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Messaggi - Ipazia

#3001
Citazione di: PhyroSphera il 27 Novembre 2022, 14:35:26 PMLa tecnica degli impressionisti non va confusa per una teoria estetica.

Mauro Pastore
Ma per una pratica sì. E che pratica ! Una teoria estetica in assenza di una pratica di riferimento è eunuca.
#3002
Un giudizio estetico più elaborato si ottiene attraverso un processo ermeneutico di indagine dell'opera. Nelle arti figurative, prima che la macchina subentrasse all'uomo, il criterio d'eccellenza era la similitudine dell'opera al modello. Eccellenza coadiuvata dall'invenzione di tecniche rappresentative più aderenti alla percettività sensoriale umana, quali la prospettiva e l'uso del colore, sopprimendo il disegno, negli impressionisti.

In musica l'invenzione è ancora più segno di eccellenza, vista l'esiguità del materiale a disposizione (la tavolozza dei suoni armonici). Anche qui l'elemento tecnico-scientifico (evoluzione degli strumenti e delle conoscenze di acustica) ha fatto la differenza dalle monodie e percussioni elementari alle grandi architetture sonore del classicismo e romanticismo.

In ogni fase storica è il livello evolutivo estetico che ha decretato il suo criterio di eccellenza con una quasi-oggettività determinata dai materiali e conoscenze del tempo. 

La novità recente sul giudizio estetico si avvale delle tecniche di riproduzione e riproducibilità delle opere d'arte che permette a noi postumi tecnologici di distendere in un unico papiro l'intera storia dell'arte sopravvissuta e presente, rendendola fruibile a chiunque.

Con ciò,  anche l'idea di bello e sublime ne guadagna in profondità, giocando sagacemente tra sincronia e diacronia, invenzione e citazione.
#3003
Attualità / Re: Vampiri
26 Novembre 2022, 22:15:47 PM
Peraltro in simultanea con la pagliacciata di Bali e senza neppure il pepe delle orde gretine che deturpano quadri e sono sponsorizzate dalle stesse centrali criminali che hanno comandato il mondiale in Qatar.

Un tardo impero in avanzato stato di putrefazione.
#3004
Citazione di: Freedom il 26 Novembre 2022, 21:37:09 PMSì ma su quale materia sono veicolati (o si sostanziano se vuoi) i ricordi, le idee, il pensiero e io ho aggiunto i sentimenti?

Non credo si siano fatti su tale argomento molti progressi dalla shakespeariana: (siamo) sono fatti della stessa sostanza dei sogni.

Come già rammentato da viator, in biologia bisogna distinguere tra organo, materiale e funzione, immateriale.

Il pensiero, così come i suoi derivati logici e sentimentali, sono immateriali. Ma non al punto da potersene infischiare della matericità degli organi che permettono loro di fungere. Organi bersaglio, con ricadute pesanti sulle funzioni, di ogni fetenzia antropologica e non.
#3005
Poveri impressionisti, che derivavano la forma dal colore. Se poi Kant avesse saputo che anche la forma del suo stereotipo Winckelmann era, in origine, colorata  :))

L'idea interessante è che ogni linguaggio estetico genera la sua norma. Ma con ciò va in frantumi ogni possibilità generalizzatrice del concetto di bellezza.

Merita attenzione anche la gradazione tra bello e sublime. Il sublime è quando una forma estetica, un paesaggio naturale, raggiunge il suo apice. E di esempi ne abbiamo molti.
#3006
Citazione di: Phil il 26 Novembre 2022, 10:57:16 AMPer mettere un po' a fuoco (sperando che non sia "a ferro e fuoco") il secondo Wittgenstein e il suddetto tertium, ossia l'analisi/comprensione del linguaggio in azione senza ingessarsi nella logica ma nemmeno incantarsi nel "mistico", segnalo i capitoli 9 e 10 (pp. 29-37) del testo a questo link (premetto che gli altri capitoli non li ho letti).

Non mi pare molto diverso, nella sostanza trascendentale del processo, da come l'avevo intesa e posta. Il critico specialista adombra la figura del mistico come esito finale, ma lo riabilita subito come propedeutico al passaggio verso la "vita elevata" intendendone l'afasia non come impotenza, ma come un ritrarsi necessario dalle velleità logico-metafisiche, affinché  un linguaggio "altro" riconiughi la vista col pensiero.

Anche nel "gioco linguistico", laddove la ricerca filosofica si tende verso l'etica, si ribadisce il concetto: silenzio propedeutico alla vista oltre i confini del "mondo".
#3007
Citazione di: anthonyi il 26 Novembre 2022, 19:55:24 PMPerché una psiche di origine biologica dovrebbe sentirsi superiore alla biologia e vivere una qualche spiritualità.
Si tratterebbe di un comportamento irrazionale, perché farebbe perdere tempo occupandosi di cose che non aiutano la sopravvivenza, eppure questo comportamento l'hanno avuto la gran parte degli uomini, nella storia umana.
Perché homo sapiens è animale trascendentale. E questa trascendenza LW l'ha pure spiegata. Ma prima di lui la filosofia classica: "L'uomo è misura di tutte le cose ..." E la misura richiede una concordanza sul metro. Così nasce l'etica e tutto lo spirituale umano. Necessari alla sopravvivenza del branco quanto il possesso di buoni anticorpi. Preferibilmente naturali.
#3008
Non mi pare che atomista abbia posto sullo stesso piano pensiero e digestione del cibo. Che l'unità psicosomatica sia indivisibile è difficile da confutare, ma questo non implica un appiattimento riduzionista di tutte le funzioni psicosomatiche.
#3009
La morte nella sezione spiritualità implica l'atteggiamento mentale che ciascuno tiene verso questo enigma e la plausibilità delle risposte che ad esso si danno.

La prima bufala da sfatare è che un approccio immanentista debba per forza essere biecamente monistico meccanicista. La psiche è condivisa da teisti e ateisti e su questo si gioca il dualismo soma-psiche, scienza-filosofia. Con risposte diverse a tale doppio binario della condizione umana.

LW è un passaggio importante di questo doppio binario, perché "mostra" i limiti della razionalizzazione logica del mondo e il valico possibile oltre tali confini.

La morte è certamente uno di questi confini razionalmente, ovvero logicamente, invalicabili il cui oltrepassaggio non è nelle esclusive potenzialità delle mitologie religiose ma si concretizza anche nella trasmissione di valori culturali di progenie in progenie.

Tale passaggio di testimone rende al filosofo meno doloroso il trapasso individuale e focalizza l'attenzione sull'eternità racchiusa nell'attimo, e nella infinita successione di tali stati di coscienza, presenti a se stessi fin quando la morte non c'è.  E quando c'è, funziona come dice Epicuro. E pure LW, nel suo Tractatus.
#3010
Citazione di: Phil il 25 Novembre 2022, 23:18:36 PMNon "sporcherei" anche Wittgenstein e il neopositivismo filosofico con l'economia; il passaggio ad una filosofia del linguaggio meno rigida del formalismo logico del Tractatus e più adeguata all'analisi della società è anzitutto un'esigenza metodologica che nasce dall'incompatibilità del logicismo con la complessità delle dinamiche comunicative. Per questo l'avvento di un "secondo Wittgenstein", considerando l'"ascetica" rigidità del primo, era inevitabile.

Questa è una questione tutta interna al fallimento - metafisico - del progetto di un linguaggio logico assoluto. Per questo l'avvento del mistico, del dualismo trascendentale immanente, è inevitabile...

CitazioneNon le sonda, le riconosce come illogiche espellendole di fatto, seppur con accademica diplomazia (v. 6.423), dalla sua utopia logicista.

... seppur indesiderato. Ma, con onestà intellettuale si lanciano degli appigli, più che scale, anche in tale direzione: se 1.0 e 2.0 narrano il "mondo" qui si "mostra" la possibilità di un suo travalicamento ...

CitazioneNon si tratta di "magheggi semantici", bensì di rigorose conseguenze logiche dell'impianto del Tractatus (nessun testo è forse più privo di magheggi di questo). Ciò illustra bene perché citare tale testo disinibitamente sia spesso un'arma a doppio taglio: si dà una rasoiata alla metafisica, ma, al contempo ed inevitabilmente, si dà anche una rasoiata alla possibilità di fondare un'etica e persino di distinguerla adeguatamente da un'estetica (che, in un certo senso, è un accostamento meno blasfemo di quanto possa sembrare, ma questa è un'altra storia su cui in passato mi sono già dilungato sin troppo). Quanto tale distinzione sia pragmaticamente, culturalmente e socialmente necessaria, lo dimostra, appunto, il "ravvedimento" del "secondo Wittgenstein"; sicuramente meno citabile, più articolato, ma anche più analitico della realtà umana "autentica", sia linguistica che interpersonale.

... che è arma a doppio taglio solo per chi non sa svilupparne la logica in direzione etica ed estetica, oltre i magheggi le definizioni del linguaggio comune, scientifico e metafisico. Su cui lavora fino alla fine il nostro. Meritevolmente, come del resto fanno psicologia e linguistica, perché in qualche modo bisogna attivare, attraverso il logos, la presa diretta col "mostrarsi del mistico". Attraverso la molteplicità dei linguaggi (estetica) e delle volontà (etica).
#3011
Citazione di: Alberto Knox il 25 Novembre 2022, 19:27:05 PMMa io non ho detto queste cose dietro una verità rivelata. le rare volte che pronuncio la parola divino parlo di qualcosa il cui significato mi è alcontempo famigliare e al contempo nascosto e giungo a conclusioni che arrivano da filosofie antiche come quelle Platone , Parnemide, Plotino. So perfettamente che esse non sono dimostrabili , lo detto piú volte . So per certo , dentro di me , che se devo avere una fede deve essere indirizzata verso il Divino e non verso la polis , verso l uomo .Su questo non ho dubbio alcuno e non sarà certo la tua politica a farmi cambiare idea.
Nessun problema. Se di fede si tratta, la ripongo niccianamente sulla terra, decisamente più antica di ogni filosofo e, fideisticamente parlando, più saggia e sapiente.

Ma, come rammenta phil, la fede non è falsificabile e al massimo può essere oggetto di disputa. La quale solitamente nasce da vili interessi terreni, per cui me ne astengo felicemente. Lasciando a ciascuno la sua fede.
#3012
Che il neopositivismo si sia spostato sul piano della formalizzazione comunicativa è assolutamente funzionale al suo motore economico relativista "perverso polimorfo". Nel Tractatus, LW sonda altre prospettive (da 6.41 a 7.0), inclusa la morte. Oltre al trascendentale etico, inesorabilmente dualistico rispetto al logos-natura, attraversato da magheggi semantici che fanno parte del gioco ("etica ed estetica pari sono").
#3013
Una riflessione a margine sull'arte figurativa moderna: dopo l'invenzione della fotografia l'arte di Raffaello si trovò a competere come il tessitore artigianale contro il telaio meccanico.

Fu giocoforza spostare la sfida estetica fuori dal realismo, per quanto uno possa, come me, continuare a preferire Raffaello a Picasso. Ma, oggettivamente, devo pure prendere atto dell'incommensurabilità di estetiche tanto diverse, come la storia che le ha generate.

Per cui, tornando al tema, ogni estetica è storicamente determinata ed in ciò sta il mistero del successo nel suo tempo e in quello a venire. Il busto di Nefertiti, il Taj Mahal, la scuola di Atene, la musica di Bach e Mozart. Modelli concreti di bellezza al di là di tempo, spazio e natura. Laddove davvero il mistico si mostra.
#3014
La superstizione sta nel dire, ovvero spacciare per verità rivelata, quello che non è dicibile. Qui sta la truffa evidenziata da Wittgenstein, che unisce in una unica catena la storia delle religioni, lungo un processo regressivo di istituzionalizzazione dell'ineffabile.

Un dualismo epistemicamente maturo insegna (LW) a discriminare il dominio della logica da quello del "mistico", terra di nessuno da nessuno alienabile e colonizzabile. Ma da tutti esperibile nell'intimo della propria incorrotta (lo so che è un azzardo) sensibilità. 
#3015
Accettare di permanere nell'impermanenza è la grande scommessa da cui è nata la filosofia. Una scommessa più sottile di quella utilitaristica di Pascal, che la natura asseconda in ogni "qui ed ora" di armonia con il mondo che abbiamo la infinita fortuna di capire e interpretare.

Più empiricamente, constato che l'abisso mentale della morte certa non impedisce a miliardi di umani di scegliere comunque una vita a tempo determinato. Scadenza che la natura, maternamente, non ci rivela fino all'attimo fatale, o con scarso preavviso per malattia ed anzianità.  Laddove l'arte di saper morire fa la differenza, in sintonia e continuità con l'arte di vivere appresa.