Citazione di: Koba II il 11 Novembre 2024, 18:21:37 PMQuesto è il punto. All'ennesimo ciclo non si dispera più, e i suoi occhi vedono sempre meglio la luce, anche se è destinata a non uscire mai dalla caverna e rimanere quindi una creatura dell'oscurità.Il punto temo sia quello del fatto che tu voglia vedere la luce, la luce di quell'Altro Mondo, che però secondo la tradizione cattolica, in maniera per me impossibile, dice essersi incarnata.
Si dice infatti, correggettemi se sbaglio, che il cristo è la luce di questo mondo.
Dunque nella tua metafora, correggimi se sbaglio, quell'uscita della caverna, coincideva con il riconoscimento dello spirito santo nel mondo, in maniera fisica.
Cioè appunto in questa vita.
Francamente so veramente troppo poco, e non riesco a unire la metafora platonica con quella cristiana.
Avendo letto ed essendomi fermato lì, ma da domani è un altro giorno, la metafora platonica è tutt'altro che capita, anzi a mio parere non è capito affatta.
Infatti la filosofia antica è una gnosi, la luce è la conoscenza, la conoscenza dell'altro Mondo.
In Platone visto come il maestro mi bombarda dovrebbe essere bellezza, verità e bontà.
Questi tre verità dell'Altro Mondo, sono quelle che illuminano tramite la saggezza, questo di Mondo.
Abitato dalle tenebre.
E io ricordo che c'è un sole dietro il sole: che poi sarebbe qualcosa di ancora più in altro di queste verità, che dovrebbe essere il Dio, quello per cui Socrate arriva a dire di SAPERE di NON SAPERE.
Ossia Socrate sa delle virtù morali, ma non di quelle divine.
Noi vediamo insomma quelle che, suppongo, verranno chiamate poi le virtù teologali, morali etc...
Nella meditazione ci appaiono nitide, pure, eterne.
Poichè è il desiderio di conoscerle che ci ha portato a loro, nasce nell'uomo virtuoso, ossia il filosofo antico, il desiderio di farle conoscere anche a chi continua volontariamente a consolarsi con le immagini.
Io vivo nel mondo delle immagini, un surrogato fantastico dell'amore NEGATO da questa società.
Forse la differenza mia è che ho voltato la testa e ho visto chiara la luce, ma poi mi sono tornato a vivacchiare.
Nella mia testa bacata non mi è mai venuto in mente che le virtù sono indagabili.
Le davo nel solito delirio di onnipotenza (che sottende la nevrosi da Serfo) come acquisite.
Ma io non ho acquisito proprio un bel niente.
Per questo per me tornere all'antico è qualcosa di indispensabile.
E' una questione morale la lotta contro il nichilismo, difficilissima da vedere, perchè prima c'è quella contro la nevrosi.
Platone sapeva della nevrosi? Penso proprio di sì, è un pensatore troppo grande perchè non l'abbia pensata.
Dietro di lui in fin dei conti c'era già stato Omero (enigmatico) e la drammaturgia greca (anch'essa enigmatica).
Platone le porta ad un livello intellegibile (se uno accetta la questione del tranello, cosa che dubito qualcuno capirà, ma io vado avanti sulla mia strada).
Ecco un bel problema capire che Platone tende tranelli: ti costringe a schierarti, ti costringe a pensare oltre il suo stesso scritto.
Purtroppo devi anche capire che io ho passato la giovinezza sui libri dei francesi, naturalmente non è stato un caso, perchè io stesso ero dentro la lavatrice sociale.
Come sai questi parlano, parlano ma non dicono un cavolo.
Era naturale che dovessi arrivare a Nietzche, perchè Nietzche all'apparenza è un relativista, e invece è tutt'altro.
Ecco quando ho capito che Nietzche chiedeva di VIVERE, è lì che da codardo mi son ritirato.
Ho girato cioè le spalle alla luce.
Vedevo la luce, ma non sapevo che c'era una verità diciamo così mediana.
E' un colle, io penso di raggiungerlo, perchè in fin dei conti parla di valori.
Non sono le vette nicciane, dove metti in gioco proprio la tua vita, anime e corpo.
Ecco forse questa visione corporale nicciana, non è poi tanto distante dalle scelte morali di Bonhoffer, cristiano.
Ma comincio a credere che per arrivare a quelle vette, ci servano per così dire delle casette di montagna, vivibili, non aperte sugli abissi morali, non aperte alle visioni siderali dell'ebraismo, qualcosa di più vivibile, qualcosa che veramente ha a che fare con la polis.
In questo senso questo maestro che è sceso è cioè Platone (non certo Socrate che è invece colui che ci sfida coi suoi tranelli).
Gli altri due sono Agostino e Kant (due filosofi che odio, ma evidentemente mi sbaglio).
Se uno non conosce questi tre, come fa poi a seguire nicce (nella sua visione extra-morale, ossia ancora ulteriore rispetto ai valori tradizionali, il super-uomo non è un barbaro).
Non abitiamo nemmeno le casette di Montagna.
Prima di cercare luce nella tenebra, abituarci alla poca luce (come dici tu) della pianura, andiamo in una di esse.
Spero la scenografia sia stata all'altezza.
