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Messaggi - Sariputra

#31
Cit.@Isfrael: Avete esperienze in tal senso? Secondo voi queste immagini oniriche con sensazione di forte familiarità da dove vengono?


Sì, tantissime. Ho scritto anche dei raccontini-ini su questo tema (che forse [non] posterò ...). Soprattutto nell'infanzia e prima giovinezza. Provengono da precedenti esistenze nel cerchio del samsara. In quanto all'aumento dei sogni, penso sia dovuto al fatto che l'attività onirica è anche una valvola di sfogo  delle tensioni e paure che viviamo.
:(
Ciao (scusa la curiosità: sei per caso napoletana?  :-[ 
#32
Scienza e Tecnologia / Re:Charles Darwin
13 Aprile 2020, 16:05:19 PM

In realtà Darwin non era ateo, né credente, ma piuttosto un agnostico. Probabilmente, come parecchi uomini di scienza, non era particolarmente interessato al dilemma. Non più di come un pittore impressionista fosse interessato alle leggi  della rifrazione ottica. "Il mio giudizio è spesso fluttuante" scrive in una famosa lettera; in altre si definisce come agnostico, ma che questa definizione non è stabile: oscilla tra un credere in un Dio creatore (ma non quello biblico..), al non credere e alla sospensione del giudizio.


"Non riesco a vederci chiaro.D'altra parte non posso accontentarmi di vedere questo meraviglioso Universo e soprattutto la natura dell'uomo e di dedurne che tutto è il risultato di una forza cieca. Sono propenso a guardare ad ogni cosa come il risultato di leggi progettuali (as resulting of designed laws), e che i dettagli, siano essi buoni o cattivi, risultino invece da ciò che noi possiamo chiamare caso [...]. Non posso pensare che il mondo così come lo vediamo, possa essere il risultato del caso; eppure non posso guardare ogni singola cosa separata come se essa fosse il risultato di un progetto. Percepisco nel mio intimo che l'intera questione è troppo profonda per l'intelligenza umana. È come se un cane tentasse di speculare sulla mente di Newton" (C. Darwin, The Correspondance of Ch. Darwin, Cambridge UP, Cambridge 1985-1995, 224).
#33

Un giovane ha molte meno possibilità di morire di polmonite interstiziale doppia che non di incidente stradale, al sabato notte, tornando pieno d'alcool e di pasticche, da una qualsiasi discoteca. Mi sembra che, ad oggi, siano meno di venti i giovani sotto i vent'anni morti di coronavairius in tutta Europa ( su milioni di contagiati tra tamponati e asintomatici..). Le discoteche però non le chiudono, non essendo gli incidenti stradali 'contagiosi' (lo è però lo spirito di emulazione che prende, e ci prendeva, quando si è giovani virgulti..). Comprimere i diritti dei giovani e dei bambini (in particolare quelli che avevano la scuola come unico luogo fisico ove riparare dalle tensioni, liti e spesso violenze genitoriali) per non provocare il collasso degli inadeguati sistemi sanitari di molti paesi davanti al massiccio afflusso di anziani colpiti dal virus, e dall'incapacità della medicina territoriale di gestire i casi meno gravi, che sono la stragrande maggioranza (per mancanza cronica di DPI adeguati..), è forse il dramma etico più importante, a mio avviso.
Nella classe di mia figlia c'è un ragazzo disabile mentale. Parlando, qualche giorno fa, con la sua insegnante di sostegno, e chiedendole come il giovane viveva questo tempo, mi diceva che Ale si alza ogni mattina , si prepara la cartella e poi...se ne sta immobile in attesa che la mamma lo accompagni a scuola. Ma ovviamente la mamma non può...e così se ne sta fermo per ore con la cartella in spalla...
Penso al diritto allo studio, alla possibilità di fare anche solo una semplice passeggiata per questi bambini (vietata persino nei paesini di montagna, dove hai più probabilità di incontrare e infettare un cinghiale che un altro essere umano..). Mi interrogo spesso se è una cosa giusta e se non sia possibile trovare altre forme, in sicurezza...
Il dubbio mi viene quando poi vedo degli anziani in coda sotto il sole già caldo, che aspettano il turno per entare al supermercato,  quasi nessuno con la mascherina  indossata in maniere sicura (naso fuori, mascherina messa al contrario, ecc.), vicini uno all'altro, spesso chiaccherando tra loro a molto meno di un metro. Faccio notare, perché purtroppo ho esperienza di queste cose, che è quasi impossibile per un ottantenne respirare adeguatamente con una mascherina addosso..Sono persone sole che devono per forza uscire di casa per fare la spesa. E allora mi chiedo: perché non organizzare un efficace servizio a domicilio? Magari fatto proprio dai giovani (pagati ovviamente.. e così guadagnano qualcosina anche loro che non trovano lavoro..) e permettere nel frattempo una maggiore libertà, con mascherine e distanziamento, per gli altri, soprattutto giovani e bambini? Non si tratta di riaprire bar e discoteche, ma solo di poter fare una passeggiata tra le margherite che imbiancano i prati...
#34
Ultimo libro letto / Signore della Luce
12 Aprile 2020, 16:36:48 PM

In questi giorni ho dato una rinfrescata e una spolverata alla vecchia biblioteca della Villa e, con un sentimento misto di sorpresa  e nostalgia, mi è capitato tra le mani un vecchio romanzo di science-fiction (ma forse sarebbe più corretto dire di genere 'fantasy'..) che avevo letto quarant'anni fa: "Signore della Luce " ("Lord of Light") di Roger Zelazny. Un libro particolare che , all'epoca, riusciva  a mescolare il mio iniziale interesse per la filosofia e la spiritualità indiana con l'altra passione giovanile, ormai sepolta e dimenticata, quella per la letteratura fantastica (all'epoca scrivevo brevi raccontini fantastici per ragazzi, assai ingenui. Ero molto più bravo a raccontare storie oralmente..).  E' un libro che consiglio, uno di quei romanzi fantastici che, a mio parere, sopravvivono al passare del tempo e delle mode culturali e stilistiche. Siccome della trama conservo una memoria vaga, posto degli stralci da un articolo di Roberto Paura che, tra quelli che ho visionato sul web per rinfrescarmi il ricordo, ho trovato piuttosto interessante:

Quando Roger Zelazny scrisse nel 1967 il suo Lord of Light (Signore della Luce) che l'anno successivo avrebbe vinto il premio Hugo, molto probabilmente doveva avere nella mente quella nota frase attribuita a Feuerbach secondo cui «il Dio dell'uomo è l'uomo». E, come ogni scrittore che si rispetti, deve aver pensato che concretizzare quell'idea e osservarne gli sviluppi sarebbe stata ottima materia per una storia di fantascienza. Signore della Luce è un'opera sull'Uomo e su Dio, anzi sugli Dei o meglio ancora sul "sacro". È stato scritto che il sacro in qualche modo implica potenza, e che chi detiene la sacralità ottiene potenza; i Primi uomini esuli dalla vecchia e scomparsa Terra che misero piede sul mondo di Signore della Luce decisero di costruirvi una società in cui essi sarebbero stati gli Dei e i dominatori in virtù di una sacralità derivante dalla scienza e dalle sue conquiste. Dei ex machinis nel vero senso della parola, come sentenzia il protagonista dell'opera, Sam.

Una religione il cui potere deriva dalla scienza è pressoché invincibile, ma perde il suo significato: perde la sacralità che ne è parte integrante, diventa mera tirannia della superstizione. Per tale motivo Sam, il Buddha, decide di intraprendere la sua "crociata" (se ci si passa il termine) contro gli Dei per riconquistare quel sacro che è andato perduto e restituire all'Uomo ciò che è dell'Uomo e al divino ciò che è del divino.

...Zelazny fu un appassionato ed un esperto di mitologia, ancor prima di essere un appassionato e uno scrittore di fantascienza; in molte delle sue storie ha fatto uso di una particolare mitologia che gli è servita per veicolare un significato ben preciso...


L'interesse di Zelazny verso l'idea di morte è un altro leit-motiv nella sua produzione, che in Signore della Luce assume un significato particolarmente importante: è infatti la dissacrazione della morte, perpetrata dalla Teocrazia della Trimurti, che secondo Sam va abbattuta. Ci troviamo infatti per la prima volta nella storia con una religione che non fa più del mistero della morte la sua ragion d'essere. In Signore della Luce le anime degli esseri umani hanno tre strade davanti a loro dopo la morte: la trasmigrazione dell'anima nel corpo di un altro essere vivente, uomo o animale; la "vera morte" e la perdita della propria anima insieme alla vita (che avviene solo in rarissime circostanze perlopiù accidentali); la fusione nel Nirvana, che qui si scrolla di dosso la sottigliezza mistica e assume forma fisica: il Nirvana è il "Ponte degli Dei", la nube elettromagnetica che avvolge il pianeta e nella quale vengono trasmesse grazie a potenti macchinari le anime (le "informazioni", potremmo dire in linguaggio tecnico) dei morti.

Il processo della trasmigrazione avviene allorquando il soggetto compie i sessant'anni: i sacerdoti dei Templi, su istruzione degli Dei, azionano gli avveniristici macchinari che permettono di sondare la psiche del candidato e pesarne le azioni negative e quelle positive; quindi avviene il passaggio dell'atman dal vecchio corpo al nuovo corpo, umano e di casta più elevata per chi ha seguito la via della rettitudine, animale e destinato a una dura vita per il miscredente. I fedeli reincarnati conservano però, in una certa misura, il ricordo delle loro vite precedenti e conoscono il destino che li attende qualora il loro karma sia negativo. Non si sfugge all'ineluttabilità del destino, perché dopo la morte c'è solo la vita, quindi la morte e di nuovo la vita in eterno. L'angosciante quesito esistenziale su ciò che attende l'uomo dopo la morte non ha più senso. Quella di Signore della Luce «non è soltanto l'unica religione... è la religione rivelata, obbligatoria e spaventosamente dimostrabile». L'ateismo non ha senso perché non ha senso la domanda sull'esistenza/inesistenza di Dio: in un mondo in cui il divino si può in ogni momento manifestare agli uomini e in cui la sopravvivenza alla morte non è un dogma di fede ma una verità empirica non c'è spazio per i non credenti. La sacralità dell'anima viene meno: «L'Induismo tradizionale non ha il beneficio del ricordare le vite precedenti, né del vedere qualcuno con un nuovo corpo esibire le stesse caratteristiche psicologiche della persona che è stata appena reincarnata. Queste sono prove tangibili dell'esistenza di qualche essenza insita indipendente dal corpo»


(Roberto Paura da "Quaderni d'Altri tempi")


Se siete appassionati di spiritualità indiana e amata la narrativa fantasy, questo è un libro che consiglio...(tra l'altro ritengo che sarà un libro che, nel prossimo futuro,forse verrà messo al bando come "politicamente scorretto" perché ci presenta una spassosissima narrazione dell'incontro del protagonista Sam (chiamato dagli abitanti, oppressi dalla Trimurti degli scienziati ex-terrestri, "Buddha" o "Siddhartha"..) con il dio Brahma che in realtà era sulla Terra una lesbica di nome Madeleine, se non ricordo male, che, per meglio sedurre le donne aveva preso corpo maschile . Riporto anche il fastidio (esagerato, a mio parere..)  verso questa parte del romanzo:


Buon romanzo di fantascienza.
L'elite di un pianeta colonizzato dai terrestri mantiene il potere attraverso il trasferimento delle menti da un corpo all'altro, e l'autoattribuzione dei nomi e dei poteri degli dèi dell'India.
Fra gli dèi appare una donna lesbica che ha preso il corpo maschile di Brahma per meglio sedurre le donne (cfr. pp. 66-67).
L'anno di pubblicazione (1967) spiega in parte questa ennesima e fastidiosa presentazione dell'omosessualità come "terzo sesso", e come tale affine più al transessualismo che al lesbismo vero e proprio.


(Giovanni Dall'Orto su "Cultura gay.it)
#35
Attualità / Re:Via Crucis 2020
11 Aprile 2020, 16:33:06 PM

@Anthonyi
dalle tue parole non mi sembra che hai seguito attentamente le vicende del clero in questi giorni. Infatti proprio il papa, anche nella celebrazione di ieri, ha raccomandato di seguire le direttive sanitarie governative ed ha pregato affinché Dio doni forza e coraggio a tutto il personale sanitario in prima linea ed anche ai cappellani che svolgono servizio negli ospedali per portare, nei limiti del  possibile, conforto. Nelle celebrazioni solo pochissime persone possono stare vicine  e sono sempre le stesse, che evidentemente, come noi in famiglia, convivono col pontefice. La Basilica era praticamente deserta e i pochissimi presenti mantenevano più distanza di sicurezza di quella che c'è ogni giorno tra Borrelli e Brusaferro...Cosa dovrebbe dire ai fedeli? "Ragazzi, la nostra fede non serve ad un c... rivolgetevi solamente al medico. ?  ;D
#36
Attualità / Re:Via Crucis 2020
11 Aprile 2020, 15:45:41 PM
La Chiesa Cattolica ha visto lievitare in maniera esponenziale il numero di telespettatori sia delle televisioni dedicate (TV2000-TeleChiara, ecc.) che dei programmi religiosi delle tv generaliste e di più larga audience. Il rosario recitato dal papa da Santa Marta è stato il terzo programma più seguito nella serata ( e il primo è stato il noto "Don Matteo"..) con milioni di telespettatori. La settimana prossima avremo anche i dati di queste giornate pasquali e, prevedo, confermeranno o addirittura aumenteranno di molto questo share. Io stesso ho seguito, nel pomeriggio di ieri, giornata detta del "Venerdì Santo", l'omelia/riflessione di Padre Cantalamessa (un nome un destino.. :) ), forse il più profondo teologo attuale in italia, predicatore della casa pontificia. Molto interessante e suggestivo, nella solitudine della Basilica quasi deserta...Credo si possa già trovare sul "web", ma non sono sicuro...per chi può interessare.
Non vedo contraddizione tra scienza e religione in questa fase. L'una ci dice come proteggerci, l'altra cerca di dare risposte alla profonda inquietudine e angoscia esistenziale che ci attanaglia e per la quale un virologo non può aiutarci... :(
#37
La prossima volta rinasco [/size]qui[/size].[/size]
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La maggior parte degli italiani odiano i teteski e la Germania, ma bisogna essere onesti...sono semplicemente ad un altro livello...non c'è proprio competizione. :(   [/size]
#38
Sarebbe per me impossibile portare delle mascherine senza valvola, perché, essendo portatore di occhiali spessi "a fondo di bottiglia", mi si appannerebbero immediatamente, rendendomi impossibile uscire di casa anche solo per far la spesa e non soccombere quindi ai morsi della fame...Mi spiace se potrei essere leggermente più "pericoloso" di un portatore di mascherine chirurgiche o  Ffp1-2-3 senza valvola, ma non posso farci niente... Comunque ho iniziato a uscire con una stecca di legno lunga un metro esatto che 'punto' addosso alle persone che incontro, così da tenere la distanza di sicurezza e non rischiare di infettarmi ( o di infettare qualche malcapitato..), visto che sono a 'rischio' di quel tragico evento chiamato "morte", essendo iperteso (però uso i beta-bloccanti che sembrano leggermente meno graditi degli ACE inibitori all'immondo morbo.. :D ), leggermente diabetico, con calcolosi renale e con i piedi piatti, oltre che mezzo orbo... ;D


P.S. Naturalmente la stecca di legno da un metro, aggiunta alla lunghezza notevole del mio braccio (sono un pezzo d'uomo, modestamente...), mi fa rientrare anche nella misura di sicurezza degli esperti statunitensi che dicono un metro e ottanta centimetri, per essere più sicuri...visto mai chi abbia ragione!
#39
@Eutidemo


Purtroppo sono mascherine Ffp2 con valvola, quelle che si usano normalmente nelle cabine a spruzzo. Bloccano quasi tutto in entrata ma lasciano fuoriuscire. Queste ho e queste mi tengo...Ho sbagliato nell'esperimento perché mi sono messo la fiammella davanti e non al lato della valvola. Però, secondo me, non cambia granché, perché bisognerebbe calcolare quanta ne esce lateralmente anche dalle chirurgiche, che non sono certo a tenuta stagna...
#40
E c'hai pure ragione!..Non ci avevo pensato :( .  Un'ulteriore dimostrazione che sarei stato un pessimo scienziato... ???
#41
Ho appena fatto una 'prova empirica'. Mi son messo la mia mascherina Ffp2 e ho soffiato con forza, con una fiamma davanti a pochissimi cm. La fiamma non si è mossa minimamente. Che stanno a dì..?
#42
Secondo me sono differenze di "lana caprina". Le mascherine Ffp2-3 fanno fuoriuscire l'espirato in parte dalla valvola e in parte lateralmente (è praticamente impossibile avere una tenuta stagna..), mentre le chirurgiche attraverso il tessuto (in parte) e lateralmente (anche qui è praticamente impossibile avere una tenuta stagna..). La differenza sostanziale è che le Ffp2-3 proteggono maggiormente in fase di inspirazione...la valvola infatti non è scoperta..
#43

Nella vita civile la selezione naturale favorisce i ceppi di virus meno letali, più miti. Infatti quelli che si ammalano più seriamente restano a casa o vengono ricoverati in ospedale, mentre i casi leggeri o asintomatici continuano la loro vita normale. Questo favorisce il diffondersi di una malattia in forma meno grave. Questo si è visto, secondo gli studiosi, con la pandemia del 1918-19 detta "spagnola" (ma di cui non si sa l'origine...) la cui mortalità era simile all'attuale Covid-19, con però una differenza sostanziale: colpiva prevalentemente la popolazione tra i 20 e i 60 anni, mentre negli anziani e nei bambini si presentava in forma leggera. Questa maggiore letalità era spiegata anche dal fatto che la popolazione maschia adulta (la più colpita) era impegnata in trincea, con sovraffollamento, malnutrizione e stress terribile. Oggi  non sembra proponibile questo approccio al virus. A parte i tempi mutati profondamente, si ritiene preferibile 'sopprimere' il virus , piuttosto che favorirne la diffusione in forma leggera ottenendo così una sopravvivenza del virus in forma lieve, incapace di provocare complicanze gravi, come  è successo con l'H1N1. Ci sono pro e contro in questi due approcci: nel primo caso la mortalità nel breve termine s'impenna, ma poi il virus assume forme più miti; nella seconda si contiene la mortalità a breve, ma si rischia di non uscire mai dall'emergenza, non permettendo al virus di 'adattarsi' all'ospite, rischiando addirittura una mutazione ancor più aggressiva. La pandemia del 18-19 si stima abbia provocato, in diverse ondate, tra i 17 e 50 milioni di morti su 2 miliardi di popolazione. Sono dati inattendibili in quanto non si riusciva  a separare i casi di H1n1 da quelli della tubercolosi e da quelli provocati da sovrainfezione di polmonite batterica.Inoltre, si ritiene che tantissimi soldati e civili vennero letteralmente ammazzati dalle cure mediche che prevedevano la somministrazioni fino a 1 grammo di aspirina all'ora, quantità assolutamente tossica, provocando l'avvelenamento del paziente. Alcuni adesso stimano che lasciar "sfogare" il virus comporterebbe una triplicazione dei casi mortali nel breve periodo.  Non è però prevedibile quanti saranno , con il sistema dell'isolamento e quarantena, nel lungo, in eventuale assenza di vaccino e considerando la probabile nuova ondata dall'autunno in poi...La Svezia, per esempio, al momento si orienta sul primo approccio: distanziamento sociale dei più esposti, limiti e prudenza, ma possibilità che il virus circoli in forma più lieve e negli asintomatici. Ma stanno 'vacillando' perchè l'opinione pubblica preme, anche se il governo svedese sembra godere di una buona fiducia da parte della popolazione...  E' interessante notare come, con questo sistema, la Svezia mantiene il tasso di mortalità praticamente nella media OMS e inferiore ad alcuni paesi (latini in particolare..).
#44

Gli errori commessi in Lombardia sono stati molti e molto gravi. Si riassumono in poche cifre: tasso di letalità al 6 Aprile 17,86% (ufficiale ma si dice che ci siano centinaia di decessi non conteggiati di anziani morti in casa..)- tasso mortalità del Veneto 5,71%.Tasso medio globale ad oggi di mortalità per Covid 5,6% (medio. Ci sono paesi che sono tra l'1 e il 2%..). Che diavolo hanno combinato in Lombardia? Non è che la popolazione lombarda sia più anziana di quella veneta, o con più patologie ...



Comunque, tanto per far capire come siamo messi anche in Veneto, che siamo pur considerati tra i più virtuosi nella gestione di questa emergenza, proprio ieri mia cognata, che lavora come OSS in una famosa casa di riposo di quella cittadina della Contea nota per un ponte particolare e per un'apprezzata bevanda alcolica, mi ha telefonato per dirmi se avevo per caso una mascherina Ffp2 da darle (io le usavo in cabina a spruzzo..). Si è infatti evidenziato nel ricovero un caso positivo e gli operatori, che adesso verranno tamponati, hanno solo delle inadeguate mascherine della protezione civile in tessuto non tessuto. E siamo a più di un mese e mezzo dall'inizio ufficiale dell'epidemia...
Purtroppo ne ho solo 2 di Ffp2 e già usate. Altre due sono troppo vecchie (dieci anni circa) e non credo sia prudente utilizzarle....
#45
Tematiche Culturali e Sociali / Re:Eutanasia
07 Aprile 2020, 11:53:13 AM

La difficoltà di formulare un qualsiasi tipo di giudizio su un caso del genere è data anche dalla 'pochezza' degli elementi in nostra mano. Manca , per esempio, la descrizione del tipo di rapporto che intercorreva tra la madre e le figlie. Non è chiara anche la condizione fisica della donna ( Quanto malata? Patologie che ti portano rapidamente alla morte o "acciacchi" normali per l'età?..). Trovo veramente strano che nell'anziana abbia prevalso l'affetto/attaccamento verso il marito piuttosto che quello, come normalmente avviene, verso le figlie. Una donna con tre figlie non dovrebbe temere la naturale 'partenza' del marito e l'eventuale tempo da vivere in sua assenza. Ma forse nel suicidio della donna c'è una dichiarazione di disperazione rivolta proprio verso queste figlie...non sappiamo, né l'articolo ci illumina in alcun modo su questo punto.Le figlie erano d'accordo? Perché? Per liberarsi del peso dell'anziana madre? ...Tutte domande senza risposta.
In generale una donna sopporta il dolore molto meglio di un uomo. La donna ha una capacità di soffrire superiore e una capacità d'amare più profonda (con le dovute eccezioni...). L'amore verso i figli non è poi paragonabile a quello verso un uomo. Si tratta di qualcosa di viscerale, di natura qualitativamente diversa.
Poi , facendo un tentativo di discorso più ampio, direi che non è salutare proiettare nel futuro le paure del dolore che si vivono. Stare con la propria paura  e non immaginare il dolore futuro è cosa utile in questi casi. Il dolore verrà, ma non possiamo 'ora' sapere come, quando e in che modo lo vivremo. Non possiamo immaginarcelo e , in base all'idea che ce ne facciamo, costruita sull'immaginazione ("Non potrò vivere senza di lui/lei"..), tirare la conclusione che la nostra vita futura non varrà la pena di essere vissuta. Non succederà come ce lo immaginiamo. Bisognerebbe avere questa attitudine a non credere sempre alla nostra mente...
Amare qualcuno non dovrebbe, a mio parere, portarci ad un attaccamento tale per cui la nostra vita e il nostro amore abbiano una sola direzione (soprattutto in questo caso, dove c'erano almeno altri tre soggetti a cui poterlo destinare...).Si dovrebbe in generale discernere tra amore e attaccamento. L'amore non ha limiti, mentre l'attaccamento non fa che crearne e ci de-limita. L'amore travalica la stessa presenza fisica dell'amato e anzi , proprio la morte spesso lo approfondisce. Nell'assenza dell'amato si coglie spesso la profondità della presenza dell'altro nella nostra vita, l'importanza che ha avuto, quanto ci ha fatto crescere. E anche questo è amare...
Tornando all'articolo quindi concluderei dicendo che vedo piuttosto il dramma nel rapporto madre/figlie, e forse nella paura della profonda solitudine che questa donna s'immaginava si sarebbe venuta a trovare...Ma sono solo congetture.