Secondo me il non finito erroneamente si associa a cose che possono essere concrete o astratte, mentre correttamente può associarsi al processo che le genera, come nel caso ad esempio della produzione di cose astratte, perchè questo processo, che è il processo di immaginazione, non ha un limite, nel senso che non tende a un risultato finale.
Non è un processo che prevede un punto di arresto, ma che può arrestarsi in modo imprevedibile, perchè si esaurisce ad esempio la capacità di immaginare.
L'infinto equivale di fatto al non definibile, perchè, ammettendo che esista solo il finito, esistono però due tipi di finito , quello propriamente detto di cui è possibile prevedere i limiti, e quello i cui limiti è impossibile prevedere.
''L'infinito'' dunque non è una cosa, ma un processo che genera cose, e che non possiamo mai dire quando si arresterà.
Ma il fatto di non sapere quando si arresterà non modifica la natura del processo, che è sempre finita.
Non è un processo che prevede un punto di arresto, ma che può arrestarsi in modo imprevedibile, perchè si esaurisce ad esempio la capacità di immaginare.
L'infinto equivale di fatto al non definibile, perchè, ammettendo che esista solo il finito, esistono però due tipi di finito , quello propriamente detto di cui è possibile prevedere i limiti, e quello i cui limiti è impossibile prevedere.
''L'infinito'' dunque non è una cosa, ma un processo che genera cose, e che non possiamo mai dire quando si arresterà.
Ma il fatto di non sapere quando si arresterà non modifica la natura del processo, che è sempre finita.