Interessante vedere come le persone caschino,anche fragorosamente,dal pero quando si tratta di uscire dal "confine" segnato dai Vangeli e dettato dal Cristianesimo,e si comincia ad esplorare l' "universo" dell'Antico Testamento. Io non trovo alcuna contraddizione nel parlare di schiavitù in un libro sacro,ma forse oggi abbiamo un'altra concezione della parola "sacro",a cui deve necessariamente far rima "misericordia","compassione",tutti insegnamenti,appunto,cristiani e non ebrei. Il sacro in termini generali è un altra cosa,è l'evento storico che segna la memoria di un popolo e non può essere discusso ,ma solo venerato. Considerando anche il contesto storico,è normale che l'esercizio del potere e la violenza ne facciano parte.
Oltretutto ritorna la domanda: cos'è morale? Per l'ebraismo lo è una forte discendenza,promessa e garantita dal Dio che li ha scelti. Oggi la coscienza morale è cambiata radicalmente,anche se abbiamo la pretesa,tutta moderna,di considerarla "universale",patrimonio dell'umanità. Un'ultima cosa: che un libro sacro sia lo strumento della classe sacerdotale per domare la massa è altrettanto ovvio.
Oltretutto ritorna la domanda: cos'è morale? Per l'ebraismo lo è una forte discendenza,promessa e garantita dal Dio che li ha scelti. Oggi la coscienza morale è cambiata radicalmente,anche se abbiamo la pretesa,tutta moderna,di considerarla "universale",patrimonio dell'umanità. Un'ultima cosa: che un libro sacro sia lo strumento della classe sacerdotale per domare la massa è altrettanto ovvio.