Menu principale
Menu

Mostra messaggi

Questa sezione ti permette di visualizzare tutti i messaggi inviati da questo utente. Nota: puoi vedere solo i messaggi inviati nelle aree dove hai l'accesso.

Mostra messaggi Menu

Messaggi - Bruno P

#31
Tematiche Filosofiche / Re: Il "vuoto" ed il "nulla"
12 Ottobre 2024, 08:30:40 AM
Vorrete perdonarmi se ritorno al tema inizialmente posto da Eutidemo.
Dato che siamo su un forum di filosofia e in una sezione denominata "Tematiche filosofiche" lascio per un attimo da parte le validissime considerazioni di natura astrofisica e subatomica fin qui poste.
Desidero richiamarmi alla definizione classica di Nulla, quella contrapposta al Tutto. In tal senso, mi insegnate, "il Nulla non è neppure uno spazio vuoto da riempire". Al contrario, "il Tutto è quanto ciò che è esistito, esiste ed esisterà, concreto o astratto che sia". Già qui nutro una forte perplessità dato che se posso idealizzare il Nulla come costrutto esso dovrebbe far parte, a rigore, del Tutto, ma questo è un mio problema.
Ora, chiedersi se l'Universo, che è una parte del Tutto per la definizione classica di cui sopra, si espande nel Nulla (che appunto NON è il vuoto) ha poco senso. Si tratta di "maneggiare" un ente fisico, teoricamente misurabile, con uno filosofico che è appunto un costrutto, una costruzione della mente dell'Uomo, un ente metafisico.
Se invece mi chiedo se e come l'Universo si espande nel vuoto mi pongo un quesito semanticamente corretto ed ha senso procedere.
Ciò posto, è a tutti noto il fatto che la Scienza procede per paradigmi, costruendo nuove ipotesi su quello che viene al momento ritenuto il più valido, quello che meglio rappresenta e descrive la realtà osservata o teoricamente osservabile. Nulla toglie, come già avvenuto più e più volte nella Storia dell'Uomo, che un nuovo paradigma ribalti completamente le conclusioni fin lì ottenute.
Rimane il fatto che, e vi chiedo di perdonarmi per il mio atteggiamento scolastico, mentre la Scienza intende spiegare il "come" il fenomeno osservato avviene, la Filosofia Epistemica intende spiegare il "perché".

Perché dunque l'Universo si estende nel vuoto?

La frustrazione derivante dall'incapacità di dare una risposta a tale domanda non ci giustifica nel procedere solo scientificamente. Peraltro la ricerca scientifica, che procede su una strada impervia e costellata da inganni e trabocchetti derivanti principalmente da chi la percorre con i suoi limiti precettivi e cognitivi, non può attendere nel procedere.
#32
Tematiche Culturali e Sociali / Re: Penelope
07 Ottobre 2024, 18:04:57 PM
Citazione di: iano il 04 Ottobre 2024, 15:34:27 PMma in tal modo non potrà più essere quel che era
Gentile Iano
premettendo il fatto che sono un ignorante, considero, nei miei limiti, la "cosa in sé" immutabile, altrimenti non sarebbe tale e farebbe parte del divenire. Amo Kant.
La cosa in sé rimane l'asintoto cui tendere e Ulisse, che verrebbe definito come arguto, non ha consapevolezza dell'irraggiungibilità dell'episteme. Egli è l'archetipo dell'Uomo che naviga nella sua esistenza e ritiene di aver ottenuto una verità ad ogni infinitesimale scoperta, scientifica o meno, perdendo di vista - e non potrebbe essere diversamente - l'orizzonte che si pone all'infinito. Dove si situa l'episteme.
#33
Tematiche Culturali e Sociali / Re: Penelope
04 Ottobre 2024, 08:28:23 AM
Citazione di: iano il 03 Ottobre 2024, 16:13:35 PMUn paese ci vuole, per potersene andare, come scriveva Pavese.
Ma non è propriamente da un paese che ce ne andiamo, ma da convenzioni sociali a quel paese funzionali, e che una volta relativizzate dal confronto con altre, dovremmo consapevolmente accettare, quando le davamo per scontate, ritornando.
Allora si realizzerà che non c'è più un paese per noi, perchè un paese per noi vale ormai potenzialmente l'altro, per cui ci troviamo nelle condizione di poter scegliere il paese in cui rinascere, non avendo potuto scegliere dove nascere.
Mettendomi nei panni di Ulisse, fingerò davanti a Penelope che nulla per me sia cambiato, ma non potendo reggere a lungo la finzione, dovrò rimettermi in viaggio in cerca di una nuova Penelope che mi accetti per quel che adesso sono, senza. avere aspettative si di me che non posso più soddisfare, se non a costo di una insostenibile finzione, che io sia ancora io e non altro, che io fossi colui che lei attendeva che tornasse.
Non è Itaca quella a cui Ulisse torna, o non è Ulisse a tornarvi.
La condizione di Penelope, prima ancora che l'esser donna, è quella di chi da Itaca non è mai uscita, ed è perciò che Ulisse ritrova la stessa fedele Penelope che aveva lasciata, eppur si sente tradito, perchè sente tradite tutte le sue aspettative.

Il problema in un rapporto di coppia non è quanta libertà reciproca si concedono i partners l'un l'altro, e se sia giusto o sbagliato  a priori, ma il problema sorge  quando questa libertà volenti o nolenti si ritratta, e quando viene ritrattata è più facile che ciò vada favore della donna, visto che mediamente per ragioni storiche è quella che più ne difetta.
Nel momento in cui un uomo accetta che tale ritrattazione avvenga, la donna assume la parte di Ulisse che sentendo la sua terra ormai straniera, l'abbandonerà.
Questa è dunque di fatto la prova d'amore più grande di un uomo verso la sua donna, lasciarla salpare per nuovi lidi dalla quale non la vedrà più tornare, o non riconoscendola se tornasse.

Gentile iano
con il tuo post mi inviti a diverse letture. Laddove dici "Mettendomi nei panni di Ulisse, fingerò davanti a Penelope che nulla per me sia cambiato, ma non potendo reggere a lungo la finzione, dovrò rimettermi in viaggio" interpreto Ulisse come la Scienza che si allontana dalla Filosofia in un viaggio infinito. E' certo che l'Ulisse che ritorna a Itaca non è il medesimo di quando era partito: ha intrapreso un viaggio verso la conoscenza empirica, conoscenza che lo ha profondamente cambiato. Per contro Penelope rappresenta la conoscenza a priori, da non confondere con un immobilismo a priori. E quando Ulisse si confronta con Penelope rimane frustrato perché comprende come le sue poche e brevi esperienze lo hanno si portato lontano da Itaca ma non ha la capacità di misurare questa sua distanza: tanta, poca, .... non lo sa ma rimane comunque convinto che da Itaca doveva uscire.
Poi, "Nel momento in cui un uomo accetta che tale ritrattazione avvenga, la donna assume la parte di Ulisse che sentendo la sua terra ormai straniera, l'abbandonerà." Penelope intraprende anch'essa la via della Scienza, si emancipa. E la Filosofia? E  l'episteme? Come ci insegna la storia della Filosofia contemporanea, l'episteme è stata abbandonata, ricacciata, negata, a favore della Scienza.
Infine "... lasciarla salpare per nuovi lidi dalla quale non la vedrà più tornare, o non riconoscendola se tornasse." E' la frantumazione della conoscenza umana in infiniti rivoli che si allontanano tra di loro perdendo completamente l'Unità che invece è propria dell'episteme.
#34
GRAZIE a tutti per l'accoglienza!!
#35
Tematiche Culturali e Sociali / Re: Penelope
03 Ottobre 2024, 11:43:25 AM
Buongiorno Daniele e grazie per il tuo benvenuto in questo salotto.
La tua osservazione mi apre ad un altro tema, il rapporto tra uomo e donna, ma ho il timore di andare completamente fuori tema rispetto a quanto inizialmente proposto da doxa.
Provo solo ad accennarlo (non è facile) e mi scuso per il fuori-campo.
In un rapporto tra Uomo e Donna, questa la mia visione, il primo, ancor prima della seconda, deve avere coscienza che le sue esigenze/gratificazioni vengono dopo quelle della partner. A maggior ragione se ci sono figli: il padre viene per ultimo; sempre. Il mancato abbandono di una sorta di narcisismo primario maschile in età adulta porta inevitabilmente a una rottura, a un fallimento della coppia e della famiglia. Necessita quindi una struttura psichica adeguata, forte, capace di posticipare il "piacere", anche di rinunciare.
Prima di indirizzarmi verso Freud mi fermo.
Saluti
#36
Tematiche Culturali e Sociali / Re: Penelope
03 Ottobre 2024, 08:28:58 AM
Gentile green demetr
Innanzitutto desidero precisare che non sono uno psicologo. Una laura triennale non mi assurge a tale titolo.
Hai perfettamente ragione nel momento in cui affermi che la traduzione dell'epica dal greco antico perde una miriade di significati: neanch'io conosco il greco ma da quel pochissimo che so è come guardare un'immagine in bianco e nero che in origine era a colori.
In ogni caso i testi pervenutici ci danno ampissimo spazio per letture diverse dei significati sottesi, indipendentemente dalla volontà dell'autore di inserirli. Farei però un passo indietro riguardo le possibili distorsioni intercorse nei secoli che ci separano da Omero che hanno fatto si che il modo di pensare odierno si trascini gravi pregiudizi. Mi riferisco alla figura della Donna. Già Platone la poneva ben al di sotto del maschio. Infatti egli prevedeva che nello Stato modello la Donna non avesse diritto di voto, al pari degli schiavi. Mi insegnate poi che la Materia, sede del divenire, era da lui considerata corruttibile e incapace di entrare nella Phisis se non grazie all'intervento del Demiurgo che la fecondava. Poi, secoli di cristianesimo (beninteso sono credente) hanno ben concorso a modellare i pregiudizi che gravano il nostro attuale pensiero. Ma verosimilmente già Omero, collocandolo nel suo spazio-tempo, non era immune da questa visione del mondo.
Rimane il fatto che i testi omerici, in questo caso nelle figure di Penelope e Elena, ci propongono delle interpretazioni in cui specchiare il nostro pensiero con riferimento alla società in cui viviamo.
#37
Tematiche Culturali e Sociali / Re: Penelope
02 Ottobre 2024, 18:59:24 PM
Il confronto tra Penelope e Elena proposto da doxa è davvero interessante e si presta a diverse letture e dall'alto della mia ignoranza provo a darne una, tra le possibili, in chiave psicologica.
Con riferimento alla visione classica dei due personaggi (Penelope che virtuosamente attende Odisseo e Elena che invece, spinta da Afrodite, cede a Paride) desidero richiamare il concetto di locus of control.
In psicologia questo termine indica il punto in cui l'agito del soggetto è interno o esterno ad esso. Nel primo caso il soggetto è lui l'agente (nel bene e nel male) che decide del proprio destino; nel secondo invece il soggetto lascia che siano fattori esterni, altre persone incluse, a condizionare in maniera decisiva il suo vissuto e il suo futuro.
Va da se, come in tutte le cose, che necessita un punto di equilibrio in ciascuna persona. Come mi insegnate, Aristotele sosteneva che le virtù si misurano su tre dimensioni (troppo, troppo poco, il giusto). In maniera più grezza, non c'è solo il nero e il bianco ma anche un'infinità di grigi nel mezzo ed a ciascuno viene chiesto di trovare la propria "tonalità", quella che meglio ci consente di vivere serenamente.
Le opere di Omero ci propongono pertanto due modelli: quello di Penelope e quello di Elena.
Sta poi a noi capire a quale dei due ci avviciniamo maggiormente.
#38
Presentazione nuovi iscritti / L'ultimo arrivato ....
02 Ottobre 2024, 18:37:13 PM
Buonasera a tutti!
Mi chiamo Bruno e vivo a Trieste. Ho 62 anni e sono felicemente in pensione. Ho lavorato una vita nel mondo delle telecomunicazioni ed ho un'estrazione di tipo tecnico (perito in tlc). Nel corso della mia vita ho sempre più sentito la necessità di avvicinarmi a tematiche umanistiche, tant'è che a cinquant'anni mi sono regalato una laurea breve in psicologia. Non contento, negli anni successivi mi sono sempre più avvicinato a letture filosofiche e posso definirmi uno studente dilettante di Filosofia.
Sono l'ultimo arrivato.... e anche un ignorante (ma di questo ne vado fiero).
Vorrete pertanto portare pazienza se a volte inserirò dei post .... da ignorante. In questo modo avrò modo di imparare qualcosa.
Un caro saluto a tutti!

Bruno