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Messaggi - Jean Jacques

#31
Citazione di: anthonyi il 19 Marzo 2025, 17:32:44 PMCiao Jean Jacques, io considero l'idea di libertà di Rousseau come un'idea libertaria. Un'idea che sostanzialmente rifiuta qualsiasi forma di ordine e gerarchia sociale.
Per questo credo che questa sia un'idea assai poco applicabile ad una società organizzata, dove l'organizzazione impone determinati doveri, e determina posizioni di potere.
Su queste posizioni si può discutere a lungo, si può criticare finché si vuole, ma resta il fatto che mai é esistita, mai esisterà, una società priva di rapporti di potere tra uomo e uomo, perché tali rapporti sono necessari al buon funzionamento della società.

Buondì Anthonyi, e grazie per aver espresso la tua idea.

Io ritengo che l'essere umano è stato così abituato a vivere sottomesso, ai governanti, alle leggi, alle autorità, e persino ai genitori, che crede sia impossibile vivere in comunità dove ognuno sa quale ruolo svolgere e quale azioni siano benefiche e non dannose senza esser indirizzato, guidato oppure obbligato da qualcuno o qualcosa.

Se l'essere umano resta un eterno bambino (qual è oggi e quale è stato nella storia) anche da adulto, vorrà sempre una guida per decidere come agire così che, se erra, la colpa è della guida, se fa giusto, il merito è suo e non di chi ha dato lui degli ordini.

Sono d'accordo sul fatto che non potranno esistere a livello della società se non a livello locale e in gruppi di non più di una decina di persone perché oggi l'essere umano è schiavo dell'accumulazione frenetica e già di base non sarebbe in grado di condividere anziché "arraffare". Se un governante impedisse di arricchirsi senza limiti, si penserebbe ad una soppressione della libertà, e per questo molti credono di vivere liberi.
#32
Citazione di: Il_Dubbio il 19 Marzo 2025, 22:24:50 PMcioè se tutti i soggetti condividessero la stessa posizione riguardo una questione, perchè quella questione non potrebbe essere intesa come oggettiva?

Semplicemente perché l'uomo è altamente condizionabile e basta un Tizio o Caio qualunque, sia governatore, scienziato, datore o truffatore per traghettare la massa che accetterà come assolutamente vero ciò che invece, forse, non lo è.
#33
Citazione di: iano il 19 Marzo 2025, 17:42:27 PMSecondo me la verità è ciò che è innegabile, ma può restare tale solo finché non riusciamo ad esprimerla a parole, essendo che le parole possono essere negate.
Potendo essere negata una verità espressa in parole non può essere tale.
Non è una questione di parole, ma più di fatti: ci sono verità esprimibili a parole e verità che non si possono esprimere a parole.
Non esiste una verità innegabile. È un po' come il concetto di Sistema: un elemento di un dato sistema ha una sua validità, una sua esistenza, una sua "verità". Se prendessimo quell'elemento e lo ponessimo in un altro sistema, non avrà più una sua validità, una sua esistenza, una sua "verità".
#34
Citazione di: InVerno il 19 Marzo 2025, 12:19:48 PMNel senso che i nuovi media hanno convinto molte persone che anche le istituzioni dovrebbero funzionare come dei social network? Probabilmente si, le democrazie parlamentari risultano troppo farraginose e autoreferenziali in confronto alle modalità di comunicazione che si sono sviluppate e che hanno conquistato il quotidiano delle persone, le forme ottocentesche della democrazia parlamentare non vengono percepite come rappresentative, questa ondata di populismo (che non è democrazia diretta, ma per alcuni ci assomiglia abbastanza) è di risulta all'incapacità delle istituzioni di reggere il passo con la rivoluzione informativa.
L'unico "piccolo" problema è che i cittadini credono ancora oggi che la possibilità di partecipare alla democrazia grazie ai social garantisca un margine decisionale, e invece non è così.
Come fu mostrato tempo fa da Report, tramite dei software si creano contenuti per aizzare i cittadini, per tirare fuori, dall'animo di ogni individuo, il peggio, la parte animalesca così che, da strumenti di partecipazione e di carattere decisionale, la Nuova Democrazia Diretta è divenuto un sistema di controllo dei governanti. Basta un post di un politico su un social per scatenare il finimondo e traghettare le decisioni di ogni "cittadino-non pensante".
#35
Nei testi scritte sulle carte da gioco, risalenti all'ultimo anno della sua vita, Rousseau scriveva della libertà

« Non ho mai creduto che la libertà umana consista nel fare quel che si vuole, ma nel non fare mai quello che non si vuole ».

E proseguiva
« Si ha un bel voler confondere l'indipendenza e la libertà, queste due cose sono anzi così diverse che si escludono a vicenda.
Quando ciascuno fa ciò che gli piace, si fa spesso anche ciò che spiace ad altri, e non è questo quel che si chiama uno Stato libero.
 La libertà consiste non tanto nel fare la propria volontà, quanto nel non esser sottomesso a quella altrui; essa consiste inoltre nel non sottomettere l'altrui volontà alla propria. Chiunque è padrone non può esser libero, e regnare significa obbedire
.».

Interessante ricordare anche il pensiero di Charles-Louis de Secondat, barone de La Brède e di Montesquieu, meglio noto unicamente come Montesquieu esposto nell' Espirit des Lois (Lo spirito delle leggi) del 1748:

« La libertà è il diritto di fare tutto ciò che le leggi permettono; e se un cittadino potesse fare ciò che esse proibiscono, non sarebbe più libero, poiché tutti gli altri avrebbero anch' essi questo stesso potere.».

Cos'è dunque, per voi, la libertà?
#36
Citazione di: iano il 17 Marzo 2025, 22:57:47 PMCiao J.J, e benvenuto. :)

Se ci poniamo domande non ambigue  la verità può essere raggiunta a volte.
Ad esempio se ci chiediamo quanti numeri naturali ci sono fra 1 e 2 la risposta è nessuno.
Oppure, se ci chiediamo quanti numeri razionali ci sino fra 1 e 2 la risposta è infiniti.
Oppure ancora: quanti numeri reali ci sono fra 1 e 2?
Risposta: ancora infiniti.




Vero. Diciamo che a domande "finite" possiamo avere risposte finite.  :D
Se allarghiamo gli orizzonti, le verità sono inafferrabili.
#37
Citazione di: Alexander il 17 Marzo 2025, 14:55:05 PMLa vita eterna non è un tempo senza fine da vivere. È vivere senza tempo. Se esistesse sarebbe condividere la vita di un dio. Dio non esiste nel divenire del tempo ma la sua è una esistenza senza tempo. Lo spirito Aleggia sopra le acque senza riposo del tempo. Nessuno sa da dove viene, né dove va.

Se si fosse coscienti dell'eternità, si avrebbe quella sensazione, ma se, così come anche viene riportata nella Baghavad Gita dopo la morte ci si unisce a Dio, la percezione dell'infinito non c'è.

Infatti il mio ragionamento era dal punto di vista umano cioè, da esseri fisici di carne, a pensare all'infinito come lo concepiamo da mortali.
#38
Citazione di: Adalberto il 08 Febbraio 2025, 13:06:11 PMTranslator
 
 
Altri vi chiederebbero se "credete" nella vita eterna. Io vi domando solo se questo è il vostro desiderio, in quanto trovo che la vita sia prima sensazione e poi pensiero.
Non mi sfiora la domanda filosofica (poco o nulla so) o spirituale (non percepisco), ma solo quella esistenziale.

La mia risposta è no, non desidero alcuna vita eterna.
Impressa nella mia memoria è l'immagine di un'antica vignetta di Linus: un tipo chiede al ragazzotto stranito che lecca un gelato: "Ti offro la vita eterna, la vuoi?" Scuotendosi dal torpore del caldo estivo, il ragazzo cerca in giro una qualche ispirazione. Incurante del  gelato che si squaglia riflette e poi  risponde: "No grazie, in TV passano sempre i soliti film."
E' passato mezzo secolo e mi riconosco tutt'ora in quella scema (non è un lapsus).
L'idea di ripercorrere la mia stessa vita, non speciale ma nemmeno banale, non mi attrae.
A parità di condizioni di partenza, mi troverei a rifare la stessa vita e mi risulterebbe noiosetto ripercorrere le stesse svolte, cogliere o perdere le medesime opportunità, apprezzare lo sforzo per liberarsi da, rinunciare a qualche libertà di.

C'è poi l'opzione B: il ciclo delle rinascite. Trovo affascinante lo stupore arcaico: animali che in primavera risorgono dalla morte letargica, informi tuberi che rifioriscono o semi costretti a morire per dar vita a nuove piante.
Certo  che mi piacerebbe rinascere gatto (il mio animale totemico) oppure polipo, che sembra abbia una elevata coscienza di sé a dispetto del suo apparire.
Però dove lo trovo un biglietto per vincere alla lotteria delle rinascite? Non provo particolari sensi di colpa, ma se mi confrontassi con la morale canonica... mi andrebbe di lusso rinascere lombrico.

Per l'opzione C bisogna essere decisamente Credenti. Non mi riferisco all'alternativa  Inferno o Paradiso, o all'emozione di fondersi in una qualche forma di spirito. Non è questo il punto. Bensì credere all'infinito.
Desiderate davvero vivere..  per l'eternità?

Ciao Adalberto

Appena ho letto il titolo della discussione, mi è venuto in mente un ragionamento che feci da giovane.
Immaginai di essere eterno. Supposi di essere uno spirito eterno identico a come sono fisicamente.
Immaginai guerre, periodi di pace, il passare di centinaia di anni, e io sempre vivo, a camminare per le città.
Poi immaginai la distruzione della Terra, e io sempre vivo. 
Vedi tutto, comprendi tutto, ma non finisce mai nulla. Come un... film infinito.
Arrivai a provare un senso di paura che superava e distruggeva (e distrusse) la paura della morte.
La fine della vita, la fine di qualcosa è, per l'uomo, una naturale e necessaria liberazione.

Un saluto.
#39
Citazione di: Damiano Bergamaschi il 16 Marzo 2025, 17:16:40 PMBuongiorno a tutti.

Oggi vorrei proporre una discussione riguardante la verità. Sono consapevole che la questione è già stata posta molte volte però mi piacerebbe ricalcarla perché a mio parere essa resta una questione importante.
Generalmente si parte dalla definizione di verità. Che cos'è la verità? Potremmo definirla con l'equazione: tesi+dimostrazione della tesi=verità. Viene quindi proposta una teoria (o tesi) che poi deve essere confrontata con la dimostrazione. Se entrambe combaciano allora abbiamo trovato la verità. Ad esempio si può affermare: io esisto (tesi) perché sono percepito dai miei sensi e percepibile dai sensi altrui (dimostrazione).
Se fosse così allora la verità sarebbe irraggiungibile.
Perché?
Perché non avrei mai la certezza della dimostrazione. Infatti chi o che cosa mi garantisce che, riferendomi all'esempio precedente, "io mi percepisco e sono percepibile"? Che cosa vuol dire essere percepiti da sé stessi?
Oppure ancora ci sono le verità matematiche (indiscutibili apparentemente).
1+1=2 significa che l'essere umano ha creato una verità tale per cui una quantità numerica sommata a se stessa da come risultato due quantità numeriche.
Ma, anche qui, chi o che cosa ce lo garantisce? "L'essere umano", si può rispondere. E se per un "x" motivo alla fine risultasse che 1+1=3? Come potremmo proseguire?
Altro problema è che non potremmo essere sicuri neanche di "1+1=3". Perché si ripeterebbe la domanda: "chi o che cosa ce lo garantisce?"
L'ipotesi in questione è che non ci sono dimostrazioni ma solo ipotesi(tesi o teorie) perché non c'è mai la dimostrazione.
Allora si può affermare una cosa:la filosofia è morta. E sapete quando? Beh, almeno quella occidentale, da 2500 anni.
Quello che voglio dire è che è morta nel momento in cui è nata.
Perché?
Perché si è resa conto che il sapere (filosofia significa amore per il sapere, quindi amore per la verità), o, per dire in altro modo, la verità...non esiste. Non è raggiungibile. Quindi perché perseverare con la ricerca della verità se alla fine...si sa di non sapere?
Beh forse...dire che la filosofia muore in questo modo... è fare filosofia. Quindi "morta" non lo è.
Infatti non mi sono posto, durante il mio discorso, domande importantissime. Del tipo: se la verità è uguale a tesi+dimostrazione, chi o che cosa ci garantisce che sia proprio così?
E che cosa ci garantisce che la parola "garantisce" abbia quel significato? Che cosa vuol dire "significato"? Che cosa vuol dire "che cosa vuol dire?"?
E si può andare avanti all'infinito...
Allora credo proprio che la filosofia non è così morta come pensavo...

Buona giornata.

Bergamaschi Damiano.


Ciao Damiano.
D'impatto effettivamente rispondere come Il_Dubbio, ovvero "Dipende dal contesto" ma poi ci poniamo ragionamenti più profondi e, con esempi, cerchiamo di capire se la risposta vale per tutto.

 Restiamo in tema matematico.
Tesi di partenza: tra 1 e 2 esiste una quantità finita di numeri.
Poniamoci la domanda:
è vero che tra 1 e 3 non ci sono numeri?
Risposta: no, perché c'è il 2.
Poniamoci un'altra domanda:
è vero che tra 1 e 2 non ci sono numeri?
Risposta: dipende.
Forse restando tra i numeri interi sì, ma tra 1 e 2 c'è 1,5. Non solo. Ci sono 1,25 ma anche 1,72 e tantissimi altri ... infiniti(?) numeri.
Dunque se prendiamo l'intervallo chiuso 1-2 abbiamo due paletti che formano come una vasca al cui interno ci possono essere solo un numero finito di numeri. È un intervallo chiuso, ovvio. Ma se facciamo (1+2) : 2 e reiteriamo all'infinito, otterremo un'infinità di numeri decimali. Infiniti numeri in un intervallo chiuso.
La nostra tesi è crollata. Ma, ad "occhio nudo" tra 1 e 2 non ci può essere una quantità infinita di numeri.

Dunque la verità è irraggiungibile, e per vari motivi, uno dei quali è il punto di vista.
Una maglietta è rossa: noi la vediamo di un tipo di rosso A, mentre un daltonico la vedrà di un tipo rosso B.
Dunque, qual è la tonalità vera? A o B? Chi può dire che la visione normale non sia quella del daltonico? Solo perché la maggioranza delle persone vede la tonalità A significa che è quella giusta? Quante verità erano e, purtroppo, sono credute vere dalla maggioranza delle persone ma invece sono falsità?

Un saluto
#40
Presentazione nuovi iscritti / Filosofeggiare
17 Marzo 2025, 12:43:24 PM
Buongiorno a tutti e grazie per avermi accettato nel gruppo.

Mi sono iscritto dopo aver letto delle discussioni del forum nei vari argomenti sempre molto interessanti.
A me è sempre piaciuto filosofeggiare e pormi domande importanti della vita. Anche da piccolo me le ponevo, e credevo fosse giusto farlo anche se i "grandi" mi distoglievano dal farlo.

Vi auguro un sereno proseguo.  :)