Se davvero aspiriamo alla pace in Palestina allora dobbiamo dimenticarci di tutte le considerazioni che la allontanano. Come, per esempio, chi ha ragione e chi ha torto. Che le mie simpatie vadano ai palestinesi, un pò perché i più deboli, in sostanza gli ultimi, mi hanno sempre attirato e un pò perché, pur nella tremenda complessità del problema, mi pare che abbiano qualche ragione in più degli israeliani. Anche se, è bene non dimenticarlo, qualche ragione ce l'hanno pure gli ebrei. E, lo dichiaro prima, non risponderò a nessuna replica che guardi il problema da una prospettiva che non sia quella della pace. La giustizia è una gran bella cosa ma in politica il più forte vince. Non tenerlo presente condanna a stare fuori dalla realtà.
Quindi, a mio avviso, la pace è la cosa più importante da perseguire. Sinceramente la mia coscienza comincia a disturbarmi parecchio di fronte a questa tragedia. Non che la guerra Russo-Ucraina sia da meno ma, la lunghezza del conflitto, la disparità di forze, le crudeltà quotidiane sono davvero troppe in Palestina.
E dunque mi domando: cosa si può fare?
E la risposta è di una semplicità disarmante: gli unici che possono fare qualcosa sono gli Usa. Questo li rende, se continuerà così ancora a lungo, complici. Non che la Cina, l'India, l'Europa siano assolte. Un pò per menefreghismo un pò per irrilevanza politica non combinano e, forse, non possono combinare niente. Ma rimangono (rimaniamo!) dei grandissimi pusillanimi. Sicuramente non innocenti.
Quindi, e adesso prenderò qualche pomodoro
credo che non ci sia alternativa ad un intervento che immagino (forse è meglio dire sogno) così:
1) immediato cessate il fuoco di tutti.
2) tavolo di pace nel quale non ci si alza sino a che non si trova un accordo ragionevole che possa, in qualche modo, permettere alla guerra di terminare.
Non è possibile? E allora qual è l'alternativa? Continuare così?
E' ancora vivissimo in me il ricordo di quel pomeriggio nel quale, io giovane uomo commosso, vedevo Arafat e Rabin stringersi la mano davanti ad un benedicente Clinton. Che momento! Sembrava fatta.
Poi ci hanno pensato i maniaci dell'estrema destra israeliana ad assassinare Rabin e i matti estremisti palestinesi ad esautorare Arafat. Fu una tragedia nella tragedia.
Ma quello che è accaduto può riaccadere. Magari non saranno Il premier israeliano e Hamas/Hezbollah e compagnia bella a stringersela nuovamente. Occorre trovare politici di spessore e di grande coraggio.
E, come l'altra volta, solo gli Usa possono essere decisivi.
Quindi, a mio avviso, la pace è la cosa più importante da perseguire. Sinceramente la mia coscienza comincia a disturbarmi parecchio di fronte a questa tragedia. Non che la guerra Russo-Ucraina sia da meno ma, la lunghezza del conflitto, la disparità di forze, le crudeltà quotidiane sono davvero troppe in Palestina.
E dunque mi domando: cosa si può fare?
E la risposta è di una semplicità disarmante: gli unici che possono fare qualcosa sono gli Usa. Questo li rende, se continuerà così ancora a lungo, complici. Non che la Cina, l'India, l'Europa siano assolte. Un pò per menefreghismo un pò per irrilevanza politica non combinano e, forse, non possono combinare niente. Ma rimangono (rimaniamo!) dei grandissimi pusillanimi. Sicuramente non innocenti.
Quindi, e adesso prenderò qualche pomodoro

1) immediato cessate il fuoco di tutti.
2) tavolo di pace nel quale non ci si alza sino a che non si trova un accordo ragionevole che possa, in qualche modo, permettere alla guerra di terminare.
Non è possibile? E allora qual è l'alternativa? Continuare così?
E' ancora vivissimo in me il ricordo di quel pomeriggio nel quale, io giovane uomo commosso, vedevo Arafat e Rabin stringersi la mano davanti ad un benedicente Clinton. Che momento! Sembrava fatta.
Poi ci hanno pensato i maniaci dell'estrema destra israeliana ad assassinare Rabin e i matti estremisti palestinesi ad esautorare Arafat. Fu una tragedia nella tragedia.
Ma quello che è accaduto può riaccadere. Magari non saranno Il premier israeliano e Hamas/Hezbollah e compagnia bella a stringersela nuovamente. Occorre trovare politici di spessore e di grande coraggio.
E, come l'altra volta, solo gli Usa possono essere decisivi.