Io mi ritengo felice, non fortunato, anzi non capisco proprio cosa ha a che fare la fortuna, che magari viene invocata "sottovoce" o dietro le mie spalle da qualche mio amico. Da quando ho sedici anni, ho sempre dato più importanza al tempo che ai soldi, ho sempre rifiutato lavori dipendenti anche se erano in qualche ufficio pubblico da acchiappasbadigli, rinuncio ogni giorno a dei figli perchè non penso di potermeli permettere ancora, vivo in un bilocale controterra e mi riscaldo con la legna etc etc Ogni mia decisione fondamentalmente è stata diretta verso il guadagnare tempo, anzichè soldi, non capisco perchè ora dovrei parlare di fortuna. E' la vita che volevo e l'ho avuta, facendo delle scelte e delle rinunce.
Anche quello che ho "ereditato" a parte che proviene da una famiglia di normale classe media, se non l'avessi avuto avrei cambiato i miei piani e fatto altre scelte. L'unica fortuna che ritengo di aver avuto è stata quella di incontrare (nei libri) Luciano de Crescenzo, che con la sua divulgazione filosofica mi ha instradato sin dalla tenera età a pormi delle domande e ricavare delle risposte che mi hanno permesso di fare scelte coerenti con i miei valori, il resto che è accaduto, non è stato per fortuna.. Peraltro se di fortuna si tratta, io sempre mi offro, a chi volesse seguire "le mie orme" di aiutarlo in tutti i modi possibili, ma non mi pare che nessuno mi sia venuto a suonare il campanello.
Anche quello che ho "ereditato" a parte che proviene da una famiglia di normale classe media, se non l'avessi avuto avrei cambiato i miei piani e fatto altre scelte. L'unica fortuna che ritengo di aver avuto è stata quella di incontrare (nei libri) Luciano de Crescenzo, che con la sua divulgazione filosofica mi ha instradato sin dalla tenera età a pormi delle domande e ricavare delle risposte che mi hanno permesso di fare scelte coerenti con i miei valori, il resto che è accaduto, non è stato per fortuna.. Peraltro se di fortuna si tratta, io sempre mi offro, a chi volesse seguire "le mie orme" di aiutarlo in tutti i modi possibili, ma non mi pare che nessuno mi sia venuto a suonare il campanello.


. Un dettaglio che potrebbe sfuggire nella visione di Parasite è infatti [spoiler] che il parassita che vive nello scantinato della casa, ha una libreria piena di libri di diritto [1:22:49]. In sudcorea (ma anche in Cina che io sappia) uno dei modi più gettonati per uscire dalla povertà è quello di dare l'esame di stato come magistrato, il problema è che si tratta di una corsia parecchio affollata e competitiva, e perciò molti ne rimangono esclusi, nonostante anni di impegno per preparare il suddetto esame, e finiscono nel limbo occupazionale che descrivi tu, continuando la propria vita come reietti o mendicanti. Purtroppo questo dettaglio è precluso agli occidentali non potendo leggere il titolo dei libri, ma fornisce l'intera origine del parassita dello scantinato in una ripresa di 2 secondi. In realtà ci sono molti altri dettagli che valgono la seconda visione, non solo per le sfumature "lost in translation" (per cui uno si deve per forza "attrezzare") ma anche per temi che si evidenziano solamente retrospettivamente. E' per esempio solo nella seconda parte del film che viene calcata la mano sul tema di "oltrepassare la linea" (ripetuto ossessivamente dal capofamiglia ricco) anche cogliendo immediatamente il suggerimento, si sono già perse tutte le volte in cui è accaduto visualmente nella prima parte del film. Il tema di oltrepassare la linea è ossessivamente riprodotto visualmente (io l'ho contato per almeno una ventina di volte) e una seconda visione con la ricerca delle linee fornisce una comprensione più completa della narrativa. Esempio facile
)