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Messaggi - Jacopus

#3001
@ viator:
Citazione A parte il fatto che viviamo un'epoca postideologica (non sappiamo per quanto tempo ancora), io trovo che il concetto di laicità di una Costituzione e di tutti i comportamenti, le costruzioni e gli atti da essa discendenti consista proprio nell'eliminazione delle loro pregiudiziali dogmatiche.
Vorrei capire cosa intendi con epoca post-ideologica, forse ti riferisci al famoso libretto di Fukuyama sulla fine della storia? Se è così ti posso tranquillamente opporre il pensiero che le ideologie non sono mai scomparse e comunque non potrebbero scomparire, perché servono a orientare la nostra azione pratica. Anche proporre l'idea di un'epoca post-ideologica è una ideologia. Ovviamente gli stati, dalla rivoluzione americana in poi, hanno tentato di "guardare dall'alto" le varie ideologie che muovono gli uomini, non tanto in termini di laicità, che ritengo un termine scorretto in questo contesto, quanto il termine di "stato di diritto", ovvero della subordinazione dello scontro ideologico,, connaturato nella dialettica sociale, al rispetto delle leggi promulgate rispettando le procedure previste.
CitazioneIl termine politica ha due significati : quello originario di gestione degli affari della "polis" (città) e quello attuale e vigente (generato dall'enorme aumento degli aspetti e delle relazioni che il politico è chiamato a gestire) di strategia non più puramente amministrativa ma di gestione tesa all'acquisizione e mantenimento del potere.
Non esistono solo questi due significati. Politica è uno dei termini polisemantici per eccellenza. Tu fai riferimento ad un generico richiamo al concetto di polis (grazie per la traduzione) senza spiegare esattamente cosa ti ha colpito di esso e quello attuale, ovviamente descritto negativamente, per cui la politica non è più puramente amministrativa ma di acquisizione e mantenimento del potere. Francamente mi sembra tutto molto confuso. La politica non è mai semplice amministrazione, anzi proprio i greci hanno prodotto la distinzione fra amministrazione della casa (oikos) e politica come dovere dei cittadini al di fuori dell'amministrazione dei loro beni privati in quanto zoon politikon. Che la politica sia acquisizione e mantenimento del potere è invece una tautologia: come dire che la medicina serve a curare.
Citazione Non il capitalismo, poichè esso non è affatto ideologia o fede. Il capitalismo non ha avuto fondatori o profeti. Nessun "manifesto" e nessun "vangelo" ha accompagnato la sua nascita. Esso possiede sì una dottrina ma non è fondato su di essa poichè la (le) dottrine capitalistiche sono una conseguenza del suo esistere, non la causa.
Ciò perchè il capitalismo è un meccanismo naturale, è l'evoluzione darwiniana trasferita in ambito socioeconomico.
Qui si rischia l'Ot ma mi sembra importante chiarire ciò che penso in proposito. Intanto il capitalismo non è certo una fede, ma una ideologia sì, eccome. Il capitalismo ad esempio prevede la trasmissione delle proprietà di generazione in generazione.  Si tratta di un principio ideologico, visto che si potrebbe tranquillamente ipotizzare che la proprietà non debba essere trasmessa di padre in figlio: si tratta di una convenzione. Che si debba prevedere il pagamento di un interesse su un prestito, per cui il denaro costa un surplus di denaro è una ulteriore convenzione. Il capitalismo ha avuto molti fondatori e profeti, da Adam Smith a Calvino, da Locke a Ferguson. Che il capitalismo sia un meccanismo naturale, echeggia le teorie diffuse all'inizio del XX secolo sul darwinismo sociale e presentarlo in questo modo è il modo più coerente per considerarlo una ideologia, una ideologia tanto potente da essere considerata naturale. Ti faccio presente che anche il marxismo, il nazifascismo, tutte le varie teorie dell'esistenza di Dio o sulla legittimazione dei Re faceva riferimento a ipotetiche e assurde fondazioni "naturalistiche". Purtroppo il genere umano si è scisso dalla natura da qualche millennio di anni e ne fa parte solo parzialmente, essendosi costruito una sovrastruttura culturale che non ha più niente di naturale. Pertanto, per quanto io consideri il capitalismo una forma di organizzazione dei rapporti sociali potenzialmente valida, non la considero di certo valida "sub specie aeternitate".

CitazioneTornando ai politici io quindi vorrei che ad essi venisse tolta la facoltà di costruire il potere, piegandoli alla pura gestione di esso nei limiti stabiliti dalle leggi.
Scusami ma stai ancora confondendo. La gestione del potere è compito del potere esecutivo, e se ne occupa il diritto amministrativo. La burocrazia pubblica gestisce nella realtà il potere, nei limiti stabiliti dalla legge. I politici invece dovrebbero essere quelli che le leggi le fanno, sperabilmente nell'interesse di tutti i cittadini (ma non è così semplice fare contemporaneamente l'interesse di 60 milioni di cittadini).

CitazioneMagari ex-aequo con Jacopus il quale propone tre anni di volontariato preventivo per potersi candidare !!.

Qui Viator ti applichi bene nell'arte della manipolazione. Se leggi il mio post avevo anteposto a questa proposta l'aggettivo folle, poichè non ha senso proporre una cosa del genere. Serviva solo a sottolineare come sia importante per chi si propone al servizio della Comunità, che abbia uno spirito di servizio anche nel senso della gratuità dell'operato, cosa che di solito avviene nell'ambito del volontariato (te lo garantisco, anche se ora è in azione una bella macchina del fango anche in questo campo).
CitazioneAvete presente con quale prontezza è stata omologata la Lega ex Lombarda poi ex Nord ed ora (grottesco trasformismo) Lega - Salvini Premier ? Avete presente con quale prontezza negli anni '90 il vuoto lasciato da un partito confessionale (DC) sia stato colmato da un "movimento" fondato da un plutocrate, il cui relativo successo è stato affidato alla scelta di un nome-slogan paracalcistico come "Forza Italia" ?? Cosa pensate accadrà se i pentastellati avessero un ottimo successo alle prossime elezioni ? Che la spunteranno contro una coalizione pluto-clerical-mafioseggiante ??
Questo pensiero mi sembra piuttosto "complottista". La Lega Nord è stata omologata da un bel pezzo. Ha fatto parte anche di qualche governo e ci ha regalato delle buone nefandezze. Berlusconi è sceso in campo per non scendere in galera e forte del suo appeal, più media, più soldi, ha coagulato gli orfani dei partiti di centro-destra, travolti da mani pulite. Rispetto a M5S, credo che abbia delle buone probabilità di vincere. Si è dimostrato sufficientemente reazionario in molte occasioni e l'italiano medio è reazionario. Se invece vinceranno gli altri, non credo che sarà a causa di brogli elettori anti M5S. Eventualmente saranno i soliti voti di scambio mafiosi, ma quelli ci sono dall'avvento della democrazia e non dipende certo dall'apparizione di Grillo e dei suoi associati.
CitazioneModifiche concrete potranno aversi solamente con modalità traumatiche se non addirittura violente.
La democrazia per essere tale non può accettare la violenza, se non quella minima per garantire la civile convivenza fra associati. Il fatto che tu auspichi una cosa del genere, ti esclude dal novero delle persone democratiche (non è chiaro se lo auspichi o lo paventi come possibile evento).
Del resto il M5S non è un movimento democratico e quindi questa affermazione non mi stupisce affatto.
#3002
Viator @. Il tuo art. 1 non e' malaccio nella parte in cui prescrive la ricerca del bene comune. Si sente l'influenza dell'Ethica nicomachea e quindi ha un ottimo progenitore. Pero' l'ultima precisazione non mi convince. Come si fa a organizzare l'eudaimonia senza riferimenti ideologici? Oltretutto conciliando anche il merito. Il capitalismo e' un'ideologia e va scartato, come il comunismo e il fascismo. Mhh...resta l'anarchia o qualche forma di comunitarismo tribale. Forme che mal si conciliano con la ricerca genetica e la telefonia cellulare...temo.
Le costituzioni le vedo come il vestito esteriore di una societa'. E' il biglietto di presentazione. Ma non e' detto che a un vestito sontuoso corrisponda un ballo in maschera. Trattandosi di direttive spesso astratte, devono trovare compimento nella normativa sottostante e tener conto dell'evoluzione socio-economica del resto del mondo.
La cost. Spagnola si apre con una dichiarazione di intenti che dice tutto e il contrario di tutto. Sembra di sentire in sottofondo suonare la fanfara. Quella tedesca e' lapidaria: la dignita' umana e' intangibile. Nella cost. Svizzera c'e' il richiamo alla buona fede nei rapporti fra cittadini e con lo stato. Una norma interessante, ma vuota di significato e oltretutto anche oltraggiosa per noi italiani "furbi e machiavellici".
Possiamo scrivere stupende leggi ma poi vivere male in societa' disorganizzate e ingiuste come ricorda Manzoni a proposito delle "grida" spagnole. Delle leggi ben scritte favoriscono certamente il buon andamento di una societa' ma e' proprio lo spirito di una societa', la sua cultura e la sua storia a permettere la scrittura di buone leggi, che sopratutto siano poi messe in pratica e non esposte come paravento inutile, simulacro di cio' che esiste solo sulla carta. Tutto cio' dipende da noi, singolarmente e collettivamente. E' la ns azione politica a determinare il cambiamento verso il bene comune, ammesso che vi sia un concetto di bene comune condiviso.
#3003
Immagina di essere il proprietario di una nave. L'affideresti a uomini sorteggiati a caso oppure cercheresti di procurarti i migliori marinai? Questo per una nave che deve essere gestita solo tecnicamente. I politici invece dovrebbero avere competenze giuridiche per conoscere la macchina istituzionale (parte tecnica) ma devono avere anche un'idea della direzione politica da preferire. Non basta l'onesta' per capire se e' meglio l'aborto o la pena di morte.
Ripeto quello che ho gia' scritto. La democrazia permette istituzioni politiche libere e garantiste piu' di ogni altro sistema politico generale ma e' fragile per molte ragioni che non sto ad elencare. Gli antidoti a questa fragilita' sono la cultura diffusa ed elevata di tutti i cittadini, l'accettazione della politica come se fosse uno scontro sportivo, la presenza di un nucleo di valori nazionali condivisi al di la' dei partiti, l'ampliamento del decentramento e della democrazia diretta.
Che si abbia una visione della democrazia in termini di sorteggio e' alquanto avvilente, ma la dice lunga sul livello di delegittimazione che ha raggiunto. Un criterio folle per fare il politico io ce l'avrei. Dimostrare di aver fatto il volontario in qualche associazione per almeno tre anni. Mi rendo conto che non e' certo la soluzione ma anche chi lo farebbe solo opportunisticamente si troverebbe di fronte ai veri problemi dell'umanita'.
#3004
Condivido il pensiero di Inverno. Non a  caso i principi fondamentali della democrazia furono concepiti e messi in pratica in uno dei momenti piu' luminosi della cultura umana e per lo stesso motivo le ideologie autoritarie combattono la cultura e soprattutto il pensiero critico. Pensare di governare attraverso uomini "comuni" fa ancora una volta solo l'interesse delle elites economiche a svantaggio.della maggioranza.
#3005
Risalire all'impero romano per capire il fascismo non mi sembra corretto. Oltretutto se così fosse saremmo di fronte realmente ad un archetipo "storico-sociale", visto che l'influenza delle istituzioni romano-latine e' durata almeno fino al 1700. L'impero romano aveva istituzioni coerenti con la sua epoca e talvolta innovative. Non sarebbe spiegabile altrimenti la sua forza e la sua durata.
Il fascismo si compone di molte diverse motivazioni che traggono origine sia dalla natura umana piu' arcaica, sia dall'evoluzione storica del xviii e xix secolo. I rigurgiti attuali fanno riferimento alla crisi dei valori illuministici e alla sempre piu' crescente complessita' sociale, che diventa difficile accettare nella sua ambivalenza, non avendo piu' un ambiente su cui scaricare le inefficienze del sistema. Siamo stati abituati da 200 anni a pensarci "nel progresso". Ora questo sogno non c'e' più e avendo fallito il comunismo, essendo in difficolta' il capitalismo liberale restano due ideologie spendibili perche' note a grandi masse: il radicalismo islamico e il fascismo. Sta al capitalismo liberale accettare la sfida e a trasformarsi (come ha sempre fatto in passato) oppure soccombere.
#3006
Caro Giona. Come puoi giudicare da solo, il tono di questo tuo ultimo intervento e' diverso da tanti tuoi altri interventi, nei quali ti poni su un alto scranno e giudichi "quasi" tutti gli altri come dei peccatori o degli incapaci a comprendere il vero senso della parola di Dio. Un cristiano e anche un essere umano sensibile, devono porsi sempre in modo rispettoso, confrontandosi da pari a pari ed accettare l'obiezione altrui e il pensiero altrui senza porsi superbamente dalla parte della ragione, poiche' fu proprio Cristo a iniziare la tradizione di chi si schiera dalla parte del torto. Oltretutto come fa un misero credente a sapere le ragioni di Dio al punto da decidere chi e' condannabile e chi no.
#3007
Caro Viator, dovresti essere premiato per la tenacia ;).
La tua idea di democrazia e' provocatoria ma non del tutto inesatta. Anzi, nasconde una grande verita'. La democrazia e' infatti sempre piu' l'insieme universale di tutti gli esseri umani, con incipiente estensione a tutti gli esseri viventi e l'universalita' impone che tutti siano rapppresentati. La forma pura di democrazia, quella diretta, e' proprio la sovrapposizione della volonta' democratica con tutto il popolo.
Se passiamo alla democrazia rappresentativa sara' comunque difficile inserire nelle assemblee le giuste proporzioni di imbelli, gay, baronetti, idraulici e malati di leucemia. Inoltre sarebbe comunque una rappresentativita' inutile.
In sintesi: la democrazia allarga gli spazi di potere e legittima la diffusione delle opinioni e di confronto. Per contro crea una ridda di voci e di conflitti poco omogenea e che rende difficoltoso dirigersi verso una direzione univoca.
Inoltre la democrazia allarga a dismisura gli spazi carrieristici dei politici, che tendono a considerare non piu' la politica "als beruf" (vocazione) ma come un percorso burocratico su cui lucrare.
Pertanto la democrazia per non diventare un rito o un simulacro vuoto ha bisogno della crescita culturale di tutti i partecipanti al gioco politico. Solo l'educazione e la cultura possono favorire una salda presa democratica, che non degeneri verso forme da "notabili" o "peroniste".
Quindi per rispondere alla tua domanda, occorre una vasta partecipazione di tutti, il piu' possibile (democrazia diretta), come accade in Svizzera, dove all'inizio di ogni anno sono stabilite fino a cinque date per svolgere eventuali referendum.
Ed occorre anche una funzione rappresentativa il piu' possibile integra e integerrima (si chiamano non a caso onorevoli). Affinche' questo sia possibile l'integrita' deve essere coltivata da tutti i cittadini, poiche' ci condizioniamo tutti a vicenda e per quanto siano encomiabili le persone che nuotano controcorrente, costoro non potranno mai cambiare una societa'. Con altre parole e' quello che dice Canetti in massa e potere: nelle societa' moderne o ci salviamo tutti o nessuno.
#3008
Le religioni e la spiritualita' secondo me le com-prendi anche e sopratutto studiandole. Capisco che serve un sentimento interiore ma esso e' necessario per "viverle" ed anche questo sentimento in qualche modo puo' essere comunicato e trasmesso.
Inoltre nel momento in cui la spiritualita' e la religione diventano corti giudicanti sacre e inappellabili dell'operato umano, come nei post a partire dei quali e  stata ripresa questa discussione, studiarle non solo e' possibile ma necessario, come forma di tutela  e di interrogazione rispetto ai mostri che spiritualita' e religioni sono in grado di creare, come la storia ci insegna.
#3009
CitazioneHo capito cosa intendi...ma in verità l'utente Sara non ha mai usato la frase "lo faccio per il tuo bene". Mi sembra una cosa che stai proiettando tu adesso sulle intenzioni di Sara. Non si può ridurre la religiosità ad una fatto puramente privato come vorrebbe il pensiero unico dominante attuale. Dà fastidio? Ok, ma c'è , è presente, bisogna confrontarsi anche con il pensiero di quelli che vengono definiti come 'fondamentalisti', sono parte del nostro mondo anche loro. E non è che noi abbiamo più diritti dei loro...
Cosa significa 'essere umiliati, esclusi" ? Come è possibili sentirsi 'umiliati' se non si considerano veritiere le loro idee? Si può essere 'umiliati ed esclusi' da ciò che si considera come illusorio? Non so...te lo sto chiedendo...  
Sara non dice "Jacopus sei un malvagio", addirittura dice che la malvagità non è nemmeno opera dell'uomo, bensì del demonio. Lei ritiene che molti uomini preferiscano seguire l'uno rispetto all'altro. Ma è una posizione cristiana, magari di un cristianesimo 'fondamentalista' se vogliamo, ma non è una posizione estremista del genere: "Devi credere in questo altrimenti ti sgozzo!"
Io sto giudicando questo preciso scritto di Sara che troviamo sopra, non sto giudicando la persona Sara o eventuali altri suoi scritti.  Sei sicuro che non lo stai facendo, magari partendo dal pre-giudizio su quello che secondo te è Sara?...  
E' possibile Sari che abbia dei pregiudizi, chi di noi non li ha? Ma ti ripeto, sentire questa cantilena per cui chi è lontano da Dio è conseguenzialmente malvagio o "morto" è molto irritante, anche perché ho conosciuto tante "gatte morte" che si riempivano la bocca di "Osanna" e nella vita praticavano azioni ripugnanti o semplicemente meschine. Chi sono Sara M o Giona per reputarmi morto o malvagio? Che ne sanno della mia vita, di come mi comporto? E' sufficiente credere per giustificare ogni azione aberrante dell'uomo? Non so se hai notato che nel primo topic di Sara, c'è chiaramente il pensiero che Dio non interviene a "discapito del corpo, per favorire lo spirito"... E' questa l'aberrazione principale, credere lo spirito superiore al corpo e da ciò discende la violenza, una violenza teorica, che parte dalla distinzione credente/non credente. Ma se al non credente si affibbia lo status di "morto", il passo è breve. La violenza è già agita, anche se sospesa a causa di istituzioni garantiste, tra l'altro scaturite proprio dalle guerre di religione.
Sul fatto di sentirmi umiliato ed escluso, non so a cosa ti riferisci. Sono andato a vedermi quello che avevo scritto ma non ho trovato riferimenti in proposito.
Come te, anch'io sto valutando quello che ha scritto Sara. Sara sarà sicuramente una persona con tanti interessi, sentimenti, passioni, bontà d'animo e tante altre cose, che non mi sogno neppure lontanamente di concentrarla in un intervento di una discussione.
Infine sulla privatizzazione del culto. Se non volete che i culti siano celebrati secondo modalità individuali e interiori, celebrateli pure tra accoliti, riunitevi in Chiese e radure druidiche, ma se volete il confronto, come in questo forum, non potete poi venirvi a lamentare.
Vi piace l'idea di Dio, credete in lui? Benissimo, ma non denigrate chi non ci crede, anche perchè in questo modo commettete un grave peccato anche rispetto alla vostra religione, visto che dovete amare anche i vostri "supposti" nemici. Chiudo una citazione da Santa Teresa d'Avila, per trasmettere quello che mi piace del cristianesimo: "Entre los Pucheros anda Dios" (tra le pentole c'è Dio, fra le cose umili e di tutti i giorni, nel fare la carità, nell'agire per il bene comune con atti concreti, andando tutti nella stessa direzione per la difesa dei più deboli e bisognosi, credenti e non-credenti, qui sulla terra).
#3010
La scriminamnte Sari sta nella famosa frase: "lo faccio per il tuo bene", al punto che posso umiliarti,  escluderti, fino ad ucciderti nel nome del tuo "bene". Il pensiero moderno invece "ritiene" che debbo persuaderti e convincerti con le mie capacita' argomentative. Non c'e' mai un gioco di dominanza assoluta. L'unica idea assoluta e' che non si accettano idee assolute. Mi rendo conto che sto per andare ot e mi fermo ma la questione e' piuttosto complessa e riguarda i rapporti fra le ns credenze che possono essere "individualisticamente" assolute, e il nostro ruolo sociale che deve rispettare la possibilita' di un contraddittorio. Se ti avessi detto che sei malvagio, caro Sari, avresti accettato questa definizione di te?
#3011
Non sono d'accordo Sariputra. Se una persona mi dice che vivo all'inferno e sono portatore del male,  a causa di cio' ha un approccio violento e intrusivo nei miei confronti. Se avesse decantato la bellezza del paradiso e la necessita' di essere tutti credenti per avverarlo, sarebbe stato diverso. Non credo di dover essere tollerante nei confronti di chi non lo e', anche se in una visione ortpedica e riabilitativa. Di fronte a un fascista che mi dice che sono uno stronzo perche' sono liberale e mi devo pentire, la mia posizione non cambierebbe. La violenza e' connessa a tutto cio' che non puo' essere argomentato e dimostrato o lasciato al dibattito. Se io e altamarea non avessimo risposto il gioco della violenza di sarebbe compiuto, con in piu' l'aura giustificativa di stampo teologico dottrinale.
#3012
Preciso la mia posizione. La spiritualita' penso sia una dimensione importante dell'uomo, se e' umile ed  e' al servizio dell'uomo. Accade pero' che la spiritualita' talvolta assuma una identita' intollerante, al punto da anteporre l'anima al corpo con conseguente rogo della materia per "salvare" lo spirito. Personalmente lavoro con splendide persone cattoliche, mia moglie e' cattolica, nel cristianesimo vi sono insegnamenti universali che resteranno iscritti per sempre ma, come dice altamarea, dobbiamo difendere l'equilibrio raggiunto fra valori spirituali e laici, poiche' i mostri dell'assolutismo teologico sono nascosti da un sottile strato di sabbia.
#3013
Secondo Sara M. chi e' lontano da Dio e' all'inferno gia' sulla terra e  questa condizione comporta che fara' necessariamente il male.
La violenza di questa dichiarazione e' offuscata solo dal fatto che fortunatamente oggi in Italia non esiste piu' l'Inquisizione.
Io sono serenamente materialista. Credo che il mio corpo da morto si sgretolera' secondo le leggi della biochimica e di me resteranno solo i ricordi di chi mi ha conosciuto e il dna trasmesso ai figli. Non provo nessun interesse per un Dio iroso e vendicativo che oltretutto premia i buoni in primo luogo perche' hanno fede in lui.
Vivo percio' all'inferno ma non mi ritengo malvagio. Anzi mi sforzo spesso di essere accomodante, di chiudere un occhio davanti alla protervia e alla dabbennagine. Vedo in verita' molta piu' malvagita' in questa dichiarazione di fede, che nella sua pretesa assolutezza non e' in grado di capire gli uomini e tende a dividerli o in devoti burattini o in perfidi malvagi. Consiglio come antidoto estremamente valido la lettura del "nome della rosa" di u. Eco.
#3014
Tematiche Filosofiche / Re:Un motivo per vivere
30 Dicembre 2017, 19:35:46 PM
Socrate@.
Putin non e' Ghandi ma non credo neppure che sia puramente egoista. Certo per le sue attitudini da satrapo dovra' pagare un prezzo come tutta la comunita' russa. Se vogliamo possiamo considerare l'egoismo di Putin strutturato attraverso un dominio di tipo autoritario. Gli altri dovranno sottomettersi al suo potere da maschio alfa. In cio' Putin e' un degno esponente della cultura russa passata dal dominio violento degli zar al dominio violento del Pcus. Ammirarlo credo che nasconda un desiderio alienato di essere autoritario come lui. Effettivamente nelle societa' autoritarie, il principio "maschio alfa" si trasmette a cascata, fino al povero sottoproletario che si impone egoisticamente sui suoi figli.
Un motivo per vivere allora e' proprio questo. Togliere ossigeno a questa cultura totalitaria, proteiforme, mimetizzata nel radicalismo islamico, nel fascismo o nello scientismo elitario. Perche' credere che il piu' forte ha dei diritti sul piu' debole e' un retaggio di altre epoche di cui ci dimentichiamo spesso i fiumi di sangue che ha causato.
Con i suoi limiti e' stato il capitalismo e la classe borghese a sradicare quella cultura sostituendo il gioco a somma zero della rapina e della guerra con il gioco del commercio.
Non e' un traguardo lineare, come credevano i positivisti ottocenteschi, perche' ci sono forze immani, politiche, economiche e sociali che cercano e spesso riescono a spingere all'indietro la ruota della storia. Ma e' appunto quella speranza aperta dalle nostre doti empatiche, dal nostro senso di giustizia e di uguaglianza che appare nei bambini a tre/quattro anni di eta' e che e' in eterna lotta con le nostre parti piu' individualiste ed egoiste.
Ovviamente un sano homo sapiens non deve neppure sacrificarsi o giocare al buon ed eterno samaritano. L'egoismo e l'aggressivita' sono insostituibili molle del progresso umano ma esse andrebbero regolate all'interno di una societa' dove gli interessi dei molti andrebbero sempre mediati con le virtu' dei pochi (che indubbiamente esistono e vanno valorizzate anch'esse).
In ogni caso le persone totalmente egoiste, da un punto di vista strettamente psicologico sono fortemente disturbate e destinate ad una vita disatrosa o, in rari casi, ad un clamoroso successo.
#3015
Tematiche Filosofiche / Re:Un motivo per vivere
30 Dicembre 2017, 16:57:47 PM
@Socrate.
Se si riduce il motivo per vivere alla propria soddisfazione egoistica, si avra' come conseguenza lo stato di guerra di tutti contro tutti. Inoltre se questo valore fosse davvero condiviso non si spiega perche' Ghandi, Mandela, Cristo, padre Kolbe, Falcone e tanti altri sono ricordati e venerati, mentre soggetti egoistici assoluti vengono di solito relegati nelle pagine di cronaca nera (non allego i soliti Hitler-Mussolini poiche' anche loro non erano egoisti in modo assoluto).
Questo ricorrente elogio dell'egoismo e' o un atteggiarsi per "epater le borgeois" o una regressione infantile-narcisistica, situazione che caratterizza in modo particolare gli italiani del Xxi secolo.