Nella mitologia di epoca romana la "Fama" (dal latino "fari", = parlare) era una divinità annunciatrice e messaggera di Giove. Immaginata come la personificazione della parola alata. Aveva le ali cosparse di occhi, di bocche e di lingue, raffigurata nell'atto di suonare una tromba, oppure due: una per la verità, l'altra per la menzogna.
Fama incarna il potere che ha la parola umana di propagare una versione della realtà, passando anche all'infamia.
Rappresenta allegoricamente le dicerie che nascono, si diffondono, acquistano credibilità, non fanno distinzione tra vero e falso, amplificano e distorcono i fatti.
La fama è citata da Virgilio nell'Eneide (libro IV, 173-190); ampliata da Ovidio nelle "Metamorfosi" (12, 39-63).
E' una storia d'amore tragica che si svolge a Cartagine, dove Enea approda dopo una tempesta.
La regina Didone accoglie Enea e i suoi compagni troiani, offrendo loro rifugio e ospitalità.
Tra i due nasce un rapporto amoroso, alimentato da Venere e Giunone per motivi diversi: la prima per proteggere il figlio, la seconda per distrarlo dalla sua missione.
Didone dimentica il voto di fedeltà al marito defunto Sicheo e trascura i suoi doveri di regina.
I due "brindano ad Eros" in una grotta è presente Cupido tra i due.

La Fama, personificazione della Diceria, racconta in maniera distorta ai Cartaginesi la relazione amorosa della loro regina, relazione che poi si trasforma in tragedia quando Enea per adempiere al suo destino, è costretto ad abbandonare Didone.
La partenza di Enea, annunciata da Mercurio, fa disperare la donna, che si suicida.
Nella mitologia e nella letteratura di epoca romana la Fama rappresenta il potere della comunicazione. Può indurre la gloria facendo sapere le gesta eroiche degli individui, oppure può diffondere pettegolezzi e menzogne, danneggiando la reputazione degli individui.
Fama incarna il potere che ha la parola umana di propagare una versione della realtà, passando anche all'infamia.
Rappresenta allegoricamente le dicerie che nascono, si diffondono, acquistano credibilità, non fanno distinzione tra vero e falso, amplificano e distorcono i fatti.
La fama è citata da Virgilio nell'Eneide (libro IV, 173-190); ampliata da Ovidio nelle "Metamorfosi" (12, 39-63).
E' una storia d'amore tragica che si svolge a Cartagine, dove Enea approda dopo una tempesta.
La regina Didone accoglie Enea e i suoi compagni troiani, offrendo loro rifugio e ospitalità.
Tra i due nasce un rapporto amoroso, alimentato da Venere e Giunone per motivi diversi: la prima per proteggere il figlio, la seconda per distrarlo dalla sua missione.
Didone dimentica il voto di fedeltà al marito defunto Sicheo e trascura i suoi doveri di regina.
I due "brindano ad Eros" in una grotta è presente Cupido tra i due.

La Fama, personificazione della Diceria, racconta in maniera distorta ai Cartaginesi la relazione amorosa della loro regina, relazione che poi si trasforma in tragedia quando Enea per adempiere al suo destino, è costretto ad abbandonare Didone.
La partenza di Enea, annunciata da Mercurio, fa disperare la donna, che si suicida.
Nella mitologia e nella letteratura di epoca romana la Fama rappresenta il potere della comunicazione. Può indurre la gloria facendo sapere le gesta eroiche degli individui, oppure può diffondere pettegolezzi e menzogne, danneggiando la reputazione degli individui.