Menu principale
Menu

Mostra messaggi

Questa sezione ti permette di visualizzare tutti i messaggi inviati da questo utente. Nota: puoi vedere solo i messaggi inviati nelle aree dove hai l'accesso.

Mostra messaggi Menu

Messaggi - Jacopus

#3031
Non essendo una persona autoritaria affetta da "sindrome da maschio alfa", non ho alcun problema ad ammettere di essermi sbagliato, ma in questo caso ho semplicemente chiesto le fonti e Blondet non mi sembra una fonte autorevole mentre invece la Bonino lo è (dal mio punto di vista).
L'ipotesi che ci sia stato uno scambio di favori è anche plausibile, ma non è certo questa vicenda a modificare il mio punto di vista sull'intera situazione.
#3032
Una persona nota per la sua equidistanza e imparzialita . ;)
#3033
caro Elia, intanto devo dire che il tuo stile di scrittura e le tue idee mi ricordano tanto qualcuna che passò di qui.

CitazioneParliamoci chiaro e senza peli sulla lingua. L'essere umano non è un santo, non esistono santi sulla Terra,  (o se ce ne sono, saranno rarissimi) tutte le azioni umane sono dettate dal tornaconto o dal piacere egoistico.

Evidentemente non sei aggiornata su tutta una vastissima serie di studi di psicologia, antropologia e anche di fisiologia. Quello che tu rappresenti è una tua personalissima idea, neanche tanto originale a dire il vero ma scientificamente falsa. Non ti riporto la bibliografia in merito ma se me la chiedi te la posso elencare.
CitazioneHo fatto riferimento alle ong (praticamente tutte) che a poche miglia dalle coste libiche si accordavano con gli scafisti per sbarcare in Italia, e solo in Italia, tutti gli immigrati soccorsi.

In molte barche delle ONG operano dei medici che hanno fatto un famoso giuramento. L'accordo è fondato su quel giuramento. Poi ovviamente fra tanti ci saranno anche delle pecore nere (hanno fatto bene a scegliere il nero come colore) ma ad ogni modo non si tratta di generosità pelosa come tu in modo stereotipato tendi a credere. Nelle ONG ci sono persone che lavorano e prendono stipendi al limite della sopravvivenza oppure ci vivono oppure ci speculano come in tutti i campi delle attività umane. Si tratta però di rispondere ad un bisogno del nostro tempo ed invece delle ONG dovrebbe essere lo stato ad occuparsene, o meglio ancora la Comunità Europea, attraverso i suoi organi, cosa che fa solo parzialmente.

CitazioneSenza parlare degli stessi migranti che vengono illusi e quasi deportati in Italia per essere sfruttati mentre sappiamo benissimo che non c'è possibilità di sistemarli dignitosamente.
E' evidente che non sai di cosa parli. Ci sono persone che vengono vendute come schiavi nei loro paesi e per loro anche chiedere la carità all'angolo di una strada senza essere presi a schiaffi da un poliziotto che si diverte in questo modo al loro paese è un modo di vivere estremamente dignitoso. Li illudiamo perché siamo un paese civile e quindi le ragazze non rischiano di essere infibulate. Li illudiamo perché da noi lo scoppio di una granata è una cosa inconcepibile mentre in molti paesi sono abituati a questa e a tante altre violenze.
CitazioneDobbiamo farci venire il senso di colpa pure per le malefatte degli altri? Perché la Francia è esente da tali sensi di colpa dato che fu Sarkosy a scatenare l'inferno in Libia e destabilizzare la zona e renderla quella che è adesso? Gli altri stati europei fanno i fatti e le conseguenze deve subirle l'Italia?  Perché la Francia, la Spagna e il resto dell'Europa non si sentono in colpa e accettano la redistribuzione dei migranti? Anzi perché non mettono a disposizione le loro navi per prelevarli dalle coste libiche e portarli a casa loro se davvero vogliono essere caritatevoli?
Su questo punto sono assolutamente d'accordo.
CitazioneSiamo stati noi tra 2014 e 2016 a chiedere che gli sbarchi avvenissero tutti in Italia."... "All'inizio non ci siamo resi conto che era un problema strutturale e non di una sola estate. E ci siamo fatti male da soli"

Ma chi credi di prendere per il naso? Pubblica pure il dato e la fonte, sono curioso di sapere la fonte e il genio che ha affermato una cosa del genere, perché anche se fosse uno di sinistra, o di destra o di centro, chi sarebbe ad avere tutto questo potere insulso di attrarre tutti i migranti? I migranti se potessero l'italia la salterebbero a piè pari. Siamo solo geograficamente, da sempre un ponte fra Europa Africa e Oriente.
CitazioneAltro che generosità e carità.
Ancora? Guarda che i problemi non si affrontano con i metodi delle Pie Venerine, per quanto potrebbe essere di sicuro più efficace come metodo di tanti altri. Il problema della migrazione si affronta gestendolo. Quindi se ci sono tanti sbarchi dobbiamo fare responsabilmente la nostra parte e il resto d'Europa deve aiutarci, economicamente, logisticamente, culturalmente e in parte lo sta già facendo. E fare la nostra parte significa permettere a queste persone di pensare ad un loro futuro, organizzare dei corsi formativi e culturali, e se non c'è spazio per loro agevolarvi nel rientro a casa. Ci possiamo permettere spese di ogni genere e se vogliamo possiamo anche affrontare in modo serio questo problema.

CitazioneOggi vanno di moda gli ultimi chiamati "migranti" o "musi neri" (da notare che certe espressioni spregiative vengono usate solo da loro).
Da loro chi? Da quelli che vogliono l'integrazione? Li chiamerebbero musi neri? Mi citeresti anche in questo caso le fonti?

Citazioneè questa la natura umana e non possiamo modificarla.
Questa è la tua idea della natura umana, completamente sbagliata fortunatamente.

CitazioneInfatti, non appena il numero dei poveri o miserabili aumenta, aumentano anche i furti, le rapine e la delinquenza in generale, i furbi tornano a fare i furbi come e piú di prima, la corruzione si espande a macchia d'olio, tutto ció si ripercuote molto negativamente sulle istituzioni e sulla politica.
Ma parli così, un tanto al chilo o hai dei dati? Perchè a me risulta che le denunce di furti e rapine e sequestri di persone sono in diminuzione. Mi piacerebbe personalmente che venissero perseguiti dei tipi di reato che invece la fanno franca facilmente come l'evasione o l'elusione fiscale. Ti sembra possibile che Facebook, uno delle imprese più ricche del pianeta abbia versato solo 203.000 euro  di tasse all'Italia? Come se fosse una media impresa del Molise?

CitazioneAltro che le chiacchiere dei buonisti.
Veramente le chiacchiere sono solo tue. Aspetto i dati secondo i quali in Europa c'è maggiore instabilità, più reati, più sommosse e più rivolte da quando il problema migrazione è all'ordine del giorno.

CitazioneAh, gli albanesi, bosniaci e rumeni... ( e questo è un altro capitolo della sagra dei buonisti)  non mi pare che siano tanto richiesti ed apprezzati. Che io sappia, almeno nella mia città, non si sono guadagnati una buona nomea.
Questa a me sembra la sagra del pregiudizio. Come se dicessi "ah lo sai gli italiani hanno una cattiva nomea in Germania, pensano che siamo tutti mafiosi e che facciamo sempre i furbi e che non abbiamo il senso del dovere e che al mattino cantano "o sole mio" con la tazzina di caffè in mano".

CitazioneSe scappano dalla povertà, ok, va bene accoglierne  quanti ce ne possiamo permettere, ma poi dobbiamo fare i conti con la mancanza di lavoro, con l'aumento della povertà e della miseria in casa nostra.
Non mi risulta che vi sia concorrenza fra i lavori che fanno gli italiani e quelli che fanno i migranti. Oltretutto e ormai mi sono anche stufato di dirlo, i migranti regolari, quelli che magari qualche anno fa erano irregolari come quelli che giungono ora, portano alle casse pubbliche ben più denaro di quello che il pubblico ha dato loro. Anche in questo caso ovviamente ti posso presentare i dati da fonti attendibili e non da qualche sito specializzato in fake-news.

CitazioneNella situazione di crisi e di stallo in cui ci troviamo attualmente ritengo che l'unica soluzione sia tornare ad avere autorità e smetterla col disastroso pietismo. Basterebbe   togliere i fondi alle ong, e associazioni varie, per combattere seriamente i nuovi schiavisti e negrieri, punire severamente chi sbaglia, e in un batter di ciglio il fenomeno dei migranti finirebbe , cosí com'è finito con l'intervento del ministro Minniti l'allegro viavai delle navi accoglienti delle ong. Certo il traffico è ripreso, sia pure in proporzioni minori, ma perché? Perché siamo sempre là, si ha paura di usare il pugno duro, e il male si cronicizza.
E' vero Minniti ha ridotto il numero degli ingressi. Quest'anno dovrebbero essere 50.000 in meno. Ma a quale prezzo? Ormai è chiaro che i diritti costituzionali professati e incardinati nelle fondamenta della tanto decantata cultura europea valgono solo da Pantelleria in su. Sotto Pantelleria "arrangiatevi" oppure si può usare una frase famosa: "me ne frego!"
Il pugno duro, ti ripeto, io lo userei con chi sfrutta questa situazione ma non con i poveri migranti, quelli che alla fine pagano e questa situazione è sfruttata da tutti noi non credere, perché mettere in una posizione di subalternità i migranti è sempre un ottimo affare.

CitazioneHo letto che qualcuno  si auspica il suicidio del  capitalismo; io mi auguro il suicidio di entrambi, e al piú presto.
Come pensi di governare il mondo? Sono curioso. Perchè la pars destruens di solito è sempre più facile della pars costruens.
#3034
Tematiche Culturali e Sociali / Re:Capitalismo
26 Novembre 2017, 17:46:06 PM
Buonasera Angelo. In parte le tue considerazioni sono molto condivisibili, ma secondo me il capitalismo è comunque, come metodo, un passo avanti, al di là di quello che il capitalismo combina nel mondo. Infatti il capitalismo presuppone il libero scambio, il commercio come fondamento della ricchezza e nel commercio vi è sempre un gioco a somma diversa da zero, dove tutti hanno qualcosa da guadagnare. Nel mondo dove il commercio è sottoposto a rigido controllo o dove al suo posto vi sono le razzie guerreggiate i giochi per la ricchezza sono sempre a somma zero: io prendo quello che tu hai e tu prendi quello che io ho. In questo senso, per quanto possa sembrare strano, il capitalismo è un forte incentivo alla diminuzione della violenza interstatale. La dimostrazione è data dalla Comunità Europea: dal libero mercato è derivata una pace così lunga in Europa che non è mai stata vissuta nel passato storico di questo continente.
Io credo che il problema sia come bilanciare dall'interno l'ybris del capitalismo, che per sua natura ha fatto proprio, in chiave economica, il messaggio biblico del "crescete e moltiplicatevi". Finora il grande bilanciamento fu dato da un sistema alternativo e fortemente minaccioso come il socialismo reale, che rese il capitalismo malleabile e attento alle istanze sociali, ma ora che quella minaccia è stata sventata, quali sono i meccanismi esistenti o da creare che possano porre un freno e un'equa redistribuzione delle risorse?
#3035
Tematiche Culturali e Sociali / Capitalismo
26 Novembre 2017, 15:12:29 PM
buongiorno a tutti. Da qualche tempo mi interrogo sulla natura, i pregi e i difetti del capitalismo. Non sono un esperto di economia, ma da una sommaria analisi storica direi che, solo laddove si è sviluppato il capitalismo, vi è stata contemporaneamente lo sviluppo di una libertà di espressione, di godimento di diritti civili, sessuali, politici, di cittadinanza che non si è mai registrato nelle società tradizionali, cosi come nelle società governate da dittature, sia di destra che di sinistra. Eppure non sono pochi i mali che il capitalismo produce, lo spregio delle norme giuridiche quando conviene, secondo una logica strettamente delinquenziale, la spremitura delle risorse del mondo, la ripartizione di quelle stesse risorse in un modo scandalosamente diseguale.
E allora viene naturale domandarsi cosa preferisca il cittadino gambiano. Se vivere senza libertà ma con un reddito dignitoso o viceversa. Fatto sta che in Gambia, come in molte altre parti del mondo non c'è nè reddito dignitoso nè libertà.
Il capitalismo del resto ha dato prova nel corso dei secoli di una estrema flessibilità e di capacità di apprendere dai propri errori e dalla situazione storica, tanto da rendere famosa la frase di un economista: "il capitalismo ha i secoli contati!". Va solo considerato se questo apprendimento e questa flessibilità comprenda anche una componente etica oppure se il capitalismo, ormai disaggregato dai valori etici dei primi borghesi, sia esclusivamente fondato su sè stesso e sull'unica legge del profitto e dell'aumento infinito del profitto. Logica che potrebbe portarlo ad un suo inevitabile suicidio, non tanto per ribellione delle masse, come credeva Marx, ma per implosione ecologica e socio-ambientale.
#3036
Il discorso non cambia. Se in attualità le tue idee sono autoritarie non c'è nulla che possiamo scambiarci e quindi il dialogo, massima espressione della filosofia, è inutile.
#3037
CitazioneIo caratterialmente sono un autoritario
Se sei autoritario perchè vieni a scrivere su un forum di filosofia? La filosofia non è autoritaria e non può esserlo, è aperta criticamente alla discussione ad armi pari, dove eventualmente si può persuadere attraverso l'argomentazione. La tua argomentazione è povera, simile alla spada di Alessandro che spezzò il nodo di Gordio. Ad ogni modo sono anche stanco di parlare, di ripetere sempre le stesse cose a persone a cui non farò certo cambiare idea. Mi dispiace perché in altre occasioni mi eri sembrato anche in grado di accettare il punto di vista dell'altro. Chi è autoritario invece, etimologicamente intende semplicemente usare la forza per sottomettere gli altri e questo è quello che vedo sempre di più in questo triste mondo. Anche se fortunatamente spesso sono autoritari da salotto o da internet, poiché spezzare il collo ad un essere umano non è proprio una cosa da tutti. Pensate solo all'odore di sterco che si diffonde immediatamente dopo a causa del rilassamento degli sfinteri e il sangue che esce dalla bocca. Meglio parlare di cose con cui in realtà non ci si vuole confrontare realmente.
#3038
CitazioneChiariamoci. La domanda è: siamo responsabili delle nostre azioni oppure tutto deve essere "ridotto" a una mera combinazione di eventi?
C'è chi stabilisce una supremazia della opinione scientifica. La quale non è in grado di stabilire se esista la possibilità che la combinazione degli eventi sia interrotta da qualche forma di volontà. Ragion per cui la si esclude. Che ci sia o meno non ha al momento importanza, l'importante è che si escluda che la scienza sia in possesso di teorie scientificamente provate e verificate che ammettano una qualche forma di volontà. Io la escludo. Se invece mi porti qualche referente autorevole e l'opinione della comunità scientifica a riguardo di queste prove te ne sarò grato perche io le ignoro.
Ce ne sono parecchi di testi in questo senso.
Ovviamente si tratta di soft sciences, scienze cioè che non possono prevedere soltanto misurazioni quantitative e situazioni sperimentali che riproducano esattamente la realtà oggettiva, ovvero di scienze imparentate con la criminologia, la filosofia morale e una serie di discipline che fanno comunque riferimento e si confrontano giustamente con il nuovo campo delle neuroscienze e della genetica: metaetica, etica normativa, psicologia morale. Pensa che ora esiste anche la neuroetica proprio per far parlare questi due diversi universi della conoscenza.
Quello che ci dicono le hard sciences, ovvero neuroscienze e genetica non sono l'ultima parola, ma semplicemente servono a vincolare e a spiegare meglio l'accettabilità delle teorie morali e metaetiche, che hanno inevitabilmente un substrato sociale e storico, relativamente indipendente dalle scienze naturalistiche.
Pensare a due modelli di pensiero completamente opposti: la scienza e la filosofia (in questo caso la filosofia pratica) è, secondo me, errato.

Dovremmo in qualche modo "incardinare le teorie morali, comprese quelle relative al libero arbitrio/determinismo, su una psicologia che non sia il mero prodotto della immaginazione di filosofi o studiosi creativi e fantasiosi, ma che sia congruente con ciò che la scienza oggi ha da dirci". Solo in questo modo possiamo andare avanti nella conoscenza. Senza ritenere la scienza l'unica depositaria del sapere, ma anche confrontandoci con la scienza e accettando quello che si scopre con il metodo scientifico, che non è stato così inefficace nella storia dell'uomo, se siamo onesti con noi stessi.
Ti consiglio di leggere: Mario de Caro, mente e morale (Luiss), Berzagora Betsos, Colpevoli si nasce? (Cortina), e per contrappasso una studiosa che non crede nella libera volontà ma che ha scritto un libro che è già comunque un classico, Churchland, L'Io come cervello.
Buona lettura.
#3039
CitazioneNo. Il determinsmo stabilisce una condizione matematica secondo la quale se si conoscono le condizioni iniziali di un sistema si può prevedere (almeno in linea di principio) la sua evoluzione nel futuro. 
Per volontà si intende invece qualcosa di diverso. Se anche si conoscessero le condizioni iniziali, nel momento in cui agisce la forza di volontà il processo di evoluzione diventa imprevedibile in modo ontologico. Per questo Socrate78 ha richiamato la meccanica quantistica in quanto si differenzia dal determinismo proprio per la sua imprevedibilità "ontologica". Ma sia nella meccanica classica sia in quella quantistica non esiste una funzione che possiamo chiamare "volontaria"...

Non credo che in campo sociale si possa parlare di determinismo e neppure di meccanica quantistica. Molto più prosaicamente la capacità di decidere con la propria testa in modo autonomo esiste, così come esistono i condizionamenti sociali e anche quelli materiali, che non mi permettono di essere un astronauta o un capitano di un vascello rompighiaccio. Un determinismo assoluto significherebbe che già cinque milioni di anni fa era prevedibile che ora io sarei stato davanti ad una tastiera a scrivere su un forum di filosofia, il che mi sembra piuttosto improbabile, anche se affascinante come trama di un romanzo di fantascienza di serie B.
#3040
Attualità / Re:Italiani cercasi
21 Novembre 2017, 00:21:22 AM
Più che un argomento questa è una affermazione tra il sarcastico e il disperato. La tesi è che non ci sono gli italiani come cultura e quindi anche se vengono gli stranieri, non importa, anche perché "si può entrare ed uscire senza chiedere permesso". Viator, sembri dirci che il problema dell'immigrazione è un falso problema di integrazione perché non siamo integrati neppure fra di noi. Al massimo si creeranno altre conventicole, quelle dei senegalesi, accanto a quella dei giornalisti, quella dei mussulmani accanto a quella dei ferraresi.
Non è che tu abbia tutti i torti. Basta andare in Francia e vedere con quanto ordine e stile facciano sventolare le loro bandiere fuori dagli uffici pubblici e non. Eppure non è neppure del tutto vero quello che dici. Qualche tipo di integrazione fortunatamente è avvenuto. Non siamo più una mera espressione geografica. La lingua italiana è parlata anche nei più lontani meandri del nuorese e un senso di italianità credo che alberghi dentro di noi in modo più o meno velato.
Certamente è un senso di italianità che convive da secoli con il "particulare" sottolineato da Guiccardini. Siamo irrimediabilmente un paese fondato sul campanile, sulla clientela, sulla famiglia e per circa 45 anni una forza politica predominante in Italia ha assecondato i peggiori istinti di questa cultura (sto parlando della democrazia cristiana) e per circa dieci anni una forza politica ancor peggiore ha posto le premesse di ulteriori danni (sto parlando del partito socialista). Quello che è venuto dopo neppure lo considero poichè non si tratta neppure di forze politiche ma di assembramenti confusi di interessi incardinati su leadership demagogiche. Solo Prodi ha avuto, dal '93 in poi una visione politica "costruttiva" e "sociale". Gli altri hanno fatto politica ma in senso clientelare e nel migliore dei casi conservativo-reazionario, con qualche riforma-bandiera nel campo dei diritti civili.
Eppure nella storia dell'Italia vi sono stati momenti altamente aggregativi non riconducibili ai mondiali di calcio. Il Risorgimento, il Fascismo, la Resistenza, Il boom economico, il '68. Sono tutti momenti collettivi degli italiani. Per non parlare delle nostre tradizioni storiche e artistiche. Pensi che le tante cattedrali medioevali non creino senso identitario? Lo creano eccome, anche se sei ateo.
Nessuno può sapere quanto tempo resisterà l'Italia come entità unitaria. Tutti gli stati attraversano importanti crisi di potere, dovute al trasferimento dello stesso direttamente nelle mani delle multinazionali. Ma si tratta comunque di 150 anni, preceduti da un sentimento di italianità che è stato molto vivo anche in altre epoche, in primo luogo nel rinascimento, quando l'Italia primeggiava nel mondo, nonostante fosse divisa in tante piccole signorie.
Si potrebbe cercare la responsabilità di questo carente senso identitario e sicuramente il più formidabile responsabile è la Chiesa cattolica, che ha sempre fomentato le divisioni per evitare che si creasse un potere forte in Italia. Basti pensare alla lega di Cambrai,, voluta per evitare che Venezia all'inizio del 500 divenisse la padrone di gran parte di Italia e seguisse così il destino dei grandi stati nazionali che si stavano formando, oppure alla chiamata di Carlo Magno, quando 700 anni prima i Longobardi stavano unificando l'Italia, creando un regno unitario molto più grande e potente di quelli coevi.
Anche sull'ingresso degli stranieri, che colleghi a questa "identità arlecchino" degli italiani, non si tratta certo di un problema di poco conto, ma è un problema che condividiamo con il resto del mondo e che dipende dalle disfunzioni del capitalismo non certo dalla frammentazione politica italiana. Anzi forse la frammentazione può essere una risorsa, poiché non essendoci un potere forte ed omologante gli stranieri rischiano addirittura di schivare forme più o meno oppressive di razzismo e noi, autoctoni, a nostra volta, rischiamo di schivare processi di violenza terroristica, che effettivamente finora ci ha solo sfiorati.
#3041
Queste discussioni sul libero arbitrio sono fenomenali. In qualche giorno si redigono pagine e pagine di commenti. 8).
Dico la mia, sulla base degli ultimi interventi. Confesso che quelli precedenti non li ho letti.
Si potrebbe riassumere il tutto attraverso due figure della commedia dell'arte: lo "scienziato" e il "moralista".
Lo scienziato afferma che tutti i comportamenti dell'uomo sono determinati, vuoi dalle condizioni sociali, o dai cromosomi, o dall'indeterminismo, ovvero dalla casualità della vita. Non c'è spazio alla libera volontà, e più gli strumenti scientifici si affineranno e più sarà semplice scoprire tutti i moventi dell'azione umana, dove all'uomo spetta il ruolo di semplice spettatore agito da forze esterne. In caso di crimine, lo scienziato sarà tutto dalla parte del criminale, che fa i suoi crimini senza alcuna responsabilità reale. E' solo il sistema penale, lo stato o chi per lui a condannarlo per saziare l'opinione pubblica inorridita.
Il moralista invece proclama che tutti i comportamenti dell'uomo dipendono dalla sua libera volontà. Non importa se l'agente vive nelle baraccopoli di Dakar o nel quartiere elegante di Sinkfoarer a Copenaghen. In entrambi i casi se il soggetto vuole si comporterà moralmente perché c'è una luce dentro di lui, anima o quant'altro che non lo farà deviare e farà il bene o il male, a seconda che sia un soggetto buono o un soggetto malevolo. In questo caso, il moralista pende tutto dalla parte della vittima e tende a formare un mondo manicheo dove si fronteggiano il bene e il male.
Sto esagerando, ma la verità, secondo il mio parere, come al solito sta nel mezzo. Escludere i contesti sociali o la genetica è da stupidi: ormai vi sono testi che confermano questa verità e non ve li sto a segnalare, ma sono fondati su solide basi scientifiche e se permettete io credo ancora nella scienza. Escludere il libero arbitrio e la capacità di resilienza delle persone, ognuna unica e non replicabile è ugualmente una fandonia, altrimenti non potrebbe essere neppure fondata la teoria darwinista, che suppone lo sviluppo evolutivo a partire da modifiche rispetto a regole canoniche, determinate dai mutamenti ambientali.
Come al solito non siamo dei, non siamo demoni e non siamo neppure macchine. Un pò dipendiamo dall'ambiente esterno (mondo) e interno (biologia) e un pò abbiamo uno spirito nella macchina che probabilmente non sarà mai trovato neppure in futuro e che rende così interessante l'avventura umana.
#3042
Per il momento rispondo solo ad Aquario. La tradizione del buon selvaggio e' ancora ben salda ma poco reale. Gli indiani d'america ancor prima dell'arrivo dell'uomo bianco si massacravano allegramente, e lo stesso accadeva in sudamerica dove erano frequenti sacrifici umani rituali che interessavano centinaia di supplizziandi, tanto per fare i primi due esempi a braccio.  Per completare il quadro, esistono recenti studi che hanno osservato branchi di scimpanze' uccidere senza esitazioni branchi nemici.
Se vogliamo restare entro i confini della storia occidentale, se fossi uscito di casa nel 1400 le possibilita' di morire ammazzato erano notevolmente piu' alte di quelle attuali: di quasi cento volte, tanto per capirci.
#3043
Caro Dubbio. Le cose sono leggermente piu' complesse. Noi non siamo una macchina e se e' vero che le nuove scoperte riducono la ns responsabilita' nel senso di " imputazione di un atto a noi stessi in una situazione che prevede alternative", resta comunque un area di libera scelta che singolarmente possiamo orientare. Inoltre e' il ns substrato fisiologico a renderci quello che siamo. L'aggressivita' o l'atto deviante nascono da millenni di storia biologica dell'uomo e non e' certo lo stato a poter rimediare con i suoi 400 anni di eta'.
D'altro canto e' vero anche il contrario. L'umanita' e' nella sua maggioranza altamente morale, visto che segue le regole senza bisogno che ci sia un carabiniere che controlla da vicino.
La differenza fra dolo e responsabilizzazione riguarda la differenza che c'e' fra l'intenzione di commettere un fatto punito dalla legge penale, indipendentemente dal realizzarsi dell'evento (c'e' infatti anche il tentato reato, art 56 cp) e la capacita' di controllare il proprio agire sulla base di reciproche aspettative sociali e su questo versante credere che la pena sia una sorta di software di "off" del comportamento e' vero ma solo se lo si considera come un circuito di emergenza poiche' la nostra socializzazione e quindi il contrasto agli atti delinquenziali avviene prima nel contesto di vita, quello che viene definito Lebenswelt, in contrasto al System di cui e' parte preminente proprio lo Stato e le istituzioni giudiziarie.
#3044
Caro Il Dubbio, credo che il concetto di responsabilita' di Phil afferisca al nesso di causalita' fra azione e conseguenze dell'azione. Il classico "dolo" insomma, mentre tu fai riferimento alla responsabilita' come capacita' di autocontrollo.
Sul fatto che lo stato ci stia lavorando da quasi 400 anni hai ragione. Un motivo del Leviathan di Hobbes e' proprio questo ma la responsabilizzazione deve inevitabilmente procedere anche per altre vie. Non si puo' istituire per legge, cosī come non si puo' esportare la democrazia con i cannoni.
Del resto la responsabilizzazione imposta dall'alto (dei cieli o dei parlamenti) spesso crea un diverso tipo di delinquenza di stato, riassumibili in violenze etniche, politiche, religiose. Anche in questo caso dovremmo domandarci se quelle istituzioni sono libere di commettere quei delitti o se sono determinate dalla loro natura e qui si potrebbero fare anche dei raffronti.
In questo modo pero' per quanto la questione sia interessante rischiamo di perdere il nocciolo della discussione di questo topic.
#3045
Non sono d'accordo Viator. Non si tratta di un doppio regime secondo lo scopo di comprendere o condannare. E neppure bisogna tirare in ballo Dio e il bene e il male.
Dal punto di vista giuridico c'e' un processo nel quale si accerta l'intenzionalita' e si condanna o si assolve o si introducono riti alternativi o benefici secondo l'ordinamento vigente. La capacita' di intendere e volere verra' stabilita nei casi concreti dai periti concreti. Grazie alla Costituzione (non a Dio) viviamo in uno stato di diritto.
Altra cosa e' ragionare sul libero arbitrio a proposito dell'agire antisociale. Questa e' una dimensione dove si puo' comprendere oppure condannare moralisticamente o fare riferimento a Dio. La distinzione non e' quindi da un lato comprendere usando tutte le discipline scientifiche e dall'altro giudicare usando vetusti strumenti che mi ricordano piu' uno stato islamico e la sharia che uno stato moderno.
La distinzione corretta e' applicare le norme nei casi concreti di giudizio da un lato e dall'altro permettere a tutte le varie discipline di elaborare le loro teorie, che giocoforza, una volta considerate piu' convincenti finiranno per introdursi anche mel diritto positivo.