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Messaggi - Jacopus

#2956
Attualità / Re:I bulli e la scuola
08 Maggio 2018, 01:09:11 AM
Non si tratta di pregiudizi Angelo, almeno non nel mio caso. Si tratta di conoscere come stanno esattamente le cose. Attribuire tutte le responsabilità all'ambiente è, secondo le più recenti conoscenze, inesatto. Se si vuole affrontare il problema bisogna conoscerlo, come hai detto tu stesso, altrimenti i pregiudizi li abbiamo nei confronti delle discipline che si occupano di questa materia.
Il fatto che una persona abbia una maggiore predisposizione ad atti d'ira e a voler primeggiare non significa doverla reprimere o incatenare. Abbiamo avuto la stessa esperienza con i malati mentali. Dopo la soppressione dei manicomi i malati non sono aumentati e neppure si sono dimostrati così pericolosi, ma i malati mentali sono i portatori di un disagio che ha aspetti organici e aspetti socio-ambientali.
Del resto le due dimensioni sono strettamente interrelate. Non sto dicendo che tutto dipende dal patrimonio genetico, ma dalla connessione fra patrimonio genetico e ambiente.
#2957
Attualità / Re:I bulli e la scuola
07 Maggio 2018, 23:16:24 PM
L'ultimo intervento di Altamarea mi ha fatto venire in mente un memorabile film di Fellini: "prova d'orchestra". Viene descritto in forma metaforica proprio il passaggio che dice Gervaso.
A proposito della predisposizione naturale non è così semplice. Gli studi più recenti sul genoma umano e che prevedono anche il brain imaging stanno dimostrando che non è solo l'ambiente ad influenzare il nostro comportamento ma che ci sono condizionamenti biologici ed organici. Faccio solo l'esempio di un enzima: il Monoamminoossidasi-A o MAO-A. Sono stati fatti studi statistici che hanno rilevato come le persone più aggressive e sottoposte a procedimenti penali, avessero un livello di questo enzima più basso del normale e di come questo basso livello si trasmetta di generazione in generazione. Il basso livello di MAO-A è correlato a maggiore aggressività e maggior impulsività senza tener conto delle conseguenze.
E' evidente che in un ambiente molto violento e degradato è possibile che vengano premiati ed abbiano successo con le donne, proprio gli individui con basso livello di MAO-A, incrementando così la loro presenza.
Si potrebbe dire che l'ambiente produce una impronta sul patrimonio genetico di ognuno di noi, che poi resta impresso anche nel caso in cui quell'ambiente dovesse mutare velocemente, proprio perchè viene trasmesso di generazione in generazione, per via genetica ed è quindi più difficile da trasformare nella vita del singolo individuo.
Occorre sempre, secondo me, tenere presente la duplice dimensione del nostro agire, condizionato dall'ambiente ma anche dal nostro patrimonio genetico.
#2958
Presentazione nuovi iscritti / Re:Presentazione
07 Maggio 2018, 22:45:48 PM
Ben arrivato Fos. Vedrai che è molto semplice scrivere sugli argomenti che ti interessano di più.
#2959
Attualità / Re:I bulli e la scuola
07 Maggio 2018, 11:20:56 AM
Ciao Angelo. Se tirare in ballo la complessità serve solo per evitare di "fare" sono d'accordo con te. Nel mio intervento però volevo sottolineare che il bullismo è un fenomeno che non può essere affrontato in modo omogeneo, perché gli atti di prepotenza e di mancato rispetto riguardano situazioni e ambienti diversi. L'unico aspetto comune è la finalità: che il "prepotente" si renda conto della sua prepotenza e l'abbandoni.
Come questo sia difficile è appurato. Basti pensare a come sia diffusa la storiella "dell'homo homini lupus". Se gli altri uomini sono lupi, allora è normale che io mi comporti da belva.
I sentieri, pertanto, sono molteplici, si intersecano e si sviluppano in modi diversi, perché diverse sono le storie degli ambienti dove i bulli crescono.
Ci sono bulli che provengono da famiglie agiate, che hanno respirato un'aria di superiorità e di violenza nei discorsi dei genitori e che pensano di essere sempre protetti da loro. Ci sono bulli che vengono dalle periferie a cui è stato insegnato dai genitori a spaccare la faccia a chi non li rispetta. Ci sono bulli che lo fanno per paura di diventare vittime, perché da bambini sono stati traumatizzati. Bisognerebbe risalire alla storia di ognuno per comprendere e capire.
Molto intelligente e valido è il sistema della mediazione penale, che si serve del confronto fra vittima e aggressore. In un contesto protetto la vittima parla di come si sia sentito quando era in mano agli aggressori e gli aggressori sono costretti a sentire. Tutto è cominciato da questo evento:

https://it.wikipedia.org/wiki/Commissione_per_la_verit%C3%A0_e_la_riconciliazione

Raccontandosi ed incontrandosi si rivelano gli aspetti sfaccettati e multidimensionali di ognuno di noi: non più il bullo, il razzista, il fascista, il comunista, il cattolico, il negro, lo juventino, il malvagio, ma una persona con tanti aspetti anche contraddittori, una persona umana appunto.
#2960
Attualità / Re:I bulli e la scuola
06 Maggio 2018, 22:51:08 PM
Una ulteriore riflessione. Qui si parla dei bulli, come se fossero una mandria. I bulli vengono descritti come se si assomigliassero tutti, come se tutti fossero destinati a diventare dei rapinatori o dei balordi. Credo invece che gli atteggiamenti prevaricatori dei bulli siano motivati da ragioni molto diverse fra di loro. Immagino che ci siano dinamiche specifiche all'interno di ogni gruppo di bulli. Generalizzando si potrebbe pensare che c'è di solito un "bullo capo", circondato dai suoi minions gregari, con una schiera di gregari ancora più lontani, che magari si limitano a fare da "claque" e infine le vittime, che talvolta indossano il ruolo di vittima, volontariamente, per motivi di bassa autostima e perché credono in modo autolesionista, che quello sia il solo modo per essere accettati (ovviamente parlo di bullismo contro coetanei).
Pensare di adottare un'unica strategia valida sempre per "recuperarli" mi sembra poco realistico. Bisognerebbe conoscere bene l'ambiente da cui provengono, quello in cui sono inseriti, lavorare insieme con scuola, famiglia, contesto informale. Si potrebbero utilizzare, come già si sta facendo, ex-bulli che hanno capito i loro errori e diventano testimoni alla pari (peer-education). Immaginate solo per un istante lavorare in questa direzione nelle diverse parti d'Italia. Laddove c'è una struttura della società più organizzata sarà sicuramente più semplice creare le premesse per un lavoro serio. Invece laddove l'organizzazione sociale è carente, le istituzioni sono lontane, il bullismo non fa neppure notizia, probabilmente, perché non è un evento eccezionale, ma un fatto quotidiano, con il quale bisogna fare i conti.
Insomma un problema complesso va affrontato con strumenti complessi e rimboccandosi le maniche, tutti, adulti, ex-bulli e bulli....
#2961
Non credo che sia così semplice farci fare uno sconto dagli editori, visto che importanti catene di librerie  ti fanno degli sconti da "rabbino scozzese" anche se gli versi mezzo stipendio. Se invece si potesse realizzare, ben venga.
#2962
Attualità / Re:I bulli e la scuola
05 Maggio 2018, 11:52:51 AM
Come ho già scritto, il bullismo degli adolescenti è un fenomeno che ha molte cause. Nel proseguo di questa discussione però ci si è soffermati su un aspetto che considero piuttosto importante e che provo a scindere chirurgicamente dal resto degli interventi.
Da un lato c'è il partito "Cannata-Inverno", che sottolinea l'importanza che ogni autorità sia legittimata sul campo, che si trasformi in autorevolezza/carisma in grado di veicolare il consenso in comportamento maturo, responsabile e non-violento. Dall'altro c'è il partito "Socrate-Stefano" che indica invece la necessità di sottomettersi comunque al ruolo dell'autorità, indipendentemente da come esso viene esercitato (sto semplificando e intervenite se non vi riconoscete in questa semplificazione).
Credo che la polarizzazione su una sola di queste due visioni sia in fondo sbagliata. Non posso accettare un ruolo di autorità sviluppato in modo violento, insensato, incompetente, senza rispetto delle regole e senza rispetto per i sottoposti ma non posso neppure mettere continuamente alla gogna chi di quel potere è stato investito secondo procedure riconosciute valide: il professore ha vinto un concorso, così come un poliziotto o un giudice e tutti, bene o male, sono o dovrebbero essere valutati e monitorati da meccanismi di controllo sulle loro attività.
Esiste un margine operativo per poter dire che, nonostante si pensi di aver subito una ingustizia, quella ingiustizia proviene da una fonte di autorità, che essendo esercitata da un essere umano può anche "sbagliare". Anche da questa accettazione nasce la coesione sociale e nasce ancor di più la capacità degli esseri umani, non di essere accomunati a dei "pecoroni", ma semplicemente di vivere in società, poichè nessuna società complessa che io conosca è organizzata in modo orizzontale, ma sempre in modo gerarchico e attraverso ripartizioni asimettriche di potere. Mettere sempre in discussione questa ripartizione asimmetrica di potere è un gioco senza fine, poichè ognuno di noi ha idee diverse, diverse idee di ripartizione del potere e delle risorse e si troveranno sempre delle ragioni per contestare il potere.
Occorre però contestarlo "ragionevolmente", utilizzando quella che i greci chiamvano "phronesis" e i romani "prudentia".
#2963
Dico la mia. L'evoluzionismo darwiniano è una ipotesi scientificamente attendibile, convalidata da infinite prove e come dice Baylham ha una sua validità universalistica anche per spiegare altri fenomeni come l'evoluzione della società e di tutti i sistemi complessi che devono fronteggiare un ambiente a cui si devono adattare attraverso una selezione e la casualità.
Si conoscono circa 500 miliardi di galassie, ognuna delle quali ha mediamente 100 miliardi di stelle. Quindi in totale le stelle dell'universo visibile dalla terra è di 500 miliari per 100 miliardi. Una cifra cosi 50.000.000.000.000.000.000.000. In questa immensità, moltiplicata per l'immensità del tempo si sono verificati probabilmente moltissimi esperimenti evolutivi, alcuni più duraturi, altri meno.
E' come pensare che vi sia un hangar per la costruzione di un aereoplano in ogni stella, in una vi sarà il motore, in un'altra le ali, in un'altra il software per il pilotaggio, e così via...e solo in alcune, poche di esse, vi saranno tutte le componenti affinchè l'aereo possa funzionare, ma la strabiliante cifra di stelle (a cui bisogna moltiplicare le decine di pianeti rotanti attorno ad ogni singola stella e il tempo infinito che produce variazioni geologiche e astrofisiche), permette di pensare che effettivamente in alcune di esse la vita si sia sviluppata, magari secondo modalità difficili da comprendere da parte del nostro cervello antropocentrico.

In secondo luogo penso che la teoria darwinista in sè non confuta la possibilità di un ente superiore che abbia creato la vita. Lo vediamo sulla terra, c'è sempre una eccedenza di vita, un desiderio di vita e di restare in vita. La ricerca e la permanenza della vita è una legge ineludibile di tutti gli esseri viventi, salvo le debite eccezioni.
Ciò che la teoria darwinista confuta è la centralità dell'uomo. Se condividiamo il 50% del dna con quello della pianta del banano, diventa un pò più difficile pensarci al centro delle attenzioni di una divinità esclusiva per noi. D'altra parte questa constatazione oggettiva può condurci per altri versi ad avere più rispetto per l'intero creato, che non sarebbe stato costruito a nostro uso e consumo, come invece ci viene tramandato dalle prime pagine della Bibbia. Ma come dicevo, l'impulso alla vita del banano e dell'uomo resta un mistero a cui il darwinismo non ha interesse a rispondere e a cui comunque non potrebbe rispondere.
PS: Sul fatto che negli USA sia stato vietato insegnare il creazionismo, penso che sia un atteggiamento responsabile e non una mancanza di democrazia. Altrimenti perché non insegnare che la razza ariana è superiore ai negroidi, oppure che le scie chimiche nel cielo sono una strategia di una loggia massonica, oppure che nell'oceano pacifico esistono nel fondo del mare dei pesci parlanti che hanno scoperto la possibilità di viaggiare nello spazio? La democrazia, in quanto spazio di tolleranza, non può tollerare ciò che potrebbe manipolare i cittadini attraverso pregiudizi, stereotipi o idee trasmesse come "vere", anche se non sono tali per la comunità scientifica. Quello che manca è la necessaria umiltà verso chi queste materie le studia seriamente.
Se poi uno, in privato, vuole adorare Baal o Mazda che lo faccia pure, ma che questa adorazione non sia considerata vera e non sia insegnata presso le istituzioni pubbliche. Un piccolo tentativo per ridurre il livello medio di idiozia dell'umanità.
#2964
Non sono un esperto di arte ma l'idea e' davvero carina e potrebbe avvicinare all'arte ragazzi attratti da questo format vicino al mondo del web.
#2965
Libro scritto da un discepolo di Basaglia sul trattamento della schizofrenia. Scritto in modo semplice e colloquiale senza diventare banale e insulso. La sua grande qualita' e' questa. Dovrebbero leggerlo tutti coloro che si vogliono fare un'idea realistica di questa malattia senza aver bisogno di un dizionario psichiatrese-italiano. Sanamente divulgativo.
#2966
Attualità / Re:I bulli e la scuola
26 Aprile 2018, 20:32:34 PM
Per Elia: si tratta di una iniziativa di un fantomatico comitato "antifa" (corriere della sera) per il quale la Digos giustamente sta gia' indagando. Il mondo e' pieno di irresponsabili, senza necessariamente essere tutti di destra o di sinistra. Cosi' come ci sono persone rispettabili sia di destra che di sinistra.
#2967
Percorsi ed Esperienze / Re:Avere ragione
26 Aprile 2018, 18:06:45 PM
Penso che sia il discorso pubblico ad irrigidire le posizioni. Sul web si prende posizione contro qualcuno ma si sa che c'e' un pubblico che assiste al "duello". Inoltre e' un luogo artificiale. Si possono facilmente denigrare ed insultare, perche' non si e' neppure consapevoli di dibattere contro un essere umano.
Piu' questi luoghi sono affollati e colmi di persone "digitalmente" di passaggio, piu' questa dinamica si esalta.
Questo forum e' per certi aspetti emblematico, ma proprio le sue piccole dimensioni e la presenza di avventori abituali lo rende meno problematico sotto questo aspetto.
Sul cambiare idea su qualsiasi argomento, tocchi un punto centrale. Non credo che sia possibile far cambiare idea attraverso argomentazioni razionali, specialmente in campi dove esiste una parte emotiva (politica, societa', psicologia, storia...). Se ben argomentato un ragionamento puo' al massimo avere diritto di cittadinanza accanto a quello verso cui si controbatte. Esprimere le proprie idee in modo corretto e coerente e razionale e' un dovere verso se' stessi e non una strategia per manipolare le menti altrui.
Infine credo che prima di cambiare gli altri bisognerebbe essere in grado di comprenderli ed accettarli. I cambiamenti reali avvengono sempre, nel bene e nel male, attraverso tempi piu' che lunghi.
#2968
Attualità / Re:I bulli e la scuola
26 Aprile 2018, 11:04:46 AM
@ Stefano:
Rispetto agli estremismi sono d'accordo. Hanna Arendt parlava in questo senso (e scatenando un putiferio di contestazioni) di totalitarismi, che accomunavano nella stessa logica comunismo e nazifascismo. Però credo che sia necessario distinguere. All'epoca del '68 c'era un pò di tutto, ragazzi che usavano le occupazioni per stare con le ragazze, adolescenti, che come dice, Baylham, volevano esprimere sé stessi ma c'era spesso anche un pensiero dietro gli atti di contestazione, un desiderio di riscatto, una necessità di giustizia, una voglia di cambiare le cose. Ora invece questa violenza è fine a sé stessa. Un atto narcisistico, uno sterile attacco da aggiungere nei post di Facebook o di Instagram e quindi direi che si tratta di due tipi di violenza o se vuoi di protesta, molto diversi e rispetto ai quali il movimento del '68 fa un figurone.
Sul discorso della borghesia in Italia ci sarebbe da aprire una discussione a parte. Io sono del parere che molti problemi dell'Italia derivano proprio dalla fragilità di una coscienza borghese, seria, matura e capace di prendersi cura della cosa pubblica. Un periodo storico faceva ben sperare in questo senso, ed è stata l'epoca giolittiana, spazzata via dalla prima guerra mondiale e dalla successiva dittatura fascista.

@Baylham:
Sono sostanzialmente d'accordo. Durkheim a questo proposito scriveva che una società perfetta, dove tutti avessero comportamenti perfetti e nel pieno rispetto delle regole, si sarebbero inventate regole talmente minuziose proprio per evidenziare l'infrazione alla regola in un gioco senza fine.
Non credo che sia possibile vivere in una società dove tutti si vada d'amore e d'accordo. Il polemos vive nella società umana, così come una genetica da dominatori che ci ha permesso di alterare la stessa struttura fisica del mondo. Però vanno dette due cose.
La prima la dice Freud per primo e dietro di lui una nutrita schiera di pensatori. Il processo di apprendimento culturale non è sempre lo stesso. L'uomo attraverso i secoli ha imparato ad essere sempre più "educato" e ad accettare in modo non-violento e secondo le leggi la convivenza civile. Questo ovviamente non preclude la presenza di grassatori e lestofanti di vario genere, ma ad ogni modo, nonostante le campagne mediatiche, la violenza e i reati sono in diminuzione sia nel breve periodo (basti guardare i dati del Ministero dell'Interno) sia nel lungo periodo (cfr. Pinker, il declino della violenza).
La seconda cosa la dico io, a seguito di una lettura recente. Il tasso di violenza non va ipostatizzato come se fosse un dato biologico non modificabile. La violenza dell'uomo non è una malattia organica o un processo biologico come la vecchiaia. Mutatis mutandis, sto leggendo ora un libro sul trattamento dei bambini "down". Fino a 50 anni fa erano relegati in istituti o dentro casa e venivano trattati da "handicappati" in tutti i sensi. Raramente vivevano fino a 50 anni e le loro risorse cognitive erano davvero limitate. Questo perchè era la stessa società a relegarli in quel ruolo e loro ovviamente non avevano la forza di opporsi a quell'etichettamento. Ora le persone affette da sindrome di down lavorano, sono accettate dalla società e talvolta finiscono anche per laurearsi. Ma la loro malattia è sempre la stessa. Non si è modificata. Si è modificato l'approccio conoscitivo a quella malattia e di conseguenza le azioni trattamentali e terapeutiche.
Lo stesso discorso si può fare per la violenza, dove ancor di più esistono settori della società (politici e mediatici) che hanno tutto l'interesse a far crescere la paura e la percezione di una violenza onnipresente.
Pertanto seppure esisteranno sempre violenza ed illegalità, l'intento dovrà essere quello di contenerlo e di punirlo in modo adeguato quando necessario, non riservando la punizione solo e sempre agli strati più poveri della popolazione ma a tutti coloro che deviano, pur indossando giacca e cravatta.
Sugli adolescenti il discorso è ancora più complesso, perché è vero quello che dici. Per loro la devianza assume un ruolo di crescita e di scontro produttivo pur se conflittuale con il mondo degli adulti ed è per questo che, oltre alla punizione, il diritto minorile italiano prevede una serie di risposte alternative, che tra l'altro hanno ormai dimostrato di essere altamente efficaci in termini di riduzione della recidiva.
Completamente d'accordo infine su collaborazione dei genitori e su "occupazioni sensate".
#2969
Attualità / Re:I bulli e la scuola
25 Aprile 2018, 21:40:12 PM
buonasera Altamarea. Ormai sono convinto che tu sei il mio alter-ego "conservatore"  :). Intendo dire che condivido alcune affermazioni che fai senza problemi. La necessità di condividere un senso del rispetto della legalità che sembra essere andato a farsi benedire è la prima. il comportamento degli studenti è vergognoso per loro, per la scuola e per l'intera società. Far parte di una società che crea questo tipo di comportamenti mi mette a disagio.
Detto questo rispetto all'Ot su "magistrati e appartamenti occupati". Lo stato di diritto è stata una forma di governo della cosa pubblica che tendeva a gestire il "bullismo dall'alto", quello dell'aristocrazia e del clero, che non aveva bisogno di usare il denaro, perché le cose se le prendeva poichè tale era il diritto feudale e d'ancien regime.
Lo stato di diritto ha stabilito un concetto molto importante: "formalmente siamo tutti uguali di fronte alla legge".
Lo stato di diritto puro però non esiste più. E' stato sostituito dallo stato sociale, che ha provato e che prova tuttora a rendere tutti i cittadini "sostanzialmente tutti uguali di fronte alla legge".
In entrambi i casi si creano delle ingiustizie e delle contraddizioni. Nel primo caso ad esempio, non si capisce dov'è la ragione per cui si debbano ereditare le fortune dei genitori, visto che uno dei principi del capitalismo e del collegato protestantesimo è che si ottiene ciò che si merita. Nel corso del tempo si crea così una diversa possibilità di usare e gestire risorse che si perpetua nel tempo, indipendentemente dai meriti dei singoli.
Nel secondo caso si creano settori della società che ne parassitizzano altri, come i vari tipi di reddito di inclusione, casse integrazioni con lavoro nero accluso, dichiarazione dei redditi fasulle da parte di ricchissimi professionisti con possibilità di accedere a prestazioni sanitarie gratuite e anche l'occupazione delle case, che però a differenza degli altri esempi, di solito è fatta da soggetti emarginati.
Lo stato sociale, per funzionare, ha bisogno di un livello di moralità elevato ed è per questo che funziona meglio nell'Europa settentrionale, dove il livello di moralità è maggiore.
Un discorso simile si può fare a proposito del giustificazionismo sociale. Tu lo colleghi agli studenti-bulli, alle occupazioni. Giustissimo, anch'io sono del parere che debbano essere puniti, anzi come dice Hegel in Lineamenti della filosofia del diritto, hanno "diritto" ad essere puniti.
Ma gli studenti, per ritornare a loro, non vivono su una base lunare. Lo stesso moralismo dovrebbe essere applicato anche al resto della società, che invece spesso invoca per sè il giustificazionismo sociale e per gli altri la forca. Penso che solo nei paesi del terzo mondo e in quelli del mediterraneo, Italia compresa, sia possibile che un partito, come Forza Italia, colpito da condanne passate in giudicato a carico di esponenti di primo piano ed anche del suo leader, possa continuare a raccogliere voti. E' solo il caso più eclatante, ma visto che neanche tu vivi su una base lunare, sarai sicuramente in grado di vedere tutti gli episodi grandi e piccoli di abusi, di truffe, di mancanza di rispetto delle regole e contemporaneamente di una supponenza "chiacchiera e distintivo" di molte istituzioni pubbliche. Basta vedere come si fa la coda in Italia per un biglietto o qualsiasi altra cosa e in Nord-Europa.
Siamo noi, i genitori, a dover dare l'esempio, altrimenti i ragazzi ripeteranno nei loro ambienti la strafottenza nei confronti delle regole, che vedono in famiglia e in genere nella società.
Ancora di più: l'attacco ai professori è "simbolicamente" un attacco allo Stato, alle istituzioni, cioè a quelle organizzazioni che sono ormai sottoposte a una crisi profondissima da parte della globalizzazione e che sembrano essere in grado di rivitalizzarsi solo attraverso apparati autoritari, come in Turchia.
Ci sarebbe ancora altro da dire, ma gli interventi troppo lunghi diventano anche noiosi. Grazie per la lettura.
#2970
Attualità / Re:I bulli e la scuola
25 Aprile 2018, 02:14:15 AM
Buonasera Stefano. A costo di ripetermi, a me non sembra così evidente. Ti basti una semplice ragione. Credo che i fenomeni sociali siano sempre multicausali e far risalire al '68 ed unicamente al '68, la causa del bullismo attuale (dopo 50 anni e dopo che sono intervenuti moltissimi altri processi culturali) mi sembra molto riduttivo.
Il '68 è stata una grande protesta collettiva contro un "bullismo dall'alto", che era addirittura tutelato da molte leggi e questa protesta è stata sacrosanta ed anche storicamente inevitabile, a meno di non avere nostalgia del delitto d'onore, del divieto di divorzio, delle donne casalinghe, dei manicomi, dei comunisti mangia-bambini e così via.
Ma invece del '68 perché non imputare la responsabilità di questo "bullismo dal basso" alla politica aggressiva di certi partiti o alla ideologia imperante dagli anni '80 per cui nella società si lotta come nella giungla e sopravvive solo il più adatto (in teoria economica, l'hanno elegantemente definita the "animal spirits realese"). Oppure alla fine delle grandi organizzazioni collettive che davano un senso ai gruppi di giovani (associazioni cattoliche o di sinistra che fossero).  Oppure proprio al decadimento complessivo delle funzioni cognitive degli italiani nel loro complesso dovute al peggioramento dei processi di trasmissione culturale (Basta fare una ricerca su internet digitando Tullio de Mauro).
Ci sono ormai diversi studi che indicano proprio nella lettura un antidoto alla violenza, per la capacità di elaborare un testo, di riflettere su di esso, sulla storia che racconta, sulla esperienza diversa dalla nostra che ci mette in contatto con un mondo diverso e ci abitua ad accettare chi da noi è diverso, senza doverlo vessare inutilmente.
Che il 68 abbia contribuito è possibile ma il '68 ha prodotto anche altre conseguenze da ritenere positive per la società, come del resto quasi ogni fenomeno e processo socio-culturale.