Come detto qualche post fa, credo sia una questione di categorie: una volta data la possibilità a tutti di partecipare attivamente alla vita politica, non vedo perché la "composizione di genere" del governo debba rispecchiare approssimativamente quella della popolazione (categoria del genere come categoria politica in senso elettivo). Non essendo automi né cloni, per me non è uno scandalo se quel "circa 50%" non si concretizza in ogni ruolo, in ogni ambito, in ogni mestiere, in ogni settore della socialità (anzi, mi sembrerebbe molto sospetto il contrario, ad essere onesto, come se ad un premio letterario con dieci categorie, venissero premiati ogni anno, per x anni, sempre cinque uomini e cinque donne, seppur in categorie differenti; può capitare, certo, ma non nego la troverei una bizzarra coincidenza, per nulla un'ovvietà). Una volta acclarato che, nel caso della politica, il motivo dell'asimmetria non è quello che viene impedito alle donne di candidarsi, né (suppongo) ci siano prove che sia consuetudine truccare le votazioni e lo spoglio a sfavore delle donne, allora voler forzare un 50%, come si trattasse di progettare doppi servizi igienici al ristorante, mi sembra, oltre che contro il buon senso, contro i concetti stessi di votazione politica, rappresentanza, volontà popolare, etc.
Se votassi, mi sentirei gabbato da elettore sapendo che a qualcuno sarebbe spettato un posto in parlamento, ma purtroppo "del suo sesso ce ne erano già abbastanza" (e non posso non sorridere mentre lo scrivo, per quanto mi pare tragicomico) e quindi il suo posto è stato preso da qualcun altro con meno preferenze, ma almeno del giusto "sesso carente". Davvero sarebbe, per me, ridurre il voto (e la democrazia) ad una farsa; come se si decidesse che almeno l'x% dei parlamentari deve essere di calvi, l'x% di trans, l'x% di immigrati, etc. altrimenti costoro sono discriminati dalla vita politica e quindi non è democrazia giusta ed etica. Stiamo forse giocando ad «Indovina chi»? Stiamo facendo casting di attori per un film sul politicamente corretto (aldilà dell'assonanza)?
Comunque, ripeto, probabilmente la mia posizione al riguardo è "viziata" dal disimpegno politico e dalla carenza di "ideali matematici" per un mondo migliore.
Se votassi, mi sentirei gabbato da elettore sapendo che a qualcuno sarebbe spettato un posto in parlamento, ma purtroppo "del suo sesso ce ne erano già abbastanza" (e non posso non sorridere mentre lo scrivo, per quanto mi pare tragicomico) e quindi il suo posto è stato preso da qualcun altro con meno preferenze, ma almeno del giusto "sesso carente". Davvero sarebbe, per me, ridurre il voto (e la democrazia) ad una farsa; come se si decidesse che almeno l'x% dei parlamentari deve essere di calvi, l'x% di trans, l'x% di immigrati, etc. altrimenti costoro sono discriminati dalla vita politica e quindi non è democrazia giusta ed etica. Stiamo forse giocando ad «Indovina chi»? Stiamo facendo casting di attori per un film sul politicamente corretto (aldilà dell'assonanza)?
Comunque, ripeto, probabilmente la mia posizione al riguardo è "viziata" dal disimpegno politico e dalla carenza di "ideali matematici" per un mondo migliore.