Citazione di: Angelo Cannata il 21 Giugno 2017, 14:42:16 PMNel contesto di quella narrazione "bene e male" è da considerare un'espressione "polare", cioè si indicano gli estremi, i poli di una cosa per indicare tutta quella cosa; un'altra espressione polare che si trova proprio in quella narrazione è "cielo e terra". Ne consegue che conoscenza del bene e del male non ha niente a che vedere con una conoscenza di tipo morale, ma significa più semplicemente "conoscenza di tutto": quello era l'albero della conoscenza di tutto. Allo stesso modo, quando viene detto che Dio creò il cielo e la terra, non è da intendere che Dio, tanto per cominciare, creò il cielo, che sta sopra, e la terra, che sta sotto, ma che Dio creò tutto. In quei racconti non esiste alcuna informazione riguardo a un presunto male potenziale, né viene detto che con quel frutto l'uomo sia divenuto consapevole della propria individualità.
Non sono d'accordo. La tua è una visione troppo semplicistica che ignora un elemento fondamentale: la cronologia degli avvenimenti.
E' vero che con "cielo e terra" l'autore del libro della Genesi voleva intendere che "dio creò tutto". Ma l'autore del libro della Genesi inserisce la creazione di questo "tutto" all'interno di una cronologia. Le cose avvengono, infatti, in 6 giorni.
Il cielo fu creato nel secondo giorno, la terra nel terzo. E l'homo fu creato nel sesto giorno.
L'autore del libro della Genesi, quindi, sviluppa la creazione del "tutto" nell'arco di 6 giorni. Ciò significa che l'autore aveva in mente, nel suo racconto, un concetto di "creazione in tempi successivi" o di "evoluzione".
Di fatto, l'autore del libro della Genesi è il primo ad aver formulato una "teoria dell'evoluzione" (anche se concepiva l'evoluzione come intervento diretto di dio con la sua opera creativa diretta).
Questo è del tutto evidente leggendo il racconto. Se, infatti, l'autore (o gli autori) non avessero avuto in mente un modello "evolutivo" avrebbero collocato la creazione del "tutto" in un solo momento o in un solo giorno.
E ora arriviamo all'homo.
L'homo viene creato il sesto giorno, cioè alla fine del "processo evolutivo" pensato dall'autore.
Secondo l'autore, l'homo era al principio un essere del tutto privo di individualità (il termine esatto è "autocoscienza") in completa armonia col "tutto" e privo del concetto di "separazione dal tutto". Infatti, esattamente come tutti gli altri animali, all'inizio l'homo non si accorge di essere "nudo" e vive in perfetta armonia col "tutto" nell'Eden.
Secondo l'autore, però, a un certo punto della "evoluzione" l'homo sviluppa l'autocoscienza (è questo il significato del racconto del serpente, dell'albero della conoscenza del bene e del male e di Adamo ed Eva che mangiano il frutto).
Attraverso l'acquisizione (o lo sviluppo) dell'autocoscienza l'homo si scopre "individuo" separato dal "tutto". E ciò è rappresentato nel racconto dal fatto che Adamo ed Eva scoprono di essere "nudi".
La "caduta", quindi, è il racconto allegorico utilizzato dall'autore per spiegare il momento in cui l'homo, al contrario di tutti gli altri esseri viventi, sviluppa "l'autocoscienza". Con l'acquisto dell'autocoscienza, l'homo perde il "giardino dell'eden" (cioè quello stato di armonia col "tutto" in cui l'homo era privo di conflitti interiori ed era privo del concetto di separazione dal tutto) e diventa artefice o fautore del proprio destino (nel bene e nel male). Diventa "come dio", cioè creatore e artefice del proprio destino attraverso il "libero arbitrio" che è diretta conseguenza dell'aver acquisito "l'autocoscienza". Questo è il senso dell'aver mangiato il frutto dell'albero della conoscenza del bene e del male. Cioè "mangiare il frutto dell'albero della conoscenza del bene e del male" è la descrizione allegorica del momento in cui l'homo acquisisce l'autocoscienza e "diventa come dio". E' infatti da quel momento che si sviluppa la storia dell'homo e si sviluppa nel contrasto tra il bene e il male che esso stesso produce (da quel momento, infatti, si sviluppa il primo contrasto tra bene e male con l'allegoria del racconto di Caino ed Abele).
Come vedi....l'autore del libro della Genesi aveva una visione un po' più articolata di quello che tu pensi. O di quello che pensa la chiesa cattolica.