Noto che una costante nell'insegnamento della Chiesa cattolica è quello secondo cui Dio perdonerebbe le colpe degli uomini solo a condizione del pentimento. Senza di esso il peccato sarebbe mortale, determinerebbe sostanzialmente una separazione tra l'anima e il mondo del divino, la morte in questo stato porterebbe alla dannazione dell'anima. Questo è di fatto l'insegnamento ancora oggi della Chiesa. Ma il punto è che, essendo Dio onnipotente, dire che può rimettere i peccati solo a condizione del pentimento, significa secondo me limitare l'onnipotenza divina: a mio avviso Dio se esiste potrebbe, a suo insindacabile giudizio, perdonare anche ad una persona per nulla pentita (magari perché per disturbi psicologici non può provare vero senso di colpa), mentre potrebbe benissimo non perdonare anche chi nutre forti sensi di colpa, perché vuole portarlo ad un livello di espiazione maggiore. Non trovate quindi che il criterio del pentimento sia sostanzialmente un grave azzardo, una pretesa di sindacare le decisioni di una realtà trascendente a noi?