La direzione della storia è progressiva, semplicemente perchè, questa è proprio l'idea del cristianesimo.
E nessuno di noi può non dirsi cristiano in tal senso.
Nasciamo già in una storia, ce la decantano dalla nascita, e ce la ripropongono come metafisica dopo la morte.
Il ciclo era questione degli antichi greci, del paganesimo, è questione dell'induismo (non so dire se del buddismo, del taoismo, del confucianesimo e dello scintoismo).
Ovviamente in quanto ideologia è sempre frutto di una violenza, spacciata per Bene.(anche se fosse ciclica!) Ma qui passa la parola alla cultura giudaico-romana, che ancora ci vessa, con le sue pretese e menzogne.
Invece sulla questione del suo farsi storia, cultura e quindi nel suo farsi analisi, apriremmo pagine dense di tutta la filosofia della storia, a partire da quella Hegeliana, per finire a quelle Marxiane.
Storia nel suo farsi dialettico, razionale. (certo ci metteremmo dentro anche Aristotele o Kant.)
O in parallelo a quella costruita dalla scuola di Milano, con Banfi-Paci-Sini, come transito e vita.
E cioè la storia come resto, come Doxa diceva infine anche Husserl.(appunto la questione del raccontarsi, la dimensione autobiografica).
Dipende di cosa vogliamo parlare.(in effetti è troppo vasto)
(tra l'altro mi viene in mente anche la domanda dello storico, che infine nota come la storia sia sempre dei vincenti e mai dei perdenti. Dunque la storia come politica.)
E nessuno di noi può non dirsi cristiano in tal senso.
Nasciamo già in una storia, ce la decantano dalla nascita, e ce la ripropongono come metafisica dopo la morte.
Il ciclo era questione degli antichi greci, del paganesimo, è questione dell'induismo (non so dire se del buddismo, del taoismo, del confucianesimo e dello scintoismo).
Ovviamente in quanto ideologia è sempre frutto di una violenza, spacciata per Bene.(anche se fosse ciclica!) Ma qui passa la parola alla cultura giudaico-romana, che ancora ci vessa, con le sue pretese e menzogne.
Invece sulla questione del suo farsi storia, cultura e quindi nel suo farsi analisi, apriremmo pagine dense di tutta la filosofia della storia, a partire da quella Hegeliana, per finire a quelle Marxiane.
Storia nel suo farsi dialettico, razionale. (certo ci metteremmo dentro anche Aristotele o Kant.)
O in parallelo a quella costruita dalla scuola di Milano, con Banfi-Paci-Sini, come transito e vita.
E cioè la storia come resto, come Doxa diceva infine anche Husserl.(appunto la questione del raccontarsi, la dimensione autobiografica).
Dipende di cosa vogliamo parlare.(in effetti è troppo vasto)
(tra l'altro mi viene in mente anche la domanda dello storico, che infine nota come la storia sia sempre dei vincenti e mai dei perdenti. Dunque la storia come politica.)