Cerco di fare chiarezza. Il contro-transfert è l'innamoramento del terapeuta nei confronti del paziente così come il transfert è l' innamoramento del paziente nei confronti del terapeuta. Da questo rapporto scaturisce la riesibizione delle dinamiche evolutive del paziente, strutturate dalla sua infanzia. Da T e CT non si può uscire se si vuole che la terapia sia efficace, ma deve muoversi in uno spazio simbolico. Quindi nel Ct non vedo nulla di diabolico ma uno strumento della relazione terapeutica. Uno strumento delicato. Inoltre non esiste più la psicoanalisi interpretativa con un terapeuta che "interpretando", risolve le nevrosi. Anche Freud si domandò spesso se questo era sufficiente e molte sue intuizioni vanno verso la psicoanalisi dell'attaccamento (winnicott, Bowlby ed altri).
Sulla inguaribilità dell'uomo apriamo un altro grande tema. Il fatto è che Freud, oltre ad aver avuto un grande rispetto per il metodo scientifico era anche un grande filosofo oltre che un grande letterato. Incarna in sè una delle ultime figure universali della cultura, dopo di che la cultura si è frammentata a causa della sua stessa mole. E il suo modello culturale è il modello Hobbes-Freud a cui ha dato parte del nome. Vi è in Freud un pessimismo di fondo a cui si oppone eroicamente. Infatti pur dicendo che guarire, educare e governare siano missioni impossibili, continua ad esercitare la professione di medico, stoicamente. Sarebbe interessante fare un lavoro di confronto Conrad/Freud, proprio attraverso la lente di questa opposizione fra indecifrabilità del mondo e sua eroica ricerca di un senso. Freud in questo, pur con i limiti della sua biografia storica, comune a tutti noi, è il diretto erede di Sofocle e del pensiero greco, del "gnothi sauton".
L'ultima tua riflessione mi trova d'accordo. La religione è stata per secoli con i suoi limiti, anche un richiamo alla fratellanza umana. Sentimento eroso e colonizzato dal pensiero tecnico-capitalista nel quale siamo immersi. Ed è per questo che siamo attraversati e dominati da pensieri alienati e mortiferi.
Sulla inguaribilità dell'uomo apriamo un altro grande tema. Il fatto è che Freud, oltre ad aver avuto un grande rispetto per il metodo scientifico era anche un grande filosofo oltre che un grande letterato. Incarna in sè una delle ultime figure universali della cultura, dopo di che la cultura si è frammentata a causa della sua stessa mole. E il suo modello culturale è il modello Hobbes-Freud a cui ha dato parte del nome. Vi è in Freud un pessimismo di fondo a cui si oppone eroicamente. Infatti pur dicendo che guarire, educare e governare siano missioni impossibili, continua ad esercitare la professione di medico, stoicamente. Sarebbe interessante fare un lavoro di confronto Conrad/Freud, proprio attraverso la lente di questa opposizione fra indecifrabilità del mondo e sua eroica ricerca di un senso. Freud in questo, pur con i limiti della sua biografia storica, comune a tutti noi, è il diretto erede di Sofocle e del pensiero greco, del "gnothi sauton".
L'ultima tua riflessione mi trova d'accordo. La religione è stata per secoli con i suoi limiti, anche un richiamo alla fratellanza umana. Sentimento eroso e colonizzato dal pensiero tecnico-capitalista nel quale siamo immersi. Ed è per questo che siamo attraversati e dominati da pensieri alienati e mortiferi.