"Questo mi sembra il punto centrale del discorso: per me, una religione viene solo avviata dal suo fondatore, ma è il fenomeno del proselitismo" (oltre ai temi di cui si occupa) a renderla tale."
E' proprio questo punto centrale del tuo discorso che non accetto, perché non significa nulla. E' come giudicare un partito dal numero delle persone che vi aderiscono o che lo votano. E' un ragionamento basato sul meccanismo della democrazia parlamentare e cioè su una legislazione che regola la vita politica di una nazione ma che non dice nulla sulla qualità delle posizioni di quel partito e sulla buona fede, competenza e capacità di amministrare la cosa pubblica dei suoi leader. E infatti se guardiamo i fatti della vita politica italiana per esempio vediamo come leader che avevano avuto un grande consenso prima delle elezioni in base alle loro promesse o al loro populismo, si sono rivelati dei fallimenti o comunque gran parte delle persone che li avevano votato ha girato loro le spalle. Ma non ti rendi conto di come giudicare una religione in base a criteri sociali, come il proselitismo, significa non entrare per niente nel merito del discorso religioso per sé? (E quindi di fatto ad eludere il problema sollevato).
Mi chiedo se davvero tu creda alle cose che dici, come scettico (ripeto qui una tua definizione) non dovresti credere in niente, ma mi sembra che quando un argomento riguardi una questione di attualità e che influisce o influirà sulla qualità della vita di tutti noi, non vedere la realtà o non volerla vedere equivalga a ignavia. Giustamente Dante pone gli ignavi, coloro che mai nella vita presero posizione davanti a problemi vitali, nell'inferno. E l'Islam è diventato ormai nella nostra società un problema vitale su cui è estremamente pericoloso chiudere gli occhi. C'è un legame diretto tra gli atti di terrorismo perpetuati dall'ISIS o da Al queda e la predicazione di Maometto e gli esempi della sua vita, e se vedi questo legame non puoi più affermare come fai tu che Maometto è un profeta come tanti. Di fronte a fatti così abominevoli come quelli perpetuati in nome dell'Islam bisogna veramente essere ciechi o ignavi per fare il tuo discorso sul "successo" di una religione. E l'ISIS è un aspetto dell'ISLAM malgrado tutte le sconfessioni pubbliche che i musulmani moderati hanno fatto. Ti sei mai chiesto perché gli estremisti islamici venissero chiamati fondamentalisti? (Da prima nei paesi anglosassoni e poi anche da noi e quindi il termine è stato esteso a tutti gli estremismi religiosi) Sono stati chiamati così perché si rifanno, si ispirano e si uniformano ai fondamenti di quella religione, fondamenti che oggi vengono "sorvolati" dai buonisti per correttezza politica e dagli stessi musulmani "moderati" che quei fondamenti fanno finta che non esistano. Sulla bandiera dell'ISIS sono scritti dei versetti del corano, e il corano è quello che nelle scuole dello stato islamico viene fatto studiare quasi in esclusiva. Ma tutti i nostri politici e gli intellettuali da tavolino continuano a dire che non c'è legame tra l'ISIS e l'ISLAM...
E tanto per continuare con le tue argomentazioni e criteri di "successo" : se mai un giorno il Daesh dovesse vincere e quindi creare uno stato islamico con un gran numero di proseliti, persone come te diranno che è una "religione come tante". Ma Phil andiamo! Ma cosa hai al posto dei sentimenti?
Hai mai guardato ciò che tu chiami il "successo dell'Islam"? Un successo fatto di guerre e conflitti tribali infiniti, di pregiudizi, di chiusura mentale verso tutto ciò che è diverso o non conforme alle loro usanze tribali e ai loro precetti arbitrari quanto grotteschi. Ti interessa questo? Forse no, come scettico forse la libertà non ti interessa, l'importante e che abbia "successo" di pubblico.
"se saltassero fuori le prove che Gesù non è mai esistito, oppure che tutto quello che sappiamo su di lui è falso, considererei ancora il Cristianesimo una religione perché, di fatto, storicamente si è ormai affermata come tale e ha condizionato la vita di milioni di persone. "
Comincio a pensare che non ti renda conto di quello che dici: stai dicendo che (nel caso che hai ipotizzato) una religione falsa è sempre una religione perché ci hanno creduto milioni di persone. E' come dire che siccome tu credi che tua moglie ti abbia tradito, è giusto l'averla ammazzata (vado per estremi), insomma tu dai un valore all'illusione, alla possibilità della nostra mente di ingannarsi e questo perché ragioni in termini sociologici e non in termini di realtà fattuale. Facciata e sempre facciata, questo è il tuo motto e la tua prassi. Ma sai quante psicosi o nevrosi hanno "condizionato milioni di persone"? Anch'esse secondo la tua logica hanno diritto ad essere chiamate religioni?
E il discorso che fai su Socrate è sbagliato e non vale la pena di citarlo.
"Ci può essere una religione basata sulla violenza? Certo: molte religioni antiche erano piuttosto cruente e sanguinarie; ormai si sono estinte (e non per caso direi!), ma ciò non toglie che, per come la vedo, possano essere considerate comunque religioni (seppur "infelici" e negative...). "
Vedi che continui a parlare di religione come se fosse un argomento da enciclopedia? Non riesci a vedere una cosa come è in realtà e come invece viene presentata nei libri?
Molte delle religioni del neolitico erano violente (per esempio prescrivevano sacrifici umani) ma tu come ti poni rispetto a queste religioni? Sono per te sullo stesso piano della altre? Allora questo significa che non ti importa nulla della vita umana, della sacralità della vita, e questo scusa se lo ripeto mi sembra pura ignavia.
"Secondo me una religione non è tale solo se condivide alcuni valori (di altre religioni o quelli [font=Garamond","serif]convenzionalmente[/font] definiti "universali"); [font=Garamond","serif]una religione i suoi valori li fonda[/font], non necessariamente li importa o li copia. Poi, ovviamente, possiamo unirci tutti nel condannare una religione violenta, ma non per questo smette di essere tale (forse questa mia posizione è più "destrutturata" di quanto Verdeidea si augurasse
)."
Ecco Phil anche questo è uno dei tuoi "avvitamenti". Un colpo al cerchio e uno alla botte e non importa se sono in contraddizione. Prima cerchi di giustificare l'Islam dicendo che "una religione i suoi valori li fonda" e poi forse per dare un contentino a Verdeidea dici "possiamo tutti unirci nel condannare una religione violenta". Sto ancora aspettando questa tua condanna, fino ad ora non hai minimamente replicato alle accuse che Verdeidea ed io abbiamo mosso a Maometto. Delle condanne teoriche non ce ne facciamo nulla.
Infine visto che hai tirato fuori la fondazione di valori: Maometto non ha fondato alcun valore, ha semplicemente codificato usanze, precetti e quindi valori già presenti nella società tribale dell'Arabia di allora, più altri, come il monoteismo, preso pari pari dal cristianesimo (come sai prima di fondare la sua religione ha frequentato un – credo –monaco cristiano che credo fosse il suo consigliere. Quindi concludo ripetendo quello che ho già detto in passato: M. era semplicemente un furbetto, e ogni persona di buon senso che non viva col naso sempre immerso nei libri, non può prenderlo seriamente come figura religiosa.
E' proprio questo punto centrale del tuo discorso che non accetto, perché non significa nulla. E' come giudicare un partito dal numero delle persone che vi aderiscono o che lo votano. E' un ragionamento basato sul meccanismo della democrazia parlamentare e cioè su una legislazione che regola la vita politica di una nazione ma che non dice nulla sulla qualità delle posizioni di quel partito e sulla buona fede, competenza e capacità di amministrare la cosa pubblica dei suoi leader. E infatti se guardiamo i fatti della vita politica italiana per esempio vediamo come leader che avevano avuto un grande consenso prima delle elezioni in base alle loro promesse o al loro populismo, si sono rivelati dei fallimenti o comunque gran parte delle persone che li avevano votato ha girato loro le spalle. Ma non ti rendi conto di come giudicare una religione in base a criteri sociali, come il proselitismo, significa non entrare per niente nel merito del discorso religioso per sé? (E quindi di fatto ad eludere il problema sollevato).
Mi chiedo se davvero tu creda alle cose che dici, come scettico (ripeto qui una tua definizione) non dovresti credere in niente, ma mi sembra che quando un argomento riguardi una questione di attualità e che influisce o influirà sulla qualità della vita di tutti noi, non vedere la realtà o non volerla vedere equivalga a ignavia. Giustamente Dante pone gli ignavi, coloro che mai nella vita presero posizione davanti a problemi vitali, nell'inferno. E l'Islam è diventato ormai nella nostra società un problema vitale su cui è estremamente pericoloso chiudere gli occhi. C'è un legame diretto tra gli atti di terrorismo perpetuati dall'ISIS o da Al queda e la predicazione di Maometto e gli esempi della sua vita, e se vedi questo legame non puoi più affermare come fai tu che Maometto è un profeta come tanti. Di fronte a fatti così abominevoli come quelli perpetuati in nome dell'Islam bisogna veramente essere ciechi o ignavi per fare il tuo discorso sul "successo" di una religione. E l'ISIS è un aspetto dell'ISLAM malgrado tutte le sconfessioni pubbliche che i musulmani moderati hanno fatto. Ti sei mai chiesto perché gli estremisti islamici venissero chiamati fondamentalisti? (Da prima nei paesi anglosassoni e poi anche da noi e quindi il termine è stato esteso a tutti gli estremismi religiosi) Sono stati chiamati così perché si rifanno, si ispirano e si uniformano ai fondamenti di quella religione, fondamenti che oggi vengono "sorvolati" dai buonisti per correttezza politica e dagli stessi musulmani "moderati" che quei fondamenti fanno finta che non esistano. Sulla bandiera dell'ISIS sono scritti dei versetti del corano, e il corano è quello che nelle scuole dello stato islamico viene fatto studiare quasi in esclusiva. Ma tutti i nostri politici e gli intellettuali da tavolino continuano a dire che non c'è legame tra l'ISIS e l'ISLAM...
E tanto per continuare con le tue argomentazioni e criteri di "successo" : se mai un giorno il Daesh dovesse vincere e quindi creare uno stato islamico con un gran numero di proseliti, persone come te diranno che è una "religione come tante". Ma Phil andiamo! Ma cosa hai al posto dei sentimenti?
Hai mai guardato ciò che tu chiami il "successo dell'Islam"? Un successo fatto di guerre e conflitti tribali infiniti, di pregiudizi, di chiusura mentale verso tutto ciò che è diverso o non conforme alle loro usanze tribali e ai loro precetti arbitrari quanto grotteschi. Ti interessa questo? Forse no, come scettico forse la libertà non ti interessa, l'importante e che abbia "successo" di pubblico.
"se saltassero fuori le prove che Gesù non è mai esistito, oppure che tutto quello che sappiamo su di lui è falso, considererei ancora il Cristianesimo una religione perché, di fatto, storicamente si è ormai affermata come tale e ha condizionato la vita di milioni di persone. "
Comincio a pensare che non ti renda conto di quello che dici: stai dicendo che (nel caso che hai ipotizzato) una religione falsa è sempre una religione perché ci hanno creduto milioni di persone. E' come dire che siccome tu credi che tua moglie ti abbia tradito, è giusto l'averla ammazzata (vado per estremi), insomma tu dai un valore all'illusione, alla possibilità della nostra mente di ingannarsi e questo perché ragioni in termini sociologici e non in termini di realtà fattuale. Facciata e sempre facciata, questo è il tuo motto e la tua prassi. Ma sai quante psicosi o nevrosi hanno "condizionato milioni di persone"? Anch'esse secondo la tua logica hanno diritto ad essere chiamate religioni?
E il discorso che fai su Socrate è sbagliato e non vale la pena di citarlo.
"Ci può essere una religione basata sulla violenza? Certo: molte religioni antiche erano piuttosto cruente e sanguinarie; ormai si sono estinte (e non per caso direi!), ma ciò non toglie che, per come la vedo, possano essere considerate comunque religioni (seppur "infelici" e negative...). "
Vedi che continui a parlare di religione come se fosse un argomento da enciclopedia? Non riesci a vedere una cosa come è in realtà e come invece viene presentata nei libri?
Molte delle religioni del neolitico erano violente (per esempio prescrivevano sacrifici umani) ma tu come ti poni rispetto a queste religioni? Sono per te sullo stesso piano della altre? Allora questo significa che non ti importa nulla della vita umana, della sacralità della vita, e questo scusa se lo ripeto mi sembra pura ignavia.
"Secondo me una religione non è tale solo se condivide alcuni valori (di altre religioni o quelli [font=Garamond","serif]convenzionalmente[/font] definiti "universali"); [font=Garamond","serif]una religione i suoi valori li fonda[/font], non necessariamente li importa o li copia. Poi, ovviamente, possiamo unirci tutti nel condannare una religione violenta, ma non per questo smette di essere tale (forse questa mia posizione è più "destrutturata" di quanto Verdeidea si augurasse

Ecco Phil anche questo è uno dei tuoi "avvitamenti". Un colpo al cerchio e uno alla botte e non importa se sono in contraddizione. Prima cerchi di giustificare l'Islam dicendo che "una religione i suoi valori li fonda" e poi forse per dare un contentino a Verdeidea dici "possiamo tutti unirci nel condannare una religione violenta". Sto ancora aspettando questa tua condanna, fino ad ora non hai minimamente replicato alle accuse che Verdeidea ed io abbiamo mosso a Maometto. Delle condanne teoriche non ce ne facciamo nulla.
Infine visto che hai tirato fuori la fondazione di valori: Maometto non ha fondato alcun valore, ha semplicemente codificato usanze, precetti e quindi valori già presenti nella società tribale dell'Arabia di allora, più altri, come il monoteismo, preso pari pari dal cristianesimo (come sai prima di fondare la sua religione ha frequentato un – credo –monaco cristiano che credo fosse il suo consigliere. Quindi concludo ripetendo quello che ho già detto in passato: M. era semplicemente un furbetto, e ogni persona di buon senso che non viva col naso sempre immerso nei libri, non può prenderlo seriamente come figura religiosa.