Menu principale
Menu

Mostra messaggi

Questa sezione ti permette di visualizzare tutti i messaggi inviati da questo utente. Nota: puoi vedere solo i messaggi inviati nelle aree dove hai l'accesso.

Mostra messaggi Menu

Messaggi - Lou

#301
Quando si parla di un contenuto di coscienza esso è parte di un ciclo, tipo il ricordo: esso non è riducibile a un tratto neuronale o una singola funzione o localizzazione, ma necessita di una triade, corpo-mondo-altri e il loro cicli di azione/interazione: è esito di questi e da questi interdipendente, distribuito.  Diciamo, con una parola, che il ricordo è "decentrato", rispetto al cervello. Che il cervello sia un elemento essenziale di questo ciclo, non significa che un ricordo cosciente possa essere riducibile a un suo tratto specifico localizzato.
#302
Citazione di: sgiombo il 13 Febbraio 2019, 22:35:14 PM
Sono costretto a ri obiettarti (e ad obiettare a Jacopus; in accordo con Lou) che:

La memoria intesa come configurazioni sinaptiche cerebrali determinate dalle esperienze pregresse e in varia misura condizionanti le esperienze future é una cosa.

I ricordi coscienti (che necessariamente coesistono e corrispondono biunivocamente, allorché accadono, a determinate attivazioni di tali configurazioni sinaptiche cerebrali; però in altre esperienze, di "osservatori", diverse da quella dell' "osservato"di cui qui si parla) sono altre cose (per quanto necessariamente coesistenti).
E' per questo che Se un ictus danneggia alcune aree cerebrali noi perdiamo fette di coscienza (non perché tali "fette di coscienza" si identificano con tali ben diverse aree cerebrali, ma perché non si danno le une senza le altre e viceversa), e al limite  Un ipotetico reset totale della memoria ci ridurrebbe a poppanti che devono ricostruire la loro coscienza da zero.

Il cervello non contiene altro che neuroni, cellule gliali, vasi sanguigni, liquor, ecc. "perfettamente" riducibili a molecole, atomi, particelle-onde subatomiche, campi di forza, ecc.: ben altre cose che l' ego individuale e sociale, i pensieri, la coscienza (che pure a determinati eventi cerebrali é inevitabilmente coesistente e biunivocamente correlata e viceversa).
L'esperienza soggettiva rimane infatti ancora un campo per lo più ignoto alla neuroscienza, che certamente ha il merito di chiarire, senza esaurire la problematicità della comprensione della coscienza umana, che, e vorrei sottolinearlo proprio a partire da diversi studi, ad esempio Endelman, che la stessa coscienza, così come la memoria non sono cose innanzitutto, ma processi non totalmente localizzabili in un dove o sede specifica: "lì ci sono i miei ricordi". Lì dove? apro la scatola cranica e li trovo o quel profumo di violette mi riporta a quell'esperienza di bambina quando con la nonna le coglievo? dov'è che comincia la memoria, nello stimolo, nella viola, nella mia relazione con essa, nell'esperienza, nel cervello, è qui? lì? qua? non è una scatola di fotografie, che la apri e ci trovi gli stessi ricordi, ma processualità e una costante opera di aggiornamento e presentificazione quell'atto che è capace di aprire e riaprire la scatola che cambia e ci cambia e diviene nel tempo, antichi rinnovamenti, il cui lato soggettivo rimane una incognita, la cui complessità riucibile a network non è eliminata, ma, semmai, riapre le stesse antiche domande, inevase.
#303
Citazione di: Jacopus il 11 Febbraio 2019, 22:46:51 PM
La discussione aperta da Viator, "la coscienza priva di sensi" mi spinge ad aprire una discussione simile ma sul terreno più neutro della filosofia.
La domanda classica che può aprire il dibattito è "come può essere definita la coscienza umana?" Ha qualche attinenza con l'anima, come vuole una lunga tradizione spirituale oppure è solo la conseguenza di reazioni elettriche all'interno del cervello come invece proclamano alcuni importanti neuroscienziati (Damasio e Churchland)? Oppure si può pensare a qualche strada mediana o rivoluzionaria? I più diligenti potranno leggere la discussione "La coscienza di sé da un punto di vista neurologico" nella sezione scienze, con link a lectio magistralis dello stesso Damasio e Searle.
Per quanto riguarda le posizioni dominanti che si riscontrano nella neurofilosofia attuale, in quanto, ante litteram, credo che si possano annoverare filosofi quali Merleau-Ponty, ad esempio che introdusse nei sui testi di fenomenologia ( di percezione ) il cervello e le sue reti correlandoli agli stati percettivi vissuti dal soggetto, trovo che si assista a una certo riduzionismo. Il concetto di coscienza (-di) è perfettamente ridotta a reti cerebrali, network neuronali, circuiti e sinapsi, pur nella loro complessità, in larghissima misura ignoti, non "solo" conseguenza. Ora, se da un lato posso concepire una correlazione tra il concetto di coscienza e il cervello, non mi sento di sovrapporli o identificarli, l'uno non è l'altro.
#304
Citazione di: Donalduck il 11 Febbraio 2019, 20:10:19 PM
Io li uso come sinonimi e non trovo nessuna differenza sostanziale. Posso solo notare che realtà indirizza l'attenzione sui concetti di cosa, oggetto (res), quindi di insieme di entità individuabili e riconoscibili, mentre esistenza sembra riferirsi più in generale alla capacità di manifestarsi (in un'ottica informazionale, di produrre o trasmettere informazione).
Ergo di "gradi" informazionali, magari occorre parlare.
#305
"Modalità" trovo sia una integrazione appropriata. Grazie.
Noto, però, occorra un'ulteriore precisazione da quel che scrivi, perciò chiedo - il concetto di realtà e il concetto di esistenza, sono "lo stesso" o sussiste una certa distinguibilità tra i due?
#306
Citazione di: iano il 10 Febbraio 2019, 23:58:32 PM
Nei bestiari medioevali gli ippogrifi avevano realmente la stessa dignità dei leoni.
I nuovi bestiari disegnati dai naturalisti come Wallace , Darwin , e compagnia , introducono diversi gradi di realtà, aggiungendo "nuovi" animali , dei quali alcuni non meno fantasiosi dell'ippogrifo , che invece decade in buona compagnia dell'unicorno.
Quello che non cambia è che alla fine abbiamo sempre un bestiario, più o meno attendibile , che continua a servire a qualcosa.
Se tutto , vecchi e nuovi bestiari e altro , risiedono  , fino a prova contraria , solo nella nostra mente , possiamo tuttavia attribuire ad ognuna di queste immagini un diverso grado , e lo facciamo in base a un qualche algoritmo , che con un certo grado di semplificazione ( la mancanza di consapevolezza della quale equivale ad ingenuità) cataloga ogni cosa come vera o falsa , reale o immaginaria , e tutto ciò al minimo si rivela molto utile.
Ma chi ci impedisce di porre anche su un bestiario moderno , altrimenti certo e provato, il beneficio del dubbio ?
La sorpresa della non esistenza dell'ippogrifo , non minore di quella dell'esistemza dell'ornitorimco , non avrebbe dovuto insegnarci questo , in fondo ?
Ci fidiamo per buoni motivi nostri dei moderni bestiari , non meno di quanto gli antichi per buoni motivi loro si fidavano dei vecchi bestiari.
Di fatto quel che non è mutato è il nostro grado di presunzione , non per la permanenza eventuale dell'innocua ipotesi che una realtà esista fuori dalla nostra mente , ma per il continuare a credere indefessamente nel nostro bestiario .
Il fatto è che , seppure potrebbe essere così, non è necessario crederlo , ma è sufficiente usarlo il bestiario , sopratutto se inizia ad insinuarsi il sospetto che il crederlo possa comportare qualche inconveniente.
Questa successione di bestiari ,questa esperienza , non avrebbe dovuto insegnarci qualcosa di diverso rispetto a ciò che già sapevamo fare , e cioè credere nei bestiari.
Quella che noi chiamiamo realtà in breve è un bestiario, una sequenza di immagini , alla quale ogni volta crediamo , ricredemdoci.
Nessuno di noi darebbe a un bestiario medioevale il credito che diamo a un bestiario moderno.
Il fatto è che noi ci crediamo oggi non meno di quanto gli antichi ci credevano ieri.
Dunque di fatto che cosa è cambiato?
Che cosa abbiamo imparato?
Ciò che non sembra essere mai cambiato nella storia dell'uomo è che il tempo che esso vive goda di un privilegio, di una centralita' , e noi con esso.
Un paradosso , e anche al quadrato , se poi il tempo nel nuovo bestiario non c'è più.
Quello che noi vediamo è un bestiario, e vederlo vale come crederlo.
Questo è il meccanismo che ha funzionato alla grande e che ha affinato il nostro "senso di realtà " , che però adesso perde i colpi.
Ma siamo sicuri che non ci siano alternative , e magari già in atto?
Non riusciamo a credere alla MQ e perciò non la vediamo.
Ma questo non ci impedisce di usarla.
Quello che abbiamo perso però è una visione comune , una interpretazione, che non importa se di fantasia, purché ci "appaia " ovvia e , ovviamente funzionale.
Ma funzionale a cosa?
Ad una conoscenza per la conoscenza , magari pensata come reale e vera perché ovviamente condivisibile , oppure perché serve , essendo condivisa , a lavorare tutti insieme all'impresa scientifica, o meglio umana?
Certo noi siamo affezionati alle immagini che condividiamo , viviamo nell'epoca delle immagini.
Ma in fondo non è che una moda , seppure fosse durata milioni di anni, e le mode vanno e vengono è qualcosa di nuovo sta arrivando.
Cosa?
Oggi solo la filosofia può provare a rispondere a questa domanda?
L'attendibilità o meno di un bestiario, da cosa è data, a tuo parere, in sintesi?
#307
Molto interessante e condivisibile, Donald, infatti a mio parere, sarebbe più corretto parlare di gradi di realtà, ad esempio l'unicorno pur essendo un essere irreale, ha un suo grado di realtà, l'immagine mentale dello stesso possiamo infatti esperirla. Tutto ciò che appare in qualche modo è, e questo "è" è, banalmente, sintomo di un grado di realtà, anche se l'unicorno, come ebbe a dire magistralmente Rilke, "Oh! questo è l'animale che non c'è".
#308
Citazione di: sgiombo il 08 Febbraio 2019, 08:07:21 AM
Vero.

Però nella fattispecie penso proprio che la "distribuzione delle ragioni" (e delle "non ragioni") fra le due parti sia assai simile a quella relativa ai rapporti fra nazifascismo e antifascismo all' epoca della seconda guerra mondiale e della Resistenza.
Personalmente non ritengo sia una analogia troppa analogica.
Come te, d'altra parte ritengo, però, che il rischio di chi non è nè di destra nè di sinistra sia il brodo più fertile per destre nerissime ed estremismi. Ciò però non mi esime sia dal criticare le politiche statunitensi, sia dal criticare il governo Maduro, che presenta, a mio parere, aspetti che reputo abbiano anch'essi da essere approfonditi, che non è che "beh, se lotto contro l'imperialismo, allora tutto d'amblè diventa lecito. "
#309
Rifiutare il manicheismo non è equivalente a essere
"equidistante", questo è un punto su cui ti invito a riflettere - rigettare* la logica manichea, spesso più' nella sua farsa - logica di fazioni - è una opportunità*, non neutrale, per altro. Ma credo sia una questione prima etico/filosofica, che politica o ideologica.

ti ringrazio peri link, alcuni li avevo letti, per gli altri mi aggiorno.
#310
Che su internet ci si possa informare non c'è dubbio. Che ci si possa disinformare pure.  Come ogni media. Ma internet non è solo Google. Senza discrimini vale tutto e niente. E il discrimine non lo cerchi con Google, nè in  "internet" ( non sono la stessa cosa, per precisare neh. ).
Ma forse è  ti sfuggito un aspetto critico della questione.
Ma tant'è.
#311
Citazione di: sgiombo il 07 Febbraio 2019, 19:58:49 PM
Le difficoltà economiche del Venezuela (limitate, relativo, grazie alle misure egalitarie del governo Maduro: stanno molto peggio in Colombia senza alcuna sanzione) é dovuto al criminale embargo operato dall' imperialismo USA ed Europeo.

Ma come si fa ad ignorare una realtà così corposa e sotto gli occhi di tutti (coloro che siano disposti a vedere e abbiano i mezzi per informarsi)?
Ma come si fa ad ignorare una complessità di aspetti in causa, che non è il torto tutta da una parte e la ragione dall'altra, ma una complicazione un tantino più corposa?  La corposità che delinei è assai semplicistica: tutti i cattivi di qua, tutti i buoni di là.
La retorica del "sotto gli occhi di tutti", vale fino a un certo punto, gli occhi di tutti non hanno la sola prospettiva dei tuoi di occhi, che spacci per tutti.
Però visto che per te è così chiara e trasparente la cosa, perchè non alla volta del Venezuela a sostenere il governo in atto?  Quale poi?
O si sta su google, pure Google rammento è Made Usa, a fare i costituzionalisti con costituzione alla mano, consultata dove? A mezzo de che? Un piccione viaggiatore, recato in una biblioteca in carne ed ossa? In Italia, in Venezuela, o con che mezzi?  Google falsifica?
#312
Allora, mi sta benissimo, allora lo si dica chiaro e tondo: preferiamo affamare una popolazione per combattere l'imperialismo. E che ogni pratica disumana testimoniata è pura invenzione. Le dichiarazioni sono state pagate. Ok.
Gli usa creano pure Google. E allora?
Visto tutte le menzogne  Made usa, chi parte per il Venezuela a sostenere Maduro in questa lotta? Dai forza quanti?
#313
Citazione di: Socrate78 il 07 Febbraio 2019, 14:21:23 PM
In Cina non si comprende se il capitalismo sia davvero stato restaurato oppure se invece non sia proprio così, e quindi la Cina solo apparentemente assuma una veste capitalistica. Sembra quasi che la Cina stia inaugurando un modello in cui, nonostante elementi capitalistici, l'economia è ancora comunque controllata dallo Stato, il modello a cui mi sembra ispirarsi è forse quello dell'Argentina di Evita Peron, una terza via tra capitalismo e socialismo. Oppure non è così per voi?
Forse esiste pure un modello chiamato "capitalismo di stato".
#314
Citazione di: anthonyi il 06 Febbraio 2019, 07:01:44 AM
Ciao Lou, Maduro ha fatto chiudere l'assemblea legislativa democraticamente eletta, ha cioè compiuto un colpo di stato. Direi che parlare di autodeterminazione dei popoli mi sembra eccessivo.
Ciao anthony, il principio di autodeterminazione dei popoli l'ho menzionato perchè  hominterpretato fosse quello che andava affermando Freedom nel suo intervento, ma potrei sbagliarmi.
In merito ai colpi di stato, esautorazioni, rispristinazioni, distinzioni dei poteri, nomine dei giudici, il trattamento verso il dissenso politico, non mi pare abbiano avuto come risultanti, a distanza di anni, un benessere della popolazione tale per cui parte delle stessa popolazione che sosteneva il governo, ora pare, non risulti così strenuia sostenitrice.
La situazione è abbastanza opaca, e io non sono un giurista nè una costituzionalista, e pure i giuristi e i costituzionalisti vanno cauti, poi anche lì sulle leggi - il pieno rispetto delle leggi, beh se sono ritenute ingiuste e sono frutto di pratiche non democratiche? I dubbi sono molti.
Detto ciò, le testimonianze di ciò che accade non valgono nulla? Tutte le denunce sono al soldo dell'imperialismo?
#315
Citazione di: everlost il 02 Febbraio 2019, 18:45:09 PM
Vorrei parlarvi di un caso di cronaca recente che mi ha molto colpito: la storia di una giovane mamma coraggiosa, Chiara, che ha scelto di non curare il tumore (diagnosticato al quinto mese di gravidanza) per non uccidere il suo bambino. https://www.avvenire.it/famiglia-e-vita/pagine/rinuncia-cure-nasce-bimbo-sano-muore-di-cancro
Il piccolo è nato ma Chiara purtroppo ha perso la vita.
Sui social, i commenti si sono scatenati sia per lodare sia per criticare - anche in modo crudele - la scelta di questa giovane donna, che alcuni considerano una 'madre coraggio', altri un'incosciente irresponsabile.
Non è certo l'unica mamma ad aver preso una decisione del genere in gravidanza, però lei è una delle più sfortunate.
Secondo voi, si può davvero condannare una scelta del genere?
Da un diverso punto di vista, mi vorrei collegare alla discussione Il fine giustifica i mezzi
per approfondire un discorso iniziato là con Freedom.
Filosoficamente, lo scopo in questo caso era ottimo, cioè salvaguardare il feto; ma  le conseguenze suscitano molti interrogativi.
ma che significa " condannare ", già mettersi nella condizione di ergersi a giudici capaci di condannare o assolvere scelte di una portata tragicamente soggettive e insondabili é qualcosa mi riesce difficile comprendere.