Menu principale
Menu

Mostra messaggi

Questa sezione ti permette di visualizzare tutti i messaggi inviati da questo utente. Nota: puoi vedere solo i messaggi inviati nelle aree dove hai l'accesso.

Mostra messaggi Menu

Messaggi - Donalduck

#301
Tematiche Filosofiche / Re:SILLOGISMO UNIVERSITARIO
16 Aprile 2016, 00:36:19 AM
La formulazione del quesito è un po' ambigua. Infatti le due condizioni 1) "Se parte Massimo, parte anche Patrizio" e 2) "Se non parte Luciano non parte nemmeno Patrizio", rischiano di entrare in conflitto: cosa decide Patrizio se Massimo (che non ha vincoli decisionali) decide di partire e Luciano (che pure non ha vincoli decisionali) decide di non partire? Una delle due condizioni diventa necessariamente falsa e la decisione di Patrizio indeterminata (in pratica Patrizio si sarebbe posto due vincoli potenzialmente contradditori).
Quindi l'affermazione B può essere considerata una deduzione logica delle premesse, solo se assumiamo che le due condizioni 1) e 2) non possano entrare in conflitto (ossia che Patrizio non sia così distratto o sprovveduto da porsi due condizioni potenzialmente incompatibili), il che implicherebbe un vincolo diretto (non dichiarato) anche tra la decisione di Massimo e quella di Luciano, che renda impossibile il caso conflittuale "Massimo decide di partire, Luciano di non partire".
Nel contesto specifico (prova d'esame) potrebbe essere ragionevole dare per scontata questa assunzione, ma la formulazione resta (volutamente?) depistante.
#302
Sgiombo ha scritto:
CitazioneMa come puoi seriamente pensare che "si tratta di qualcosa che non può essere messo in discussione"? ? ?o che "discuterla sia un tabù e infrangerlo porti perenne disgrazia? O è scaduto il termine e le discussioni sono state chiuse? E da chi?"? ? ?
Dai! E' chiaro che si tratta di battute ironiche bonariamente provocatorie. Come fai tu, piuttosto, a prenderle sul serio?
CitazioneSono ovviamente dispostissimo a discutere (anche) dell' evoluzione biologica per mutazioni genetiche causali e selezione naturale con chiunque (E ci mancherebbe altro!), e l' ho fatto molte volte, ma ci vogliono ore e ore di dialogo serrato e argomentato e mi sembra ovvio che non sia qualcosa di realizzabile in un forum come questo: qui si può casomai discutere su qualche singola argomentazione delle tante che la questione comporta.
Continuo a non capire cos'abbia questo forum che lo renda inadatto. Non mi sembra che ci siano limiti di lunghezza dei messaggi tali da impedire discorsi articolati e approfonditi, non abbiamo limiti di tempo, insomma non vedo quali siano gli impedimenti. Comunque prendo atto con piacere della tua disponibilità a trattare almeno alcuni aspetti e mi appresto ad aprire un'altra discussione (qui saremmo un po' fuori tema e l'argomento merita comunque un thread a parte), sperando di coinvolgere anche altri frequentatori del forum.

P.S. Per le citazioni di consiglio di procedere come faccio io:
1) Rispondo aprendo un nuovo tab (tasto destro del mouse sul "RISPONDI", dal menu contestuale, "Apri in un altra scheda" o qualcosa di simile) in questo modo posso passare comodamente dal messaggio a cui rispondo alla risposta che sto scrivendo

2) Scrivo "X ha scritto"
3) seleziono e copio (su Windows Control+C) la frase che voglio citare
4) clicco sull'icona col "fumetto" (prima della lista puntata) e incollo (su Windows Control+V) dentro l'area grigia il testo copiato
5) continuo a scrivere fuori dall'area grigia della citazione
#303
Citazione di: sgiombo il 10 Aprile 2016, 19:21:37 PMDissento completamente (e mi limito a segnalarlo in quanto non credo proprio che nell' ambito di un forum come questo sia realisticamente possibile una discussione sufficientemente approfondita e costruttiva in proposito) con quanto qui citato, dal momento che sono convinto che quella dell' evoluzione biologica per mutazioni genetiche casuali e selezione naturale (correttamente intesa "a la Gould" e non scorrettamente assolutizzata e caricaturalizzata "a la Dawkins") non sia affatto metafisica (al contrario del "disegno intelligente": pessima metafisica, a mio parere) ma costituisca invece una delle più solidamente fondate "verità scientifiche".
E' un vero peccato, dal mio punto di vista, che tu pensi che "nell' ambito di un forum come questo sia realisticamente possibile una discussione sufficientemente approfondita e costruttiva in proposito". Perché mai? Quale sarebbe allora l'ambito adatto? O non esiste perché si tratta di qualcosa che non può essere messo in discussione?
E' un vero peccato, perché non riesco mai a trovare qualche sostenitore delle teoria della mutazione-selezione che sia disposto a discuterla. Che discuterla sia un tabù e infrangerlo porti perenne disgrazia? O è scaduto il termine e le discussioni sono state chiuse? E da chi?
Se così non fosse, sarei ben felice di aprire un'altra discussione sull'argomento sperando di trovare qualcuno disposto a darmi qualche risposta a una domanda che mi faccio spesso: com'è possibile che una teoria che trovo così debole abbia avuto e abbia così tanto credito?
#304
Sgiombo scrive:
CitazioneFra l' altro tutte le maggiori scoperte scientifiche dell' ultimo secolo si devono a mio parere proprio a simili "figure newtoniane" cultrici attente e interessate e preparate della filosofia, come furono in modo particolarmente spiccato Einstein, Schroedinger, anche Bohr ed Heisenberg (che a mio parere seguivano filosofie irrazionalistiche  che non condivido affatto), Monod, Gould, (e prima ancora Darwin), ma in qualche meno eclatante misura anche molti altri grandi ricercatori del '900.
I principi che secondo me sarebbero da seguire sono:

  • La filosofia riguarda individualmente ognuno di noi. Non si può lasciare ai filosofi di preofessione il compito di decidere i principi guida razionali ed etici che riguardano l'umanità, e quindi ognuno di noi. Ognuno ha un cervello, e quando lo usa per riflettere su questioni considerate "di rilevanza filosofica", è un filosofo.
  • Nessuno specialista ha nessuna particolare competenza nel decidere la collocazione dei risultati delle sue ricerche specialistiche nell'ambito del pensiero generale (ossia in ambito filosofico) e meno ancora qualche autorità in merito.
Capita abbastanza spesso che scienziati si avventurino (come è giusto che sia, per loro come per chiunque di noi) in ambito filosofico, ossia cerchino di dare una collocazione metafisica a determinati risultati della scienza. Ma bisogna sottolineare molto bene che quando lo fanno, la loro competenza e autorevolezza non è diversa da quella di qualunque "profano", a differenza di quello che riguarda il loro campo specialistico.
Ad esempio gli astrofisici, partendo da dati sull'allontanamento dei corpi celesti tra loro ("espansione dell'universo") e da equazioni matematiche, arrivano a configurare uno scenario di una "nascita dell'universo" compatibile con dati osservati ed equazioni che hanno dimostrato una loro validità in varie circostanze. Questa è una cosa totalmente diversa dal sostenere che effettivamentr l'universo "ha avuto inizio". Si tratta, quest'ultima di un'affermazione di carattere metafisico che la teoria e i dati empirici e sperimentali sono ben lontani dal dimostrare. Sia tratta di territori del tutto diversi. In un caso si dimostra semplicemente che un certo scenario immaginario è compatibile con certi dati, nell'altro si arriva ad asserzioni anche incongrue dal punto di vista logico (il più evidente è quando si parla, come fa Hawking di "inizio del tempo", mettendo assurdamente il tempo all'interno di sé stesso: se non esiste il tempo non può esistere nessun istante e quindi non può esistere l'istante in cui inizia il tempo, dato che niente può esistere prima della sua nascita).
Quindi, fermo restando che gli scienziati possono legittimamente parlare di filosofia, spesso sono dei pessimi filosofi perché fanno confusione tra scienza e filosofia.
Un altro esempio è Monod che, affannandosi a cercare di dimostrare l'indimostrabile, finisce con l'invocare un'assurdo "postulato di oggettività" come "principio etico" che dovrebbe essere alla base della "conoscenza vera". L'assurdità sta nel fatto di far derivare la "verità" da pricipi etici arbitrari piuttosto che fondare sia l'etica che la "verità" (ossia la conoscenza) sui dati di fatto e sulla ragione.
E lo stesso Darwin ha reso un pessimo servizio alla filosofia, dal momento che ha spacciato (o almeno lo fanno lo fanno i neodarwiniani) una confusa teoria (in particolare quella della mutazione casuale e selezione naturale come motore dell'evoluzione) che travalica il campo scientifico per approdare a un'incongrua metafisica, per "verità scientifica", col risultato che oggi chi ipotizza un "disegno intelligente" alla base dell'universo e della vita viene tacciato di antiscientificità, quando invece la scienza non ha semplicemente nulla da dire su simili questioni.
#305
Maral scrive:
Citazionela natura umana è quindi rappresentata da un qualsiasi vivente con codice genetico umano con più di 4 cellule
Secondo me, per portare aventi una discussione chiara, bisogna stare molto attenti ai termini e ai loro significati. Il termine "natura", già di per sé parecchio ambiguo, qui è usato in maniera totalmente impropria. Quello che la frase citata definisce non si può attribuire a nessuna accezione di "natura umana". Si tratta della definizione di "individualità di un'entità biologica di specie umana", cosa completamente diversa. Quello che si intende in genere per "natura umana" è l'insieme delle caratteristiche comuni a tutti gli esseri umani (anche biologiche ma non solo) e indipendenti sia dalle peculiarità individuali che da modifiche determinate dall'ambiente (naturale e sociale) o dallo stesso individuo volontariamente.
Resta comunque un concetto astratto, perché su quante e quali siano queste caratteristiche comuni ci sono molti pareri diversi. E' questo ciò che chiedevo: di quale concezione della natura umana stiamo parlando?
In effetti però non condivido neppure il concetto di una "natura umana" che possa essere assecondata o contrastata, ossia che possa esistere qualche comportamento "contro natura", dal momento che qualunque cosa facciamo, restiamo nell'ambito della "natura" (ossia di ciò che esiste indipendentemente dalla nostra volontà, comprese le nostre pulsioni e sensazioni) e non potrebbe essere diversamente.

Il discorso sull'individualità assume rilevanza, per alcuni, a proposito di temi come l'aborto o le ricerche su cellule staminali. Ma, secondo me, si tratta di un brutto equivoco. Infatti si mischia etica e scienza in un modo confuso e fuorviante. Se ho interpretato bene, il fatto che 4 cellule possano determinare una "individualità" si suppone che debba dare queste 4 cellule uno status etico differente da quello di 3 cellule, che non determinano individualità. Ovviamente, per fare un'affermazione del genere, dobbiamo chiarire molto bene di quali principi etici stiamo parlando e quale sia il loro fondamento (o se siano dati come postulati). Ammesso che quello che dice il biologo risulti sufficientemente dimostrato, è comunque compito del tutto estraneo alla biologia decidere se questo attributo di "individualità" delle 4 cellule posso avere o no qualche rilevanza di carattere etico, e in che modo.

Sulla responsabilità: è chiaro che questa riguarda qualunque decisione, che sia possibile stabilire a priori l'entità dei rischi oppure no. Il punto, secondo me, è l'assumersi direttamente le responsabilità, individualmente per le decisioni individuali e collettivamente per quelle collettive, senza trasferirle ad "autorità superiori" che siano umane ("la scienza" o "i saggi" o "gli illuminati") o "divine".
Quali siano le responsabilità individuali e quali quelle collettive, ovviamente lo decide ogni entità collettiva per convenzione, come parte delle sue regole sociali.
#306
Citazione di: maral il 07 Aprile 2016, 23:24:17 PM
Ciò che viene messo in discussione dall'ingegneria genetica è il concetto di natura del vivente e in particolar modo il concetto di natura umana, nonché l'idea di individualità tramite processi di clonazione.
Quello che non mi risulta chiaro, è di quale concezione (o meglio di quali concezioni) della "natura umana" si parla. Perché, che io sappia, siamo ben lontani, biologia o no, dall'avere una visione comune e condivisa di questa "natura". E neppure risulta chiaro in quali aspetti e in che modo questa concezione (o queste concezioni) verrebbero messe in crisi.
CitazioneTutto questo solleva ovviamente un grosso problema etico che il biologo (e su questo sono d'accordo) propone di risolvere pragmaticamente sulla base di un'etica operativa della responsabilità, anziché sulle vecchie etiche facenti perno su controversi principi morali.
Non so cosa intenda per "etica operativa della responsabilita". Se significa semplicemente prendersi (collettivamente) la responsabilità delle scelte, operate secondo un esame razionale dei fatti, piuttosto che cercare la risposta in presunti libri sacri o in rigidi precetti ideologici, sono d'accordo. Ma bisogna ricordare che la razionalità ha come riferimento ineliminabile un sistema gerarchico di valori che formano l'ossatura di qualunque etica. Ed è prima di tutto nella definizione di questi sistemi di valori che dobbiamo in prima persona assumerci la nostra responsabilità. E non vedo come i biologi possano in questo essere più o meno capaci di noi, più o meno "competenti".

Indubbiamente problemi se ne pongono, ma secondo me l'unico principio irrinunciabile è quello di non compiere azioni di cui non si conoscono le conseguenze quando ci sia il rischio di effetti dannosi. E' chiaro che una certa dose di rischio va accettata, altrimenti non sarebbe possibile nessun progresso, ma le valutazioni devono essere politiche, ossia, almeno in teoria, basata sugli interessi e la volontà della collettività, e non certo lasciati alla"comunità scientifica". Inoltre, nel caso di scelte individuali, ognuno deve essere correttamente informato e conscio del rischio (eventuale) che corre (come per gli OGM: che siano pericolosi o no, ognuno deve poterli riconoscere dall'etichetta e decidere in base alle sue valutazioni).
Un possibile abuso, a cui parte della comunità scientifica tende, è quello di volersi sostituire nel giudizio a ognuno di noi, pretendendo una fiducia a priori in questa "Scienza" (ossia in coloro che se ne proclamano rappresentanti) in scelte che hanno o possono avere un impatto sulla qualità delle nostre vite e sull'etica.
Da una parte cercano di diffondere nel pensiero comune, di massa, una visione mitica della scienza: "è scientificamente provato", "certezza scientifica", eccetera, anche su argomenti ben lontani dall'essere dimostrati. E dall'altra tentano di mettere a tacere con ogni mezzo le voci fuori dal coro della mainstream scientifica.
Su queste "invasioni di campo" - frequenti nel campo della biologia e della medicina soprattutto - soprattutto se viene rivendicato un ruolo o un'influenza in campo etico - ritengo che dobbiamo vigilare e difendere fermamente la nostra autonomia di giudizio.
#307
Francamente non capisco proprio in che modo "le biotecnologie, rendano tragicamente antiquato l'uomo nel suo modo di sentirsi e di pensarsi, di stabilire un'etica".
A me sembra che le scoperte della biologia non intacchino in alcun modo il pensiero filosofico, tantomeno quello etico in generale e non ne influenzino neppure le prospettive.
Tutt'al più, forse, possono mettere in crisi ALCUNE posizioni filosofiche.
Sarebbe forse il caso di spiegare meglio...