da un famoso passo della Bibbia. Da allora pero' ne abbiamo fatta di strada. Voler restare a quel modello e' indice di qualche malfunzionamento sociale. E' evidente e ormai verificato che laddove le pene sono miti i reati sono in percentuale minore.
Nel caso di un bullo, chiamiamolo Donald, avere un diritto sanzionatorio mite non significa "perdonare". Donald dovra' svolgere delle attivita' riparative e formative che siano in grado di rimodellare i suoi comportamenti e prima ancora le sue credenze e i suoi ideali. Metterlo in galera rientra esattamente nel suo modello di mondo, ma la sua condanna serve soprattutto alla sete di vendetta della societa'. Forse con la privazione della liberta  si puo' ottenere qualcosa anche dal bullo, ma nel migliore dei casi sara' un soggetto represso e pronto ad esplodere in una fase problematica della sua vita. Ad esempio una alternativa e'  la riconciliazione con la vittima,  che quando la vittima lo consente ha un valore catartico e di cambiamento grandissimo, incomensurabile rispetto ad una condanna. Ma come ho gia' scritto ogni persona ed ogni bullo e' una storia a se'. Non e  escluso che in certi casi piu' difficili e minati da multiproblematicita' non vi siano alternative alla carcerazione. Ma anche in questo caso occorre tener presente il costo del carcere in termini di stigma, di apprendimento di una carriera delinquenziale che potrebbe rendere quel soggetto ancora piu' pericoloso.
Ancora una volta echeggia il motto di "Canetti": o ci salviamo tutti o non ci salviamo". Il percorso contro il bullismo e' un percorso che ci riguarda tutti e va fondato ad esempio in una distribuzione piu' equa delle risorse culturali, visto che la violenza e' spesso associata alla deprivaziond culturale. Il discorso si fa lungo.
#2946
Ciao Donalduck. Credo che mettere una lista di testi sia inutile di fronte a chi e' convinto della giustezza della sua teoria pro o contro. Faccio l'esempio della falena betullaria che avrebbe modificato il suo colore a causa dell'inquinamento dell'inghilterra industriale. Vi sono testi a favore di questa tesi e contrari. E tu potresti citare quelli avversi. L'autorevolezza della teoria evoluzionistica deriva dal metodo scientifico adottato. Inoltre se condividiamo gran parte del ns codice genetico con tutte le forme di vita mi sembra gia' una prova evidente che ci siamo sviluppati dalle stesse forme di vita. Le scoperte genetiche hanno confermato quello che aveva gia' delineato Darwin. Abbiamo il 98,2 per cento del Dna in comune con lo scimpanze' e poco meno con il gorilla e l'orango. Questo non significa che discendiamo dallo scimpanze'. L'evoluzione procede a cespuglio non per discendenza diretta. Non a caso il dna del homo sapiens conserva una parte del dna dell'uomo di neanderthal. Ovvero tra i 100.000 e i 30.000  anni fa coesistevano due specie molto simili che potevano anche accoppiarsi fra loro. Lo scioglimento dei ghiacci e la conflittualita' extraspecifica determinarono l'estinzione dell'uomo di Neanderthal.
Se vuoi una bibliografia te la posto nei prossimi giorni ma non credo che possa avere un effetto su coloro che si oppongono alla teoria evolutiva.
#2947
Da questa tua breve presentazione penso invece che tu abbia i requisiti per intervenire. Ben arrivato comunque.
#2948
Forse esagero ma questa discussione mi conferma quello che penso, ovvero che la "differenza imposta socialmente per assicurarsi un potere" fra uomo e donna, sia il prototipo di ogni tipo di razzismo. Con questo non voglio dire che non ci siano differenze fra uomo e donna come fra un cinese e un canadese, ma che queste differenze invece di essere considerate come un bene, un tesoro da condividere e da utilizzare, venga "manipolato" per affermare che le donne sono stupide, o sono più adatte a fare attività "emotive", oppure che sia il turacciolo che una volta stappato, fa venire meno ogni senso del limite.
Che vi siano discriminazioni mi sembra evidente, basta ogni tanto ricordarsi degli studi che dicono che a parità di professione le donne guadagnano di meno. E viviamo comunque nello splendido occidente. Immaginate solo lontanamente di quello che accade nel terzo mondo, dove ancora impera indisturbato il mito della "differenza" fra uomo e donna. Non risulta che il codice del dna della donna sia diverso da quello dell'uomo. Ciò che cambia è l'educazione e l'inserimento in un contesto sociale dove vengono interiorizzati dei ruoli di subalternità. Personalmente, nella mia esperienza professionale, devo dire che le donne, forse perché giunte alla realizzazione nel lavoro da meno tempo, sono mediamente più serie dei colleghi maschietti.
Difendere la parità dei diritti uomo-donna, pertanto è un dovere per ogni persona che voglia difendere i diritti di tutti, perchè la condizione simbolica di "donna" è stata nel corso dei secoli attribuita agli ebrei, ai negri, ai meridionali, agli arabi, ai giapponesi, ai mussulmani, ai cristiani, ai protestanti, ai russi ed anche agli italiani.
Che agli uomini dia fastidio perché così devono pensare anche loro a rammendare la camicia, o preparare il pasto o cambiare il pannolino, mi sembra questo davvero stupido e degno di un paese culturalmente arretrato, come del resto in parte ancora siamo.
#2949
Aggiungo questa citazione da un famoso dibattito che vi fu quando Darwin era ormai anziano, fra un difensore della sua teoria (Huxley) e un vescovo anglicano:
Vescovo Wilberforce, con ironia: "È da parte di suo nonno o di sua nonna, Sir, che lei è imparentato con le scimmie?"
Huxley: "Se dovessi scegliere per mio antenato fra una scimmia e un uomo che, per quanto istruito, usi la sua ragione per ingannare un pubblico incolto, [...] non esiterei un istante a preferire una scimmia." 
#2950
La discussione ha toccato davvero molti argomenti ed è difficile destreggiarsi. Ringrazio pertanto l'ultimo intervento di Angelo che è riuscito a sintetizzare il percorso fatto. Io mi limito ad una obiezione molto specifica. Ad un certo punto qualcuno ha scritto (il Dubbio credo) che la teoria di Darwin è un opinione perchè fondata solo sulle osservazioni fatte alle Galapagos.
Vorrei ricordare che il viaggio sulla nave Beagle durò quasi cinque anni e che Darwin fece missioni naturalistiche in Brasile, Argentina, Cile, Isole Galapagos, ed Australia. Tutto il materiale raccolto fu meditato negli anni successivi e "l'origine della specie" fu pubblicato più di dieci anni dopo dal ritorno della Beagle a Plymouth.
Le prove sulla scientificità della teoria si trovano in una serie sterminata di studi di biologia, di genetica, di paleontologia. Giustamente trattandosi di una teoria scientifica non pretende di essere "vera" in modo assoluto. Lo è fino ad oggi, finché non si troverà una teoria più rispondente alla realtà, sulla base di verifica empirica e di sottoposizione all'esame della comunità scientifica.
Ne dico velocemente solo un'altra. Questi signori (https://en.wikipedia.org/wiki/Peter_and_Rosemary_Grant), hanno osservato per più di trent'anni le popolazioni di fringuelli di darwin alle Galapagos, dimostrando che il mutamento del becco di una specie è derivata da una grave crisi ambientale verificatasi nel 1979. La dimostrazione è stata fatta misurando il becco prima e dopo la carestia alimentare che aveva riguardato quella specifica specie di fringuello di Darwin (ce ne sono circa 14, una per ogni isola).
#2951
E' una domanda che mi sono fatto spesso anch'io. Una risposta che mi è sempre piaciuta è storica. Il sapere e l'istruzione sono stati un potente grimaldello usato dalla borghesia per rovesciare il potere aristocratico fondato sulla tradizione. E' stato un processo lungo, poichè l'aristocrazia non ha mollato la presa dopo la presa della Bastiglia, come una certa iconografia lascia intendere. Inoltre una volta assunto il potere, anche attraverso il "culto del sapere", è ovvio che la stessa aspirazione sia stata trasmessa all'intera società. Si trattava di un valore fondante di una certa epoca e pertanto veniva rispettato anche da coloro che non appartenevano a quella classe.
Ad un certo punto questo meccanismo di "aspirazione al sapere" si è rotto. E' subentrato un nuovo tipo di "modello" vincente, che non pone più la cultura e il sapere come valori. E' ben visibile la decadenza del ruolo dell'insegnante, da ambito ruolo della media borghesia a lavoro a cui destinare fasce di sottoproletariato pagato in modo discontinuo e precario e cui ci si può opporre anche con la violenza.
E' possibile che in parte questo processo sia stato manovrato dall'alto, poichè incrementare il livello di conoscenza universalisticamente può comportare un disequilibrio dei rapporti di forza economica e politica, come ha dimostrato il marxismo. Ma parallelamente e in modo molto più potente, secondo me, opera un congegno diverso, ovvero "la democratizzazione come livellamento verso il basso".
Leggere un libro, studiare, applicarsi è faticoso (vi ricordate Alfieri che si faceva legare sulla sedia?). Per affrontare seriamente un argomento bisogna sviscerarlo, approfondirlo, passare mesi sopra i libri (o i documentari). Tutto questo nella nostra epoca veloce non va più bene. Sembra quasi un'offesa non poter mettere sullo stesso piano vaccinisti ed antivaccinisti, creazionisti e darwinisti, adepti di sette sataniche e studiosi di teologia.
Tutti "democraticamente" hanno diritto ad esprimere la loro opinione anche se si tratta di una boiata e ciò svilisce il lavoro oscuro di chi studia seriamente una materia. Inoltre va considerato il condizionamento dei mass-media, per i quali ogni conflitto, diatriba, confronto è fonte di reddito. Accettare in modo subalterno ciò che dicono dei noiosi luminari non rende "click" e non fa vendere copie.
La "cultura dello spettacolo" e la "democratizzazione come livellamento verso il basso" sono due possibili killers dell'ormai trascorso "culto per il sapere".
#2952
Ciao bluemax. Ti vorrei far notare, ad un primo livello, che stai usando un certo tipo di razionalità: quella digitale di tipo informatico, dove le informazioni sono univoche e decontestualizzate. Il linguaggio umano, essendo correlato intimamente con la società e con gli altri discorsi che nelle società umane si sviluppano, hanno bisogno di un altro approccio, comunemente detto analogico. Ovvero occorre necessariamente contestualizzare ogni comunicazione con le altre. Pertanto in questo momento storico, dove il problema del femminicidio, dell'uguaglianza di genere, e della violenza famigliare sono temi al centro dell'attenzione, una frase come quella che intitola la discussione, può provocare le reazioni che da te sono considerate illogiche, parziali e irrazionali.
Ad un secondo livello, invece più razionale e logico, occorre sempre motivare e dimostrare le proprie affermazioni, altrimenti la tua frase ha lo stesso valore di dire: "I bambini sono profondamente malvagi se visitano la Francia".
Ad un terzo livello invece hai le tue ragioni, poichè ogni discorso/comunicazione non può dire "tutto" quello che c'è da dire su ogni argomento e necessariamente si deve lasciare uno spazio per immaginare l'argomentatore di "le donne sono stupide" come capace anche di altre attività, espressioni, parole, pensieri e non appenderlo a quell'unica frase detta in un certo momento della sua vita (magari dopo 3 minuti avrebbe potuto dire anche "le donne sono intelligenti).
#2953
L'esistenza di un partito della legalità e dell'onestà non è il principale creatore di disonestà e illegalità, a meno che non sia una maschera ipocrita simile a quelle associazioni antimafia, dietro le quali si nascondono gli stessi mafiosi.
Il nocciolo crudo della questione è che quando alcuni partiti si professano alfieri della legalità significa che si è giunti ad un livello di illegalità e di disonestà altissimo.
E' probabile che un certo livello di illegalità faccia parte del gioco politico da che mondo è mondo, ma quando quel livello supera un certo limite di guardia viene meno lo stesso gioco politico, assorbito dal gioco economico. Il potere politico viene così colonizzato dal potere economico.
All'epoca delle vacche grasse si può tollerare un livello di disonestà più alto, perchè l'assistenzialismo e il clientelismo permettono di tacitare o di rendere complice l'opinione pubblica. Quando invece i rubinetti si chiudono a causa del diverso assetto della ricchezza mondiale, cosa che sta accadendo in questi ultimi venti anni, la disonestà politica si percepisce meglio e viene condannata di più, scatenando anche discorsi piuttosto idioti e demagogici.
Questo a livello di discorso diciamo "sociologico", ma a livello di discorso "etico-morale", nessun politico è autorizzato a corrompere o ad essere corrotto neppure per un centesimo.
#2954
CitazioneMa dove pensiamo di andare con un governo che si forma grazie al via libera della mafia?
Berlusconi non è la mafia. E' un politico, che nel corso della sua vita è sceso a patti con la mafia palermitana, per tutelarsi dalla mafia catanese che aveva minacciato i suoi affari. E' sceso a patti anche con la massoneria e con la loggia P2. Un politico e un uomo d'affari senza scrupoli morali quindi. Ma non è la mafia, è qualcosa di più e qualcosa di meno, di più perché rappresenta una fetta consistente della società italiana, che non necessariamente è mafiosa, qualcosa di meno perché la mafia è una organizzazione fatta di tante altre organizzazioni che si dedicano ad affari in modo non proprio economico. Sicuramente c'è un collegamento fra attività di uomini d'affari senza scrupoli e mafia, ma la stessa cosa si potrebbe dire di Putin o di Donald Trump, probabilmente.

CitazioneBerlusconi non è potente perché è mafioso e fare patti o accordi con la mafia non significa essere mafioso. Le leggi italiane sulla giustizia e sulla criminalità sono il risultato di un accordo con la mafia. La mafia dal dopoguerra in poi ha sempre condizionato la politica italiana. Andreotti è stato l'incarnazione di questo accordo.
D'altro canto questo non significa che dobbiamo rassegnarci a convivere con questa situazione. Convivere con la mafia significa andare negli ospedali e non essere curati. Avere strade e autostrade che costano il doppio e il triplo con la conseguenza che non ci sono poi soldi per migliorare altre infrastrutture relegando la società italiana ad uno sviluppo dimezzato e costringendo ad esempio all'emigrazione  tanti ragazzi o al pagamento dei ticket o all'affidamento dei servizi di pubblica assistenza ai volontari.
Ai tempi del nazismo, si era venuti a patti con lo stesso, almeno prima della guerra, ma occorre sempre distinguere. Il fatto che vi siano organizzazioni parassitarie, violente o che condizionano la vita di tutti non significa che per solo questo fatto siano legittimate ad esistere.
Mi sembra un discorso tra il pessimista e l'assurdo.
#2955
Attualità / La Costituzione e la politica di oggi
08 Maggio 2018, 19:35:28 PM
Nell'immediato dopoguerra le tre principali correnti socio-politiche di allora, mondo cattolico, mondo liberale e mondo comunista riuscirono a scrivere un testo, la Costituzione della Repubblica Italiana, frutto di un compromesso fra visioni politiche piuttosto distanti. Eppure prevalse lo spirito di Servizio nei confronti dell'Italia e a distanza di 72 anni quel testo e' ancora attualissimo.
Oggi solo per il ben piu' semplice accordo di fare un governo tre forze si interdicono a vicenda con un senso di irresponsabilita' spaventoso, solo per provare a vincere il prossimo "gran premio" elettorale come scrive oggi Polito sul Corriere. Le conseguenze le pagheremo noi comuni cittadini grazie all'inevitabile aumento dell'iva, i possibili assalti speculativi.
A proposito. Immaginate questa situazione senza l'ombrello dell'euro. Non oso neppure pensarci. Svalutazione folle e inflazione vertiginosa.