Una analisi completa richiederebbe un pò di screenshots e sarebbe anche un pò spoiler (il film è anche abbastanza recente), ma il commento senza troppo menzionare è:
Il film è centrato, nel senso che il punto di vista dell'autore è centrale al conflitto di classe, non schierato, senza amene pretese di oggettività, ma con semmai pretese di prospettiva. E' forse questo il merito più grande, nel senso che si interessa del conflitto, di costruirlo e svolgerlo alla ricerca della sua bellezza intrinseca, non di cullarsi ideologicamente in una o l'altra sponda del fiume. Entrambe le famiglie vengono rappresentate nelle loro doti, e nelle loro derive ogniqualvolta il conflitto venga a determinarsi e a sbilanciarsi, è un elogio all'equilibrio. Nella prima parte, le famiglie sono divise dal censo, nella seconda parte dalla violenza di classe. Il punto di equilibrio narrativo (quando le due famiglie convivono ) è incorniciato dalla scena centrale in slowmotion, il tempo rallenta per dare risalto all'unico momento dove il regista "compare", a conferma che lui sempre nel centro era rimasto, come un prisma. Altra perla è la sottotrama del fetore, che rimanda all'institualità del risentimento e della condanna di classe, in fin dei conti l'agnello non ha scelto di essere agnello e il rapace di essere uccello (per dirla con Nietzsche).
Se hai recuperato Snowpiercer noterai la stessa ricerca di equilibrio simmetrico, solo rappresentato in maniera più geometrica e lineare dalla lunghezza del treno. La casa, la simmetria intorno ad un punto focale (in questo caso una donna) era un tema anche di Ferro3 e sono anche evidenti le influenze di Oldboy e TheHandmaiden (Ah-ga-ssì). Il segreto di questi tre enfant prodige del cinema sudcoreano è di, invece che un agenda politica, avere ancora una sana o onesta passione per la bellezza - anche e soprattutto quando essa è violenza, conflitto: polemos. Non a caso si interessano così frequentemente del conflitto di classe, e tutte le volte fanno centro. Possibile che dobbiamo farci insegnare dai coreani a fare i film? Pare di si
Il film è centrato, nel senso che il punto di vista dell'autore è centrale al conflitto di classe, non schierato, senza amene pretese di oggettività, ma con semmai pretese di prospettiva. E' forse questo il merito più grande, nel senso che si interessa del conflitto, di costruirlo e svolgerlo alla ricerca della sua bellezza intrinseca, non di cullarsi ideologicamente in una o l'altra sponda del fiume. Entrambe le famiglie vengono rappresentate nelle loro doti, e nelle loro derive ogniqualvolta il conflitto venga a determinarsi e a sbilanciarsi, è un elogio all'equilibrio. Nella prima parte, le famiglie sono divise dal censo, nella seconda parte dalla violenza di classe. Il punto di equilibrio narrativo (quando le due famiglie convivono ) è incorniciato dalla scena centrale in slowmotion, il tempo rallenta per dare risalto all'unico momento dove il regista "compare", a conferma che lui sempre nel centro era rimasto, come un prisma. Altra perla è la sottotrama del fetore, che rimanda all'institualità del risentimento e della condanna di classe, in fin dei conti l'agnello non ha scelto di essere agnello e il rapace di essere uccello (per dirla con Nietzsche).
Se hai recuperato Snowpiercer noterai la stessa ricerca di equilibrio simmetrico, solo rappresentato in maniera più geometrica e lineare dalla lunghezza del treno. La casa, la simmetria intorno ad un punto focale (in questo caso una donna) era un tema anche di Ferro3 e sono anche evidenti le influenze di Oldboy e TheHandmaiden (Ah-ga-ssì). Il segreto di questi tre enfant prodige del cinema sudcoreano è di, invece che un agenda politica, avere ancora una sana o onesta passione per la bellezza - anche e soprattutto quando essa è violenza, conflitto: polemos. Non a caso si interessano così frequentemente del conflitto di classe, e tutte le volte fanno centro. Possibile che dobbiamo farci insegnare dai coreani a fare i film? Pare di si
