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Messaggi - HollyFabius

#31
Citazione di: myfriend il 04 Aprile 2017, 17:31:13 PM
Un giorno il sig.Rossi va a Roma in biclicletta mettendoci due giorni.
"Scusi, ma perchè lei non ha fatto quello che fa sempre?"
"mi sono stufato del controllo altrui e ho quindi deciso di fare qualcosa di non prevedibile"
Prova a descriverlo dentro la tue leggi.
Oh ma magari per te questo è un comportamento non intelligente.

La pianto qui sia perchè questa discussione è diventata noiosa sia perchè il 3D aveva una diverso motivazione e ci siamo molto allontanati senza ragione intelligente.
#32

Citazione di: myfriend il 04 Aprile 2017, 09:59:13 AM
@Holly

Se io dico: "Una teoria scientifica è valida solo se è falsificabile" sto sicuramente enunciando un principio. Ma tale principio serve per stabilire un metodo di lavoro.
E cioè: data una certa teoria, deve essere possibile poter imbastire un esperimento che ne possa dimostrare l'inesattezza.
Ecco, quindi, che ho enunciato un principio che serve per elaborare un metodo di lavoro per validare una teoria scientifica.
Quindi, quando affermo che la scienza dimostra la validità delle sue teorie faccio una affermazione corretta perchè prescindo dal metodo utilizzato per validare una teoria. Qualunque sia il metodo utilizzato per validare una teoria, la scienza dimostra la validità delle sue teorie.  :D
Visto che ti occupi di matematica, questo dovrebbe esserti chiaro.

Forse ti parrà strano ma nella matematica non vi sono aspetti intelligenti, la matematica è un linguaggio che descrive con l'intenzione di limitare le ambiguità.

Già. Però ti sfugge un concetto elementare.
Se io posso descrivere una Realtà con una legge matematica, significa che quella Realtà è la manifestazione di una intelligenza. E lo è proprio perchè quella Realtà si manifesta SEMPRE seguendo la logica contenuta nella legge matematica.
Ti faccio un esempio.
Quando dico E=M*C^2 sto dicendo che la Realtà, SEMPRE, si comporta secondo la logica espressa da quella legge matematica.
E qual' è questa logica?
Quando c'è una reazione nucleare e si perde massa, tale massa si converte sempre in Energia.
E' il principio su cui si basa la bomba atomica o su cui si basano le centrali nucleari.

Se la natura fosse governata dal CASO, allora dovrebbe succedere che alcune bombe esplodono e altre no. Che alcune centrali nucleari funzionano, altre no.
E, invece, visto che quella legge matematica funziona sempre, tutte le bombe esplodono e tutte le centrali funzionano.

Che cosa significa, dunque, intelligenza?
Intelligenza è una Realtà che si manifesta con RIPETITIVITA' sempre allo stesso modo seguendo una certa logica. E tale logica può essere espressa con una funzione matematica. E tale logica funziona sempre.
Questo è l'esatto opposto del caso. Nel caso non c'è RIPETITIVITA', perchè la Realtà si manifesta sempre in modo diverso senza alcuna logica. E, quindi, non può essere espressa con una funzione matematica.  :D

Elementare Watson.  :D

La reazione nuclerare degli atomi di una centrale nucleare è manifestazione di intelligenza, poichè tale reazione è ripetitiva e avviene SEMPRE secondo la logica espressa dalla funzione matematica E=M*C^2. E' infatti basandosi su questa intelligenza che si possono costruire le centrali nucleari e si ha la sicurezza che funzionano.
Se la natura fosse governata dal CASO non potrebbe esistere la tecnologia e non potremmo esistere neanche noi.

Questa è logica.
E pure elementare.  ;)

Continui a non capire e a ripetere concetti elementari come se fossero un verità indiscutibile.
Confondi legge matematica con legge fisica ma sono due cose diverse.

Quando enunci E=M*C^2 non stai dicendo che la realtà si comporta sempre seguendo quella legge, stai semplicemente dicendo che le osservazioni effettuate sinora seguono quella legge: è una differenza enorme. Te l'ho già scritto che filosofi che Hume hanno messo in luce le difficoltà di una visione troppo rigida.

Peraltro perchè mai una realtà che si manifesta sempre con ripetitività dovrebbe essere segno di intelligenza? Pare invero una cosa piuttosto stupida, al limite potresti vederla come una manifestazione di volontà, ma una volontà alla quale tu uomo non hai pieno accesso e puoi sperare di cogliere (o credere di cogliere) con una descrizione sul piano del linguaggio.
Questo è quello che Shopenhauer chiama la "rappresentazione", ed esprime quel desiderio di descrivere con modelli il comportamento della realtà da parte dell'uomo. Questo desiderio nasce dalla necessità di controllare il comportamento della realtà stessa allo scopo di migliorare le possibilità di sopravvivenza dell'uomo (del singolo unmo e della specie tutta). Ti faccio un esempio.
La medicina analizza il comportamento di certi 'oggettini' (virus, batteri, ecc.) e di certe sostanze (medicine, ecc.) per 'migliorare la qualità della vita', in estrema analisi per diminuire i rischi di malattia e morte e per aumentare la lunghezza della vita media e per aumentare la 'sanità' del corpo. La Scienza Medica vuole conoscere meglio le manifestazioni della realtà per controllarla meglio rispetto agli scopi della specie.
Se analizzi ogni specifica disciplina scientifica arrivi sempre a sintesi estreme analoghe, tutta la scienza si pone come mezzo tradizionale per descrivere la realtà allo scopo di controllarla in maniera sempre più efficiente rispetto agli scopi umani. I modelli della scienza non sono altro che lo strumento più potente costruito dall'uomo per meglio adattarsi e controllare (dominare) la realtà che ci circonda.
La ripetività diminuisce il timore dell'ignoto, è quello che succede al gatto che ti si avvicina e vede che lo nutri una, due, dieci, cento volte. All'inizio si avvicinerà timoroso, dopo centinaia di volte che lo hai nutrito la ripetività del gesto gli permetterò di fidarsi di te, di farsi accarezzare, prendere in braccio, ecc. ecc.
Lo stesso meccanismo vale per l'uomo, la ripetività di un accadimento, ci permette di credere che quello che succede con regolarità succederà sempre e questo (descritto in modelli) ci aiuta a vivere concentrati su altri obiettivi.
Purtroppo però al mio gattino qualcuno ha dato da mangiare qualcosa di tossico e la sua fiducia lo ha portato alla morte.

Da ultimo osservo che la reazione nucleare degli atomi non segue la legge E=M*C^2 come tu credi, su questa legge si basa la teoria della relatività. E' la meccanica quantistica che esprime le leggi di relazione delle reazioni nucleari ed è una legge basata sulla statistica.

#33
Citazione di: myfriend il 03 Aprile 2017, 18:25:48 PM
@Holly

La scienza in fondo esprime soltando un bisogno dell'uomo, il bisogno di prevedibilità dovuto alla volontà di controllo della realtà che tende a mitigare le paure ancestrali dell'uomo (la morte, l'oblio del singolo e l'estinzione, l'oblio della specie).

Questo non è corretto. Quello che guida la scienza è il bisogno dell'uomo di "conoscenza" e non di "controllo".
La scienza nasce direttamente dalla capacità dell'uomo di farsi "domande" e dalla "curiosità" (anche se la curiosità è una caratteristica già pre-esistente all'homo sapiens).

Quando dico che la scienza dimostra la validità delle sue teorie, lo dico nel senso più generale del termine. La dimostrazione delle giustezza di una teoria passa anche dalla sua falsificabilità. La falsificabilità è un metodo. Un metodo atto a dimostrare la bontà di una teoria scientifica.

Vedo che hai fatto un enorme giro di parole ma hai evitato - come fanno tutti quelli che vogliono ingannare se stessi con giri di parole azzeccagarbuglieschi -  il punto fondamentale: come può un sistema generato dal CASO, non generare CAOS, ma generare un sistema pervaso di INTELLIGENZA al punto che tutti i suoi molteplici aspetti si possono descrivere con leggi MATEMATICHE?
Quando riuscirai a dimostrarmi che dal CASO nasce la MATEMATICA, allora sarò disposto a sentire tutto il resto.
E quando avrai risposto a questa domanda sarai a metà dell'opera.  :D
Sinceramente mi pare che il tuo approccio non meriterebbe una risposta, ma perchè di solito la maleducazione nasconde semplicemente l'insicurezza nei propri convincimenti per ora mi limito a supporre che tu sia giovane ed irruente e provo ad illustrarti alcuni convincimenti che ho raggiunto in anni di riflessione.
Premetto che ho una formazione matematica univesitaria e lavoro con e grazie alla matematica. Forse ti parrà strano ma nella matematica non vi sono aspetti intelligenti, la matematica è un linguaggio che descrive con l'intenzione di limitare le ambiguità.
Non esiste una contrapposizione tra caso e ordine nei termini che a te sembrano così chiari. Se tu dovessi un domani leggere Shopenhauer vedresti con la stessa chiarezza che una identica contrapposizione si ottiene tra volontà irrazionale e rappresentazione. Il caso è la volontà irrazionale, ciò che a te pare caso (o caos) è semplicemente qualcosa che la tua mente non riesce a descrivere nei fenomeni di causa effetto. Tutto ciò che lo chiami alla fine caso. Per gli antichi anche l'apparire dei pianeti nel cielo era dovuto al caso.
Peraltro se premetti una entità sovrannaturale intelligente e capace di comprendere, descrivere e generare a proprio piacimento il caso stai semplicemente dando per scontato che il caso sia comprensibile e descrivibile razionalmente, basta evolversi sino al livello di questa entità.
Chiedi di dimostrarti che dal caso nasce la matematica ponendo questo come premessa alla tua considerazione? Mah non so se esistono argomenti che tu possa accettare come capaci di toglierti pregiudizi. In ogni caso una forma di ordine nata dal caso è la descrizione della meccanica quantistica che è basata sulla statistica, ovvero proprio su una descrizione probabilistica del caso.
Tu usi il termine intelligenza e lo fai persino scrivendolo in maiuscolo, saresti così cortese da dare una spiegazione non autoreferenziale di cosa sia l'intelligenza?
Peraltro la falsicabilità non è un metodo.
#34
Citazione di: myfriend il 31 Marzo 2017, 18:19:45 PM

La scienza studia e spiega "come" funziona la Realtà.
Non può andare oltre. E non può andare oltre perchè il metodo scientifico prevede che una teoria debba essere dimostrata. E si può dimostrare solo "come è" la Realtà e "come funziona". Si può dimostrare solo ciò che è oggettivo.

Il "perchè" la Realtà è così e il "senso" del perchè sia così, è una "interpretazione" della Realtà. E questo attiene al campo filosofico o spirituale.

Newton, osservando la mela che gli cadeva in testa, ha elaborato la teoria della Gravità. Tale teoria, rappresentata con una legge matematica, spiega "come" funziona la Realtà. E tale spiegazione si può dimostrare con esperimenti di laboratorio.
Tuttavia Newton non può dire "perchè" la Realtà è così. Qual è il senso di una Realtà che funziona così. Perchè questa sarebbe una "interpretazione" che va oltre il campo della scienza.

Più in generale, osservando la Realtà, la scienza ci dice che la Realtà stessa è espressione di una intelligenza cosmica. Solo un sistema intelligente, infatti, può essere rappresentato con delle leggi matematiche. Se alla base della Realtà non ci fosse una intelligenza cosmica, la Realtà stessa non potrebbe essere rappresentata con una logica matematica.

Ora,,,partendo da questa assunzione di base, che è frutto della visione scientifica, alcuni sostengono che la Realtà è frutto del caso. Questa è una visione filosofica o religiosa. E' una "fede". Che però non tiene conto di un fatto semplicissimo: come può un sistema del tutto casuale generare una Realtà esprimibile con modelli matematici? Come può il caso generare, per caso, una Realtà intrinsecamente intelligente che può essere rappresentata con modelli matematici?

Altri invece sostengono che, essendo la Realtà intrinsecamente intelligente, tanto che si può rappresentare con modelli matematici, ciò significa che la Realtà stessa è la manifestazione di una "mente cosmica intelligente". Solo l'intelligenza, infatti, può generare un sistema (la Realtà) basato sulla intelligenza delle leggi matematiche.

In sostanza la deduzione è:
- il caso può generare solo caso e quindi non intelligenza. Se la Realtà fosse il risultato del caso essa non potrebbe essere rappresentata con modelli matematici poichè dal caso non può scaturire, magicamente, un sistema intelligente. Sarebbe come dire che tu prendi dei colori a caso e per caso li scaraventi contro una tela e viene fuori "La Gioconda". Impossibile.
- l'intelligenza può invece generare intelligenza. E ciò che noi chiamiamo "caso" è solo "differenziazione". Abbiamo stelle di tutte le dimensioni, galassie di tutte le dimensioni, pianeti di tutte le dimensioni. Questo non è caso, ma è "differenziazione". E' un po' come la funzione matematica, presente nei linguaggi informatici, che si chiama: generatore di numeri casuali. E' vero che il risultato di tale funzione è una sequenza di numeri casuali, ma è anche vero che tale risultato è il risultato voluto di un processo matematico intelligente.

Mi aggancio a questo post che è quello che esprime la tua visione (e di molti) in modo più articolato.
Ci sono alcune affermazioni errate non di poco conto.
La prima è che il metodo scientifico preveda che una teoria debba essere dimostrata, in verità il metodo scientifico prevede che una teoria scientica, per potersi ritenere tale, debba poter essere falsificata, non dimostrata. Questa fondamentale differenza espressa per la prima volta da Karl Popper fa comprendere come la Scienza sia un processo progressivo verso una descrizione sempre più fine del comportamento della realtà ma sempre senza garanzia di completezza.
La mancanza di garanzia di completezza è dovuta alla necessità di evitare alcune (ma non tutte) obiezioni sulla vera natura della Scienza.
Mi spiego meglio.
Che la realtà sia nella sua essenza inconoscibile è una conclusione alla quale è arrivato con chiarezza un altro grande del pensiero, Hume e le conseguenze di questa conclusione sono espresse in molti pensatori dopo di lui.
La questione è fondamentalmente semplice, tu puoi descrivere il comportamento della realtà con un formalismo comprovato da un incredibile numero di prove sperimentali ma non puoi mai affermare con certezza che un futuro esperimento non invalidi la descrizione che stai dando del comportamento della realtà. Si crede che questo significhi che una nuova teoria sostituirà una teoria precedente aggiungendo precisione e includendo la precedente come caso degenere ma in verità nulla garantisce ciò: è possibile proprio che la realtà si comporti in situazioni ignote in modalità estremamente diverse da quello descritto nelle teorie.
Questo peraltro è il fondamento del pensiero di Shoepenauher, espresso bene nella sua 'Volontà e Rappresentazione'. La Scienza descrive (rappresenta) la realtà ma il fondamento della realtà è irrazionale (attenzione non necessariamente caotico). Che certezza può dare la Scienza che non esista una realtà profondamente diversa da quella da noi osservata?
La seconda affermazione che ritengo errata è quella che la "differenziazione" sia sintomo di un risultato voluto e intelligente. La realtà da noi osservata può tranquillamente essere il risultato (la sintesi) di forze e volontà eterne (da nostro punto di vista) in perenne lotta e il cui risultato è guidato non da intelligenza bensì dal semplice accadimento. Quante cose a posteriori sembrano schematizzabili ma lo schema non può venire a priori espresso?
Una cosa che ho compreso leggendo, per esempio, Severino è che la visione attuale della realtà è basata su l'assunto che esista una sola forza eterna ma che questo è solo una delle possibili visioni. Il monoteismo è un modo semplice e facilmente divulgabile del nostro senso della realtà, le principali religioni occidentali offrono proprio questo puntello affiancato alla Scienza e ne permettono lo sviluppo all'interno di un paradigma generale che sembra tracciato definitivamente. Però una descrizione della realtà con più forze eterne funziona perfettamente ed è coerente con tutto l'osservabile. Ne è un esempio la visione orientale basata due due forze contrapposte ma si può tranquillamente arrivare a una visione coerente che includa infinite forte eterne (come è la visione di Severino).
Le forze eterne della realtà, se più di una, possono venire pensante in lotta, o in accordo tra loro e la realtà come la conosciamo essere semplicemente il risultato tangibile della storia di queste forze. Insomma possono esistere infinite descrizioni coerenti della realtà osservata, in funzione del numero e delle relazioni delle forze eterne. Aggiungo una osservazione su la prima obiezione che viene in mente, il rasoio di Occam funziona solo nella nostra realtà metodologica, non esiste nessuna garanzia che abbia una validità nel mondo degli eterni.
La scienza in fondo esprime soltando un bisogno dell'uomo, il bisogno di prevedibilità dovuto alla volontà di controllo della realtà che tende a mitigare le paure ancestrali dell'uomo (la morte, l'oblio del singolo e l'estinzione, l'oblio della specie).
#35
Citazione di: Lou il 21 Marzo 2017, 08:42:01 AMCiao Holy e ciao a tutti.
Leggendo questo intervento ho ripensato a Nietzsche che definisce l'arte una forza sovrastorica eternizzante. Non so se i termini del tuo intervento possono essere letti in questo senso senza essere male interpretati, tuttavia trovo che l'ambizione di trascendere i limiti della mortalitá attraverso l'arte è in ciò il tentativo di spingersi oltre l'umano caratterizzi l'atto creativo, "divino" anche perché capace di rendere immortale il mortale.

Ciao Lou, la definizione di Nietzsche mi piace, forza sovrastorica rende proprio l'idea di un'arte che nella realizzazione è magari coeva e riflesso del proprio tempo ma con l'ambizione di rimanere nel tempo, al limite in eterno.
#36
Citazione di: graziashadow1 il 13 Febbraio 2017, 21:20:20 PM
CitazioneMa in fondo quella dell'Arte si può veramente chiamare approccio rivolto alla conoscenza?"

Certamente si, e insisto. Poichè l'arte è scienza con aggiunto sentimento, un ingegno più che un umano sentire, perchè quell'accidente è eco, il riflesso delle idee che girano indisturbate nella mente; che non può costruire nulla che non sia già in tutto. Arte come scienza, o filosofia son similitudini con qualche piccola differenza, esse vogliono ricercare il principio, l'origine delle cose, che le cose a mio avviso non hanno, se non nel principio stesso eterno. Se si va cercando un contrario all'arte, e forse anche soluzioni a domande che la mente non può esimersi di liberare, lo si cerchi nella poesia, nel giusto modo di poetare, che è della e nella natura e nessun altro luogo.
... a poi il resto. ma vorrei qualcuno rispondesse, e argomentasse.

Mah,discutere di arte per cercare di scoprire quale sia l'arcano meccanismo che la genera è come cercare di comprendere il mistero della vita e della morte, è più semplice trovare il famoso ago, nel famoso pagliaio
L'artista è colui  che guarda attraverso gli occhi. William Blake ,pittore ,poeta ,scultore definiva l'arte,azzeccandoci in pieno,come una forma di progresso,pensa al genio di Leonardo.
Arte è >conoscenza? scienza ? dipende dalle visioni prospettiche che evoca.L'arte sta alla scienza come il Bramante (architetto e scultore)  stava nel suo studio a progettare la cupola di S.Pietro.Un altro esempio di arte/progresso.
La scienza è ricerca e studio,non vi è sentimento.
Cosa intendi per <arte intesa come >Conoscenza.

Grazie






Credo che scrivere "Arte come scienza, o filosofia son similitudini con qualche piccola differenza, esse vogliono ricercare il principio, l'origine delle cose" sia profondamente sbagliato.
Solo la filosofia ricerca il principio delle cose, mentre la scienza ricerca solo il controllo delle cose (e controllare il fuoco non implica la conoscenza del suo principio generante). L'Arte poi con la ricerca dell'origine delle cose non ha nulla a che spartire, l'arte è creazione, essa vuole essere origine delle cose. 
#37
Citazione di: filosofia1 il 09 Febbraio 2017, 14:01:14 PM
...il tema verte sulla coincidenza o no dell'arte alla scienza. Che ambedue aspirino alla verità non è un problema che ci dovrebbe riguardare; in quanto probabilmente irrisolvibile, ma il valore aggiunto che queste due istanze dovrebbero promuovere, ossia il benessere cui l'uomo aspira e mai cogli, questo si diviene decisivo, e val la pena di affrontare.
Se ci si ostina a trattar l'arte a toccasana dell'individuo non potremmo andar lontano, essa non avvicina l'essere al suo naturale approdo quale è io penso, la felicità, e la felicità d'ogni individuo nella sua specificità, più sentita che calcolata, perchè la vita non va vissuta, ma sentita. Ecco perchè quel che i più chiamano arte in cuor loro hanno in mente forse solo la natura, e il benessere che da sempre dona all'uomo, che la mira e sente meravigliandosene, senza alcun costrutto mentale, o calcolo, o arzibaldaccio artistico tutto personale. Ella è poesia, come l'uomo stesso quando esprime pienamente se stesso senza costrutto, e dev'esser salvaguardata come vera forma d'arte.

non ho piu tempo oggi.
alla prossima.
La scienza oggi promette nuovi mondi all'uomo, liberi dal dolore, liberi dalla morte. Queste promesse sono illusorie ma stanno sostituendo nell'immaginario collettivo la promessa di felicità della tradizione religiosa. L'arte non promette nulla, semplicemente offre un leggero sorso di benessere all'animo umano, unendoci attraverso il riconoscimento in altri delle nostre stesse sensazioni. La scienza vuole comprendere la realtà per dominarla ed eliminare ogni pericolo derivato da essa, l'Arte non vuole dominare la realtà, forse con superbia vuole crearla.
#38
Citazione di: paul11 il 09 Febbraio 2017, 01:08:17 AM
Penso che sia il movimento della formra linguistica ad accomunare e dividere arte e scienza.
la scienza contemporanea e i linguaggi formali tolgono, soprattutto un secolo fa la psicooogia, tolgono il soggetto, Perchè ritengono che il linguaggio in sè  per sè sia episteme, verità.
L'arte è un'altra forma linguistica ,rappresenta certo, ma è la mediazione dove la differenza lo fa ispirazione creativa artistica, ,qualità tecnica e stile scelto, quindi personalizza,dà una soggettiva della rappresentazione.
Un oggetto d'arte è riconoscibile dall'artista che lo crea,

Ma quale è più vero?
Un pittore ad esempio che dovesse rappresentare una raffigurazione divina per essere esposta in chiesa per i fedeli sa che deve ispirare quest'ultimi, portarli con sè in un dominio divino, in questo caso.
Quindi la verità artistica è saper evocare un linguaggio comune all'umanità, ma iniziando dall'intimità del soggetto artista,
La scienza al contrario toglie il soggetto affinchè la verità sia oggettiva.
Trovo più verità nell'artista, perchè è contraddittorio pensare ad una oggettività in quanto comunque l'agente conoscitivo è pur sempre l'uomo.L'uomo crea un modello di verità e finge di non esserci per dire che è oggettivo.
Credo che la convinzione che l'Arte sia una forma linguistica sia dovuta ad una serie di concause. Probabilmente nel campo artistico la riflessione esplicita si deve all'indagine dell'arte concettuale, è lì che si dichiara e ricerca la genesi di un'opera lontano dall'estetica tradizionale.
Prima di questo però la tecnica ha introdotto lo strumento fotografia capace di riprodurre la realtà più fedelmente delle precedenti tecniche puramente pittoriche, i movimenti stilistici di inizio '900 hanno deviato dalla ricerca di verità nella realtà catturata dall'occhio per cercarla in una realtà più fine, la riflessione sui colori dei divisionisti, la riflessione sulle forme dei cubisti, la riflessione sul movimento dei futuristi furono tutte evoluzione legate al pensiero che la realtà rappresentata potesse essere diversa dalla realtà osservata superficialmente. Nel tempo questo ha portato a vedere ogni osservazione come una forma di rappresentazione, una forma mediata. Da questo a riconoscere come linguaggio la forma mediata il passo è breve. In realtà anche sia l'Arte che la Scienza partono dal soggetto, tentano una costruzione di linguaggio e poi provano a condividerlo, in questo non vedo differenze. La differenza comincia quando il linguaggio della Scienza tende alla riproduzione della realtà tramite il modello per prevedere il comportamento della stessa realtà in situazioni similati a quella studiata e che ha permesso la costruzione del modello. La potenza di un linguaggio della scienza (teoria scientifica) è proprio riconosciuto dalla sua riapplicabilità in situazioni omologhe (magari apparentemente molto diverse). Il linguaggio dell'Arte non tende alla riproduzione e alla comprensione razionale bensì alla rappresentazione iconica della realtà, al limite al suo riconoscimento per sublimazione. Uno scienziato vuole spiegare la realtà attraverso un modello, un artista vuole esprimere un modello attraverso la realtà. Lo scienziato cerca di liberarsi dell'ambiguità, l'artista nell'ambiguità ci sguazza.
#39
Era tempo che non leggevo questo 3D e non mi ero accorto degli ultimi interventi.
Voglio per ora ringraziarvi dei contributi veramente interessanti, ci mediterò sopra.
#40
Citazione di: Masochista il 21 Febbraio 2017, 20:34:45 PM
Ciao, in cosa consiste la Black Light Art?

Semplificando all'eccesso, la Black Light Art sono tutte quelle forme artistiche che fanno uso della luce nera o lampada di Wood.
#41
Citazione di: filosofia1 il 08 Febbraio 2017, 07:53:48 AM
...solo un appunto intorno all'arte; poichè son convinto l'arte non possa accedere, mai, a quel che tu chiami immortalità, perciò divenir sempre stante e soddisfar l'esigenze umane. Non possa farlo per le sue caratteristiche intrinseche che son dell'artifizio, di ciò che allontana e non avvicina l'esser uomo al desiderio suo primo, colui che appunto, l'immortalità, creda giovi e non danneggi se stesso. Io insisto che l'arte diverge dalla natura quanto l'uomo dal suo approdare la felicità, e più si ricercano nuove forme d'arte più si erra, e la natura allontana, che solo quella conduce a ciò che gli uomini chiamano per arte, libertà.

Saluti
Beh, io ho scritto che mira all'immortalità non che riesca ad accedervi. L'Atto creativo è in termini di volontà un atto divino, in termini reali il divino, l'immortalità possono essere pura illusione. Il desiderio di Immortalità è anche il fine della Scienza, attraverso la progressiva eliminazione degli ostacoli verso di essa; anche in questo caso il processo può essere illusorio. E' in realtà l'atteggiamento profondamente diverso che distingue Scienza e Arte, da una parte vi è una forma di ricerca immediata, come ho forse detto sopra attraverso una relazione estetica ed estatica, dall'altra parte vi è una forma di ricerca mediata, attraverso modelli di rappresentazione e tecniche di controllo.
#42
Voglio condividere con voi il mio percorso di vita degli ultimi tre anni, l'esperienza che sto vivendo dalla scomparsa di mio padre, artista semi-sconoscito.
Qualche mese dopo la sua scomparsa ho deciso di creare una fondazione a suo nome, ovvero una struttura in condizione di divulgare la conoscenza delle sue opere pittoriche e culturali.

E' da allora che mi occupo di divulgare tutte le forme artistiche legate alla Black Light Art. Lo sto facendo attraverso pubblicazioni (scrivo in diversi luoghi, alcuni anche piuttosto noti), attraverso iniziative culturali (ho organizzato alcune esposizioni, coinvolgendo artisti da tutto il mondo), attraverso iniziative accademiche (ho sponsorizzato studi e interventi accademici in conferenze internazionali), attraverso la collaborazione con istutuzioni. Sono stato invitato ed ho tenuto con piacere una lezione in una università tra le più importanti in Italia.
Tutto ciò partendo da una esperienza pregressa nulla, non mi ero mai occupato seriamente in precendenza di questi temi.

Ho sponsorizzato negli scorsi anni varie iniziative culturali ed accademiche e qualche risultato comincia a vedersi. Non parlo ovviamente di sponsorizzazioni economiche, che non mi posso permettere, bensì di fornitura di temi e contenuti di interesse per docenti e persone di cultura.


Evidentemente i risultati ottenuti e il coinvolgimento di istituzioni e persone, che vedo, rappresentano una indicazione della correttezza e del valore della direzione che ho intrapreso.

La mia opera di divulgazione parla di una forma espressiva che evidentemente ha ampi margini di crescita nella sensibilità collettiva e questo lo percepisco proprio dallo spessore delle persone che via via sono riuscito a coinvolgere

Vorrei essere più preciso nella descrizione ma non ho idea se il farlo possa ledere le policy di questo luogo virtuale. Fatemi eventualmente sapere se siete interessati a informazioni di dettaglio.

Per ora mi pareva importante sottolineare come si possa disegnare un percorso di vita completamente diverso da quello compiuto in precedenza.
#43
Citazione di: filosofia1 il 03 Febbraio 2017, 13:31:03 PM
"Ma in fondo quella dell'Arte si può veramente chiamare approccio rivolto alla conoscenza?"

Certamente si, e insisto. Poichè l'arte è scienza con aggiunto sentimento, un ingegno più che un umano sentire, perchè quell'accidente è eco, il riflesso delle idee che girano indisturbate nella mente; che non può costruire nulla che non sia già in tutto. Arte come scienza, o filosofia son similitudini con qualche piccola differenza, esse vogliono ricercare il principio, l'origine delle cose, che le cose a mio avviso non hanno, se non nel principio stesso eterno. Se si va cercando un contrario all'arte, e forse anche soluzioni a domande che la mente non può esimersi di liberare, lo si cerchi nella poesia, nel giusto modo di poetare, che è della e nella natura e nessun altro luogo.
... a poi il resto. ma vorrei qualcuno rispondesse, e argomentasse.

un saluto.
Aggiungo una considerazione sulla Scienza, il fine della Scienza è la comprensione della realtà per poi operare un controllo su di essa.
La realtà viene indagata attraverso modelli rappresentativi e questi modelli hanno lo scopo di renderla comprensibile e prevedibile. La Scienza rappresenta il desiderio di potenza dell'uomo, la sua volonta di dominio della realtà, attraverso una sempre migliore attività di descrizione. Rimane ovviamente il dubbio che tutto ciò sia semplicemente una illusione.
L'Arte ha invece un atteggiamento estetico ed estatico nei confronti della realtà, la differenza non è sottile è enorme.
#44
Citazione di: filosofia1 il 03 Febbraio 2017, 13:31:03 PM
"Ma in fondo quella dell'Arte si può veramente chiamare approccio rivolto alla conoscenza?"

Certamente si, e insisto. Poichè l'arte è scienza con aggiunto sentimento, un ingegno più che un umano sentire, perchè quell'accidente è eco, il riflesso delle idee che girano indisturbate nella mente; che non può costruire nulla che non sia già in tutto. Arte come scienza, o filosofia son similitudini con qualche piccola differenza, esse vogliono ricercare il principio, l'origine delle cose, che le cose a mio avviso non hanno, se non nel principio stesso eterno. Se si va cercando un contrario all'arte, e forse anche soluzioni a domande che la mente non può esimersi di liberare, lo si cerchi nella poesia, nel giusto modo di poetare, che è della e nella natura e nessun altro luogo.
... a poi il resto. ma vorrei qualcuno rispondesse, e argomentasse.

un saluto.

L'Arte contemporanea si è liberata del legame con il sentimento.
Da Duchamp in poi esiste una ramificazione importante dell'Arte che esplora il senso del linguaggio espresso dall'Arte senza nessuna relazione con il sentimento. Nelle intenzione vi è anche la liberazione dalla ricerca estetica, Arte, quindi, semplicemente come mezzo per il passaggio di contenuti. Quest'ultima barriera della negazione di ricerca estetica a me pare un semplice riposizionamento del concetto di estetica, riposizionamento dovuto alle mutate condizioni di conoscenza della realtà dell'ultimo secolo. La negazione del sentimento è invece reale, credere che l'emozione o il sentimento siano vitali per l'Arte è un errore di prospettiva. L'Arte è tante cose, testimonianza storica, indagine estetica, avanguardia di idee, ecc. ecc., il sentimento è una di queste cose ma non è l'unica, non è necessaria, non è in fondo tra i sue vari aspetti il più importante. L'Arte mira alla immortalità, eleva l'uomo verso un livello superiore, il sentimento è un aspetto popolare  dell'uomo ma la immortalità guarda al sentimento come il mare guarda al ruscello che giunge al fiume per gettarsi, infine, nella foce.
#45
Riflessioni sull'Arte / Re:Un termometro per l'Arte
10 Agosto 2016, 11:43:35 AM
Citazione di: Sariputra il 09 Agosto 2016, 09:30:18 AM
Il dramma e il limite dell'arte contemporanea è che tenta continuamente di "stupire". In questo segue l'andazzo dei nostri tempi, nei quali ogni notizia , ogni immagine, ogni informazione deve stupire, catturare l'attenzione di masse sempre più veloci e indaffarate e quindi sempre più difficili da raggiungere. Ora presino le previsioni del tempo sono sparate, urlate, si dà un nome mitologico  ad ogni perturbazione: "IL ciclone Circe sta per abbattersi sull'Italia, grandine e devastazioni, mettete al riparo l'auto..." titolava il meteo qualche giorno fa. Poi...un comune temporale estivo, quattro gocce che non hanno nemmeno bagnato un'erba inaridita, alla sera la Luna splendeva nel cielo...
Tutto deve sconvolgere, essere urlato. Due persone dello stesso sesso vogliono unirsi ? Conviene convocare mezzo mondo e sparare in prima pagina tutte le foto. Una cosa intima deve diventare di dominio pubblico, essere cliccata continuamente, perchè solo così possiamo sentire che esistiamo.
L'arte non sfugge a questo. Basta andare a vedere le ultime Biennali di Venezia...
Tocchi alcuni temi interessanti, sul quale ho già avuto modo di riflettere su altri forum.
L'arte è superamento, nella sua natura creativa deve necessariamente sfondare tabù e posizioni note, in questo atteggiamento ci sono anche equivoche espressioni, legate solo al superare il condizionamento sociale. Vista in una dimensione temporale è arte minore, destinata a lasciare poche tracce.
Sulla velocità, essa è un segno dei nostri tempi, che lascia alcune tracce anche nelle manifestazioni artistiche, ciò che è però importante lascia tracce stabili nel tempo, arricchendo il patrimonio comune, il resto verrà dimenticato o al più ricordato come semplice espressione di questi anni di inizio millennio.