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Messaggi - myfriend

#301
Citazione di: Angelo Cannata il 21 Giugno 2017, 14:42:16 PMNel contesto di quella narrazione "bene e male" è da considerare un'espressione "polare", cioè si indicano gli estremi, i poli di una cosa per indicare tutta quella cosa; un'altra espressione polare che si trova proprio in quella narrazione è "cielo e terra". Ne consegue che conoscenza del bene e del male non ha niente a che vedere con una conoscenza di tipo morale, ma significa più semplicemente "conoscenza di tutto": quello era l'albero della conoscenza di tutto. Allo stesso modo, quando viene detto che Dio creò il cielo e la terra, non è da intendere che Dio, tanto per cominciare, creò il cielo, che sta sopra, e la terra, che sta sotto, ma che Dio creò tutto. In quei racconti non esiste alcuna informazione riguardo a un presunto male potenziale, né viene detto che con quel frutto l'uomo sia divenuto consapevole della propria individualità.

Non sono d'accordo. La tua è una visione troppo semplicistica che ignora un elemento fondamentale: la cronologia degli avvenimenti.
E' vero che con "cielo e terra" l'autore del libro della Genesi voleva intendere che "dio creò tutto". Ma l'autore del libro della Genesi inserisce la creazione di questo "tutto" all'interno di una cronologia. Le cose avvengono, infatti, in 6 giorni.
Il cielo fu creato nel secondo giorno, la terra nel terzo. E l'homo fu creato nel sesto giorno.
L'autore del libro della Genesi, quindi, sviluppa la creazione del "tutto" nell'arco di 6 giorni. Ciò significa che l'autore aveva in mente, nel suo racconto, un concetto di "creazione in tempi successivi" o di "evoluzione".

Di fatto, l'autore del libro della Genesi è il primo ad aver formulato una "teoria dell'evoluzione" (anche se concepiva l'evoluzione come intervento diretto di dio con la sua opera creativa diretta).
Questo è del tutto evidente leggendo il racconto. Se, infatti, l'autore (o gli autori) non avessero avuto in mente un modello "evolutivo" avrebbero collocato la creazione del "tutto" in un solo momento o in un solo giorno.

E ora arriviamo all'homo.
L'homo viene creato il sesto giorno, cioè alla fine del "processo evolutivo" pensato dall'autore.
Secondo l'autore, l'homo era al principio un essere del tutto privo di individualità (il termine esatto è "autocoscienza") in completa armonia col "tutto" e privo del concetto di "separazione dal tutto". Infatti, esattamente come tutti gli altri animali, all'inizio l'homo non si accorge di essere "nudo" e vive in perfetta armonia col "tutto" nell'Eden.
Secondo l'autore, però, a un certo punto della "evoluzione" l'homo sviluppa l'autocoscienza (è questo il significato del racconto del serpente, dell'albero della conoscenza del bene e del male e di Adamo ed Eva che mangiano il frutto).
Attraverso l'acquisizione (o lo sviluppo) dell'autocoscienza l'homo si scopre "individuo" separato dal "tutto". E ciò è rappresentato nel racconto dal fatto che Adamo ed Eva scoprono di essere "nudi".

La "caduta", quindi, è il racconto allegorico utilizzato dall'autore per spiegare il momento in cui l'homo, al contrario di tutti gli altri esseri viventi, sviluppa "l'autocoscienza". Con l'acquisto dell'autocoscienza, l'homo perde il "giardino dell'eden" (cioè quello stato di armonia col "tutto" in cui l'homo era privo di conflitti interiori ed era privo del concetto di separazione dal tutto) e diventa artefice o fautore del proprio destino (nel bene e nel male). Diventa "come dio", cioè creatore e artefice del proprio destino attraverso il "libero arbitrio" che è diretta conseguenza dell'aver acquisito "l'autocoscienza". Questo è il senso dell'aver mangiato il frutto dell'albero della conoscenza del bene e del male. Cioè "mangiare il frutto dell'albero della conoscenza del bene e del male" è la descrizione allegorica del momento in cui l'homo acquisisce l'autocoscienza e "diventa come dio". E' infatti da quel momento che si sviluppa la storia dell'homo e si sviluppa nel contrasto tra il bene e il male che esso stesso produce (da quel momento, infatti, si sviluppa il primo contrasto tra bene e male con l'allegoria del racconto di Caino ed Abele).

Come vedi....l'autore del libro della Genesi aveva una visione un po' più articolata di quello che tu pensi. O di quello che pensa la chiesa cattolica.
#302
Citazione di: Angelo Cannata il 21 Giugno 2017, 11:14:58 AM
Citazione di: myfriend il 21 Giugno 2017, 10:57:47 AM

Questa è una interpretazione errata.
Il fatto che esistesse "l'albero della conoscenza del bene e del male" non implica affatto che il male fosse già presente nella Realtà. Questa è una tua deduzione che non trova riscontro nel testo.
Il male c'era, ma solo in uno stato "potenziale", cioè "non espresso" o "non manifesto".
Fu proprio il gesto di mangiare il frutto dell'albero e l'aspirazione a "essere come dio" - con la conseguente "caduta" - che rese l'homo consapevole della propria individualità e, con questo, rese manifesto il MALE che prima era solo in uno stato potenziale e non espresso.

Non è che ci possiamo inventare la bibbia che ci piace eh.
La bibbia va letta per quella che è.
Anche questa mi viene a risultare una lettura della Bibbia errata: nessuna attenzione al contesto letterario, nessuna attenzione al contesto storico, nessuna analisi del linguaggio usato, della terminologia: la Bibbia trattata come se fosse una lista princìpi filosofici.
E quale sarebbe, dunque, la giusta interpretazione?
#303
Citazione di: Angelo Cannata il 21 Giugno 2017, 11:26:42 AM
Sulla questione dell'ordine in natura ho già risposto in un messaggio precedente di questa discussione.
Ok. Nessuno vuole portare avanti dibattiti inutili e sterili.
Voglio però ribadire una cosa: concentrarsi su un solo punto - la fine della gazzella - senza tenere in consideraione tutto il contesto, non ti aiuta granchè a comprendere la Realtà e "l'ordine invisibile delle cose". Ammesso e non concesso che tu sia interessato a comprenderlo davvero.
Ogni particolare - compresa la morte della gazzella - trova la sua spiegazione nel "contesto".
Se ignori il contesto, ogni particolare ti apparirà "crudele" e "privo di senso" o, come sostiene qualcuno, "casuale".
#304
@sgiombo e @cannata

"L'ordine" o "equilibrio" non è affatto consolatorio e nemmeno vuole esserlo.
L'ho detto e lo ripeto: se non ci fossero i carnivori la vita si estinguerebbe. I carnivori servono a mantenere "l'equilibrio" nell' "ordine invisibile delle cose". E questo equilibrio ha fatto in modo che la vita si sia tramandata per più di 3miliardi di anni.

Il "pietismo" per la fine della gazzella fissa l'attenzione su un punto - la gazzella e la sua fine - e perde di vista la maestosità del contesto.

Ogni istante cellule del nostro corpo muoiono e altre ne nascono.
Ogni istante il tuo corpo uccide migliaia di batteri che lo insidiano.
Il ciclo di "nascita" e "morte" è il motore della vita. E "nascita" e "morte" sono solo apparenti perchè nell'universo "nulla si crea e nulla si distgrugge ma tutto si trasforma". E' il primo principio della termodinamica.

Se non metti insieme tutte queste cose e ti focalizzi solo su un punto - la gazzella che muore - ti sfugge il quadro complessivo e rischi di prendere fischi per fiaschi.

La natura potrebbe giungere all'equilibrio in modo casuale?
Il caso è il rifugio di coloro che non si fanno domande. O, in altre parole, è il rifugio dell'ignoranza.

E' impossibile che dal caso nascano "equilibrio" e "ordine".
Dal caso nasce il caos.
E invece noi osserviamo che "ordine" ed "equilibrio" impregnano la materia a tutti i livelli: dal microcosmo al macrocosmo, dal regno inanimato al regno animato, dal mondo visibile al mondo invisibile. Ad ogni livello della materia c'è "ordine" ed "equilibrio".
E solo un "pensiero debole e semplice" può affermare che tutto questo ordine ed equilibrio si siano generati casualmente.
C'è una intelligenza dietro le quinte. E questa intelligenza, intrinseca nella materia, è il motore di tutte le cose: quelle visibili e quelle invisibili.

Fai una prova: prendi un po' di colori e gettali contro una tela. E poi vediamo quante probabilità hai che con un lancio di colori venga fuori La Gioconda.  :D
Il "caso" che genera ordine ed equilibrio è una sciocchezza. Che nessuno scienziato serio ha mai preso in condiserazione.
Dal caso, infatti, nasce il caos. Non l'ordine e l'equilibrio.  ;)
Ordine ed equilibrio sono manifestazioni di UNA intelligenza che è insita in tutte le cose.

E ti dirò di più: il "caso" nella Realtà non esiste.
Fammi un solo esempio di una cosa in natura che accada "per caso". Non esiste.
Dietro a ogni evento e dietro a ogni Realtà c'è un processo logico e intelligente (o più processi logici e intelligenti che interagiscono tra loro). Ogni cosa è frutto di processi logici e intelligenti.
Spesso noi non li vediamo o non li percepiamo. Spesso non siamo in grado di ricostruire le sequenze dei processi logici che hanno portato ad un evento. Perchè queste sequenza sono spesso lunghe e si basano su eventi che non conosciamo e non abbiamo visto. Ed è per questo che diciamo che una cosa è accaduta "per caso".
E' per questo che il "caso" è la giustificazione di chi ignora.  :D
#305
Citazione di: Vittorio Sechi il 20 Giugno 2017, 21:33:46 PM
Mi limito a riportare le parole scritte sul Libro. Il Male non è un qualcosa che fa la sua comparsa a seguito della caduta, bensì era presente nella creazione ben prima. Diversamente le parole che la tradizione attribuisce a Dio non avrebbero alcun significato, poiché Egli impartisce un ordine perentorio di divieto: "dei frutti dell'albero della conoscenza del bene e del MALE non devi mangiare". Mi sembra sensato dedurre che chi scrisse Genesi, varie tradizioni sovrapposte, immaginasse che il male non fosse opera dell'uomo.  
Fra le altre cose, anche la lettura del libro di Giobbe non fa che confermare questa impostazione.
Questa è una interpretazione errata.
Il fatto che esistesse "l'albero della conoscenza del bene e del male" non implica affatto che il male fosse già presente nella Realtà. Questa è una tua deduzione che non trova riscontro nel testo.
Il male c'era, ma solo in uno stato "potenziale", cioè "non espresso" o "non manifesto".
Fu proprio il gesto di mangiare il frutto dell'albero e l'aspirazione a "essere come dio" - con la conseguente "caduta" - che rese l'homo consapevole della propria individualità e, con questo, rese manifesto il MALE che prima era solo in uno stato potenziale e non espresso.

Non è che ci possiamo inventare la bibbia che ci piace eh.
La bibbia va letta per quella che è.
#306
Citazione di: Angelo Cannata il 20 Giugno 2017, 01:41:43 AM
Citazione di: Sariputra il 20 Giugno 2017, 01:20:06 AM
C'era qualcuno che veramente credeva che, sbarazzandosi dell'idea di un Dio creatore, l'uomo sarebbe improvvisamente diventato qualcosa di diverso? Qualcosa di "buono"?
Non mi sembra che la morte di Dio, a cominciare da Nietzsche, sia stata ricercata con lo scopo di ottenere un uomo diverso, un modo di esistere diverso. Mi sembra che essa venga detta come un dato di fatto, addirittura indesiderato: come dire: non abbiamo mai avuto alcuna intenzione di uccidere Dio, di sbarazzarci di lui, ma purtroppo il nostro cammino culturale ci ha condotto ad un mettere le cose in questione così radicale da farci risultare Dio incapace di resistere alle obiezioni umane. Noi non abbiamo fatto altro che ricercare, interrogarci, desiderare qualche comprensione. Che ci possiamo fare se in questa ricerca sono spuntate domande anche nei confronti di Dio e l'unica cosa che egli ha saputo fare è stata non rispondere? È come quando in classe si fa l'appello per vedere chi è presente: vieni chiamato non perché il professore ce l'ha con te, ma semplicemente perché si sta cercando di capire chi è presente e chi è assente. Che ci possiamo fare se, al momento di chiamare Dio, egli non ha dato alcun segno di presenza? "Dio, sto morendo!". Riposta: nessuna. Vuoi vedere che ora i cattivi siamo noi, rei di averlo invocato, rei di fare domande?
Le risposte ci sono. Ce le hai sotto gli occhi.
Il punto non è l'assenza di risposte.
Il punto è l'incapacità di vederle.

Per vedere le risposte occorre uscire dai canoni classici della filosofia e occorre cominciare a pensare in modo olistico.
Ad esempio: il lupo che mangia la pecora.
Agli occhi di un "moralista" questa è una scena crudele. E uno si chiede: dov'è dio?
Ma...ad uno sguardo più attento scopri che i carnivori servono a mantenere in piedi l'ecosistema. Senza i carnivori, gli erbivori si moltiplicherebbero riducendo a un deserto l'abitat. Con questo si estinguerebbero e la vita stessa sarebbe in pericolo.
Ciò che tu giudichi come "violento" e "sanguinario" (il lupo o qualunque altro predatore), in realtà è fondamentale per mantenere "l'ordine invisibile delle cose".
I carnivori mantengono "l'ordine" e, con questo ordine, preservano la vita e fanno in modo che la vita possa proseguire.
Proprio quell' "ordine" che tu non riesci a vedere.

E una risposta già l'abbiamo scoperta: "l'ordine". E ad essa si accompagna "l'intelligenza". Poichè per esistere un "ordine" deve esistere una "intelligenza" che lo ha concepito.
Scavando scavando tutte le risposte arrivano.
Certo! Occorre uscire dai canoni del "dio biblico". Il "dio biblico" è semplicemente una lettura che l'homo ne ha dato. Oggi... nel 2017, abbiamo conoscenze diverse e esperienze diverse rispetto agli uomini di 2mila, 10mila o 20mila anni fa. E possiamo vedere le risposte che cerchi sia attorno a noi che dentro di noi.

Ma mio caro Angelo....se non ti guardi in giro e se non cerchi di comprendere ciò che è sotto i tuoi occhi, difficilmente riuscirai a vedere le risposte che cerchi e che sono tutte intorno a te e sotto il tuo naso. Anche in questo momento.
#307
Citazione di: pinnedipanna il 08 Maggio 2017, 13:51:11 PM
ciao a tutti, sono una studentessa e frequento l'ultimo anno di liceo, sto preparando la tesina per gli esami orali... l'argomento è l'arte come denuncia sociale, l'idea era quella di unire l'arte che denuncia la società contemporanea, con banksy e altri artisti, a movimenti del secolo scorso, come
▪Dadaismo, in quanto denuncia alla guerra
▪Espressionismo,  come denuncia contro una società borghese non amata né stimata
▪Realismo, che rappresenta la realtà come denuncia della società.

il problema è che non so come unire questi argomenti, non so da dove partire, non so come fare a svilupparli in modo che abbiano un senso logico e un filo conduttore, devono essere coerenti e connessi l'uno con l'altro.
Avete qualche idea?

Grazie a chi mi aiuterà  ???

Amica mia....se non esiste una "verità oggettiva" in base a quale criterio l'arte diventa denuncia?
Denuncia di che? E perchè?  :D
#308
Citazione di: acquario69 il 09 Maggio 2017, 07:56:47 AM
Riprendo il tema sul senso critico ma non solo,anche alla conoscenza..che mi sembra vi sia una certa relazione (cosi mi sembra)

maral scrive:
CitazioneMa la critica bisogna saperla fare, occorre che sia fondata e non può fondarsi sui propri modi interiori e personali di sentire, anche se a questi farà inevitabilmente riferimento. Per criticare sensatamente occorre cominciare con il mettere in discussione i propri modi di sentire o almeno a sospenderli, cosa comunque difficile. Poi occorre che si conosca a fondo quello che si intende criticare e gli studi in merito, poiché quello che pensiamo, per quanto originale, non è nato per la prima volta nella nostra testa stanotte, e ancora bisogna rifletterci sopra cosicché non si finisca per criticare per il solo intimo piacere di farlo.
Come poi la scuola dovrebbe e potrebbe aiutare a crescere criticamente è appunto un tema interessantissimo.

Trovo ragionevoli le tue considerazioni sul senso critico..ma secondo te da questi presupposti si potrà mai arrivare ad una conclusione che comporta la conoscenza della "cosa in se" o se non piuttosto un ripresentarsi ogni volta, cosi da rimettere sempre tutto in discussione in un processo senza fine?

Se si avvalora questa ipotesi sopra allora si dovrebbe dire che non esiste nessuna conoscenza ma che tutto e' inconoscibile (?)..nonostante pero non si capisca il motivo che spinge comunque al chiederci delle cose o in definitiva alla conoscenza stessa.

ma se esiste in noi questa tensione alla conoscenza allora si dovrebbe presumere che questa esista,perche se cosi non fosse da dove e per quale motivo si originerebbe?

Sul fatto che determinate cose ci risultano inconoscibili non vuol dire che non esistano ma che non siamo arrivati ancora conoscerle..sei d'accordo?

io credo (ma sono qui apposta per discuterne criticamente  :)  ) che la conoscenza significa apprendere (o com-prendere?) cio che già esiste ed e' sempre esistito,indipendentemente da noi e indipendentemente dal soggetto
E' chiaro che il "relativisismo" che afferma "non possiamo conoscere nulla oggettivamente", esclude la conoscenza e, quindi, esclude anche il pensiero critico.
Infatti il pensiero critico fa riferimento a una conoscenza oggettiva e misura le affermazioni altrui a partire dalla conoscenza oggettiva.

Ma si sa che i "relativisti" non possono criticare nemmeno uno che dice che la Terra è piatta. Se infatti non esiste nesuna conoscenza oggettiva, in base a che cosa si può criticare il pensiero di qualocuno?  :D

A me sta storia del "relativismo" fa sorridere.
E' un po' come il bambino piccolo che fa i capricci e dice alla mamma "mamma tu non hai ragione perchè lo dico io".  :D
#309
@angelo

Possiamo trarne la conseguenza che "vita interiore" si definisce come "vita che appartiene alla sfera dello spirito, della coscienza, dei sentimenti".

E la sfera dello spirito che sarebbe?
Non per smorzare il tuo entusiasmo...ma quella definizione non è per nulla chiara.

Ancor meno chiara è la sfera dei "sentimenti".
Conosco diverse persone che, deluse dalle esperienze umane, hanno cancellato i "sentimenti per gli umani" e si concedono solo ai "sentimenti per gli animali".
Cosa significa la "sfera dei sentimenti"?

E' una definizione che dice tutto e non dice niente.
#310
Si può mettere in dubbio quacosa che non sia provato scientificamente e/o empiricamente. Questo è lecito.
Mettere in dubbio anche ciò che è provato, è semplicemente ozioso.
Possaimo mettere in dubbio che la Terra ruota attorno al Sole? Chi sostiene che "non conosciamo nulla" e che "niente può essere dato per certo e conosciuto" e che LA Verità non esiste arriverà a mettere in dubbio anche che la Terra ruota attorno al Sole. Ma è ozioso.  :D
E ristagna nel suo "nulla ozioso".

Ma se gli piace così.....  ;)
#311
Tematiche Spirituali / Re:Religione e spiritualità
07 Maggio 2017, 12:41:22 PM
@angelo

Diciamo che è un modo di vedere la Realtà e di spiegare "l'invisibile ordine delle cose".
Ed è una nuova consapevolezza che si sta diffondendo.
E vuole essere un modo oggettivo di spiegare "l'invisibile ordine delle cose".

Come ho già detto io non voglio convincere di nulla nessuno.
Se c'è qualcosa che consideri utile, analizzalo. Altrimenti per me va bene uguale.
Le persone si convincono da sole. Non c'è bisogno di convincere nessuno.

Il concetto di fare propaganda del proprio modo di pensare, capirai benissimo anche tu, che è una sciocchezza.
Chiunque dica o scriva qualcosa lo fa per esporre le proprie idee.
Qualunque "dialogo" sarebbe dunque, per te, propaganda.

Non c'è nessuna propaganda.
Ma è l'esposizione di concetti che vogliono spiegare "l'invisibile ordine delle cose". Esposizione di concetti argomentata su basi razionali (vedi il mio 3d su "natura inferiore" e "natura supoeriore").
Le ritieni valide? Bene. Ci si può discutere.
Non le ritieni valide? Bene lo stesso. Non cambia assolutamente nulla.
#312
Tematiche Spirituali / Re:Religione e spiritualità
07 Maggio 2017, 11:04:07 AM
Per chi volesse approfondire:

https://www.youtube.com/watch?v=-uGw4paFNJE
#313
Tematiche Spirituali / Re:Religione e spiritualità
07 Maggio 2017, 09:22:52 AM
@angelo

Ho il sospetto che questa potrebbe essere spiritualità. Mi dirai che in fondo non sto parlando d'altro che di amore per il prossimo, un banale vogliamoci bene; ma credo che il vogliamoci bene possa essere percepito come banale se non prende in considerazione i problemi che implica; se li prende in considerazione, non è più banale, anzi diventa proprio spiritualità. In questo senso potrebbe emergere una differenza essenziale tra l'amore per il prossimo e la spiritualità: il concetto di amore per il prossimo indirizza l'attenzione verso il prossimo; il concetto di spiritualità indirizza invece l'attenzione su un lavoro di riflessione e meditazione effettuato su se stessi. Se però questo lavoro perde di vista l'attenzione al prossimo, allora mi sembra che non meriti di essere chiamato spiritualità, o semmai si tratta di una spiritualità abbastanza immatura, lontana dalle relazioni umane, incapace di accorgersi dell'importanza dell'altro, rispetto alle proprie visioni e idee.

Ottima riflessione.
Non fa una piega.
Anche se, per quanto mi riguarda, un forum è principalmente un "laboratorio di idee" e un laboratorio di confronto di idee.
E ciò implica necessariamente un "giudizio" sulle idee (e non un giudizio sulle persone, ovviamente).

Questo contesto di idee credo che crei delle differenze nel caso di separazione delle strade per evitare il conflitto: nel caso di menti attaccate alla spiritualità come qualcosa di teoreticamente definito, ciascuna di quelle che ha separato la propria strada sarà indotta a rimanere ferma sull'idea che ciò è avvenuto a causa dei limiti mentali dell'altro: "Io avevo ragione, lui aveva torto e per evitare il conflitto ci siamo dovuti separare; spero che un giorno egli capirà che aveva torto". Invece, nel caso di menti che cercano la spiritualità come qualcosa che va sempre ridefinita nel corso della relazione con l'altro, ciascuna potrà essere indotta a pensare: "Quanto valgono queste mie idee, con tutta la giustezza e verità che contengono, se alla fine l'unica cosa che sono riuscite ad ottenere è stata la separazione delle strade?".

Lo scopo del confronto di idee non è convincere l'altro. Nessuno è in grado di convincere altri. Il processo di cambiamento è un processo operato dal singolo individuo. Quindi, l'importante, non è cercare di convincere, ma è far circolare idee. Poi ciascuno prenderà in considerazione ciò che ritiene utile per sè.

@Phil

Sai benissimo che l'universo è considerato, per definizione, un "sistema isolato".
La domanda: ma l'universo, effettivamente, è un sistema aperto, chiuso o isolato?
Difficile rispondere, oggi, a questa domanda. Quello che sappiamo è che il Primo principio dellla termodinamica, nell'universo conosciuto, funziona.
#314
Tematiche Spirituali / Re:Religione e spiritualità
06 Maggio 2017, 20:28:30 PM
@angelo
Si tratta solo di un problema di termini o di significati delle parole.
Per me spiritualità significa cercare "l'invisibile ordine delle cose" partendo dal presupposto che questo ordine scaturisce da una "mente cosmica superiore".
Per un ateo, "l'invisibile ordine delle cose" è ciò che lui ritiene che sia, cioè scaturisce dalla sua mente. Questa io non la chiamo spiritualità, ma lo chiamo "relativismo".

La cosiddetta "parola di dio" non c'entra con la spiritualità, ma attiene alla religione. Un diaologo tra religioni e fedi è impossibile, perchè non esiste un terreno comune. Visto che le religioni sono diverse e immutabili.

Nella "spiritualità" invece un terreno comune c'è. Ed è la scienza.
Prendiamo, ad esempio, il Primo principio della termodinamica: nell'universo l'energia non si crea e non si distrugge, ma cambia forma.
La fisica ha ormai appurato da tempo che la materia - in quanto tale - non esiste. Ma tutto è energia. Cioè noi, il nostro corpo, siamo energia.
Secondo il Primo principio della termodinamica, quindi, quando il corpo muore in realtà non muore (nell'universo l'energia non si può distruggere), ma la morte è un semplice "cambio di forma dell'energia". Cioè un passaggio dell'energia da una forma ad un'altra.

Questo è solo un piccolo esempio di come sia possibile trovare un punto comune su cui dialogare. E cioè la scienza.
Ma puoi star sicuro che un ateo, tutto preso dalla sua fede nel "nulla", arriverà persino a negare il Primo principio della termodinamica, pur di non dialogare.
La spiritualità non si basa su una "fede", ma si basa sulla "ricerca". E quindi apre le braccia alla scienza.
Un ateo non si basa sulla "ricerca" ma si basa su una fede. E cioè la fede nella religione che lui stesso si è inventato e di cui è al tempo stesso dio e pontefice massimo. Questo è il relativismo.
#315
Tematiche Spirituali / Re:Religione e spiritualità
06 Maggio 2017, 19:14:18 PM
Citazione di: giona2068 il 06 Maggio 2017, 18:57:06 PM
Citazione di: myfriend il 06 Maggio 2017, 18:42:54 PM
@giona

Dice il signore : IO sono la via, la verità e la vita.  

In realtà quello lo ha detto un tizio sconosciuto, che nemmeno sappiamo chi è, alla fine del I secolo, che ha messo in bocca a Gesù una simile affermazione. E' l'autore ignoto del cosiddetto "vangelo secondo giovanni", scritto alla fine del I secolo, che ha detto quella frase, attribuendola a Gesù.
E ho già ampiamente dimostrato che quelle non erano parole di Gesù, ma erano la visione teologica di un uomo, di un perfetto sconosciuto che ha inventato la "divinità" di Gesù e ha inventato il "regno dei cieli".
Tutto questo, con la "spiritualità" di cui parlo in questo 3d non ha nulla a che vedere.
Va bene il versetto citato è di uno sconosciuto miscredente meno intelligente di te che lo hai "smascherato, ma la croce è una verità incontrovertibile. Se poi, come tu dici che  questa non è la spiritualità di cui vuoi parlare in questo 3d vuol dire che esiste una spiritualità solo tua non condivisibile con altri oppure che il tuo problema è il timore che qualcuno ti rubi la scena  dicendo cose diverse e veritiere.
beh...mi permetterai, spero, che in un 3d aperto da me, io parli delle cose così come io le intendo.
La spiritualità di cui parli tu non ha nulla a che vedere con la spiritualità di cui parlo io.
Puoi non essere d'accordo con me e questo è del tutto lecito.
Ma se vuoi parlare della spiritualità come tu la intendi, abbi almeno la bontà di aprire un 3d tuo.  ;)