La domanda di Koba San è interessante. Ritengo, da "duale epistemologico", che vada distinto il campo delle scienze dure da quelle soffici. Nel campo delle scienze dure prevalgono i protocolli scientifici classici, sperimentabilità, ripetibilità, documentabilità, conferma della peer community, ecc. Nelle scienze soffici subentrano altri elementi che hanno a che fare con la nostra natura ambigua, siamo egoisti o siamo altruisti, siamo uguali o siamo diversi, siamo liberi o siamo determinati, siamo animali o siamo qualcosa d'altro, siamo violenti o siamo miti, siamo autoritari o siamo libertari? Nel campo mondano delle scienze soffici, non possiamo attenerci alla ripetibilità o alla dimostrazione sperimentale e allora è qui che subentra l'importanza della domanda di Koba. Cosa orienta il nostro credere reale a proposito dell'uomo delinquente che vada imprigionato piuttosto che decapitato? Cosa orienta il nostro credere che il denaro sia meglio tenerlo sotto un mattone invece che investirlo in una multinazionale e così via?
In questi casi subentrano fattori emotivi profondi che modellano in modo inconsapevole il nostro cervello e ci fanno propendere per una parte o per l'altra. Un processo parallelo è quello propagandistico, per cui si cercherà di influenzare il modo di pensare attraverso i media e in questo caso meno strumenti critici si avranno a disposizione e più facilmente si rischia di essere condizionati da questi processi. La verità supposta è inoltre modellata anche dal gruppo di pari, che inevitabilmente condiziona il nostro modo di interpretare il mondo.
La visione del mondo di ognuno di noi è pertanto il risultato delle nostre interazioni con l'ambiente comunicativo del mondo stesso.
Poi però accade anche che il mondo va avanti e si decide che far lavorare i bambini è infame, e questa interpretazione è una "novità" che non può provenire dall'ambiente, o meglio, proviene dall'ambiente ma un gruppo la rinforza e la rimodella, diventando a sua volta "creatore di un nuovo ambiente" nel quale far lavorare i bambini è infame.
Si potrebbe aggiungere che adottare modalità creative di interpretazione del mondo è a sua volta una dinamica ambientale, per cui è possibile ipotizzare società più dinamiche e creative e società più statiche.
Un ultima osservazione che vale una nuova discussione: l'interpretazione del mondo è sempre legata al potere che si esercita sul mondo.
In questi casi subentrano fattori emotivi profondi che modellano in modo inconsapevole il nostro cervello e ci fanno propendere per una parte o per l'altra. Un processo parallelo è quello propagandistico, per cui si cercherà di influenzare il modo di pensare attraverso i media e in questo caso meno strumenti critici si avranno a disposizione e più facilmente si rischia di essere condizionati da questi processi. La verità supposta è inoltre modellata anche dal gruppo di pari, che inevitabilmente condiziona il nostro modo di interpretare il mondo.
La visione del mondo di ognuno di noi è pertanto il risultato delle nostre interazioni con l'ambiente comunicativo del mondo stesso.
Poi però accade anche che il mondo va avanti e si decide che far lavorare i bambini è infame, e questa interpretazione è una "novità" che non può provenire dall'ambiente, o meglio, proviene dall'ambiente ma un gruppo la rinforza e la rimodella, diventando a sua volta "creatore di un nuovo ambiente" nel quale far lavorare i bambini è infame.
Si potrebbe aggiungere che adottare modalità creative di interpretazione del mondo è a sua volta una dinamica ambientale, per cui è possibile ipotizzare società più dinamiche e creative e società più statiche.
Un ultima osservazione che vale una nuova discussione: l'interpretazione del mondo è sempre legata al potere che si esercita sul mondo.

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