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Messaggi - Jacopus

#301
Cerco di fare chiarezza. Il contro-transfert è l'innamoramento del terapeuta nei confronti del paziente così come il transfert è l' innamoramento del paziente nei confronti del terapeuta. Da questo rapporto scaturisce la riesibizione delle dinamiche evolutive del paziente, strutturate dalla sua infanzia. Da T e CT non si può uscire se si vuole che la terapia sia efficace, ma deve muoversi in uno spazio simbolico. Quindi nel Ct non vedo nulla di diabolico ma uno strumento della relazione terapeutica. Uno strumento delicato. Inoltre non esiste più la psicoanalisi interpretativa con un terapeuta che "interpretando", risolve le nevrosi. Anche Freud si domandò spesso se questo era sufficiente e molte sue intuizioni vanno verso la psicoanalisi dell'attaccamento (winnicott, Bowlby ed altri).

Sulla inguaribilità dell'uomo apriamo un altro grande tema. Il fatto è che Freud, oltre ad aver avuto un grande rispetto per il metodo scientifico era anche un grande filosofo oltre che un grande letterato. Incarna in sè una delle ultime figure universali della cultura, dopo di che la cultura si è frammentata a causa della sua stessa mole. E il suo modello culturale è il modello Hobbes-Freud a cui ha dato parte del nome. Vi è in Freud un pessimismo di fondo a cui si oppone eroicamente. Infatti pur dicendo che guarire, educare e governare siano missioni impossibili, continua ad esercitare la professione di medico, stoicamente. Sarebbe interessante fare un lavoro di confronto Conrad/Freud, proprio attraverso la lente di questa opposizione fra indecifrabilità del mondo e sua eroica ricerca di un senso. Freud in questo, pur con i limiti della sua biografia storica, comune a tutti noi, è il diretto erede di Sofocle e del pensiero greco, del "gnothi sauton".

L'ultima tua riflessione mi trova d'accordo. La religione è stata per secoli con i suoi limiti, anche un richiamo alla fratellanza umana. Sentimento eroso e colonizzato dal pensiero tecnico-capitalista nel quale siamo immersi. Ed è per questo che siamo attraversati e dominati da pensieri alienati e mortiferi.
#302
Per Mario Pastore: questo non è il forum della Congregazione del Santo Uffizio. La prego di non essere giudicante rispetto agli altri partecipanti. Lei non è il depositario della Legge. Risponda agli altri senza usare spiacevoli argomenta ad hominem.
#303
I due precedenti post sarebbero entrambi da cancellare, il primo (di Ipazia) perchè la risposta è insensata, visto che ci si può legittimamente domandare cosa significa inviolabilità del corpo e la domanda non è certo peregrina. Cosa significa inviolabilità del corpo, quando si potrebbe essere costretti in coma irreversibile ed aver impartito una volontà di interrompere (quindi violare) la vita del corpo? Il secondo (di Visechi) perchè non è argomentato ma irride un partecipante al forum (anche il primo non è argomentato in realtà). Ad ogni modo, il tema è interessante, cerchiamo di restare ad un livello interessante. Se può servire, immaginatevi ad un cenacolo e mentre un sommelier vi mesce un Petrus Pommerol, disquisite con altri eletti come voi, su concetti filosofici come questo.
#304
Tematiche Spirituali / Re: Teologia LGBTQ+
03 Ottobre 2024, 17:43:36 PM
Trattare un ente, un soggetto, una istituzione, uno stato, un popolo, come il male assoluto e inespiabile, è un modo di pensare molto cattolico.
#305
CitazionePeccato che questi sedicenti globalisti (perchè non ho motivo di credere che non lo siano, visto l'industria culturale di adorniana memoria) non fanno che ripetere esattamente quello che dice Freud.
Non li definirei globalisti, quanto ricercatori che da diverse angolazioni hanno riflettuto sulla necessità di rivedere il concetto stesso di soggettività, che tanta importanza ha ed ha avuto nella storia dell'Occidente. Vederci come il risultato di tante menti che interagiscono ha delle conseguenze molto diverse rispetto ad una visione del soggetto "padrone del suo destino", e quindi individualisticamente chiuso nella sua soggettività alla Marchese del Grillo (ti consiglio ad esempio Schwartz e la sua teoria sulle Interior Family Systems, ma gli esempi si possono moltiplicare facilmente). Freud sicuramente era su questa strada, ma non l'ha percorsa tutta. Resta a metà, il soggetto è comunque al centro del suo quadro diagnostico, perchè il suo è un progetto terapeutico non sociologico (poi ci penseranno altri a sociologizzare la psicoanalisi) ma capisce che la guarigione agisce attraverso l'altro, quello che definisce il "Nebenmensch". Poi c'è tutto il discorso del transfert, che implica il necessario condizionamento reciproco (transfert e controtransfert) e quindi il suo "soggetto" è già qualcosa di diverso di quello istituito da Cartesio, ma non ancora eccessivamente esploso o frammentato come quello odierno.
Ovvio che il "sumus cogitantes" ha altrettante controindicazioni del "sum cogitans" cartesiano. Le due dimensioni devono imparare a coesistere, onde evitare derive pericolose in un senso (schizofrenia) o nell'altro (paranoia).
#306
Possibili critiche al cogito cartesiano. Riparto dall'inizio. E riparto proprio da Cartesio, che è stato uno dei principali spartiacque fra pensiero premoderno e pensiero moderno, quindi difficile dargli del cretino. Ha fondato un mondo di pensiero che tuttora condiziona le nostre azioni.
Eppure, a mio giudizio, è superato da molti punti di vista. Ma prima di definire in cosa è superato, bisogna chiedersi dove voleva parare Cartesio. A mio parere, uno degli obiettivi di Cartesio è la verità, la certezza. A Cartesio nulla sembra vero, ha sempre paura che gli altri siano manichini, automi che rispondono in modo meccanico a sollecitazioni ambientali. Cosa può rendere l'uomo libero da questa visione che potrebbe sempre prendere il sopravvento? Il cogito. Il pensare è la rassicurazione che l'uomo è libero da predeterminazioni perchè è l'unica attività che non ha bisogno di una spiegazione causa-effetto e ciò lo rende, da un lato indeterminabile e dall'altro vero. A Cartesio appare come la dimostrazione della "elevazione" dell'uomo rispetto a tutto il resto del creato, visto che il pensiero/coscienza è monopolio della sola specie umana, nel creato. Probabilmente senza Cartesio non vi sarebbe stata neppure la Rivoluzione Francese, a dimostrazione dell'efficacia della sua teoria (nei termini della self-fullfilling prophecy?).

Ma Cartesio è anche la determinazione in filosofia del nascente potere borghese, individuale, padrone del proprio destino, alla ricerca di una chiarezza che evita ogni alleanza con la "tradizione", e per questo temette a lungo di essere inquisito dalla Congregazione del Sant'Uffizio, come accadeva al suo contemporaneo Galileo. Si salvò in corner collegando il cogito con la dimostrazione dell'esistenza di Dio, proprio grazie a questa "eccezionalità dell'uomo rispetto a tutto il resto del creato".

Oggi però Cartesio dimostra tutti gli anni che ha (quattrocento anni non passano invano). Basti pensare a Freud. Il suo sistema è stato ripetutamente messo in discussione e spesso con argomenti validi, ma l'inconscio è ormai stato sdoganato e testato dalla diagnostica per immagini (FMRi), mentre restano non dimostrabili altri concetti come Io e super-Io. Una parte di noi quindi è, pur pensando in un modo non cosciente, sicuramente molto lontana dal tipo di cogito che Cartesio pone al centro delle sue attenzioni. Esistono modalità di pensiero confliggenti già all'interno di noi ("non siamo più padroni neppure in casa nostra" diceva Freud).
Ma Cartesio è superato anche in una altra dimensione. In fondo Freud è ancorato anche lui alla società borghese, dove l'individuo occidentale, bianco, cristiano si pone in un modo "eroico" e "solitario" verso il mondo. Ma la psicologia e le neuroscienze, attraverso molti filoni di ricerca paralleli ci indicano come si potrebbe tradurre oggi il motto cartesiano: "cogitamus ergo sumus". Se aprite il motore di ricerca con questa frase vi si apriranno decine di pagine. Il succo del discorso è che il nostro pensiero è tale perchè pensiamo ciò che altri hanno pensato ed in primo luogo ciò che hanno pensato di noi i nostri caregiver, quando eravamo ancora facilmente condizionabili. Credere di essere un pensiero indipendente ed individuale è consolante, eroico, forse talvolta necessario, ma non vero.
Ma "l'errore di Cartesio" è anche un terzo errore e riguarda quella vulgata cartesiana, più che Cartesio stesso, che ha separato nettamente mente e corpo, ricongiungendo in questo modo, la filosofia secentesca alla filosofia classica, nella quale il pensiero contemplativo, l'otium della mente era sempre superiore al negotium, e dove avevano successo le analogie corporee alla Menenio Agrippa. Fatto sta, invece, che coscienza e corpo siano intimamente legati e che il cervello, ben lungi da avere un centro di controllo nella ghiandola pineale si è ritrovato sparso lungo tutto il corpo, fino ad avere una filiale ben fornita perfino nello stomaco. La coscienza quindi, ben lungi dal trovarsi in una sorta di centro di controllo posto all'incirca sopra i nostri occhi, è sparso lungo tutto il nostro corpo, che è inscindibilmente connesso con il cervello.
Infine Cartesio non ha fatto altro che esaltare un processo che è, secondo alcuni, (Mac Gilchrist) ancora in corso, ovvero il dominio dell'emisfero sinistro sul destro, ma questo discorso sarebbe lungo e temo che molti di voi abbiano giustamente terminato di leggere molte righe fa.
#307
Tematiche Filosofiche / Re: Esiste la verità?
28 Settembre 2024, 23:31:33 PM
Ancora carne al fuoco. La dicotomia vero/falso è tipicamente da emisfero sinistro che classifica e giudica e per giudicare e classificare ha bisogno di distinzioni chiare e nette. La vita invece si muove spesso in un sentiero di mezzo, nel quale verità e falsità si mescolano continuamente.
Nel campo delle scienze dure è più facile utilizzare il metodo vero/falso, perchè ciò che è misurabile e sperimentabilmente ripetibile è "sufficientemente" vero, ma nel campo dell'etica umana, nel campo della cultura post-geroglifica, la verità si scompone e ricompone come in un quadro astratto.

Il problema non è da poco, perchè affermare che la verità è sottile e soggetta a malfunzionamenti conduce alla perdita di senso. Abbiamo ovviato al problema per secoli attraverso la religione che offriva una verità preconfezionata. Poi ci abbiamo provato con ideologie che tuttora sono l'unico sostituto sul mercato delle religioni. Non essendo però fondate su qualcosa di "sacro", sono costruite sulle sabbie mobili.

A me sembra che per ottenere una sorta di equivalenza armonica, l'unica verità riconoscibile, nel mondo etico, sia quella del denaro, anch'essa misurabile e adatta a conformare azioni sociali ripetibili, una volta che gli agenti siano stati convinti che quello è l'unico modello di verità.

Penso pertanto che non sia vero che vi sia una crisi di senso, perchè non vi è più un condiviso senso della verità. Il condiviso senso della verità sta nel denaro e forse ancora più all'interno di questa macchina di cui siamo ingranaggi, sta nella tecnica come necessità di funzionamento del sistema.

#308
Tematiche Filosofiche / Freud-Marx
27 Settembre 2024, 16:30:59 PM
Freud in "Avvenire di una illusione" (1927), definisce la religione "un narcotico". Un altro passo è esemplare e riconduce Freud alla tradizione tedesca kantiana "Se l'uomo distoglierà dall'aldilà le sue speranze e concentrerà sulla vita terrena tutte le forze rese così disponibili, egli riuscirà probabilmente a rendere la vita sopportabile per tutti e la civiltà non più oppressiva per alcuno".

Soprattutto la definizione della religione come "narcotico", richiama la famosa definizione di Marx della religione come "oppio dei popoli".

Ma in termini più generali cosa distingue l'architettura filosofica di Marx da quella di Freud? Penso che si possano indicare alcune strade di ricerca.

La prima è la predominanza in Freud dello sguardo sull'individuo che ha bisogno di una terapia. L'uomo guarito è un uomo che è curato. Lo sguardo di Marx è invece uno sguardo sulle contraddizioni sociali, l'uomo oppresso è un uomo che ha superato con le sue forze le contraddizioni sociali.


La seconda strada riguarda lo scetticismo di fondo di Freud, la sua considerazione sulla immutabilità definitiva dell'ambivalenza umana, da un lato egoista, dall'altro consapevole di dover ridurre questo egoismo per ottenere sicurezza. La concezione di Marx invece non prevede questa ambivalenza come costante, ma rappresenta invece il mondo come uno scontro fra forze opposte, in cui una sola è quella del bene (il proletariato), rappresentandosi così come una riedizione in chiave laica del manicheismo religioso.

Un terzo ambito di ricerca potrebbe essere quello di estrarre da entrambi ciò che di buono hanno saputo trasmettere, per ottenere una teoria più realistica dei bisogni umani e di una società più adeguata e giusta. Strada che ovviamente è già stata percorsa da almeno 80 anni, ovvero dalla pubblicazione di "dialettica dell'Illuminismo" di Adorno-Horkheimer, ma che oggi può ibridarsi in nuovi modi, grazie alle scoperte di altre discipline.
#309
Forse Eutidemo ricordi la campagna repressiva sulle droghe agitata dal partito socialista di Craxi, poco prima che scoppiasse "mani pulite". Il senso è lo stesso. Sviare l'opinione pubblica verso nemici idonei a questo potere politico, per evitare di affrontare problemi ben più gravi. Considerare il cdb una droga da reprimere è idiota. Ho fatto diversi corsi sulle sostanze stupefacenti per motivi di lavoro. La cannabis (thc) tradizionale ( che è molto più psicoattiva del cdb)  veniva sempre considerata molto meno grave dell'alcol, che nelle classifiche rispetto alla gravità, viene subito dopo eroina e cocaina. Ma anche le droghe più pericolose dovrebbero essere "legalizzate" e somministrate sotto controllo sanitario. Ciò per una serie molteplice di ragioni. In primo luogo significherebbe togliere alla criminalità una montagna di introiti che vengono usati nei modi più disfunzionali per il vivere sociale. In secondo luogo gli assuntori sarebbero tutelati rispetto al taglio con altre sostanze e sarebbero incentivati a svolgere un percorso di disintossicazione. I costi per la sanità sono bassi. Qualche anno fa, una dose di eroina prodotta industrialmente aveva il costo di un euro (euro 1). In terzo luogo si libererebbe il sistema giudiziario di un buon 20-30 per cento di processi, rendendo più efficace il processo penale verso reati molto più gravi per la comunità, come la corruzione pubblica, capace di spostare miliardi di euro dal pubblico al privato. Proprio Per tutti questi motivi invece, le sostanze continueranno ad essere criminalizzate, ovvero per creare un facile capro espiatorio politicamente vantaggioso e per rendere più difficile un buon funzionamento della giustizia.
#310
Attualità / Re: Guerra in Ucraina III
19 Settembre 2024, 21:56:05 PM
Citazione di: anthonyi il 19 Settembre 2024, 16:56:41 PMAmmesso e non concesso che queste cose siano tutte vere, nessuna di queste comporta il non rispetto della legge costituzionale ucraina. 
"Se non è rispettata la giustizia, che cosa sono gli Stati se non delle grandi bande di ladri?" Agostino da Ippona.
#311
Tematiche Filosofiche / Re: L'inferno!
18 Settembre 2024, 19:33:48 PM
L'uomo naturalmente violento? Provate a mettere lupi sconosciuti fra di loro in uno spazio angusto come una metropolitana ed assistete al successivo bagno di sangue (scusa Euti per l'ot).
#312
Tematiche Filosofiche / Re: L'inferno!
18 Settembre 2024, 11:39:40 AM
Dio e le religioni sono stati un passaggio importante nella storia dell'uomo, ma come tutte le cose umane è una fase destinata a finire. Il problema, in questa epoca di passaggio, è come fondare una società ben funzionante, dopo che siamo stati abituati per millenni a funzionare attraverso una religione, che ci ha educati in un certo modo, secondo modalità anche positive e che è servito da collante e da ammortizzatore in molte situazioni sociali. Lo stesso marxismo funziona come una religione visto che crede alla venuta sulla terra di una epoca di bontà e pace definitiva (una sorta di millenarismo concreto, che richiama la stessa ideologia speculare del nazionalsocialismo - fatte le debite distinzioni, ovviamente. Qui li definisco simili solo per il discorso dell'età d'oro definitiva che si raggiungerà in un caso con il comunismo e nell'altro con il dominio degli ariani sugli altri popoli).
Chi non crede alle religioni è l'attuale tecnica, che lavora solo allo scopo di aumentare la sua funzionalità tecnica, riversando sull'ambiente tutto ciò che non funziona. La religione in questo ha spesso una visione olistica mentre la tecnica separa e classifica e soprattutto "oggettifica". Per non buttare bambino e acqua sporca occorre un profondo rinnovamento culturale a cui però si oppongono in molti, residui di religioni, strati di analfabeti funzionali, politici che cavalcano l'onda, strati di superricchi che pur di conservare i propri privilegi sono disposti a qualunque cosa.
È possibile pertanto un'olismo che non sia distruttivo e che non si richiami a mitologie religiose e consolatorie e manipolatorie? Questa è la domanda. La risposta molto generica sta nel concetto di "fraternità", il fratello povero di libertà ed eguaglianza.
#313
Tematiche Culturali e Sociali / Re: Il mondo dei sogni
18 Settembre 2024, 07:02:49 AM
Il sogno è una porta verso l'inconscio che può essere descritto come un deposito di senso, dove in qualche modo è iscritto il bisogno del "tutto", dell'unione a cui noi, in quanto singoli individui, siamo preclusi, ma verso cui, nonostante ciò, tendiamo. In ciò si può anche spiegare la nostra tendenza a costruire sistemi religiosi. Il sogno e il sonno aiutano la solidificazione dei ricordi, incidendo sia sulle sinapsi sia sull'ipoocampo, che è un po' la centrale della memoria. Ma i sogni assolvono a molti altri scopi: hanno un ruolo di simbolizzazione della vita esperita, riunendo in immagini e azioni, significati molteplici che tendono ad unire il tempo e i luoghi. Ma sono anche il luogo dove si avverano i desideri, primo fra i quali quello di perdere le catene della vita quotidiana, la ripetizione del lavoro e degli atti inevitabili del mangiare, dell'interagire con gli altri, di prendere mezzi pubblici o di arare un campo o di guidare un mezzo o di portare a spasso il cane. I sogni sono una porta aperta verso il desiderio e la creatività. Con i sogni siamo tutti artisti e questo ci dà anche la misura di come sia importante l'arte per l'uomo.
Altra circostanza importante per non crederci così speciali. Tutti i mammiferi sognano.
#314
Tematiche Culturali e Sociali / Re: Il mondo dei sogni
17 Settembre 2024, 09:16:44 AM
Senza nulla togliere allo sciamanesimo, l'interpretazione dei sogni presuppone sempre la conoscenza profonda fra colui che interpreta e colui che sogna. Interpretazioni generali somigliano un po' alle previsioni astrologiche. Questo perché il sogno è fatto di immagini, metafore, emozioni che hanno un significato diverso per ognuno di noi e che sono risollecitate da ciò che ci accade nella giornata e che fa risuonare parti della nostra storia. La casa può essere rifugio ma anche prigione o origine, luogo di socievolezza o fortificazione, unità o separazione e per capirlo occorre conoscere a fondo la storia del sognatore e poi aiutarlo a capire il significato nascosto del sogno. Ed inoltre quella casa del sogno che casa è? La casa dei nonni, la casa della nostalgia, la casa dell'invidia, la casa senza fondamenta, la casa del nostro futuro, la casa-labirinto? È quasi un gioco investigativo, dove però è necessario conoscere  la scena del delitto.
#315
Tematiche Culturali e Sociali / Re: Il mondo dei sogni
15 Settembre 2024, 18:00:58 PM
Ciao A.F. In realtà si sogna sempre allo stesso modo. E sempre nelle fasi rem, cioè nel sonno profondo. Sognare e dormire hanno una funzione vitale di riparazione e di rafforzamento delle sinapsi. Aiuta a ricordare. I sogni sono una porta aperta verso l'infinito, verso tutto ciò che non siamo ma che ci piacerebbe essere, ma sono anche una finestra che può spiegare meglio il nostro carattere, le nostre intenzioni, buone e cattive. Infine sono desideri e consolazioni. Quante volte ho sognato mio padre da quando è morto e vederlo in sogno è sempre stato così dolce.