Citazione di: Alberto Knox il 12 Dicembre 2024, 23:55:06 PMSì va bene non c'è nessun problema , vai ad annoiarti da un altra parte piuttosto. Ma un ultima osservazione, la tua risposta è incompleta. la conoscenza fondata sul linguaggio fa a capo la coscienza che è consapevolezza del mondo . L autocoscienza va oltre. Indica la capacità di essere consapevoli di essere un io pensante . L'autocoscienza è il riconoscimento del propio sè. Per questo non me lo puoi dimostrare.
Alla fine ti sei dunque esposto. Penso in realtà che non vi siano cose dimostrabili proprio perché in natura sembra non esistere una legge che esprima una successione fatale di fenomeni. Puoi sì dimostrare l'uguaglianza di due triangoli in geometria, ma non nel terreno; lì, probabilmente, non potresti nemmeno dimostrare l'esistenza di un triangolo. Autocoscienza. La diatriba tra me e il mainstream è data dal fatto che io penso che la consapevolezza di essere un io pensante sia giunta né più né meno attraverso il conoscere il mondo, senza cioè arbitrari battesimi divini o scientifici di comodo. Questo non posso dimostrarlo così come nessuno dimostra il contrario, ma posso farlo vedere in modi più plausibili rispetto al mainstream.
Tempo fa Jacopus aprì il topic "il linguaggio" che ovviamente si arenò in vista del pericolo. In tema di fiutare il pericolo, tanto per dire, ti faccio anche notare che tanto misummi quanto Jacopus, facendo riferimento al mio post nr 233 sul topic Psicanalisi, avrebbero a mio giudizio aggirato la mia domanda edulcorandola proprio perché ne fiutavano il pericolo. Faccio anche notare che Jacopus, sempre in questi giorni, ha ammesso a PhyroSphera che siamo tutti un po' dogmatici altrimenti ci mancherebbe la terra sotto i piedi. Riporto ora una parte del mio intervento, il numero 110 all'interno del topic "Il linguaggio", al fine di inquadrare quel che io intendo per autocoscienza:
Per chiarire meglio il mio precedente intervento volevo dire che se si riscontra che uno scimpanzé (non dico necessariamente tutti gli scimpanzé) sia in grado di ingannare per propri scopi un suo simile e se ho parlato di "simulazione" di un messaggio intenderei quindi che la simulazione sarebbe un indizio concreto del fatto che un individuo possa essere consapevole dell'uso che sta facendo del suo messaggio comunicativo, vero o ingannevole che sia; ovvero che un individuo sia consapevole di voler comunicare qualcosa. Senza tale contrasto, dal punto di vista dello studente umano, sarebbe difficile stabilire se un animale sia consapevole di quello che "dice".
Questa sarebbe dunque la mia risposta a quello che dici in merito alla conoscenza di sé stessi, ovvero dell'autocoscienza
