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Messaggi - Jacopus

#2971
Tematiche Culturali e Sociali / Diventare adulti
24 Aprile 2018, 22:04:54 PM
Questa è un'epoca particolare. Mai come oggi nel mondo occidentale i minorenni sono stati tutelati. Al punto tale che desideriamo tutti essere e restare minorenni, giovani, belli, spensierati (irresponsabili?), forever young...come recitava una canzone di Dylan. Il mondo adulto, strutturato, monoidentitario, solido, tradizionale non è più apprezzato. Non esiste neppure più un percorso coerente e condiviso di crescita e di appropriazione di ruoli sociali. I riti di passaggio sono solo riti di consumo (l'auto del neo-patentato, ad esempio). Nelle nostre città di intersecano adulti che si reputano tali in quanto "maschi alpha" e adulti che fingono di essere gli amici dei propri figli. E ovviamente c'è la stragrande maggioranza che non si pone il problema e vive all'interno della sua cultura quello che pensa debba rappresentare un adulto.
Ma come si diventa adulti? E' auspicabile diventarlo? Che cosa comporta la maggiore età? E perchè essa viene percepita come negativa se contrapposta all'adolescenza e alla giovinezza?
#2972
Attualità / Re:I bulli e la scuola
21 Aprile 2018, 16:59:49 PM
Per Socrate:
Quando ho fatto il parallelismo con le aggressioni sanitarie, come puoi ben leggere, ho io per primo, considerato la grande capacità di autocontrollo che talvolta serve quando ci si trova di fronte ad inefficienze eclatanti. Ma agire con la violenza, contro persone che subiscono esse stesse quelle inefficienze è un modo di fare a) incivile, b) irrazionale, visto che non è attraverso quell'agire che miracolosamente l'elettrocardiogramma riprende a funzionare. Servirebbe molto più creare delle associazioni, unirsi in gruppi, far sentire la propria voce nelle istituzioni, controllare come vengono spesi i soldi pubblici ed essere inflessibili con sè stessi, perchè se poi si preferisce non pagare le tasse, perchè intanto sono tutti ladri, allora per coerenza accettate anche l'elettrocardiogramma rotto e tutte le conseguenze.

Sui professori il discorso è più complesso, credo, perchè non si tratta solo di una "tecnica" come quella sanitaria. E' in gioco la trasmissione del potere e del sapere. Io credo che un ragazzo, un adolescente deve anche essere in grado di accettare una ingiustizia da parte di una autorità, è un esercizio mentale molto produttivo. L'ideale sarebbe contestare in modo argomentato all'autorità il perchè di quella "ingiustizia". Il potere di critica dovrebbe essere sempre tutelato e insegnato dai docenti, ma il potere di critica è una cosa, un pugno in faccia o questi scandalosi rovesciamenti delle parti è un'altra.
#2973
Attualità / Re:I bulli e la scuola
21 Aprile 2018, 16:50:50 PM
per Acquario:
CitazioneChe livello è? A costo di ripetermi, devo ancora una far riferimento al concetto di "Invasione verticale dei barbari". Ogni nuova generazione di neonati entra  nella società come barbara,  innocentemente ignorando tutto della civiltà; essa deve  esserne istruita comunità in cui è  entrata, educata alla cultura e ai buoni costumi  che i nostri antenati ci hanno consegnato; è la "tradizione" ossia la trasmissione della civiltà dai genitori ai figli.  Come è stato notato, la sinistra – in quanto rifiuta come oscurantismo  ogni "Tradizione" – è incapace di trasmettere il progresso. 
Sul fatto che i neonati siano dei nuovi barbari da introdurre nel processo di civilizzazione sono abbastanza d'accordo. Ma questa descrizione è irrealistica. Se va difesa la tradizione non doveva cadere l'Unione Sovietica. I nuovi barbari invece di farsi mandare educatamente nei gulag hanno preferito ribellarsi, non hanno accettato i buoni costumi dei genitori. Nel '700 gli illuministi protestavano contro le buone tradizioni, come quella di condannare un servo di un nobile, al posto del nobile stesso, che si era accidentalmente macchiato di qualche piccolo reato nei confronti di un plebeo, chessò, violenza sessuale o omicidio. Oppure pensa alla tradizione di pensare alla terra piatta. Oppure il diritto nell'antica Roma di vendere i propri figli come schiavi. Una tradizione veneranda e rispettabilissima. O anche l'infibulazione è un'altra tradizione.
Mi spiace Acquario, ma chi parla di tradizione di solito difende la sua pancia piena. E' ovvio che la trasmissione del sapere/potere deve seguire delle linee coerenti ed ordinate: non possiamo uccidere sempre i ns padri come fa Edipo e come fa fare Amleto. Ma se c'è una tradizione che va sempre tramandata e quella di pensare criticamente alle tradizioni e di vedere se effettivamente rispondono alle necessità dell'umanità.

CitazioneOntologicamente e " per educazione ricevuta" abituato a una normale educazione ( per intenderci io e i compagni di classe ci alzavamo in piedi all'ingresso della maestra ), confesso che provo malessere fisico nel rivedere quelle immagini; infatti le ho viste una sola volta sul web e oggi alla TV. Mi aspetterei condanna unanime "senza se e senza ma" ( dicono così no i "democratici " quando qualcuno tocca temi " intoccabili"?), e una pena esemplare ( anche questa frase mi sa di già sentito ...), in relazione al reato consumato  di, come minimo, "oltraggio " quando non "violenza " a pubblico ufficiale . Quindi, codice penale alla mano, vorrei sentire Avvocati esperti esaminare la durata delle pene da erogare agli over quattordicenni, imputabili, e ai di loro genitori. Questo dal mio punto di vista deve essere il punto di partenza .

Sulle pene ci sarebbe un lungo discorso da fare. Sostanzialmente sono d'accordo su questo estratto, tranne che sul concetto di "pena esemplare". Le persone sono persone e a maggior ragione gli adolescenti, anche quelli che hanno sbagliato. Non ha alcun senso, se non un senso strettamente reazionario, parlare di pena esemplare. La pena serve alla persona che ha sbagliato, possibilmente per non farla sbagliare più, per farla ragionare sul perchè ha commesso quegli errori, per farle capire che è imprigionata in un mondo da cui deve uscire per non farsi male e non fare male agli altri. Ma si sà che è molto meglio spettacolizzare questi eventi, guadagnandoci mediaticamente e nello stesso tempo avere così la scusa per lasciare gli scheletri negli armadi.
#2974
Attualità / Re:I bulli e la scuola
21 Aprile 2018, 16:30:57 PM
Per Altamarea: Mi sembra semplicistico fare l'equazione giovani d'oggi bulli = sessantotto. Ho già scritto prima tutta una serie di ragioni per cui non credo realistica e veritiera una tale teoria. Però, già che ci sono, ti posso proporre una ulteriore chiave di lettura. La psicoanalisi teorizza che per maturare e crescere bisogna saper dir di no alle proprie pulsioni, alle soddisfazioni del momento. Usando un modo di spiegare semplicistico, dice: "meglio una gallina domani che un uovo oggi, e magari non ci serve neanche la gallina domani, ci basta un pulcino". Questo modello era incardinato sul valore del padre come autorità, come colui che nega il desiderio e che dice di aspettare. Attraverso quella negazione il desiderio diventava progetto di vita.
Ora il modello industriale-consumistico in cui siamo immersi non può accettare questo diverso modo di vivere. Dobbiamo consumare, arrenderci agli impulsi, esternare i nostri sentimenti, agire, muoverci, comprare, dare notizia di noi. Tutto ciò senza domandarci il perché, il perchè sottostante è semplicemente "consumare". E di fronte a questo imperativo che leggiamo e interpretiamo in ogni istante ed in ogni luogo, ogni autorità che nega, che rimanda ad altro che non sono soldi e consumo, viene visto come un nemico, come colui che vive in una nuvola, che non ha capito me e il mondo.
Immagina ora ragazzi di borgata, da sempre convissuti con un ambiente al limite della legalità, dove il sopruso è la norma, così come la necessità di farsi rispettare e di non farsi mettere i piedi in testa. A costoro farei leggere alcuni testi fondamentali del '68, come quelli di Don Milani, che c'entra eccome con il '68.
Quindi, ancora una volta, come in tutte le cose di questo mondo, non esiste una interpretazione netta. Il '68 ha seguito e incrementato questa scia. Ha imposto il consumismo di massa in alcuni settori strategici, quello dei mass-media e così ha indirettamente indebolito il concetto di autorità. Ma interrogarci sul principio di autorità e criticarlo è il modo essenziale di maturare e di diventare uomini e, come ho già scritto, il mondo precedente al '68 era un mondo magari più ordinato ma dove accadevano violenze legalizzate e dove vi era una parte della società che era ancor più di oggi, priva di diritti e obbligata a vivere all'ombra di un dominus (le donne e i bambini, privi di molti dei diritti che oggi riteniamo imprescindibili).
Quindi la domanda è: abbiamo bisogno di un ordine fondato sulla sottomissione, come avveniva prima del '68 e come avviene ora nei paesi dell'Islam, oppure l'ordine lo fondiamo sull'accordo, sul patto fra cittadini maturi e responsabili, che si prendono cura l'uno dell'altro?
#2975
Attualità / Re:I bulli e la scuola
20 Aprile 2018, 23:17:58 PM
Aggiungo un ulteriore elemento di riflessione, già evidenziato nel primo post di altamarea. I genitori in tutto questo come si pongono? Perchè ne ho visti di genitori "zerbino", nei confronti dei loro "gioielli" e se i genitori sono i primi a mettersi in ginocchio, perché questi ragazzi non dovrebbero pretenderlo anche dai professori? Non ci insegnano i media forse che non esiste limite? E non ci insegna questa società che le regole sono fatte per essere infrante?
#2976
Attualità / Re:I bulli e la scuola
20 Aprile 2018, 23:08:15 PM
Ciao Altamarea. Non è sbagliato avere rispetto dei professori. Credo che sia sbagliato fare l'accostamento fra il '68 e i bulli odierni. Il '68 rappresenta un periodo storico importante per l'evoluzione della nostra società se non lo si guarda con il paraocchi o con i luoghi comuni che imperversano. E' stato forse l'ultimo momento di riflessione collettiva del mondo giovanile ed ha comportato delle modifiche importanti dell'assetto sociale italiano. Il diritto al divorzio e all'aborto sono solo i due mutamenti più eclatanti. Ma per chi lo avesse dimenticato quella società considerava legalmente il pater familias (l'uomo coniugato) il tutore non solo dei suoi figli ma anche di sua moglie, considerata alla stregua di una minorenne. Oggi giustamente consideriamo una offesa alle donne musulmane un tale tipo di diritto. Le modifiche in senso di decentralizzazione, l'istituzione delle regioni, lo statuto dei lavoratori, un clima di confronto culturale finalmente internazionale sono il risultato del '68.
Così come le brigate rosse, se vogliamo dirla tutta. Ma ogni processo storico non è mai univoco e ridurre il '68 a progenitore degli attuali bulli da strapazzo è veramente riduttivo se non manipolatorio.

Sul fatto che vi siano questi bulletti da quattro soldi provo a dire la mia.
1) Intanto vi è stata nel corso dell'ultimo mezzo secolo una parabola discendente dei professori e del concetto stesso di cultura, accompagnato parallelamente da una discesa sociale ed economica dei professori stessi.
Ne è stata intaccata, soprattutto negli istituti professionali e tecnici (dove avvengono la stragrande maggioranza di questi episodi, nei licei scientifici e classici è molto più difficile), la dignità del professore, che diventa così un obiettivo molto più facile da aggredire da parte di soggetti mediamente disturbati, come ce ne sono sempre in una classe.
2) Lo stesso fenomeno si riproduce nei pronto soccorso contro i medici e gli infermieri, dai parenti dei malati che pretendono cure immediate o la resurrezione dei loro cari. Anche in questo gli agenti di questi episodi potrebbero essere i "padri simbolici" di quei bulli. Tutti accomunati da una rabbia contro le istituzioni pubbliche che non sanno rispondere alle loro esigenze.
3) Questo non saper rispondere alle richieste da parte delle istituzioni pubbliche non è neppure una idea peregrina o un delirio. Se tuo padre, gravemente malato, è costretto in una barella in una corsia tutta sporca, o hai un senso di autocontrollo encomiabile oppure agisci quella rabbia.
Nelle scuole, che frequento per lavoro, specialmente quelle di periferia, vedo insegnanti lasciati a sè stessi, di fronte alla bruttezza del territorio, alla bruttezza delle stesse aule e degli arredamenti, che in qualche caso sono ritornati ad essere belli perchè vintage, perché sono rimasti quelli per cinquanta anni, di fronte a studenti che sono già imprigionati in un destino di lavoro sottopagati e malpagati nonostante o forse a causa della scuola. Ho visto laboratori cadere a pezzi, perchè manca la manutenzione, mancano i soldi per comprare macchinari nuovi e magari gli ottici delle scuole pubbliche si esercitano su macchinari ormai superati, che non hanno alcuna attinenza con il mondo professionale attuale.
4) La scuola allora diventa l'ultimo momento per gridare il proprio malcontento, la propria rabbia, prima di essere gettati in pasto alla società attuale, dove vige un individualismo disumano, proprio il contrario di quello che veniva propugnato da molti movimenti del '68. La scuola e i professori diventano loro malgrado dei capri espiatori di un sistema che non investe nella formazione e nell'istruzione, perché non ha le risorse per farlo e perchè non c'è la volontà politica di stanare le rendite inutili e le tante forme di parassitismo che infestano l'Italia.
5) Gli insegnanti avrebbero inoltre bisogno di energie nuove. L'età media di costoro è sempre più alta. Fino a una generazione fa, gli insegnanti più anziani mettevano in campo la loro esperienza per formare nuove leve e questo ricambio generazionale dava vita al processo vitale di cui facevano parte anche gli studenti. 
6) Gli insegnanti dovrebbe garantire una presenza non limitata a 20-22 ore alla settimana. Questo è scandaloso a mio parere. Devi correggere i compiti? Bene lo fai a scuola nel tuo orario di lavoro. Devi preparare la lezione? idem. Ti resta del tempo? Che il ministero organizzi dei corsi sugli stupefacenti, sulle fasce marginali, sulla aggressività giovanile.
Ma tutto questo costa sia in termini di denaro che di motivazione, e dietro l'alibi del denaro si resta tutti appiccicati ad un modello formativo degno del socialismo reale (con tutte le eccezioni del caso, ovviamente sto generalizzando).
7) Infine ci sono i meccanismi della società attuale, dove tutto è spettacolarizzazione, dove l'evento è cercato, lo show è ripreso dai telefonini. Perchè da tutto ciò si crede possa essere esclusa la scuola? Sono molti nostri politici nostrani che premono sulle soluzioni semplici, sulle affermazioni e sulle promesse ad effetto, impossibili da mantenere. Ragionare con la pancia, piuttosto che con la testa è ormai un metodo diffuso e perché mai gli adolescenti di oggi, specialmente quelli svantaggiati delle periferie, dovrebbero discostarsi da questo modello?
Questo è il loro ultimo show, poi saranno assunti al Carrefour o da Amazon e metteranno nel cassetto i loro sogni di diventare tronisti, rapper o calciatori e trasmetteranno le loro frustrazioni ai figli, che faranno fare alla ruota del bullismo un altro giro.
#2977
Tematiche Filosofiche / Re:Il primato della politica
17 Aprile 2018, 23:02:59 PM
Scusate il ritardo, avrebbe detto Massimo Troisi. :).
Per Green: qualche volta possiamo anche essere d'accordo. In questo caso però non so dove avrei scritto che non sono un fan della scienza. Il metodo scientifico è un conto. Utilizzare la scienza come un feticcio insulso, esattamente come fanno i siti bufalari è un'altro. In quest'ultimo senso mi riferisco al darwinismo sociale, ma la sociologia quando viene fatta in modo serio è una scienza, per quanto inesatta, se segue il metodo scientifico, riassumibile in pochi concetti chiari e semplici: misurabilità, sperimentabilità, riproducibilità, offerta ad un pubblico di specialisti per la valutazione, possibilità di modificare la teoria iniziale tutte le volte che la realtà lo impone o si presenta una teoria migliore. In questo senso la scienza è antica come il mito della caverna di Platone e presuppone l'adozione di un paradigma opposto a quello che spesso invece ci piace di più, quello del mistero, della mistica, dei sensi e dello spiritismo, dell'accettazione della tradizione ammantata di autoritarismo. Basta stare attenti e sapere che anche la scienza può rivoltarsi contro l'uomo e diventare autoritaria, ma il metodo scientifico è irrinunciabile se vogliamo progredire mentalmente ed anche spiritualmente (quest'ultima aggiunta non saprei spiegarla, mi è venuta spontaneamente in un "attimo di felicità").

Per Baylam: la politica attualmente ha un potere limitato, ma questo non è, a mio giudizio, un bene. La politica è legata anche al termine "governare" che originariamente significava "governare" una nave, dove ognuno aveva il suo ruolo, ma che doveva avere una direzione, una linea per tenere la sua rotta. E' vero che la politica di per sè non fa scoperte mediche, ma può indirizzare l'intero settore medico. Possiamo prevedere un livello di assistenza basso per i poveri e dedicare parte del bilancio statale a ricerca, oppure fare una legge che faciliti la costruzione di ospedali che permetta speculazioni edilizie, indifferenti alla ricerca. Possiamo favorire l'integrazione di medici indiani, prendendoci cura della loro integrazione (appunto) oppure possiamo preferire di spendere soldi per organizzare convegni dove i figli dei baroni possano iniziare la loro carriera accademica.
Quindi la politica può governare i vari settori della società civile e deve farlo. Hai ragione nel dire che pertanto in fondo tutto dipende dall'economia, cioè dalla ricchezza di quella nazione ma non è neppure solo questo. O meglio, la ricchezza di una nazione si alimenta anche di fattori non economici. Quanto costa allo stato e alla società un omicidio che priva dei bambini piccoli del padre? Difficile quantificarlo ma è un costo immenso che si sviluppa nell'arco di almeno tre generazioni. Una società che quindi previene la violenza e gli omicidi è una società più ricca a parità di PIL e quel PIL inevitabilmente aumenterà nel corso degli anni se la violenza resterà bassa.
La ricchezza è quindi un processo economico misurabile ma dipende anche dalle condizioni del legame sociale e il legame sociale può essere in qualche modo influenzato dalla politica, anche se è anche vero il contrario, ovvero che è la società ad influenzare il discorso politico, ma qui si aprirebbe un argomento ancora più vasto di quello qui preso in esame.
Grazie per l'attenzione.
#2978
Tematiche Filosofiche / Re:Il primato della politica
13 Aprile 2018, 08:03:21 AM
Se permettete ripartirei dall'etimologia greca. La politica deriva dalla parola polis, ovvero citta', e intende con cio' significare il bene comune. La classica parola oppositiva (il pensiero greco classico lavora con le diadi) e' oikos (da cui deriva la parola moderna economia) ovvero casa privata, tutto cio' che riguarda la ricchezza individuale e familiare.
Ebbene la patologia del ns mondo sta nel ritenere superiore l'oikos alla polis con i risultati che abbiamo sotto gli occhi.
Vorrei ricordare che l'economia si fonda su convenzioni sociali esattamente come la religione e l'astrologia, e come la politica del resto.
La politica, fatta questa premessa, ha spesso dominato l'economia e nel far cio' puo' comportarsi in due modi opposti (semplifico): parassitare l'economia come fa la mafia o il socialismo reale oppure bilanciare le istanze private con le necessita' pubbliche. In quest'ultimo caso di uso virtuoso della politica, occorre un senso della cosa comune (res publica) che continua ad essere attaccato nel mondo odierno e che on Italia, per motivi storici particolari, e' stata sempre particolarmente fragile tranne in alcuni momenti felici (Roma, rinascimento, risorgimento).
Pertanto e' la politica, sorretta da uno spirito di servizio (il politico come un professionista servitore della res publica), a dover avere la supremazia sull'economia.
Questo pero' dipende da noi e dal ns livello di consapevolezza.
E anche in merito a cio' avviene un attacco strategico, sia nel senso di creare un doppio livello di istruzione. Uno per le classi dominanti ed uno per i dominati. Sia nel senso di ipostatizzare la cultura economica dominante facendola ritenere scientifica e quindi vera e quindi non modificabile, con tutti i suoi addentellati filosofici di darwinismo sociale, homo homini lupus e cosi via.
#2979
Sui punti da te elencati provo a rispondere.
1) Bisogna intendersi su regime dittatoriale. In un regime dittatoriale non esisterebbe questo forum, non sarebbero permesse manifestazioni di dissenso e tu ora saresti incriminato per "pensieri sediziosi", condotto alla Lubianka de noantri e buonanotte al secchio.
Il fatto che le statistiche istat siano considerate farlocche mi sembra indicativo dei ns tempi. Per lo stesso motivo si puo  dare credito al sito "Dio vive in Congo" o "Gli alieni comunicavano con gli aztechi". A questo punto non esiste piu' un minimo di realta' oggettiva ed ognuno se la crea come vuole, a sua immagine e somiglianza. In questo modo gli spazi di comunicazione si riducono o si azzerano.
2) l'euro e' servito per creare il secondo mercato economico e finanziario integrato. Ci fa risparmiare milioni di euro ogni anno in interessi piu' bassi. Il problema semmai e' la mancata nascita di una comunita' solidale che sappia far fronte ai ritardi di qualche paese, ad esempio costituendo un bond europeo e calcolando il debito pubblico a livello europeo.
3) Che il g8 sia un centro di potere e' ovvio, cosi' come gli altri da te citati. Che si debbano trovare piu' forti mezzi di trasmissione della comunicazione politica mi sembra altrettanto ovvio, ma la disgregazione dell'Europa come istituzione pensi che possa cambiare qualcosa di questo paesaggio?

Sull'argomento aspetto le vs critiche.
#2980
Buonasera Acquario,
Non so da dove trai i tuoi dati: ad ogni modo:
1)  L'Istat ha dichiarato che la pressione fiscale a dicembre 2017 è passata dal 40,7 al 40, 4, quindi è complessivamente diminuita.
2) La disoccupazione non è né diminuita né aumentata. Nel 2010 era al 8,4 %, nel 2012 al 9,5, nel 2014 al 12,8, ma nel 2016 è tornata al 11,5.
3) Sempre l'ISTAT (speriamo che non li consideri dei complottari o dei massoni), afferma che gli stipendi tra dicembre 2016 e dicembre 2017 sono aumentati dello 0,7 %.

Sulle tutele e sullo smantellamento del welfare state sono d'accordo con te ma non credo che fuoriuscire dall'euro miracolosamente ci porti in una nuova società tutelante e piena di servizi alla persona. Al contrario: le difficoltà economiche saranno la scusa per incidere ancora di più sui servizi pubblici di welfare.
Effettivamente siamo chiusi in una gabbia, Weber la chiamava "gabbia d'acciaio": è la modernità, non ci sono più cavalieri erranti ma molte comodità e un livello di benessere che non è mai stato raggiunto dalla società italiana. E' vero, ora si arranca, ma questo dipende dalla corrente redistribuzione del reddito globale a causa dell'espansione delle economie del terzo mondo.
Si vuole per caso affrontare questa situazione come italietta, piuttosto che come membri della Comunità europea? Io penso che sia semplicemente un pensiero folle, o di chi mesta e trama per peggiorare le cose e far scoppiare così il "casus belli" per un bel regime autoritario.
Per non parlare poi di tutte le spinte verso una società più civile che provengono dalla Comunità europea. Pensate che il processo contro i poliziotti del G8 di Genova ci sarebbe stato se non fossimo nelle istituzioni europee?
#2981
Lo dico per l'ennesima volta consapevole di suscitare un vespaio ma uscire dall'euro avrebbe le seguenti conseguenze:
1). Aumento dello spread e caduta del rating della lira ( o come si chiamera') a junk-bond con conseguente aumento degli interessi che lo stato italiano sara' chiamato a pagare.
2) Aumento della fiscalita' per pagare il debito;
3) Perdita del meccanismo del Q.E.  inventato da Draghi e molto realistica possibilita' di default.
4) Svalutazione inevitabile con diminuzione del valore della lira.
5) Aumento del debito per forza della svalutazione.
6) Aumento del quantitativo delle esportazioni a causa della svalutazione, compensato dall'aumento dei carburanti che si pagano in dollari.
7) Ancora maggiori difficolta' ad avere credito finanziario (perche' costera' di piu').
8) Inflazione importata a causa dell'aumento del prezzo delle materie prime.
9) Possibile riconversione dell'economia verso prodotti di fascia bassa a causa della moneta deprezzata, che non favorisce gli investimenti.
10) aumento degli introiti da turismo.
Beneficeranno di tale ipotetico scenario gli artigiani/liberi professionisti e in particolare chi lavora nel turismo e verso l'export. Il resto della popolazione cioe' direi il 70 per cento degli italiani subira' una perdita netta del suo potere d'acquisto.
#2982
Ammetto che tirare in ballo il nazismo e' stato eccessivo, visto che il pensiero reazionario-conservatore e' un arcipelago piu' vasto, ma da non specialista ho sempre percepito il pensiero di destra, da Nietzsche in poi, come un pensiero fondato sull'agire piuttosto che sul riflettere. Inoltre dall'illuminismo in poi, chi si adoperava per trasformare la societa' ha sempre considerato essenziale la trasmissione e l'estensione democratica del sapere. A destra il sapere e' stato spesso visto come uno strumento delle elites, da non diffondere. In questo senso il nazismo e' stato solo l'apice grottesco di un modello comunque reale.
Se dovessimo fare una specie di gara fra sapienti, il numero di intellettuali progressisti mette in ombra quelli realmente di destra, fra i quali non conteggio ovviamente i liberali. Pensa all'Italia di mezzo secolo fa. Chi potresti opporre a Pavese, Levi, Calvino, Morante, Einaudi, Ginzburg, Bassani, Rossellini, Pasolini, Fenoglio? Ma e' anche possibile che abbia i miei sani pregiudizi, come tutti noi. Un saluto.
#2983
CitazioneIo invece non capisco  l'intervento di Baylhame. Perchè, gli uomini di sinistra come sono? Invece di fare un'analisi di ciò che è diventata la sinistra, neanche dopo la batosta elettorale c'è ravvedimento, si preferisce deridere l'avversario.
 Guarda, anche questo forum sembra essere dominato da utenti di sinistra come descritti da Marcello Veneziani, se qualcuno interviene in disaccordo con le idee della brigata, tutti gli saltano addosso e non gli lasciano certo l'ultima parola.
 Non solo, deve pure stare attento a come si esprime, che se usa un tono un tantino sarcastico o troppo ironico, si risentono con la puzza sotto il naso, pretendendo non solo di avere ragione (col ditino indice puntato contro) ma con la pretesa di giudicare e snobbare le capacità o il livello culturale dell'interlocutore, e se questi insiste, viene bannato. Veneziani ha colto nel segno.
 Non mi interessano Di Maio e i 5Stelle,  non ripongo fiducia in loro, ma finora non hanno  certo mostrato  l'espressione peggiore della sinistra. Spero che non la mostrino al governo.
Buonasera Elia. La tua visione è strettamente personale ma non corrisponde alla realtà. In questo forum non c'è una massoneria di sinistra che vieta il libero scambio delle opinioni. Anzi è un arricchimento anche sentire le persone chiamiamole "conservatrici" come Altamarea, con il quale (udite, udite) talvolta mi sono trovato anche d'accordo nonostante io abbia una posizione più a sinistra della sua. A proposito dell'incapacità di fare i conti seriamente con i propri insuccessi, proprio sabato sera ho visto una trasmissione su rai tre "Fuori Roma" che sparava a zero sul clan De Luca, gran elettore del PD. Come ben sai Rai tre non è esattamente di area leghista.
Non mi è mai capitato invece di assistere su Canale 5 ad una trasmissione critica nei confronti di Brunetta o altri a lui equiparabili.
In parte comunque hai ragione. Spesso a sinistra si parla dopo essersi documentati. A sinistra, più che a destra si difende la cultura. E' un retaggio che distingue da sempre destra e sinistra. I libri in epoca nazista, se di autore ebraico, venivano dati alle fiamme, e un alto esponente di quel movimento coniò la famosa frase: "se sento parlare di cultura, io prendo in mano la rivoltella".
Rispetto alla possibilità di essere bannati dipende dal livello di maleducazione e di incapacità a stare dentro un colloquio argomentativo senza offendere la controparte, come ad esempio accade qualche tempo fa a Fahrenight che tu certamente ricordi molto bene.
Infine che i 5stelle siano di sinistra è una tua personalissima opinione, che mi fa temere che per te la destra includa Casapound e poco altro.
Saluti.
#2984
Al di la' dei riferimenti religiosi il problema della ricchezza puo' essere impostato così. Non siamo tutti uguali, c'e' chi e' piu' virtuoso, capace, previdente e chi meno e quindi e' giusto ricompensare in modo diverso le diverse qualita'. Questa differenziazione andrebbe persa se ci dicessimo che bisogna essere tutti uguali. Tra l'altro nei regimi socialisti seppure in modo meno appariscente, le differenze di classe esistevano comunque e come sovraprezzo mancava la liberta'. Se il capitalismo pero' si affida solo alla beneficienza, come proposto qui, non parliamo piu' di capitalismo ma di sistema feudale che usa i mezzi della tecnica moderna invece dei servi della gleba. Il capitalismo e' connesso intimamente con lo stato di diritto ed anche con lo stato sociale. Ora si stanno facendo prove per tornare indietro, consapevoli che la globalizzazione tende sempre a relativizzare le crisi locali. Questo processo pero' ha un rischio. Nel momento in cui le crisi locali (siria, somalia, Grecia, libia, ucraina...) dovessero diventare sistemiche la stessa globalizzazione sancira' la fine del nostro attuale sistema di vita ed allora davvero ritornera' un effettivo sistema neofeudale.
#2985
Per Viator. Ridurre il fine dell'umanita' alla sua riproduzione biologica e' specularmente lo stesso errore di chi non considera la biologia come precondizione di ogni etica o filosofia pratica. Non siamo solo anima ma non siamo neppure solo rozzo corpo affamato e preda di impulsi biologici. Tra l'altro questa visione, ben lungi da essere veritiera e' un tentativo ormai vecchio di almeno 150 anni di giustificare la prepotenza umana e la soppressione o lo sfruttamento dei piu' deboli.