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Messaggi - pepe98

#31
Tematiche Filosofiche / Re:l'uno inteso letteralmente.
29 Gennaio 2017, 11:23:00 AM
Citazione di: Phil il 28 Gennaio 2017, 23:14:03 PM
Provo a proporti qualche domanda per approfondire...

Citazione di: pepe98 il 28 Gennaio 2017, 16:34:15 PM
Espongo ora tre principi che mi sembrano in grado di creare un'unità perfetta con il tutto:
L'unità perfetta va "creata"(cit.)? Se è perfetta e reale, non viene al massimo "scoperta"?

Va creata come filosofia, quindi scoperta.

Citazione di: pepe98 il 28 Gennaio 2017, 16:34:15 PM
1)IL MUTAMENTO NON ESISTE.
Intendi che nulla cambia? Ovvero, non c'è temporalità nemmeno nella tua percezione del reale, e il prima e il dopo di questo tuo messaggio non costituiscono un mutamento?

Nelle percezioni c'è temporalità, ma essa è solo parte della percezione: in mezzo a due percezioni, come il prima e il dopo aver scritto un messaggio non ci sta nulla, cioè i due istanti, non separati da un tempo esterno, seppur percepiti separatamente, esistono contemporaneamente.

Citazione di: pepe98 il 28 Gennaio 2017, 16:34:15 PM
2)L'UNICA PERSONA SONO IO.
Quindi non sei stato generato da un'altra persona... e, soprattutto, sei una persona che non muta?

Esatto, la persona(l'unico io), è ingenerato, in quanto coincide con l'esistenza stessa. Niente è generato, il concetto di generazione è al massimo qualcosa che fa parte degli astratti nessi di causa-effetto, che sono solo nessi astratti, costruzioni mentali.

Citazione di: pepe98 il 28 Gennaio 2017, 16:34:15 PM
3)L'ESSERE È SOLO IO.
Perciò quando percepisci qualcosa di differente da te, esso non è realmente un essere(-altro)? Non c'è un "fuori" da te che possa fregiarsi della qualità di "essere"?

Quando penso di percepire qualcosa fuori di me, in realtà io sono quella stessa cosa, un insieme di fenomeni. Se vedo una mela io sono in realtà sensazione visiva della mela, sensazione tattile, ecc... il concetto di mela è astrazione, in quanto separazione mentale(non ontologica) di fenomeni.

Citazione di: pepe98 il 28 Gennaio 2017, 16:34:15 PM
Essi non sono altro che proposizioni che analizzano intuitivamente
"Analisi intuitiva" è un concetto interessante, di quelli che possono produrre "mutamento"...  ;)

Citazione di: pepe98 il 28 Gennaio 2017, 16:34:15 PM
l'unico principio di questa filosofia:
I principi sono tre oppure questo è quello fondante? Com'è la gerarchia logica (induzione/deduzione?)?

Il principio è uno, ma è equivalente a porre quei tre per comodità.

Citazione di: pepe98 il 28 Gennaio 2017, 16:34:15 PM
ESISTE SOLO L'UNO.
Sembra che la "morale della favola" sia "esiste solo l'Io(che tu sei), che è uno e che non muta"

Citazione di: pepe98 il 28 Gennaio 2017, 16:34:15 PM
Ponendo questi principi, ed adattando il nostro pensiero ad essi
C'è molta arbitrarietà in questo "uno immutabile" se è richiesto un adattamento di pensiero a principi contro-intuitivi all'esperienza... 

Certo, l'intuitivitá dell'esperienza è data a priori, e non ha scopo di conoscere l'uno, che appare quindi contro-intuitivo per la sensibilità, ma è tuttavia ció a cui tende la ragione una volta che si stacchi dalla sensibilità.

Citazione di: pepe98 il 28 Gennaio 2017, 16:34:15 PM
(giustificarli intuitivamente senza andare contro principi logici),
Quindi esistono anche altri principi, quelli logici... che tuttavia richiedono poca "intuizione" e molta esattezza formale...

Esistono tanti principi per ogni ambito di conoscenza: i principi logici sono quelli che permettono di ragionare deduttivamente senza cadere in contraddizione. Il principio "io sono tutto" è affermazione ontologica, punto di partenza per una filosofia che, attraverso principi logici e intuitivi può analizzare le proprie conseguenze.

Citazione di: pepe98 il 28 Gennaio 2017, 16:34:15 PM
può nascere la filosofia più perfetta.
Ha davvero senso parlare di "filosofia perfetta" (tanto più basandosi sull'"adattamento del pensiero a principi arbitrari")? E questa "nascita" non è comunque un mutamento?

Non ha senso parlare di perfezione assoluta, ma dal mio punto di vista è perfetta. Non si tratta di mutamento perché sia il prima che il dopo la nascita di una filosofia esistono contemporaneamente ed eternamente ;)
P.s.
Ok, ho mentito, non era "qualche domanda" ma un fiume di domande... tuttavia spero siano utili a chiarire la tua prospettiva  :)
#32
Tematiche Filosofiche / Re:l'uno inteso letteralmente.
29 Gennaio 2017, 10:49:55 AM
Una volta eliminato il tempo viene naturale eliminare la persona:anch'essa sarebbe qualcosa che influirebbe sull'esistenza separandola in blocchi di coscienza sconnessi, senza tuttavia influire sui contenuti della coscienza stessa: se io sono contemporaneamente piú istanti di "me", ma questi istanti non hanno connessione esterna, perché non potrei essere anche i "tuoi" istanti o quelli di qualcun "altro"? Abbiamo visto che l'essere piú istanti contemporaneamente non influisce sui contenuti di coscienza. L'essere piú persone contemporaneamente significa:non cambiare nulla dal punto di vista dei contenuti di coscienza; eliminare separazioni di identità in favore di un unico io; io sono tutti.
Si puó poi eliminare il mondo esterno, anch'esso separazione inutile, e ammettere che io sono l'insieme dei fenomeni: io sono tutto.
#33
Tematiche Filosofiche / Re:l'uno inteso letteralmente.
29 Gennaio 2017, 10:36:44 AM
Sgiombo: la memoria non ci testimonia il passato(fenomeni non piú esistenti associati ad un'identità sempre esistente(l'essere)): essa ci presenta un insieme di fenomeni ordinati secondo una sistemazione a priori(non a posteriori, poiché si tratta di una sistemazione già data e necessaria per percepire il fenomeno) sulla coordinata temporale. Ma l'intuizione di questa coordinata temporale è un a priori, ossia fa parte della natura stessa del fenomeno presentarsi cosí, e come hai detto possiamo interpretarla fallacemente(si cade effettivamente nello scetticismo). Però il punto è che si puó ammettere che esistano altri presenti suggeriti dalla memoria(anch'io mi limito ad ammetterlo), ma poiché il passato è un'intuizione del presente, non c'è nessun tempo esterno che realmente connetta questi presenti, che quindi esisterebbero contemporaneamente. Qualunque sia il verso della freccia del tempo esterno(ammesso che esista il tempo esterno, affermazione che mi sembra erronea poiché quello che percepiamo è sempre in un singolo presente) noi continueremo a percepire ció che ci suggerisce il tempo interno: se all'istante A lascio cadere un bicchiere senza ricordare l'istante B(che al massimo potrei immaginare, ma sempre in base ad esperienza del passato contenuto nel presente A), e nell'istante B il bicchiere si rompe e qui mi ricordo l'istante A, il mio flusso di esperienze appare del tutto regolare. Ammettiamo che il tempo scorra da B ad A, ossia si verifichi prima B, poi A. Nell'istante B io ricordo A(che continua ad essere passato dal punto di vista del tempo interno a B, pur non essendolo nel supposto tempo esterno), poi accade l'istante A, in cui io non ricordo B(per definizione della sistemazione dei fenomeni nel tempo interno ad A), quindi è effettivamente come se nella mia coscienza B non sia "ancora accaduto"(posso perfino, in quell'istante immaginare che accadrà, non sapendo che è giá accaduto). Dovremmo essere scettici anche sullo scorrere del tempo esterno. Perché dovrebbe esistere qualcosa che non influisce sulla mia esperienza cosciente, e per tanto è indimostrabile? Il tempo esterno influirebbe sull'esistenza e scomparsa dell'esistenza degli istanti(o presenti), senza potersi però manifestare alla coscienza. Ecco perché io trovo ora piú ragionevole(e piú elegante esteticamente) negare l'esistenza del tempo esterno: ció significa però accettare qualcosa di sconvolgente: tutti gli istanti(cioè i presenti, come A e B) esistono contemporaneamente, sono "sempre"(parola che ormai non ha piú significato) esistiti, ed esisteranno sempre!
#34
Tematiche Filosofiche / l'uno inteso letteralmente.
28 Gennaio 2017, 16:34:15 PM
Espongo ora tre principi che mi sembrano in grado di creare un'unità perfetta con il tutto: 1)IL MUTAMENTO NON ESISTE. 2)L'UNICA PERSONA SONO IO. 3)L'ESSERE È SOLO IO.
Essi non sono altro che proposizioni che analizzano intuitivamente l'unico principio di questa filosofia: ESISTE SOLO L'UNO.
Ponendo questi principi, ed adattando il nostro pensiero ad essi (giustificarli intuitivamente senza andare contro principi logici), può nascere la filosofia più perfetta.
#35
Cit. Apeiron
Quello che volevo dire è che magari c'è stato veramente un periodo nel quale gli uomini avevano una coscienza di sé poco sviluppata e perciò non avevano ben chiaro il confine tra "sé" e "l'altro"

e oggi siamo sicuri di conoscere il confine tra io e altro? O forse ció che facciano è identificarci sempre più con una sola parte dell'io, sparandoci dal resto dell'io?
#36
Sicuramente è una speculazione molto discutibile, però c'è un elemento interessante su cui si sta lavorando dai tempi di Freud: la separazione della funzione agente dall'io cosciente. Trovo quindi questa teoria una valida provocazione a chi ritiene, spesso per buon senso, di essere colui che decide le proprie azioni. Nella mia filosofia si ha addirittura l'identificazione dell'io con la coscienza intesa come la sola percezione.
#37
Tematiche Filosofiche / Re:Alla ricerca del principio
18 Dicembre 2016, 19:23:09 PM
Sono d'accordo con le tue osservazioni, anch'io ho sempre riflettuto, e subito prima di iniziare a studiare filosofia a scuola avevo già sviluppato buona parte delle mie riflessioni. Tra queste riflessioni vi è l'inesistenza del tempo, ovvero l'inesistenza di un mutamento: cause ed effetti esistono tutti simultaneamente, e non possono cessare di esistere(il tempo non esiste e nulla muta). Il tempo può essere un'utile coordinata su cui tendiamo spontaneamente ad ordinare gli eventi; fin qui nulla di male: l'errore è invece che consideriamo che questi eventi esistano in successione (che la causa preceda l'effetto), errore dovuto alla diversa memoria che io ho in ogni istante(sono in realtà tutti istanti coesistenti), cosí che percepisco un mutamento verso l'accumulo di informazioni. Ecco un esperimento mentale: nell'evento A lancio un bicchiere per terra, nell'evento B il bicchiere si rompe. Io nell'evento A conosco l'evento A e lo percepisco come "adesso" e non percepisco l'evento B(a meno che non lo immagini, ma mi baserei comunque sull'esperienza passata). Nell'evento B io percepisco B come "adesso", ma conosco anche l'evento A, e lo percepisco come "prima". Se il tempo scorre dal passato verso il futuro io percepisco prima A senza conoscere B, e poi B ricordandomi A. Ma se il tempo scorresse dal futuro al passato? Percepirei prima B ricordandomi A, e poi A senza conoscere B. Infatti la memoria che ho in un dato evento è definita nell'evento stesso, definendo l'evento anche un preciso stato di memoria. In un caso, da A a B, io col tempo guadagno memoria, nell'altro caso, da B ad A, la perdo! Ma come faccio a sapere in quale dei due casi mi trovo realmente, se ciò che percepisco, compresi i ricordi è in entrambi i casi perfettamente identico(ció che cambia è la REALE successione degli eventi, che come abbiamo visto, non posso percepire)?
Ecco perché mi sembra più ragionevole ammettere che il tempo è un'illusione, ed ogni mio istante di esistenza è eterno e simultaneo a tutti gli altri. Quindi non c'è nulla di strano, una volta che si ha la corretta visione del tempo, a pensare a causa ed effetto come la stessa identica cosa.
#38
Tematiche Filosofiche / Re:Coscienza
13 Dicembre 2016, 13:29:39 PM
Giusto, quello che ho detto valeva se definiamo altruista chi fa bene agli altri e egoista chi fa bene a se stesso: in questo caso si può essere sia altruisti che egoisti. Forse è più comodo però definire altruista ci fa del bene agli altri, ed egoista chi fa del bene a se stesso e contemporaneamente male agli altri. Allora in questo caso non si può essere sia egoisti che altruisti. Mentre prima con la definizione precedente il saggio era altruista, e, se poteva farlo rimanendo altruista, essere anche egoista, in questa definizione più semplice invece, il saggio è altruista, e non egoista.
#39
Tematiche Filosofiche / Re:Coscienza
12 Dicembre 2016, 13:43:15 PM
Allora avrei dovuto formulate meglio: i cosiddetti egoisti sono egoisti in quanto favoriscono se stessi senza pensare agli altri. I cosiddetti altruisti sono in realtà anche egoisti in quanto favorendo gli altri favoriscono in realtà sé stessi. L'altruista vero(che nella mia filosofia è il saggio, se gli "altri" sono maggioranza rispetto al singolo) è tutt'altra cosa: favorisce gli altri anche a costo di andare contro la propria coscienza individuale.
#40
Tematiche Filosofiche / Re:Coscienza
11 Dicembre 2016, 19:57:19 PM
La coscienza è soggettiva: si possono individuare diversi "soggetti" tali da avere una coscienza morale differente. I soggetti umani, essendo simili hanno in genere una "predisposizione innata a sviluppare la coscienza" simile, quindi, se vivono in condizioni(ambiente, cultura,...) simili, sviluppano idee simili. Ció è necessario per la sopravvivenza, essendo l'essere umano un "animale sociale", quindi non deve stupire, essendo noi sopravvissuti, che abbiamo idee simili che ci consentono di convivere. Una volta chiarito questo, credo che il cercare un ordine morale assoluto attraverso le proprie passioni individuali sia una forma di egoismo. Che esista o meno un bene ed un male assoluto (nella mia filosofia ad esempio lo identifico con il meglio per l'unico io), è umano e razionalmente immaturo il volerlo identificare con i sentimenti soltanto umani. Ció che a noi interessa non è il bene o il male, ma l'essere in pace con la propria coscienza individuale, e questa è la più grande forma di egoismo, che soltanto un saggio (disumano) puó essere disposto ad abbandonare, per il bene a costo della propria piace interiore.