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Messaggi - Jacopus

#31
Però, ditemi se sbaglio, c'è una gerarchia di valore fra i tre stadi e c'è una asimmetria "tremenda" nel rapporto uomo/Dio, al punto da sembrare un revival dell'ebraismo.  Il corpo va punito mentre la mente si libra alla ricerca di Dio. Insomma mi sembra una filosofia molto contemplativa, che può dare i suoi frutti solo se si elimina quel Dio assoluto. Allora Kierkegaard sarebbe costretto a guardare la vita in modo disincantato e il mondo diventare più terribile di quello abitato da Dio ma che apre a nuovi scenari. Mentre scrivo mi arriva alla mente questa espressione lapidaria "Kierkegaard, ultima propaggine del Medioevo". Non sapendo quasi nulla di questo filosofo, perdonate le sciocchezze.
#32
Attualità / Re: Guerra in Ucraina III
18 Giugno 2025, 00:30:26 AM
Trump è stupido, la stupidità di un bottegaio, che fiuta le sensazioni, la vox populi. In Italia sarebbe stato un perfetto rappresentante di quel mondo "di mezzo" di cui parla Saviano. Ma i suoi elettori sono ancora più stupidi. Il mondo occidentale sta affondando nella stupidità. Una stupidità che è diventato strumento di dominio, da quando la cultura è stata spernacchiata perché non più di moda ( direi all'incirca con l'avvento del duo Reagan/Tatcher e la definitiva sconfitta di politiche sociali in occidente).
#33
Ammetto di non conoscere Kierkegaard, se non attraverso le antologie del liceo, ma forse proprio da lì è nato il mio sguardo sospettoso. Ritengo, secondo una modalità ellenistica e quindi precristiana che sia possibile essere contemporaneamente (o in tempi diversi della propria vita) esteti, etici e religiosi. Questa visione simile a quella del "progresso positivista", (dal laido esteta al perfetto religioso) non mi convince. Però è anche possibile che queste mie divagazioni siano prive di fondamento. Chiedo a chi ne sa più di me, di raccontarmi meglio, anche perché K. è uno dei padri filosofici dell'esistenzialismo e quindi non è certo un filosofo da quattro soldi (ammesso che ne esistano).
#34
Presentazione nuovi iscritti / Re: Eccomi qua!
16 Giugno 2025, 19:52:50 PM
Ben arrivata Damna. Bel nick. Hai giocato con la damnatio memoriae? Anche Irene è un bel nome. La tua eventuale ignoranza è compensata da un cervello in pieno sviluppo, in grado di assorbire nozioni su nozioni e di collegarle in modo creativo. Quindi non scusarti. L'ignoranza è una grande dote da parte di chi intende emanciparsi da essa ed è una catena da chi la ritiene degna e necessaria per vivere bene.
#35
A me sembra una sciocchezza Inverno. Potresti citarmi il testo del premio Nobel? Il cervello delle donne è strutturalmente e funzionalmente identico a quello dell'uomo e dotato anch'esso di neuroplasticità. Pertanto è vero il contrario. Più si aprono opportunità più i due generi si amalgamano anche come professioni svolte. Si tratta però di un processo lungo, intergenerazionale, poiché il genere femminile è stato schiacciato per millenni da culture che la ritenevano adatte a qualcosa e non altro. Tuttora se parli con persone colte mussulmane ti diranno che l'Islam non è contro la donna che lavora, ma la donna per la sua natura può lavorare solo come massaia, infermiera, ostetrica, maestra. L'unico vero limite lo vedo solo nei lavori estremi dove servono in modo preponderante i muscoli, ma fortunatamente, grazie alla tecnologia, sono sempre meno rilevanti.
#36
Completamente d'accordo Baylham. Soprattutto con la frase " le differenze producono differenze". E quelle differenze possono essere vitali o mortifere. Vitali se non pregiudicano l'altrui differenza, mortali se la dominano sulla base di differenze simboliche e culturali che non hanno niente a che vedere con il merito e la capacità di dare valore alla propria vita.
#37
Mi ritrovo pienamente in questa prospettiva, secondo la quale la verità è contraddittoria nel mondo della praxis (non nel mondo dell'episteme, dove esiste un principio di non contraddizione temporaneo). E mi ritrovo anche nel discorso della necessità di trovare un nuovo equilibrio per "educare" quel desiderio tanto ben evocato da Shakespeare. A mio modo di vedere, quel desiderio è una parte profonda, quasi genetica non solo degli esseri umani ma probabilmente almeno di tutti i vertebrati dotati di sistema nervoso. Il problema risiede nel fatto che il nostro dominio tecnologico ha reso quella spinta al desiderio sia un rimedio che un veleno. Senza desideri si muore, con la realizzazione dei desideri tecnologizzati dell'uomo del XXI secolo si muore ugualmente.
Questa però è una contraddizione diversa dall'omnis determinatio negatio est, perché il principio spinoziano ed hegeliano e Junghiano è un principio votato alla non polarizzazione, alla possibilità del riconoscimento dell'altro, in un superamento della logica amico-nemico. La contraddizione dell'umanità tecnologica è invece più tragica e non prevede Commissioni per la Riconciliazione e la Pace. Questo perché da un lato c'è una spinta al desiderio che è "ontologica" e vitale e dall'altro c'è un iper-potere che portando alle estreme conseguenze quel desiderio diventa mortale.
In qualche modo e torno al punto, dovremmo educare il desiderio instauratosi filogeneticamente con un diverso modo di desiderare, e mi va bene il principio del "rispetto per la vita in ogni sua forma." A patto di rendere concreto, almeno filosoficamente, questo principio. Ad essere coerenti però temo che:
A) servirebbe troppo tempo per una modifica ad una intenzionalità desiderante strutturata filogeneticamente.
B) un suo cambiamento reale significherebbe mutare in modo straordinario le istituzioni, i rapporti sociali, le credenze e le abitudini di miliardi di persone, la maggioranza delle quali o non capirebbe o se capisse, capirebbe di rimetterci da questo cambiamento.
È come se noi come specie animale continuassimo a pensare all'ambiente come infinitamente disponibile e pieno di risorse, perché per miliardi di anni, vista l'assenza di tecnologie, è stato davvero così. Ora la tecnologia non permette all'ambiente di recuperare tutte le energie e quindi c'è una dissipazione che rende velenoso quel desiderio inizialmente e necessariamente vitale.
Purtroppo non vedo vie d'uscita sagge e filosofiche, ma purtroppo un peggioramento più o meno veloce di questa contraddizione di fondo. Servirebbe una nuova fede ecologista, l'accettazione di una nuova via verso un diverso tipo di desiderabilità. Un movimento come il cristianesimo e il marxismo che però a differenza di cristianesimo e marxismo non pongano più l'uomo al centro.
Dal dentista ho visto questa frase appesa al muro, attribuita a Bacone: "non è l'uomo fatto per il mondo ma il mondo per l'uomo". Il mondo però non è più in grado di fornire risorse affinché l'uomo faccia, o che almeno faccia quello che ha fatto finora.
#38
Non so Inverno. Forse hai in parte ragione. Ci saranno sicuramente quelli che si fanno belli "accademicamente" e per "ciulate di sinistra" o per raccogliere "voti" o per "distrarre" dai veri problemi. Metterla però in questo modo, significa accettare lo status quo. In sintesi: siccome il mondo va così, siccome chi mette le mani nel denaro le mette anche nelle mutande, siccome chi si interessa delle mutande altrui lo fa per altri fini che non sono il "libero pensiero in libero Stato", allora non ne vale la pena. La tua posizione mi sembra davvero molto nichilista, insomma un novello Ivan Karamazov. Io penso invece che accanto agli opportunisti esistano anche coloro che ci credono ad un cambiamento ed oggi per credere ad un cambiamento occorre soprattutto non tradurre tutto in termini monetari. Il "sogno" dei cattivi borghesi puniti in uno stato che lascia la libertà di scopare secondo il proprio estro è stato il sogno del movimento del '68. Anche lì vi è stato di tutto, opportunisti, arrivisti, fancazzisti, ma l'onda lunga di quel movimento ha trasformato la società civile italiana, emancipandola dalla cappa clericale che l'aveva avvolta dal Concilio di Trento in poi. Pertanto, 1) ci siamo tenuti i cattivi borghesi ma abbiamo una legislazione sui diritti civili decente (e non è poco...anzi è uno dei motivi principali delle migrazioni...è vero vengono per necessità ma parlano con entusiasmo ed emozione quando ti dicono che qui nessuno li picchia se baciano una ragazza), 2) il pendolo azione/reazione è vero parzialmente. Sul lungo periodo il processo di allargamento dei diritti è univoco. Il problema è che questo allargamento è avvenuto solo in una piccola parte del mondo, l'Occidente (che in questo adotta il solito metodo dei due pesi e delle due misure).
3) su una cosa sono d'accordo. I cambiamenti culturali non si fanno da uno schermo ma bisogna usare il proprio corpo, eventualmente anche sacrificarlo in nome dei nostri principî. Nelle attuali società occidentali, demograficamente vecchie, con la sindrome da accerchiamento, la vedo dura. Occorrerebbe un grande passaggio di paradigma, e tornare a ciò che ci rende umani. Oggi siamo umani solo  per via economica.
4) la stessa manipolazione degli hipster-radical chic, può essere effettuata da e verso i tradizionalisti neocon, creazionisti & Co. Spostare l'attenzione su questi problemi diventa un'arma di distrazione di massa a cui si affiliano volenterosi e frustrati "occidentali" ormai disillusi rispetto ad una supposta superiorità (nè rispetto alla etnia, nè rispetto al genere e probabilmente neppure rispetto alla specie).
5) però, come ci ricorda Calvino, nel "il sentiero dei nidi di ragno" qui si risolve qualcosa, là si conferma la catena". Tra chi risolve qualcosa, ci saranno sempre infiltrati, teste matte, opportunisti, di là invece è già stabilito che sono tutti così, che è il bellum omnium contra omnes, al termine del quale c'è sempre un satapro orientale.
#39
Come si fa a caricare i diritti in una Costituzione? Mica è un upload. La costituzione italiana è stata scritta come compromesso fra varie istanze, liberale, cattolica e socialista. Ma sono principi generali. Nel caso in cui si ritenesse che vengano violati si fa ricorso alla C. Costituzionale. Ma questo principio legalitario incide solo parzialmente. Fino alla fine degli anni 50, alle donne era vietato per legge diventare magistrato, alla faccia della Costituzione. Riconoscere i diritti di una minoranza come quella LGB...cosa significa? Riconoscere la possibilità di ereditare, di avere cure adatte, di costruire una mentalità, una cultura aperta e questo può avvenire solo per dibattito pubblico, no di certo per legge, o per Costituzione, le quali possono non essere rispettate e non abbiamo un vigile dietro ognuno di noi. Ripeto è possibile che vi siano fazioni che strumentalizzano queste battaglie ma credo che ci siano anche politici che ci credono, altrimenti la democrazia fondata sui partiti è morta e sepolta (e in realtà questo più che una ipotesi è una realtà sempre più vicina). Che il potere economico sia in Russia dubito fortemente. Hanno solo risorse grezze, ma questo non comporta valore. La Cina invece si ha potere economico, ma non conosco la  cultura cinese sull'argomento. Quella russa è quella tipica dei satrapi reazionari. Non so ho sempre il sospetto che questo argomento scandalizzi il maschio italiano "baffi neri-mangia spaghetti". Richiamo ancora una volta a vedere un film olandese "girl", per comparare l'approccio culturale olandese con quello italiano.
Infine, é anche possibile che al susseguirsi degli eventi, saremmo sempre più alla ricerca di Capri espiatori da immolare per compensare le nostre frustrazioni, ma io non posso far altro che richiamare alcuni valori della tradizione europea ed occidentale, dal cristianesimo all'illuminismo.
#40
Ma Inverno, la Costituzione non è un vigile urbano che interviene ogni volta che accade una azione incostituzionale.
Magari. Il dibattito pubblico dovrebbe avere un certo peso e sicuramente lo ha visto l'interesse per la manipolazione della cultura e dell'informazione da parte di ogni potere. Ci sarà anche chi usa a suo interesse questa cosiddetta questione "woke", come chi manipola a suo interesse i valori della "tradizione". Chiediamoci però, oltre le manipolazioni, quali sono i valori progressisti, quelli che vanno oltre la difesa del sistema liberal-capitalistico. Io non penso che vi sia una sorta di "arma di distrazione di massa" nella questione. Il diritto al l'aborto e al divorzio ha creato in Italia una società più libera(le) e meno tradizionale ed ha permesso livelli di consapevolezza della propria situazione che incidono anche nella realtà economica. La mia posizione non è certo aut/aut. Se fosse per me tornerei ad una sana nazionalizzazione di molte imprese strategiche, aumenterei il grado di controllo statale, pur in un contesto di moderato "capitalismo". Aprirsi all'accettazione di forme "anormali" di vita, significa anche colpire le stesse strutture di dominio del capitalismo, che ci stanno conducendo verso la rovina.
#41
Mah, la tua tesi Inverno non regge. Se fosse così, i neri avrebbero dovuto preferire tenersi il Ku Klux Klan, onde evitare ritorsioni da parte dei revanchisti della tradizione, una volta sollevata la questione del razzismo. Gli ebrei inoltre nel 39 non erano esattamente in un piedistallo, ma erano al massimo tollerati, o soggetti a pogrom, ben prima della Shoah. Cosi come la Comunità LGB... non è su un piedistallo ora e non lo sarà neppure domani, vista l'aria che tira. Il mio in ogni caso era un discorso solo indirettamente sociologico e più strettamente biologico, per quanto le due dimensioni, negli umani sono difficili da separare completamente (Vivere in una situazione di benessere ci fa produrre neurotrasmettitori diversi da quando invece siamo in ansia o siamo arrabbiati, tanto per dire la prima connessione che mi viene in mente fra società e biologia).
Capisco che possa venire l'ansia da "frociaggine" nel maschio mediterraneo medio, ma ripeto, premesso che uomo/donna sono biologicamente diversi (e non potrebbe essere altrimenti, pena l'estinzione della specie homo sapiens), esistono persone che per motivi sia biologici che socio-culturali o per entrambi, appartengono ad una classe intermedia. In realtà tutti apparteniamo a questa classe intermedia, ma se siamo "mediamente" normali, avremo una dominanza di caratteri genici e comportamentali sintonici con il nostro sesso. Nello stesso tempo però, esistono nel nostro organismo caratteri e comportamenti sintonici relativi all'altro sesso. I cinesi hanno categorizzato questa distinzione in Yin e Yang, due dimensioni presenti in ognuno di noi.
Questo discorso ha anche altre conseguenze, relative alla interconnessione maschio-femmina, alla non categorizzazione di questa distinzione e alla possibilità di superare quella forma di "dominio" originario che è dato dal rapporto di potere uomo-donna, ancora oggi estremamente potente ad ogni latitudine.
#42
CitazioneLa identità sessuale non è un'entità separata da mente e corpo, che sono una unità assieme all'identità stessa.
La identità sessuale può essere separata dal corpo, altrimenti non ci sarebbe il problema della identità di genere, sofferto da un numero imprecisato di persone che si sentono donne in un corpo maschile e viceversa. Forse tu non li hai mai visti, ma ti assicuro che esistono e di solito stanno discretamente male. Che mente e corpo siano fortemente connessi è condivisibile, ma in questo caso, se si eccede in questo senso, occorrerà scrivere un nuovo libro "L'errore di Damasio". Quindi a mio parere non c'è niente di assurdo.

CitazioneQuanto ho detto dunque riceve grave ostilità da ambienti dominati da istanze anticulturali ed anche antiscientifiche, perché in realtà la scienza attesta che nell'umanità non esistono effettivi ermafroditi; e non solo filosoficamente anche biologicamente quella del "terzo sesso" è una falsità. Tali istanze anticulturali sono assieme a vere altre tendenze contronatura, al posto delle quali si vorrebbe, a livello sociale e di massa, giudicare la naturalità umana.
Qui sarebbe lungo rispondere. Basti sapere che pur essendo raro, l'ermafroditismo umano è stato verificato, per non parlare delle situazioni di ermfroditismo "naturale" in molti animali, compreso il simpatico pesce pagliaccio (Nemo), che in assenza di femmine, diventa lui stesso femmina e talvolta si fa ingravidare anche dai suoi stessi figli (sembra che non abbiano codici penali e neppure Servizi Sociali). Comunque per approfondire:
https://it.wikipedia.org/wiki/Ermafroditismo.

Il resto del tuo intervento, molto lungo, diventa difficile da seguire. Ammetti l'esistenza dell'omosessualità, magari in certe fasi della vita oppure anche sempre, ma non ammetti che un uomo possa sentirsi donna e viceversa. E quelli che invece si sentono così, cosa ne facciamo? Ad un certo punto consideri questa pretesa come una violenza. In realtà a me pare che la violenza sia quella di voler negare questa evidenza, una evidenza che ha la sua fonte sia in eventuali problematiche genetiche (scarsa produzione di testosterone ad esempio, gonadi non discese nello scroto) e/o condizionamenti sociali, compreso quello del turismo sessuale, per cui si addestra uno dei figli ad essere trans, perchè in certe zone del mondo diventa un reddito. E come già ho detto molte volte, la maschera a forza di essere indossata, diventa il volto.

CitazioneQuesto significa che i diagrammi che usano i neurologi possono diventare motivo di inganno se non si riflette sui limiti della neurologia e se la si vuole applicare oltre la misura possibile o addirittura impropriamente, peggio se con la fisiologia si nega la psicologia.
Qui tocchi l'antico problema dell'oggettività/soggettività della scienza medica. I neurologi, specialmente in un campo come quello della disforia di genere, non dovrebbero fare a meno dell'apporto non solo della psicologia, ma dovrebbero chiedere aiuto anche all'antropologia, alla filosofia, alla psichiatria, alla sociologia. Fatto che non avviene spesso, proprio a causa di una visione "scientifica" della medicina, che non porta da nessuna parte (almeno rispetto a questo tema).

Citazionein secondo luogo perché smascherare un brutto sogno non è la stessa cosa che odiare il sognatore.

Apprezzo il tuo sforzo di separare l'oggetto del contendere e il "paziente". Non è dato per scontato in questo mondo che sta sempre più polarizzando lo scontro fra un idealizzato bene contro un ideologizzato male. Resta il fatto finale è che la questione rimane. C'è chi, per motivi appunto non del tutto scientifici, si sente imprigionato in un corpo che sessualmente non ritiene appartenergli. Accettare questo fatto mi sembra un grande principio di tolleranza e di accettazione, anche perchè nessuno mi impone di avere rapporti con un trans. E' un fatto strettamente personale. Negarlo, in termini scientifici o naturalistici, contraddice la tua stessa tesi di voler andare oltre una visione scientista della scienza.
#43
Nessuno nega le differenze biologiche fra uomo e donna. Bisognerebbe però fare uno sforzo per andare oltre al "Io uomo, tu donna". Da questa differenza pur reale si cibano tutte le pseudo distinzioni naturalistiche che giustificano il dominio. Considerare il continuum uomo-donna non nega la differenza biologica, senza la quale tra le altre cose, la specie umana si estinguerebbe (personalmente non ho un utero e non riesco ancora a riprodurmi per autopoiesi). Ma dice altre cose che sono esse stesse biologia. Un pó come dire che 1 più 1 è matematica ma anche una complessa equazione è matematica. Inoltre noi non siamo astratte equazioni ma società viventi e corpi viventi, fatti di credenze, riti, abitudini, che incidono direttamente sui nostri rapporti fra di noi e sui rapporti di potere. Pensarci come simili è efficace come pensarci come diversi. Entrambe le descrizioni sono, secondo diverse prospettive, vere, ma quella che sottolinea la similitudine è più vicina al principio di reciprocità che serve a superare lo stato di servitù dell'uomo sull'uomo. Il modello della rigida identità biologica non è di per sé scorretto, in ogni caso ma non dice correttamente il tutto che invece può essere detto sulla nostra identità di specie.
P.S. Non sono professore e non ho i baffi.
#44
CitazioneA livello biologico tu puoi determinare se sei maschio o femmina, anche semplicemente guardandoti il bacino.
Lo scheletro del bacino di una donna è totalmente differente da quello dell'uomo.
Il livello biologico non è l'unico livello da definire. C'è il livello di genere che non è fisico ma neurologico e culturale e il livello della attrazione sessuale. Ad esempio si può essere fisicamente donna, sentirsi di genere maschile ma essere attratti dal sesso maschile (una combinazione rara ma tanto per chiarire). Inoltre il nostro fisico non agisce come una statua che è definita una volta per tutte. La nostra identità di genere, fisica e di preferenza sessuale è fortemente condizionata dai flussi di neurotrasmettitori e ormoni, che non sono uguali per tutti. In realtà uomo/donna non è una distinzione netta ma è un continuum, il che è coerente con l'evoluzionismo che non gradisce le scelte nette, perché pregiudicano le altre possibilità di sviluppo della vita. Del resto la stessa natura ci propone moltissimi esempi di omosessualità. Nell'uomo, inoltre questi meccanismi di continuum fra i generi sono amplificati dai percorsi culturali. Provate a vestire da bambina un maschietto fin dalla più tenera età, addestrarlo ad essere femmina e potrete valutare come il processo di identificazione uomo/donna non è solo un processo inarrestabile esclusivamente fisico. Siamo una specie complessa e gli effetti di questa complessità si riversano in queste problematiche come in quelle delle malattie mentali. Un batterio di sicuro non esprime né problemi mentali né problemi di genere. Siamo noi che dovremmo orami aver accettato che la nostra natura è "leggermente" diversa da quella delle altre specie, pur ubbidendo alle regole generali dell'evoluzionismo.
#45
Tematiche Filosofiche / Re: il velo di maya
28 Maggio 2025, 19:42:12 PM
CitazioneTi rimando dunque ai miei due precedenti messaggi, giacché sono rimasti fuori dal raggio di azione della tua intelligenza.
Per l'utente Phyrosphera: commenti di questo genere non aiutano la reciproca discussione e sono estremamente giudicanti. Si prega di attenersi a criteri di gentilezza e di rispetto, altrimenti è possibile frequentare i più noti social, dove è possibile esprimersi in questo modo. Grazie.